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Autore: Tairi Soraryu    09/01/2011    0 recensioni
Il Natale è per i sogni, e i sognatori. Squall ha smesso di credere nella sua magia anni fa. Quando un disastro minaccia Esthar, può Squall scendere a patti con i suoi demoni interiori per proteggere questa sacra festività?
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Rinoa Heartilly, Squall Leonheart
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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A PROMISE FOR CHRISTMAS
scritto da Tairi Soraryu, tradotto da Alessia Heartilly
Capitolo Uno

Il Natale fa impazzire la gente. L'amore fa in modo che le persone si rendano completamente ridicole, ma la stagione natalizia fa perdere totalmente il controllo della ragione alla gente. Un po' di luci intermittenti sui tetti, una maratona di spot commerciali in TV che promuovono qualsiasi oggetto inutile e fuori luogo e oltraggiosamente costoso, quelle canzoncine ripetitive e spupidamente orecchiabili che si sentono ovunque, e si può dare il bacio d'addio alla normalità e al comportamento razionale.

È l'unica spiegazione possibile per il mio comportamento. Ci sono rapporti da finire, segnalazioni disciplinari da rivedere, richieste di missioni da approvare o rifiutare, e infinite richieste di arruolamento SeeD da leggere, ma invece di fare una qualsiasi di quelle cose sono qui seduto ad aspettare la mia ragazza per andare a fare shopping.

... Shopping di Natale.

Quest'anno Rinoa ha deciso che avremmo comprato insieme i regali per i nostri amici - ossia, compreremo loro i regali come 'coppia', invece che ciascuno dei due individualmente. Quando dico 'deciso', intendo che mi ha tipo chiesto se pensavo che fossimo andati avanti abbastanza nella nostra relazione da essere in grado di fare questo passo di convidere l'acquisto e la consegna dei regali. Rinoa è dolce, ma non è così astuta, a prescindere da ciò che pensa; ma è qualcosa che penso di tenere per me.

Davvero, non mi importa come facciamo i regali di Natale. Io li compro per i miei amici solo perché se li aspettano, e perché sarebbe poco educato non farlo. Inoltre, l'anno scorso Rinoa ha fatto scrivere a ognuno di loro cosa volevano da me. Tutto quello che dovevo fare era uscire e comprarli e impacchettarli, quindi non è stato un gran disturbo. Ci scambiamo sempre i regali il pomeriggio di Natale; siamo cresciuti in un orfanotrofio, dopotutto, quindi nessuno di noi ha una 'famiglia' vera con cui preferirebbe trascorrere la giornata. Tranne Zell; la passa con sua madre e suo padre, ma tutti tornano al Garden di Balamb per quella che penso si potrebbe chiamare la nostra 'tradizionale' festa di Natale.

Alcuni anni fa, Selphie è tornata a Trabia, e Irvine è andato con lei, ma tornano alcuni giorni prima di Natale e rimangono fino a dopo Capodanno. Come Selphie riesca a prendersi così tanto tempo dal lavoro non lo so, ma so che Rinoa non vede davvero l'ora di rivederli. Gli amici sono davvero importanti per Rinoa.

Le tradizioni non sono male, suppongo, tutto sommato. È abbastanza carino avere qualcosa da aspettare con impazienza, una volta l'anno o giù di lì, quando ci ritroviamo tutti insieme, solo noi sei - e Angelo, ovviamente, con un nuovo osso da mordicchiare, tutto agghindato con un fiocco rosso, che si rovinerà presto, legato nel mezzo - a parlare dei vecchi tempi. Non abbiamo molti 'vecchi tempi' di cui parlare - non ci sono molte cose che abbiamo condiviso quando eravamo più piccoli, e a dire il vero ci sono ancora meno cose che ricordiamo, e in ogni caso Rinoa non era con noi fino a cinque anni fa. Quindi parliamo molto dei tempi più recenti. Ed è più che 'abbastanza' carino il fatto che stiamo creando così tanti ricordi insieme.

Non che lo ammetterei mai ad alta voce, ma mi piace. Ho ancora paura di affezionarmi troppo, di diventare troppo dipendente e perderli tutti alla fine. Ma a volte, ci sono cose più forti persino della paura.

*~*~*~*~*

Rinoa bussò alla porta di Squall, spostando il peso delle pesanti borse che portava sulle spalle. Se avesse fatto una visita improvvisata a Squall, senza farsi annunciare, avrebbe dovuto posare le borse a terra mentre aspettava che lui aprisse la porta. Squall aveva la tendenza ad immergersi così profondamente nel lavoro quando non aspettava nessuno che non sempre rispondeva al campanello - non sentiva nemmeno il campanello o il bussare insistente - per tre, quattro volte. Ma dato che avevano deciso che lei andasse alla sua stanza, Squall l'avrebbe fatta entrare quasi prima che lei finisse di premere il campanello.

Infatti, la porta si aprì mentre Rinoa stava togliendo la mano dal campanello, e alzò gli occhi per incontrare quelli di Squall, piegando la testa per sorridergli. "Ciao!" lo salutò allegramente. "Pronto ad andare?"

"Quanto pensi che resteremo là?" Squall non ricambiò il saluto, ma si allungò comunque per prendere la più grande e più pesante delle due borse che Rinoa portava, sollevandola con facilità per darle sollievo dal fardello. Rientrò nel piccolo salotto del suo appartamento, supponendo, ovviamente, che Rinoa lo avrebbe seguito e avrebbe chiuso la porta dietro di sé. "Quanta roba ti porti?"

Nonostante il tono canzonatorio delle sue parole, che sarebbe stato completamente offensivo e cattivo, c'era qualcosa che era così Squall in quei commenti che Rinoa non riusciva a sentirsi offesa. Inoltre, quando gettò la borsa sul piccolo divano e si voltò per prenderla tra le braccia, prima che lei potesse pensare a una replica particolarmente tagliente - o almeno una risposta plausibile che spiegasse il suo bisogno di mettere troppa roba in valigia - e le sfiorò la bocca con la propria, non pensò che fosse appropriato protestare.

"Buongiorno, Rinoa," rispose infine Squall ritraendosi e sorridendole lievemente. Rinoa non riuscì a pensare a nulla di degno da dire in risposta, e dovette sbattere le palpebre per mettere nuovamente a fuoco il suo viso, notando, mentre lo faceva, il contenuto pigro dei suoi profondi occhi color zaffiro mentre le sue mani le scivolavano leggermente sui fianchi in una carezza casuale. "Lasciami prendere la giacca."

Rinoa dovette sedersi sul divano accanto alla sua borsa; aveva le ginocchia ancora un po' tremanti per la reazione al calore del saluto di Squall. Le toglieva ancora il respiro, a volte, l'apertura e la completa vulnerabilità che lui si permetteva di mostrarle quando erano soli. Non era ancora arrivato al punto in cui le sfacciate dimostrazioni di affetto in pubblico non lo imbarazzavano più - le evitava ancora ogni volta che era possibile, e quando era inevitabile si districava sempre il più velocemente possibile - ma era, dopo tutto, semplicemente Squall. E a Rinoa non interessava così tanto, perché una volta che le porte erano chiuse, Squall era di sicuro non timido nel mostrare le sue emozioni.

Lui tornò dalla stanza da letto al salotto, indossando un cappotto nero piuttosto lungo sulla maglietta grigio-blu e i pantaloni neri, con una borsa di misura media in mano. Lo sguardo che Squall lanciò alle due borse pienissime e all'unica borsa da shopping grande e bitorzoluta che Rinoa aveva con sé diceva tutto, e lei arrossì e cercò di spiegare il bisogno di tutto quello che stava portando.

"Beh, io ho molte più cose di te, sai, minimalista. Non posso sopravvivere con lo stesso paio di pantaloni per giorni di fila senza cambiarmi, e tu non hai bisogno di portarti il phon e il trucco e tutte quelle cose. Almeno, spero che non sia così." Rinoa gettò uno sguardo provocatore a Squall mentre si alzava per prendere le sue borse. "E i pacchetti in quella borsa non sono per me, sono regali per i miei amici e altre cose. Dato che staremo a Galbadia, ho pensato che forse potremmo fare una corsa a Timber un giorno, così potrei vedere Zone e Watts e tutti..."

La sua voce si affievolì, mentre si rendeva conto che avrebbe prima dovuto chiedergli se per lui andava bene. Era solo per lei che Squall stava andando a Deling City a passare alcuni giorni delle vacanze con suo padre. C'erano momenti in cui Rinoa si sentiva ancora in colpa per il prendersi così tanto tempo di Squall, tempo che avrebbe potuto essere passato - non riusciva proprio a pensare che sarebbe stato tempo speso 'meglio' - sui molti e diversi bisogni amministrativi del garden. Sapeva che Squall, essendo Squall, non avrebbe mai esitato a dirle se era una scocciatura o se stava interferendo con la sua capacità di lavorare, ma Rinoa sapeva anche che occuparsi della loro relazione risucchiava gran parte del suo tempo e delle sue energie.

Era una vera testimonianza di quanto la loro relazione contasse per lui che Squall investisse diligentemente in essa così tanto, dedicandosi a passare del tempo con lei con lo stesso livello di intensità che riservava a tutti gli altri compiti che doveva affrontare. Significava così tanto per Rinoa sapere che Squall non aveva mai pensato alla loro relazione come a una forma qualsiasi di obbligo, che la condivideva con lei così volentieri. Le piccole cose, le grandi cose... ciascuna era importante per lui, e quindi era ancora più prezioso per Rinoa che lui le affidasse i suoi ricordi, per pochi e rari che fossero; le sue speranze e i suoi sogni, le sue paure.

"Vuoi fare una corsa a Timber?" Squall sollevò un sopracciglio, sardonico, e Rinoa si stava già allungando per dargli un colpetto alla spalla in risposta alle sue successive parole. "Tu puoi fare una corsa da Deling City a Timber; io prenderò il treno. Hey." Mantenne l'equilibrio quando lei lo spinse - nulla di sorprendente: era di Squall, dalla grazia felina e dai riflessi inumani, che stava parlando - e si abbassò per gettarsi la più grande delle borse di Rinoa sulla spalla, prendendo poi la borsa dei regali e avviandosi alla porta. "Dai, o perderemo la nave."

"Aspetta!" Rinoa rideva protestando mentre si affrettava a raggiungere Squall, mentre lui si comportava come se volesse lasciarla lì. Si fermò alla porta, una mano sulla maniglia, e si voltò ad aspettare che lei si mettesse sulla spalla l'altra borsa e corresse da lui. "Mi lasceresti qui e basta, vero?"

L'espressione di Squall era troppo innocente quando incontrò gentilmente il suo sguardo. "Certo. È quello che sogno di più la notte." Rinoa lo raggiunse alla porta, e Squall riuscì a circondarle la vita con le braccia senza alcun disagio dovuto alle borse che portava, tirandola in avanti per toccare il suo corpo con il proprio. Le sue labbra si curvarono all'insù mentre abbassava la bocca su quella di lei per un altro bacio lento prima di aprire la porta. "Non ti lascerei mai indietro, Rinoa. Cosa farei senza di te?"

Non c'era nulla che Rinoa potesse pensare di dire in risposta a questo, e rimase in silenzio nel tragitto in auto verso Balamb; l'unico suono nel veicolo di proprietà del Garden era il basso mormorio della radio in sottofondo. Era ancora silenziosa quando Squall parcheggiò nell'area pubblica vicino al molo, scaricò le borse e gettò le chiavi al SeeD di livello più basso che aspettava e che avrebbe riportato la macchina al Garden. E fu silenziosa anche quando salirono sulla nave che li avrebbe portati oltremare, a Dollet, dove avrebbero preso il treno per l'ultimo tratto del loro viaggio, arrivando a Deling City dopo mezzogiorno.

Era tanto meglio che Squall non fosse il più loquace dei compagni, perché Rinoa non era sicura di come dovesse reagire alla sua frase. Certo, la risposta logica sarebbe stata andare avanti, ma Rinoa non poteva evitare di rimuginarci, ripensando ancora e ancora a quelle parole. Squall scherzava così di rado, ancora più raramente scherzava su di loro - sulla loro relazione, sui suoi sentimenti per lei - e Rinoa non era mai del tutto sicura di cosa lui volesse che lei facesse o dicesse in risposta.

Dovevano aspettare un'ora a Dollet, ma non ci fu per loro l'opportunità di godersi la città. Rinoa non voleva dover trascinare in giro tutte le sue borse, persino con l'offerta di Squall di portarle per lei, e Squall era di natura scettico sull'affidabilità degli armadietti messi a disposizione per il noleggio alla stazione. Quindi finirono su una panchina in un angolo tranquillo della stazione, con le loro borse sistemate sotto la panca e nello spazio vuoto accanto a loro, e passarono semplicemente il tempo in sereno silenzio fino all'arrivo del loro treno.

Rinoa frugò nelle sue borse, trovando finalmente uno dei libri leggeri che si era portata per qualsiasi tempo morto nel viaggio; non era sicura di quanto a lungo potesse distrarsi con l'unica compagnia di Squall e di suo padre. Uno sguardo alla sua sinistra confermò i suoi sospetti: Squall stava lavorando sodo su una qualche specie di documento dall'aspetto ufficiale, una penna stretta distrattamente tra le dita della mano destra, mentre leggeva il contenuto delle informazioni davanti a lui.

"Spero che ti ricordi quale autobus dobbiamo prendere per arrivare a casa di tuo padre."

L'inaspettata frase di Squall, improvvisa com'era, spaventò Rinoa, e lei quasi sobbalzò dalla sorpresa, distogliendo l'attenzione dal suo romanzo. "Eh?"

Squall piegò leggermente la testa su un lato, un movimento appena percettibile che Rinoa trovò pazzamente affascinante. "L'autobus da prendere dalla stazione a casa di tuo padre. Spero che ti ricordi quale dobbiamo prendere."

Rinoa non poté fermare l'espressione di meraviglia a bocca aperta che le attraversò il viso. "Pensavo che tu lo sapessi. Non ho nemmeno pensato di controllare prima di partire. Non te lo ricordi da quella volta? Quando eravamo qui per ordine del Garden per la Strega Edea?"

"Rinoa." C'era un leggero divertimento e una minima punta di protesta in propria difesa nella voce di Squall mentre diceva, "è stato cinque anni fa. Dovrei ricordare qualcosa come la linea dell'autobus per casa tua da cinque anni fa?" Scosse leggermente la testa. "Non è un problema così grande. Possiamo controllarlo sugli orari degli autobus quando arriviamo in città."

"Sì." Rinoa non poté evitare che lo scoraggiamento scivolasse nella sua voce. Era uno shock, e una leggera delusione, per ragioni che Rinoa non poteva del tutto immaginare, che Squall non fosse stato pienamente preparato per questo viaggio come lo sarebbe stato per una missione SeeD - Squall, che sapeva sempre tutto. Non che volesse che lui trattasse una visita natalizia a suo padre come avrebbe trattato una missione pagata, ma... Rinoa non era sicura di cosa volesse esattamente. Ma avrebbe voluto che tutto andasse il meglio possibile, immaginò. Avrebbero passato quattro giorni con il Colonnello per le vacanze; non voleva altri bastoni tra le ruote in quello che non avrebbe potuto essere meno che il viaggio più stressante di tutta la sua vita.

Ma non poté fermarsi dall'aggiungere con un sorrisetto furbo e sbilenco, "o potremmo semplicemente chiedere informazioni."

Lui poteva anche aver avuto una volta la reputazione di lupo solitario in tutto il Garden; poteva anche aver una volta il titolo di studente più inavvicinabile di Balamb; ma Squall non poté nascondere la smorfia di ribrezzo che gli attraversò il viso alle parole di Rinoa. "Per favore. Non siamo così disperati."

La tipica reazione maschile di Squall all'idea di abbassarsi al livello di ammettere di essersi perso fece ridere Rinoa, e colse l'occasione, mentre lui era ancora distratto dal disgusto per il suo suggerimento, di scivolare più vicina al suo fianco, così che le loro spalle si toccarono. Era vicina quanto osava esserlo in pubblico senza spaventare Squall e portarlo ad allontanarsi, e fu piuttosto sorpresa - Rinoa immaginò che un'espressione più appropriata sarebbe stata 'scioccata oltre ogni limite' - quando lui si chinò verso di lei, posando brevemente la testa contro la sua.

"Immagino che andremo a casa del Colonnello prima di uscire per le spese?"

Rinoa annuì. "Penso che sarebbe poco educato arrivare in città e uscire prima di averlo almeno salutato. Inoltre, non voglio portarmi in giro le borse per il centro di Deling City. Sarà strapieno così vicini a Natale e, sono sicuro che tu lo sai, le mie borse sono molto pesanti." Lei sospirò, rassegnata. "Non è che abbia proprio voglia, ma ci lascia passare quattro notti da lui - non che non abbia spazio libero in quella casa enorme." Rinoa fece una smorfia. "Beh, è affar suo. Spero che le cose vadano bene."

Squall le accarezzò un ginocchio, imbarazzato all'inizio, per rassicurarla. "Come intendi chiamarlo?" Da quando la conosceva, Rinoa si era riferita al Colonnello Caraway solamente con le espressioni 'quell'uomo' o 'il Colonnello'. Non avrebbe insistito sulla faccenda - diamine, non era nella posizione giusta per commentare sulla relazione di Rinoa con il suo unico parente vivo, visto che non parlava con suo padre da... c'era una ragione per cui Squall non contava quando era stata l'ultima volta che aveva parlato con Laguna - se non per il fatto che Rinoa che non sapeva come chiamare suo padre avrebbe sicuramente interferito con il suo desiderio che le cose andassero 'bene' tra loro.

"Chiamarlo?" Rinoa arricciò il naso. "Non posso non chiamarlo e basta?" Non ebbe bisogno di incontrare lo sguardo di Squall per sapere che aveva la Disapprovazione negli occhi, e sospirò. "Lo so, lo so, non c'è bisogno che mi guardi così. Credo di doverlo chiamare 'papà'. 'Padre' suona troppo rigido, e penso che l'ultima volta che l'ho chiamato 'papino' avevo tre anni. Forse meno." Guardò Squall. "E tu come chiami tuo padre?"

Squall non batté ciglio. "Non lo chiamo." Sopportò stoicamente il pugno che lei gli mollò sul braccio e aspettò che il suo sfogo si calmasse prima di elaborare. "L'ultima volta che gli ho parlato è stato per affari ufficiali; una richiesta per una scorta SeeD come guardie del corpo aggiuntive per lui o una cosa così - ed è stato lo scorso febbraio. Non importa molto come lo chiamo, tra l'altro, perché non ho improvvisamente deciso che volevo riparare qualsiasi incomprensione passata tra di noi e fargli una visita di qualche giorno, cosa che, se posso sottolinearlo, è più nel tuo modo di pensare."

"Va bene, va bene." Rinoa smise di fingere di essere imbronciata, incapace di impedirsi un sorriso imbarazzato. Piegò la testa pensosamente e disse, "non hai mai avuto la possibilità di chiamare Laguna in nessun modo quando eri piccolo, vero? Sai quanti anni avevi quando partì per cercare Ellione?"

Qualcosa di quasi ribelle attraversò il viso di Squall, qualcosa di oscuro e completamente estraneo, qualcosa di chiuso e remoto, e Rinoa dovette sbattere le palpebre per la sorpresa e l'assoluta incapacità di riconoscere quella strana espressione. Gli attraversò il viso veloce come un lampo, c'era e se n'era andata quasi prima che Rinoa potesse identificarla; la sua espressione tornò velocemente al suo normale aspetto di indifferenza mezzo annoiata, lasciando Rinoa a chiedersi se si fosse soltanto immaginata ciò che aveva visto. "Non abbiamo mai parlato dei dettagli. Ma direi che non sarebbe impreciso supporre che ci siamo visti per la prima volta faccia a faccia quando ti ho portato ad Esthar per vedere il dottor Odine. Non so nemmeno se sapesse come mi chiamo. Non so nemmeno se sapesse di avere un figlio."

Oh, Squall. Pietà, compassione, e un dolore così acuto che sembrava che qualcosa pizzicasse il cuore di Rinoa si stiracchiarono dentro di lei per la desolazione che non poteva far altro che sentire dentro di lui mentre diceva quella parole. Non c'era nulla nel suo tono - senza emozioni e inespressivo - che avrebbe indicato qualcosa di diverso da una completa mancanza di preoccupazione per l'abbandono di suo padre quando era piccolo. Ma era proprio il fatto che ci fosse un'assoluta mancanza di qualsiasi cosa che diceva più di quanto le parole avrebbero mai potuto dire. Ci sarebbe dovuto essere qualcosa là dentro, qualcosa; almeno amarezza, delusione, dolore... Una qualsiasi delle emozioni che Squall era esperto a nascondere e Rinoa era esperta a leggere.

Ma questo... Rinoa non poteva intuire nulla da lui, e questo la portava alla conclusione che o non c'era niente - cosa che non riusciva a immaginare; quale bambino non si sarebbe sentito abbandonato, non amato, non voluto quando il suo stesso padre non sapeva della sua esistenza fino a diciassette anni? - o Squall aveva represso i suoi sentimenti così a lungo che si era convinto che era la verità.

Non era il posto né il momento di cercare di portare in superficie vecchi ricordi dolorosi, e Rinoa decise di non insistere ancora. Invece riuscì a sorridere per lui mentre il terreno sotto ai loro piedi tremava. Lanciò uno sguardo al grosso orologio sul muro all'ingresso della stazione, e poi al treno che si avvicinava al binario due. "Quello è il nostro treno."

Squall sistemò meticolosamente i documenti nella sezione giusta della sua borsa, mettendo via la penna e chiudendo la tasca con la cerniera prima di alzarsi e prendere le loro cose. "Pronta?" Le sue dita le accarezzarono lievemente l'interno del polso mentre si avvicinavano al binario corretto, nascosti e al sicuro dalla vista degli altri passeggeri che iniziavano a raccogliersi lungo il binario in attesa della chiamata a bordo. "Ci siamo."

Rinoa inspirò profondamente mentre lui infilava una mano nella tasca posteriore alla ricerca dei biglietti che avevano comprato settimane prima, non appena Rinoa aveva finalizzato i piani per venire e si era dedicata a quell'idea. "Pronto." Squall si allungò dietro di lei per mostrare i biglietti all'uomo in uniforme in piedi accanto ai gradini del vagone, poi lasciò che Rinoa lo precedesse nella piccola area d'ingresso del treno. "Andiamo."

"Sì," concordò Squall, e inserì il numero del biglietto nella macchinetta accanto alla porta per poter entrare nel corridoio e quindi nella loro stanza privata. Il suo status di Comandante del Garden a volte era una rogna, ma c'erano momenti in cui era anche assolutamente utile. Fare prenotazioni sui treni era tra questi momenti; avere sempre una stanza privata a disposizione, a prescindere da quando viaggiava, era un'altra utilità. Avrebbe potuto fare a meno del messaggio automatico che lo ringraziava educatamente della sua scelta e si riferiva a lui con il suo titolo ufficiale, ma era una scocciatura da poco conto che sopportava volentieri per le altre comodità associate alla descrizione del suo lavoro.

Sistemò le borse nell'apposita area per evitare che scivolassero via se avessero avuto bisogno di fare fermate impreviste - una precauzione che il sistema di comunicazioni del treno reclamizzava sempre all'inizio di ogni viaggio e che la maggior parte dei passeggeri ignorava. Squall non riusciva a capire perché il treno dovesse fare 'fermate impreviste', ma sistemò le borse e chiuse il portello prima di seguire Rinoa sul divano e sedersi accanto a lei. Dato che erano soli, e la porta era chiusa, le permise di accoccolarsi sotto il braccio che posò sullo schienale del divano e di sistemare la testa nello spazio tra la sua spalla e il collo.

Entrambi si appisolarono, cullati dal suono del motore del treno e da quello monotono delle ruote sui binari. Era così sicuro e caldo tra le braccia di Squall, e Rinoa si voltò verso di lui, accoccolandosi più vicina mentre si addormentava più profondamente. Era bello prendersi solo qualche minuto per sé, per loro, una piccola tasca di sollievo negli stress giornalieri della vita e nel ritmo intenso della stagione natalizia. Rinoa sapeva che questa visita pianificata a suo padre non sarebbe stata la più rilassante delle vacanze. Erano stati ai ferri corti sin dalla sua infanzia, quindi questo viaggio era tanto un dovere di una figlia verso suo padre nella stagione delle vacanze, quanto una ricerca di Rinoa per una sorta di guarigione, di ponte, per la crepa che li aveva divisi così a lungo. Forse era un'idea mal pianificata, una decisione frettolosa di una figlia piena di volontà; forse era il suo egoismo nel volere più di quanto il Colonnello Caraway fosse disposto, o avesse, da offrire.

Qualunque cosa fosse, Rinoa era grata del sollievo, nascosta dal tempo nel piccolo vagone di treno con il braccio di Squall che le cingeva le spalle. Sembrò più breve di quanto non fosse in realtà; le sembrò di avere appena chiuso gli occhi quando sentì che Squall la scuoteva dolcemente per svegliarla. "Rinoa, siamo a Deling City. Rinoa, svegliati." Le accarezzò leggermente una guancia, e Rinoa borbottò una protesta insonnolita persino mentre apriva lentamente gli occhi e si concentrava sul suo viso, chino accanto al suo. Lui le sorrise dolcemente e fece scorrere le dita tra i suoi capelli. "Siamo arrivati."

Squall tolse i loro bagagli dall'area di deposito mentre Rinoa si raddrizzava a sedere, strofinandosi gli occhi e tirandosi le ginocchia al petto mentre lo guardava muoversi. C'erano volte in cui la domanda che le aveva posto Squall prima le scorreva nella mente, ma in tutta la sua serietà.

Cosa farei senza di te, Squall? Pensò mentre si alzava, sorridendogli mentre lui sollevava le borse e spingeva la porta col piede per aprirla per lei. Dove sarei se non ci fossi tu per me?

Cosa farei?

*****
Nota della traduttrice: e rieccoci con la storia di Tairi! Volevo pubblicarla durante le vacanze, ma è un periodo orrendo! Sempre gente per casa, sempre da fare, sempre in giro... e inoltre dovevo ancora tradurre sia questa che A very Carbuncle Christamas. Spero vada bene lo stesso :)
Perdonatemi inoltre certe frasi ultracontorte: purtroppo questo è lo stile dell'autrice, e io ho cercato di rispettarlo e di essere chiara insieme... spero di esserci riuscita!
Grazie a Little-Rinoa, che stavolta mi ha betato (senza di lei avreste letto cose come varono invece che vagone! XD) e come sempre, le recensioni saranno tradotte & inviate all'autrice. Alla prossima! - Alessia Heartilly

   
 
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