Anime & Manga > Sailor Moon
Segui la storia  |       
Autore: Strega_Mogana    19/12/2005    4 recensioni
Un'unione tra magia e Sailor Moon...
Genere: Fantasy, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

Usagi continuava a guardarsi attorno cercando il modo più veloce per andarsene, quella donna le metteva paura, quegli occhi freddi e distaccati erano come lame affilate che le laceravano l’anima.

Doveva andarsene...

- Non troverai una scappatoia. – sorrise maligna la strega – Ti sei messa in trappola con le tue stesse mani ragazzina.

Usagi si morse un labbro spaventata, ora non aveva più dubbi: quella Karen voleva farle del male.

- Cosa... cosa vuoi da me?

La strega scoppiò in una risata stridula:

- Povera, piccola, insulsa ragazzina... credi sul serio che IO possa volere qualcosa da TE?

- Allora che vuoi?

- Proprio non capisci? – disse con finta dolcezza l’altra alzando un sopracciglio sottile.

Usagi sgranò gli occhi comprendendo solo ora il motivo per cui quella strega era lì.

- Mamoru... vuoi arrivare a lui servendoti di me, vero?

- Intelligente per esser solo una normale ragazzina.

- Io non ti porterò mai da lui. – fece decisa Usagi facendo un passo indietro.

- Ne sei sicura?

- Proferisco morire. – sibilò a denti stretti la ragazza indietreggiando ancora.

- E chi ti dice che io non abbia già in mente di ucciderti? In fondo, cosa se ne fa il mondo magico di una creatura tanto insignificante come te?

- Mamoru...

- Mamoru non può fare nulla. – la interruppe Karen malefica –Vedrà in te solo una stupida ragazzina, ti troverà strana, non vorrà capirti e si stancherà… ti abbandonerà come hanno fatto tutti quelli prima di lui. Usagi… lui non sa amare, non è mai stato capace, l’unico sentimento che Mamoru conosce è l’odio profondo.

- Come fai a conoscere il mio nome?- chiese titubante e sempre più spaventata.

- Io so tutto di te... Usagi... – rispose melliflua l’altra avvicinandosi di qualche passo mentre la ragazza continuava ad indietreggiare – la tua mente é così facile da leggere. Rimasta orfana a dieci anni, hai vissuto con una nonna strega senza neppure saperlo... io posso leggere ogni tuo desiderio più recondito, conosco tutto di te, anche quello che tu stessa non vuoi ammettere.

- Vediamo. – la sfidò Usagi con quel poco di coraggio che aveva.

- Il tuo amico Motoki, per esempio, ti ha fatto una dichiarazione d’amore dieci mesi fa...- disse Karen scrutando a fondo nella mente della giovane – tu gli hai sempre detto che provavi per lui solo un profondo affetto, per te era come un fratello. Eppure questo non ti impedito di finirci a letto cinque mesi fa.

Usagi si morse un labbro... ok... quella Karen sapeva veramente leggere nel pensiero altrui. 

- E’.. é stato un errore...- cercò di giustificarsi lei – non volevo...

- Sappiamo entrambe che non é vero.

Usagi ora era abbastanza terrorizzata da non ragionare lucidamente, quella donna poteva leggerle nel pensiero... poteva vedere... tutto... ed anticipare ogni sua mossa.

Ora come poteva scappare?

Improvvisamente le venne in mente una delle raccomandazioni di sua nonna: Usagi quando la paura ti paralizza e non riesci a pensare, l’unica cosa che puoi fare é seguire il tuo istinto e puoi stare cerca che troverai la soluzione.

Bene: il suo istinto, ora, le dice solo di scappare.

Si guardò ancora intorno, per uscire doveva superare la strega e, per superare la strega doveva escogitare un diversivo, indietreggiò ancora senza mai togliere lo sguardo dall’altra, un altro passo indietro e si trovò con le spalle contro la libreria traballante.

Usagi fece un ghigno vittorioso e alzò gli occhi.

- Karen giusto? – chiese con voce vellutata – Perché non leggi ora nella mia mente quello che vorrei dirti?

La strega sgranò gli occhi e assunse un’aria molto minacciosa.

- Stupida ragazzina! – sbraitò – Ti sei appena giocata la possibilità di continuare a vivere!

Cercò di avvicinarsi ma Usagi diede una spinta forte alla vecchia libreria che, dopo alcune pericolose oscillazioni, iniziò a cadere in avanti facendo cadere i pesanti libri che sosteneva.

Karen imprecò e alzò una mano bloccando la libreria poco sopra la sua testa.

Usagi ne approfittò e scattò di lato, oltrepassando la donna e uscendo dal locale.

Iniziò a corre per le vie, doveva trovare Mamoru o qualcun altro… doveva assolutamente fare qualcosa. Si ritrovò nella grande piazza, si guardò attorno nella speranza che qualcuno avesse già finito i propri acquisti e che si fosse recato nel luogo dell’incontro. La sorte le era avversa perché non c’era nessuno che lei conoscesse, non sapeva dove si fossero diretti Seiya, Taiki e Yaten, l’unico che sapeva quale via avesse imboccato era Mamoru.

Lanciò un’occhiata al vicolo buio e deglutì a vuoto… non era esaltante l’idea di entrare là dentro.

Si guardò alle spalle e vide la figura di Karen correre minacciosa verso di lei.

Usagi fece un profondo respiro e iniziò a correre nel vicolo alla ricerca di Mamoru.

 

 

***

Mamoru si guardò attorno cercando la locanda giusta, non metteva piede in quel posto da un po’ e non c’era da meravigliarsi se qualcuno lo guardava in modo strano. Veramente non si sarebbe stupito neppure se Zakar avesse messo una taglia per la sua cattura.

Dopo aver girato a vuoto per alcuni minuti trovò il negozio che cercava, aveva una vetrina ma non c’era nulla esposto, il vetro era sudicio e si intravedevano appena le luci delle candele all’interno.

Aprì la porta cigolante e subito la puzza di muffa e chiuso gli soffocò i polmoni… fece qualche passo, alzando una nuvola di polvere dal pavimento di cemento e superando le vecchie casse contenente qualche strano oggetto dagli usi sconosciuti, si guardò attorno, non era molto cambiato dall’ultima volta. Sudicio e puzzolente, pieno di cianfrusaglie, teste sotto spirito, mani di zombie, pipistrelli morti e appesi alle pareti, ragni grossi come uccelli e topi grossi come gatti erano impagliati sulle mensole.

Si avvicinò al bancone e guardò con puro disgusto il dito di polvere grigia che c’era sulla superficie di legno. Allungò il collo cercando di intravedere qualcuno attraverso la porta che dava sul retro.

- Ehi! – urlò al buio – C’è qualcuno in questa topaia?

- Sì, sì vengo…- fece la voce stridente di un uomo dall’altra parte.

Un uomo sulla cinquantina uscì dal retro del locale mentre si puliva gli occhiali dalle lenti spesse un centimetro con la camicia grigia, Mamoru pensò che, un tempo molto lontano, quella camicia doveva esser stata bianca. Quell’esserino, con la sua testa spelacchiata e grigia, gli arrivava si e no alle spalle, aveva due occhi piccoli e dall’insulso color grigio topo, i peli che gli uscivano dalle orecchie erano superiori a quei quattro ciuffi spelacchiati che aveva in testa. Oltre alla camicia grigia indossava un paio di pantaloni color cachi di tre misure più grande, più volte rimboccati alla vita e alle caviglie.

Quell’uomo faceva ribrezzo ma era il maggior esperto di erbe magiche in circolazione, Mamoru andava spesso a farci visita un tempo.

- Allora chi ha bisogno dei miei servigi?- chiese l’uomo rimettendosi gli spessi occhiali.

Mamoru era certo di aver visto il terrore brillare nei suoi occhi appena lo riconobbe.

- Si… Signor… Ma… Mamoru…- balbettò il mago iniziando a storpiarsi le mani in modo spasmodico – da quanto tempo…

- Buon pomeriggio anche a te, Morfeus. – sibilò con quel tono gelido che usava in situazioni particolari – E’ vero, sono passati parecchi mesi dall’ultima volta… ma, come posso constatare, - continuò passando un dito sul bancone e soffiando via la polvere – questo posto non cambia mai.

- Troppo buono. – squittì l’altro tremando come una foglia e facendo un piccolo inchino – Cosa.. cosa posso fare per lei?

Con un gesto elegante Mamoru estrasse una piccola lista dalla tasca interna del mantello e la porse al venditore che la prese con mano tremanti.

- Hai tutto?- chiese in maniera poco gentile.

L’omino lesse un paio di volte il foglio di carta, alzò gli occhiali e lanciò una piccola occhiata al mago che gli stava davanti.

- Beh sì…- rispose sistemandosi gli occhiali sul naso bitorzoluto – ma… ma io non potrei servirvi… se i servitori di Zakar lo scoprono... io sono morto. 

Mamoru alzò gli occhi al cielo, quel piccolo sudicio verme… trovava sempre il modo per spillargli più soldi.

Ma quelle erbe gli servivano e solo lui le aveva.

Prese un sacchetto di velluto rosso e lo lanciò a Morfeus.

- Fatteli bastare. – sibilò crudelmente.

Il mago aprì il sacchetto osservando un poco il contenuto, quasi saltellando dalla felicità tornò sul retro ad armeggiare con provette, bilancine ed erbe rare.

Tornò indietro con una scatoletta turchese con intarsiati piccoli disegni di madreperla, la porse a Mamoru e sorrise mostrando i pochi denti che gli erano rimasti completamente neri.

- Ci sono tutte..- disse compiaciuto – sono di prima qualità.

- Lo spero per te Morfeus. – rispose l’altro facendo scomparire la scatolina nelle tasche del suo mantello – Altrimenti potresti finire in guai seri.

Lo lasciò tremante dietro quel suo bancone lercio e uscì sistemandosi meglio il mantello sulle spalle.

Bene, aveva finito.

Poteva tornare dal suo angelo.

- Dove credi di andare? – lo fermò una voce a lui nota.

Mamoru si voltò lentamente, dietro di lui c’era un uomo possente, alto quanto lui ma tre volte più grosso, indossava un completo blu notte di velluto e un mantello di seta nero con il cappuccio, aveva lunghi capelli biondi e gli occhi verdi, i lineamenti non erano brutti, peccato che il suo bel viso fosse sfregiato da un taglio che partiva dalla fronte e arrivava fino al mento, trapassandogli l’occhio sinistro.

Tra le labbra teneva una sigaretta e legata in vita Mamoru riconobbe una frusta.

- Ma guarda un po’ chi rispunta dalle fogne, - ghignò quasi divertito il mago – Dorian…

- Mamoru. – biasciò l’altro con la sigaretta in bocca e sbuffando il fumo dalle narici – Non credevo che fossi sopravissuto a quel teletrasporto, eri piuttosto malridotto.

- Non come ti ho conciato io la penultima volta che ci siamo visti. – ribatté prontamente il mago.

Istintivamente Dorian si portò una mano al volto sfiorandosi la cicatrice.

- Ti fa ancora male? – chiese ironicamente Mamoru – Perché non sei con Karen? – chiese dopo poco – La tua padrona non ti tiene al guinzaglio come al solito?

Il viso di Dorian divenne lievemente rosso, ma non si scompose anzi sorrise malefico togliendosi la sigaretta dalla bocca e schiacciandola sotto uno stivale nero.

- Karen sta discutendo con qualcuno di molto più interessante. Dovresti saperlo Mamoru: noi conosciamo sempre ogni tua mossa. Hai fatto amicizia presto vero in questa stupida città.

Mamoru sgranò gli occhi e si voltò verso l’entrata del vicolo:

- Usagi…

Iniziò a correre ma Dorian fu molto più svelto, prese la sua frusta e la schioccò verso il mago bloccando le sue braccia alla vita in modo che non potesse usare magie.

- Lascia perdere la tua puttanella…- fece Dorian strattonandolo e facendolo cadere a terra – ora ci divertiamo io e te.

 

 

   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Sailor Moon / Vai alla pagina dell'autore: Strega_Mogana