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Autore: LadyBlake    09/01/2011    7 recensioni
Primo di settembre. King’s Cross. Una ragazza che spinge un carrello stracolmo di stranezze si fa largo, a fatica, tra la moltitudine di pendolari che affollano le banchine della stazione. Guardiamo l’orologio, sono quasi le undici. È in ritardo. Ovviamente. Attenta a non attirare l’attenzione su di sè, eccola avviarsi tra il binario 9 e il 10, scomparendo alla vista di tutti. Il suo nome è Isabella. Ma nessuno la chiama così. È la signorina Bothwell per i professori. È Stellina per la mamma e Bells per suo fratello maggiore. Il resto del mondo la conosce da sempre come Bella. Oh, sì…sì, certo. Dimenticavo. C’è poi un ragazzo che l’ha ribattezzata ‘Torta alla Vaniglia’. Già. Proprio così. È accaduto precisamente oggi. Oggi, un anno fa.
Genere: Romantico, Commedia, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Dunque.

In ordine.

Sono risorta dalla mia cripta.

Ho fatto pace con Bella.

Posto un capitolo nuovo, senza pretese, per riallacciare i rapporti con la mia cara fan fiction (odo suono di campane in lontananza).

Son quasi commossa.

Tess

 

 

Capitolo 30

 

Draco’s lessons

 

Lesson number one: mai distogliere l’attenzione dal nemico, potresti trovarti del fango sul naso

 

La situazione non poteva purtroppo che essere descritta con tre semplici aggettivi.

Imbarazzante.

Indecorosa.

Inaudita.

Le tre ‘I’ che mal si addicevano ad accompagnare la sua persona e che solo una catastrofe poteva meritare, tutte in un colpo solo.

Il primo istinto era stato quello di voltarsi e fuggire a gambe levate, ma lei era stata indubbiamente più veloce. Senza pensarci due volte lo aveva accalappiato in un abbraccio, tentando di soffocarlo, presumibilmente.

Cominciava a credere che ci fosse un complotto dietro a tutta quella storia, sin dal principio. Un complotto per screditarlo di fronte al resto del mondo e soprattutto farlo ricoverare volontariamente al St. Mungo o consegnarsi ai Dissennatori.

Con il viso affondato in una massa di capelli che gli solleticavano le narici e nascondevano così la sua espressione inorridita, Draco Malfoy desiderò con tutte le sue forze di trovarsi a chilometri, chilometri e chilometri da lì.

La colpevole invece, dopo essersi presa tutto il tempo del mondo per, in ordine,

stritolargli il costato,

sgualcirgli il maglione

farlo sentire un perfetto imbecille,

parve infine soddisfatta del suo crimine e, con un ultimo sospiro, lo liberò dalla morsa che erano le sue braccia.

Mentre tentava di riguadagnare la sua dignità – ormai persa in qualche oscuro momento della sua vita – e si lanciava occhiate furtive attorno, meditando di affatturare tutti coloro che avevano assistito allo scempio della sua persona, una pacca sulla schiena lo colpì a tradimento e gli fece perdere l’equilibrio.

Grande Barba di Merlino.

 

Lesson number two: le fantasticherie non si addicono a Draco Malfoy,  la sua sanità mentale potrebbe non reggere il colpo

 

In che mondo misterioso viviamo: Bella svaniva nel nulla – o meglio, se la faceva scappare da sotto il nobile naso - ma, in compenso, sbucavano da chissà dove quei babbanofili dei suoi genitori.

Che si divertivano ad attentare alla sua preziosa vita.

Una coppia talmente bizzarra da far rabbrividire generazioni e generazioni di Malfoy.

L’improvvisa immagine delle due famiglie nella stessa stanza lo fulminò così, su due piedi, o meglio, in ginocchio. Già era difficile convincersi che appartenessero allo stesso mondo...figuriamoci condividere lo spazio tra quattro mura!

Sull’onda del bizzarro pensiero, con la fantasia ormai a briglie sciolte, provò ad figurarsi sua madre e la donna che aveva di fronte una di fianco all’altra, sedute nello stesso salottino per l’ora del te.

Un dolcetto Narcissa?

Per poco non si lasciò sfuggire una risata isterica.

Bè, in tutta franchezza, forse sarebbe stato più realistico pensare a Lucius – imprigionato ad Azkaban con l’accusa  di essere un Mangiamorte -  e Bothwell Senior – Auror di non si sapeva bene che livello – mentre discorrevano in tutta tranquillità di politica e di quidditch, davanti a una bottiglia di Whisky Incendiario.

Un brivido gli corse lungo la schiena e la risata isterica di un attimo prima morì sul nascere, mentre il Signor B.,  che l’aveva mandato quasi disteso a terra, lo aiutava a rialzarsi.

 

Lesson numer three: non fare una domanda se non vuoi davvero sapere la risposta

 

-Tesoro, visto chi abbiamo qui? Oh, caro, ti senti bene? Sei un po’ palliduccio? Edgar caro, aiutalo, ecco, così.

Il maglioncino nero dal collo alto che tanto aveva insistito ad indossare, il maglioncino così alla moda, così di classe, cominciò a prudere in modo fastidioso, mentre la signora gli riaggiustava il mantello come una…come una, bè, una mamma.

Di male in peggio. Di male in peggio.

Aveva  dimenticato – o più semplicemente rimosso – quanto potesse risultare stravagante la signora B.B. Quella sera si era premurata di rendere la propria acconciatura, se possibile, ancor più bizzarra del solito. Per non parlare dell’abbigliamento: un misto di varie epoche e stili che sua madre Narcissa avrebbe giudicato estremamente sconveniente in ogni occasione. Il continuo tendere ad accostare e confrontare le due donne rischiava di diventare una pessima abitudine.

E ora se ne stavano lì, due paia d’occhi molto curiosi, a fissarlo, in attesa di qualcosa…una qualche reazione, forse? Il suo intorpidimento mentale cominciava a destare preoccupazione?

-Drrraco, tesoro, che piacere incontrarti qui! Vero, Edgar, caro?

-Eh…oh…ehm, sì certo. Signor Bothwell, signora…buonasera – disse, riacquistando la poca lucidità mentale rimasta ed esibendosi in uno dei suoi saluti da manuale.

-Oh, ma caaarrroooo…chiamami pure Sophia! Caro ragazzo! Così beneducato! Non è così, Edgar?

-Oh!Oh!Oh! –rise il signor B., rifilandogli un’altra gran bella pacca sulla spalla.

Draco represse l’istinto di scansarsi. Se avesse offeso i suoi genitori, Bella non gli avrebbe rivolto più la parola. Sempre che fosse riuscito a raggiungerla prima che il concerto finisse ed evitare così La Maledizione Senza Perdono (con LMSP maiuscole) prima dei suoi vent’anni.

Non gli pareva il caso.

Per non seguire l’esempio dell’unico Sfigato sopravvissuto che c’era in circolazione (non voleva nulla che li accomunasse), gli sarebbe toccato andarsene all’altro mondo.

Davvero, non riusciva a decidersi su quale fine preferisse.

Sophia si guardò nuovamente attorno, sempre più confusa.

- Ma..dimmi, caro, è forse successo qualcosa? Come mai non sei insieme a Bella?

- Non sei venuto insieme a lei?

- Non si sarà persa in mezzo a questa folla? Non avrete mica litigato?

"No signora, niente di tutto ciò. Quello che si è perso sono io, perché voglio sempre fare di testa mia, infischiandomene di ciò che mi dice quella svitata di sua figlia".

Poteva mai arrivare ad ammettere una cosa simile? Ma anche no.

-Ehm...no, no, signora...Bella è insieme a tutti i nostri amici – brivido lungo la schiena - ...solo che io...ehm...sono stato trattenuto...sa, conoscenze e...ecco, sì, la stavo raggiungendo proprio ora. Anzi, vogliate scusarmi se…

- Caro, allora non ti tratteniamo oltre. Il concerto sta per iniziare. Vero Edgar, caro?

- Già, giovanotto. Conviene che ti affretti.

- Non vorrai perderti la sorpresa insieme a Bella? Concordi, Edgar, caro?

- Già, giovanotto, Will ci tiene così tanto…

- Sììì, pensa, non ha voluto anticipare niente neppure a noi! Vero, Edgar, caro?

- Proprio così, giovanotto, proprio così.

Draco avrebbe voluto smaterializzarsi al secondo “giovanotto”.

Un risolino ammiccante seguì la domanda della sibillina quanto entusiasta Signora Bothwell.

Sorpresa? Quale sorpresa doveva aspettarsi dall’inguainato e tetro, nonché famoso fratello maggiore?

- Ehm...di quale sorpresa si sta parlando qui?

- Ma caaaaaaro, della canzone che vi ha dedicato, ovviamente - disse la signora B.B. indicando un punto preciso sopra il palco.

-Vedi?

Draco focalizzò la propria attenzione sulla signora e sulle implicazioni delle sue ultime parole.

-"Ci ha dedicato"? CI ha dedicato?

Seguendo le indicazioni della signora, con un terribile presentimento, alzò gli occhi alla scaletta che scorreva lenta, in lettere dorate sospese nell’aria, sopra le loro teste.

Bella.

And.

Her.

Dragon.

Non poteva aver scritto una canzone del genere.

Non poteva.

Un tonfo.

La sua mascella aveva toccato terra.

Non riusciva a spiccicare parola.

- Guarda Edgar caro, guarda come si è emozionato.

-Oh! Oh! Oh!

-Draco, tesoro – aggiunse la signora B.B., dolce come il miele e ignara della confusione mentale del ragazzo – però non dovresti davvero stare qui. Capisco che tu ti senta in dovere di farci compagnia, ma Bella ti starà aspettando. Guarda, procedi verso il lato destro del palco. Quello è il suo posto preferito per seguire i concerti di Will, il più vicina possibile all’uscita.

E lo spinse in avanti, nella direzione che gli aveva indicato.

-S-s-s.

Un passo.

Un altro.

Rovinato.

Una vita finita.

Uno spintone.

Un altro passo.

Sempre più veloce.

Doveva raggiungere Bella il prima possibile.

Insieme potevano ancora risolvere la situazione.

Se fino a un attimo prima era certo di essere in cima alla lista delle persone più odiate dalla fanciulla, ora quel trofeo spettava di sicuro a qualcun altro.

Si trovava nel bel mezzo di una folla di imbecilli, ma la determinazione lo spingeva ad andare avanti.

Cinque minuti. 10 spintoni.

Nove minuti. 15 spintoni.4 gomitate.

Tredici minuti.

-Dove diavolo si sono cacciati quei mentecatt-

Un momento.

Un momento solo.

Testa rossa.

Capelli inguardabili.

Occhiali da ebete.

Pansy, Blaise…e….

-Bella! BELLA!!

Lei si voltò e rimase a fissarlo, mentre lui superava un altro gruppetto di squinternate.

-Bella!

-Draco!!

Mano su un fianco.

Dito assassino puntato sul petto.

- Tu-tu…

- Bella.

-…brutto…

Lui scuoteva la testa.

-Dobbiamo fermarlo!

-…stupido...

-Ascoltami!

-Dobbiamo fermare chi?

-Quell’imbecille di tuo fratello! E chi altri!

Lei realizzò, spalancò gli occhi e si portò le mani alla bocca.

-Hai visto la scaletta!

-Certo che l’ho vista!

Cominciò a scuotere anche lei la testa.

-Che vergogna…-pigolò.

-Ci rovinerà.

-La nostra vita sociale è ufficialmente finita.

-Oh, ma piantatela! Tutti e due!

-Tu non capisci.

-Lascia perdere la Weasley.

-Mio fratello è diabolico!

-Ma dai, sei sua sorella, non potrà essere-

Ma ormai i due non la ascoltavano più.

-Un Petrificus farebbe al caso nostro…

-Ma Draco, non abbiamo neanche le bacchette!

La dura realtà dei fatti.

Lui si sistemò un ciuffo di capelli ribelle.

-Bè. Vorrà dire che rimarremo qui a sopportare l’umiliazione...

-Ma Draco-

-…e se questa dovesse essere troppo grande…

-Ma Dra-

-…da stasera in poi farai a meno di un fratello.

-La vita da figli unici ha i suoi vantaggi.

D’altronde, lui ne sapeva qualcosa.

-Un incubo che si realizza.

Improvvisamente il buio.

Un boato.

-E che la tortura cominci.

 

 

 

 

   
 
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