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Autore: Harry Potter Return    10/01/2011    1 recensioni
Un gruppo di accaniti fan non si è arreso alla parola fine posta da J.K. Rowling e ha deciso di continuare a raccontare le avventure di Harry, Ron ed Hermione. Una serie di racconti che narrano ciò che succede dalla fine della Battaglia di Hogwarts al capitolo "19 anni dopo".
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Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Ben presto, Harry capì che i signori Weasley non avrebbero posto molta resistenza di fronte alla sua decisione di trasferirsi a Londra, così i lavori a Grimmauld Place ebbero inizio prima del previsto; dopo una settimana di pulizia, e con grande sorpresa di Harry, la situazione si mostrava di gran lunga migliore di come l'avevano immaginata.
L'abitazione conobbe l'inconfondibile tocco femminile di Ginny, che entrava saltuariamente in scena con la bacchetta alla mano, e anche Kreacher faceva la sua parte ogni volta che veniva richiamato dalle cucine di Hogwarts per eseguire gli ordini di Harry, al quale era rimasto fedele e servizievole come nel periodo in cui lui, Ron e Hermione si erano nascosti lì.
I mobili colpiti dalla Magia Oscura non poterono essere riparati, ma il resto, grazie all'azione combinata di Harry e della famiglia Weasley, non fu un grosso problema. L'opera di riabilitazione avvenuta ad opera della signora Weasley qualche anno prima, era stata molto incisiva; molti pericoli erano stati eliminati a quel tempo.
   Anche se la casa non subì un grande stravolgimento come Harry aveva immaginato, il cambiamento si avvertiva notevolmente; la camera di Sirius sarebbe stata d'ora in poi quella di Harry, e almeno una delle altre stanze sarebbe diventata uno studio o una biblioteca, vista l'enorme mole di libri che si trovavano disseminati per tutta la casa.
   L'idea era venuta a Bill quando aveva trovato in soffitta un antico baule con le finiture in bronzo che conteneva un'intera collezione di pesanti tomi rilegati con diversi tipi di pelle colorata.
Stava sfogliando il secondo volume della serie "Gli Araldi delle Più Antiche Famiglie Dei Maghi d'Inghilterra", un libro dalle pagine ingiallite e quasi illeggibile a causa del tempo, quando aveva chiesto ad Harry cosa volesse fare di tutta quella roba.
   « Teniamoli » aveva risposto lui, intento a rimettere in ordine i cimeli che la famiglia Black aveva accumulato in quella mansarda per secoli « Sembrano molto antichi! »
   « Potresti adattare una camera a libreria, almeno avrai tutti questi volumi sott'occhio » aveva proposto lui « Ti potranno essere utili in futuro, o potrai sempre ricavarne qualche soldo »
   Harry ci aveva rimuginato un poco, ma alla fine aveva deciso che il consiglio del fratello maggiore di Ron era tutt'altro che fuori luogo; dopotutto, le stanze erano più che sufficienti per le sue esigenze, anche perché al momento doveva abitare lì da solo.
   Con un colpo di bacchetta, il pesante e scuro baule si era librato a un paio di centimetri da terra, e aveva seguito Bill che stava scendendo le strette e scoscese scale di legno che portavano alla soffitta.
Poi, i due si erano fermati sul primo pianerottolo, dove Ron stava rumorosamente combattendo con i resti della presenza di Fierobecco nella camera della Signora Black.
   « Ron, per piacere » aveva iniziato Harry « Aiutaci a cercare i libri in tutte le stanze e a caricarli nel baule;  dobbiamo sistemarli nella futura biblioteca »
L'amico lo aveva guardato con espressione interrogativa, ma evidentemente era sicuro che qualsiasi impiego fosse meglio di quello che stava facendo, perché si fiondò alla ricerca dei tomi.
   Impiegarono oltre un'ora a portare a termine quel lavoro, ricorrendo persino all’incantesimo di Appello per non farsi sfuggire nemmeno un libro, e, ad attività terminata, il baule era colmo, mentre sulle loro teste si libravano quelli che potevano essere un centinaio di volumi. Con loro immensa fortuna, riuscirono a portarli tutti in una piccola stanza adiacente al salotto, dove Bill aveva abilmente rimesso in sesto delle scaffalature in legno trovate in soffitta.
   Mentre stava ordinando i libri, Harry notò che appartenevano ai generi più disparati: da tomi scolastici appartenuti a Sirius o al fratello Regulus, fino a volumi polverosi sulla storia delle famiglie di Maghi vissuti secoli prima e a tomi scritti in alfabeto runico, che pensò subito di regalare a Hermione: sarebbero stati più utili a lei, dato che non pensava che li avrebbe più presi in mano dopo quel giorno.
   Terminata la sistemazione dei libri, che avevano ricoperto ognuna delle quattro pareti della stanza di fianco al salotto, i tre scesero le scale, decisi ad andare a vedere se Kreacher aveva terminato di cucinare il pranzo.
   « Ho una fame da lupi!  » disse Ron, mentre Harry varcava la soglia della cucina, ora ordinata e pulita grazie al prezioso aiuto dell'elfo. 
   « Tu hai sempre fame! » constatò quest'ultimo, per poi continuare, rivolto all'elfo domestico alle prese coi fornelli « Kreacher, a che punto sei con il pranzo? »
   « Kreacher ha quasi finito, padron Harry. L'arrosto è quasi cotto, mancano solo cinque minuti » disse lui, senza distogliere lo sguardo dal grosso pezzo di carne che cuoceva nel forno.
   « Benissimo » commentò Ron, che girò sui tacchi e fece per uscire dalla cucina.
   « Mangi anche tu con noi, Kreacher? »
   Ron si bloccò, sbalordito dalla domanda di Harry, ma la sua espressione mutò quando il piccolo elfo volse lo sguardo e li osservò, disgustato.
   « Non sia mai! » sbraitò, poi, facendo sussultare i presenti « Sarebbe un disonore troppo grande per un elfo domestico mangiare con il suo padrone! » poi cambiò tono, e divenne più calmo « Kreacher  mangerà il pasticcio di rognone, quello che padron Potter e il signorino Weasley non hanno nemmeno assaggiato lo scorso settembre »
   Poi indicò un vassoio posto su una sedia, che per lui aveva l'altezza esatta di un tavolo, dove giaceva da quasi un anno quello che ora sembrava solo un'enorme macchia di muffa, mentre Harry e Ron si scambiavano uno sguardo disgustato.
 
***
 
   Le giornate trascorsero veloci, mentre Harry si dedicava completamente ai molto impegnativi lavori di ristrutturazione; grazie all'aiuto di tutti, senza parlare di quello di Ron che ogni giorno si offriva volontario pur di non andare ad aiutare George in negozio, la casa riacquistò velocemente un aspetto fresco e pulito.
   « Dovresti arredare anche una camera per me » suggerì Ron, in un pomeriggio assolato « Così potrò venire a trovarti »
Harry non rispose, intenzionato a non dare corda alle frecciatine che l'amico gli rivolgeva dopo che i suoi genitori gli avevano tassativamente proibito di trasferirsi con lui, ma cercò di concentrarsi sulla disinfestazione della camera di Regulus.
   Così, tra pulizie e giornate tranquille trascorse alla Tana in compagnia di Ron e Ginny, arrivò il giorno del suo compleanno.
Quella mattina, il sole era già alto quando alcune voci schiamazzanti lo svegliarono. Ron, dal canto suo, continuava a russare, muovendosi nervosamente nel sonno; quando Harry si sporse per vedere cosa stesse facendo, però, vide sul suo volto un sorriso beato. 
Cercando di fare meno rumore possibile, si avvicinò alla finestra, da dove vide due ragazze che camminavano in direzione della Tana; era bello vedere Ginny, finalmente serena, chiacchierare con Hermione. Quest'ultima doveva essere appena arrivata, e la felicità delle due ragazze per essersi ritrovate dopo tanto tempo traspariva dalle risate argentine che riempivano l’aria.
   « Ron! Ehi, Ron, svegliati » disse poi, rivolto all’amico ancora addormentato.
   « Stavo facendo un sogno bellissimo! » protestò lui, con tono imbarazzato, dopo che Harry lo ebbe svegliato con uno scossone.
   « E' molto tardi » lo rimbeccò Harry « La nostra colazione sarà già fredda e tua madre sarà seccata di doverne preparare un’altra »
   « Lasciami dormire ancora un pò... » finì col dire lui, con un sorriso ebete sul volto, mentre si girava dalla parte della parete.
   Harry sapeva cosa fare per spronarlo ad abbandonare il letto.
   « Hermione è appena arrivata »
   Non aveva fatto in tempo a finire la frase che Ron era schizzato su dalla branda.
   « Cosa stai aspettando? Andiamo a salutarla! Sai quanto si irrita a vederci arrivare in ritardo! » bofonchiò, mentre cercava di infilarsi un paio di jeans.
Poi, con una scarpa al piede e l'altra in mano, la camicia ancora fuori dai pantaloni e i capelli scompigliati, infilò di corsa la porta.
   « A proposito! Buon compleanno, Harry! » urlò, mentre scendeva gli scalini a due a due.
   La signora Weasley, in cucina, non fece in tempo a voltarsi dall’acquaio nel quale stava controllando che le stoviglie si lavassero a dovere, che Ron era volato alle sue spalle per fiondarsi come una furia nel giardino dietro la casa.
   « Buongiorno, signora Weasley » la salutò educatamente Harry.
   « Buongiorno, caro, e tanti auguri di buon compleanno! » lo accolse lei, allargando le braccia per stringerlo con affetto « Hermione è già arrivata, è di fuori in giardino con Ginny. Stare in Australia tutto questo tempo le deve aver fatto bene; è abbronzata, e sembra molto più serena! » 
Senza dire altro, Harry raggiunse gli altri ragazzi all’aperto, ma non ebbe neanche il tempo di salutare, perché Hermione lo inondò con i suoi capelli crespi.  
   « Buon compleanno, Harry! »
  Lui sorrise, ma tramutò il tutto in una smorfia quando vide Ron che, osservandoli di sottecchi, gli lanciava uno sguardo offeso. Probabilmente Hermione non lo aveva accolto con lo stesso trasporto riservato all’amico. 
   « Stavo giusto raccontando a Ginny cosa ho fatto in tutto questo tempo » disse lei, appena si fu staccata da Harry « Mi ha informato su una certa novità... » gli sussurrò, poi, all'orecchio, facendolo arrossire. 
   « Come mai non hai trovato nemmeno un secondo per scrivere? » la ammonì Ron, con tono sicuro di sé.
Hermione mutò improvvisamente espressione, e si voltò per guardarlo in faccia.
   « In realtà ho scritto sia a Ginny che a Harry » rispose, come se fosse una scusa efficace.
Lui sgranò gli occhi, mentre cadeva un gelido silenzio sulla scena, poi borbottò qualcosa e si avviò verso la porta della cucina, senza degnarli di uno sguardo.
Harry e Ginny si scambiarono un'occhiata sconcertata, ma poi tornarono sorridenti non appena Hermione si rivolse nuovamente loro.
   « Allora voi due... » sussurrò, sorridendo.
   « Si » dissero Harry e Ginny all'unisono, per poi guardarsi nuovamente negli occhi per un secondo, entrambi imbarazzati.
   « Sono così contenta! »
   « Grazie, Hermione » buttò lì Ginny « Ora scusami, ma sarà meglio che vada a vedere cosa fa Ron. E poi questo qui »  indicò Harry « deve aggiornarti su un po’ di cose »
Storse leggermente gli occhi, segno che non condivideva pienamente la decisione del ragazzo, e sparì all'interno della Tana.
   « In effetti » iniziò, poi, Hermione « Me ne sono persa di decisioni importanti, no? »
Puntò meccanicamente verso il frondoso albero poco distante da loro, e entrambi vi si diressero di buon passo.
Mentre camminavano, Harry non poté che dare ragione alla signora Weasley; forse era per il vestitino estivo viola a pois bianchi che indossava, ma Hermione non aveva più l'aspetto da ragazza che le aveva sempre associato.
   « Cosa hai fatto in tutto questo tempo? » le chiese.
   « Sono stata in Australia con i miei genitori, lo sai. Ormai penso che a giorni saremo pronti a tornare a Londra, nella nostra casa di Pembroke Avenue. Ma non cercare di cambiare discorso, Harry » disse, poi, in tono accusatorio « A cosa è dovuta la radicale decisione del trasloco? »
   « Sento il bisogno di essere indipendente » iniziò lui « E poi i Weasley hanno già abbastanza problemi economici senza che debbano provvedere ad un altro figlio »
   « Non penso che il denaro sia il problema più grande » controbatté lei, mentre si accomodava sull'erba ai piedi del salice « Dopotutto ti hanno invitato qui molte volte, e ora che quasi tutti i figli sono indipendenti... »
Harry non poté darle torto.
   « Capisco il tuo desiderio d'indipendenza » gli disse, poi, prendendogli la mano « Ma credo anche che tu più di ogni altro abbia bisogno di una famiglia »
Harry alzò gli occhi, che finora avevano analizzato ogni singolo ciuffo del prato erboso.
   « Se c'è una cosa che ho veramente capito nel corso dell'anno appena trascorso » continuò la ragazza « E' che tutto sembra più duro se non si può contare sull'appoggio dei tuoi cari. E ancora di più se la tua famiglia è viva, ma non sa più che tu esisti »
Il suo tono si fece piuttosto malinconico; Harry, però, non aveva voglia di dover sopportare anche i rimpianti di Hermione.
   « Vedi » iniziò, poi, un poco titubante « Siccome io non ho mai avuto una vera famiglia, non posso provare quello che provi tu, e credo che stare un pò da solo potrà farmi solo bene »
La ragazza sorrise con dolcezza, e gli strinse ancora di più la mano.
   « Probabilmente non ti capirò mai » commentò « Ma penso che in ogni caso i Weasley non ti negheranno un pò di affetto se ne avrai bisogno »
Cadde il silenzio, mentre Harry pensava all'ultima frase dell'amica.
   « Beh, come procedono i lavori a Grimmauld Place? »
   « Molto bene » rispose Harry, felice di aver cambiato discorso « Grazie all'aiuto di Ron e Bill le cose procedono abbastanza velocemente, così credo che potrò andare ad abitarci entro la fine dell'estate »
   « Allora non avrai molto tempo per rimanerci, dato che il primo settembre inizia l'anno scolastico »
Aveva toccato l'altro tasto dolente. Hermione sospettava qualcosa, o il suo intuito femminile superava i limiti standard?
   « Senti » il suo tono di voce era, se possibile, ancora più titubante di prima « Non-credo-che-tornerò-a-scuola-quest'anno »
   « Cosa? Scusa, Harry, non ho capito »
   « Non credo che tornerò  a scuola quest'anno » ripeté lui; dirlo ad alta voce per la prima volta sembrò dare alla frase un significato più realizzabile.
   « Ma tu sei fuori di testa! » Hermione si alzò bruscamente in piedi « E come pensi di diventare Auror se non ottieni i tuoi M.A.G.O.? »
   « Non lo so » fu la sua risposta, che gli uscì dalla bocca mentre i suoi occhi riprendevano a contare i fili d'erba « Ma credo che sia ora di staccare i legami con Hogwarts, ora che Silente non c'è più e... »
   « Abbiamo già fatto questo discorso! »
   « Sì, lo so, ma... »
   « Harry, la tua vita ora è normale! Dopo diciotto anni, hai finalmente ottenuto una vita ordinaria! Perché vuoi cambiare strada proprio ora? »
   « La mia vita non sarà mai normale! » ribatté lui « Sarò sempre il Prescelto! »
   « E' per questo che vuoi tagliare tutti i legami con il passato? Perché non vuoi più essere collegato a Voldemort? Tutte queste cose non cambieranno nulla, Harry! Sarai sempre il Bambino-Che-E'-Sopravvisuto, colui che ha sconfitto Lord Voldemort, e le cose non cambieranno solo perché non farai l'Auror o se abiterai da solo! »
Cadde nuovamente il silenzio, interrotto solamente dai sibili del vento tra i rami del salice.
   « Pensaci, Harry » continuò, poi, Hermione, con tono più calmo « Tu sei e rimarrai sempre Harry Potter, e non sono io a dovertelo far capire. A chi hai detto che non vuoi più tornare a Hogwarts? »
   « A nessuno. Ai Weasley ho già detto che vado a vivere a Grimmauld Place, non mi sembrava il caso di dover parlare anche di questa decisione »
   « Te l'ho detto, non ti capirò mai »
   « E non sei obbligata a capirmi! »
   Le parole gli erano uscite dalla bocca senza pensarci, così Harry alzò lo sguardo, e vide che Hermione stava avanzando velocemente verso la Tana, chiaramente risentita per le sue parole, mentre farfugliava qualcosa sul dover salutare la signora Weasley.
 
***
 
 
 
   « Ehi, Harry! »
   La voce di Ginny lo riscosse dai suoi pensieri. Guardò nella sua direzione, e vide che la ragazza si stava avvicinando al salice, affiancata da Hermione e seguita a debita distanza da Ron, che aveva un'espressione stranamente neutra dipinta sul volto.
   « Visto che siamo in quattro, perché non ci alleniamo a Quidditch fino all'ora di pranzo? » propose lei, radiosa in volto. Probabilmente, Hermione non le aveva raccontato della loro discussione.
   « Per me va bene. Dopo un anno di inattività sono un po’ arrugginito, e l'ultima volta non mi sono potuto allenare come si deve » aggiunse, osservando Ron con piglio accusatore.
   « Allora se Hermione è d’accordo, possiamo prendere le scope e volare al campo » disse Ron, rivolgendosi speranzoso dalla sua parte. L’idea di passare il resto della giornata sui libri lo terrorizzava, e probabilmente pensava di colpire maggiormente la ragazza se fossero stati in squadra insieme.
   « Però io gioco con Harry; voi due insieme siete troppo forti per me e Ginny » aggiunse lei, mentre attirava verso di sé le scope dal capanno in giardino. Ron non fu affatto contento della decisione, ma Harry, che non voleva tenerle in broncio, trasse da quella frase un compromesso di pace che fu felice di accettare; avrebbe debitamente chiarito le cose con lei il prima possibile.
   La mattina passò in un lampo, tra risate e rimbeccate sulla forma fisica di Ron, che non aveva parato tre palle su quattro, mentre Harry non riusciva a vedere le palline da ping-pong, giustificandosi che il sole lo accecava, ma dopo pranzo nessuno di loro poté tirarsi indietro davanti al pignolo programma di ripasso di Hermione.
   A fine pomeriggio arrivò George, che aveva appena chiuso il negozio ed era soddisfatto per le vendite; i ragazzini avevano assaltato le scorte di dolci, comprando tutte le confezioni di Torrone Sanguinolento e Gelatine Tutti i Gusti +1 al nuovo gusto di fango bollente.
   « Mio salvatore! » lo salutò Ron, che non voleva passare un minuto di più sul libro di Trasfigurazione.
Naturalmente, la reazione esagerata del ragazzo provocò un risentimento evidente in Hermione, che salutò George svogliatamente.
Poco dopo fu la volta di un Bill sempre più radioso, se possibile, segno che il matrimonio con Fleur lo rendeva molto felice.
   « Fleur si scusa per l'assenza » comunicò, una volta entrato in salotto « Ma ha appena ottenuto la promozione e deve lavorare fino a tardi. Ultimamente i folletti sono molto più pignoli del solito... »
Hermione e Ginny si occuparono di apparecchiare i tavoli in giardino, mentre tutti aspettavano l’arrivo del signor Weasley. Il suo orario di lavoro era terminato da un pezzo, ma ultimamente gli impegni erano talmente tanti che, per portarli a termine tutti, avrebbe dovuto lavorare anche di notte.
   « Dov'è Percy? » chiese, allarmata, la signora Weasley quando non lo vide arrivare con il padre.
   « Mi ha detto di dirvi che gli dispiace ma che questa sera tarderà per motivi, diciamo, superiori » rispose lui, con tono tranquillo.
La signora Weasley inarcò le sopracciglia, mentre Ginny e Hermione iniziavano a spettegolare su una possibile fidanzata di Percy; entrambe, però, vennero puntualmente smentite da George.
   Hagrid arrivò quando la signora Weasley era ormai pronta a servire gli antipasti, e i vassoi stavano attraversando il giardino e svolazzavano davanti a lei.
Il suo arrivo movimentò la serata, portando le ultime novità da Hogwarts.
   « Avete letto sicuramente sulla Gazzetta del Profeta che la professoressa McGranitt è diventata Preside della Scuola. Anche io pensavo che lei era la più adatta, dopo Silente » finì la frase con un sospiro; nessuno avrebbe potuto prendere il posto di Silente nel suo cuore, dato che lo aveva protetto e sostenuto quando tutti gli andavano contro, accusandolo di terribili delitti « Sapete, è molto occupata a trovare nuovi professori per rimpiazzare quelli che non ci stanno più, e allora non è tanto presente a Hogwarts »
   « E' sempre così dura trovare dei validi sostituti? » chiese Bill, seduto poco distante da lui.
   « E' davvero occupatissima! » rispose Hagrid « Ci ha già trovato un insegnante di Difesa Contro le Arti Oscure, un amico di Kingsley, credo, e qualcuno per Pozioni... »
   « Pozioni? » iniziò Ron, falsamente dispiaciuto « E il vecchio Luma che fine ha fatto? »
   Hagrid rise davanti a tanta esagerazione; dopotutto, pensò Harry, a Ron non era mai piaciuto il panciuto insegnante di Pozioni per il fatto che non era mai appartenuto alla sua élite del Lumaclub.
   « Il professor Lumacorno è stato portato al San Mungo qualche settimana fa. Il poveretto ha combattuto tanto nella Battaglia... »
   « Ma sta bene, vero? »
   Hermione pareva seriamente preoccupata.
   « Si, certo, ora sta quasi come prima. Ma ha chiesto alla McGranitt di essere sostituito. Sapete, un colpo come la Battaglia per uno come lui... »
   « Soprattutto per uno come lui! » commentò Ron, seduto di fianco a Harry.
   Mentre la signora Weasley lo rimbeccava tra le risate collettive, Harry pensava a quanto aveva deciso pochi giorni prima.
   « Sai chi prenderà il suo posto? » si sentì dire, dopo un po’, interrompendo le continue risa isteriche di Hermione davanti a un Ron rossissimo che aveva rischiato di soffocare ingoiando una salsiccia intera.
   « No, per il momento sta tutto in alto mare. Saprete tutto quando arrivate a scuola, il primo settembre » rispose lui.
   Harry ebbe una morsa allo stomaco; quel giorno lui non sarebbe tornato a scuola, e non avrebbe conosciuto il nuovo insegnante di Pozioni.
   « Ed è ancora più critica la situazione di Babbanologia! La Burbage è scomparsa dall'anno scorso, e nessuno sa che fine ci ha fatto » i visi delle donne presenti al banchetto si fecero improvvisamente più bianchi « Ma sicuro che non c'è più, poveretta, chissà che male ci ha fatto ai Mangiamorte... »
Tutti rabbrividirono; dopotutto, però, non c'era altra spiegazione per una scomparsa del genere, anche perché, come fece risolutamente notare Hermione, Alecto Carrow era diventata insegnante di Babbanologia l'anno prima. 
   Terminato il discorso sui futuri professori di Hogwarts, la cena si svolse molto tranquillamente tra chiacchiere, brindisi e apertura dei regali.
  Harry aveva aperto tutti i pacchi in pochissimo tempo, e aveva approfittato della momentanea assenza di metà degli invitati, che erano entrati in casa a cena terminata, per dare un leggero bacio a Ginny, mentre entrambi erano nascosti sotto il tavolo con la scusa di raccogliere le posate cadute a terra. Ad un certo punto, però, gli arrivò un sonoro calcio sulla caviglia, che interruppe il bacio.
   « Riemergete! Stanno tornando! »
   Era la voce di Hermione.
   Harry ebbe solo il tempo di riapparire da sotto la tavola, quando vide l'enorme sagoma di Hagrid che si avvicinava da dietro la Tana, con qualcosa di molto voluminoso al suo fianco. Non gli ci volle molto per capire che si trattava della moto di Sirius.
   « Ora è tua, Harry » annunciò l'omone, sorridendo dietro la barba « L'ho rimessa un po’ a posto, con l'aiuto di Arthur, ed ora è tua di diritto. Apparteneva a Sirius, lo sai, no? »
   Harry non sapeva cosa fare; ora possedeva anche una moto. Alla luce della luna si notavano alcuni particolari che non dovevano essere originali, come le gomme, molto grosse e sicuramente nuove di zecca; il manubrio di metallo luccicava come un diamante, e la sella sembrava fatta di vera pelle.
   « Grazie Hagrid! » disse, correndo verso di lui per abbracciargli un braccio.
   « Ma è magnifica! » urlò Ron, che era appena apparso dalla porta della cucina, seguito da Bill, George e il signor Weasley.
   « Quanto ci hai messo a rimetterla a nuovo? » chiese George.
   « Non molto » preciso Hagrid « E' anche grazie a vostro che ci ho messo così poco. Mettere a posto il materiale Babbano non è cosa da poco, sapete »
   « Quest' anno andremo a scuola con questa vero? E' molto meglio dell'Hogwarts Express!» chiese Ron, ammirato.
Harry non ebbe il tempo di rispondere, perché la scena, però, fu interrotta dalla signora Weasley, che stava portando in tavola la torta di melassa, e che obbligò tutti a tornare a sedere, mentre il marito discuteva animatamente con Hagrid.   
   Stavano gustando lo squisito dolce, quando un rumore improvviso fece voltare tutti verso l'esterno della proprietà della Tana, dove, poco dopo, spunto l'alta e sottile figura di Percy, puntualmente munito di valigetta ventiquattrore.
   « Ben arrivato! » lo accolse con calore la signora Weasley.
   « E non sono solo! » iniziò lui, in tono solenne « Sono con il nuovo Ministro della Magia! »
   Tutti si alzarono di scatto, e notarono che, nell'ombra da cui era spuntato il ragazzo poco prima, si muoveva una persona.
   « Kingsley! » urlarono tutti all'unisono, non appena lui di fu mostrato al pubblico.
   Dopo i primi minuti di euforia, in cui Kingsley si mostrò molto più radioso del solito, il signor Weasley Appellò una sedia dalla cucina e lo fece accomodare a capo tavola.
   « Ti hanno eletto questa sera? » chiese Ron, che sembrava il più meravigliato.
   « Già » il tono del nuovo Ministro era vistosamente soddisfatto « Per questo Percy è dovuto rimanere oltre l'orario, il Wizengamot si è riunito poche ore fa per decidere »
   Hermione e Ginny parvero scontente della notizia, dato che speravano di veder arrivare Percy con una ragazza, mentre George sussurrava loro nell'orecchio "Ve l'avevo detto...".
   « Mi hanno detto che ho fatto un ottimo lavoro in questi due mesi, quindi mi sono meritato la conferma! » continuò Kingsley, mentre la signora Weasley gli versava un bicchiere di liquore al tamarindo « Devo dire che essere davanti all'intera Corte del Wizengamot fa un certo effetto »
   Harry annuì, ripensando a quando, tre anni prima, si era dovuto sedere davanti all'ormai due volte ex Ministro Cornelius Caramell e alla Corte Plenaria, con l'accusa di aver usato la magia senza aver compiuto diciassette anni, e per di più davanti a un Babbano, suo cugino Dudley.
   « Ma ormai è andata! » concluse Kingsley in tono giocoso, per poi diventare improvvisamente serio « E ora, in qualità di Ministro della Magia, voglio fare una proposta »
Cadde il silenzio, mentre tutti lo osservavano.
   « Percy » gli occhi del ragazzo si illuminarono appena sentì pronunciare il suo nome « Che ne dici di diventare il mio Segretario Personale? »
   « Ma certo! » rispose lui, senza neanche pensarci un secondo.
   Esplose un applauso, mentre George ribatteva, sottovoce, che il fratello era raccomandato. Dall'altro capo della tavola, invece, la signora Weasley era euforica, e dopo quell'ultima notizia iniziò a distribuire liquore a tutti. Infine, dopo aver brindato alle nuove nomine e aver ampiamente discorso su ciò che il Ministero aveva fatto negli ultimi tempi, Kingsley si avvicinò a Harry, che stava cercando di portare nella camera dove alloggiava una vistosa felpa alla Weasley ornata da una grossa pluffa. 
   « Harry, vuoi fare quattro passi con me? Avrei qualcosa da dirti » propose lui.  
   Il ragazzo annuì, tentando di nascondere la felpa color pervinca, e così si avviarono insieme dietro al capanno degli attrezzi. 
   La notte era calma e tiepida. I grilli, che fino a qual momento frinivano tra i cespugli, si zittirono al loro passaggio, per poi ricominciare la cantilena appena si erano allontanati di qualche passo.
Un movimento sospetto proveniente dal recinto dell’orto attirò l’attenzione di Harry. Gli gnomi si erano fatti furbi, assaltando le verdure solo durante la notte. Lui e Ron avrebbero dovuto fare i turni per debellarli definitivamente.
   « Harry » iniziò lui, quasi con un sussurro « Mi dispiace di aver interrotto così la tua festa, e ti faccio i miei più sinceri auguri per i tuoi diciotto anni, ma devo parlarti di una cosa estremamente delicata »
   « Ed estremamente segreta, a quanto pare » commentò lui.
   Kingsley annuì, prima di continuare.
   « Lunedì prossimo, al Ministero, davanti al Tribunale del Wizengamot, avranno inizio i processi ai Mangiamorte » si interruppe per vedere se quel nome avesse provocato qualche reazione, e per scegliere le parole più adatte con cui metterlo al corrente degli ultimi fatti « Non devi sentirti obbligato a farlo. Sappi che avrai la mia piena comprensione »  
   Harry lo guardò perplesso. Cosa ci poteva essere di così delicato da far quasi tremare la voce del nuovo Ministro della Magia? 
   « I membri del Wizengamot hanno richiesto una tua testimonianza su ciò di cui sei venuto a conoscenza nel corso dell'anno scorso. Sono convinti che la tua deposizione potrebbe fruttarci nuove informazioni su cui basarci per condannare i processati » e, poi, quasi vergognandosi di quanto aveva detto, proseguì « Fallo solo se lo vuoi veramente, non sentirti obbligato. Capisco che l'anno che hai passato deve essere stato molto cruento »
   Puntò su di lui il proprio sguardo deciso, con l'intento di catturare ogni più piccolo dubbio; in risposta, Harry alzò gli occhi al cielo. La notte era serena, e la luna piena illuminava il paesaggio intorno a loro, profondendo una sensazione di pace nel cuore.
Non gli era mai venuto in mente che molte famiglie avrebbero dovuto subire diversi processi quell'estate; solo ora pensava a ciò che una situazione del genere poteva comportare, soprattutto per le poche persone che agivano da Mangiamorte solo perché sottoposte alla Maledizione Imperius. 
   Fece un sospiro profondo, e poi si rivolse a Kingsley, col tono più calmo che riusciva ad emettere.
    « Si, lo farò »
   « Ne ero certo » l'espressione del suo viso si aprì in un sorriso che faceva trasparire tutta la sua soddisfazione « Sei sempre stato un ragazzo corretto. Ci sarai di grande utilità » 
   « E’ una cosa che devo fare. Lo devo a tutti coloro che hanno subito angherie da parte dei seguaci di Voldemort » tagliò corto Harry.
   « Allora ti aspetto lunedì mattina nell’Atrium del Ministero, alle otto in punto » disse, poi, Kingsley, con tono fermo « Poi scenderemo al nono livello, nell'Aula del Wizengamot. Dopo la testimonianza, potrai tranquillamente andare via » 
   Harry non riuscì a far altro che ad annuire, ma dentro di sé non aveva ancora capito cosa lo avesse spinto ad accettare. 
 
  
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