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Autore: Malitia    09/01/2011    1 recensioni
Introduzione modificata. E' vietato l'uso del tag b se non in casi particolari, come per segnalare vittore (primo posto) in concorsi.
Rinoa81, assistente amministratrice.

La vita di Marguerite cambia quando, indotta dalla sorella, accetta all'età di 15 anni di diventare la moglie di un uomo maturo e senza scrupoli. Trasformata in una creatura rancorosa e furente, si trasferisce a Parigi tre anni dopo aver contratto il suo sfortunato matrimonio, e qui incontra per la prima volta l'amore. Ma potrà sfuggire dalle grinfie del marito?
Dall'ultimo capitolo:
Marguerite socchiuse gli occhi, confidando che il buio non rivelasse quell’attimo di debolezza. - Dei, santi, angeli, Madonne, papati…cosa ci danno? Ore di preghiere, false speranza, fiducie mal riposte. Bianco e nero, male e bene, inferno e paradiso, dov’è la giustizia? Un dio che permette le guerre, che chiude gli occhi davanti ad omicidi, truci dazioni, sangue, stupri! Un diavolo tentatore che diffonde i male, che si bea del dolore, che agisce impunito. L’unico modo per sopravvivere è cedere all’odio, corrompersi e dimenticare la coscienza, ma al prezzo della propria anima. Chi, in questo mondo, si mantiene ancora puro? Chi merita il paradiso? Bambine vendute a ricchi mercenari senza scrupoli, società ipocrite, sporche e sanguinarie! Bugia, non v’è altro che bugia in questo e quell’altro mondo, niente in cui credere, niente per cui valga la pena lottare. Il lercio contamina il puro, la notte eclissa il sole. Nè bene, né male, una sola unica creatura. Né inferno, né paradiso, soltanto questa terra meschina, e null’altra certezza se non quella della morte-. Marguerite continuò a tendere gli occhi chiusi, il battito incessante del proprio cuore che le assordava i timpani. Sentì che Lemaire si stava avvicinando e li riaprì controvoglia. Era a pochi centimetri da lei, evidentemente scosso. La sua fredda impassibilità si era sgretolata. - Niente per cui valga la pena di lottare, Madame? E l’amore?-.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il risveglio la colse lentamente, ridestando i suoi sensi uno ad uno.
Sentì la morbidezza di un sofà sotto di sé e delle presenze che si aggiravano intorno a lei e bisbigliavano.
- Come sta la bambina?- diceva la voce di Adrien.
- Ha la febbre alta, ma è stabile- rispose il tono sommesso di Louise.
Poi passi, il rumore di una porta che si chiude, di nuovo la sensazione di qualcuno accanto a sé.
Marguerite si decise ad aprire gli occhi, ma il gesto le sembrò più difficile del previsto. La luce che filtrava attraverso le ciglia era calda e viva. Si rese conto che doveva provenire da un camino.
Dunque era sera.
Lentamente, sollevò entrambe le palpebre e notò per prima cosa il soffitto meravigliosamente dipinto. Ampliando la visuale riuscì ad identificare un uomo di spalle, rivoltò alla finestra.
Adrien.
Quasi avesse sentito gli occhi di lei che lo accarezzavano, il ragazzo si voltò.
Marguerite avrebbe voluto spiarne per sempre i contorni, le spalle forti, le gambe fisse per terra, la nuca invisibile sotto i capelli e il…
Ma lui si voltò, e la sua espressione grave le ricordò improvvisamente per quale motivo si trovasse lì.
Strabuzzò gli occhi e cercò di parlare, ma al terzo tentativo la voce le uscì strozzata.
-Dov’è Charlotte? Come sta?-.
Adrien superò la distanza che li separava con pochi passi e si sedette sul divano in cui era distesa. Averlo così vicino le trasmise simultaneamente mille piccole sensazioni… un leggero formicolio sottopelle, un battito mancato del cuore, un calore sospetto al ventre. Gli occhi penetranti di Adrien le scivolarono delicatamente dentro, stabilendo un contatto molto più intimo di quanto fosse loro concesso. Nonostante la gravità della situazione, le sue labbra carnose la fecero arrossire. Il ricordo del loro bacio tornò a tormentarla, e il desiderio di riceverne un altro le guizzò per un attimo nella mente.
- Ha avuto un attacco d’asma a cui è seguita un’insolita febbre… abbastanza alta. Per ora è in una delle nostre stanze, le mie sorella e mia zia la vegliano continuamente, il medico si tiene sempre nei paraggi-.
Marguerite si alzò di scatto, imponendosi di dare un taglio a quegli ignobili impulsi.
- Indicatemi la strada- ordinò, forse un po’ troppo perentoriamente.
Adrien però non vi badò e si alzò dal divano, invitandola a seguirlo.
La ragazza non perse tempo.
I lunghi corridoi di Villa Helene passavano inosservati sotto il suo passo svelto.
Mille pensieri confusi le frustavano la mente e le provocavano una nausea quasi intollerabile. Il senso di colpa stava scavando la sua anima e la sua coscienza in maniera irreversibile, facendo riaffiorare i ricordi legati alla bambina e agli occhi con cui l’aveva implorata Georgette quando le aveva “consigliato” di darla in affidamento a lei.
Ma no, è stato per il bene di Charlotte… sarebbe morta di fame…
Eppure questa scusa all’improvviso non funzionava più, non la convinceva, non la rassicurava. L’ennesimo sentimento di impotenza che la costernava da tutta la vita, da quando l’azienda si famiglia era andata male e i genitori erano morti a quando era stata costretta a trasferirsi a Bordeaux, a quando aveva accettato la proposta di matrimonio di Hugo bussò ancora al suo cuore rigato di crepe. Marguerite non poteva fare niente, mai. Non poteva decidere se e quando andare a letto con il marito, non poteva essere libera di leggere un libro, non poteva vivere un’altra storia d’amore. Qualcun altro decideva la sua vita, qualcun altro disponeva i parametri in cui doveva vivere. Prima era stata Georgette, poi Hugo. Prendere troppo sole era pericoloso per la sua pelle così delicata, mettere troppo zucchero nel tè l’avrebbe fatta ingrassare, utilizzare il belletto era terribilmente volgare.
La prima decisione presa di sua iniziativa, quella di portare con sé Charlotte, aveva causato tale tragedia. Cosa sarebbe successo alla bambina? E se fosse morta? Cosa avrebbe detto a sua sorella? Avrebbe finalmente contraccambiato il suo odio e non si sarebbero più parlate?
In una frazione di secondo Marguerite realizzò che Georgette e Charlotte erano gli unici pezzi della famiglia che le fossero rimasti. Non aveva legami di sangue con nessun altro. Non aveva radici.
La pesantezza della sua solitudine le si palesò in maniera molto più atroce di quando l’avesse mai considerata. E le solite domande su cosa fosse accaduto se… se non avesse accettato di sposarlo… se non fosse caduta in rovina… se, direttamente non fosse mai esistita.
Sì, se non fosse mai nata non avrebbe mai sofferto.
La lucidità di quella considerazione le fece venire un groppo in gola. Niente Marguerite, niente dolore. Niente violenze, niente lacrime, niente disperazione.
Per un attimo considerò quanto sarebbe stato bello somigliare ad una leggera ed impalpabile bolla di sapone… un qualcosa senza pensieri, senza tormenti, inconsapevole di esistere, di nascere, di volteggiare, di scoppiare.
Scoppiare.
La prospettiva le sembrava incredibilmente affascinante.
  
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