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Autore: _Lady Arwen    10/01/2011    2 recensioni
A detta di tutti, l’Ombra era un essere spaventoso. Gareth lo definiva l’incubo della sua infanzia, Seira lo ricordava con terrore. Persino Arianna aveva perso la sua solita aria maliziosa vedendolo. Era un uomo, se così lo si poteva chiamare, malvagio. Anzi, con tutta probabilità malvagio non era altro che una definizione riduttiva.
O almeno, questo era ciò che Claire aveva intuito attraverso le testimonianze di Seira e di tutti coloro che l’avevano incontrato.
Per questo motivo non poteva fare a meno di stupirsi di essere più perplessa che terrorizzata.
La mia immaginazione deve aver lavorato troppo, a quanto sembra.
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Capitolo VI – L’incendio. Il sogno

 

Passò la notte; il cielo cominciò ad essere rischiarato dalle prime luci del pallido sole mattutino.

La pioggia era cessata: qua e là, gocce di rugiada cadevano dalle foglie.

A piedi nudi, sull’erba bagnata, Seira correva a perdifiato, i muscoli che le dolevano, la testa che le martellava ancora dopo un risveglio piuttosto brusco.

Correva, con i polmoni che le scoppiavano.

Aveva bisogno di Claire, e sapeva benissimo dove trovarla, a quell’ora.

 

-Dove te ne vai, a quest’ora?-

Tutto l’interesse che Claire provava verso quel giovane arrivato all’improvviso si stava gradualmente mutando in irritazione. La ragazza respirò profondamente e contò fino a dieci, onde evitare una risposta sgarbata.

E’ pur sempre un ospite.

-A fare una passeggiata, per svegliarmi.- tagliò corto.

In realtà, sentiva il bisogno fisico di allenarsi. Per calmarsi, per riflettere, per cercare di ricordare a chi appartenesse quel nome.

Redan.

Ma aveva bisogno soprattutto di solitudine.

-Beh, allora a dopo- borbottò, e fece per andarsene.

Con sua sorpresa, Gareth la fermò.

-Aspettami, vengo con te. Anche io voglio… svegliarmi.- sogghignò, enfatizzando quell’ultima parola. Claire arricciò il naso, contrariata. Poi fece un cenno di diniego.

-Non se ne parla.-

-Perché?-

-Perché ho deciso così. Ciao-

Detto ciò, uscì di casa sbattendo la porta.

Gareth attese per qualche minuto, poi scoppiò a ridere e la seguì.

 

Claire provò diverse volte a liberare la mente, ma non ci riusciva. I suoi pensieri andavano costantemente agli avvenimenti della notte precedente.

Il calore rassicurante del ciondolo, la sensazione di pace che lei aveva provato, e quel nome. Averlo impresso a fuoco nella mente e non riuscire ad attribuirlo a nessuno le dava un fastidio tremendo.

Non riusciva neppure ad allenarsi in maniera decente; era troppo persa nei suoi pensieri.

Quasi non si accorse di Seira, che la chiamava a squarciagola.

-Claire!Per fortuna sei qua!-

La ragazza si riscosse. Scostò alcune ciocche di capelli dal volto e fissò la sua amica con aria interrogativa e preoccupata.

Seira aveva il fiatone, un graffio sulla spalla e delle occhiaie profondissime.

Il volto da bambina era sporco di terra.

Claire non l’aveva mai vista così sconvolta.

-Cos’è successo?-

-La casa di Rudy… ha preso fuoco…-

Claire si portò istintivamente le mani alla bocca.

Non riusciva a crederci.

Non può essere vero.

In quell’istante vide passarsi davanti agli occhi ogni ricordo della sua infanzia da quando era arrivata a Junefield. Rudy era diventato un fratello, per lei.

Non può essere vero.

-Lui…lui come sta?Sta bene?- rantolò dopo un lungo silenzio carico di tensione, sperando con tutta se stessa che al giovane non fosse accaduto nulla.

Il silenzio di Seira, accompagnato da quegli occhi spenti e disperati, le fecero capire che la sua era una speranza vana.

Crollò a terra, e scoppiò a piangere.

Quando Seira provò ad abbracciarla, lei la scansò.

-Voglio vederlo- mormorò Claire tra i singhiozzi.

Seira annuì gravemente. Aiutò l’amica a rialzarsi e lentamente si incamminarono verso la casa di Rudy.

Nascosto da una fitta rete di alberi, Gareth osservava la scena.

 

-Che c’è, si batte la fiacca, Namasen?-

-Non essere scortese, stamattina sono venuto a chiamarti a casa tua, ma non c’eri. Ti ho cercata dappertutto!Non sapevo fossi così mattiniera…-

-Ma certo!Guarda un po’ che cosa ho per te!-

-Per…per il tuo compleanno…-

 

Dopo aver visto i resti carbonizzati del corpo di Rudy, Claire continuava a ripensare al loro ultimo incontro, avvenuto il giorno prima. Il ragazzo che era da sempre il suo migliore amico, il ragazzo che l’aveva aiutata nei momenti di difficoltà, il ragazzo che si divertiva a prenderla in giro chiamandola per cognome giaceva sul terreno, ridotto a un cumulo di cenere, sotto gli sguardi carichi di pietà e tristezza di tutti.

Rudy.

Così insopportabile.

Così cinico.

Così spiritoso.

Così solare e allegro.

Sarebbe diventato sicuramente un ladro, non faceva altro che rubacchiare qua e là.

E ora era morto.

 

Una bambina che corre sorridendo, i capelli rossicci che le svolazzano sul viso, le scarpe che si macchiano di fango e che producono un leggero rumore sul selciato.

Ha in mano dei fiori di campo, e con aria orgogliosa li consegna a sua madre.

E’ soddisfatta.

Come ringraziamento per il suo regalo, le viene dato un tenero bacio sulla guancia.

Un altro bambino si unisce alle due; arriva trotterellando, non può avere più di quattro anni. Anche lui porge il suo dono alla madre: una margheritina.

Una famiglia felice.

La bambina abbraccia il suo fratellino, poi lo prende per mano.

E’ ora di tornare a casa.

In quel momento, la quiete viene disturbata da un boato.

Poi, il fuoco.

 

Quando Claire si svegliò, era notte fonda. Senza rendersene conto, si era addormentata accanto al corpo di Rudy.

E aveva sognato.

Quel sogno l’aveva resa ancora più inquieta.

Chi era quella bambina?

La ragazza fu costretta a interrompere il filo dei suoi pensieri: il rumore di alcuni passi la fece riscuotere.

-Chi è?- esclamò, stancamente.

Alzò leggermente lo sguardo: era Gareth.

-Vattene- borbottò, irritata. Non aveva nessuna voglia di litigare.

Il giovane non disse nulla, e si sedette accanto a lei.

-Tuo padre ti sta cercando. Era preoccupato, e così mi ha mandato a cercarti. Tutto qua.-

-Non è mio padre.-

Gareth non poté fare a meno di trattenere la sorpresa.

-Ah, no?-

-No. Mi ha adottato. Ora lasciami in pace.-

Rimasero in silenzio per un po’. Poi, il ragazzo prese di nuovo la parola.

-Comunque, mi hanno detto che… il tipo, qui… era amico tuo. Mi dispiace.-

Lei non rispose, ma Gareth continuò il suo monologo.

-Se vuoi la mia opinione, però, è un po’ strana questa storia dell’incendio. Ieri ha piovuto per tutta la notte, e quella era una casa di legno…-

-Stà zitto.-

-Insomma, non c’erano i presupposti. Secondo me si tratta di un incendio doloso. Ora, io non me ne intendo, ma magari a causa di una qualche magia…-

-STA’ ZITTO!-

Il grido di Claire fu talmente straziante che Gareth fu costretto a tacere. Iniziava quasi a capire quella ragazza.

Riflettendoci…solo una magia può aver ridotto un essere umano in questo stato.

 

 

Aky’s corner

Sono stata abbastanza rapida stavolta, mi stupisco di me stessa!!Quando l’ispirazione arriva, arriva… tuttavia non sono molto soddisfatta del risultato, fatemi sapere cosa ne pensate!!

Aky

  
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