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Autore: luca76    12/01/2011    3 recensioni
questa fanfic non tiene conto del sesto e settimo libro. harry potter quets'anno si trovera ad affrontare il suo solito nemico di sempre non solo, un sigillo è stato spezzato, e il ragazzo si troverà a fronteggiare nuovi nemici ma nahe problemi dell'età
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Harry/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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                                                 capitolo 17

                                           Un duro addestramento


Questo capitolo è dedicato a tutti coloro che recensiscono la mia storia e ad uno in particolare, Auro_san che ha sempre recensito sin dal primo capitolo. Grazie di cuore perchè ad uno scrittore fa sempre piacere cosa pensano i lettori della propria storia.
Un grazie particolare anche a chi ha inserito la storia nelle preferite e nelle seguite, e ovviamente un grazie anche a tutti coloro che leggono.
Mi scuso sin da ora se posterò i capitoli con più ritardo, ma ormai l'anno nuovo è passato con tutti gli obblighi che ne comporta. Cercherò di posare il più velocemente possibile
vi lascio una buona lettura del diciassettesimo capitolo e non dimenticate di recensire




Le parole di Legolas colsero di sorpresa Harry, che si riprese subito dalla notizia ricevuta.
- La magia aura è la base della magia elfica e dei combattenti babbani - ripetette Draco - come è possibile?
- E' possibile perchè noi elfi abbiamo sempre saputo per che cosa usare la magia. Anche se sappiamo lottare bene non abbiamo mai dimenticato per che cosa lottare, cosa che invece avete fatto voi maghi anno dopo anno. Dopo che i quattro fondatori vinsero contro Ninga, vi siete adagiati senza pensare che i demoni sarebbero potuti tornare. - spiegò Legolas
- Ma Ninga applicò un sigillo sulla magia aura - ribattè Harry
- Harry i sigilli si possono rempere se si vuole veramente. La magia aura è radicata in ognuno di noi e se lo vuoi con tutto te stesso puoi rompere il sigillo. In altre parole Harry, se sei consapevole per che cosa lotti, non c'è sigillo o maledizione o persona che possa fermarti. - gli disse Legolas.
Harry guardò per un attimo la sua bacchetta con la piuma di fenice che vi era dentro e cominciò a capire le parole dell'elfo. Lui combatteva per difendere tutti coloro che amava,  una persona in particolare: la sua amica Hermione, fonte di gioia per lui. Ora aveva capito che non avrebbe mai potuto smettere di amare la sua amica. E visto che l'amava con tutto se stesso, giurò che l'avrebbe protetta qualora non fosse stato in grado di farlo Ron.
- E per quanto riguarda i combattenti babbani? - chiese Harry
- Anche i combattenti babbani hanno un pizzico di magia in se stessi. Tutto merito o demerito degli elfi - disse Legolas
- In che senso? - chiese Harry curioso
- Nel senso che anche gli elfi purosangue, ovvero quelli nati da padre e madre elfo, sono pochi. Con il tempo gli elfi capirono che non potevano vivere sempre isolati e cominciarono a mischiarsi con i babbani. Alcuni elfi si innamorarono delle donne babbane dando origine ai mezzi elfi come me. - disse ancora Legolas.
- Sei un mezzoelfo - ripetette Hermione incredula. Non poteva crederci, Legolas aveva tutte le fattezze di un elfo.
- Si Hermione sono un mezzo elfo. La differenza sostanziale tra un elfo e un mezzo elfo sono il colore dei capelli, argenteo per gli elfi, mentre per i mezzi elfi è nero o biondo. Il colore della pelle, più pallida per gli elfi purosangue, più abbronzata per i mezzi elfi. Altra differenza sono le orecchie, gli elfi le hanno più a punta rispetto ai mezzi elfi che sono più arrotondate. Noi mezzi elfi eravamo visti male dagli elfi fino a qualche tempo fa, poi con il tempo gli elfi capirono che a dividerci tra noi erano solo pregiudizi e così ci accolsero cone loro fratelli. - spiegò Legolas
- E per quanto riguarda i babbani? Se voi mezzi elfi siete stati accolti dagli elfi come mai nei babbani c'è magia? - chiese Draco
- Perchè non tutti i mezzi elfi sono voluti rimanere con i loro simili. Per quanto ti riesca difficile credere Draco i babbani sono molto affascinanti. Hanno le più svariate idee per risolvere i problemi che li affliggono. E' stato proprio questo loro modo di fare che ha spinto alcuni mezzi elfi a rimanere tra di loro aiutandoli quando potevano. Con il tempo la magia aura che c'era nei nuovi mezzielfi si è modificata, unidendosi allo spirito delle persone diventando spirito combattivo. In altre parole l'aura emesse dai babbani è simile all'aura magica degli elfi e a quella dei maghi, ma ha una caratteristica diversa. Ovvero tale aura si risveglia solo quando c'è un forte spirito di giustizia innata nella persona. Tale aura è diversa da persona a persona e ha caratteristiche diverse. Ovvero un babbano può avere una spiccata propensione a lanciare colpi di fuoco. - spiegò Legolas
- Che intendi per lanciare - chiese Hermione
- I babbani sono privi di bacchetta magica e quindi devono lanciare i loro colpi energetici proprio come facciamo noi elfi - rispose Legolas
- Non ho capito - disse Ginny
- Forse è il caso che dia una dimostrazione pratica - disse Lucas
- Ok procedi Lucas - gli disse Legolas
Il ragazzo prese di mira un albero che era lì vicino, cominciò a concentrarsi e ad emanare la sua aura. Harry riconobbe quell'aura come un potere molto simile a quello di Charlie. Quindi Lucas puntò la mano contro l'albero lanciandogli contro una sfera di fuoco che lo colpì. In pochi secondi l'albero venne completamente spazzato via, mentre l'aura di Lucas lentamente spariva.
- Avete capito cosa intendevo per lanciare? - chiese Legolas
- Va bene per gli incantesimi di tipo fuoco o altro ma per quanto riguarda schiantesimi o altre magie? - chiese Draco
- Lucas, Jeanne - disse Legolas facendo cenno di procedere
- Ok - dissero i due ragazzi mettendosi l'uno di fronte all'altro ad un distanza di dieci metri. Lucas lanciò una sfera di energia diversa da quella che aveva usato prima. Jeanne creò uno scudo di energia che bloccò l'attacco dell'amico. Lucas continuava il suo attacco ma Jeanne bloccava tutte le sue sfere con il suo scudo di energia impenetrabile. Ad un cenno di Legolas i due ragazzi smisero la dimostrazione
Harry era completamente sbalordito, le sfere che aveva lanciato Lucas erano una specie di stupeficium mentre le barriera usata da Jeanne poteva essere paragonata ad un protego o meglio ancora ancora ad una protezione magica.
Ora Harry aveva capito, la magia nei babbani c'era sotto spirito combattivo, e non avevano bisogno di usare le bacchette.
- E questa magia chiamata aura combattiva c'è in tutti gli esseri umani? - chiese Hermione
- No Hermione solo in quelli che hanno antenati elfi hanno questo potere. La maggior parte dei babbani che hanno l'aura combattiva sono situati nell'Europa. Questo perchè molti mezzi elfi sono vissuti lì, ovviamente quelli che sono vissuti in mezzo ai babbani sono tutti morti con il tempo, in quanto man mano che i mezzi elfi si sposavano con i babbani, la magia elfica diminuiva sempre di più. Quella che rimase con il tempo si è trasormata diventando aura combattiva, e quindi in energia spirituale che permette di lanciare dei colpi di energia. - spiegò Legolas
- Però Jeanne ha usato l'incantesimo protezione magica... - disse Hermione
- Che è magia aura che è presente nei babbani grazie ad antenati mezzo elfi, che a loro volta hanno antenati elfi. Quindi un babbano ha sia energia spirituale con la quale è in grado di lanciare colpi di energia, sia magia aura con la quale proteggersi e lanciare magie. Anche se le magie lanciate dai babbani hanno scarsissima potenza perchè non sono consapevoli del loro potere dormiente, ovvero del potere elementale in cui eccellono. - continuò a spiegare Legolas
- In altre parole Lucas è in grado di usare l'elemento di fuoco a suo piacimento, ma non sarebbe mai in grado di usare incantesimi di altri elementi mentre Jeanne è in grado di usare l'acqua ed entrambi sono in grado di usare gli incantesimi di base della magia aura perchè noi elfi gli abbiamo insegnato a padroneggiare quella parte di magia che è in loro. - spiegò Eoden
- Quindi Lucas e Jeanne sarebbero più potenti dei maghi - ribattè Draco. Era dura per lui credere che i babbani potessero in qualche modo superare in potenza i maghi. Soprattutto era ancora più dura per lui che veniva da una famiglia purosangue
- Al momento attuale chiunque è più forte di un mago - ribattè Eoden - noi siamo qui per insegnarvi a risvegliare la magia aura e a padroneggiarla. Inoltre ricorda Draco in un combattimento non  si usa solo la forze ma anche tante altre capacità, proprio come ha fatto Harry contro Runga e Zita
- E tu che ne sai dei miei combattimenti? - chiese Harry a Eoden che emise la propria aura. La stessa che Harry aveva sentito per un istante in quelle battaglie e che gli era stato di conforto nel momento peggiore, assieme al canto della fenice.
- Perchè non sei intervenuto in quei combattimenti? - chiese Harry
- Perchè non ce ne era bisogno Harry. Stavi lottando benissimo da solo, non avevi bisogno dell'aiuto di un elfo. - rispose Eoden.
- E ora che cosa farete, combatterete contro i demoni al nostro fianco? - chiese Harry guardando l'elfo dritto negli occhi. Senza il loro aiuto avrebbero potuto anche battere Rasputin e Voldemort, ma senza di loro non sarebbero mai riusciti a battere i demoni.
- Combatteremo Harry ma non sarà una guerra facile neanche con il nostro aiuto. Per il momento il vostro obiettivo primario è Voldemort e in questa guerra tra maghi noi elfi non interferiremo, ma vi addestretemo. Quello che succederà dipenderà solo da voi e dalle vostre capacità. - rispose Eoden
- Ti ringrazio per l'aiuto Eoden - gli disse Harry sorridendogli. Finalmente qualcosa si stava muovendo. Se fossero stati in grado di battere Voldemort avrebbero automaticamente ridimensionato anche Rasputin e allora sarebbero potuti partire al contro attacco. Tutto dipendeva dal trovare quei maledetti horcrux e distruggerli, ma il problema erano due. Dove li aveva nascosti Tom? E che tipo di trappole ci fossero a guardia degli Horcrux.
- Harry che cosa dobbiamo fare adesso? Intendo come esercizi - chiese Ginny. Era evidente che la ragazza non voleva addossare tutto il peso delle responsabilità sulle sue spalle. Anche se era la più piccola della famiglia Weasley, si stava dimostrando molto altruista nel voler aiutare il suo amico. E pensare che fine a quell'anno  aveva scambiato la sua infatuazione per amore, e ironia della sorte era stata proprio Cho Chang a farle capire che mai nessuno avrebbe avuto il cuore di Harry perchè già apparteneva ad Hermione.
- Per il momento andiamo a mangiare poi riprenderemo nel pomeriggio - rispose Harry dirigendosi verso il portone seguito da tutti i maghi.
Terminato il pranzo Jeanne, Lucas, Harry, Ginny ed Hermione tornarono nel parco del castello per riprendere l'addestramento. Anche Ron ed Hermione li seguirono, nonostante qualche rimostranza del rosso. Ma Hermione aveva insistito tanto che alla fine Ron cedette, la ragazza era felice così; anche se da lontano, avrebbe potuto vedere gli allenamenti di Harry. Ma la cosa doveva finire lì, perchè per il bene di entrambi lei avrebbe dovuto imparare ad amare Ron.
- Harry che cosa dobbiamo fare? - chiese Draco. Non aveva nulla contro Lucas o Jeanne ma difendere chi amava era compito suo, e se voleva continuare a difendere la madre e gli elfi domestici doveva assolutamente imparare a padroneggiare la magia aura. Stesso sentimento aveva la piccola Weasely verso la sua famiglia, ma soprattutto non poteva stare a guardare mentre Harry combatteva. Aveva già commesso questo errore nella battaglia  contro Zita e non lo avrebbe più permesso
- Questo pomeriggio vi allenerete con me - disse Lupin camminando verso i due ragazzi
- Che cosa dobbiamo fare? - chiese nuovamente Draco
- Per prima cosa imparare a conoscere voi stessi e a capire che tutto ciò che vi circonda è magia. Per tanto seduti e chiudete gli occhi
I due ragazzi si sedettero a terra a gambe incrociate, le loro mani erano appoggiate sopra alle loro gambe con l'indice e il pollice che si toccavano. L'esercio di meditazione consisteva nell'entrare in contatto con la magia aura che era dentro di loro. Dovevano acquisire la completa padronanza di quella magia per imparare ad usarla.
 Mentre i due ragazzi erano impegnati in quegli esercizi di meditazione Harry si avvicinò ai due figli maggiori della famiglia Weasley.
- Charlie, Billy ho un favore da chiedervi - gli disse Harry
- Quale Harry - chiese curioso Billy
- Andare in Egitto, entrare in contatto con Nicolas Flamel e avere tutte le informazioni possibili sulla setta di Seth e su quella di Anubis e in che modo intendano riportare in vita i loro rispettivi dei. - gli chiese Harry.
- Sarà fatto Harry - gli disse Charlie sorridendo
- Anche Silente ci ha fatto la stessa richiesta, stai proprio cominciando a pensare come lui - gli disse Billy allontanandosi assieme al fratello, ignorando che per Harry quello era il più grande complimento che gli potessero fare
- Potter - disse una voce facendo girare il ragazzo che la riconobbe subito. Infatti alle sue spalle, vi era il suo professore di pozioni.
- Professor Piton - disse Harry sostenendo lo sguardo del suo professore
- Vogliamo cominciare Potter. Vediamo quanto sei bravo a percepire la magia, oggi ti addestrerai nuovamente con me. - gli disse il professore.
- Va bene professore. - disse Harry convinto di poterlo battere questa volta. In fondo aveva tenuto a Seth, forse sarebbe riuscito a tenere testa anche al suo professore di pozioni. Stavano per cominciare quando Harry notò qualcosa di strano nello sguardo del suo professone, non era odio o repulsione per doverlo allenare. Poi proprio mentre Piton gli lanciò un incarceramus non verbale capì che cosa fosse quello sguardo così determinato. Il suo professore lo stava trattando da nemico e come tale non avrebbe risparmiato i colpi.
- Ti vuoi concentrare Potter - sbraitò Piton annullando il suo incantesimo
- Mi dispiace professore, mi era distratto un attimo - gli disse Harry capendo all'istante che aveva sbagliato a parlare. Ma se Piton lo trattava come un nemico allora altrettanto avrebbe dovuto fare lui. Ma come poteva lanciare i suoi incantesimi più potenti con il rischio di ferire il suo professore
- Ti sei distratto un attimo - Sbraitò ancora Piton quasi a voler aggredire Harry. - Potter mettiti in testa che in un combattimento non ti è consentito distrarti neanche per un secondo
- Mi scusi professore riproviamo - gli disse Harry mettendosi sulla difensiva. Lui era capace di percepire le scie magiche. In quel modo sicuramente avrebbe evitato i colpi del suo professore, per poi approfittare di qualche istante per disarmarlo.
La prima parte del piano andò come Harry aveva previsto. La sua abilità nel percepire la magia gli permetteva di evitare tutti gli incantesimi di Piton, purtroppo era la seconda che non stava andando come aveva previsto. Piton nonostante gli attacchi non lasciava sguarnito la sua difesa neanche per un secondo.
- Sectumsempra - gridò Piton. Il suo incantesimo lasciava delle lame di energia che Harry evitava abilmente spostandosi a destra, per poi abbassarsi. Ma le ultime due lo colpirono alle braccia provocandogli una serie di graffi, per fortuna non gravi. Il colpo fu comunque abbastanza forte da buttare il ragazzo a terra. Harry si rialzò appena in tempo per evitare uno stupeficium di Piton, si spostò alla sua destra e lanciò l'expelliarmus che Piton bloccò con un movimento pigrò della bacchetta.
- Tutto qui quello che sai fare Potter, avanti combatti - gli disse Piton urlandogli contro.
Harry capì che il suo professore faceva sul serio, se avesse continuato così avrebbe finito per fargli qualche brutta ferita, e lui già ne teneva una che non si era rimarginata.
Il ragazzo gli lanciò contro uno stupeficium ma anche questo colpo Piton lo parò con un colpo pigro della bacchetta per poi lanciargli nuovamente contro il suo sectumsempra. Ancora una volta Harry riuscì ad evitare le prime tre lame ma le altre due gli procurarono altre ferite alle braccia, anche quelle per fortuna superficiali.
Piton avanzava contro il ragazzo, il quale sentiva chiaramente l'aura del suo insegnante farsi potente e schiacciare la sua. Piton gli lanciò contro un altro stupeficium facendo finire il ragazzo disteso a terra ma non privo di sensi. Infatti Harry era riuscito all'ultimo istante a piegarsi verso destra in modo che il colpo non lo aveva centrato in pieno. Harry si rialzò e praticò su di se l'ultrarex, forse in quel modo sarebbe stato in grado di difendersi.
- Tutto qui quello che sai fare Potter. Stupifendo - gridò Piton lanciando l'incantesimo auro contro Harry che nonostante la difesa del suo incantesimo status venne scaraventato a terra. Con sua somma sorpresa la patina dorata che lo circondava era sparita, spazzata via dall'incantesimo di Piton

- Albus forse dovremmo interrompere. Severus è un mago troppo esperto affinchè Harry lo possa battere - proprose la Mc Granit
- Minerva, Harry ha bisogno di addestramento. Non può pensare di cogliere di sorpresa i suoi avversari usando nuovi incantesimi. Contro Seth,  è stato fortunato perchè Seth non conosceva la sua inteliggenza ma la prossima volta non si farà cogliere di sorpresa. E se Harry è veramente intenzionato a combatterlo per i prossimi mesi allora ha bisogno di qualcuno che gli insegni consa significa duellare veramente. Piton in passato è stato un mangiamorte, è l'insegnante adatto per Harry. - ribattè Silente
- Lo so ma Harry è solo un ragazzino - risse la Mc Granitt
- Non lo è Minerva, ha sedici anni. E' arrivato il momento che la smettiamo di preoccuparci per lui. Non ho dimenticato che se gli avessi detto la verità qualche giorno fa Sirius sarebbe ancora vivo - disse invece Silente
- Forse hai ragione - disse la Mc Granitt osservando il combattimento

- Se continua così Piton mi farà a pezzi - pensò Harry rialzandosi. Aveva usato l'ultrarex senza usare a sua volta la protezione magica. Era stato davvero uno sprovveduto. Ma ora doveva fare assolutamente qualcosa. L'unica sua possibilità di resistere agli incantesimi del suo professore era l'ultrarex. Così si rialzò e usò nuovamente l'ultrarex su se stesso, per poi usare la protezione magica quandi Piton gli lanciò lo stupifendo, che si infranse contro la difesa di Harry che sorrise maliziosamente al suo professore. Aveva trovato la giusta contromossa per non farsi colpire, ora doveva solo trovare un modo per disarmare Piton.
- Credi di aver trovato la giusta contromossa Potter, ma ti sbagli - gli disse il suo insegnate lanciando una serie di stupifendo, che a poco a poco stavano piegando la resistenza di Harry che alla fine dovette cedere. L'ultimo colpo aveva distrutto la sua difesa, e scaraventato a terra il maghetto.
Harry lentamente si rialzò, non poteva arrendersi. Quello era solo il primo giorno di allenamento. Se non riusciva a bloccare gli incantesimi di Piton allora forse avrebbe potuto evitarli, e c'era un solo incantesimo che avrebbe potuto permettergli una simile cosa.
- Piton sarà sicuramente esausto per aver lanciato tutti quei stupifendo, forse ora è troppo debole e posso coglierlo di sorpresa - pensò il ragazzo rialzandosi a fatica, osservando il suo professore, il quale non dava nessun segno di affaticamento sotto la sorpresa di Harry. Ora aveva capito cosa significava duellare contro un mago esperto, in un vero combattimento. Eppure non voleva darsi per vinto, voleva dimostrare al suo professore che non era facile batterlo.
Harry ripresosi dalla sorpresa di vedere il professore pieno di energia, praticò su di se l'incantesimo ultravelox e partì all'attacco di Piton lanciandogli una raffica di stupeficium che finirono tutti contro l'incantesimo riflessione magica che il professore aveva provveduto a praticare nello istante in cui Harry aveva usato il suo. Grazie alla sua capacità di percepire le scie magiche Harry era in grado di evitare i suoi stessi colpi e allo stesso tempo continuava ad attaccare, non voleva cedere per nessun motivo. Prima o poi avrebbe trovato una bracccia nella difesa del suo professore. Ma per quanti attacchi lanciava, la difesa del suo avversario sembrava impenetrabile. Alla fine dovette desistere dal proprio proposito e rinunciò a lanciargli altri attacchi. Il ragazzo aveva anche pensato di lanciargli in rapida successione tre stupifendo ma capì che era inutile contro Piton, che lo sovrastava in potenza magica e in esperienza di combattimento. Era sicuro che se avesse usato gli stupifendo, l'unico risultato che avrebbe ottenuto sarebbe stato quello di stancarsi ancora di più, diventando un facile bersaglio per il suo avversario. Doveva ammettere che Piton era un combattente davvero abile, chiunque si sarebbe trovato in difficoltà a lottare contro di lui.
- Allora Potter tutto quello che sai fare? E' così che speri di battere il signore oscuro? - gli disse Piton cercando di provocargli una reazione. Il ragazzo doveva capire che in un combattimento per quanto la difesa dell'avversario sembrava perfetta, c'è sempre un punto debole e questo valeva anche per la protezione magica.
- No professore non è ancora finita - gli disse il ragazzo lanciando rapido tre bombarda maxima. Ma i colpi non erano diretti al suo avversario ma bensì per terra, così che Harry riuscì a creare una nuvola di polvere. Harry sapeva che anche così sarebbe stato difficile cogliere di sorpresa Piton proprio per la sua capacità di percepire le auree e la magia. Ma per quanto fosse abile Piton non poteva opporsi al suo ultravelox. Non sarebbe mai riuscito a respingere gli attacchi da più direzioni; infatti Harry aveva capito che per quanto potente fosse l'incantesimo protezione magica, aveva comunque un punto debole. Esattamente come il protego difendeva solo la parte anteriore del mago, ma lasciava incustodita la schiena. Così che Harry cominciò a correre attorno alla nuvola di polvere creata da lui stesso, e quando questa cominciò a dissolversi vide il suo bersaglio. Così lanciò il suo stupeficium, ma l'incantesimo non colpì mai Piton perchè il professore si era spostato alla sua destra di qualche passo un attimo prima di essere colpito. Quando Piton fu completmente visibile Harry non poteva credere ai suoi occhi, il suo insegnante era coperto dalla stessa patina bianca sua. In altre parole anche il professore aveva usato l'ultravelox per evitare il colpo di Harry.
- Potter te l'ho detto non puoi sorprendere un mago due volte con lo stesso incantesimo - gli disse Piton
- Non è possibile che quest'uomo non abbia punti deboli. Anticipa sistematicamente  tutte le mie mosse - pensò scoraggiato Harry, guardando per un attimo Hermione. Non poteva lasciarsi battere così, doveva riuscire a colpirlo almeno una volta. Aveva ancora un incantesimo che poteva essergli utile per batter Piton, l'unico che non aveva ancora usato, ovvero lo stupifendo. Ma era più che sicuro che il suo professore si aspettasse una mossa simile per tanto doveva trovare il modo di ingannarlo. L'ideale sarebbe stato quello di creare un nuovo incantesimo, per coglierlo di sorpresa. Sarebbe stato ideale ma non era fattibile per il semplice motivo che quello stesso incantesimo poteva anche non funzionare. Lui voleva battere Piton col sue stesse armi e quindi avrebbe usato lo stupifendo.

Se Harry era addestrato duramente da Piton, altrettanto stava facendo Lupin con Draco e Ginny. Infatti i due ragazzi dopo aver preso coscenza della magia aura erano passati all'addestramento vero e proprio. Ma entrambi i ragazzi comunque non riuscivano a tenere testa al loro insegnate ed entrambi erano a terra completamente esausti. Anche Legolas e Eoden avevano preso ad allentarsi con Jeanne e Lucas. I due ragazzi anche se forti comunque non riuscivano a tenere testa ai loro insegnanti. Era un addestramento molto duro ma se i ragazzi veramente volevano essere di aiuto ad Harry dovevano per forza allenarsi e trattare i loro insegnanti come se fosssero nemici. Ma nonostante fossero consapevoli di questo, comunque non riuscivano a metterli in difficoltà. Legolas colpiva duramente Lucas, usando le sue tecniche di combattimento; mentre Eoden usava i suoi poteri per mettere in difficoltà Jeanne che a malapena riusciva a trovare il giusto ritmo per evitare o proteggersi dai colpi di energia che gli lanciava l'elfo.
Hermione e Ron osservavano l'addestramento e si resero conto di quanto fosse duro e difficile lottare contro avversari a loro superiori. I cinque ragazzi sapevano tutto questo e nonostante la difficoltà erano restii ad arrendersi, soprattutto Harry.

Osservava il suo professore con sguardo serio, pronto a lottare sul serio. Harry partì all'attacco cercando di disorientare il suo professore lanciando tutta una serie di schiantesimi, ovviamente non avevano nessun risultato in quanto Piton li evitava tutti. Ma lentamente si rese conto che gli incantesimi di Harry stavano acquistando sempre maggiore velocità, sicuramente tale evento era dovuto all'aura di Harry che stava aumentando a vista d'occhio. Piton capì che se avesse continuato a difendersi in quel modo, prima o poi Harry lo avrebbe colpito, così decise di spostarsi per un raggio maggiore, tanto finchè riusciva a vedere le scie magiche non avrebbe corso particolari pericoli. Ma Harry non si dava per vinto, continuava imperterrito il suo attacco tanto che i suoi movimenti con la bacchetta cominciavano a non vedersi ad occhio nudo. Silente era sorpreso dell'abilità di Harry, lentamente stava diventando consapevole della propria aura magica, e questo gli permettava di lanciare una serie impressionante di incantesimi. Eppure c'era qualcosa che non lo conviceva del tutto. Gli schiantesimi che stava lanciando Harry non erano poi così potenti da poter creare qualche danno a Piton. Allora si chiedeva per quale notivo stesse continuando in quel suo imperterrito attacco. Anche Hermione si chiedeva la stessa cosa, gli attacchi di Harry erano tutto sommato prevedibili. In realtà non era nelle intenzioni del ragazzo  colpire Piton con lo stupeficium, perchè sapeva che anche se fosse riuscito a centrarlo, il professore avrebbe sicuramente parato il colpo. La sua intenzione era un altra e ben presto se ne sarebbe accorto anche Piton.
Harry avanzava sempre verso di lui continuando a lanciare stupeficum di scarsa potenza, mentre il professore indietreggiava sempre di più, fino ad arrivare dove Harry voleva; esattamente sulla riva del lago dove il professore non poteva arretrare, ne tanto meno poteva muoversi liberamente in quanto alla sua sinistra c'erano le mura del castello.
Piton aveva capito troppo tardi il motivo di quell'attacco così inutile nei suoi confronti. Anche se non lo avrebbe mai ammesso davanti a lui, il ragazzo aveva fatto davvero una mossa intelligente, e si chiedeva se avesse anche previsto la mossa che lui avrebbe fatto da un momento all'altro. Se ci fosse riuscito, avrebbe indicato che il piccolo mago stava diventando un combattente davvero abile, ma da qui a batterlo  ce ne voleva ancora.
Piton cercò di muoversi ma ormai gli schiantesimi gli arrivavano ad una velocità impressionate tanto che percepire le scie magiche era completamtente inutile.
Harry ormai aveva messo alle strette il suo professore, continuava a lanciargli una serie impressionante di schiantesimi tutto intorno al corpo precludendogli qualsiasi possibilità di fuga. Gli aveva bloccato qualsiasi strada, così che lanciò il suo stupifendo; convinto che Piton non sarebbe riuscito ad evitare il suo attacco. Ma per sua sfortuna il suo professore si abbassò piegandosi sulle ginocchia evitando il colpo, per poi usare il levicorpus su stesso in modo da volare evitando anche il secondo stupifendo che gli aveva lanciato Harry.
Ancora una volta Piton aveva anticipato la mossa del suo avversario, che lo guardava stupito. Possibile che riuscisse a stare sempre un passo davanti a lui? Quasi come se gli stesse leggendo la mente. Fu solo in quel momento che si rese conto di non aver chiuso la mente prima del combattimento, ma ora era troppo tardi per farlo. Avrebbe dovuto continuare a lottare sapendo che sarebbe stato sconfitto, in quanto non gli era possibile battere un avversario che conosceva le sue mosse, eppure non voleva cedere ancora. Quella sarebbe potuta diventare una situazione simile in un futuro combattimento contro Voldemort, e se si fosse trovato nella condizione di non poter chiudere la mente doveva sapere come tirarsi fuori dal combattimento. In qualche modo Piton lo stava addestrando a tutti i possibili scenari che sarebbero potuti accadere in un combattimento contro il signore oscuro.
Piton osservava il suo avversario dall'alto e dalla espressione che aveva fatto, doveva aver capito di aver commesso l'errore di non chiudere la mente.
Per quanto Piton in passato non sopportasse Harry, ora si stava rivelando il suo migliore insegnante, in quanto lui in passato era stato un mangiamorte e sapeva quanto meschini potessero essere.
Anche Silente aveva capito che Piton stava addestrando Harry a qualsiasi tipo di evenienza in cui si sarebbe potuto trovare il ragazzo. Silente sapeva fin troppo perchè Piton si comportava in quel modo proprio con Hrry. Non era riuscita a salvare in passato una persona che lui teneva moltissimo e che Harry gli ricordava.  E proprio in memoria di quel ricordo Piton si era comportato male con il ragazzo in quegli anni, perchè quegli occhi gli ricordavano l'unica donna che aveva amato in silenzio per tutta la sua vita. E quella donna non era altro che la madre di Harry, ovvero Lily Potter l'unica donna che aveva sempre stimato in quegli anni ad Hogwarts. E lui dopo tanti anni voleva vendetta contro il signore oscuro, che aveva privato della vita tante persone innocenti. Ma lui non poteva affrontarlo perchè aveva dimenticato cosa significasse lottare per qualcuno, ma Harry no e forse sarebbe stato quel potere a distruggere una volta per tutte Voldemort. Ma affinchè il ragazzo riuscisse in una simile impresa doveva essere addestrato contro tutte le tattiche meschine dei mangiamorte, perchè lui sapeva che Voldemort non era l'unico contro il quale Harry si sarebbe dovuto scontrare.
Hermione aveva osservato tutto il combattimento e anche lei aveva capito che Harry aveva commesso l'errore di non chiudere la mente prima della lotta, con il risultato che il suo avversario conosceva in anticipo tutte le sue mosse. La ragazza si chiedeva in che modo il suo amico sarebbe potuto uscire da una situazione simile. Eppure per quanto lei si sforzasse non riusciva a trovare nessun modo per sbrogliarsi da quella situazione. La ragazza osservava il suo amico chiedendosi che intenzioni avesse. E se avesse avuto qualche altro piano in mente sicuramente sarebbe stato inutile perchè Piton lo avrebbe saputo ancora prima che lo attuasse.
Ron invece sembrava del tutto disinteressato al combattimento, l'unica cosa che lui voleva era ritornare in biblioteca per prendersi quella pagina che gli indicava la pozione per legare Hermione a se. Ma non poteva farlo in quel momento perchè c'era Silente che lo teneva constantemente d'occhio. Cosi alla fine decise di schiacciare un pisolino sotto un albero. Ci provò ma era tutto inutile, i rumori dell'addestramento gli impedivano di dormire. Fu così che alla fine optò per ritornare al fianco della sua donna, e fu allora che si accorse che la fidanzata stava guardando con intensità Harry. A lui non aveva mai riservato quello sguardo. La rabbia che covava contro Harry cresceva sempre di più e si promise che non si sarebbe portato via Hermione. Per un attimo gli occhi di Ron divennero rossi, per poi ritornare di nuovo del suo colore naturale.
- Allora Potter che cosa hai intenzione di fare. Se questo fosse un vero combattimento avresti due possibilità morire o scappare. - chiese Piton sospettando che Harry non avrebbe fatto nessuna delle due cose. Non sarebbe stato da lui arrendersi senza lottare
Harry sorrise al suo professore, non si sarebbe arreso. Aveva ancora una possibilità di vittoria e l'avrebbe sfruttata. Lui aveva ancora il suo incantesimo ultravelox attivo così come il suo professore, ma dubitava che l'incantesimo potesse funzionare in aria altrettanto bene che a terra. Ovviamente non ne aveva l'assoluta certezza ma doveva provare, se fosse stato un combattimento vero ci avrebbe provato e quell'addestramento così duro a quello serviva; a prepararlo per qualsiasi tipo di combattimento. Inoltre Harry sapeva che avendo attivo l'incantesimo levicorpus non avrebbe potuto farne altri. Infatti Piton aveva attivo ancora l'incantesimo Status della velocità e ora l'incanteso per librarsi in aria, quindi erano due magie. Per quanto potente fosse il suo professore non credeva che avesse il potere per sostenere tre incantesimi contemporaneamente.
Harry decise di attaccare, non aveva la certezza che Piton non fosse in grado di sostenere una terza magia ma se rimaneva fermo sarebbe stato un facile bersaglio, pertanto non gli rimaneva che tentare. Così che lanciò due stupeficium in rapida successione che Piton parò senza difficoltà. Ovviamente Harry sapeva che non sarebbe riuscito a battere il suo professore con dei semplici stupeficium ma ora aveva un chiaro quadro della situazione. A meno che non si sbagliasse l'ultravelox non funzionava in aria, ma era comunque attivo per parare i colpi in rapida successione. Ora non gli rimaneva altro che provocare il suo insegnante in modo che lo attaccasse, solo in quel modo avrebbe potuto tentare la sua sortita.
Intanto Lupin aveva terminato di addestrare Draco e Ginny per quel giorno. Ovviamente non si aspettava che i ragazzi potevano lottare contro un mago esperto, ma si erano dimostrati comunque dei buoni allievi.
I due ragazzi era inginocchiati a terra, stremati dall'addestramento giornaliero. Tutto il loro corpo gli faceva male, mai si erano allenati così duramente ed erano solo all'inizio. Ora si rendevano conto perchè Harry volesse farli allenare anche nel corpo, avevano bisogno di resistenza. Infatti si erano resi conto che Harry stava subendo un allenamento ancora più duro di loro, ma che al contrario non mostrava ancora nessun segno di cedimento. Malfoy per la prima volta si trovò ad osservare Harry con una punta di ammirazione. Lui aveva vissuto nella minaccia di Rasputin e aveva scelto di non ribellarsi, ma anche Harry aveva vissuto sotto la minaccia di Voldemort per tutta la sua vita solo che il grifondoro aveva deciso di lottare invece che arrendersi. Così, per quanto potesse sembrare strano, Draco cominciò a prendere Harry come punto di riferimento per il proprio futuro. Aveva deciso che, proprio come aveva fatto Harry, voleva fare la cosa giusta e questo stava ad indicare che avrebbe dovuto lottare contro i mangiamorte di Voldemort e forse anche contro i demoni. Ma proprio il pensiero di dover affrontare Zita nuovamente gli fece provare una piccola morsa di terrore; se tutte le signore degli elementi erano forte come Zita sarebbe stata dura. E poi a quanto aveva capito la signora delle fiamme non aveva dato il massimo contro Harry e si chiedeva fino a dove arrivasse il suo vero potere. Non volendo si ritrovò a tremare per la paura, poi guardò Harry e si calmò e si chiedeva quale fosse il suo segreto. Perche sembrava che lui non avesse paura di niente e di nulla? Poi per qualche istante si ritrovò ad osservare la sua compagna di allenamento, la piccola Weasley che aveva deciso di lottare per aiutare un amico. Di nuovo ebbe quella strana sensazione allo stomaco, e non sapendo come si ritrovò a pensare Ginny in balia dei mangiamorte. Per quanto non stimasse la famiglia Weasley, non avrebbe mai permesso che succedesse qualcosa di brutto alla piccola grifondoro, che si stava rivelando una ragazza molto determinata.
Determinazione che invece sembrava aver smarrito Hermione. Draco ancora non capiva perchè la ragazza si fosse messa con una persona come Ron. Tutti nella scuola sapevano che il rosso vivacchiava sulle spalle dei suoi due amici, e proprio non riusciva a capacitarsi di come avesse fatto Hermione a mettersi con una persona che non aveva la minima personalità. Più la guardava e più era convinto che il ragazzo ideale per lei fosse Harry. Li aveva visti più di una volta a scuola assieme e proprio come la maggior parte degli studenti, era convinto che prima o poi si sarebbero messi assieme e invece era andato diversamente. Eppure aveva notato, come due giorni prima Harry fosse rientrato distrutto nel castello; era proprio disperato e non gli ci volle molto per capire che la fonte della sua disperazione era proprio quella ragazza con i capelli crespi e ribelli. Per un attimo si trovò a pensare di nuovo a Ginny e a come si sarebbe sentito se la ragazza fosse ritornata a trattarlo con antipatia. Una cosa che al solo pensiero, gli fece venire un groppo alla gola. Possibile che in cuor suo si stesse innamorando della più piccola della Weasley? Possibile che un Serpeverde si potesse innamorare di una Grifondoro? Possibile che avesse ragione Harry quando diceva che quella storia dei purosangue e dei filobabbani fosse tutta una stupidata colossale? Furono prorpio quelle domande e quelle considerazioni che gli fecero capire perchè il ragazzo stesse lottando così duramente, lui voleva proteggere la donna che amava, ovvero Hermione. Eppure nonostante tutto non era del tutto convinto, fu così che prese la decisione di dover parlare in privato con Harry. Lui doveva sapere se l'amore poteva veramente rendere così forte una persona.
Piton osservava le mosse del ragazzo con attenzione, Harry fino a quel momento aveva dimostrato di potergli tenere testa ma non era tanto quello che lo preoccupava, ma il problema che non riusciva a leggere nella mente del ragazzo. Sembrava tutto vuoto, e si chiedeva come fosse possibile. Non aveva visto fare al ragazzo nessun tipo di mossa che gli facesse capire che stava usando l'occlumanzia. E poi non riusciva a capire, l'occlumanzia serviva a nascondere la verità con un altro pensiero. Ma nella mente di Harry non c'era nulla, il vuoto più assoluto. Forse era un nuovo incantesimo, eppure il ragazzo non aveva pronunciato nulla, e per fare una simile magia doveva per forza essere un potente incantesimo e quindi non poteva essere non verbale. Stava pensando a tutto questo quando  si accorse che Harry gli aveva lanciato due stupefium, li aveva bloccati facilmente grazie alla sua capacità di percepire la magia e all'incantesimo ultravelox. Ma tale mossa non l'aveva letta nella mente del ragazzo.
Forse avrebbe dovuto mettere fine al combattimento, non gli piaceva affatto l'espressione del viso del ragazzo quasi che fosse lui ad avere tutto sotto controllo. Lo avrebbe attaccato facendo capire che aveva ancora tanta strada da fare prima di potersi battere alla pari contro di lui.
Piton con quella mossa aveva fatto capire ad Harry che l'idea di svuotare la mente per combattere poteva funzionare a patto che prima di farlo ideasse un nuovo piano da tenere chiuso in una specie di bolla mentale chiusa in un incnatesimo. In altre parole era un incantesimo molto simile a quel della magia del custode segreto, in effetti era una magia molto simile ma anche molto differente perchè per infrangere la bolla mentale bisognava conoscere sotto che tipo di incantesimo fosse chiusa la bolla, fatto quello si doveva conoscere la parola segrete per abbattere la barriera, allora si sarebbe conosciuto l'attacco che il mago aveva ideato.
Ora Harry si trovava in vantaggio sul professore e non doveva far altro che aspettare la sua mossa. Era più che sicuro che Piton per lanciare il suo attacco avrebbe rinunciato all'incantesimo Status.
Il professore anche se era sicuto di batterlo era indeciso se rinunciare al levicorpus perdendo il vantaggio della levitazione oppure rinunciare all'ultravelox. Per la prima volta era indeciso. A qualsiasi incantesimo avesse rinunciato,  avrebbe avuto degli svantaggi e l'unico vantaggio era poter attaccare Potter. Ma lui era il professore e non poteva mostrare nessun tentennamento contro il suo allievo; fu così che rinunciò all'ultravelox. Fu proprio in quel momento che Harry fece la sua mossa, lanciò due bombarba maxima contro il muro del castello creando una serie di rocce. L'esplosione fu tanto violenta che alcuni macigni arrivarono fino alla zona del combattimento, Harry usò quei macigni per saltarci su fino ad arrivare alle spalle di Piton.
Ormani era sicuro di poter batter il professore, così lanciò due stupifendo, ma Piton usò la protezione magica per difendersi dall'attacco del ragazzo. Nonostante la sua difesa il professore finì lo stesso a terra. Harry atterrò e corse verso il professore per completare l'attacco. Ma fu in quel momento che il suo corpo cedette, era troppo per lui aver usato quattro stupifendo e l'ultravelox per un tempo così lungo. Fu in quel momento che Piton lanciò contro Harry lo stupifendo che colpì in pieno il ragazzo facendolo finire a terra.
Harry era ormai a terra tramortito, aveva lottato bene ma alla fine era stato sconfitto.
Piton guardava il ragazzo a terra, lo aveva battuto ma quanta fatica gli era costata sconfiggerlo. Non lo avrebbe mai ammesso ma era rimasto impressionato dalla forza di volontà del ragazzo, non si era mai arreso. Forse veramente c'era speranza per il regno magico.
- Harry ha combattuto bene - disse Eoden avvicinandosi a Silente
- Molto bene - rispose Silente
- Ma deve fare ancora parecchia strada prima di lottare alla pari con me - disse Piton
I due maghi assieme all'elfo si stavano recando all'interno del castello, ormai il primo giorno di addestramento era terminato e non c'era un solo ragazzo che non era distrutto. Anche Hermione e Ron si stavano dirigendo verso il castello
- Ron, Hermione dove state andando - disse Harry rialzandosi a fatica. Il colpo che gli aveva lanciato Piton gli aveva fatto male e provocato anche la riapertura della ferita che si era provocato conbattendo contro Ron, anche se non era così grave come lo era stato due giorni prima.
- Ce ne torniamo al castello - disse Ron in tono piuttostro sprezzante
- Mi sembrava di avervi detto che la sera vi avrei allenato io - ribattè Harry
- Harry sei esausto, cerca di ragionare - ribattè Hermione preoccupata per le condizioni dell'amico
Ma Harry non voleva sentire ragioni inutili. Aveva promesso di addestrarli meglio che poteva ed era intenzionato a farlo.
- Io torno al castello - disse Ron dirigendosi verso il maniero.
- Hermione - chiese Harry sempre con aria determinata
- Va bene Harry, ma non più di mezz'ora. Non voglio farti affaticare più del dovuto - disse Hermione in tono che non ammetteva repliche.
- Va bene Hermione - disse Harry contento che almeno la raqazza sembrasse stesse cominciando a reagire a quello stato di paura che aveva mostrato contro Zita. Invece per quanto riguardava Ron se lo aspettava che non avrebbe partecipato all'addestramento. Aveva percepito durante il combattimento con Piton l'aura maligna di Seth riservagliarsi per un solo secondo per poi sparire; questo stava ad indicare che il potere di quella parte dell'anima del dio era più potente di quanto avessero sospettato.
Proprio come Ginny, Hermione non voleva che su Harry gravasse tutto il peso della comunità magica. Lei non sarebbe mai stata alla sua altezza ma voleva essergli in qualche modo di aiuto e l'unico modo che conosceva era quello di battere almeno gli avversari che fossero alla sua portata.
- Molto bene Hermione, tu sei la più brillante strega di tutta Hogwarts ed eri la migliore dell'Es pertanto salteremo gli incantesimi di base per iniziare qualcosa di più serio. Il tuo punto debole Hermione è che ti fai prendere dalla paura di morire. La morte va rispettata e non sfidata, per tanto è legittima la paura che provi ma non la devi temere. - disse Harry fermandosi per qualche secondo.
Voleva che la ragazza assimilasse quello che gli aveva detto. Combattere contro i demoni o i mangiamorte ben addestrati non era di certo facile, ma se ci si faceva prendere dalla paura di morire ancora prima di lottare, allora essere sconfitti e morire era inevitabile.
Hermione pensava a quello che Harry gli aveva appena detto. Era legittimo avere paura di un avversario superiore. Ma questo non signigifava essere sconfitti. E lui Harry aveva dato più volte la dimostrazione che nulla era impossibile. In pochi giorni aveva dimostrato di potersi battaere alla pari contro i demoni, affrontare i nazcuad armi pari; aveva lottato contro un semidio impededogli di uscire dal castello e in fine aveva lottato quasi alla pari contro un ex mangiamorte. Lui era la dimostrazione vivente di cosa significasse lottare con coraggio e non temendo la morte.

Nello stesso tempo Eoden e Silente osservavano la scena dalla sala grande senza farsi notare dai due ragazzi.
- Harry è cresciuto molto in pochi giorni - osservò Eoden
- Molto. Presto diventerà il leader dell'ordine della fenice. Sarà lui a guidare i maghi contro Voldermort - ribattè Silente fiero di avere come allievo uno dei migliori maghi di quel tempo
- Voldemort è il male minore, dopo di lui ci saranno i demoni e non sarà facile convincere gli elfi a battersi assieme ai maghi. Harry dovrà riuscire dove gli altri maghi hanno fallito ovvero unire elfi e maghi sotto un unica bandiera. Perchè non ho dubbi che divisi saremo sconfitti - disse Eoden
Silente non poteva che essere d'accordo con l'elfo. Harry era la loro unica speranza
- Inoltre - proseguì l'elfo - Harry ti somiglia molto dal punto di vista caratteriale. Sa che i suoi amici senza di lui sarebbero perduti e nonostante Ron abbia deciso di non allenarsi, Harry vuole comunque addestrare la ragazza il meglio possibile.
- Speriamo che non abbia preso da me anche la voglia di proteggere chiunque - disse Silente con un sorriso triste.
- Non credo che sia possibile, è proprio in quello che ti somiglia di più. Ma al contrario di te ha capito che non può fare tutto da solo e ha lasciato che i suoi amici decidessero da soli se essere con lui o no - ribattè Eoden
- Dimmi la verità Eoden. Tu e Legolas ce la farete ad addestrare Harry e i ragazzi della casa di Fenice lucente a lottare contro i demoni in un anno solo?
- Per Harry non ci saranno grossi problemi. Lui ha delle capacità fuori dal comune. La sua magia è potente per essere un ragazzino che va a ancora a scuola. Ma per gli altri allievi non posso pronunciarmi visto che non li ho ancora visti. Ma Draco e Ginny sembrano promettere bene e poi con Harry ci saranno anche Lucas e Jeanne. Stai tranquillo per quanto Harry possa sembra solo non lo è affatto. - gli disse Eoden convito delle sue parole. Era vero che vi erano numerosi combattenti per le forze del male ma anche Harry piano piano stava formando il suo piccolo esercito. Era tutto da vedere se fossero riusciti a tenere testa non solo ai demoni normali ma anche e soprattutto alle signore degli elementi i loro veri avversari.

- Hermione quello che è importante in un combattimento contro un avversario a te superiore, è il non farsi prendere dal panico. Tutti hanno un punto debole per quanto possano sembrarti invincibili. I mangiamorte in particolare sono degli abili maghi. Nessuno lo nega, non so demoni ma maghi come me e te, e quindi sono soggetti a punti deboli. - spiegò Harry, pensando alla fine che era vero quello che le aveva detto. Sempre che Olivander non costruisse delle bacchette particolari per loro, in quel caso la cosa era differente. Ma visto lo stato della ragazza era meglio non darle questo particolare.
- Inoltre Hermione anche se siamo dei maghi non è detto che dobbiamo per forza parare gli incantesimi. Possiamo anche evitarli spostandoci a destra o a sinistra. Insomma muoverci. Pertanto Hermione quello che io ti insegnerò in questo tempo che saremo qui sarà evitare gli incantesimi e acquisire maggiore resistenza per un combattimento lungo. - finì di spiegare Harry. Era arrivato il momento dell'azione
- In guardia Hermione. Per il momento ti lancerò solo degli stupefium a bassa intensità. Dovrai spostarti a sinistra o a destra evitando gli incantesimi senza usare il protego o altre sorte di magie. - le spiegò Harry preparandosi all'attacco. Si sentiva debole, e i muscoli gli facevano male ma se voleva dare una possibilità alla ragazza che amava di sopravvivere in quella guerra doveva addestrarla il meglio possibile.
- Stupeficium - gridò Harry. Il colpo fu evitato da Hermione che si buttò a terra, ma purtroppo per lei fece il primo errore di valutazione perchè a terra era una facile preda. Infatti Harry la colpì con un secondo stupeficium allo stomaco che le mozzò per qualche secondo il fiato
- In piedi Hermione - gridò Harry.
La ragazza lentamente si rimise in piedi anche se era ancora un poco malconcia. Nell'atto di rialzarsi incrociò lo sguardo di Harry, che risaltava ancora di più con il tramonto che faceva da sfondo. La ragazza per qualche attimo rimase abbagliata da Harry, che con quel suo mantello nero che lo copriva per intero gli ricordava tantissimo quei cavalieri medieviali di cui aveva tanto sentito parlare da bambina. Eppure lo sguardo del ragazzo, al contrario di quei nobili cavalieri, esprimeva anche tanta tristezza. La ragazza pensò che forse anche lui aveva capito che il loro era un amore impossibile, eppure quanta tristezza leggeva in quegli occhi verdi.
Anche Harry rimase abbagliato da Hermione. Il tramonto risaltava gli occhi color nocciola della ragazza, e metteva in risalto anche quei capelli color castano così ribelli, proprio come lo erano i suoi. Per un attimo le ricordò una di quelle bellissime donne medievali che aveva visto per televisione, in quelle rare volte che lo zio glielo permetteva. Harry si perse in quello sguardo, avrebbe tanto voluto andare da lei e baciarla ma non poteva. Lei amava Ron ed era giusto così, meritava di vivere con qualcuno che non le facesse correre pericoli, come sarebbe successo se si fossero messi assieme. Era soprattutto per il bene della ragazza che voleva debellare Seth dal corpo di Ron. Ma proprio perchè Ron non voleva allenarsi con loro doveva far in modo che la ragazza si sapesse difendere da sola. Gli faceva male il cuore, ma doveva essere duro per il suo bene.
- Sei pronta Hermione - gli chiese Harry aspettandosi una risposta affermativa
- Quando vuoi Harry - le disse la ragazza determinata. Non voleva essere un peso per lui, per questo voleva imparare a lottare.
- Stupeficum - gridò per la seconda volta Harry.
La ragazza evitò il colpo spostandosi alla sua destra, Harry ne lanciò un altro ma Hermione evitò anche quello spostandosi alla sua sinistra. Harry continuava a lanciare schiantesimi con una certa regolarità, i suoi attacchi erano prevedibili e lenti così che la ragazza riusciva ad evitarli tutti quanti senza eccessivo sforzo.
- Aspetta Harry - gli disse Hermione prima che il ragazzo lanciasse un altro incantesimo.
- Cosa c'è? Sei stanca? - chiese il ragazzo sapendo già che l'amica avrebbe risposto di no
- No Harry non sono stanca ma vorrei che aumentassi la velocità dei tuoi colpi - chiese la ragazza con sguardo determinato
- Va bene Hermione - rispose Harry capendo che l'amica voleva essere indipendente. Era evidente che lentamente la paura che aveva provato contro i demoni le stava passando e stava ritornando la Hermione che aveva conosciuto dal primo anno. Fiera, coraggiosa e determinata a superare qualsiasi ostacolo che avesse di fronte.
Harry ricominciò a tempestare la ragazza di schiantesimi con sempre maggiore velocità tanto che uno dei colpi  la colpì di striscio, ma non riuscì ad evitare il colpo successivo che la fece cadere a terra. La ragazza si rese conto di non avere l'allenamento adatto per resistere a lungo contro un simile attacco, così che decise che che aveva bisogno di un allenamento che le facesse aumentare la resistenza. Nonostante questo la ragazza voleva continuare il suo addestramento, così con uno sforzo di volontà si rialzò. Harry ricominciò il suo attaccò, Hermione evitò i primi due attacchi ma non il terzo che la fece cadere nuovamente a terra; la ragazza si mise in ginocchio respirando a grandi boccate, fino a che non si rialzò completamente. Harry la attaccò ancora ma Hermione era troppo stanca per potersi difendere e il primo schiantesimo la colpì ancora una volta facendola cadere a terra.
- Hermione - gridò una voce che Harry riconobbe come quella di Ginny
- Non aiutarla Ginny - disse Harry fermando la rossa che stava correndo in aiuto dell'amica.
- Ma Harry... - cominciò la rossa a ribattere ma venne subito fermata da Harry
- Hermione è una grifondoro esattamente come te. E come tale non si lascerà scoraggiare dalle prima difficoltà senza reagire. - le disse Harry. Anche lui avrebbe voluta aiutarla e l'avrebbe fatto se non fosse che anche quello faceva parte del suo addestramento. La ragazza doveva capire che per quanto provati si fosse c'era sempre un modo per risollevarsi.
Le parole di Harry diedero la carica ad Hermione a non arrendersi. Così anche se a fatica, anche se provata nel corpo si rimise in piedi. Ginny notò che il viso della ragazza era determinato come non lo aveva mai visto. Sul suo viso c'era un piccolo sorriso che Harry ricambiò. Ora riconosceva la sua Hermione. 
- Per oggi basta così Hermione, ti sei allenata a sufficienza. - le disse Harry
- Ok Harry, ci vediamo dopo nel castello. - gli disse la ragazza dirigendosi verso il castello seguita dalla sua amica Ginny. Arrivata al portone la ragazza si girò indietro a guardò Harry che si era seduto sotto un albero. In quel momento si rese conto di quanto il ragazza dovesse aver sofferto nella sua vita. Tutto il regno magico lo aveva visto sempre e solo come colui che era sopravvissuto all'attacco del più potente mago oscuro di tutti i tempi, e ora lo vedevano come l'unico che potesse battere Voldemort risorto nuovamente. Nessuno, eccetto lei, lo aveva visto semplicemte per un semplice ragazzo di nome Harry ma sempre e solo come il bambino sopravvissuto e poi come il Prescelto. Non bastando Voldemort anche i demoni sembravano avercela particolrmente con lui, ed Harry non si era tirato indietro davanti a quel nuovo nemico. E mentre tutti nel regno magico erano terrorrizzati da Voldemort e dai demoni, lui li affrontava sapendo che in qualsiasi momento sarebbe potuto morire. Nonostante il regno magico magico lo avesse eletto come proprio eroe, lui non aveva mai approfittato della sua posizione di privilegio. L'unica cosa che lui desiderava era quello che non avrebbe mai potuto avere: una famiglia che lo amava.
Sulla ragazza apparve una piccola lacrima, mai come in quel momento desiderava essere al suo fianco, accocolarsi a lui e lasciare che la sua testa scivolasse sulla sua spalla. Avrebbe tanto voluta fare tutto quello ma non poteva, perchè aveva scelto di essere la ragazza di Ron e come tale doveva comportarsi. A malincuore girò su se stessa ed entrò nel castello seguita a ruota da Ginny che era molto dispiaciuta per i due ragazzi ma era sicura che prima o poi le cose si sarebbero risolte. Il problema principale era Ron che sicuramente non avrebbe rinunciato a Hermione tanto facilemente.
Harry, rimase per un po' sotto l'albero rimuginando su quello che era successo in quei giorni e soprattutto sui sentimenti che provava nei confronti dell'amica. Anche se cercava di nasconderli non aveva potuto fare a meno di pensare continuamente ad Hermione. Almeno per il momento non poteva fare nulla al riguardo, doveva accettare sia la situazione che lei e Ron stavano assieme, e sia i sentimenti che provava per lei. Per quanto duro fosse non aveva altra scelta, l'amore che provava per la ragazza era troppo grande per essere semplicemente nascosto e poi ripensando a tutti i combattimenti che aveva fatto, si rese conto la bacchetta si era trasformata quando lui aveva provato un forte desiderio di protezione nei confronti della ragazza. Eppure per quanto fosse insensata come ipotesi gli sembrava l'unica spiegazione possibile. L'anima della fenice che era nella bacchetta si risvegliava quando il ragazzo provava un forte desiderio di protezione verso la persona amata. Purtroppo l'unico che avrebbe potuto confermare la sua ipotesi era nelle mani di Voldemort ma forse c'era qualcuno che poteva aiutarlo.
Harry si rimise in piedi e anche lui si diresse verso il castello con lo stomaco che reclamava la sua razione di cibo quotidiana, visto l'allenamento a cui era stato sottoposto quel giorno.

Nel frattempo in una regione della Romania, ed esattamente nella Transilvania, in un antico castello quattro bare nere si scoperchiavano facendo venire alla luce i quattro vampiri più pericolosi che l'umanità avesse nai conosciuto. La loro aura oscura era tanto potente che fu avvertita anche dai night hunters che stavano aiutando la resistenza russa contro i maghi oscuri di Rasputin.
- David - disse Laura guardando nella direzione da cui provenivano quelle auree oscure
- Si Laura sono risorti anche loro. I quattro vampiri che furono sconfitti tempo fa dai quattro fondatori di Hogwarts. Lora, Vlad, Deruda e Dracula sono di nuovo tra di noi e questo significa ancora guai per Harry Potter.
  
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