Non appena rincasò
avvertì Chocola che il giorno seguente si sarebbero incontrati all’aeroporto.
Stranamente lei non fece domande sul perché. L’indomani la ragazza arrivò
all’edificio euforica, essendo quella la prima volta in cui saliva su un aereo.
Le prime persone che vide furono proprio le socie e Yurika, successivamente il
biondo che, non appena la vide, si voltò a guardarla, quasi preoccupato. Lei,
inaspettatamente, si avvicinò a passo spedito al ragazzo, e, invece di fargli
una scenata, come lui stesso si aspettava, lo abbracciò. Dopo la sorpresa
iniziale ricambiò stringendola a se, senza preoccuparsi degli sguardi altrui o
dei commenti acidi che provenivano dalle ragazze. Dopo qualche secondo la rossa
alzò il viso per guardarlo negli occhi
“perché sono venute
anche loro?” domandò stranamente calma
“mi hanno chiesto se
potevano venire, non potevo dire loro di no” si giustificò, sperando che per la
ragazza quella scusa fosse sufficiente, non aveva intenzione di discutere con
lei a quell’ora del mattino: essere svegli alle quattro del mattino è
un’impresa ardua anche per Pierre
“spero solo che non ci
infastidiscano troppo” sentenziò la rossa liberandosi dal suo abbraccio
“possiamo salire? Io sarei un tantino stanca, vorrei riposarmi” l’idea fu
accolta prontamente da tutti che, lentamente, salirono sull’aereo per partire.
A dispetto di ciò che Chocola aveva detto, non appena seduta accanto a vanilla,
il sonno fu l’ultima delle sue preoccupazioni, così il viaggio durò, per altre
due orette, tranquillo, ma senza che nessuno crollasse fra le braccia di
Morfeo. Dopo questo lasso di tempo poche persone ormai erano rimaste ancora
sveglie, tra cui Robin e, stranamente, Chocola, che non riusciva proprio a
prendere sonno. Si alzò per avvicinarsi al proprio tutore e, quando gli fu
affianco, lo guardò indicando il posto libero accanto a lui. Robin afferrò
all’istante e le liberò il seggiolino
“tu non dormi?” chiese
subito l’uomo
“no, non ho sonno”
“strano” abbozzò
abbassando gli occhi sulla propria rivista
“già, ma l’idea di
andare al mare tutti insieme mi entusiasta a tal punto da non riuscire a
chiudere occhio”
“lo immagino, così
finalmente tu e Vanilla passerete un po’ di tempo insieme, ultimamente l’hai
trascurata” puntualizzò. Chocola in quel momento si sentì davvero in colpa:
Robin aveva ragione, negli ultimi tempi aveva dimenticato la sua migliore
amica, e quale momento migliore di una gita insieme? “solo vi chiedo di non
fare troppo casino quando dormirete insieme, non sarete le uniche in casa,
anche se posso tranquillamente fare affidamento su Vanilla, un po’ meno su di
te” Chocola non assecondò la battuta di Robin, non avendola neppure sentita:
come avrebbe fatto ora a dirgli il suo desiderio?
“Robin, io veramente
dormo con Pierre!” provò a spiegarsi
“Chocola… io non credo
sia una buona idea…” la assecondò
“perché?”
“Bhè…” sembrava a
disagio. La ragazza continuava a guardarlo in attesa che continuasse “io sto
cominciando a preoccuparmi per voi due” la sua voce tradiva un po’ di imbarazzo
“riguardo a cosa?”
“riguardo… a voi due
che crescete” la ragazza fece una faccia tra lo stupito e l’indignato “non
vorrei mai che tu faccia uno sbaglio assecondando i desideri di Pierre” ora la
faccia era soltanto indignata “voi avete quattro anni di differenza, presto lui
crescerà, e la vostra differenza di età comincerà a farsi sentire. Lo capisci?”
“dove vuoi andare a
parare?”
“la mia paura è che
tu, senza rendertene conto, faccia qualcosa di cui potresti pentirti” continuò
lentamente
“quindi tu…?” lo
guardò allarmata e completamente sconvolta
“ho paura che tu posso
andare a letto con lui!” diretto.
“come puoi pensare una
cosa del genere…?!” aspettò qualche istante “Pierre non mi obbligherebbe”
“lo so… non lo farebbe
mai. Ma quando lui avrà sedici anni, tu ne avrai dodici. So bene che tu faresti
di tutto pur di renderlo felice”
“mi credi così
stupida?!”
“non intendevo questo!
Volevo solo chiederti se per favore potevi stare attenta”
“sì d’accordo”
rimasero un istante, poi tornò a guardarlo “posso… andare?”
“sisi… vai!”
Appena si alzò si
ritrovò Pierre davanti “vieni al bar con me?” gli fece cenno con la testa di
sì, per poi seguirlo. Appena si sedette dietro al bancone lo guardò “c’è anche
un bar?”
“ovvio. Nel caso
qualcun avesse sete o fame” notò lo sguardo pensieroso che aveva sul volto “che
hai?!”
“niente… pensavo”
“a che?”
Aspettò qualche
istante, cercò tutte le maniere possibili per formulare quello che doveva dire
“ecco… prima ho parlato con Robin, e lui mi ha detto delle cose”
“ah sì? E che tipo di
cose?”
“bhe… che noi due,
ecco… cresciamo”
“quindi?” chiese
“diciamo che Robin… ha
intravisto un problema” notò che Pierre la fissava con un sorriso
“e che tipo di
problema?!”
“ehm… diciamo… un
problema…” non sapeva come andare avanti, e il sorrisetto del ragazzo le
metteva ansia “interno…”
“interno?” ripeté “in
che senso?”
“un problema tuo… mio…
nostro!”
“nostro… e che
problema potremmo avere noi?!” continuava a sorridere, come quando si prende in
giro qualcuno
Lei abbassò il volto
“ehm… bhe…” diventò completamente rossa in viso, non riusciva a continuare, e,
vista la situazione, Pierre decise di mettere fine a quel gioco
“Robin ha per caso
paura che io ti possa obbligare a venire a letto con me?” Chocola sentì un
macigno sullo stomaco; doveva ammettere però, che in quell’argomento erano
tutti molto schietti. Le guance erano purpuree “mi rispondi?!” lei annuì
mantenendo la testa china. Lui le si sedette accanto “anche tu hai paura di
questo?”
“non è che ho paura,
ma me l’hanno messa. Non avevo mai pensato a noi due in quel senso”
“e questo ti
imbarazza?”
“non poco” gli rispose
voltandosi dall’altra parte
“quindi non hai mai
pensato a un’eventualità del genere?”
“no! non ci ho mai
pensato!” rispose alterata da quei discorsi “perché mai avrei dovuto farlo?”
Pierre la guardò interrogativo, come per rispondersi
“non lo so
effettivamente” disse alzandosi “vuoi qualcosa da bere?” chiese cercando di
cambiare discorso. Chocola, dal canto suo, glie ne fu davvero grata, e per
questo tirò un sospiro di sollievo
“no grazie” rispose,
intanto che il ragazzo prendeva una bottiglia d’acqua dai ripiani più alti.
Proprio in quel momento la rossa notò qualcosa che aveva già visto in
precedenza
“Pierre… cos’è
quello?” domandò indicando. Lui si voltò a guardarla
“cosa?” poi seguendo
la direzione che la ragazza gli indicava capì “oh, questo? Un tatuaggio!”
spiegò tranquillo
“un cosa?” in
quell’istante il biondo dovette munirsi di tutta la pazienza che aveva per
spiegarle cos’era un tatuaggio
“un tatuaggio. È un
disegno indelebile che viene fatto sulla pelle con una penna”
“indelebile? Vuol dire
che non va più via?”
“perspicace!” ironizzò
“ma una penna non può
fare questo, giusto?” chiese ignorandolo
“no infatti, ma quella
è fatta di aghi d’inchiostro” lo sguardo di Chocola lo preoccupò
“di aghi?”
“si”
“e ti iniettano
l’inchiostro nella pelle?” continuò a chiedere scioccata
“si”
“ok Pierre, dimmi, sei
fuori di testa?” domandò con gli occhi sbarrati
“aspetta, a te
preoccupa di più l’idea che la penna sia fatta di aghi e non che non che sia
indelebile?” chiese scioccato
“certo, fa male!”
puntualizzò. Pierre la guardò un attimo scioccato, poi un sorriso si disegnò
sul suo viso:cominciò a ridere sommessamente, e Chocola lo guardava scioccato
“cos’hai da ridere?” lui la guardò sorridente
“nulla, sei molto
buffa, tutto qua!” Chocola si immusonì incrociando le braccia sul petto e si
lasciò cadere contro lo schienale del divanetto su cui era seduta
“comunque si, un po’
male fa, ma il dolore fa parte del sentimento che provi quando fai il
tatuaggio” spiegò in ceca di perdono
“e per te cosa vuol
dire quel tatuaggio?” chiese guardando quelle lettere scritte in bella grafia
“diciamo che la data
rappresenta il momento in cui sono tornato a vivere” in quell’istante la
ragazza capì di centrare qualcosa anche lei con quella data: quando Pierre era
tornato “buono” loro due si erano scambiati il loro primo bacio “e la scritta
significa respiro, cioè ciò che finalmente faccio da quel giorno” la guardò in
attesa di una sua reazione. La ragazza alzò gli occhi su Pierre, ma l’unica
cosa che seppe dire fu
“quindi potrei farlo
anche io?!” lui rimase scioccato della reazione che aveva avuto, ma si riprese
in fretta
“no”
“ma perché no?!
tu l’hai potuto fare!”
“che c’entra?! tu non
sei me” spiegò sorridendo
“Allora appena tornati
andrò anche io!” esclamò entusiasta
“bene, vai” ripose
indifferente
“vai?!” chiese non
capendo quell’accondiscendenza
“vai” continuò sicuro
“perché non mi
fermi?!” chiese con aria circospetta
“perché voglio proprio
vedere cosa ti diranno quando andrai a fartelo”
“ma… neanche tu sei
poi così grande! Come hai fatto?”
“io ho molti poteri.
Ho usato un incantesimo”
“usalo anche per me”
“se lo facessi non
farei altro che assecondare i tuoi capricci”
“perché non dovresti?!
Un ragazzo serve anche a questo!”
“questo lo fanno i
ragazzi normali. Io e te non siamo quella che si può chiamare “coppia normale””
“Questo vuol dire che
non asseconderai mai i miei capricci?”
“io assecondo sempre i
tuoi capricci, ma non quando so che te ne pentiresti”
“non me ne pentirei!
Perché tu si e io no?” lui si voltò a guardarla
“e che cosa ti faresti
fare?”
Chocola rimase
perplessa e ci pensò su “un cuore sulla mano”
“mmh, carino… e
perché?!”
“perché cosa?”
“perché un cuore?”
“perché…” lo guardò
spaesata e il viso altezzoso di Pierre non aiutava “mi piace”
“appunto, cambieresti
idea dopo poco”
“io non sono così
irresponsabile!”
“dai Chocola, cambiamo
discorso” si voltò nuovamente, ma lei non lo ascoltò minimamente
“ma quand’è che l’hai
fatto?!”
“quando sei andata da
mia madre” rispose indifferente. La ragazza, poiché ormai frequentava
abitualmente Miel, si sentì spaesata non ricordando quando fosse stato “ma…
quando?”
Lui si voltò perplesso
“quando sei andata da mia madre” ripeté, studiando per qualche istante il suo
viso sotto pressione “tu ci sei stata solo una volta da lei… vero?!” chiese fin
troppo calmo. La ragazzo tornò alla realtà ricordando l’inconsapevolezza di
Pierre “ah! Sisi!” lui la guardò interrogativo
“Chocola…” richiamò
per essere sicuro di ciò che diceva
“sisi, tranquillo, ma
quindi nel tatuaggio centro anch’io, giusto?” svicolò la ragazza, pregando che
quel stratagemma funzionasse
“in che senso?” chiese
assecondandola, in quanto sapeva che insistere non avrebbe portato da nessuna
parte. Chocola spiegò pazientemente il discordo della data a Pierre, così
che potesse capire
“sisi, certo” disse
poggiandole una mano sulla testa e alzandosi “ma non ti montare troppo” i due
tornarono di la, dove trovarono Saul e Yurika svegli, così ognuno riprese i
propri posti, giusto in tempo per atterrare, dieci minuti dopo, al luogo tanto
desiderato. Arrivati alla casa di Pierre si videro accogliere da governanti
vari, già intenti a preparare il pranzo. Chocola si avvicinò al biondo
“ma quando sono venuti
loro?” ad uno sguardo interrogativo spiegò “li hai chiamati tu avvertendoli che
saremmo arrivati e quindi dovevano preparare tutto?”. Pierre la guardò
scioccato
“no, loro abitano
qui!” spiegò allontanandosi. In quell’istante l’unica cosa che Chocola fu in
grado di pensare fu –ma quante persone lavorano per Pierre?-
Si accomodarono tutti
quanti nelle proprie stanze e, per accontentare il povero Robin, si divisero in
maniera tale da tranquillizzarlo: Chocola si accomodò con Vanilla, Saul e Houx
insieme, come le socie e Yurika che avevano la stanza più grande. Pierre
ovviamente era in stanza da solo, e infine Robin scelse, di sua spontanea
volontà, la stanza vicina all’entrata, per poter controllare tutto. Cenarono
velocemente per poi darsi appuntamento due ore più tardi, dove Pierre avrebbe
accompagnato tutti a far vedere il paese. Nel frattempo che Vanilla riordinava
la stanza vuotando le valige, Chocola ne approfittò per dormire un po’, dato
che non aveva chiuso occhio durante tutto il viaggio. Non appena si risvegliò
si trovò da sola nella propria stanza, il che le fece pensare che se ne erano
tutti andati lasciandola dormire. Si cambiò più in fretta che poté per poi
fiondarsi fuori dalla stanza. Fortunatamente in cima alle scale notò che
c’erano ancora tutti, di fronte alla porta. Tranquillizzandosi scese le scale,
ignorando i commenti delle socie che la spronavano a svegliarsi prima la
prossima volta, si accostò alla guida, nonché suo fidanzato
“dormito bene?” le
chiese sorridendole. Lei annuì, pronta per il tour. Tornarono a casa giusto in
tempo per la cena, e solo perché fu parecchio veloce, riuscì a conquistarsi la
sedia accanto a Pierre. la sera si sarebbe ripromessa un tantino noiosa, se il
contributo di Saul non avesse salvato tutti, o quasi. Non appena finito di
cenare uscirono tutti quanti sulla terrazza, e il ragazzo chiese chi avrebbe
giocato con lui a un gioco di società che aveva trovato nella casa.
Inizialmente poche persone parteciparono, praticamente solo Vanilla e Chocola,
ma poi successivamente tutte le socie e Yurika accettarono, in quanto le parole
di Saul le avevano ipnotizzate
“Pierre mi ha promesso
che chi avrebbe giocato con noi, avrebbe fatto un giro del paese da solo con
ognuna di voi”, e così il gioco cominciò. Dopo varie vittorie e numerose
sconfitte, Chocola si dichiarò stufa, così prese posto accanto a Pierre
appoggiato alla ringhiera, rimasto fino a quel momento in disparte a vedere il
susseguirsi del gioco. Cominciarono a chiacchierare tranquillamente, finché,
come per magia, tutte le socie abbandonarono il gioco, dichiarandosi stanche, e
, alle proteste di Saul che ricordava la fantomatica promessa di Pierre, fecero
notare che il gioco era stato abbandonato anche da Chocola, quindi la scommessa
non valeva più. Fortunatamente il gemello più loquace riuscì a trovare un altro
stratagemma, seppur utilizzando sempre lo stesso
“lo ha promesso, un
giro del paese con chiunque giochi con noi, e se Chocola non gioca, non starà
con Pierre, vi dispiace così tanto?” ma le socie cominciarono ad avere dei
dubbi
“da quando in qua tu e
il principe siete in così in buoni rapporti?” Saul guardò furbo il biondo, per
poi rispondere
“io e Pierre? sempre
stati buoni amici, non è vero?” chiese tornando a guardarlo. Anche Chocola
aveva tutta la sua attenzione per Pierre, in attesa di una risposta. Il
ragazzo, dal canto suo, sorrise divertito, per poi esordire con un
“sisi, da sempre” lo
liquidò, così che le socie tornarono a giocare lasciandolo parlare
tranquillamente con la ragazza che si trovava al suo fianco. Arrivati ad una
certa ora andarono tutti a letto, per essere pronti, l’indomani, ad affrontare
una giornata all’insegna del mare e del sole. Come al solito, la mattina
seguente, Chocola si risvegliò da sola in camera. Si vestì di corsa per poi
aprire la porta di scatto, fiondandosi fuori, o almeno questo era ciò che
voleva fare: senza riuscire a fermarsi in tempo picchiò contro Pierre, che si
trovava di fronte alla sua porta. La abbracciò per evitare che cadesse
“stavo venendo a
vedere se eri morta” si giustificò. Non appena arrivata in sala per andare a
fare colazione Vanilla si scusò infinitamente con lei
“ho provato a
svegliarti, ma ti sei voltata dall’altra parte mugugnando che non ne avevi
voglia!”
“tipico!” esclamò
Pierre, così da prendersi un pugno in pieno petto dalla propria ragazza.
Questa sarebbe l’immagine
del tatuaggio, (che non ha importanza nella storia, lo abbiamo inserito per sfizio!
Vi prego non ci prendete per matte) rendiamo omaggio al Daddy di Marmelade,
che ha fatto la scritta. Sotto di questa (che dovrebbe essere sulla stessa riga
ma non ci entrava) ci dovrebbe essere la data, che non abbiamo messo! Grazie a
colore che ci hanno messe tra le preferite, ci seguono, ci recensiscono, o semplicemente leggono la
storia. Volevamo anche informarvi del fatto che Honey è diventata maggiorenne! N.d
Marmelade
P.s scusate il
ritardo a postare!
Bacio
Marmelade&Honey