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Autore: Phobos_Quake 3    14/01/2011    2 recensioni
In un mondo futuro, i robot lavorano a stretto contatto con gli umani. Uno di questi, nome in codice “Unità Alice”, creato da un ex costruttore di bambole chiamato Rozen, impazzisce e porta il caos. Rozen, per rimediare al danno, creerà sette bambole particolari che riporteranno la pace nel mondo.
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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La Missione



Mi diressi alla fonte del suono e notai, nella penombra, una piccola figura tonda. Quando mi avvicinai di più la vedi meglio: era una bambola come me, dall’aspetto di una bambina di cinque anni, con un vestitino e un fiocco rosa sulla testa e capelli, non molto lunghi, biondi e cotonati, tutta rannicchiata su se stessa in posizione fetale.
-Ciao, perché piangi?- le chiesi sorridendole con dolcezza.
-Sniff... so… sorellina, ti sei svegliata! Non so dove sono e ho paura!- disse lei tirando su col nasino.
-Non aver paura.-
La piccola si asciugò le lacrime e mi abbracciò continuando a singhiozzare un po’.
-Su dai calmati.- le dissi consolandola.
Una volta calmata le chiesi il nome.
-Quando mi sono svegliata ho trovato un pezzo di carta, ma non so leggere. Ti ho vista che dormivi e all’inizio non volevo disturbarti. Però poi mi sentivo sola e ho cercato di svegliarti, ma nulla e allora…-
E ricominciò a singhiozzare. Le feci una carezza e le dissi:
-Torniamo sulla mensola e fammi vedere il foglio.-
Non appena arrivammo sotto la mensola, mi sentii leggera come una piuma e mi resi conto di stare galleggiando nell’aria.
-Sorellina, come hai fatto?-
-Chiamami Shinku, piccola. Non lo so, ho semplicemente pensato di volare.-
-Voglio farlo anch’io.- disse sorridendo contenta.
Avevo dei dubbi che ci sarebbe riuscita, ma dovetti ricredermi. La piccolina mi prese per mano e mi condusse alla poltrona accanto la mia.
-Eccolo qua.- disse porgendomelo.
-C’è scritto “Hina Ichigo” quindi il tuo nome è Hina Ichigo.-
-Bello, mi piace.-
“Nome appropriato visto com’è vestita…” pensai.
I miei occhi caddero sul libro su cui ero atterrata poco prima. Mi incuriosiva molto quello che c’era scritto e decisi di leggerlo. Hina Ichigo svolazzava per la stanza ridendo allegra così da permettermi di leggere, anche se all’inizio era un po’ insopportabile. Le pagine erano solo due e mezzo, abbastanza da farmi capire tutto, mentre tutte le altre erano bianche. Nonostante tutto, le sfogliai tutte finché non trovai qualcosa scritto sull’ultima pagina.
Care mie bambole. Se state leggendo questo significa che finalmente vi siete svegliate. Se avete letto questo diario avrete capito il perché vi ho creato. Vi prego, riportate la pace su questo mondo. E’ il mio unico desiderio. Non chiedo altro. Vi voglio bene mie piccole Rozen Maiden.

Rozen


Rimasi un attimo a riflettere, poi decisi di informarmi meglio sulle creazioni di Rozen. In un angolo della stanza c’era uno schedario che non avevo visto, lo aprii e trovai tutti i progetti su tutti i suoi robot, perfino quelli che avevano ucciso la sua famiglia chiamati “unità 1920518515” con tanto di disegno dettagliato, ma non c’era nulla su Alice. Studiai tutta la notte, e meno male che Hina Ichigo a furia di volare si era stancata ed era crollata dal sonno, e imparai tutto quello che dovevo sapere. La mattina dopo svegliai la piccolina e dissi:
-Abbiamo una missione da compiere! Andiamo!- dissi.
-Dove andiamo?- chiese ancora assonnata.
-A cercare le altre nostre sorelle.-
-Sììììì! Che bello!- disse saltellando contenta.
“Beata ingenuità” pensai alzando gli occhi al cielo.
Ero indecisa se dirle tutto lo scopo della missione oppure no. Alla fine decisi di parlarle sperando così di non coinvolgerla in qualcosa di troppo pericoloso per lei.
-Non m’importa. Vengo con te perché non voglio stare da sola.-
Sospirai e non dissi altro. Poi mi sorprese con una domanda:
-E se le nostre sorelle non vogliono venire con noi?-
-Se non vogliono non le costringerò, sono libere di fare quel che credono.- risposi.
Volammo verso la finestra rotta e atterrammo dolcemente a terra, consapevoli, soprattutto io, che la ricerca e la missione non sarebbero state tanto facili.
   
 
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