Questa storia è dedicata a
Arwins, la più fedele e simpatica delle recensitrici, nonché ottima scrittrice;
e a Thiliol, il cui Fëanor (nella serie di Alatariel e Aeglos) mi ha ispirato
questa storia.
Fëanor e Nerdanel
Spirito di Fuoco
Occhi
Il marmo che Aulë
aveva donato a mio padre brillava davanti a me, in
attesa che io lo scolpissi in una di quelle statue per cui ero famosa. Scorsi
con le dita gli strumenti allineati sul tavolo da lavoro. Avevo in mente di
trasformare quel blocco candido in una perfetta riproduzione di mia sorella Telemmaitë mentre tesseva, e già scorgevo nella pietra i
suoi morbidi riccioli e le sue mani abili. Strinsi fra le
mani uno scalpello piuttosto grosso, adatto ad abbozzare la figura. Mi
avvicinai al blocco e lo sfiorai, immaginando la scultura che ne sarebbe
scaturita.
In quel momento
sentii la voce di mio padre, Mahtan, e il suono secco della porta che si
richiudeva senza cigolare. Mi aspettavo un saluto, ma non arrivò. Sentivo
un’altra voce mischiarsi con quella di mio padre, una voce impetuosa che mi
fece venire i brividi, senza che sapessi perché. Mi affacciai sulla soglia per
salutare mio padre e vedere chi fosse l’ospite.
“Buonasera, padre”
dissi.
“Buonasera a te,
figlia mia” rispose Mahtan voltandosi. “Perdona la mia assenza più lunga del
previsto, ma ho incontrato questo giovane alquanto interessante”. Così dicendo
indicò l’elfo al suo fianco: il mio sguardo si diresse su di lui come
calamitato.
Era alto, bruno di
capelli e di pelle chiara, forte ma aggraziato. I tratti del volto splendido
rivelavano un carattere risoluto e perseverante, fino alla testardaggine.
Quando abbassò gli occhi su di me, mi mancò il
fiato: essi ardevano, bruciavano, scintillavano infuocati e penetranti,
spandevano calore intorno a sé. Chinai il capo, sconcertata dall’intensità
dello sguardo del giovane elfo. Occhi da Valar, pensai, ma privi della calma
eterna che traspariva da quelli degli Ainur, occhi che bruciano senza rimorso, occhi pieni di potenza e orgoglio. il
momento in cui i nostri sguardi si erano incrociati era durato un secondo, ma
mi sentivo già ardere silenziosamente.
Ma mio padre non lasciò che il suo ospite mi
consumasse a lungo con la sua presenza.
“Questo è Fëanor
figlio di Finwë, Nerdanel” disse “Fëanor, questa è mia figlia maggiore
Nerdanel, famosa scultrice.”
“Sono onorata, mio
signore” feci una riverenza senza guardarlo. Avrei dovuto immaginare che un
tale personaggio fosse di stirpe regale! Scoprire che fosse il figlio del
nostro signore Finwë non mi stupiva affatto.
“Anch’io,
figlia del mio amico”. Rispose lui, con quella voce impetuosa
ma affascinante che avevo già sentito.
“Vedo che ti
abbiamo distratto dal tuo lavoro, Nerdanel. Torna pure al laboratorio.” Mi inchinai un’ultima volta e mi rifugiai dentro l’officina.
Non capivo come
un’occhiata e qualche parola di Fëanor avessero potuto
fare tanta impressione, a me, considerata da molti saggia e forte.
Sedetti al mio
posto a tavola, sul seggio d’argento sbalzato, abilmente forgiato da mio padre.
Telemmaitë scivolò con grazia sul suo, dopo avermi scoccato un bacio sulla
guancia. Allungai la mano a scompigliarle i capelli, ma senza tanto entusiasmo.
“Mia cara, ti vedo
turbata. Cosa agita il tuo cuore?” chiese Mahtan,
servendosi di un grappolo d’uva.
“Niente di
particolare, padre” risposi scegliendo una pesca dorata.
“Eppure
sei silenziosa e i tuoi occhi sono inquieti. Si tratta di Fëanor?” lanciai un’occhiata stupita a mio padre: non credevo che
avrebbe indovinato così facilmente la causa del mio turbamento.
“Il principe
Fëanor?” esclamò Telemmaitë. “Perché lo conosci?”
“Oggi, prima della
Mescolanza delle Luci, quando tu eri fuori a giocare, è venuto qua per vedere
delle cose nella mia officina” rispose mio padre. “E’
a causa sua?” ripetè rivolgendosi a me.
“Si” ammisi “O
meglio dei suoi occhi. Bruciano, padre! Mi sono sentita completamente esposta
al suo sguardo per un attimo, e mi sono spaventata. Non credevo di essere così
debole da tremare sotto una semplice occhiata, di un principe o di chicchessia”
dissi amaramente. Mio padre finì di masticare pensosamente la sua uva.
“Non sei tu a essere debole, e lui che è terribile” disse infine.
“Guardati da Fëanor Curufinwë, Nerdanel! Egli è destinato a
un fato glorioso, ma non so se nel bene o nel male. Grande nelle arti, e di
mani più abili anche delle mie, sebbene ancora sia giovane e meno esperto di
me, discepolo di Aulë. Il fuoco cova dentro di lui,
egli è forte e deciso, geniale, ma non saggio. L’ho incontrato nell’opificio di
tuo zio Teilianaur, dove osservava mio fratello lavorare le pietre preziose che
tanto ama. Al mio arrivo, conoscendomi di fama, mi è venuto incontro e mi ha
chiesto molte cose, sono rimasto colpito dalla sua vivace intelligenza e
dall’ardore che traspare dai suoi occhi. Sarei orgoglioso di averlo come
discepolo, per quello che posso ancora insegnargli, ma non mi fido di lui. Certamente presto il suo nome sarà famoso in
tutta Arda, ma se a causa di opere buone o malvagie,
questo è il mio dubbio”.
“Non è il figlio
della nostra signora Indis, vero, padre?” chiese Telemmaitë dopo un lungo
silenzio.
“No, è il figlio
della precedente moglie del Re, Miriel. Lei è morta dopo aver partorito Fëanor:
tutta la forza che aveva è fluita nel principe, la forza che avrebbe potuto
nutrire molti.”
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Suilannan len, mellyn nin!
(Vi saluto, amici miei)
Eccomi tornata con una nuova storia.
Siete contente, Arwins e Thiliol?
Premetto che io all’inizio odiavo Fëanor,
però a forza di rileggere il Silmarillion ho mutato opinione su di lui, fino a
giungere a un profonda ma controverso affetto.
Nerdanel invece mi ha sempre interessata, poiché deve aver avuto una pazienza strepitosa per poter sopportare questo Spirito di Fuoco.
Grazie mille a chiunque abbia
letto, seguito, ricordato o recensito la mia storia (le recensioni sono
moltoooooooo gradite)
Un bacio, a presto
Elothiriel