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Autore: Harry Potter Return    10/01/2011    1 recensioni
Un gruppo di accaniti fan non si è arreso alla parola fine posta da J.K. Rowling e ha deciso di continuare a raccontare le avventure di Harry, Ron ed Hermione. Una serie di racconti che narrano ciò che succede dalla fine della Battaglia di Hogwarts al capitolo "19 anni dopo".
Per ulteriori informazioni e per contribuire visitare il sito: http://hpreturn.forumfree.it/
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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Harry si svegliò di soprassalto e guardò l’orologio: erano ancora le quattro.
Non avrebbe avuto senso alzarsi così presto, dato che l’appuntamento con Kingsley era concordato per le otto, quindi avrebbe potuto dormire ancora un po’.
   Si girò su di un fianco, deciso a prendere sonno per la quarta volta quella notte. Dopo poco, però, si ritrovò a pensare a quello che sarebbe potuto accadere quella mattina e a cosa avrebbe dovuto rivelare ai membri del Wizengamot.  
   Quando, dopo il viaggio a Diagon Alley di pochi giorni prima, la signora Weasley era venuta a conoscenza della sua convocazione al Ministero, aveva tentato in ogni modo di fargli confessare cosa stava succedendo, ma lui era riuscito ogni volta ad evitare l’argomento. Anche Ginny era curiosa, ma, conoscendo Harry, aveva accettato l’idea che lui non poteva dirle nulla; si limitava a guardarlo con espressione sempre un po’ abbattuta e apprensiva, in un modo esasperante per lui. Gli unici a cui aveva parlato apertamente della faccenda erano Ron e Hermione.
   Subito dopo essere tornati alla Tana, infatti, li aveva condotti nella camera di Percy senza dir loro una sola parola; sapeva benissimo che, se avesse ripensato al da farsi, non avrebbe rivelato nulla.
Una volta in camera, poi, mentre lo sguardo di Ron era divenuto sempre più allibito e gli occhi di Hermione, sospettosi, si erano assottigliati, aveva opportunamente eseguito l’incantesimo Muffliato sulla porta, per essere certo che nessuno potesse ascoltare quello che stava per raccontare.
Era stato Ron a cominciare la conversazione, con tono impaziente.
   « Perché ci hai portato qui? » 
   Harry si era notevolmente tranquillizzato, quasi certo che nessuno potesse vederli o udire i loro discorsi, così aveva tentato un approccio positivo.
   « Vi devo dire una cosa »
   « Spara! E alla svelta! » lo aveva incitato lui, più curioso che mai.
   Dopo che Harry li ebbe aggiornati sulla situazione dei processi, però, la curiosità era sparita dal volto di entrambi.
   « Ma Kingsley è pazzo! » aveva commentato Ron, senza badare al volume della voce « Come può pretendere che tu… Evidentemente il ruolo di Ministro gli ha dato alla testa! »
   « Io invece ho accettato  » aveva ammesso Harry, tra lo sconsolato e l’imbarazzato.
   « Allora siete in due ad essere fuori di testa! Harry, ti rendi conto di quante cose non puoi confessare? Il Wizengamot ti chiederà come hai fatto ad uccidere Tu-Sai-Chi! »
   « Voldemort! »
   « Non importa... »
   « Ron ha ragione » aveva detto Hermione, con tono distaccato « Non devi correre un rischio inutile »
  « Capisco che molte informazioni non possono essere rivelate, ma ci sono altrettante verità che potrebbero compromettere le sentenze su alcune persone! »
   Ron parve allibito dalle sue parole, ma l'espressione della ragazza non mutò.
   « Bene » aveva poi concluso « In effetti molte persone hanno seguito i Mangiamorte perché sotto l'effetto della Maledizione Imperius, ma come farai a dimostrarlo? »
   « Non intendo coprire nessuno, ma credo che il Wizengamot si fiderà della mia parola »
   « Soprattutto se ti faranno bere il Veritaserum! » era intervenuto Ron.
   « L'utilizzo del Veritaserum è illegale. Non penso proprio che il Ministero stesso sorvoli su una legge del genere »
   Hermione sembrava più autoritaria che mai.
   « Mi chiedo perché inventino pozioni utili per poi renderle illegali... » disse allora il ragazzo, incrociando le braccia.
   « Ti piacerebbe che tua madre potesse farti raccontare tutto ciò che hai fatto l'anno scorso? Sarebbe molto interessata alla parentesi natalizia, credo! »
La voce di Hermione fu l'ultima ad essere udita nella stanza per qualche minuto. Evidentemente, Ron non sapeva più cosa replicare.
   « In ogni caso non ti consiglio di andare » riprese, poi, lei, osservando Harry che, nel frattempo, si era messo a sedere sul pavimento con le gambe incrociate « Mi fido della tua capacità di mantenere dei segreti - lo hai fatto più e più volte negli ultimi anni - ma questa udienza è pur sempre un rischio del tutto immotivato! »
   « Perché non ce lo hai detto subito? » replicò Ron, steso sul suo letto con Hermione seduta vicino ai suoi piedi.
   « Kingsley mi ha suggerito di non rivelarlo a nessuno. Probabilmente temeva che mi avreste fatto cambiare idea »
   « E' questo che non mi torna » lo interruppe l'amico
« Come mai Kingsley tiene così tanto alla tua presenza? »
   « Mi sembra logico » rispose Hemione, alzandosi in piedi come in preda ad un'idea di enorme importanza
« Più Mangiamorte il Ministro riesce a mandare ad Azkaban, meglio sarà per la sua reputazione! »
   « Ma senza i Dissennatori, Azkaban è impenetrabile come un carcere Babbano! »
   Alle parole di Ron, la ragazza gli lanciò uno sguardo torvo.
   « Non penso ci fossero solo loro di guardia alla Prigione » continuò, poi « Ti pare possibile che gli Auror non li controllassero a vista? » 
   « Ma cosa ne so! »
   « Dovresti imparare ad accendere il cervello, ogni tanto » lo punzecchiò Hermione « E a non sparare delle scemenze gratuite! »
   Per la fortuna di Harry, che desiderava cambiare discorso, ebbe inizio un rumoroso battibecco tra i due, che terminò all'ora di cena col risultato che Hermione aveva accusato Ron di vigliaccheria e lui l'aveva mandata fuori dalla sua camera.
Harry non aveva fatto caso al loro ennesimo litigio, ma quando, dopo la cena, Hermione aveva lasciato la Tana senza salutare né lui né Ron, e soprattutto senza riprendere l'argomento dell'udienza al Ministero, la sua preoccupazione crebbe in maniera vertiginosa.
   Non poteva dimenticare il momento in cui Hermione, carica di libri e di materiale scolastico, aveva oltrepassato la staccionata della Tana, per poi sparire lanciando l'ultima occhiataccia in direzione di Ron, che aveva accuratamente allontanato lo sguardo.
Eppure, però, gli sembrava di aver notato una vena di tristezza sul viso di entrambi.
 
***
 
   Alle sette, infine, Harry si alzò e iniziò a prepararsi molto cautamente in modo da non fare rumore e da non svegliare nessuno. Quando fu pronto, poi, scese in cucina, dove la signora Weasley stava facendo colazione.
   « Ti sei svegliato presto questa mattina, Harry! » lo accolse, sorseggiando rumorosamente il consueto the « Qualche motivo speciale? »
Il tono dell’ultima domanda ricordò molto quello di Dolores Umbridge quando scopriva qualcuno che trasgrediva le regole da lei imposte a Hogwarts.
   Dopo una modesta colazione immersa in un silenzio imbarazzato, poi, Harry si alzò per uscire, ma la signora Weasley lo bloccò alla porta.
   « Arthur si scusa per non averti accompagnato, ma il suo lavoro al Ministero è triplicato negli ultimi tempi » iniziò; Harry annuì e avanzò di un passo, ma lei riprese « Qualsiasi cosa ti stia succedendo, Harry, stai attento e fai solo ciò che credi giusto » disse, con tono preoccupato, per poi lasciarlo finalmente andare.
   Lui le rivolse un sorriso vagamente rassicurante e uscì dalla porta che dava sul giardino; poi avanzò velocemente fino allo steccato che delimitava la proprietà della Tana. Quindi, rivolse indietro lo sguardo, fino a notare con la coda dell’occhio una piccola Molly Weasley che lo osservava con espressione contrariata dalla finestra della cucina. Colto alla sprovvista, si voltò di nuovo, si concentrò sulla sua meta, e scomparve nel nulla con un sonoro “crac”.
   Dopo pochi secondi, si ritrovò in un vicolo buio della Londra Babbana, dove l’unico oggetto interessante era una grande cabina telefonica di colore rosso che risaltava nella semioscurità.
   Si guardò intorno per accertarsi che non vi fosse nessuno nei paraggi, e poi avanzò, ripensando alla sua ultima visita al Ministero, quando vi era penetrato tramite un passaggio in un bagno che non ricordava bene dove fosse.
    Entrò nella cabina telefonica e digitò alla svelta il codice che consentiva l'accesso (sei-due-quattro-quattro-due); come si aspettava, dopo pochi secondi la solita voce meccanica chiese il suo nome.
   « Benvenuto al Ministero della Magia, signor Potter! » disse subito dopo, annunciando l'inizio del viaggio sotterraneo che portava all'interno dell'Atrium.
   In pochi, silenziosi minuti, Harry si ritrovò alla sua meta. Appena fu sceso dall'improbabile mezzo di trasporto con cui vi era giunto, poi, notò che di fronte a lui si trovava un ometto dall'aria stranamente familiare.
   « Buongiorno, signor Potter » lo accolse Dedalus Lux. Harry lo riconobbe immediatamente grazie ai corti capelli argentati; per i tempi che erano appena trascorsi, constatò che aveva un'aria piuttosto gioviale « Sono qui per scortarla all’Ufficio del Ministro della Magia »
   Dopo che Harry ebbe risposto al mago con un timido buongiorno, egli lo invitò a seguirlo, e i due  attraversarono l’Atrium molto affollato con passo stranamente spedito. Mentre passavano, Harry notò che tutto era tornato alla normalità; la statua dorata rappresentante il Mago, il Centauro e il Goblin si stagliava nuovamente al centro della stanza, mentre numerosissimi aeroplani di carta sfrecciavano ovunque. Sul fondo, vi erano gli ascensori che portavano ai vari piani sotterranei del Ministero e che, come al solito, ospitavano una gran fila di persone intente a raggiungere i propri uffici.
   Si diresse meccanicamente verso di loro, ma il signor Lux lo rimbeccò subito, indicandogli col dito della mano sinistra un arco alla destra dell’ampio salone. Harry non l'aveva mai notato, ma si limitò a seguire la sua guida senza battere ciglio. Dopo averlo attraversato, scoprì che celava un’altra stanza abbastanza larga e completamente vuota, ornata solamente da numerose fotografie mobili appese alle pareti di pietra.
   « Non avevi mai notato questa saletta, vero?» gli chiese il signor Lux.
   « In effetti, no » rispose Harry, mentre si scrutava intorno.
   « E' un incantesimo, sai. Solo i conoscenti del passaggio e coloro che devono recarsi dal Ministro in persona notano l'arco da cui siamo appena passati. Altrimenti, al suo posto ci è solo un normale tratto di parete »
   « Meno male » riprese Harry « Pensavo di essere scemo a non averlo mai visto! »
   Il signor Lux ridacchiò, mentre entrambi iniziavano a salire una ripida scala a chiocciola che partiva al centro della parete opposta all’ingresso della saletta incantata.
Dopo quella che a Harry sembrò un’eternità, poi, la scalinata iniziò ad allargarsi, fino a diventare un lungo corridoio rettangolare.
   « Siamo arrivati, signor Potter. In fondo al corridoio troverà la porta del'Ufficio del Ministro » ricominciò Lux, ancora leggermente divertito.
Harry lo ringraziò per poi oltrepassarlo; pochi passi più in là, però, si voltò indietro, deciso a porre la domanda che lo attanagliava da quando aveva visto il suo accompagnatore nell'Atrium.
   « Mi scusi » iniziò mentre tornava verso di lui, che nel frattempo era rimasto immobile ad osservarlo
« Posso... chiederle... come stanno i miei... zii?»
Gli ci volle più coraggio del previsto a pronunciare quelle parole, e Lux sembrò rendersene conto.
   « Mio caro ragazzo, i tuoi parenti stanno bene, purtroppo » Harry non venne sorpreso per niente dall'ultima parola « Io e Hestia siamo rimasti con loro per tutta la durata dell'anno scorso. Non è stato facile, sai »
   « Immagino » si limitò a dire Harry, mentre la sua mente divagava su tutti i soprusi che ha dovuto subire a causa loro.
   « Chiedevano continuamente di sapere dove si trovavano » continuò il vecchio mago, mentre si metteva a posto lo strano copricapo violetto che portava sulla testa « Ma noi non potevano rivelare che ci trovavamo in un luogo magicamente isolato sulla costa dell'Albania! Ne andava di tutto il piano che l'Ordine aveva architettato... »
   Harry sorrise nel sentire come il mago si giustificava.
   « Mio caro ragazzo, mi piacerebbe rimanere qui a parlare con te, ma mi sembra che tu abbia un appuntamento con il Ministro » cambiò discorso il signor Doge « In ogni caso, i tuoi zii stanno bene. Sono tornati a Londra da circa un mese, mi pare. Se volessi andarli a trovare... »
   « Non credo che ne avrò mai voglia » gli disse Harry prima di congedarsi. Il mago gli fece l'occhiolino, e poi iniziò a ripercorrere il percorso per tornare nell'Atrium.
   Rimasto solo, Harry avanzò lungo il corridoio; dopo pochi passi, però, notò che era adorno di ritratti di ogni tipo. Uno sguardo più da vicino lo portò a capire che i mezzo busti dipinti appartenevano ai Ministri della Magia che si erano succeduti negli anni. Ben presto incontrò il volto di Cornelius Caramell, con la bombetta verde acido in testa, seguito subito dopo da quello di Rufus Scrimgeour, l'inconfondibile barba leonina e brizzolata in vari punti.  
   Senza neanche essersi accorto di aver raggiunto la fine del corridoio, poi, si trovò davanti ad un grosso armadio di legno di betulla che contrastava nettamente con le pareti di pietra che lo circondavano. Titubante sul da farsi, si voltò indietro, nella speranza di trovare qualcuno a cui chiedere informazioni, ma con sua grande sorpresa non riuscì più a scorgere il punto da cui era partito; dietro di lui si stagliava un tunnel che sembrava infinito.
   Dopo averci pensato qualche secondo, quindi, decise di avvicinarsi al mobile, e aprì lentamente le sue ante, scoprendo con dispiacere che il suo interno era vuoto.
   Non trovando altre alternative, poi, decise di entrarvi.
Si posizionò e chiuse le ante, cadendo in un buio profondo. Speranzoso, poi, che fosse accaduto qualcosa, le riaprì, ma si ritrovò nuovamente nel corridoio infinito adorno dei ritratti dei Ministri. Innervosito, fece un passo indietro, e toccò accidentalmente la parete di fondo dell'armadio con una spalla, quando sentì delle voci provenire da un punto che sembrava trovarsi oltre quella superficie.
   « Tu sei pazzo! Come puoi pensare che Minerva McGranitt possa assumere quello squilibrato come insegnante? » disse una voce che Harry riconobbe subito.
   « Squilibrato? Era un Auror come te, Malocchio! Come puoi pensare che non sia adatto a questo compito? » ribadì rapidamente la voce calda di Kingsley.
   Harry rimase allibito. Aveva appena udito la voce di Alastor Moody che, a quanto ne sapeva, era morto circa un anno prima nel tentativo di portarlo sano e salvo alla Tana, dopo che la protezione sulla casa di Privet Drive era svanita prima del compiere dei suoi diciassette anni. Mentre rimuginava, però, non notò che la sua spalla era penetrata nella superficie della parete lignea; dopo un istante, infatti, scomparve del tutto, probabilmente in una stanza celata dietro di essa.
   Le voci all’interno dell’armadio smisero di litigare all'istante, sicuramente per aver visto la parte del corpo di Harry che penetrava il luogo della loro discussione; resosi conto dell'accaduto, poi, Harry fece un passo indietro e, dopo un secondo di titubanza, si trovò all’interno di una camera rotonda, dando le spalle ai presenti.
Si voltò di scatto, e si trovò davanti alla figura di Kingsley Shacklebolt, vestito con una lunga tunica argentata, che gli sorrideva esageratamente. Di Malocchio Moody, però, non vi era traccia.
   « Buongiorno, Harry » lo accolse tranquillamente il Ministro, sedendosi dietro alla sua scrivania di legno intarsiata con strani simboli, mentre con un solo colpo di bacchetta faceva apparire una poltroncina color porpora dall’altra parte del tavolo « Accomodati pure. E tu, Malocchio, taci per qualche minuto » continuò, poi, ruotando la sua poltrona di mezzo giro.
   Harry avanzò verso il suo posto a sedere, mentre esplorava con lo sguardo l’Ufficio del Ministro; era di forma circolare e con un soffitto molto alto, mentre le pareti di pietra erano accoglienti ed adorne di numerosi quadri. Solo uno di essi, posto esattamente dietro la testa di Kingsley, sembrava completamente inadatto all’arredamento della stanza, segno che era stato aggiunto di recente senza l'apporto dei giusti ritocchi.
Avvicinandosi alla scrivania, poi, notò che esso raffigurava un mezzobusto di Alastor Moody, il quale stava osservando la scena con sguardo critico. Era proprio come Harry lo ricordava; l’occhio blu elettrico, i capelli lunghi e scompigliati che gli ricadevano disordinatamente sulle spalle.
   Sedutosi, poi, Harry rivolse un sorriso ad un Kingsley vistosamente agitato, mentre Moody tossicchiava leggermente dal suo ritratto, come per richiedere attenzione.
   « Ingegnoso, vero, il Portarmadio? » chiese, con aria soddisfatta.
   Harry annuì appena; non riusciva a capacitarsi di stare parlando con Malocchio Moody anche se, dopotutto, aveva già fatto molte volte la stessa cosa con Silente, nell'Ufficio del Preside.
   « E’ una mia trovata » continuò il ritratto.
   « Risulta essere un armadio normale per chi non si vuole far entrare » spiegò Kingsley « Mentre per gli altri si trasforma in un passaggio segreto »
   « Ingegnoso, non è vero? » ripeté Moody. L’essere divenuto un ritratto pareva avergli attribuito una sorta di superbia fuori dal normale.
   « Frutto della tua paranoia » scherzò Kingsley, rivolgendo un sorrisetto malizioso ad Harry, che si sentiva sempre più a disagio.
   « Ora non è tempo per giocare » tagliò corto l'altro, leggermente risentito.
   « Giusto. Harry, il primo processo avrà inizio nel primo pomeriggio, ma noi dovremo recarci nell'Aula del Wizengamot fra pochi minuti. Abbiamo solamente il tempo di spiegarti il tuo ruolo » cambiò discorso Kingsley, osservandolo con espressione contrita.
Il mezzobusto nel ritratto alle sue spalle annuì, serio.
   « Dopotutto, Malocchio è più esperto lui di me in queste cose » continuò il Ministro « Quindi, lascio a lui l'onore! »
   « Allora » iniziò, poi, Moody, osservando Harry dritto negli occhi « A quanto ne so, anche tu hai assistito a un vero processo contro i Mangiamorte, Potter »
Harry annuì; probabilmente si riferiva a quando aveva scoperto il Pensatoio di Silente, ed era stato catapultato nell'Aula del Wizengamot, durante il processo a Igor Karkaroff.
   « In quel caso, però, non si trattava di un vero e proprio processo » si giustificò subito lui.
   « Non penserai mica che le udienze differiscano così tanto da una situazione all'altra! » la voce di Moody era, se possibile, ancora più possente del solito « A quanto mi hanno detto, nemmeno quella che Caramell ha indetto per te tre estati fa risultava molto diversa »
   Harry non seppe cosa replicare; in effetti, pensò, le uniche vere differenze che aveva riscontrato erano l'assoluta mancanza di pubblico e il fatto che lui non era stato ammanettato alla sedia degli imputati.
   « Non temere nulla per quello a cui vai incontro » intervenne Kingsley, che evidentemente sentiva suo il dovere di rincuorarlo il più possibile.
   « Gli Stregoni del Wizengamot sono sempre stati dei buoni a nulla! » commentò, poi, Moody, alzando ancora di più la voce « A parte il povero Bartemius Crouch che, come ben sai, è morto per mano mia »
Rise. Harry sapeva benissimo che Barty Crouch era, in realtà, stato ucciso dal suo stesso figlio, che quattro anni prima aveva preso il posto di Moody come insegnante a Hogwarts. Ricordare la faccenda, però, non lo divertiva affatto.
   Il tempo passava molto lentamente nell'Ufficio del Ministro, mentre Malocchio lanciava qualche frecciatina sulla situazione politica del momento e Kingsley parlava in tono diplomatico; nel frattempo, Harry era sempre più in imbarazzo, per non parlare della sua agitazione per quanto a breve avrebbe dovuto affrontare.
Dopo interminabili minuti, poi, una voce suadente rimbombò nella stanza.
   « Il signor Ministro e il signor Harry Potter sono pregati di affrettarsi presso l'Ufficio Misteri » annunciò, tutto d'un fiato.
Kingsley si alzò di scatto, fece un cenno di saluto al ritratto di Moody, che ricambiò, e si avviò verso l'armadio da qui era entrato Harry. Poco prima di scomparire dietro al Ministro, però, Harry si girò di nuovo verso l'ex Auror.
   « Malocchio » iniziò, cercando di non guardarlo direttamente negli occhi; quello che stava per dirgli gli premeva dal momento in cui era entrato nella stanza « Mi dispiace che tu sia morto a causa mia »
   Moody, all'interno della sua cornice, sghignazzò leggermente.
   « Almeno sono stato ucciso dal Mago Oscuro più potente di tutti i tempi! »
 
 
***
 
   Harry e Kingsley vennero scortati al nono livello da due maghi molto robusti, che non accennarono l'intenzione di aprire un dialogo, forse intimoriti dalla presenza del Ministro in persona.
Tornare all'Ufficio Misteri causò a Harry una miriade di ricordi sulla notte in cui, sempre a causa di uno stratagemma di Voldemort, l'Esercito di Silente era penetrato nella Sala delle Profezie e Sirius era morto, per una causa che ancora non si spiegava.
   I suoi ricordi vennero, però, allontanati dalla visione dell'immensa calca di giornalisti che si ammassava vicino alla porta dell'Aula del Wizengamot. Quando li videro, tutta la loro attenzione si rivolse dalla loro parte.
   « Il Ministro! »
   « Con Harry Potter! »
   « Cosa ci fa qui? »
   Harry fece finta di non sentire le mille domande che i reporter gli rivolgevano, e si concentrò sulla ricerca di una testa bionda e riccia che sembrò non essere presente tra la folla, mentre i due maghi robusti si occupavano con successo di zittirli, invocando rispetto per la tragicità della situazione del giorno.
   Per fortuna, la porta dell'Aula si aprì subito al loro passaggio, e i giornalisti si voltarono meccanicamente verso di lei.
   « Il signor Harry James Potter è pregato di entrare » annunciò la stessa voce solenne che lo aveva chiamato dall'Ufficio del Ministro.
   Harry rivolse un rapido sguardo a Kingsley, che gli fece cenno di procedere prima di lui. Senza farselo ripetere, varcò la soglia, accompagnato da moltissimi flash per tutta la distanza che lo separava da essa.
   L'Aula del Wizengamot era proprio come la ricordava. Le pareti ricoperte da alti spalti per il pubblico, ora drasticamente vuoti, facevano sì che non si riuscisse a capire quanto fosse ampia; sul fondo della stanza, sempre seduti in una sorta di giuria, tutti gli Stregoni del Wizengamot lo osservavano con aria severa.
Pochi secondi dopo il suo ingresso, dall'alto di quella miriade di maghi e streghe apparve la figura di Kingsley, che aveva acquisito un'aria austera.
   Harry avanzò fino al centro della stanza, cercando di mostrare sicurezza, e raggiunse la grande sedia che si ergeva in tutta la sua solennità, con due manette legate ai braccioli.
   « Buongiorno, signor Potter » iniziò Kingsley dall'alto della sua postazione, come se lo avesse visto per la prima volta « Può accomodarsi »
   « Potrei rimanere in piedi? » chiese lui, in tono rispettoso.
   Sedersi, e magari venire ammanettato, era l'ultimo dei suoi desideri.
   Un brusio frenetico si alzò immediatamente in tutta l'Aula, ma fu il Ministro a porvi rapidamente fine.
   « Come desidera » tagliò corto « Ora, ritengo sia opportuno dare inizio a questa seduta. La parola a Mafalda Hopkirk, Sottosegretario del Consiglio del Wizengamot »
Poco distante da lui, un movimento annunciò che la piccola strega si era alzata dalla sua postazione, la stessa ricoperta da Amelia Bones prima di essere barbaramente uccisa dai Mangiamorte. Harry notò che non sembrava affatto cambiata da quando Hermione aveva preso le sue sembianze, quasi un anno prima.
   « Benvenuto, signor Potter » iniziò « Lei sa di essere qui presente davanti alla Corte del Wizengamot per riferire informazioni riguardo l’Inchiesta Mangiamorte? »
   Harry annuì, mentre si ergeva dinanzi alla Corte, la sedia con le manette debitamente alle sue spalle.
   « Lei sa che ciò che deve dire non deve in alcun modo differire dalla verità? » proseguì la strega, osservandolo dritto negli occhi.
   Lui annuì di nuovo.
   « Bene » la voce della Hopkirk sembrava annoiata; d'altronde, non si poteva aspettare risposte diverse da quelle che aveva appena udito « Iniziamo con le domande. Lei ha trascorso l'anno passato in clandestinità, insieme a Ronald Bilius Weasley e a Hermione Jean Granger, vero? »
   « Sì »
   La domanda lo intimoriva un po'.
   « Durante questo suo peregrinare, è venuto a conoscenza di fatti che potrebbero essere estranei al Ministero della Magia? »
   « Non credo » Harry tentava di non far tremare la voce; una sola frase poteva tradire i segreti che non voleva rivelare « Ho passato molti mesi in varie parti dell'Inghilterra, ma non penso di essere venuto a conoscenza di fatti di cui il Ministero non è al corrente »
   Le reazioni furono evidenti; molti dei membri del Wizengamot sembravano non credere a quanto aveva appena detto. Di rimando, lo riempirono di domande di ogni tipo, con lo scopo di capire dove era stato e con chi era venuto a contatto durante l'anno appena trascorso.
   « Non è nostra intenzione indagare oltre » terminò, poi, la Hopkirk, dopo aver constatato che Harry non sarebbe crollato « Ci risulta, però, che lei abbia avuto un rapporto conflittuale con il primo degli imputati di oggi. Cosa ci sa dire di Dolores Jane Umbridge? »
   A Harry venne un tuffo al cuore; la Umbridge stava per essere processata. Gli vennero immediatamente in mente le più disparate idee su come fargliela pagare per tutto ciò che lei gli aveva fatto, ma la sua razionalità lo trattenne dal raccontare enormi frottole.
   « Dolores Umbridge ha partecipato alle persecuzioni sui Nati Babbani » annunciò solennemente « E ha finto di essere Purosangue rubando un prezioso tesoro della famiglia Black »
Non sapeva come gli fosse venuto in mente, ma d'altronde ciò che aveva detto non si distaccava poi così tanto dalla realtà.
   « Di che oggetto si tratta? » lo interrogò la Hopkirk.
   « Un medaglione che recava incisa una "S", la lettera iniziale di “Sirius” »
   La bugia gli venne in mente all'istante.
   « Può provare tutto ciò? »
   Harry rifletté qualche secondo.
   « Credo che i suoi più intimi collaboratori possano confermare... » rispose, infine.
   « Molto bene. Passiamo alla prossima domanda »
   « No, aspetti! » un particolare gli era appena apparso nella mente « La Umbridge si è appropriata dell'occhio magico che è appartenuto ad Alastor Moody »
   « E che ora si trova nel mio Ufficio » intervenne Kingsley « Risulta anche a me »
Tutto il Wizengamot osservò prima Harry e poi il Ministro; quell'ultima frase aveva dato una veridicità insperata alle informazioni del ragazzo.
   Cadde il silenzio, rotto solamente dal rumore di piuma che scriveva su pergamena. Harry si voltò verso l'angolo da cui proveniva, e vide Percy Weasley intento a riportare ciò che veniva detto all'interno dell'Aula.
   « Lei conosce le identità di qualche altro componente del Ministero della Magia che ha giurato fedeltà a Voi-Sapete-Chi? » lo interrogò nuovamente la Hopkirk.
   « So solamente che l'ex Ministro Pius O'Tusoe agiva sotto l'influenza della Maledizione Imperius » si sbrigò a rispondere lui « E' l'unica persona di cui sono certo »
   « E cosa ci può dire dei seguaci più intimi di Voi-Sate-Chi? » lo incalzò una nuova voce, proveniente da un angolo indefinito della Corte, non appena fu tornato il silenzio.
   « Ho avuto a che fare con un certo Yaxley, Bellatrix Lestrange, Fenrir Greyback e molti Ghermidori »
   « Può nominare qualcuno di loro? »
   « No, mi dispiace »
   « Come è venuto in contatto con i Mangiamorte da lei nominati? »
Harry rifletté un attimo. Ovviamente, non poteva rivelare che Yaxley lo aveva sorpreso all'interno del Ministero.
   « Yaxley mi ha dato la caccia per molto tempo » iniziò, cercando di parlare con un tono di voce rassicurante « Greyback ha catturato me e i miei amici e ci ha portati a Villa Malfoy, dove abbiamo incontrato Bellatrix Lestrange e i proprietari della dimora »
   « Quindi lei afferma che Villa Malfoy veniva utilizzata dai seguaci di Voi-Sapete-Chi come nascondiglio? » la voce della Hopkirk era sempre più incalzante.
   « Sì. Vi erano tenuti prigionieri Luna Lovegood, figlia di Xenophilius Lovegood, e Olivander »
   « Il Fabbricante di Bacchette? » chiese Kingsley, con tono poco sorpreso « E' stato tenuto prigioniero a Villa Malfoy per tutto il tempo del suo rapimento? »
   Harry annuì.
   « Sa dirci il motivo per cui queste due persone sono state rapite? » riprese, poi, la Hopkirk.
   Harry rimase allibito dalla domanda; non poteva rivelare nulla che lo compromettesse.
   « Non ne ho la minima idea » si sentì dire.
   Ricadde il silenzio.
   « Passiamo ai Mangiamorte che lavoravano alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts » ricominciò, ancora una volta, il Sottosegretario « E' a conoscenza del fatto che Amycus e Alecto Carrow attuavano soprusi sugli studenti?»
   « Ovviamente si! » la ammonì Kingsley. In effetti, nessun mago poteva ignorare un fatto del genere.
   « Lei crede che il Custode Argus Gazza fosse in combutta con i Carrow? » chiese, poi, lei, lievemente risentita.
Harry rimase stupito dalla domanda; il ritmo delle richieste, poi, lo incalzava sempre più.
   « Gazza è un Magonò » rispose « Credo solo che lui si adatti molto facilmente ad ogni tipo di comando che i suoi superiori gli impartiscono »
Molti dei membri del Wizengamot parvero sorpresi da quanto appena detto, ma Harry non ci fece caso, mentre Percy e la Hopkirk prendevano nota.
   « Ci è stato riferito che lei ha asserito più volte il fatto che Severus Piton non era, in realtà, un Mangiamorte. Come può provare tali affermazioni? »
   Harry si sentì gelare il sangue nelle vene.
   Non era pronto per quella domanda.
 
  
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