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Autore: michiru_    13/01/2011    1 recensioni
Fan Fiction su Haruka e Michiru riguardante l'anime "Bishoujo Senshi Sailor Moon". Premetto, non so ancora quanti capitoli farò. L'ottavo capitolo era l'ultimo da revisionare totalmente, ora penso ne aggiungerò uno ogni settimana, dato che iniziando la scuola il tempo a disposizione diminuisce >w
Genere: Azione, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yuri | Personaggi: Haruka/Heles, Michiru/Milena
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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“è..è tutto finito?”

Nessuna risposta, nessuna voce.

“Ehi tu, almeno ora rispondimi. Mi sono fidata di te e mi sono ritrovata in questa situazione, con questi vestiti e nuovi ricordi, ancora ofuscati però..vorrei delle risposte, per favore! Tu sai cos’è il Santo Graal? Io..io non capisco più nulla”

Michiru parlava al vuoto. Nessuna risposta, nessun suono. Neanche una parola. Forse era stato un sogno? Tutto questo se l’era solo immaginato? No, impossibile. Eppure..eppure sì, ora si ricordava del suo regno. Sapeva di essere la principessa di Nettuno, pianeta del mare profondo. Ma qual’era la nuova minaccia che incombeva sul pianeta Terra? Perché affidare a lei la ricerca dei talismani? Come poteva trovarli?

Ancora troppe domande, nuovamente nessuna risposta. Non immaginava neanche cosa comportasse essere una combattente. Doveva rinunciare a tutti i suoi sogni?
No, questo non lo voleva. Non avrebbe mai abbandonato il suo sogno di diventare una violinista famosa e riconosciuta da tutto il mondo; non bramava di certo quel corpo da guerriera che ogni notte la perseguitava con oscuri incubi. Tuttavia, il momento di accettare il suo dovere era arrivato.

Michiru uscì dalla piscina con sguardo freddo, distaccato, chiuso. Non riusciva a sorridere, a provare nessuna emozione positiva: il destino e la paura di esso avevano preso il sopravvento su di lei. Una lacrima scese sul suo dolce volto. Ora nessuno poteva veramente comprenderla e starle accanto, nessuno sarebbe riuscito a capire cosa mai potesse distruggere il suo cuore.

Mentre camminava per tornare a casa, i passanti non si erano neppure accorti del suo stato d’animo. Tutti troppo superficiali per cogliere la paura negli occhi, troppo frettolosi per soffermarsi e chiedere un semplice “tutto bene” ad uno spirito devastato.

Dopo un paio d’ore, ecco la pallida luna che risaltava fra il blu cielo. Michiru, tornata a casa, la guardava con animo distorto. Un semplice satellite era stato in grado di provocarle la rinascita di nuovi ricordi: il Silver Millenium, la Principessa. E ancora, il suo pianeta, Nettuno e la solitudine con la quale lo governava.
Il suono delle onde non le dava tregua; il mare urlava, si agitava, era irrequieto. Era lo specchio dell’anima, che batteva all’unisono col cuore di Michiru, rispecchiava i suoi sentimenti. Quel particolare giorno, era in tempesta. I nemici avrebbero attaccato ancora.

Ora, la guerriera dell’abbraccio, attendeva un solo giorno: il festival sportivo. Quella ragazza, quegli occhi blu e i suoi biondi capelli. Un incontro destinato, il fato le aveva permesso di riconoscere quella persona, la ragazza dei suoi incubi. Forse in lei poteva trovare un’alleata, un’amica, un altro cuore simile al suo. In quel momento desiderava solo comprensione, voglia di gridare, desiderio di farsi sentire e di comunicare a qualcuno il suo grande segreto.

Il tempo delle oscurità passò e la mattina si fece avanti; un nuovo giorno. Non più un giorno come tanti altri, quella trasformation pen la richiamava, tanto da costringere Michiru a portarsela dietro a scuola. Come ogni dì, la lezione passò. Fu un tranquillo pomeriggio.

Ma, giorno dopo giorno, nuovi nemici si fecero avanti. Se la giornata prima era tranquilla, quella dopo era distruttiva; ma pian piano il potere del mare profondo diveniva più potente. E la stessa Michiru acquisiva determinazione nel suo obiettivo, trovava la forza di rialzarsi ogni giorno, a fatica forse, ma doveva vivere per non abbandonare i suoi sogni e non tradire la sua anima, la sua ormai fragile anima di artista che pian piano faceva spazio a quel corpo da guerriera, che tanto la intimoriva, ma con il quale ormai riusciva a convivere.

Il festival sportivo si faceva ogni giorno più vicino; passavano le ore scolastiche e i preparativi si facevano sempre più vivaci. Per la sera di quel giorno Michiru fu invitata a tenere un concerto di violino su una nave da crociera. Sperava di poter invitare la ragazza dagli occhi blu, per poterle parlare della loro missione..era fermamente convinta di aver qualcosa a che fare con lei.
 
Così, come per Michiru passavano le giornate, altrettanto trascorsero per Haruka. La giovane ragazza dai capelli biondi si era ormai abituata al nuovo ambiente: a scuola si era fatta una certa fama, alcune studentesse desideravano addirittura fare un giro in moto con lei, ad alta velocità. Eppure Haruka preferiva non farsi amiche quelle ragazze, che lei definiva “false”. Preferiva restare uno spirito libero e sfrecciare col suo veicolo in solitudine, sfuggendo al vento.

Ma quegli incubi la continuavano a tormentare, ogni notte, al calare delle tenebre, i cupi sogni invadevano la sua mente. Non aveva in mente ormai più nulla, se non la ragazza che le parlava dei talismani e del Santo Graal. Ma dentro di sé non sentiva l’animo da combattente, non riusciva a concepire il fatto di quelle continue persecuzioni.

L’alta velocità era il suo primo interesse e con ogni mezzo cercava di coltivarlo.

Suprema Essenza era la parola d’ordine per Haruka e Michiru. Ormai ritrovarla era il loro scopo, la loro missione. Principessa Serenity era diventato un codice, da tenere sempre a mente;  proteggere e custodire colei che regnava sul Silver Millenium era il loro dovere.

“Stupidaggini” pensava Haruka, stupidaggini. Ma non sapeva ancora che il destino l’aveva ormai superata da tempo e l’aspettava all’arrivo, non era cosciente del fatto che stava andando incontro alla sua sorte.

Il festival sportivo della scuola arrivò; meno un giorno. Un solo giorno e due cuori si sarebbero incontrati sulla stessa strada. Un solo giorno e una dolce brezza marina avrebbe fatto compagnia a un triste mare.
   
 
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