Ripeteva a sè stessa mentre percorreva i lunghi corridoi e sgattaiolava fino alla porta dell'infermeria.
Un rumore improvviso la fece sobbalzare, trattenne il respiro per qualche secondo prima di rendersi conto che si trattava semplicemente della gatta di Gazza.
Rimase nascosta, immobile fino a che, intorno a lei, il castello ripiombò nel silenzio.
Ancora pochi passi e finalmente raggiunse il luogo tanto agognato: l'infermeria.
-Alohomora! Sussurrò puntanto la sua bacchetta in direzione della serratura che scattò istantaneamente.
All'interno del locale non c'era nessuno.
Doveva agire in fretta.
Si trovò di fronte un enorme scaffale stracolmo di pastiglie multicolori, erbe curative e impacchi: un senso di scoramento l'assalì.
Doveva trovare il surrogato magico di una medicina babbana, la tachipirina...ma come?
"Certo, con un incantesimo di richiamo!"
Si ritrovò, quasi senza rendersene conto, con due grandi pastiglie rotonde tra le mani.
"Sono in giro per Howgarts in piena notte, ho scassinato una serratura chiusa a chiave, ho rubato"
"Sono in giro per Howgarts in piena notte, ho scassinato una serratura chiusa a chiave, ho rubato"
"Sono in giro per Howgarts in piena notte, ho scassinato una serratura chiusa a chiave, ho rubato"
Si maledì mentalmente per essersi cacciata in quella situazione mentre percorreva, a ritroso, la strada compiuta poco prima.
Tremava ad ogni passo.
Finalmente giunse alla stanza delle necessità e si precipitò a vedere quali fossero le condizioni del suo paziente.
Scottava più di prima, delirava ed era assalito da un senso di nausea insopportabile.
-Ecco prendi questa. Disse mentre con una mano gli sollevava delicatamente il capo e con l'altra lo aiutava ad assumere la medicina.
-Cos'è? Mezzosangue, non starai per caso cercando di avvelenarmi?
-Se non te ne sei accorto sto cercando di farti guarire stupido furetto! E ora smettila di fare il bambino e apri questa stamaledetta bocca!
Si sentiva stanca, arrabbiata, esasperata.
Stava per alzarsi ed andarsene quando, inaspettatamente, biondo cedette.
-Bravo, vedrai che starai meglio presto, lo rincuarò la riccia con tono conciliante mentre si accertava che deglutisse.
Rimase seduta sua una sedia che aveva posto accanto al letto per un tempo che le sembrò infinito prima che i primi segni del sonno, ormai imminente, la cogliessero.
Draco nel frattempo si era addormentato: era segno che le cure stavano facendo effetto e che la febbre era scesa.
Accostò il palmo della mano alla fronte pallida di lui per controllare la temperaura.
Non era ancora sfebbrato anche se doveva essere calata parecchio dato che, anche le convulsioni erano scomparse e il biondo sembrava godere di un sonno piuttosto tranquillo.
Emise un sospiro di sollievo.
La riccia faticava a tenere gli occhi aperti sebbene si imponesse di farlo con tutta sè stessa. Gli avvenimenti di quella notte erano stati troppi e soprattutto troppo intensi perchè ne rimanesse indenne.
L'immagine del suo letto vuoto accanto a quello di Ginny, il volto di Ron, Ron che era ancora il suo ragazzo, quello che le voleva davvero bene passarono lentamente davanti ai suoi occhi stanchi fino a che, sfinita, si addormentò.
La mattina li ritrovò vicini: Draco disteso supino e Hermione mezzo seduta, mezzo accasciata sul petto di lui.
-Ehi, mezzosangue...Un sussurro. - Grazie... Un altro sussurro.
La riccia aprì gli occhi e si rese conto che il suo tono di voce non conteneva alcuna traccia di disprezzo o di malizia.
-Dobbiamo andarcene di qui e alla svelta! Nessuno deve sapere che una mezzosangue mi ha quasi salvato la vita, aggiunse rovinando tutto.
-Puoi pure togliere il "quasi razza" di ingrato! Pensi davvero che a me procurerebbe piacere il fatto che si sapesse in giro che ho passato la notte a fare da balia ad una viscida serpe che puzza di alcool e ad impedire che soffocasse nel suo stesso vomito?
Si sforzò di rispondergli nel modo più cattivo che le riuscisse. Voleva umiliarlo e forse con quelle parole ci era riuscita.
Draco non riuscì a guardarla negli occhi, sentì affacciarsi dentro di sè un sentimento strano, nuovo: l'imbarazzo.
Non era decisamente stato abituato a sentirsi così, lui, il purosangue, superiore per nascita ad ognuno.
-Scusa...Sottovoce.
-Puoi ripetere? Non credo di avere sentito bene. Non sapeva se fosse maggiore la meraviglia o il desiderio di provocarlo.
-Hai capito benissimo....Sempre incapace di alzare lo sguardo. -Senti cosa mi hai dato stanotte? Desideroso di cambiare discorso.
-Ho rubato una medicina a Madama Chips! Arrossì.
-Tu hai fatto cosa? La voce che esprimeva sconcerto.
-Hai capito benissimo.
-Lo sai, vero, che se ti avessero scoperta avresti rischiato l'espulsione?
-So perfettamente quello che ho rischiato, replicò sforzandosi di mantenere un'aria indifferente.
-E posso chiederti il perchè... Il resto della domanda gli morì in gola, Hermione non gli lasciò il tempo di terminare la frase.
-Sarà meglio muoversi, tagliò corto incamminandosi verso l'uscita.
"Perchè?...brutto furetto imbecille! Perchè credi che lo abbia fatto?"
Sentì una morsa alla bocca dello stomaco ma si sforzò di mantenere la calma.
Le aveva fatto l'unica domanda alla quale non si sentiva pronta a rispondere, non ancora.
Vedendo che l'altro non aveva mosso un solo passo si voltò.
Ciao a tutte!
Spero che il nuovo capitolo vi sia piaciuto...ringrazio le 16 persone che mi seguono e le 7 che mi hanno messo nei preferiti! Un grazie speciale a Barbarak che mi recensisce sempre;-)!!!
Che ne direste se aggiornassi un giorno fisso a settimana?
baci,
Asya