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Autore: lyrapotter    12/01/2011    5 recensioni
Prima classificata al contest Only One-shot indetto da Only_Me sul forum di EFP
[Alice/Frank]
Frank si avvicinò, con un sorriso che era tutto un programma, nascondendo palesemente qualcosa dietro la schiena. Si chinò verso di lei e le diede un lungo, appassionato bacio di saluto.
Un bacio che sapeva di menta, come tutti i baci che le avesse mai dato dacché stavano insieme: che Alice fosse dannata se avesse mai capito come facesse Frank ad avere sempre addosso quel vago profumo di menta!
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alice Paciock, Frank Paciock
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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DISCLAIMER: Harry Potter e tutti i suoi personaggi appartengono a JK Rowling e a chi ne detiene i diritti. Questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.

N.B. le parti in corsivo sono i pensieri dei personaggi.

Fanfiction partecipante al contest Only One-shot indetto da Only_Me sul forum di EFP

BACIO ALLA MENTA

Ieri sparì, Domani non è giunto,

l'Oggi se ne va via senza fermarsi;

sono un Fu, un Sarà, un È già smunto

(Francisco de Quevedo).

 

Alice leggeva. O almeno ci provava: non si sentiva molto concentrata quel giorno. E in effetti non lo era: ogni poche righe perdeva il filo della narrazione per smarrirsi nei suoi pensieri, che, come qualcuno avrebbe maliziosamente osservato, vertevano soprattutto su una certa persona.

Quel giorno lei e Frank festeggiavano il loro anniversario di fidanzamento: cinque anni insieme e riusciva ancora a sentirsi felice semplicemente pensando a lui, come fosse stato il primo giorno.

Anzi, probabilmente era pure meglio di allora: da fidanzatini novelli bastava l’ebbrezza della novità a farle toccare il cielo per la gioia, ora la felicità derivava più dai tanti piccoli gesti quotidiani che scandivano la sua giornata.

Qualcuno diceva con una certa malignità che non ci si poteva impegnare per la vita a tredici anni (l’età che aveva Alice quando Frank si era deciso a chiederle di uscire dopo mesi di imbranato e goffo corteggiamento), ma lei francamente non ci badava: per quel che la riguardava, Frank Paciock era il primo e ultimo uomo della sua vita. Era stato la sua prima cotta infantile, il suo primo vero amore, il suo primo bacio, il suo primo praticamente qualunque cosa: era una tale costante nella sua vita che non riusciva nemmeno più a concepire un futuro senza di lui.

Sospirò, un sorriso beato a incresparle le labbra, il libro bello che dimenticato: bastava così poco per essere felici…

"Non mi sembri molto concentrata oggi…".

Alice sobbalzò, voltandosi parzialmente per salutare proprio l’oggetto dei suoi pensieri, appena materializzatasi in carne ed ossa dietro di lei.

"Mi hai fatto quasi venire un infarto, dannazione a te! Ti converrà trovare alla svelta il modo di farti perdonare, sai…".

Frank si avvicinò, con un sorriso che era tutto un programma, nascondendo palesemente qualcosa dietro la schiena. Si chinò verso di lei e le diede un lungo, appassionato bacio di saluto.

Un bacio che sapeva di menta, come tutti i baci che le avesse mai dato dacché stavano insieme: che Alice fosse dannata se avesse mai capito come facesse Frank ad avere sempre addosso quel vago profumo di menta!

Non che le desse fastidio, anzi: adorava quell’aroma, lo associava ad alcuni dei più bei momenti della sua vita. Di più, faceva parte di Frank quasi allo stesso modo dei suoi occhi castani o del suo sorriso.

"Perdonato?" domandò il ragazzo quando si separarono.

"Forse" rispose Alice con aria fintamente incerta. "Dipende tutto da cosa nascondi dietro la schiena con aria da gnorri, bel maschione…".

"Buon anniversario" disse Frank, rivelando un mazzo di tulipani bianchi come la neve.

Alice sentì il sorriso sul suo volto allargarsi senza volerlo: chiunque altro in un’occasione del genere avrebbe puntato sulle classiche rose rosse, ma Frank non era certo chiunque altro. Non che non le piacessero le rose, ma erano anche così tremendamente banali, oltre che un po’ troppo sfarzose: la sua anima pragmatica amava molto di più la semplice bellezza dei tulipani.

"Tulipani bianchi, eh? Non sei stato capace di inventarti nulla di meglio?" domandò, decidendo di giocare un po’ alla fidanzata polemica e scontenta, certa che Frank avrebbe colto lo scherzo.

Difatti, lui non mostrò un istante di incertezza, ma le porse con decisione il dono, sedendosi al suo fianco. "C’è un significato dietro".

"E quale sarebbe?".

"Ma come, una donna astuta come te non sa che i tulipani sono il simbolo del vero amore?" fece Frank con aria ironica. "Certo, bisogna proprio spiegarti sempre tutto…".

La giovane ridacchiò. "Perché so che a te fa molto piacere raccontarmi le cose" dichiarò, prendendo il mazzo di fiori. Sorrise dolcemente. "Sono bellissimi, Frank. Buon anniversario".

"Buon anniversario" le fece eco lui, avvicinandosi per baciarla di nuovo, lasciando che il profumo di menta l’avvolgesse di nuovo.

Sì, bastava davvero poco per essere felici.

 

È notte, ma Alice non dorme.

Raramente la notte le è di qualche conforto: è buia, silenziosa, vuota. La notte è il regno dei suoi incubi, quelli popolati di mostri neri, paura, risate maligne e dolore. Tanto dolore, accompagnato da urla, implorazioni di pietà, desiderio di morire…

Perciò Alice combatte tenacemente contro il sonno che l’attanaglia con sempre maggior forza. È una battaglia che non può vincere, ovviamente, ma non vuole comunque darsi per vinta: nel vuoto che popola la sua mente e la sua vita, ha imparato che la veglia è l’unico modo per sfuggire agli incubi.

Vorrebbe sognare cose belle, ma accadde assai di rado: non conserva ricordi delle meraviglie che popolavano la sua vita di prima, è stato tutto cancellato come neve al sole degli orrori della tortura.

Non rammenta il volto dell'uomo che amato con tutta sé stessa per la maggior parte della sua vita, né il bambino che hanno messo al mondo insieme, malgrado il primo dorma proprio nel letto di fianco al suo e il secondo, ormai cresciuto, venga ancora a trovarla a intervalli regolari, quando il lavoro glielo permette.

È rimasta una vaga sensazione d'amore, una voce nel suo cuore che le dice quanto questi due uomini siano importanti per lei: è un sentimento che la fa stare bene, quasi più di tutte le Pozioni Tranquillanti che le fanno continuamente bere per tenerla buona, ma anche fuggevole come fumo. Per quanto si sforzi di afferrarlo, fugge sempre via, inghiottito di nuovo da quelle tenebre che hanno già divorato il suo passato, che la torturano nel presente e la priveranno di ogni possibile futuro che non comprenda quella camera d'ospedale.

È l'unica cosa che la protegga almeno in parte dagli incubi.

Raggomitolata nel letto, sente le palpebre abbassarsi e scuote il capo: non vuole dormire, non vuole. Ha l'assoluta, raggelante certezza che questa notte gli incubi sarebbero tornati a tormentarla: aveva già passato troppe notti tranquille negli ultimi tempi, la poca esperienza che è riuscita a costruirsi in quegli anni le dice che non può durare ancora per molto tempo.

Mentre fissa il buio, un gemito alla sua destra attira la sua attenzione. Si volta lentamente: anche i sogni del suo compagno di stanza e di vita sono tormentati stanotte.

Senza preavviso, Alice sente un moto di... qualcosa farsi largo dentro di lei. Pietà? Dispiacere? Amore? Non lo sa e non le importa: sa solo che prova qualcosa per quell'uomo in quel preciso momento. Sono sempre stati legati dallo stesso tormento, dalle stesse tenebre, ma stavolta c'è anche qualcosa in più.

Senza nemmeno rendersi conto di ciò che sta facendo, Alice sguscia fuori da sotto le lenzuola e a passetti esitanti si accosta al suo letto.

Mentre lo guarda dormire, bloccata dall'incertezza, si chiede perché quella persona le sia così cara: non si sono mai nemmeno parlati, a malapena si guardano, persi nei rispettivi mondi spesso non sono nemmeno consapevoli della presenza l'uno dell'altra, ma ciò nonostante Alice a volte si sente legata a lui più che a chiunque altro. Come in questo momento.

Vorrebbe di più che stare semplicemente lì a osservarlo, ma non sa nemmeno lei cosa sia di preciso questo "più": è qualcosa che da qualche parte nel suo cuore sente di meritare.

Ed Alice Paciock era stata una persona che si prendeva ciò che voleva, non importava quanti ostacoli da superare ci fossero. Forse sono le vestigia di quella donna combattiva e risoluta a tendere i fili stanotte: lentamente, Alice si sistema sul letto, accoccolandosi al fianco del suo amato.

Vorrebbe essere abbracciata, sentirsi amata, anche solo per un'ultima notte soltanto, ma Frank non è stato benedetto come lei da questo sprazzo di lucidità e continua a dormire, indifferente.

Ma va bene lo stesso: bisogna sapersi accontentare.

Alice avvicina le labbra alle sue, in un bacio talmente veloce e casto da sembrare più sogno che realtà.

È sufficiente: si lascia cullare dal profumo di menta che improvvisamente l'avvolge. Tanti anni sono passati, tante cose sono cambiate, ma i baci di Frank profumano ancora di menta come nei lontani giorni d'oro in cui il loro futuro erano ancora tutto da scrivere.

Ma ad Alice non interessa quel futuro che non potrà mai vedere: quel profumo la trasporta lontano, rievoca immagini e ricordi che credeva scomparsi per sempre.

Un mazzo di tulipani bianchi domina la scena.

Ma come, una donna astuta come te non sa che i tulipani sono il simbolo del vero amore?

Sono bellissimi, Frank. Buon anniversario.

Ha sempre amato i tulipani, ma dopo quel particolare giorno erano diventati i suoi fiori preferiti: quando si erano sposati, aveva piantato decine di tulipani nel loro giardino. Come un talismano, qualcosa che le ricordasse sempre Frank, anche quando lui non c'era.

Non c'è da stupirsi che proprio queste immagini siano state evocate dal suo ultimo bacio all'aroma di menta.

Si abbandona a questi meravigliosi ricordi di una vita passata, desiderando che il tempo si possa fermare, per non perdere l'attimo di luce che le è stato concesso.

Ma i minuti scorrono inesorabili uno dopo l'altro: non si concedono sconti per nessuno.

Alice finalmente cede e si addormenta, rannicchiata tra le braccia del suo Frank: niente incubi per lei stanotte, solo bei sogni popolati di tulipani bianchi, dolci baci e semplici gesti da giovani amanti.

Una tregua dall'oscurità che tornerà a reclamarla fin troppo presto, cancellando perfino il ricordo di questa notte.

 

Lyrapotter’s corner

Eccomi qua, di nuovo: questa storia ha partecipato al contest Only One-Shot di Only_Me, dove si è classificata prima, con mia somma sorpresa (soprattutto considerando la spietata concorrenza!): si doveva scegliere un pacchetto che conteneva un tema, un elemento ad esso collegato e due prompt. Il tutto doveva essere la base della storia, ovviamente.

Questa storia ha avuto una genesi piuttosto travagliata: avevo cominciato a scriverla, mi era bloccata e poi, complice un’ispirazione notturna, l’ho riscritta daccapo. Tutta colpa di quella dannata citazione che trovate come introduzione e che mi ha fatto a lungo litigare con la mia musa alla vana ricerca di qualcosa da scriverci sopra.

Per il resto, non c’è molto altro da dire: una coppia che adoro (del resto, sono ben pochi i pg della old generation che non mi piacciono), poco sfruttata e su cui faccio il mezzo fioretto di tornare in un futuro più o meno remoto.

Sotto vi riporto, as usual, il commento della boss del contest, che ringrazio di nuovo infinitamente per avermi dato l’occasione per scrivere questa cosetta.

Grazie a chiunque sia passato, si sia fermato, abbia letto o recensito.

See you soon!

 

Bacio alla menta, lyrapotter

• Grammatica e forma: 10/10;

• Caratterizzazione dei personaggi: 5/5;

• Originalità della trama: 5/5;

• Attinenza al tema assegnato: 10/10;

• Utilizzo dell'elemento assegnato: 5/5;

• Utilizzo dei prompt: 5/5;

• Gradimento personale: 2/2;

• Cambio pacchetto: //

Totale: 41.75/42.

E io dovrei scrivere un commento? I punteggi non parlano da soli?

Questa fic mi ha stregata.

Grammaticalmente è perfetta, non ho trovato nessun errore; una virgola non mi convinceva, ma non potevo considerarla un errore. I personaggi sono caratterizzati in modo impeccabile, sia Alice che Frank – quest'ultimo più dai gesti che da vere e proprie introspezioni –. Il tema del ricordo è stato centrato magistralmente, così come il profumo di menta, onnipresente nella storia. So che i tulipani – quelli rossi, in realtà – sono il simbolo del vero amore, ma nessuno ci crede quando lo dico, perché pensano che quella sia prerogativa delle rose. Sono davvero contenta che tu abbia colto questa sfumatura del pacchetto. La citazione, si per sé, era il prompt più difficile da inserire, ma sei riuscita a farlo senza alcun problema, basando la tua storia sulla fugacità dei ricordi, degli sprazzi di lucidità, dell'amore che Alice prova ancora – senza rendersene pienamente conto – per Frank. Davvero, i miei complimenti.

Sul gradimento personale non penso ci sia nulla da dire, l'ho adorata.

   
 
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