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Autore: Eragon1001    09/01/2011    1 recensioni
Come da titolo, l'enorme Big Damn Table interamente dedicata alla coppia Ichigo Kurosaki/Kuchiki Rukia. 100 fanfiction per 100 sfumature diverse che colorano ed impreziosiscono il personalissimo rapporto tra Ichigo e Rukia.
Vi auguro una buona lettura! ^^
[Postato un nuovo capitolo: prompt 084. Lui. Prima dell'esecuzione di Rukia, il punto di vista di Ichigo]
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Kuchiki Rukia, Kurosaki Ichigo
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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084. Lui.
Prima dell’esecuzione. Il cavaliere con l’armatura non così splendente.


 

Era l’ultima notte.

Ichigo reclinò la testa all’indietro, poggiandola sulla parete di roccia. Era seduto all’entrata della caverna che conduceva alla sala d’allenamento. Fuori spirava una brezza piacevole e fresca che gli solleticava il volto provato. Mancava così poco all’esecuzione di Rukia, il solo pensarci causava scariche d’adrenalina che gli impedivano di dormire. Non aveva ancora raggiunto il bankai, ed era arrabbiato con se stesso per la propria lentezza. Afferrò una manciata di terra con un mano e la scagliò in aria. Non che avesse dubbi sul risultato: sapeva che sarebbe riuscito nel suo intento, avesse dovuto sopportare mille altre sconfitte contro il vecchio e mille altri lividi sul corpo, ma era frustrante lo stesso.
Sospirò, tentando inutilmente di calmarsi. Gettò un’occhiata all’intero della caverna, sul cui fondo giaceva il futon di Yoruichi. Se la donna l’avesse scoperto alzato, l’avrebbe dannato per aver perso il riposo. Secondo lei, al duro lavoro dovevano subentrare ampie sessioni di sonno profondo, quando se ne aveva la possibilità. Era utile per recuperare le forze e migliorare l’umore.
Stupido gatto.
Riportò la propria attenzione al paesaggio esterno. La seiretei dormiente si dispiegava sotto il suo sguardo, placida ed apparentemente innocua. La luna piena illuminava i tetti spioventi delle divisioni, individuava ombre nei vicoli, pervadeva l’atmosfera d’argento e bianco.
Bianco.
Quella parola scatenò un flusso d’emozioni sanguigne. Alzò di scatto lo sguardo.
La torre in cui era rinchiusa Rukia si ergeva, inespugnabile e beffarda, oltre i profili bassi delle case. Appariva enorme persino da lontano, nella comoda distanza da cui Ichigo la fissava con occhi di fuoco. Pensare che Rukia si trovasse lì adesso, sola, abbattuta dal peso di colpe che non dovevano essere considerate tali, marchiata a fuoco come una criminale da esseri che non la conoscevano, non sapevano chi fosse e non potevano capire come e quanto avesse illuminato la vita di un giovane senza madre, lo facevano infuriare al limite della razionalità. Il ragazzo si rizzò in piedi.
La mente esortava il cuore a battere velocemente, a pompare con più forza per sostenere la determinazione del proprio proprietario. Ichigo desiderò di poter continuare ad allenarsi anche in quel momento. Migliorarsi fino a raggiungere la vetta e affrontare chiunque ostacolasse la sua strada. In particolare, Byakuya doveva sentire lo stridio di Zangetsu risuonargli nelle orecchie e stordirlo. Doveva avvertire il clangore del metallo affilato avvicinarsi, rabbrividire mentre la lama gli rinfacciava tutti i suoi sbagli.
Ichigo digrignò i denti, stringendo le mani a pugno. Percepiva l’ira furiosa montare in lui come un’onda anomala.
“Basta così”. L’ordine di Yoruichi fu perentorio. La donna lo fissava con un’espressione severa, gli occhi felini che lo trapassavano da parte a parte. Si avvicinò e gli posò una mano scura sulla spalla. Infuse con un tocco la sua volontà d’acciaio, e bastò. Ichigo sentì la rabbia sbollire in una nuvola di fumo, come se non fosse una sua emozione, ma una cappa nera che qualcuno gli avesse gettato sul capo. Senza saperlo, le iridi nere sbiadirono e tornarono bianche.
Ebbe l’improvviso impulso di ringraziare la sua sensei, ma non sapeva bene per cosa.
Yoruichi lo fissò ancora per qualche secondo con assoluta serietà, poi aprì il volto in un ghigno:
“Vedi a cosa porta la mancanza di sonno, bambino? Torna a dormire, ora”. Aggiunse con un cenno del capo. Cominciò a camminare verso l’interno della caverna e, senza guardarlo, dichiarò con voce annoiata:
“Non perderti poco prima della meta. Se sei determinato a salvarla, ce la farai sicuramente”.
Non c’era bisogno di rispondere nulla.
Ichigo inspirò a pieni polmoni l’aria pura della notte. Mentre rientrava, un pensiero lo tenne saldo.
Sto arrivando, Rukia.

La torre ancora si stagliava, dritta e splendente, contro il manto stellato.




Yatta!
Ollallero ollalà, sono viva. Ci sarà anche un parallelo a questa fic, con il punto di vista di Rukia prima dell'esecuzione. La prima frase e l'ultima frase, prontamente distanziate dal resto del testo, sono cornice ideale del momento e saranno gli stessi anche sull'altra shot.
Titolo: cavalier in shining armor, cavaliere in armatura splendente, è l'eroe, colui che va a salvare la povera eroina. In questo caso però, l'armatura non è tanto splendente per via dell'influenza dell' hollow di ichigo (spero sia sia capito che il nostro protagonista non stesse passando un momento esattamente fulgido  -.-) e perchè ichigo non è il solito eroe  e rukia non è la solita eroina che chiede aiuto.
 

   
 
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