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Autore: Myrose    11/01/2011    6 recensioni
Il Giardino dei Demòni è un luogo dell'anima, ove danzano, discinte, le riflessioni sul fascino misterioso e magnetico che il Lato Oscuro del cuore, innegabilmente, possiede. Vi troverete, sapientemente nascosti, ad osservare il Demone oppure a condividerne il punto di vista... Lasciatevi sedurre dall'irriverenza sottile del Maggiordomo nero!
Inserita tra le storie scelte per munifico dono di Erika.
Genere: Dark, Introspettivo, Poesia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sebastian Michaelis
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Quel maggiordomo, cinica irriverenza.
 
La tua vita, ai miei occhi eterni,
è breve e tremolante come fiammella,
ghermita di soppiatto
da un generoso e folle Prometeo*
e tu lo sai,
mio effimero seppur giovane Conte.
La tua vita, ai tuoi occhi marchiati,
è quid di indefinito,
come fuggevoli ombre di terra di Levante**,
come tela sgretolata simulacro dell’odio***,
e tu ne sei conscio,
mio spietato Signore di glauco sguardo.
Non mi chiedi una Giustizia
quale io non saprei mai darti.
Come Aletto furiosa****,
mi ordini crudeltà stillanti liquami,
che le tue piccole mani intonse
non si sognerebbero mai di toccare,
come se, così facendo,
tu le preservassi dalla lordura.
Dall’alto del tuo trono usurpato,
professi a te stesso una nobiltà apparente,
mio bastardo ed ignobile Conte,
dacchè sol io son perfetto d’esecrabile imperfezione,
tu, invero, incarni la più folle delle menzogne!
 
Annotazioni
*    Prometeo è una figura centrale dell’immaginario mitologico greco,
     rappresentato magistralmente dal sommo poeta tragico Eschilo,
     nonché ripreso dal Goethe e dal nostro Leopardi. Egli è figurato
     come un grande amico degli uomini, per i quali ruba il fuoco
     divino per farne dono all’umanità che ne era sprovvista, subendo,
     per tale gesto, l’ira terribile di Zeus.
**   Si allude, con questo gioco di parole, alle ombre cinesi!
***  Vezzoso richiamo al “Ritratto di Dorian Gray”, che il Demone
      presumibilmente conosce, essendo stato edito in Gran Bretagna
      nel 1890!
**** Aletto, insieme a Tisifone e Megera, erano le Erinni greche, dee
      della vendetta. Per la mitologia latina, esse erano chiamate Furie.
      Venivano invocate per punire i gesti di malvagità ed ingiustizia,
      implacabilmente, con spietata cattiveria, quasi.
 
Note d’Autore.
In questo brano, ho approfondito la mia personalissima visione del concetto di Nobiltà. Trovo si faccia un uso distorto di tale sostantivo. Per indicare un Conte, ben si potrebbe usare il termine “blasonato”, quale derivante dallo stemma patrizio, che i casati socialmente diversi dal volgo possedevano ed esponevano come “chiave di volta” nell’arcata dei propri portoni d’entrata. Orbene, nel significato che L’Accademia della Crusca conferisce al termine “Nobile”, si può leggere: dignità, eccellenza, elevazione, elezione.
La vera Nobiltà è quella del cuore, dell’animo che resti puro dinanzi alle avversità, che sia mondato dalla vendetta, che si elevi verso un ideale di Giustizia che sia quella della legalità, non quella personale!
Ergo, cosa potrebbe pensare un Demone (coerentemente fiero d’esserlo, per ribellione allo status celeste) dinanzi agli ordini del “nobile” Ciel? Che quella  tanto vantata o, meglio, millantata, non sia nobiltà, bensì supremo egoismo e menzogna: tanto dinanzi al mondo (egli è pur sempre il “cane” della Regina) tanto dinanzi a se stesso!!!
 
Miei graditissimi Ospiti, miei deliziosi Lettori,
siete la gioia del mio cuore assetato delle vostre riflessioni così argute, delle vostre interpretazioni ardite, delle vostre proposte, delle vostre critiche, che rendono saporosa e degna d’esser vissuta questa esperienza salottiera! Ed oggi, in vostro onore, in barba ad ogni dieta, accompagneremo il nostro thè satollandoci con torta Sacher, biscottini viennesi ed i famosi cioccolatini di Mozart, magari con un sottofondo Straussiano dal “Bel Danubio blu”, perché…. La felicità di vedervi o di rivedervi qui è cosa da celebrare degnamente!

Ma passiamo alle ciarle individuali!
 
Redseapearl: Mia Cara, quel “mèlico” era lì apposta per te, come piccolissimo amo cui farti abboccare! Sapevo che avresti notato l’assonanza col Mèlo… (Magari, ci scappa una shot sulla voce del medesimo?) Circa il lessico aulico, ci sono alcune poesiole che “nascono” così, articolate e quasi “antiche”. Forse uso termini non immediatamente comprensibili, ma so che tu hai la grinta curiosa che ci vuole, per interpretare il componimento e riuscire a comprenderlo appieno! Grazie di esserci, come sempre, da sempre! ^^
 
Kiriku: Dolcissima Amica! I tuoi auguri sono cosa sempre graditissima, come i dolcini di cui son ghiotta! Mi regali un’immensa soddisfazione, quando dici che, pur non conoscendo bene il personaggio, non ti sei arresa, ma hai saputo cogliere lo sfondo “dark” in cui si muove, ora, il nostro Sebastian. I tuoi complimenti mi rallegrano e mi rendono felice! Grazie di essere qui! Sarai sempre la benvenuta! ^^
 
Lirin Lawliet: Mia Conterranea, mia Esegeta dal finissimo lessico ed ancor più sottili pensieri, sono rimasta commossa ed annichilita dalla tua acribia analitica! Mi hai totalmente soggiogata in due espressioni da te sapientemente usate: “versi di carne e spirito” e “schiava dell’arte”… Mi hai commossa!!! Come mi ha entusiasmata la tua analisi, perché ogni tua parola rispecchiava esattamente tutto ciò che volevo dire! Grazie, mia giovane Amica! Grazie dei tuoi pensieri e ricorda: non voglio inchini, ma il frutto della tua mente classicheggiante! E confesso che non dovevo pubblicare questa poesiola, ma l’ho scelta per venire incontro ai tuoi gusti. Spero tu voglia gradire! ^^
 
Aphrodite: Mia Gentilissima, mia Romantica spigolatrice di sentimenti nascosti, quale gioia immensa mi hai regalato, tornando a visitare questo salotto! Mi sei tanto mancata!!! Bellissima la tua espressione “ciò che venne perduto e ciò che si divenne”, pregevole esempio d’assonanza e poesia che mi ha stregato il cuore! Sono estremamente soddisfatta che tu abbia colto la “logicità” dell’evoluzione del rapporto amoroso del Demone con la musica e, devo dire, sono completamente d’accordo con te sulle fascinazioni che possano scaturirne (che io spero di leggere prestissimo nelle tue righe). Confesso, poi, che questa poesiola è nata ascoltando il concerto di capodanno dei Wiener Philharmoniker, un trionfo di suoni meravigliosi che mi hanno sedotta, al pari del Michaelis! L’amore di Sebastian per la musica, quindi, è anche il mio! PS: Niente inchini... Altimenti, come assaggi la Sacher??? ^^
 
   
 
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