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Autore: SweetTaiga    09/01/2011    10 recensioni
"Ma se l’Amore che dice è una stretta al petto dovuta alla sua mancanza, un colpo al cuore ogni volta che mio padre rievoca con disgusto il suo nome, un sorriso ogniqualvolta mi addormento pensando a lei, allora ha ragione.
Forse i Malfoy non provano amore, ma Draco si."
Quando l'Amore trionfa, l'Odio cerca il modo di ostacolarlo. Sempre.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
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NOTA IMPORTANTE: Dato che a causa della scuola non potrò inserire spesso i capitoli, ho deciso di farmi perdonare inserendo già oggi il 18.
Da questa settimana , aggiornerò ogni sabato : )
In caso di anticipazioni o ritardi, avviserò su facebook.
Per chi volesse aggiungermi, basta cercare
SweetTaiga Efp :D
Spero non sia un problema e che continuerete a seguirmi.
Vi lascio al capitolo, buona lettura ;)



18. La Leonessa ed il Serpente
 

Ho sempre odiato la Granger.
L’ho odiata dal primo momento in cui l’ho vista, da quando ho sentito la sua voce insopportabile e soprattutto dalla prima volta che Draco ha posato gli occhi su di lei.
Con odio, dice lui.
Perché secondo la mente bacata di quell’essere di sesso maschile, è umanamente possibile fissarsi in quel modo su una ragazza solo perché la si disprezza.
Non ha mai pensato, quell’idiota, che forse la stuzzicava per curiosità o per interesse.
Non ha mai pensato che con quelle stupide frecciatine volesse solo attirare la sua attenzione.
Ma in fondo la mente dei maschi è bacata.
Comunque, ho sempre odiato la Granger, con quel tono da so-tutto-io e quei capelli orribili.
Una vera nobildonna deve avere i capelli lisci e curati, non una pagliera indomabile!
Ma in fondo lei non era una nobildonna, nonostante si atteggiasse a tale.
Con quell’aria di superiorità che in realtà non meritava, giudicava ogni essere inferiore a lei, al suo cervello, alla sua astuzia.
Solo perché era stata definita la strega più brillante della sua età.
Cosa poteva avere mai quella ragazza più di me o delle altre ragazze della scuola?
Il massimo dei voti in ogni materia?
Determinazione e coraggio dei Grifondoro?
Intelligenza e ingegno dei Corvonero?
Lealtà e amicizia degne dei Tassorosso?
Un pizzico di astuzia dei Serpeverde?
L’amicizia del bambino che è sopravvissuto?
L’affetto incondizionato del Re Rosso del Quiddich?
La stima di Viktor Krum?
La fiducia di ogni professore, persino di Piton, anche se non lo ammetterebbe mai?
E cosa sarà mai, in fondo, tutto questo?
E’ solo una Mezzosangue, mi ripetevo.
La cosa più grave, a quel tempo, era che mi credevo davvero superiore a lei.
In fondo era normale odiarsi: lei era la spalla di Potter, io la spalla di Malfoy.
Vista la frizzante simpatia tra i due, era inevitabile che anche noi ci odiassimo.
La delusione più grande, però, fu scoprire che lei non mi odiava! Si, insomma, le facevo un po’ schifo per il semplice fatto di appoggiare qualche Mangiamorte a caso, ma non mi odiava: le ero indifferente.
E se c’è una cosa che un Serpeverde odia per natura, quella è l’indifferenza.
Un Serpeverde o di odia o si ama, o si segue o si combatte, o si ammira o si disprezza: lei invece, tutta gonfiata d’orgoglio Grifondoro, mi considerava una specie di aggeggio annesso a Malfoy.
Un allegato in omaggio, diciamo.
I suoi affronti erano sempre verso Malfoy, le sue battute sempre contro di lui, i suoi sguardi d’odio, d’ira, di disprezzo avevano tutti la stessa direzione: Draco.
Se i maschi hanno la mente bacata, anche le ragazze a volte non scherzano.
Le perfettine Grifondoro, in particolare, non ammetterebbero mai di provare interesse per un qualsiasi Serpeverde a caso.
Sarebbe un sacrilegio, no?
Ovviamente con questo non intendo che parte del loro odio non fosse vero, certo che no.
Ma era un odio fasullo, un odio di copertura: diamine, se uno cresce sentendosi ripetere che deve odiare chicchessia, è decisamente improbabile che non finisca per odiarlo almeno in parte!
E Draco, cresciuto con la convinzione della purezza del sangue, con l’orgoglio di essere Serpeverde e con una buona dose di rancore verso Potter, come poteva anche solo pensare di ammettere di apprezzare quella Messosangue Grifondoro migliore amica di Potter?
D’altro canto, come poteva la Grange, perfetta Grifondoro, sostenitrice e fondatrice dell’Esercito di Silente, amica di Potter, accettare di provare interesse verso un arrogante Serpeverde che ha più volte cercato di mettere nei guai Silente e Potter stesso?
Come potevano ammettere di amarsi due persone che per tutti dovevano semplicemente odiarsi?

Quanta distanza credi ci sia tra il cielo e il mare se un orizzonte solo basta a farla sparire?

Eppure, mentre Lucius era ad Azkaban e Silente era ormai passato a miglior vita, mentre Voldemort si godeva la temporanea vittoria e Potter e Weasley si beavano di quei rari attimi di tregua, mentre nessuno li costringeva più ad odiarsi, si sono avvicinati.
Allora quanto era vero quell’odio?
Il disprezzo c’era,  la rabbia pure.. ma l’odio?

Quanta memoria serve per ricordare bene?

Ho odiato la Granger dal più profondo del cuore, l’ho odiate per il sue semplice esistere, eppure ogni volta che Draco tornava nel nostro dormitorio con il volto rilassato ed uno strano sorriso sul volto, sentivo che il mio odio sarebbe potuto crollare.
E’ stato Nott a farmi notare il cambiamento negli atteggiamenti di Draco.
Strano, i maschi sono ottusi, ma Nott.. Nott è diverso. Nott non si limita ad aprire la bocca per far cambiare aria nei polmoni.
Nott osserva, prima di dare giudizi.
Fu durante un’ora di pozioni che me lo fece notare.

«Pansy? Sta a guardare.»
Mi si era seduto accanto, come durante tutte le altre lezioni che avevamo in comune.
«Cosa devo guardare Theo?», chiesi.
«Draco. Guarda Draco.», sussurrò.
Così iniziai a guardare Draco, ma non capivo cosa avesse di strano. Non seguiva, come al solito, e sembrava persino annoiarsi. Scarabocchiava il libro di testo con ghirigori che non avevano un senso preciso.
Quando però una pallina di carta gli passò accanto, andando a posarsi sul banco della Granger, il suo sguardo divenne improvvisamente vigile; la guardò mentre pian piano apriva il biglietto, attenta a non farsi scoprire da Piton – un misero biglietto, per un Grifondoro, e in particolare per uno del Trio, valeva circa 50 punti in meno nell’aula di Pozioni.
Tutto d’un tratto, il volto della Granger divenne scarlatto, e Draco si raddrizzò di scatto sulla sedia, allungando il collo.
«Theo, cosa diavolo sta…?»
Mi mise un dito sulle labbra, facendomi cenno di continuare a guardare.
La Granger si alzò impercettibilmente dalla sedia, mettendo in mostra una minigonna che lasciava ben poco all’immaginazione.
Guardai di nuovo Draco, che era rimasto con la bocca aperta in maniera decisamente poco educata.
La Granger si sedette di scatto, puntando la bacchetta contro la propria gonna e cercando, più o meno inutilmente, di riportarla alla sua lunghezza naturale stile monaca di clausura.
Il pugno che Draco diede al suo banco, il fatto che fece cadere metà delle bottigliette e la sua espressione truce, fecero passare ad un paio di Corvonero la voglia di sbirciare ancora le gambe della Grifoncina.
E fecero capire a me che la Leonessa ed il Serpente si erano finalmente svegliati dal letargo.
Uscendo dalla classe, vidi il biglietto che Theo le aveva lanciato nella spazzatura, spezzettato in triangolino minuscoli.
Un breve incantesimo e mi fu possibile leggerlo:
“Bella gonna. Vedrai che Malfoy apprezzerà”.
Con un sorrisino sadico mi gustai la malvagità che a volte raggiungeva la mente di Nott.
E pensavo ad un modo per ricattare Draco, ovviamente.

 Quanta invece per poter dimenticare?


Col crescere del legame tra Draco e Hermione, mi costrinsi ad ammettere che anche il mio odio era fasullo: misera gelosia travestita da un sentimento ben più grande.
Non gelosa dei suoi successi: non ero mica scema, non avrei mai voluto affrontare tutte quelle “avventure” – disgrazie, le chiamerei.
Ma ero gelosa proprio del suo coraggio nell’affrontarle, quelle imprese.
Ero gelosa della libertà che si era guadagnata nonostante fosse una misera Mezzosangue, degli sguardi di ammirazione che la seguivano ovunque andasse.
Io, da Purosangue, avevo solo la falsa stima di chi mirava a diventare mio marito per accostare il cognome della mia famiglia al suo.
Forse fu per questo che io e Draco diventammo amici: avevamo avuto troppi rapporti che miravano solo al nostro cognome.
Non che ci fosse mai interessato qualcuno in particolare, ma il nostro orgoglio ed il nostro egoismo ci impedivano di farci usare come miseri pupazzi nelle mani dei nostri genitori.
Facemmo un patto, una volta: se non avessimo trovato qualcuno da sposare, saremmo diventati marito e moglie, in modo da poter essere liberi nonostante il vincolo matrimoniale.
In fondo, di tutte le storie che giravano a quel tempo su me e Draco non ne era vera una: non siamo mai stati insieme, non ci siamo mai baciati, non abbiamo neanche mai provato qualcosa di diverso da una sorta di rapporto fraterno.
Strano a dirsi, ma anche i Serpeverde hanno rapporti puri e disinteressati.

Avevamo fatto un patto, comunque.
Ma quando sua madre mi ha chiamato, qualche giorno fa, per firmare il contratto del matrimonio, mi sono sentita morire.
Avevo fatto una promessa, però. Dovevo mantenerla.
L’atmosfera che percepii una volta entrata a Malfoy Manor era completamente diversa da quella che io e Draco avevamo sognato: il nostro matrimonio doveva essere un’ancora di salvezza, un modo per mantenere la nostra autonomia. Uno stratagemma per non finire nelle mani della donna e dell’uomo sbagliati.
Invece era diventata la nostra condanna.
Innamorati di altre persone e costretti a sposarci per salvare le apparenza.
Perché era questo il nostro matrimonio: una toppa per ricucire famiglie ormai perdute, per riconquistare il potere ormai dimenticato.
Un modo per nascondere l’amore dietro l’odio e continuare a vivere da viscidi doppiogiochisti.

«Mi sposo con Draco.», gli sussurrai prima dell’inizio della scuola.
«Quando?», mi disse lui.
«A fine anno.»
«Ed Hermione? Cosa farà Hermione?», chiese, dopo un attimo di silenzio.
«Non lo so…»
I battiti dei nostri cuori erano un rumore assordante, in confronto al silenzio che ci circondava.
«Ed io? Cosa farò io?»
Ancora silenzio. Nemmeno i nostri cuori si sentivano più.


Ora condivido lo stesso dolore della Granger.
Stavo per perdere l’uomo che amo per gli assurdi giochi di potere dei Mangiamorte.
Stavo per rinunciare a tutto, e l’odio avrebbe sconfitto ancora l’amore.

Poi ti ho visto, con il portamento fiero e lo sguardo deciso.
Ti ho visto scherzare con Draco, e per una volta hai guardato anche me senza la solita indifferenza.
Ti ho visto ridere, nonostante Draco mi abbia detto che poco prima piangevi sul treno.
Allora sarò forte anche io, Granger.. Hermione.
Nei tuoi occhi ho letto la risposta che cercavo.

«Ho capito cosa potresti fare.», gli dico, mentre entriamo nel nuovo dormitorio comune.
«Cosa?», risponde lui, girandosi verso di me.
«Aspettarmi, Theo. Solo aspettarmi.»


NOTE:
La canzone di questo capitolo non è molto conosciuta.. è “All’improvviso” dei Cappello a Cilindro : )

Mi sa che devo spendere due paroline per la “mia” Pansy.
In molte fanfic che ho letto, Pansy fa la parte della stronza. Ammetto che anche io la immaginavo così, ma quando, nello scorso capitolo, mi son trovata a scrivere dell’incontro tra lei, Draco e Hermione, è stato spontaneo scrivere che ha ritratto la mano allo sguardo della Grifoncina.
Come spiegare questa cosa?
Bè, con questo capitolo.
In fondo Pansy e Hermione sono un po’ simili. O meglio, si trovano in situazioni parallele, visto la vicinanza dell’una a Malfoy e dell’altra a Harry. Penso sia difficile avere a che fare con due caratterini come i loro : )
Inoltre non so perché, ma per quanto arrogante, altezzosa eccetera eccetera, Pansy l’ho sempre immaginata una ragazza “con le palle”.
Ed una ragazza con le palle non si farebbe certo trattare come un giochino dal primo Draco Malfoy che capita.
Per questo ho immaginato questa sorta di rapporto fraterno: più che amici, ma mai amanti. Un po’ come immagino Harry ed Hermione, ecco.
Bè spero che questa mia versione della cara, fastidiosa Pansy vi piaccia : )
E si, ho deciso il suo teorico amore con Nott in un momento di totale pazzia. Cercherò di farvi apprezzare questa coppia nonostante la sua stranezza : )

Passiamo ora al consiglio del giorno!
Gargoyle - Beneath the Stone di Lhoos.
E’ ambientato, almeno all’inizio, durante la battaglia finale. Hermione si trova, volente o nolente lo vedrete poi, a soccorrere Draco, ma l’intervento di Narcissa darà una sonora svolta ai suoi piani.
Un solo incantesimo, la bacchetta di Narcissa puntata su di lei e poi il vuoto.
Si risveglia poco dopo, o meglio, molto prima: precisamente nel marzo del  1848, nel bel mezzo della Londra magica di quei tempi.
E’ stata Narcissa a mandarla lì?
E Malfoy?
Harry, Ron, la guerrra?
Spaesata e con la bacchetta rotta, con dei vestiti ed una mentalità inadatti a quel secolo, Hermione si troverà di fronte i luoghi in cui ha sempre vissuto, ma si renderà presto conto che tutto è cambiato.
O meglio, tutto deve ancora cambiare.
Il commercio di schiave, ad esempio, è ancora uno dei fenomeni più importanti di quell’epoca, senza le leggi del XX secolo ad ostacolarlo. E se fosse venduta proprio lei come vergine Mezzosangue?
E se a comprarla fosse un altolocato Lord  identico a Malfoy nell’aspetto e nel carattere?
Come ho letto in qualche commento a questa storia, “qui si va ben oltre la semplice fanfiction”: l’ambiente vittoriano, la Londra antica, gli abiti ed i cibi dell’epoca contribuiscono a dare a quest’avventura un che di magico e misterioso, creando un’atmosfera surreale e aristocratica.
Probabilmente ( non solo a mio modesto parere ) una delle Fanfiction migliori qui su Efp : )

Come d’abitudine, ringrazio tutte le persone che hanno inserito la storia tra le seguite, tra le ricordate o tra le preferite :D
In particolare, grazie a
Sephora
nausikaa87
deathnote92
barbarak
Siu_Mpf
SenzaFiato

 mya95
che hanno recensito il 17° capitolo : )

A presto,
SweetTaiga : )

   
 
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