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Autore: _Vergessenes Kind_    11/01/2011    1 recensioni
Andy Winchester si sta trasferendo in Inghilterra, sull'aereo incontra un ragazzo, Harry. E se Harry fosse suo fratello?? Cosa succede quando Harry prsenta alla sua nuova sorellina i suoi amici? Spero di avervi incuriosito un minimo... E spero che sarete clementi, visto che è la mia primissima ff... grazie a tutti!
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Hi everybody!!! Come va la vita? Io insomma... ma basta cianciare ( esiste come termine? mah!) Coooomunque buona lettura!

Capitolo 17


(Alex Pov)

Sono seduto sul letto, mentre quelle due guardano, a bocca spalancata, ogni parete della mia camera. C’è un silenzio imbarazzante che mi fa quasi paura. “Alex, perché hai delle armatura in camera?” mi chiede Andy guardandomi negli occhi.

Mi piacevano. Ho come l’impressione che mi proteggano, mi fanno sentire al sicuro”. Vedo che Andy l’ha presa abbastanza bene, visto che si è seduta accanto a me sul letto. Karina invece si è fermata, stava fissando un quadro quando è scoppiata a ridere. Mi alzo per vederne la causa e solo dopo mi accorgo che è quel quadro. Mi ci pianto davanti, non voglio che la veda anche Andy. “Che hai da ridere?” chiede Andy. Lei non risponde e continua a indicare il quadro che ormai è coperto da me in parte.

Mentre sto prendendo il cellulare per chiamare Alfred, Karina spiega “O mio Dio! Erano vestiti con dei vestiti tipo del settecento, Alex aveva una parrucca ridicola. Ahhahah”.

Andy inizia a tartassarmi di “ti prego” per farle vedere l’opera d’arte. Mi sposto di lato e aspetto la sua reazione. Andy non si mette a ridere, come aveva fatto la sua amica.

Questa è l’unica foto dove c’è anche tuo fratello?” chiede. Come diavolo ha fatto a capirlo.

Vedo Karina che strabuzza gli occhi, e controlla le altre foto sulle pareti della stanza. “Scusa, non volevo! Ho un tatto pari a quello di un elefante!” e mi abbraccia.

Kary, guarda che non è mica morto”, si stacca da me e mi guarda interrogativa come Andy. “Dopo vedrete” dice una voce sulla porta. Mi giro e vedo Alfred che mi sorride.

Signorino sono le cinque, è l’ora del tè. Signorine vi prego di seguirmi.”

Prendete ancora il tè alle cinque? Ed io che pensavo fosse una leggenda metropolitana” mi bisbiglia Andy mentre attraversiamo il salone. Mi giro verso Karina che guarda la stanza meravigliata, sempre a bocca aperta. Anche Andy ogni tanto fissa l’enorme sala, ma almeno ha la decenza di rimanere a bocca chiusa.

Praticamente nessuno lo prende più, ma mia madre, la regina dei ghiacci , vuole che si mantenga questa tradizione. E’ una donna abbastanza fissata per queste sciocchezze. Per lo più io a quest’ora faccio merenda. Così potrete ammirare il giardino, vanto di quell’insopportabile confetto umano che avete incontrato prima ”.

Signorino...” mi dice Alfred, sorridendo. Sa che i miei commenti sono offensivi, ma almeno sono divertenti.

Alfred, ho ragione. Sembrava un enorme confetto”. Lui scuote la testa sconsolato e ci fa strada per il giardino.

(Andy Pov)

Dopo aver attraversato un numero infinito di stanze enormi, decorate con quadri, arazzi, mobili intagliati ed enormi lampadari di cristallo elaborati, arriviamo in giardino. Proprio come l’interno anche l’esterno mi lascia senza fiato. E’ un enorme giardino, con erba talmente fine che sembra un tappeto. Al centro del giardino c’è un enorme chiosco circondato su due lati da cespugli, accanto alla scaletta di entrata. Non riesco a smettere di fissare quell’opera d’arte. Gran parte del tetto è ricoperto di foglie, forse edera, che scende come un velo anche su tre lati, coprendoli interamente, mentre solo in parte sopra la scaletta come a formare un sipario di foglie. Non mi sono accorta di essermi fermata a guardare estasiata il chiosco finché Alex non mi prende per un braccio e mi trascina sul vialetto con la ghiaia. Un maggiordomo ci scosta leggermente la parete di foglie e entriamo. Karina è già dentro, seduta su una sedia e Alfred le sta versando il tè. Anche l’interno è spettacolare: la luce entra a forza dai piccoli spiragli tra le foglie, dando così un effetto surreale. Non è buio, ma nemmeno tanto luminoso, il giusto per vederci. Mi metto a sedere su una sedia e Alfred mi si avvicina “Vuole del tè, signorina Winchester?”, chiede sorridendomi leggermente.

Eh? ” rispondo imbambolata ancora a causa dell’esterno del chiosco, vedo che in mano ha una teiera e faccio 2+2. “Si grazie, se è possibile con un paio di zollette di zucchero.” Il maggiordomo mi sorride e mi passa la tazzina. “Alex questo posto è magnifico” dice Karina, tra un sorso e l’altro. “Penso che non abbia fatto lo stesso effetto a Andy è rimasta shoccata prima” dice lui tra le risate.

Cosa?”rispondo. *Non sto capendo più niente,dovrò farmi ricoverare*

Non è ancora arrivata la parte migliore. Alfred, Bernard, Charles e Theodore, credo che possiate farlo” urla Alex alle foglie. Le foglie iniziano a muoversi e la luce aumenta. Alex mi fa segno di guardare in alto. Come se fosse apparsa dal nulla vedo una cupola. E tutta d’oro. Appena la luce inizia ad aumentare noto più cose: al centro c’è un enorme fiore a otto petali, intorno vi sono diverse specie di uccelli e di felini. Come se stessero danzando, intorno vi sono quattro fanciulle ognuna di loro vestita di bianco ma con in mano quattro cose diverse: un fiore bianco, un girasole, un melograno e una foglia di alloro. Ancora intorno dei piccoli angioletti suonano delle cetre. La loro melodia dovrà essere bellissima se cantano per delle ragazze così belle. Non riesco a staccare gli occhi dal soffitto, anche se inizio a sentire un dolore lancinante al collo. Sembra quasi che la melodia che stiano suonando io la senta. Una melodia che alterna suoni vivaci e forti a suoni tetri e duri. Mi giro verso Alex e lo vedo con un violino in mano a occhi chiusi, strusciare con l’archetto sulle corde. Sembra estremamente concentrato, la sua faccia si contrae facendo delle strane espressioni in corrispondenza dei suoni emessi.

Bell’esecuzione” dice Alfred facendo gli applausi ad Alex, che da il violino ad un altro maggiordomo, alla fine dello 'spettacolo'.

Insomma, ho sbagliato un paio di note” dice lui arrossendo leggermente. Io resto a bocca aperta, mi sembra di sentire ancora la melodia in testa. Mi giro verso Karina che ha più o meno la mia stessa espressione. “Wow! Oh mio dio, suoni divinamente!” sbraita lei correndogli incontro e facendogli quasi cadere la tazza dalle mani. Io resto imbambolata a fissarlo, se non mi viene un infarto oggi, non mi verrà mai più.

Ah, vedo che ha fatto la sua solita entrata plateale” dice una voce dietro di me. Alex sorride e nel mentre si precipita verso la porta mi giro anche io. Due signori piuttosto anziani in tuta da tennis stanno sulla soglia e insieme abbracciano Alex, che si stacca e ci presenta “Nonna e nonno, queste sono due mie amiche, Andy e Karina”. Io, dopo essermi alzata, e Karina andiamo a salutarli, il signore ci fa un baciamano e la signora ci da un bacio sulla guancia. “Volete sedervi con noi?” chiede Alex tutto contento. “Va bene Rose se per un po’ stiamo qui con questi giovanotti?” “Ma chi se ne frega Dominic delle signorine, senza offesa ragazze, io voglio stare col mio nipote preferito.” dice la signora abbracciando di nuovo Alex. Lui arrossisce “Nonna!” “Che c’è non posso nemmeno più abbracciarti? Che nipote ingrato” e gli tira un buffetto sulla guancia. Alex li fa accomodare accanto a noi, alla mia sinistra suo nonno e alla destra di Karina la nonna. Guardo il signore e all’improvviso mi sembra familiare. E’ identico ad Alex: stessi occhi verdi intenso, stesso mento, stesso naso, sembrano la fotocopia una dell’ altro se non fosse per i capelli: Alex li ha neri come la pece, suo nonno leggermente più grigiastri. “Cosa le porto signore?” chiede Alfred al nonno di Alex. “Uno scotch liscio” risponde secco. “Non ci pensare nemmeno Dominic. Sai che non puoi berne più di uno al giorno, e ho visto che dalla bottiglia in casa nostra ne mancava un po’! Dell’acqua per tutti e due, Alfred”. Vedo il signor Dominic fare una smorfia in direzione della moglie che ricambia. Io e Karina ridiamo sotto i baffi e l'anziano ci fa un occhiolino.

Restiamo a chiacchierare con in nonni di Alex, finché i due si ricordano dell'allenamento di squash e ci lasciano nel chiosco.

Wow Alex, i tuoi nonni sono dei veri sportivi” dice Karina. Io annuisco stupefatta.

Si, hanno una settimana peggiore quasi della nostra, il lunedì allenamento di Tennis e poi Ginnastica; Martedì, mi sembra, squash e equitazione; Mercoledì Nuoto e Acqua Gym; Giovedì sono invitati tutto il giorno alla villa della regina per parlare di politica; Venerdì, cioè oggi, Tennis, squash e Yoga; il Sabato si danno all'arte, con musei, e giri 'turistici' e la Domenica invece la usano per riposarsi, anche se penso che mio nonno la voglia usare per fare altri sport, come l'immersione nel lago dietro alla villa, mentre mia nonna vorrebbe usarla per andare in giro per negozi, sapete, anche se ha ormai 70 anni è ancora una fanatica dello shopping” ci spiega. Ora veramente la mia mascella sta scavando un solco nel terreno. Idem quella di Karina.

...” sono senza parole.

Ragazze, tutto ok?” ci chiede il moro.

Non puoi darci tutte queste informazioni tutte in una volta” dico io.

Lui si mette a ridere, poi si alza dall sedia di vimini su cui era seduto.

Volete vedere il resto del giardino e della casa?” ci chiede.

Io mi alzo subito e lo prendo a braccetto, Karina fa lo stesso dall'altro lato, lui, sempre ridendo ci guida fuori dal chiosco. Visitiamo tutto il giardino che è di una bellezza straordinaria, ci sono piante di ogni tipo, da alberi grandissimi a piccoli cespuglio di rose rossissime. Durante la 'visita guidata' nel giardino nel mentre sto ammirando uno di questi cespugli di rose mi senti mordere una caviglia, faccio un salto, girandomi, e vedo un barboncino bianco come il latte che guarda alternativamente male me, e affamato la mia caviglia. “Alex, cos'è questo cane, un mostro? Mi ha appena morso la caviglia” dico ad alta voce. Lui si gira e manda via il cane dandogli una botta sul sedere. “Scusa non mi ero accorto che quell'idiota di cane fosse in giardino, comunque, si è un mostro. È il cane di mia madre, si chiama 'Principessa'. Bel nome eh?” dice sarcastico.

Io alzo un sopracciglio, poi scorgo un'ombra che mi si avvicina minacciosa. “Alex, non è che avete delle bestie pericolose in questo giardino?” chiedo indietreggiando leggermente. Lui scuote la testa “Le uniche cose pericolose in questa casa sono Debbie e Principessa...” “... e quello che può sembrarlo, pericoloso, intendo è...” non finisce la frase perché l'ombra con un scatto mi salta addosso.

Aaaahhhhh” urlo, chiudendo gli occhi, quando li riapro mi trovo davanti il musone di un cane enorme, che inizia a leccarmi la faccia.

... appunto, lui è Principe, il nome l'ha scelto mia madre, ma non farebbe male ad una mosca, ma si diverte a fare gli attentati alle persone” continua Alex, togliendomi di dosso il bestione.

Principe è un labrador beige, molto grande con una faccia dolcissima. Io mi pulisco la faccia, poi mi metto ad accarezzarlo, cosa che a lui piace poiché si mette a pancia all'aria. Karina se la ride. Io la guardo male.

Che bello” dico. Alex sorride. Quando smetto di accarezzarlo il cagnolone parte alla ricerca di qualcun altro a cui attentare. Dopo un paio d'ore di giri nel verde entriamo in quella che Alex ha chiamato 'casa' ma io sarei più propensa a nominare 'villona vecchio stile enorme'. Passiamo dalle cucine nelle quali grazie all'affabilità e alla gentilezza di Alex le cameriere e le cuoche ci rimpinzano di pasticcini e dolcetti vari. Mentre saliamo Alex ci fa da cicerone, spiegandoci a cosa serviva questa o quella stanza, prima di diventare la loro residenza. Stiamo per entrare di nuovo nella camera di Alex quando Deborah, la sorellina di Alex, ci si para davanti, guarda me e Karina, poi mi si avvicina e mi fa un inchino degno di una regina, che io ricambio volendo stare al suo gioco, poi si rialza.

Buondì, mia dolce donzella, si vuole presentare” dice in maniera pomposa.

Io rimango un po' sconvolta, mi giro verso Alex, che ridacchiando mi fa il cenno di continuare.

Buondì, mia cara bimba, mi chiamo Andy, si vuol presentare lei, adesso” dico, giocando, ma continuo a non capire come mai prima Alex l'abbia trattata tanto male, perché a me non sembra per niente perfida come l'ha descritta lui. Ora è vestita diversamente da come lo era prima, indossa un vestito da principessa, azzurro chiaro, con un piccolo diadema tra i capelli mossi.

Ora intervengo io, se permettete, mie care fanciulle” dice Alex “Andy, questa è la mia sorellina preferita, Caroline. Caroline, queste sono Andy e Karina, due mie carissime amiche” spiega. Aspetta, ma sua sorella non si chiamava Deborah?

Alex, ma tua sorella non si chiamava Deborah?” chiedo.

Lui sorride, prendendo in braccio la bimba. “No, cioè Caroline e Deborah sono due gemelle omozigote” spiega. Ah... ora è tutto chiaro.

Mio caro fratello mi metteresti a terra per piacere, sai Principe e Principessa devono mangiare e sai quanto mi diverto a darglielo” dice la piccola. Lui obbedisce.

E la biondina sparisce in uno dei corridoi.

Entriamo nella sua camera e io stravolta mi stendo sul letto. Mentre Karina e Alex parlano di non so bene cosa io mi guardo intorno, questa camera è enorme, sul soffitto un lampadario a gocce risplende della luce dei raggi che arrivano dalle finestre, ci sono due armadi molto antichi, uno con decorazioni occidentali, uno orientali, con un drago di legno sulla sommità. Mi sto appisolando quando sento un rumore di chitarra espandersi dall'alto. Faccio un salto sul letto, mi giro verso Alex.

Hey, ma chi è che suona in casa tua?” chiedo. Lui sospira.

È ora di farvi conoscere l'ultimo membro della mia famiglia” dice, poi si alza e apra l'anta dell'armadio più grande, e con mia grande sorpresa ci entra, io e Karina lo seguiamo.

Dentro l'armadio ( fa tanto le 'Croniche di Narnia', ma tranquilli, non finiamo in un mondo incantato e bla bla bla ) c'è una scala a chiocciola, che saliamo. In cima c'è un'altra porta. Che apre in una stanza che somiglia alla cucina di un single, visti i cartoni di pizza di almeno un mese fa, i calzini e le magliette sparse in giro. Alex scuote la testa e prosegue in mezzo a questo casino. Apre un'altra porta che da invece in una stanza da letto ancora più incasinata della 'cucina', un letto sfatto, una scrivania invasa da cd, foglietti, briciole, panni e altro di cui non ne capisco l'origine. Alex fa un faccia un po' schifata, poi bussa ad un'altra porta.

Ivan, apri sono io” dice.

Sentiamo un'imprecazione non proprio gentile riferita ad Alex, poi un rimestio di chiavi e finalmente la porta si apre, rivelando un ragazzo sui venticinque anni moro, alto, con un paio di jeans e una t-shirt dei Metallica, che ci guarda stupito.

Ciao Alex, da quanto non venivi su eh?” dice, spettinando il moro più piccolo, che gli ringhia qualcosa che dovrebbe essere un 'non mi toccare i capelli o ti uccido seduta stante'.

Chi sono queste due ragazze?” chiede poi.

Salve io sono Karina Bennet, un'amica di Alex... ” “e io sono Andy Winchester, piacere” diciamo, porgendo la mano, lui le stringe presentandosi a sua volta.

Piacere mio, Ivan Mures, fratello del suddetto” dice, facendoci ridere.

Già, lui è il mio trasandato fratello” lo presenta Alex ironico. Il più grande gli tira uno scappellotto sulla nuca.

Ahi” “Te lo sei meritato, così impari a dire male del tuo fratello maggiore” risponde al lamento Ivan, facendo l'offeso. Poi però ci guarda.

Ragazze, lasciando mio fratello da parte, vi va di sentire un po' di musica, sempre che vi piaccia il metal” ci chiede, girandosi verso la porta da dove è spuntato.

A Karina si illuminano gli occhi, lei è una patita di quel genere di musica, io non mi sono mai interessata alla musica spacca-orecchie(che non me ne vogliano a male, le/i fan del metal. ^^), ma chissà...

Entriamo nella stanza da cui Ivan è uscito e ci troviamo in un'enorme sala registrazioni, con tutte quelle macchine con quei 400 bottoni, alcuni rossi, alcuni verdi. Davanti a noi c'è un enorme 'finestra' che ci mostra la sala dove si canta ( non so il nome, perdonatemi) con tanti microfoni. Al contrario del resto della soffitta, che potremmo chiamare quasi attico, da quanto è grande, qui regna l'ordine, con gli spartiti tutti impilati ad un lato della grande scrivania, mi giro un po' e vedo un'altra stanza, in cui, sbirciando, vedo strumenti musicali di tutti i tipi, da chitarre elettriche e acustiche, una grande batteria, bassi, trombe, violini, e addirittura un pianoforte a coda.

Alex si siede subito su una sedia davanti al vetro, io e Karina seguiamo il suo esempio. Ivan nel frattempo si è messo al 'comando' di quegli aggeggi con tutti quei pulsanti. Dopo poco iniziamo a sentire una melodia dolce, che in meno di trenta secondi diventa più forte, fino a raggiungere il livello di metal vero e proprio. Ivan, mentre la musica continua, si gira verso di noi e ci guarda per capire quello che pensiamo; devo ammetterlo non è male, per niente male.

Quando finisce il moro grande blocca la macchina.

Wow” sospira Karina, con gli occhi grandi come due palline da baseball.

Bella, ma l'hai scritta tu?” chiedo.

Lui annuisce. “Quindi vi è piaciuta?” ci chiede di nuovo.

Noi annuiamo. E lui fa un sorrisetto girandosi verso il fratello che fa il broncio. “Hai visto fratellino, siamo tre contro uno, sei l'unico a cui non piace la mia musica” dice, guardandolo con sguardo di sfida.

Il più piccolo fa una smorfia e fa l'offeso. Noi ci mettiamo a ridere, poi mi riviene in mente la stanza degli strumenti.

Ivan, scusa ma se tu fai solo metal, come mai hai un pianoforte a coda in quella stanza?” chiedo, indicandola con la testa.

Lui alza le spalle “Non è mio, è suo” dice, indicando il fratello.

Io mi giro verso Alex “Sai suonare anche il pianoforte?”.

Lui annuisce. “Wow, ma siete una famiglia di musicisti, non è che anche le vostre sorelline sanno suonare qualcosa vero?” chiedo spalancando gli occhi.

I due mori, ridacchiano “Si, cioè Caroline accenna a mala pena qualche nota del pianoforte, mentre Deborah 'suona' il triangolo... ahahhahahah” dice Alex mettendosi a ridere.

Ivan alza gli occhi al cielo, ridacchiando. “Alex, ma perché ti accanisci su Debbie?” gli chiede.

Perché una brutta peste, parla poi quello che le fa i dispetti appena i due se ne sono andati” risponde il più piccolo sbuffando.

Vabbè, comunque, lo sai che il fratello di Andy e altri suoi tre amici hanno una band?” dice Alex, per sviare il discorso.

Ivan mi guarda “Davvero? E cosa suonano?” chiede.

Pop/Rock” rispondo.

Parliamo un altro po' almeno finché non sentiamo chiudersi una porta fuori dalla stanza in cui siamo. Ivan e Alex si alzano, seguiti da me e Karina, usciamo dalla sala registrazioni. Ci troviamo davanti una ragazza che somiglia in modo impressionante a Giovanna, mora, con i capelli ricci, molto carina, con gli occhi color nocciola.

Ivan, ma ti pare normale vivere in questo casino?” dice la ragazza, che poi nota Alex.

Oh, ciao Alex, come stai?” chiede.

Bene Jade, queste sono Andy e Karina. Ragazze, questa è Jade, la fidanzata di Ivan” ci presenta lui.

Piacere ragazze, scusate se vi sono parsa un po' rompipalle, ma sapete sembra di essere in un porcile qui” dice, guardando male Ivan, che arrossisce un po'.

Oh, non importa” dice Karina.

Alex, per me sarebbe anche l'ora di andare, Danny si chiederà come mai non vado da lui”dico, cercando di fargli capire che dobbiamo uscire da li per lasciarli soli. Lui annuisce malizioso.

Già, Danny, ricordatevi che per te è troppo presto per avere bambini” dice, prendendomi in giro, io gli tiro un scappellotto sulla nuca, arrossendo.

Ahi, sei manesca, ok, andiamo. Ciao Jade, ciao Ivan” li saluta, dopo essersi lamentato lui.

Ciao, brava Andy, così si fa con i ragazzi” dice Jade, facendo mi l'occhiolino.

Ciao ragazze” ci saluta Ivan.

Noi facciamo 'ciao ciao' col mano e usciamo.

Andiamo in camera di Alex, dove prendiamo i vari zaini, poi il moro ci accompagna fuori, chiedendo ad Alfred di prendere la Limosine, poi ci accompagna a casa.

Sono talmente stanca che con un messaggio dico a Danny di venire da me. In meno di due minuti arriva. Mi abbraccia e mi da un bacio, ovviamente ricambiato. Poi lo spingo verso il letto finché non ci cade sopra, a quel punto mi accoccolo come un gatto vicino al suo petto, stanca. Lui mi abbraccia tenendomi stretta a sé. “Hey, cos'è sei in vena di coccole?” chiede guardandomi negli occhi.

Io annuisco poggiando la testa sulla sua spalle e toccando con le labbra il suo collo. Lui rabbrividisce e io sorrido. “Allora che mi racconti, dove sei stata fino ad ora?” mi chiede, curioso.

A casa di Alex” rispondo. Poi mi viene un idea.

Dan, a te cosa viene in mente se ti dico il nome 'Mures'?” chiedo.

Il presidente della casa discografica più famosa dell'Inghilterra, perché?” risponde.

Ah no, niente, se non che oggi ho scoperto che Alex è suo figlio” dico con indifferenza.

Lui non capisce “Figlio di chi?” chiede, alzandomi il viso.

Io alzo gli occhi “Del presidente della casa discografica più famosa di Inghilterra. Alex, si chiama Alex Mures” dico, posandogli un bacio sulla punta del naso.

Lui spalanca gli occhi.

Cosa?” dice, senza fiato.

Io ridacchio. “Eh già, e oggi l'ho anche incontrato” dico.

Lui mi stringe “Oddio, davvero?”. Io annuisco raccontandogli tutta la mia grandiosa giornata.

Angolo dell'autrice: 

Beh dai... direi che questa volta non vi ho fatto aspettare tantissimo...:D (*Me si ripara dai pomodori marci che le vengono tirati contro*)...
Beh! ok... la finisco. Spero vi si piaciuta la visita guidata attraverso la villa/vita di Alex. Io l'adoro!!! *_*
Anyway... non so quando riuscirò a postare il prossimo capitolo, causa scuola... sorry.
Ringrazio chiunque abbia letto. Specialmente oneofus, la mia dolce fratellina.. mi farò perdonare, prometto. (in qualche modo). :D
Bacioni a tutti dalla vostra _Vergessenes Kind_ o _Vergy_ o _V_

   
 
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