Overleven
Capitolo Sei-Het land van herkmst
Quando Fay aveva aperto la porta, Kurogane era tutto preso dai suoi pensieri tanto che
trasalì appena nel vederlo nella stanza.
Aveva cercato di dirgli qualcosa
magari opporsi al fatto che quel biondino idiota era pure disposto a prenderselo
in spalla per portarlo in un posto più congruo al trasferimento, ma evitò di
infierire. Sotto quella scorsa da burbero ninja integerrimo c’era sempre un
ninja integerrimo, ma forse un po’ meno burbero, e in fondo conosceva fin troppo
bene quel cretino lì, tanto che ormai sapeva quando non era proprio il caso di
parlare.
Così era stato zitto anche quando Fay l’aveva sollevato lentamente,
con un gesto studiato e misurato, come se uno con quelle braccine così magre
potesse far male a uno grande e grosso come lui. Il ninja s'era tenuto per sé
praticamente tutto anche il solito borbottio, ma mentre Fay lo sollevava
lentamente per stringerlo di più a sé, non fece altro che guardarlo con la
solita e collaudata espressione accigliata, come a dirgli di evitare simili
sciocchezze, ma senza trovare nel pratico la forza di farlo.
Si lasciò
avvolgere dalla magia, stupendosi della decisione dei gesti di quell'idiota,
mica come quella volta a Celes, quando più che altro aveva visto rassegnazione e
rabbia in quell'occhio azzurro. Ora più che altro sembrava davvero deciso a
salvargli la vita.
La luce
sprigionata da quell'incantesimo lo abbagliò per un momento e lo costrinse a
chiudere gli occhi.
Fay si accorse che il trasferimento era andato a
buon fine solo quando l'odore ributtante di riso lesso e verza al vapore gli
rivoltò lo stomaco da cima a fondo.
Non aveva mai dubitato tanto dei suoi
poteri, normalmente tendeva a dubitare di sé stesso più che dei suoi poteri,
però ora, nello stato emotivo in cui si trovava, poteva tranquillamente dubitare
di tutto.
Anche perché mica era tanto sicuro che quello fosse proprio il
Giappone di Kurogane, era anche vero che da Sorata e Arashi c'era l'odore di
verza e riso misti a shoga, quindi poteva anche tranquillamente essere un
Giappone che non conoscevano.
«Siamo a Nihon.» biasicò Kurogane sospirando,
mentre si riprendeva dal capogiro datogli dall’incantesimo.
«Suona come
un'affermazione più che come una domanda.» asserì il mago. «Come fai ad esserne
così certo?».
«Conosco il mio Giappone.» mugugnò Kurogane cercando
un modo rapido e più o meno indolore di tirarsi in piedi.
«Mi permetti di
aiutarti a camminare? Non dovresti affaticarti.» farfugliò il
biondo.
Kurogane se lo guardò con fare interrogativo, per la prima volta,
complice anche un po' la situazione in cui si trovava, non riuscì a capire cosa
significasse l'espressione del compagno. Eppure lui ci riusciva
sempre!
«Allora? Mi costringi ad usare le maniere forti?» sussurrò Fay senza
muoversi di un millimetro.
«Siamo piuttosto risoluti, eh?» bofonchiò il ninja
sospirando ancora. «Dovrei riuscire ad alzarmi».
«Guarda che ti ho già
portato in braccio una volta.» gli fece notare.
Il Kurogane di tutti i
giorni, quello scontroso, burbero e anche un po' troppo orgoglioso avrebbe avuto
a che ridire in merito a tale affermazione, ma quello di quel giorno invece
storse appena il naso. «Sei proprio un pazzo!» brontolò. «Io peserò tre o
quattro volte il tuo peso, se non di più!» disse in maniera confusa. «E con
quelle braccine lì potresti giusto portare in braccio la polpettina!».
«Su
sta' buono, Kuro-pon!» sorrise il biondo carezzandogli i capelli piano. «Sono
forte, eh! Che ti credi? E poi, cavoli, sono un mago».
L'orgoglio del
giapponese dovette cedere di fronte a tanta ostinazione. Ma comunque, provò a
tirarsi in piedi, con più che scarso successo.
Fay lo sollevò faticando
leggermente, ma abbastanza da far sembrare che quella che lui si ostinava a
chiamare colonna vertebrale —anche se in tutta franchezza sembrava un omino
bidimensionale, tipo quelli dei disegni antichi— si fosse spezzata in due. «Non
sei poi tanto pesante. In effetti ora indossi gli abiti di Clow...»
mugugnò.
Tutte le volte in cui a Kurogane era capitato di dover tenere in
braccio il mago non aveva fatto tanta fatica: era come portare un sacco pieno
d'aria, ma le cose erano decisamente cambiate, del resto, non era lui a portare
in braccio quell'idiota mingherlino, ma il contrario e probabilmente per il mago
era come sollevare una montagna.
Sebbene le indicazioni di Kurogane fossero
chiare e lampanti, si ritrovarono ad attraversare il padiglione di sudovest
indisturbati, ma a quanto diceva il moro erano completamente fuori
strada.
Certo, per Fay gli alloggi della principessa Tomoyo, potevano essere
davvero ovunque, visto che ovviamente quel posto non era altro che un
ingarbugliato crocevia di corridoi, legna e intrecci di drappi pregiati, quindi
un luogo decisamente monotono dove era piuttosto facile perdersi, e seppure
quell’altro obiettava e scalmanava, fondamentalmente il mago non sapeva proprio
dove andare a cercare una dannata stanza che vagamente riconducesse un minimo
alla famiglia reale.
Per cui Fay, che di certo non è che conoscesse il
palazzo come chi ci abitava da sempre, continuò a camminare sotto un porticato
che dava su un cortile all’apparenza simile a mille altri cortili, fatta
eccezione per la miriade di manichini impagliati piantati a terra, misurando
ogni passo, come se non potesse fare gambate più ampie.
«Quindi tu hai
intenzione di crepare!» brontolò il ninja appena si rese conto che quel cortile
era teatro degli allenamenti della guardia.
«Ti ho detto che non pesi così
tanto.» ripeté quell'idiota.
«No, sarò io ad ammazzarti. Stai
calpestando la mia dignità, mago cretino!» brontolò ancora il moro.
«Ma di
che parli, Kuro-pon?» fece quell'altro ostentando un sorriso sornione.
«Qui
c'è gente che conosco.» s'inalberò ancora di più, se avesse continuato così
probabilmente sarebbe stato il veleno a levare le tende di sua spontanea
volontà, tanto il suo sangue si stava inacidendo.
«Sei ferito, Kurogane, vuoi
davvero che ti si riapra la ferita?» rispose Fay calmissimo.
«Ne va della mia
dignità.» replicò il moro.
«Cerca di non fare movimenti bruschi e di
appoggiarti a me.» sbuffò Fay decisamente troppo accondiscendente.
«Non
preoccuparti, idiota.» mormorò Kurogane finalmente in piedi, liberando dal suo
peso le braccia troppo magre del biondo. «Tsk!».
Evidentemente senza il peso decisamente
eccessivo per le ossicine dell’idiota, malgrado Kurogane faticasse un po’ a
camminare, impiegarono poco o niente ad abbandonare la zona.
Ma superato il
cortile, Fay cominciò quasi subito a domandare anche se molto meno pedante di
sempre, se il moro necessitasse di un qualche aiuto, ma come era piuttosto
prevedibile, quell’altro gli ringhiò contro un no abbastanza secco e sgarbato.
Di contro, il mago gli sorrise e si morse la lingua per tenere per sé quello che
stava pensando.
Ben presto, però, ancor prima di quanto ci si potesse
aspettare, le gambe cominciarono ad opporre la dovuta resistenza e Kurogane si
ritrovò a boccheggiare, con le spalle contro il muro più vicino.
Quando Fay
gli si fece accanto impallidì di botto, non che prima avesse questo gran
colorito sano e salubre, ma ancora di più.
«Posso aiutarti?» domandò.
Il
ninja si limitò a borbottare e poi gemette piano. «No».
Era ostinato,
maledizione, davvero troppo, come se qualcuno dei suoi più-o-meno-compagni di
battaglia, potesse dargli dell'incompetente o peggio del debole.
«Stai male non lo vedi?» ringhiò Fay, la sua voce parve ancora
più acuta del normale e le parole raschiavano nella sua gola, impudenti. «Se non
volevi venire qui, bastava dirlo! Cos'è? Forse pensavi che saremmo rimasti
intrappolati da qualche parte, mh?» continuò. «Tu stai male. Stai
male. Di certo non è che venendo qui le cose sarebbero andate meglio!
Sarebbe stato bello fosse così, ma non è stato così. Ora, maledizione, fatti
aiutare, o ti trascino in braccio fino al centro del cortile di prima e ti mollo
lì in mezzo, hai capito?».
Ci vollero due minuti interi perché Fay
ventilasse, aveva le guance rosse e avrebbe giurato che quel formicolio al petto
fosse un principio d'infarto, inoltre stava pure per crollare. Non era mica da
lui tutta questa risolutezza!
Kurogane, malgrado l'espressione torva e scura,
ne fu piacevolmente sorpreso, ma prima ancora che potesse parlare, si ritrovò a
guardare i motivi del doura1 della sua principessa.
«Principessa...» cominciò
a dire il mago idiota, che finalmente era riuscito a trovare un colorito più
naturale, una buona tonalità latte pallido.
«So già tutto.» sussurrò lei. «La
principessa Sakura m'è venuta in sogno stanotte... E mi ha raccontato
tutto».
«Pensavo avessi rinunciato ai tuoi poteri...» rammentò Fay.
«Si
tratta di un sogno indotto dalla vostra principessa.» sorrise. «I sogni che
faccio io sono solo fiorellini e uccellini, adatti per fare da base ai miei
abiti...» annuì lei.
Vista la troppa complicità tra quei due, soprattutto
perché minava la sanità mentale del povero Kurogane, questo grugnì un gemito
profondo e graffiante per farli smettere, ma con scarso successo.
«Lui
resterà qui.» spiegò brevemente Fay abbassando lo sguardo. «Lui resterà qui, e
io cercherò una cura per lui».
La principessa sembrò sussultare un momento.
«Oh, quindi parti da solo...».
«Pensavo che Sakura ti avesse spiegato
tutto...» mugugnò il mago intendendo lo sguardo attonito e contrito della
giovane: a quanto pareva c’era qualcosa che la turbava, ma decise di
soprassedere.
«Sì, Sakura mi ha detto che avresti cercato un modo per
aiutarlo, ma... Non pensavo che saresti andato da solo».
Kurogane spostò la
schiena dal muro al quale era appoggiato e trascinò i piedi, tornando in una
posizione quanto meno accettabile, curvo come al solito, ma almeno stava più o
meno in piedi, e cercò di procedere verso un non ben specificato luogo lungo
quel corridoio.
«Mi permetti di aiutarti Kuro-pon?» fece l’idiota proponendo
un sorrisone strano.
Il moro ringhiò una qualche imprecazione e continuò a
spingersi verso quella meta sconosciuta, strusciando la spalla ferita contro il
muro e i piedi per terra.
Questo non fece altro che
pungere nel vivo Fay. «Pensi di fare una figura migliore se ti trascini in giro
come una bestia ferita?» sbraitò all’improvviso, restando due o tre passi dietro
il moro che si sentì in dovere di girarsi verso quell'altro. «Dannazione,
Kurogane! Credi davvero che qualcuno penserà che non sei un grande guerriero se ti lasci un po’
andare?! Questo ragionamento non mi sembra adatto a te, è una cosa più...» “da
me”, avrebbe voluto aggiungerci il mago in preda alla seconda quasi-crisi
isterica della giornata. «Tu sei forte, esasperare così questa situazione è pura
follia!».
«Sta' zitto tu!» ringhiò a quel punto il ninja tornando sui suoi
passi, vanificando l’impegno degli ultimi minuti.
«No. Vuoi proprio che ti
dica ciò che penso, Kurogane?» gli domandò il mago curandosi ben poco del fatto
che la faccia del moro, contorta in un’espressione poco amichevole, stava a meno
di un pollice di distanza dalla sua.
«Oh, sentiamo cosa vuole dire il
professor idiota!» grugnì ancora, soffiando con rabbia il fiato contro il naso
del biondo.
Ma prima ancora che potesse parlare, Tomoyo che aveva continuato
a fissare l'espressione decisamente adirata del giapponese, fermò questa
manfrina, prima che sfociasse in tragedia.
«Kurogane!» squittì.
«Preferiresti farti accompagnare in stanza da qualcuno della guardia
imperiale?».
A quella specie di proposta indecente, che gli fece gelare il
sangue nelle vene, Kurogane rispose con una specie di gemito.
«Io riesco a
camminare, pezzo di deficiente!» ringhiò più adirato di prima, ci mancava solo
che pure Tomoyo desse retta quello lì!
«Va bene.» annuì il biondino senza battere ciglio
minimamente. «Tanto non mi avrai più tra i piedi d‘ora in poi, e una
volta che ti avrò curato non mi vedrai nemmeno più, per cui permettimi
di aiutarti ora».
Kurogane arricciò il naso a tali parole pronunciate con così
tanta leggerezza. «Che cosa diavolo stai dicendo adesso?!».
«Niente di così immensamente
importante. Ti posso aiutare? Prometto di non farti fare la figura
del pappamolle, Kuro-pon!» pigolò il biondino sorridendo, passandogli una delle
esili braccia attorno alla vita. «Ti appoggi solamente a me e se hai bisogno ti
aiuto».
Tomoyo ignorò tranquillamente i cambiamenti d’umore di Fay e le
imprecazioni grugnite da Kurogane e precedette quei due lungo il corridoio, come
a mostrare loro il modo per raggiungere una stanza libera nella quale
riposare.
Una volta che Kurogane fu finalmente libero da quell’idiota e da quegli
stramaledetti abiti appiccicosi di Clow, la situazione sembrò essersi
quietata.
Tomoyo aveva fatto accomodare il mago in un’altra stanza e ora si
guardava il ninja con un’espressione strana.
«Beh, che vuoi?» brontolò il
moro.
«Non ti pare di aver esagerato, prima?» domandò lei con un’espressione
che Kurogane conosceva fin troppo bene, era la stessa che gli aveva fatto
maledire il giorno in cui l’aveva conosciuta, quella con la quale l’aveva
salutato spedendolo dalla strega.
«Lui è un maledetto idiota rompiscatole, e
tu cerca di non dargli corda!» ringhiò.
«A me pare che lui voglia solo
aiutarti.» rispose lei con un tono fastidiosamente monotono e calmo.
«Chi
gliel'ha chiesto?» domandò seccato. «Piuttosto che vivere una lunga vita vorrei
morire da guerriero».
«E magari non vorresti che la tua vita dipendesse da
lui...» aggiunse lei abbassando la testa. «Forse la verità è che tu hai solo
paura».
L'espressione di Kurogane si contorse in una smorfia d'orrore e
disgusto. «Che stai dicendo?» sbraitò agitandosi.
«Yoo, sto solo cercando di
farti capire che non puoi trattare così le persone che ti stanno intorno...»
sussurrò lei con calma.
«Ma dico io! A te che diavolo te ne frega?!» ringhiò
ancora.
«Va bene, lasciamo stare...»
sorrise. «Noto con piacere che il tuo braccio è nuovo! È così
luccicante!» mugugnò poi cercando di cambiare discorso,
prendendogli l’ingombrante mano di latta.
«Questa è la seconda volta che lo
cambio, quello che hanno portato qui s’è rotto quando abbiamo incontrato
quell’uomo... L’altro era d’acciaio coperto di pelle. Inutile dire che il senso
del tatto era dieci volte migliorato dal precedente, ma era fragilino anche
quello... Questa è una versione aggiornata, sento poco o niente visto che non è
coperto di pelle, ma almeno regge i miei movimenti2...» sospirò muovendo piano le
dita. Dallo sguardo attonito della sua principessa capì che questa aveva un
rospo in gola che non vedeva l'ora di essere libero. «Sciorina qualche perla di
saggezza».
«No è che mi pare strano, eppure ti conosco da tanto tempo!»
mugugnò come soprappensiero. «Tu sei stato in grado di rinunciare a un braccio
per salvare Fay e non provi nemmeno a trattarlo un po' meglio? Hai per caso
paura di perdere la scorza da duro, Yoo?».
«Ma che rottura, principessa!»
brontolò con un gemito cercando un modo di girarsi su un fianco.
«Non vuoi
rispondere?» sogghignò lei, evidentemente —almeno secondo Kurogane— provava un
vero e proprio gusto sadico a punzecchiarlo così.
«No.» sibilò lui.
Lei
ridacchiò piano. «E se ti ordinassi di rispondermi, Yoo?».
«Ngh!» s’inceppò
lui. «Ho sonno».
Tomoyo sospirò e si alzò stancamente. «Uh, va bene, diciamo
che ti lascio riposare. Se ti senti poco bene, chiamami io sono qui fuori. Anche
solo perché vuoi un altro cuscino, hai capito?».
«Ho capito, ho capito!
Cominci a diventare anche più pedante di quell'idiota!» si lamentò biascicando
piano poco prima di crollare mezzo addormentato in puro stile Sakura.
Anche
se tutto sommato non si era mai lamentato di un letto, men che meno di un futon,
visto e considerato che ci aveva dormito fin da piccolo, quel dannato letto gli
sembrava scomodo e gli parve di non riuscire a prendere sonno. L’ultima immagine
che aveva stampata in testa, come un tatuaggio sulla pelle, era di quando quel
mago idiota l’aveva tenuto tra le braccia, con la schiena rialzata, nel regno di
Clow, e si maledisse per essersi ricordato di una scena tanto stupida, ma tanto
poi s’era addormentato.
Quando Tomoyo uscì dalla stanza in cui riposava Kurogane, spingendo
delicatamente la porta scorrevole di carta pecora e legno, si ritrovò di fronte
il sorrisone di Fay.
«Oh, pensavo fossi andato a riposare.» sussurrò
lei.
«Sai che non attacca affatto la storia di Sakura che ti viene in sogno?
Giusto Kuro-pon può crederci... Cos'è l'aiutante della strega ti ha ridato i
poteri?» evinse lui in tutta risposta, con un'espressione furba degna di una
volpe.
«Non è proprio così... Ho solo fatto uno scambio.» precisò lei, con un
sorriso. «Però Sakura mi è venuta davvero in sogno. Qualche giorno fa, prima che
il suo sogno si avverasse e questa notte, per dirmi che sareste venuti qui. Però
pensavo che lei ti avesse detto di non partire da solo...».
«In realtà, hanno provato
a farmi cambiare idea...» annuì lui. «Non posso fare a meno di notare che... Sei
preoccupata. Non sarò bravo come Kurogane a notare i cambiamenti d'umore, ma me
le stai mostrando fin troppo chiaramente. Cosa hai sognato?» le domandò con un
sorriso calmo.
«Lo sai che non posso dirti molto.» sospirò lei.
«Sappi che
non mi fermerò. Anche se dovessi rischiare tutto, anche solo per vederlo stare
bene per poi chiudere gli occhi e spegnermi. Non mi importa. Per cui io lo
salverò, qualunque cosa tu mi dica.» disse d'un fiato, senza nemmeno pesare le
parole o pensarle. «Ma se vuoi potrei venire qui ogni tanto una volta ogni due o
tre mesi, così almeno tu stai tranquilla».
La principessa scosse il capo
pensierosa. «Ti affaticheresti di più a tornare qui. Però sì, vorrei,
soprattutto per lui, che tu tornassi qui una volta ogni tanto. E cerca di
riposarti ogni tanto...».
«Sissignora.» un sorrisetto sincero gli si dipinse
in volto prima che si abbuiasse di nuovo. «Lui sta riposando?».
«Voleva
provarci...» mugugnò Tomoyo, intendendo quell'espressione cupa. «Stai già
pensando di andare via, vero?».
Fay le sorrise ma non disse
nulla.
«Salutalo almeno. So che è un tipo difficile ma—» sussurrò lei
abbassando la testa.
«Certo che vado a salutarlo, Tomoyo.» annuì mentre
cercava nelle tasche dei pantaloni qualcosa.
Ne estrasse tre fazzoletti
bianchi coi cuoricini rosa e celesti, un bottone fucsia, tre forcine per
capelli, una quantità indistinta di briciole, e poi in fondo a tutto quel
marasma, c’erano anche le due sferette, le compagne di quelle che aveva lasciato
a Shaoran e Sakura. «Con queste potremo comunicare anche a distanza, ci vuole un
minimo dispendio di energia magica, ma è davvero poca... Io ti informerò sui
progressi delle mie ricerche e tu sulla salute di Kuro-pon... Ma, per favore,
non gli dire assolutamente che puoi comunicare con me».
Proprio mentre
Tomoyo stava per domandargli il perché di tale richiesta, Fay le sorrise e si
diresse verso la porta che la principessa aveva chiuso poco prima.
«Ti prego
di salutarmi tua sorella, abbi cura di lui.» le sussurrò prima di
immergersi nella stanza.
Ciò che colpì Fay mentre aspettava con calma che Kurogane si svegliasse,
fu la calma che trasmetteva quella stanza. A partire dai giochi che la luce
dipingeva sul pavimento in legno pregiato, attraversando le tende leggere di un
celeste delicato e sgusciando piano tra le foglie del grande ciliegio che
campeggiava nel cortile fino all’odore di incenso e menta che bruciava in un
angolo talmente remoto del palazzo da non essere così pungente.
A guardare il
ninja, quello che ormai cominciava a sentire come una presenza, per quanto
ingombrante, necessaria alla sua vita, non riusciva a trovare le parole adeguate
a dirgli un arrivederci che almeno vagamente non somigliasse ad un addio. In
fondo Tomoyo gli aveva appena detto che da quel suo viaggio non sarebbe tornato
intero, per cui, uno sempre con l’animo da perfetto finto ottimista come lui
doveva prepararsi al peggio!
Inoltre la sua vita gli aveva proposto modi e
modi di morire e non c’era mai riuscito a lasciarci le penne, e ora che doveva
salvare la vita a una persona, o meglio a quella persona, doveva crepare?!
Nossignore! Stavolta gli avrebbe detto qualcosa del tipo “Riguardati e cerca di
non imbronciarti troppo che poi ti vengono le rughe” oppure più semplicemente
avrebbe sciorinato il suo sorriso migliore e gli avrebbe mormorato a fior di
labbra un “A presto”.
Proprio mentre era in preda a questi viaggi mentali, vide le iridi cremisi di
Kurogane restringere la pupilla alla luce del pomeriggio.
«Ben svegliato.»
gli sorrise e poi si lasciò prendere la mano, arricciò il naso e strinse le
palpebre e in preda a un minimo di sconforto continuò. «Volevo dirti che sto
andando via.»
«Ah. Non hai dormito nemmeno un po'.» asserì l’altro come se le
due cose fossero strettamente legate.
«Cerca di riposarti Kuro-pon, e non
fare andare ai pazzi Tomoyo-hime!» continuò a parlare senza nemmeno badare a
quello che stava dicendo il moro. «Noi ci rivedremo presto, quindi non
preoccuparti e poi —».
Kurogane fece correre la mano di latta fino a toccare il
ginocchio del mago, interrompendo quell'assurdo monologo. «Grazie».
Fay trasalì di botto e lo squadrò allucinato, probabilmente
pensò di non aver capito bene tutte quelle lettere. «Cosa?».
«Non farmi ripetere le cose due volte.»
replicò il ninja tossicchiando piano. «O forse non riesci a capire quello che
dico? Hai bisogno della polpettina?».
«No, c'è la mia magia. Ti capisco
benissimo!» annuì l’altro con una faccia decisamente contrita dallo stupore.
«Non c'è bisogno che tu mi ringrazi Kuro-gh... Kurogane».
Kurogane gemette
appena. «Hai ragione. Non mi aspettavo arrivassimo qui subito. Sei stato
bravo».
Fay strinse le palpebre di più. «Oh, devi stare davvero male,
Kuro-pon...».
«Avvicinati, per favore, voglio dirti una cosa
seriamente... Ma sicuramente non entrerà in quella zucca vuota, per cui...
Avvicinati.» biascicò
di nuovo.
A quel punto il mago spalancò gli occhi e si inchinò in avanti con
la testa.
Le dita di acciaio di Kurogane si aggrapparono come un
rampicante alla maglia bianca e celeste del biondo senza il minimo preavviso.
«Cerca di tornare, intesi? Con o senza cura, non mi importa.» inalò a fondo come se
riuscisse a stento a ventilare, come se l’aria gli bruciasse in gola fino ai
polmoni, proprio come qualche ora prima a Clow. «Cerca di fare attenzione. Io
non posso aiutarti... Per cui torna intero, hai capito?».
Fu un colpo al
cuore. Fay ci mise qualche secondo per riuscire ad interpretare tutto ciò che
gli era stato detto. C’era apprensione in quelle parole, ma lui se ne accorse
solo dopo. «Sì».
«Bravo.» annuì definitivamente Kurogane mentre si
rannicchiava meglio, senza però lasciare la casacca dell’idiota.
«Io
dovrei...» cominciò a dire il biondo cercando di uscire da quel pantano di
emozioni nel quale si ritrovava a ribollire.
«Ti ricordi...» cominciò a dire
Kurogane mentre scioglieva le sue dita d'acciaio dalla seta della maglia del
compagno.
«Stai pensando a quella volta che mentre viaggiavamo ci siamo
trovati in mezzo all'oceano?3» ridacchiò il mago.
«Allora ti ricordi...»
annuì.
«Se è per questo, mi ricordo esattamente tutti i tentativi di
ammazzare Mokona che hai messo in atto... Dal farle inghiottire ettolitri
d'acqua salata, al tentato annegamento.» replicò. «Sei stupito che me ne
ricordi?».
Il moro fece un lieve inchino col capo. «Un po'...».
Fay alzò
un sopracciglio. «E perché?».
«Non lo so.» ammise.
Il mago sforzò una
risatina e fece per alzarsi. «Io mi ricordo esattamente tutto quello che hai
fatto, tutto quello che abbiamo passato insieme. Quindi tu cerca di restare
vivo, così avrò altri ricordi da immagazzinare».
«Mh.» mugugnò Kurogane ben
poco abbindolato da quelle parole. «Ma se prima hai detto che...».
«Ero
arrabbiato, io non sono come te, io dico una serie di cavolate quando sono
arrabbiato.» il mago fece appena spallucce e gli sorrise. «Dai ora, fammi
andare...».
Le dita del ninja si intrecciarono di nuovo alla casacca di Fay.
«Non sei tanto idiota, lo sai?».
«Certo, tu parli così perché stai male.»
rispose il mago abbassando lo sguardo, cercando di ignorare completamente lo
sguardo scarlatto del ferito lì, davanti a lui.
«Fa' attenzione.» continuò a
dire Kurogane, con la voce più flebile di prima. «Ora che fai? Non mi saluti
nella tua maniera idiota?».
«Lascia perdere.» rispose. «Tornerò presto, okay?
Tanto presto che non ti renderai nemmeno conto della mia assenza.» sorrise
alzandosi in piedi.
Fay ebbe il cuore di guardare un’ultima volta Kurogane
prima di avviare l’incantesimo di trasferimento. Il moro se lo guardava con una
mano sul petto, senza dire niente, tremando piano e annaspando appena, gli occhi
vermigli spalancati alla luce di quella potente magia. Con un gemito più forte,
che lo costrinse a contorcersi biascicò qualcosa, ma il mago non riuscì a
sentire che cosa. E proprio mentre scompariva gli parve che il ninja fosse più
pallido di prima.
1-doura: fodera esterna del kimono femminile.
2-: Sia in Kobato che in xxxHolic pare che Kurogane abbia ottenuto un braccio (coperto di pelle in Kobato), posto questo mi son detto "beh Kurogane non è un tipo delicato con le sue 'attrezzature', per cui sicuramente avrà avuto bisogno di un altro braccio v__v" ed ecco il magico capitolo 192 di xxxHolic venire in mio soccorso v__v (ragionamento impeccabile).
3-: Lievissimo accenno a Kobato, ma in realtà non c'entra niente con l'apparizione del gruppo nel mondo di questa opera CLAMP, per cui spero non lo valutiate granché come uno spoiler!
Rieccomi qui gente,
Vi ringrazio
molto di aver recensito e anche di aver pazientato così a lungo.
Ci sono stati innumerevoli problemi per questo capitolo.
All'inizio era davvero perfido (roba che trasudava cattiveria e dolore da tutti
i pori, come ha detto la persona che l'ha letto, e che mi ha aiutato
ad essere leggermente più buono)... poi era davvero troppo buono, io ero di
cattivo umore ed è diventato più cattivo di prima, con grida di dolore e pianti
in sottofondo v___v e poi eccolo qui, nella sua ultima versione. Non sono molto
convinto di quello che ho scritto, ma comunque è andata ormai v__v cercherò di
migliorare col prossimo capitolo e spero non faccia poi così tanto schifo a voi miei adorati lettori.
pralinedetective, Uh! Grazie mille! Mi sento davvero onorato a ricevere la tua prima recensione in questo fandom. Sicuramente mi odierai di più visto che ho tardato ad aggiornare, ma va bene uguale v__v incorrerò nelle tue ire funeste brandendo uno sturalavandini! L'idea che mi hai dato sarà ciò che farò: posterò prima l'epilogo cattivo e poi quello piuttosto buono! Aggiudicato! Spero vivamente che non sia uscita pazza, visto il ritardo con cui ho postato, e credo di aver corretto qualche errore di battitura, poi vedremo xD grazie mille per la recensione e spero che questo capitolo ti piaccia!
yua, Allora, la canzone che hai postato è quella della prima serie (credo) di Beyblade. Visto? finalmente mi sono liberato del dannato Shaoran! *O* yeeeeeh aleeeè, stappiamo lo champagne!! Su in realtà hai commentato per davvero il capitolo, e sono molto molto contento ti sia piaciuta la scena in cui Fay imbocca Kuro-pon v__v e poi sì hai il diritto di darmi della persona cattiva, ma in realtà qui è molto peggio. Non penso di far cadere in mano di Kurogane gli occhi di Fay ma ci siamo quasi. L'angst (quello vero) di questa storia è ancora lontano, quindi non cercare di vedere coniglietti saltellanti e felici, perché non li troveresti v__v grazie per aver recensito e scusa se ti liquido con così poco stavolta ma devo commentare le altre due recensioni e poi vorrei postare, visto che comunque mi stavi sul fiato sul collo v__v
oceanredwhite , quindi vi vanno bene entrambi gli epiloghi *ride malefico* molto bene, non vi assicuro di certo che quello che è un po' più contento sia così tanto più-contento, da farvi riporre le armi che sicuramente mi lancerete contro! Sono contento che ti sia piaciuto il capitolo, spero che questo ti piaccia altrettanto! Grazie mille per la recensione!
harinezumi, Come ho detto
prima l'angst in questa storia è ancora lontano (magari non tanto, ma
piuttosto lontano), quindi su, non preoccuparti v__v! Guarda è davvero difficile
fare del male a Kuro-pon, in fondo è il mio personaggio preferito *fa pat a
Kuro-pon ringhiante*, ma poi demolire del tutto la sua sicurezza è anche
divertente a parer mio! L'epilogo che finisce male FINISCE DAVVERO MALE, cosa
che la mia beta reader (che ringrazierò per le idee che mi ha dato nel
prossimo capitolo e anche per l'epilogo), è caduta in depressione e mi ha
tolto il saluto *si gratta il mento*, comunque non che quello un po' più felice sia così tanto felice, insomma non ci sarà uno spreco di fazzoletti, voglio sperare, ma nemmeno riderete da sbudellarvi .___. *che brutta immagine*.
Lieto che il capitolo ti sia piaciuto, e sono contento che
il mio stile sia migliorato! Insieme all'altarino per Subaru e Kamui, direi di
cominciare a fare sacrifici per il caro Sei-chan, presto (tre più o meno quattro
capitoli) apparirà anche lui *O*! E sono ancora più contento di aver reso quei
personaggi già superflui, totalmente lontani dalla storia v__v! Inoltre non
pensavo di commuoverti, in realtà temevo di aver scritto una sequela di boiate,
ma va benissimo così! Ti ringrazio molto della recensione e, purtroppo non ci
sarà la strega che urla "Candid Camera" ma non temere per Kurogane, cambierà un po'
i suoi comportamenti, ma di poco! In effetti per me è più gestibile Fay, quindi
spero di non rendere troppo OOC Kuro-rin... ma beh, devo postare quindi ti abbandono, ti ringrazio per
la recensione e spero che questo capitolo sia ai livelli degli altri, o per lo
meno che ti piaccia anche solo un pochettino T^T
Avrei
altro da dire, gradirei sapere una cosa serissima: stavolta vi
chiedo pronostici, sbizzarritevi *O* perché se non avrò almeno
un pronostico serio non posterò
v__v
Spero non ci siano troppi errori e magari che vi sia anche piaciuto il capitolo anche a voi, lettori-cattivi-che-non-recensiscono, su ora sbizzarritevi coi vostri pronostici *O*
Vi lascio, arrivederci xD
D.