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Autore: Strega_Mogana    20/12/2005    5 recensioni
Un'unione tra magia e Sailor Moon...
Genere: Fantasy, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: nessuno
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Mamoru sputò a terra del sangue, l’ultimo pugno che aveva ricevuto nello stomaco gli aveva fatto sbattere la testa contro il muro e si era tagliato il labbro inferiore con i denti. Quel bastardo di Dorian gli aveva legato le mani e non poteva fare molte magie in quel modo, gli incantesimi che si potevano lanciare solo con la mente erano pochi e neppure molto efficaci.

Dorian borbottò qualcosa sottovoce, la frusta si mosse da sola incatenandolo alla parete di pietra del vicolo. Il mago biondo si leccò le labbra gustandosi la vittoria, si avvicinò lentamente alla sua vittima ed estrasse il pugnale dalla custodia legata alla cintura dei pantaloni.

- Lo vedi questo?- fece con un sibilo Dorian sventolandoli la fredda lama davanti al viso – E’ lo stesso pugnale che hai usato per fami questa cicatrice. Ci ho rimesso un occhio sai?

- Scusami se non piango. – rispose velenoso Mamoru legato al muro.

Sapeva che Dorian conduceva il gioco questa volta, non poteva difendersi, ma sapeva che doveva liberarsi, doveva farlo assolutamente.

Per la sua Usako.

- Vediamo se farai ancora lo spiritoso quando ti avrò cavato l’occhio... o, magari, tutti e due.

Si avvicinò ancora di più al viso del mago quando qualcuno gli saltò sulla schiena gridando.

- Lascialo bastardo! Ti ho detto lascialo!

- Usagi!- urlò Mamoru riconoscendo la testa bionda che si intravedeva dietro la testa dell’energumeno che aveva davanti.

La ragazza aveva corso per i vicoli contorti senza meta, aveva svoltato talmente tante volte che si era persa, ma quello che voleva era solo seminare quella pazza e trovare Mamoru.

Alla fine aveva sentito dei rumori, non sapeva se ci fosse Mamoru o meno ma, in quel pomeriggio, aveva imparato a fidarsi quasi ciecamente del suo istinto così aveva ripreso a correre usando le voci come mezzo per orientarsi meglio. Alla fine aveva seminato la strega, o così le sembrava, e aveva trovato Mamoru.

Stava combattendo contro un armadio di uomo e sembrava che le cose non stessero andando bene per lui.

Aveva assistito impotente per metà combattimento senza sapere cosa fare, poi, quando quell’essere l’aveva bloccato contro il muro e gli aveva puntato un coltello alla gola, il suo istinto prese, di nuovo, il sopravvento e si mise a correre per salvarlo. Gli era saltato addosso cercando di disarmarlo, batteva i suoi piccoli pugni sulla schiena possente di quel mago, cercava di ferirlo ma sembrava che la sua pelle fosse una corazza dura.

- Levati, stupida ragazzina!- urlò Dorian cercando di disarcionarla.

- Usako vai via!-gridò Mamoru con gli occhi sgranati cercando di liberarsi– E’ pericoloso.

- Io...- annaspò la ragazza cercando di levare il pugnale dalle mani dell’uomo – non... me... ne... vado... senza... di... te.

- Ora ti faccio vedere io! – Dorian acciuffò Usagi per un braccio e stava quasi per farla cadere ma lei glielo morse lasciando un bel segno sanguinolento – Puttana! – urlò ancora più forte il mago tamponandosi la ferita con la mano che reggeva il pugnale – Ti ucciderò.

- Cadorium! – urlò Karen arrivata in quel preciso istante, una sfera di energia blu partì dalle sue mani e colpì Usagi alla schiena.

- USAGI! – strillò Mamoru. 

La ragazza aprì la bocca per urlare ma la voce le si smorzò in gola... non fece neppure tempo a prendere fiato che cadde a terra.

- NO! – strillò ancora più forte l’altro con gli occhi fissi sulla ragazza a terra – Vi detesto! – fece poi osservando i suoi carcerieri – Me la pagherete!

- E’ proprio questo quello che volevo...- echeggiò una voce profonda attorno a loro.

Delle fiamme nere si alzarono dal terreno, un uomo vestito di nero ne uscì mostrandosi ai suoi servi. Karen e Dorian fecero un breve inchino mentre Mamoru restò inflessibile davanti al demone.

- Ci rivediamo Mamoru...- sibilò Zakar con un filo di voce – mi spiace solo in situazioni così scomode. – finì guardandolo appeso al muro.

- Zakar..- mormorò Mamoru con occhi di fuoco – perché Usagi? Cosa ti ha fatto lei?

- La colpa é tua Mamoru...- spiegò maligno il mago – se tu che le hai parlato di noi, tu l’hai portata qui, tu vuoi averla vicino perché l’ami. E sai bene che io distruggerò tutti quelli che tu ami... tu non puoi amare.

- Io non sono più il tuo giocattolino!

Zakar ghignò e si voltò a guardare i suoi due servi.

- Andatevene...- ordinò seccamente – me ne occupo io ora.

- Si, Signore. – risposero in coro Karen e Dorian prima di sparire.

- Non sei mai stato il mio giocattolino Mamoru, - fece quasi fin troppo seriamente Zakar – Karen e Dorian sì, ma tu... tu sei troppo intelligente ed importante per darti solo il ruolo di fantoccio inanimato.

- Le tue lusinghe non mi fanno alcun effetto. – rispose il mago cercando di liberarsi e di correre da Usagi – Lasciami stare!

- Io non posso lasciarti stare. – ribatté l’altro – Tu mi appartieni.

- Io non appartengo a nessuno!

- Neppure alla ragazzina là in fondo? – chiese con voce vellutata avvicinandosi a Usagi ancora riversa a terra.

- Non toccarla! – gridò Mamoru strattonando con forza la frusta che, ancora, lo legava al muro – Non osare neppure pensare a lei.

- Ti piace molto a quanto pare...- continuò Zakar abbassandosi su di lei e sfiorandole il volto con le lunghe dita pallide – sì... é una bella creatura. Credo che mi divertirò un po’ con lei prima di porre fine alla sua squallida vita.

- Ti ho detto di non toccarla! Prenditela con me... é questo quello che vuoi, vero pazzo visionario? Fammi quello che vuoi ma lasciala stare!

Zakar alzò lo sguardo, per un attimo Mamoru vide lo scintillio dei suoi occhi anche attraverso il nero del cappuccio.

- Mamoru... Mamoru...- mormorò scuotendo gravemente il capo – sei debole... innamorarsi non é mai un bene.

- E tu cosa ne sai dell’amore?

- So abbastanza da poter dire con assoluta certezza che l’amore rammollisce le persone, tu non sei fatto per amare. La tua anima é nera, contorta e corrotta, sei un demone come me... siamo uguali io lo so, tu lo sai.

- NO!

- Perché continui a rinnegare la tua natura?- chiese con voce vellutata il demone avanzando verso di lui – Hai l’animo nero Mamoru... l’hai sempre avuto e cercare di redimerti facendo qualche insulsa buona azione non cambierà chi sei. Perfino la tua ragazzina ti lascerà appena la maschera del Mamoru buono crollerà come un castello di sabbia sotto un temporale.

Usagi si svegliò completamente frastornata dalla botta che aveva ricevuto, la schiena e la testa le facevano un male cane, sentiva le ferite pulsare sulla sua pelle e il sangue scendere lungo la spina dorsale, si mosse un poco cercando di capire cosa fosse successo. Ricordava solo quella Karen, stava scappando da lei… aveva visto Mamoru legato ed aveva cercato di disarmare quell’energumeno biondo.

Poi solo un dolore fortissimo e buio.

Alzò lentamente la testa cercando di mettere a fuoco le due figure che aveva davanti.

Mamoru era ancora paralizzato al muro da quella strana frusta, davanti a lui c’era un altro mago, totalmente vestito di nero, portava un lungo mantello e il viso era coperto dal cappuccio. Non vedeva assolutamente niente di lui ma non c’era bisogno di chiedere chi fosse.

La sua voce le aveva fatto venire la pelle d’oca… era fredda, quasi mostruosa, sembrava venire da un pianta lontano.

- Io non sono come te!- ringhiò Mamoru strattonando più forte la fune che lo imprigionava.

- Perché cerchi di resistere Mamoru? – cercò di dissuaderlo l’altro – Perché vai contro la tua stessa natura? Contro le tue radici.

Usagi stava ascoltando impotente, Zakar voleva fare il lavaggio del cervello a Mamoru, non poteva farlo! Lei lo sapeva che era buono… che lui aveva la luce nel cuore e non le tenebre.

Doveva fare qualcosa.

- Perché lotti contro di me?- continuò Zakar ignaro che la ragazza dietro di lui si stava muovendo nel tentativo di alzarsi – Per la pace interiore? Per quella ragazzina laggiù? Sei un demone… e nessuno ti perdonerà per le tue azioni malvagie.

- Non… è vero…- fece una flebile voce alle spalle del mago.

Zakar si voltò lentamente, la ragazzina bionda cercava di reggersi in piedi con quelle esili gambe tremanti. 

- Usako…- mormorò Mamoru incredulo a quella visione, l’anatema di Karen avrebbe distrutto molti normali, invece lei era ancora viva e stava sfidando un mago potente e crudele – scappa!- si affrettò a dire – Vai via.

Usagi sorrise e guardò Mamoru con uno sguardo dolcissimo.

- Te l’ho già detto: non me ne vado senza di te.

- Perché? – chiese Zakar divertito – Tu vuoi questo uomo… sai che ha ucciso? Ha torturato? Ha goduto nell’infliggere dolore al suo prossimo?

- Non mi spaventi. – fece Usagi senza capire dove trovava tutto quel coraggio, eppure… lei si sentiva forte – Io non giudico Mamoru per quello che ha fatto in passato. Sono le azioni future che contano. E lui è buono, una creatura di luce.

Zakar scoppiò in una fragorosa risata.

- Una creatura di luce? – la prese in giro – Sei solo una sciocca ragazzina sentimentale.

Usagi strinse i pugni rabbiosa… quell’uomo si stava deliberatamente prendendo gioco dei suoi sentimenti.

Nessuno poteva prendere in giro l’amore che lo univa a quell’uomo.

- Mamoru è solo un demone della peggior specie…- fece Zakar – lui ha sangue nero nelle vene, le magie oscure, gli incantesimi proibiti sono come piccole filastrocche per lui. E nessuno può salvarlo.

- Io posso. – rispose risoluta l’altra.

- E con cosa? Con il tuo amore? Un sentimento inutile e puerile, non si ottiene nulla con l’amore… solo con la forza e il dominio puoi avere rispetto.

- Il rispetto non di ottiene ma si guadagna.

- Mi hai proprio scocciato ragazzina impertinente… avrei dovuto ucciderti subito, quando eri priva di conoscenza. Poco male… posso sempre ucciderti ora, così Mamoru si godrà lo spettacolo.

- NO!- urlò il mago disperato – Lasciala!

Zakar si voltò verso Mamoru:

- Il vostro amore è solo una favola… presto finirà… come tutte le cose belle della tua vita Mamoru.

- ORA BASTA! – urlò Usagi fuori di sé dalla rabbia.

Una luce bianca l’avvolse completante, Mamoru sgranò gli occhi meravigliato… quell’aurea che aveva sempre visto attorno ad Usagi non era solo un trasferimento di magia.

Usagi… era una strega…

Un cono di luce si alzò fin verso il cielo che iniziava a mostrare le prime stelle.

 

***

 

Taiki e Yaten si stavano recando nella piazza quando quella luce strana apparve in cielo, si lanciarono un’occhiata e iniziarono a correre.

Seiya, invece, stava sdraiato in un prato con un bocca un filo d’erba, quando il cono bianco di luce squartò il cielo chiuse gli occhi e sbuffò.

- Sempre la solita storia. – mormorò alzandosi – E a noi tocca sempre riparare i danni di Mamoru.

 

***

 

- Cos’è questa energia?- urlò Zakar coprendosi gli occhi.

Mamoru, invece, li teneva solo socchiusi… doveva vedere, doveva capire.

L’aurea attorno ad Usagi aumentava di intensità a tempo di record, era incredibile che tutta quella forza fosse racchiusa in una ragazza così dolce. Improvvisamente due sfere bianche partirono dal cono, una liberò Mamoru mentre l’altra colpì Zakar.

Quando la luce si dissolse Usagi guardava i due maghi con uno sguardo vacuo, sulla sua fronte scintillavano due disegni: una luna e una stella d’argento.

- Non è possibile…- mormorò il demone venendo avanti – quella è una strega bianca!

Mamoru era basito quanto il suo ex Padrone.

In quell’istante arrivarono anche Seiya, Taiki e Yaten che guardarono prima Zakar, poi Mamoru ed infine Usagi ancora in piedi a fissare un punto vacuo davanti a lei, molto probabilmente non vedeva nessuno dei presenti.

Zakar si avvicinò di nuovo ma Usagi fece partire un’altra sfera bianca, ma, questa volta, il demone si aspettava una mossa del genere e riuscì a schivarla facendola schiantare contro il muro.

- Molto bene…- fece chiaramente soddisfatto – la tua ragazza è interessate Mamoru. Credo che la nostra chiacchierata finisce qui… ci vedremo presto.

Le fiamme nere si alzarono e Zakar sparì in pochi attimi.

Appena il demone sparì, l’aura magica di Usagi iniziò a precipitare vertiginosamente, il suo sguardo tornò normale, le gambe le cedettero e cadde in ginocchio. Mamoru riuscì ad afferrarla prima che cadesse col viso a terra.

- Usako…- mormorò accarezzandole il viso pallido – Usako…

I tre maghi si avvicinarono furtivi a loro, erano tutti visibilmente scossi.

- Una strega bianca?- fece Taiki osservando i simboli sulla fronte della ragazza – E’ impossibile.

- Dobbiamo portarla via. – fece Mamoru sollevandola.

- Torniamo al castello. – rispose prontamente Seiya – Lì, almeno, saremo al sicuro.

 

   
 
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