Ed eccomi qua con il secondo cap! ^^
Ringrazio tutti quelli che hanno commentato! Spero lo
farete anche questa volta.
Voglio anche precisare una cosa.
Su Manga.it mi sono arrivati dei messaggi di commento poco
carini, dove un paio di ragazze mi hanno accusato di avere lo stesso stile di
Phoenix. Mi scuso, magari è vero, anche perché ho iniziato a scrivere leggendo
le sue storie. Quindi spero non farete caso a questa cosa, o quanto meno non mi
accuserete dello stesso, visto che ho spiegato. Grazie!
L'ARRIVO A TOKYO
L’aeroporto era gremito di persone. Hitoshi e Maria si
facevano strada a fatica in mezzo alla corrente che si avviava verso l’uscita,
trascinando dietro a loro due grosse valigie rigide.
-Come hai detto che si chiama tuo nonno?- chiese la ragazza,
un poco impacciata.
Non era mai stata in Giappone, e si sentiva totalmente
spaesata e spaventata da tutto ciò che le stava intorno. In Italia, così tanta
gente, non si era mai vista, nemmeno in un aeroporto!
-Puoi chiamarlo Nonno Jay tranquillamente, non ti
preoccupare! Lo chiamano tutti così, e a lui fa piacere!- le rispose Hitoshi,
sorridendole.
Lei annuì, aggrappandosi al suo braccio per non perdersi.
Nonostante la folla, non ci volle molto perché
raggiungessero l’uscita.
-Hitoshi, sono qui!!-
La voce di un uomo attirò subito l’attenzione dei due
ragazzi, non appena si trovarono alla luce del sole di Tokyo.
Il ragazzo sorrise per al seconda volta, senza mollare per
un secondo lo sguardo di dosso al nonno, che stava correndo nella loro
direzione, attirando l’attenzione di tutti.
-Eccolo, quello è mio nonno.- spiegò gentilmente a Maria.
–Non farti trarre in inganno dalla sua età e dal suo aspetto: è ancora molto
sveglio e attivo!-
-Caspita, si vede!- esclamò subito Maria.
Quell’uomo stava correndo con un’agilità sensazionale, e in
pochi istanti si trovò di fronte a loro.
-Hitoshi, finalmente sei tornato!- disse il nonno,
abbracciando il nipote fino a quasi farlo esplodere.
Lui ricambiò l’abbraccio per qualche secondo, sorridendo;
subito dopo cercò di staccarsi, per non far sì che Maria si sentisse di troppo
in quella scenetta famigliare.
-Nonno, questa è Maria, la mia ragazza!- disse Hitoshi,
indicando con lo sguardo la giovane che gli stava di fianco.
-Ragazza..? Quella di cui mi ha parlato Takao?- chiese
l’uomo curioso e stupito di vedere il nipote con una ragazza.
-Esatto, è Maria!- esclamò ancora il ragazzo dai capelli
lunghi.
Maria tese timidamente la mano verso il giapponese,
cercando di sorridere senza imbarazzo.
-Molto piacere, signor Kinomiya!-
Nonno Jay la fissò per qualche istante, poi gli tese la
mano sorridendo a sua volta.
-Piacere tutto mio, ragazza! Mi fa piacere averti tra noi!
Sono anche contento che finalmente mio nipote sia riuscito a sistemarsi con
qualcuno, visto che sarebbe anche ora!-
-Nonno… smettila..- lo rimproverò subito Hitoshi, che non
adorava di certo essere trattato come un bambino che deve imparare la lezione,
specialmente alla sua età.
-Si va bene! Allora Maria, devo dire che sei davvero una
bella ragazza!- le disse compiaciuto l’anziano.
Quest’ultima arrossì fortemente.
-Gr..Grazie..-
-Non c’è bisogno di arrossire! Dai andiamo, ti do una mano
con la valigia!- le propose.
-No, non si disturbi, signor..-replicò la ragazza, ma fu
subito interrotta dal fidanzato:
-Lascia perdere Maria, mio nonno è fatto così! Non
contraddirlo su certe cose perché si crede ancora forte come un ventenne e
vuole far di tutto per dimostrarlo…-
-Ma come ti permetti, insolente??!!- lo aggredì subito il
nonno.
Hitoshi sbuffò spazientito e gli fece segno con la mano di
lasciar perdere, mentre Maria abbozzava un ennesimo sorriso.
Le piaceva quell’uomo: era aperto, socievole, attivo e
gentile! Sicuramente si sarebbe trovata bene con loro!
-Grazie mille, allora!- disse all’uomo.
-Non c’è di che, signorina! Ora andiamo, vi ho preparato un
bel pranzetto! E poi mi devi raccontare di te, senza contare che devi ancora
conoscere Takao!- disse, sempre sorridendo, il nonno.
Lei annuì allegra:
-Certamente! Comunque, non finirò mai di ringraziarla..-
-Tu ringrazi troppo per i miei gusti, ragazza!- disse
scherzando l’anziano. –Starai da me, e dovrai fare tutto come se fossi a casa
tua, intesi?-
Maria sorrise ancora, trattenendosi dal pronunciare un
ennesimo “grazie”.
Tornò a tenere il braccio al suo ragazzo, mentre Nonno Jay
camminava ora con fare spedito di fronte a loro.
-Allora, come ti sembra mio nonno? Sii sincera, però…- le
chiese il fidanzato.
-Un tipo in gamba, mi piace!-
Hitoshi le sorrise, fermandosi poi un attimo per stamparle
un bacio sulle labbra.
-Ne sono contento. Spero penserai la stessa cosa anche di
mio fratello, anche se è un po’ cocciuto, pigro, goloso, impulsivo..-
Maria lo bloccò all’istante:
-Hey, poverino! Dai, sono sicura che mi piacerà…-
-Takaooooo!!! Siamo quaaaa!!-
L’urlo di Nonno Jay rimbombò per tutta la grande casa
giapponese, così forte che Maria quasi si spaventò. Hitoshi le sorrise,
stringendole la mano e poggiando a terra la sua valigia.
Dalle scale si sentì improvvisamente un rumore di passi
veloci e pesanti…
-Sta arrivando! Per fortuna è già sveglio!- esclamò il
nonno, ma non fece in tempo a terminare che il rumore dei passi venne
sostituito da dei tonfi pensanti e irregolari, e gemiti di un ragazzino in
preda al dolore.
-Ahi,, ahiiii, ouch..-
-Ma che succede ??- esclamò allarmata Maria, fissando
le fine delle scale alla sua destra, distante qualche metro da loro.
L’uomo dai capelli grigi legati si voltò con sguardo
ironico.
-Niente di che, sarà ancora inciampato nel vaso della
piantina bonsai a metà scalinata..-
-Ma..- stette per cominciare la ragazza, ma non fece in
tempo a terminare la frase.
In pochi secondi apparve di fronte ai loro occhi la sagoma
di un ragazzino dai capelli lunghi e mori stesa a terra con le braccia protese
in avanti e il mento a terra.
Tutti rimasero zitti, e l’unico rumore che si poteva
sentire erano le imprecazioni del nuovo arrivato.
-Porca di quella maledetta piantina in mezzo alle pal..-
-Takao!! Ti sembra il modo di presentarti alla nuova
arrivata??-
Un ennesimo urlo di Nonno Jay fece spaventare Maria, che si
trattenne però di darlo ancora a vedere.
Hitoshi si voltò ancora verso di lei:
-Ci farai l’abitudine vedrai.. Takao è un tipo un po’..
particolare, se ne prende tante di ramanzine, ma non ti deve preoccupare! Poi
sarà routine..- le disse, calmo.
Maria sorrise imbarazzata, senza sapere cosa dire.
Subito dopo Hitoshi si voltò con sguardo severo verso il
fratello, che in quell’istante, sentendosi osservato, voltò il capo verso di
loro.
-Fratelloneeee!!! Sei tornatoooo!!-
Ignorando il male, Takao si alzò e corse subito verso
Hitoshi, senza esitare poi a saltargli quasi in braccio. Questi lo strinse e
gli strofinò i capelli con una mano, senza dire niente.
-Che bello, non vedevo l’ora!! Starai qua tanto vero??
Dormirai qui, giusto?? Stai con me no??- cominciò a blaterale il ragazzino,
senza dar tempo di rispondere a nessuna delle domande.
-Ehm, Takao… dovrei presentarti una persona..- gli disse
improvvisamente Hitoshi.
In quel preciso istante a Takao si accese una lampadina
nella testa.
-Persona.. la tua ragazza!- esclamò, scendendo con poca
finezza da addosso al fratello.
Si mise a posto i capelli, per cercare di fare una buona
impressione almeno a partire da quel momento, e alzò lo sguardo alla nuova
arrivata.
-Lei è Maria, la mia ragazza…- gli spiegò Hitoshi.
Ma Takao non stava a sentire. Si fissò su di lei, la studiò
in ogni minimo dettaglio: gli occhi chiari, i capelli lucenti di un castano
bellissimo, un fisico slanciato, uno sguardo allegro ma quasi intrigante… Che
succedeva?
-Takao?- la voce del nonno lo fece svegliare.
-Eh? Ah si, scusatemi.. io.. ecco, io sono Takao, piacere!-
disse il ragazzo moro, tendendo il più disinvoltamente possibile la mano verso
di lei.
Maria fece lo stesso, sorridendogli: quanto le stava già
simpatico quel ragazzino!
-Piacere mio! Mi stai davvero simpatico, sai?- gli disse,
senza vergogna, ma anzi sorridendo ancora di più.
Takao arrossì di botto, facendo alzare lo sguardo al cielo
al fratello, che non sapeva più se ridere o piangere di fronte a quel rossore
stupido del fratello più piccolo: quanto era impacciato con le ragazze…
-D..davvero? Grazie..! Anche.. anche tu, sai? Sei, come
dire.. molto carina…-
Detto questo, per Takao fu la fine. Non sapeva perché
glielo avesse detto, ma ora le sue guance erano di un bollore unico.
Cercò di sorridere ancora, ma non gli riuscì a meraviglia,
il che fece quasi ridere Maria.
-Grazie Takao!- gli rispose, coprendosi il riso con una
mano, con fare infantile.
Nonno Jay rideva divertito di fronte a quella scena, e
senza dire niente, ad un certo punto decise di togliere il disturbo per
lasciare che i ragazzi si presentassero meglio. Cominciò a salire le scale,
portando con sé la valigia di Maria, in silenzio, mentre notò con la coda
dell’occhio lo sguardo di entrambi i nipoti fisso su di lei.
-Quanti anni hai?- chiese Maria al fratello del ragazzo,
tanto per parlare un po’.
Takao abbassò lo sguardo, senza che nessuno ne capisse il
motivo.
-Ne ho solo 15..- le rispose.
-Perché dici così? Potessi averne ancora io 15! Hai un’età
invidiabile!-
Il ragazzino arrossì ancora, ma non riuscì a guardarla in
volto.
Perché lo aveva detto? Non lo sapeva nemmeno lui, e per di
più quell’unico possibile motivo lo faceva sentire strano e fuori luogo.
-E comunque… sei abbastanza alto per la tua età…- continuò
l’italiana.
Era vero: tra lei e Takao c’erano solo pochi centimetri di
differenza, e per un istante avrebbe quasi scommesso che avesse almeno due anni
in più.
-Si, me lo dicono tutti!-
Questa volta il giovane giapponese alzò lo sguardo,
abbandonando il rossore e tornando a sorridere.
Hitoshi improvvisamente passò un braccio intorno alle
spalle di Maria e la strinse a sé.
-Bene, se vi va possiamo cominciare ad accomodarci in
cucina, mentre aspettiamo il Nonno!- disse, con uno strano tono di felicità,
forse dovuto al fatto che finalmente poteva stare con le persone per lui più
importanti tutte messe insieme.
-Poi ti farò vedere la casa e la tua futura stanza, ok?-
continuò l’archeologo. –Sempre che.. tu non voglia dormire con me qualche sera,
nessun disturbo..!-
Nel dire quelle parole, afferrò dolcemente il mento della
fidanzata con due dita e tirò il suo volto verso il suo, fino a che le loro
labbra si sfiorarono appena.
Maria sorrise, ma le sue gote si tinsero si un rosso forse
ancora più acceso di quello che regnava su quelle di Takao qualche istante
prima.
-Hitoshi, dai.. adesso non è il momento…- gli suggerì,
ancora più imbarazzata.
Sentirsi dire certe cose di fronte al fratello appena
conosciuto e più giovane di lei di ben
quattro anni non era la cosa migliore!
Hitoshi sorrise, allontanandosi lentamente, senza notare
uno sguardo confuso e perplesso di fronte a loro che fissava quasi spaventato
la porta dietro ai due amanti, dedicando solo ad essi una minima occhiata
fuggitiva con la coda dell’occhio.