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Autore: Colours_    09/01/2011    6 recensioni
I My Chemical Romance un paio di anni fa dissero che la Parata nera a cui loro avevano dato vita era morta. Ma se ci fosse stata un'altra parata? Un'altra vera parata,campeggiata da anime di dannati che ogni giorno accoglievano e traghettavano le anime dall'altra parte?
Hollow è una ragazza senza una precedente vita ,ma che vuole conoscere il suo passato;insieme al suo amico e Comandante Avarice, ritorna nel mondo dei vivi per adempiere le sue due missione: sapere chi era e bloccare i Corruttori,che cercano di impossessarsi delle anime che vagano sulla terra,per costituire un esercito con cui contrastare la Parata e portare l'aldilà nel eterno caos. Ma quanto questa missione sarebbe ardua se ci fossero di mezzo i sentimenti? Sentimenti per lo stravagante creatore della finta Parata, il cantante Gerard Way,leader dei My Chemical Romance, sempre pronto ad innamorarsi della persona sbagliata?
Genere: Commedia, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gerard Way, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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One
21 gunssssss
 
Mmh Saaaaaaaaaaalve! Come sono andate le vostre vacanze? Speriamo per voi bene :D
Ci sarebbe piaciuto postare prima ma  non ne avevamo voglia(dopotutto ci siamo prese le nostre dovute vacanze) e dovevamo studiare(=_=) o parlare a telefono(in alcuni e non rari casi '-').
In ogni caso speriamo vi siano capitate un sacco di cose belle,al contrario di Dawn che non andrà al concerto. Poor Dawn.
Un avviso questo è il penultimo capitolo. Dopo di questo ci sarà l'ultimo e un epilogo della storia .
Perciò speriamo che questo capitolo vi piaccia,sia all'altezza delle vostre aspettative e,soprattutto,non vi deluda
(E in ogni caso ad Aprile Dawn se ne va a Berlino u_u)
 
p.s.Non mettetevi a fate l'aerobica nei video musicali.
p.s.(2): il titolo proviene dalla canzone This is War dei 30 seconds to Mars
Enjoy it
Dawn&Mary
(le rispose alla fine del capitolo)

We will fight to the death

Il territorio circostante era stranamente afoso e la nebbia era molto più densa di quanto mi ricordassi. Una cosa che mi fece rabbrividire, però, fu la calma innaturale e satura di elettricità che permeava il luogo. Fissai le radure circostanti e feci un  piccolo sorriso. Dopo tutto ero ritornata a casa e, in un certo senso ero contenta.
-Uscite dai corpi e buttateli là, vicino quell’albero.- spiegò Avarice mentre il suo corpo cadeva inerte a terra la sua anima rimaneva in piedi.
Feci lo stesso, ma quando fissai l'involucro che mi aveva permesso una vita sulla terra rimasi spiazzata. Mi morsi il labbro e tirai l'inerte fantoccio fino al buco, sul tronco di una quercia che mi aveva indicato il mio capitano.
-Che fine farà?- domandai guardandolo sparire nella profonda oscurità del buco.
-Verrà bruciato- spiegò Envy al mio fianco -E' usato. E' inutile.-
Mi rammaricai del fatto che a quel corpo ci fossi indissolubilmente legata.
-Ciao Olivia - lo salutai facendo sporgere tristemente il labbro inferiore.
Al mio fianco Envy espresse la sua disapprovazione con un sonoro sbuffo. Lo fissai torva e lui ricambiò con una finta esasperazione.
-Vossignorie!- sentimmo poi chiamare.
Davanti a noi si materializzarono due ragazzi, gemelli, con la divisa nera della Parata e una sfilza di piccole medagliette.
-Pain! Panic!- li salutò Envy, stringendo la mano al secondo, suo pupillo.
-Hey- li salutai io beccandomi l'occhiata torva di Panic, che, come il suo maestro,mostrava una certa ostilità nei miei confronti. Pain mi si avvicinò di soppiatto e mi abbracciò teneramente. Dopo Sin, Pain era una delle persone più eccezionali e fantastiche che avevo mai incontrato. Pupillo di Pride, si era sempre dimostrato gentile, affabile e pieno di orgoglio.
-Dobbiamo incamminarci- fece risoluto Panic -Hanno già convocato un consiglio-
Lo sguardo di Avarice si fece accigliato, ma non disse nulla; si limitò ad incamminarsi verso il rudere più grande della città, il quartier generale della Parata Nera. Mi misi dietro di lui,con la testa rivolta verso il basso, come avevano fatto sia Pain che Panic. In questo mondo dovevo sottostare nel bene e nel male ad Avarice. Sentii Pain canticchiare una canzoncina delle sue. Nella sua vita precedente lui e suo fratello facevano parte di una band. Pain cantava e Panic suonava il basso. Erano diventati abbastanza famosi nei sobborghi di Seattle, ma entrambi conobbero la droga. Il primo a morire fu Panic, morto in un incidente stradale, poi morì Pain. Pain morì di dolore. Si spense lentamente come una candelina di compleanno abbandonata su una torta distrutta. La morte,  però, l'aveva sempre accettata di buon grado per il semplice fatto che gli permetteva di stare con suo fratello. L'affetto che provava verso di lui lo rendeva stranamente immune all'apatia della morte. Anzi, lo rendeva allegro e spensierato come non mai. Con la battuta pronta e un sacco di consigli da darti. Ma quel giorno, quel giorno canticchiava sommessamente una canzone triste, per niente nel suo stile. Lo fissai abbozzando un piccolo sorriso per rincuorarlo e lui mi fissò di rimando, facendo un minuscolo sorrisino sghembo.
 
La città era deserta e i nostri passi riecheggiavano sull'acciottolato come colpi di pallottole. Sospirai vedendo comparire la grande infrastruttura diroccata in cui si stava per riunire il consiglio. Un grande edificio molto simile a quello che avevo visto in un libro. Vaticano,mi pareva si chiamasse. Probabilmente questo ne era una pallida copia,più piccola e distrutta, però. Passammo attraverso le grandi colonne, fino all'enorme muratura circolare dove avevano luogo le riunioni. Io, Pain e Panic ci fermammo a meno di tre metri dalle porte. Quella zona era insignita a noi. Noi dovevamo rimanere fuori e attendere tutti gl'ordini che ci sarebbero stati impartiti con la massima serietà e profondità. Facemmo un inchino a i nostri capi e li vedemmo sparire dietro la porta.
-Hollow- mi sentii chiamare mentre mettevo in posizione eretta il busto.
-Insanity?- le mie parole riecheggiarono fra le imponenti mura.
Sentii un bisbiglio fitto fitto e vidi tre ragazzi uscire dalla penombra..
-Insanity! Deadly! Hysteria!- urlai correndo ad abbracciarli.
-Come state?- chiesi dimenticandomi di cosa fosse successo.
-Bene...- rispose Hysteria tristemente.
-Ma...- mi fissai intorno, alla ricerca di un'altra persona -dov'è Avenger?-
Insanity mi fissò tristemente,indicandomi la grande stanza circolare.
-Ha preso il posto di Wrath- mi spiegò -E' un suo dovere da pupillo-
-Cosa?- chiesi basita.
-Non capisci mai niente tu- intervenne velenoso Panic -Ti devono sempre spiegare tutto-
-Calmati fratello- lo rimbeccò Pain -E' normale che non sappia niente. E' stata scelta da poco-
-Fermi!- dissi mettendo le mani in avanti in segno di farli placare -Spigatemi-
-E' semplice- spiegò Deadly facendo spallucce -Siamo stati designati come loro successori, nel caso in cui morissero-
-Ma...- cercai di ribattere.
-E' per questo che da oggi Avenger verrà chiamato Wrath- continuò Insanity.
Li fissai tutti scioccata, ma non replicai. Non ne avevo avuto il tempo, visto che la porta si era aperta tutta d'un tratto e ne era uscita la bella e longilinea figura di Lust.
-Insanity!- chiamò a se la sua pupilla,che, come un cane obbediente accorse al suo capezzale.
Uno dopo l'altro tutti i capi della parata uscirono fuori e richiamarono a se i propri protetti.
Quando fu il mio turno quasi inciampai nel mio stivale e arrossendo mi chinai verso Avarice. Quest'ultimo mise la mano sulla mia spalla e mi guidò all'interno della grande sala. Mi ritrovai spalle a spalle con i miei altri compagni, che si fissavano terrorizzati. Nessuno si azzardò a fare una domande.
-Pain.- lo chiamò risoluto Pride -Alza la testa e guardami-
Pain svolse automaticamente il compito.
-Anche voi altri- continuò Pride.
Tutti, in sincrono, guardammo negli occhi i nostri capitani.
-Da questo momento- continuò Gluttony -Prenderete ufficialmente il posto come nostri successori. Alla nostra morte...-
-Avrete di diritto questo posto- disse Sloth.
-Nel bene e nel male- continuò Avarice.
Deglutii.
-Consenzienti o non consenzienti- terminò il discorso Envy.
Trattenni il respiro e sgranai gl'occhi facendo segno di dissenso con la testa.
-Siamo in guerra- affondò il dito nella piaga Lust -E' bene che ne siate assolutamente consepevoli-
Annuimmo, provocando un micro sorriso sulla bocca severa di Pride. Era incredibile come lui e il suo pupillo fossero così diversi. Pride era orgoglioso, severo e detestava i disordini e il disordine in generale. Pain era tutto il contrario; gentile, affabile e disordinato fino al limite. L'ordine gli faceva venire la nausea a detta sua. Soffocai una risatina e tornai ad ascoltare ciò che stavano dicendo.
Avarice mi fissava in modo strano, quasi come stesse pensando ad un modo per farmi scappare incolume. Affilai lo sguardo e lo fissai torva.
-Il consiglio è sciolto. Seguite il vostro superiore- concluse Pride rivolgendomi un'occhiata torva.
Lui sapeva sempre se non ascoltavi, se eri distratto. Gli risposi con uno sguardo colpevole che gli provocò uno sbuffo infastidito.
-Ha già tutto e continua a rimanere qui- sentii mormorare da Slot.
-Se ne sarebbe potuta rimanere dall'altra parte- rincarò la dose Gluttony -Con quelli della sua specie.-
Qualcosa all'altezza del petto s'incrinò violentemente, spezzandomi il fiato. Sentii le braccia paterne di Avarice stringermi. La rabbia mi offuscò la vista e cercai di strattonare il braccio di Avarice per andare a tirare un pugno ad uno dei due, ma la stretta si fece più forte ed io ringhiai facendo voltare tutti dalla mia parte. Lust mi fissò accigliata, facendomi un sorrisino sghembo.
-Dite le cose in faccia- sputai velenosa rivolta ai due interessati che si ammutolirono di botto.
Pride ed Envy spalancarono la bocca stupiti, mentre Wrath senza farsi vedere alzava il pollice nella mia direzione.
-Ma come ti permetti?- borbottò Slot.
-Mi permetto eccome!-
Tutti mi fissarono allibiti.
-Andiamo Avarice. Abbiamo una guerra da mandare avanti. Se aspettiamo loro- dissi indicandoli -Moriremo dopo neppure due minuti-
Presi il braccio del mio capitano che confuso mi seguii.
 
 
 
 
-Cosa diamine hai intenzione di fare Gerard!- strillò Mikey puntando i piedi sui cornicioni della porta e tirandomi per la vita insieme a Frank.
-Andare da lei!- spiegai come se fosse una cosa ovvia.
-Gerard!- mi ammonì Frank tirandomi ancora di più.
Ray se ne stava seduto in terra a fissarci scuotendo la testa sconsolato.
-Ray dacci una mano!- gli urlò Mikey mentre cercavo di toglierli le mani dalla mia vita. -Gerard giuro che ti spedisco dallo psicologo a calci!-
-Mmpf- mugugnai cercando di scrollarmeli di dosso.
Ray mi si avvicinò di soppiatto,con le mani dietro la schiena e l'aria da bambino saputello. Si dondolò sui talloni, dandomi letteralmente sui nervi.
-Ray smettila o ti riempio di botte- gli ringhiai contro.
-Ray!- urlò Mikey, che non ce la faceva più.
Ray tossicchiò e si preparò a parlare. Mikey lo stava letteralmente incenerendo con uno sguardo da psicopatico.
-Di grazia, Gerard...- incominciò mettendosi il palmo della mano sotto il mento e fissandomi serio -Cosa faresti appena entrato la dentro?- abbozzò indicando la porta.
-Andrei ad aiutarla- risposi con un'alzata di spalle mentre cercavo di togliere le braccia di Frank dal mio collo.
-E non pensi- continuò imperterrito -che lei non voglia una mano?-
Mikey fece un cenno d'assenso e io gli tirai una gomitata in pieno stomaco.
-Quando si è in guerra, più alleati ci sono più è sicura la tua vittoria- ribattei.
Ray fece un sorrisone. Mikey tolse una mano dal mio bacino per poggiarsela sconsolato sulla faccia, beccandosi un "Hey" da parte di Frank.
-Questo non è vero- spiegò pragmatico -come ci riporta il mito della guerra delle Termopili secondo il quale Re Leonida i...-
-RAY!- urlarono in sincrono Frank e Mikey esasperati.
-Va bene, va bene- acconsentì quest'ultimo -Non fate gli acidoni-
Mikey soffocò un'imprecazione nel mio giubbotto e Ray continuò a parlare.
-Non pensi che probabilmente faresti più confusione di quanta ce n'è già?- mi chiese.
Lo fissai per un minuto buono, in trance, tanto che Mikey e Frank allentarono le prese ed io potei respirare di nuovo.
-Naaah- biascicai cercando di fiondarmi là dentro, ma le strette preparate si fecero ancora più forti. Imprecai, afferrando il nulla che avevo davanti. Ray si mise una mano sulle tempie, molto pensoso. Mi accorsi solo dopo che aveva scaraventato il mio braccio e quello di Mike via da una cornice e, senza troppi indugi, aveva oltrepassato la porta. Mollai di colpo la presa sulla porta, cadendo a terra insieme agl'altri due che ancora mi tenevano saldamente e che non si erano accorti di ciò che avevo fatto.
-Ray...- mugolò Frank spaventato verso il buio della porta.
-Si?- sentimmo la flebile risposta del nostro primo chitarrista e sospirammo.
Dal nulla ne uscì una mano. Corsi ad afferrarla e fui catapultato dentro uno strano strato di nebbia densa,come se l'aria fosse diventata corposa. Ebbi la stessa sensazione di quando poggiavo una mano sulla superficie dell'acqua. Poi ne uscii. Sentii la presa di Mikey e Frank sul mio giubbotto e alla fine anche loro oltrepassarono la nube.
-Oh- fece Frank con uno strano e spaurito tono di voce, che non era assolutamente da lui. -Dove siamo?-
-Nell'aldilà... penso- spiegò Ray corrugando le sopracciglia.
-A me sembra...- incominciò Mikey
-La scenografia di Welcome to the Black Parade- sussurrai.
Rimanemmo tutti in silenzio, fissando l'ambiente circostante e cercando una qualsiasi forma di vita.
Poi ad un tratto sentii il sibilo di una freccia, che si puntò in una zolla vicina al piede di Frank, che naturalmente,si buttò a terra. Mi voltai di scatto, cercando chi fosse il fautore dei quell'attentato alla mia persona.
Un uomo con un lungo mantello nero con il cappuccio sollevato ci fissava da sopra un enorme masso grigio.
-Gerard?- dal suo tono capii che stava per scoppiare a ridere.
-Emh...- corrugai la fronte -Si-
-Oh cielo!-
La figura incappucciata fece un salto che lo porto a meno di dieci centimetri da me. Si tolse il cappuccio e ridacchiò divertito.
-Ti ricordi di me?- mi chiese con un luccichio negl'occhi.
-Shin?- chiese Frank dietro di me.
-Ahahahah... Ciao Frankie- rispose togliendosi in uno svolazzo il lungo mantello mostrandoci la sua divisa. Fece un profondo inchino in segno di rispetto, sempre con il sorriso sul volto ci fissò uno ad uno.
-Lo sapevo che sareste venuti- proclamò battendosi il pugno sulla mano.
-Shin tu che ci fai qui?- domandò Frank.
-Innanzitutto mi chiamo Sin. E sono qui perché mi hanno mandato in ricognizione. Voi perché siete qui?-
-Gerard si è messo in testa che deve aiutare Holly- biascicò irritato mio fratello.
-E Gerard non ha pensato che probabilmente avrebbe creato più scompiglio lui che una guerra?- chiese fissandomi a metà tra il divertito e il serio.
-Io...- tentai di dire, ma lui mi bloccò.
-L'avrei fatto anch'io, tranquillo- mi mise la mano sulla spalla con fare paterno.
Gli sorrisi grato.
-Bene. Ora dobbiamo muoverci però!- fece tutto d'un tratto -Seguitemi.-
Ci mettemmo in fila dietro di lui, che ci marciava davanti. Ad un certo punto lo sentii cantare.
-Do or die, you'll never make me
Because the world will never take my heart
Go and try, you'll never break me
We want it all, we wanna play this part-
Quelle parole non mi rincuoravano affatto.
 
 
 
 
Eravamo schierati. Sentivo la rabbia ribollirmi dentro come veleno. Il mio sguardo era serio, puntato in avanti, verso quelle abominevoli figure. Il mio fedele cavallo respirava pesantemente, anche lui teso. Pride cavalcava dinnanzi a noi come un antico generale, anche se dai suoi movimenti trasparivano i modi di un animale famelico rinchiuso in gabbia. Lo fissai, seria, e lui mi ricambiò annuendo lievemente. I piani erano tutti già stati designati, noi dovevamo solo attenerci alle regole. Certo, avremmo avuto molte perdite, ma eravamo morti. Morire di nuovo non ci interessava. Mi guardai intorno, per memorizzare tutti quei volti che probabilmente non avrei rivisto mai più. Con la coda dell'occhio notai Panic che stringeva saldamente la mano del fratello e lo fissava. Stavo per mettermi a piangere, ma mi trattenni. Poi sentii una fastidiosa sensazione di essere guardata e mi voltai in avanti. Kya mi stava fissando, famelico, leccandosi quelle che sarebbero dovute essere le sue labbra,ma che erano di un colorito grigio insano. Ricambiai lo sguardo ed alzai il medio. E mi sentii soddisfatta di me stessa vedendolo trasalire.
Pride riprese posto fra le file e alzò un braccio. Presi l'arco e la freccia e tesi lentamente la corda, pronta a scoccare la freccia. Tolsi la punta della lingua fuori dalla bocca e me la premetti sul labbro.
3.
2.
1.
Il braccio di Pride si abbassò di colpo e la mia freccia scoccò. Uno stormo di frecce piombò sull'esercito nemico, colpendo gran parte dei Corruttori. Quelli morti cadevano a terra mentre quelli feriti tentavano di rialzarsi per riprendere ad avanzare. Un altro segnale di Pride e fummo pronti a ritirarci dentro la città; dopo pochi minuti tutto lo schieramento iniziale era dietro alle mura, e dall'estremità di quest’ultime si riversò sull’esercito nemico un secondo stormo di frecce. Ne era pronto anche un terzo quando udimmo un suono provenire dalla foresta ai lati delle mura, segno che i fantocci erano arrivati. I Corruttori avevano capito che il suono non proveniva dalla fanteria alleata e si guardarono intorno storditi per cercarne l’origine; così, approfittando della distrazione nemica i fantocci a cavallo sbucarono dagli alberi caricando l’esercito nemico, travolgendolo e disperdendolo.
-Non scagliate le frecce, non ancora, rischiamo di colpire i fantocci!- sentii urlare Pride, con gli occhi fissi sulla battaglia che infuocava nella radura.
Ma i Corruttori erano troppi, circa dieci volte i fantocci, che lentamente venivano sopraffatti.
-Dobbiamo far rientrare i cavalli con i fantocci e riprendere l’attacco! Possiamo cominciare ad accendere i bracieri per incendiare le frecce!- esclamai ad Avarice –Non possiamo accenderli se i nemici scalano le mura, potrebbero usare il fuoco contro di noi!-
-Hai ragione Holly, finchè siamo in tempo dobbiamo tentare il tutto per tutto… aspetta- mi disse lui, lasciandomi per correre da Pride.
I miei occhi lo seguirono finchè non si confuse con gli altri compagni dell’esercito, confusi e spaventati almeno quanto me.
Le mie speranze vacillavano, non ero sicura di quel che sarebbe accaduto e forse non volevo nemmeno saperlo. Loro erano troppi, troppi per noi. Nonostante il nostro arsenale più avanzato la loro superiorità numerica si stava facendo sentire; e io, personalmente non vedevo via d’uscita.
L’urlo di Pride che ordinava l’accensione dei bracieri mi risvegliò dai miei fugaci e disfattisti pensieri. Vidi Avarice ritornare verso di me, ansimante e preoccupato.
-Accendono i bracieri, allora?- chiesi.
-Si- rispose lui –i cavalli sopravvissuti stanno ritornando dietro le mura attraverso le porte secondarie, tieniti pronta, Holly. Mi raccomando.-
Il suo tono di voce mi fece preoccupare ancora di più; feci per rispondere ma appena sillabai la prima parola uno stormo di frecce di fuoco illuminò il cielo, bombardando l’esercito dei Corruttori, che disperatamente cercavano di ripararsi.
-Qui sulle scale non vedo bene cosa succede- mi lamentai, cercando di tendere il collo.
-Holly, non devi vedere bene cosa succede, devi solo essere pronta con la spada nel caso i Corruttori dovessero scalare le mura!- esclamò impaziente Avarice –E spera vivamente che non succeda, altrimenti saremo nei guai. Però è strano…-
-Cosa?-
-Non contrattaccano… perché non contrattaccano? Hanno le balestre, perché non le usano?- si chiese Avarice perplesso.
La risposta arrivò circa due secondi dopo, quando si udì un boato seguito dal rumore assordante di un muro che crolla.
-GIU’!- urlò Avarice.
Mi gettai a terra di fianco a lui quando all’improvviso l’aria si riempì di polvere; tossendo, cercai di rialzarmi per cercare la fonte di quel rumore ma un secondo botto mi fece ritornare a terra, mentre le urla disperate dei miei compagni mi rimbombavano nelle orecchie.
-Avarice! Avarice! Dove sei?- urlai in preda al panico.
-Sono qui, Holly!- rispose lui toccandomi un braccio -Quei maledetti devono avere delle catapulte!-
-Che facciamo adesso? Che facciamo?-
-Resta qui, devo avvisare Pride, dobbiamo attivare i trabocchi altrimenti siamo spacciati.- mi disse lui, lasciandomi da sola al mio posto.
Le catapulte fecero crollare gran parte delle mura interne, uccidendo gli arcieri posti al di sopra di esse; l’aria era irrespirabile a causa della polvere e nella città non si vedeva quasi niente.
La sgradevole sensazione di essere inutile si infilò come un coltello nelle mie viscere. Non riuscendo a guardare i miei compagni morire, decisi di salire tutte le scale per usare il mio arco da sopra le mura esterne.
-Hollow, dove vai? Avarice ci ha raccomandato di restare qui!- mi chiamò un mio compagno che, come me, si trovava sulle scale.
-Edral, io vado a dare una mano sopra, la situazione sta degenerando!- esclamai correndo di sopra.
Gli arcieri continuavano a scoccare frecce una dopo l’altra, cercando di mirare ai portatori delle catapulte, per impedire che venissero azionate. Impugnai il mio arco per aiutarli ma fui distratta da una voce imperiosa alle mie spalle.
-Spostatevi!- ordinò Faint, il capitano del battaglione di arcieri che si trovava lì. –Portano la pece bollente! Non gli piacerà!-
Mi spostai di lato per far passare coloro che portavano il pentolone, che immediatamente fu rovesciato dalle mura, riversando il contenuto bollente di sotto.
-Ora tornate di nuovo alle postazioni! Subito!- urlò Faint –Se le cos…-
Ma si interruppe; i suoi occhi erano ridotti a fessure nel tentativo di identificare quegli oggetti a forma di torre che si avvicinavano lentamente.
Un brivido di terrore mi percosse all’improvviso. Quelle non erano torri… erano scale. Questo voleva dire che, se non fermate in tempo, avrebbero permesso ai nemici di entrare nella città.
Evidentemente anche Faint aveva capito la gravità della situazione, perché urlò –SCALE! Appena sono abbastanza vicine riponete gli archi e sguainate la spada! Avete affrontato battaglie più difficili e pericolose di questa! Coraggio!-
Presi subito posizione, ma all’improvviso si udì un’esplosione. Inconsciamente, invece di abbassarmi al riparo mi voltai, e vidi che le due torri più alte della città erano state colpite dalle catapulte ed erano crollate.
-Capitano Faint!- urlò un soldato –il cancello sta per essere sfondato! E ora che le torri sono state distrutte…-
-Avranno portato un ariete di nascosto in mezzo alla confusione, quei maledetti! Corri giù in città e falli preparare, presto saranno anche qui sulle mura! VAI!-
Il soldato sparì tra la folla. Ma Avarice e i miei compagni di reparto erano giù, e avrei dovuto esserci anche io in quel momento, quindi decisi di ritornare da dove ero venuta.
Scesi le scale, cercando di trovare qualche volto familiare, quando vidi Edral, con la faccia tesa e con la spada in mano, di spalle al muro.
-Edral… - lo chiamai posandogli una mano sulla spalla.
-Hollow… stanno per sfondare il cancello! Tieniti pronta e tira fuori la spada!-
-Edral, tra pochi minuti saranno anche sulle mura!- mugolai estraendo la mia arma.
-Lo so, ho sentito quel soldato che è passato per di qua! Diamine!-
-Dov’è Avarice?- chiesi preoccupata, senza sentirlo.
-Al cancello.-
Ignorando le proteste di Edral, che per l’ennesima volta mi raccomandava mi restare al mio posto, mi precipitai al cancello da Avarice. Se dovevo combattere e morire, volevo farlo al suo fianco. Non impiegai molto a trovarlo; parlava con Pride ed entrambi sembravano tesi quanto Edral, ma tutti e due impugnavano le spade, pronti ad accogliere il nemico.
-Sono qui!- dissi avvicinandomi a loro –ho sentito…-
-Holly!- sbottò Avarice –Dov’eri? Qui stanno per entrare, è questione di secondi!-
-Lo so, ho sentito! E..-
BUM!
Un solo colpo, preciso, secco e potente e il cancello era giù. I Corruttori si riversarono nella città come delle furie; ed io, Avarice, Pride e gli altri miei compagni gli andammo contro con altrettanto fervore.
Erano quasi il triplo di noi, ma fummo abili da non farci prendere dal panico e, di conseguenza, farci sopraffare.
Subito due Corruttori si avventarono su di me; li inflizai con la spada, uccidendoli, e cercai di andare a ad aiutare Avarice; alle prese con quattro di loro.
-Holly dietro di te!- urlò lui vedendomi arrivare.
Senza riflettere mi piegai sulle ginocchia e mi voltai di scatto, colpendo il Corruttore in pieno stomaco; quello emise un gemito sommesso e si accasciò a terra. Sorrisi soddisfatta di me stessa e, rincarata la dose, mi ributtai nella mischia di corpi. Sentivo il clangore delle spade e i colpi che fendevano l'aria. Fui sopraffatta da un'ondata di adrenalina che non mi permetteva di pensare, di ragionare. Ero diventata una macchina letale, una bomba sganciata in quella matassa aggrovigliata di corpi sanguinanti e sudati. Una spada nemica fendette l'aria a meno di due centimetri della mia testa. Fu automatico. Mi abbassai di scatto e con una spinta delle ginocchia affondai la spada nello stomaco del Corruttore, ancora.
-Ritirata!- sentii urlare nella bolgia.
Disarcionai l'ultimo nemico e corsi verso le imponenti porte di ferro e piombo che davano l'ingresso alla cittadella.
Qualcuno mi afferrò lo stivale e mi voltai di scatto, pronto a giustiziarlo.
-No...- sussurrò quello che riconobbi come Edral, esanime e senza forze.
-Andiamo!- lo istigai presa da panico e cercando di trascinarlo dentro le porte.
Ci rinunciai. Mi abbassai e feci passare il suo braccio sulle mie spalle, non calcolando il fattore peso. Arrancavo con sopra il peso morto di Edral. Mi sentivo un topolino impazzito rinchiuso in una gabbia troppo piccola.
-Edral... ti prego!- sussurrai a denti stretti madida di sudore.
Sentivo i Corruttori alle mie spalle, ma dovevo resistere. Feci più salda la presa ed iniziai a correre. Le porte si stavano per chiudere. Eravamo gl'ultimi.
-Hollow!- sentii gridare.
Non alzai lo sguardo, imperterrita continuavo a trascinare il corpo esanime del mio compagno. Poi accadde. Una lama uscì fuori dal suo torace e io mi staccai di colpo dal suo corpo.
-Piccolo insignificante scarafaggio.- sussurrò il Corruttore togliendo fuori la lama insanguinata dal petto di Edral.
Mi fissò ed io sguainai la spada, che con un fendente ben'assortito volò via dalle mie mani.
-Guarda qua- disse puntando la spada sulla mia gola -La piccola guastafeste-
Mi sorrise tetro, poi un lampo e un dolore accecante al braccio. Mi misi a correre, sgusciando dentro la porta socchiusa e caddi in terra.
-Holly! Holly!- riconobbi la voce preoccupata di Pain.
Due mani mi afferrarono e mi aiutarono ad alzarmi. Notai con un certo disappunto il taglio sul mio braccio e borbottai qualcosa di incomprensibile.
-Andiamo in infermeria- fece Pain prendendomi in braccio.
-Mmh- mi abbandonai sulla sua spalla.
Chiusi gl'occhi, ma il torace di Edral trafitto da una spada si ripropose con violenza sotto le mie palpebre. Raprii di scatto gl'occhi ed ansimai.
-Hollow ti sent...- tentò di dirmi il mio amico ma fu interrotto da una voce tonante che rimbombava fra le mura.
-Piccoli sudici parassiti!- sentimmo urlare dall'altra parte del muro.-Rinchiudetevi pure nelle vostre grandi tane. Perirete tutti. Dal primo all'ultimo. E sarà una goduria dormire sopra le vostre ceneri.-
Rabrividii presa dal panico.
 
-Sin!- ululò Panic.
Eravamo arrivati nell'infermeria, sulla parte altra della città. Vidi i miei compagni esanimi, quasi morti stesi sopra i lettini, sotto la sapiente cura delle donne e di chi non aveva preso parte alla battaglia. Un po' mi dava fastidio essere trattata al pari di quei poveretti; dopotutto la mia era una ferita superficiale. Una benda sarebbe bastata.
-Qui c'è un letto libero!- sentimmo urlare.
Pain si mise in moto.
-Senti...- mormorai a testa bassa, vergognandomi -Ma è proprio necessario portarmi in braccio?-
-Sei una reduce di guerra!- fece lui ironico.
-TU!- sentii poi strillare-Cosa diamine ti è successo?-
Sin mi fissava con gl'occhi fuori dalle orbite.
-Niente di che... un taglietto- gli spiegai alzando le spalle.
-Un taglietto?- ululò di rabbia -Sembra più un'accettata mal riuscita al braccio-
Pain, ridendo, mi poggiò sul lettino, in balia di quel pazzo di Sin, imboscatosi da qualche parte per cercare tutto il necessario.
-Mi sembra mia madre. Anche lei dava di matto per un non nulla- sussurrò il mio amico scuotendo la testa -A te fa molto male?- chiese fissandomi.
-Naah... Sono ancora calda e su di giri per l'adrenalina. Non mi fa male- gli risposi pacata, tastando la ferita con un dito.
-Sei stata molto valorosa- si complimentò.
-Mi dispiace solo non averlo potuto salvare- sussurrai tristemente.
Lui fece uno sguardo compassionevole e mi baciò la fronte.
-Riprenditi presto- mi sussurrò prima di andarsene.
-Contaci- dissi alzandomi in piedi e andando ad assistere qualcuno che stava peggio di me.
Vagabondai fa i lettini con la mano sulla ferita. Stava iniziando a prudermi e a pizzicarmi, ma digrignai i denti e m'incamminai nel corridoio, in cerca di pace.
-Quanta gente!- disse una voce terribilmente familiare.
Rabbrividii. Non era possibile, non mi avevano seguito, questo andava oltre la mia immaginazione. Impaurita, mi avvicinai al punto da dove era arrivata la voce, e alla vista dell’inconfondibile chioma rosso fuoco, le mie viscere si contrassero.-
-GERARD!-
-Holly!- si alzò si scatto e mi abbraccio -Sei viva!-
-Cosa ci fai qui?- urlai velenosa e arrabbiata –Vattene subito, ORA! -
-No! Non ti lascio da sola!- ribatté in tono di sfida.
-Gerard, testa vuota, idiota!- ringhiai –Non capisci un bel…-
-Holly!-
Sentii le braccia di Frank avvolgermi e lanciai un grido strozzato.
-Il braccio, porca paletta. Il braccio!-
Frank si stacco di scatto guardando inorridito la mia ferita.
-Ma tu...- tentò di dire lui, ma lo bloccai.
-Non è un gioco- li fissai entrambi seria -Qui la gente muore...-
-E loro stanno dando una mano- aggiunse Sin alle mie spalle -Spero che tu non abbia voglia di cacciarli, visto l'utilità che hanno qua-
Lo fissai basita. Sentivo la rabbia prendermi in tutto il corpo.
-Sono umani- strillai indicandoli. –Umani, Sin! Mortali!-
-Anche tu! Eppure sei qua!- mi strillò di rimando lui
Socchiusi le palpebre per lanciarli un'occhiata torva.
-Co… cosa?- mormorò Gerard al mio fianco.
-E' viva.- sentenziò Sin.

 

Risposte alle vostre amabili recensioni
Regina_loves_dante: Oh cara! E' sempre un piacere leggere le tue recensioni :D Speriamo che anche questo capitolo ti piaccia, eh si, siamo definitivamentearrivati al capolinea. ancora una fermata e la storia può dichiararsi conclusa :D
See ya
Dorothy_: Non c'è il lenzuolone *si disperano*. Siamo contente di averti resa contenta,comunque. Eh sì... è stata un po' una pecca far credere da subito la storia a Gerard,ma non avevamo il tempo di metterci a parlare di quello. Chiediamo,quindi, venia ç__ç. Mikey è <3. (Dawn ama Mikey alla follia perchè si rivede in lui xDDDD)
See yaa
Mony_spacegirl:  Ma sul serio è stato straziante? Sarà che noi due siamo delle apaticone,ma... non l'abbiamo trovato per niente straziante o.o Oddio... Gerard ci è parso normalissimo .-.
Ci stai facendo sentire più apatiche di quello che siamo Mony
See ya
p.s. non ci siamo dimenticate del tuo premio fedeltà.
Lady Numb:Gerard è un bamboccione che crede sempre a tutto u_u E Hollow è sempre stata una tutta d'un pezzo .
Ci dispiace averti fatto aspettare così tanto  per questo capitolo,ma, l'attesa aumenta il desiderio,no?
See ya
E un grande grazie a chi legge :D

 

  
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