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Autore: rox_sole    14/01/2011    2 recensioni
Questa serie parla di un viaggio, di posti in cui vorrei andare e posti che ho già visto... del nostro mondo insomma.
Per ora la mia voglia di evadere si ferma qui, poi chissà!
Fatemi sapere cosa ne pensate, è un esperimento.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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2-Caaliente!

MODIFICATO!

2-Caliente! Zurich, CH

Dopo tre ore di viaggio e due pause in autogrill arrivammo nei pressi di Zurigo. In teoria saremmo dovuti andare direttamente fino alla Germania, ma Matt aveva proposto di fare tappa anche lì, e a me era sembrata un’idea carina, perciò avevamo deciso di fermarci lì per la notte. Parcheggiammo nei pressi di un boschetto semideserto che poteva fungere da campo per le tende e, montata la nostra tenda, prendemmo un autobus per passare la serata in centro.

Già nell’avvicinarci notai l’atmosfera esotica che aleggiava nell’aria, ma io mancavo da Zurigo da qualche anno, e si sa che la globalizzazione fa miracoli. Eppure, appena prima di scendere dal bus all’angolo con Langstrasse capimmo: il “Caliente! Tropical Festival” era in corso!

Solo io posso entrare in una città con un festival di questo tipo in corso senza accorgermene, ma sono una con la testa tra le nuvole, che ci posso fare? Avevamo visto i cartelloni, avvicinandoci al centro, ma entrambi eravamo troppo pigri per leggere la data; ci ritrovammo così immersi senza preavviso in una moltitudine di suoni, colori e profumi direttamente dal sud America.

Langstrasse si era trasformata completamente: il Mercado Mundial occupava entrambi i lati della strada con le sue grandi e piccole bancarelle, in cui vari esponenti dei popoli sudamericani vendevano cibi, bevande e oggetti vari del proprio lontano paese d’origine, e a ogni angolo erano stati montati dei piccoli palchi su cui si esibivano gruppi multietnici; camminando per la strada le varie musiche si fondevano, dando vita a quella che io e Matt definimmo “la canzone del mondo”.

Erano già le 7, quindi ci avviammo alla ricerca di qualcosa da mettere sotto i denti. Il mio naso fino fiutò un odorino davvero invitante, così ci avviammo in quella direzione e nonostante tutto, quella sera, fosse latino americano, girando l’angolo ci trovammo davanti a una bancarella su cui troneggiava la scritta: “Thai-food saves the world!” Dietro il bancone, una giovane dagli occhi a mandorla ci sorrise, e ci chiese in un tedesco un po’ balbettante cosa volevamo ordinare. Sul piano di quella cucina improvvisata c’erano diversi cibi, e sembravano tutti buonissimi, perciò Matt mi chiese,con già l’acquolina in bocca: - Jamie, tu che prendi? A me ispira quella cosa laggiù rossiccia.-     -Ma quale, quella lì con il sughetto?-

Matt stava per aprir bocca di nuovo, quando sentimmo dietro di noi una voce familiare: - Naa, non prendete quello lì! L’abbiamo lasciato un po’ crudo. Agli zucchini piace così, ma per i nostri gusti… puah! Prendete questo, è molto meglio! (e soprattutto, non l’ho fatto io!)-

Io mi girai di scatto verso la mia amica che ci stava tendendo due coppette piene di una cosa verdolina dall’aspetto molto appetitoso. –Laila! Ma che bella sorpresa trovarti qui! Ma quindi questa è la bancarella di tuo padre! Non l’avevo riconosciuta subito, sono venuta qui seguendo un buon odorino che sentivo nell’aria. -    - Ah. Uffa. Pensavo avessi sentito un odoceronte! OdoRINO, odoCERONTE, l’avete capita? Ahahahah!-

Il mio ragazzo scoppiò a ridere (per quanto era terribile la battuta credo), ed io esclamai: -Ma anche finito il liceo continui a fare battutacce?- poi però scoppio a ridere anch’io con loro.

Alle nostre risate se ne aggiunse anche una più acuta e cristallina, e da dietro il bancone sbucò un’altra faccia conosciuta.  –Hei Jam hai visto? Lalla non cambierà mai!-   - Irene! Ma ci sei anche tu? Che bello! E il bel Ciro dove l’hai lasciato?- Laila come al solito non lasciò tempo ala sua migliore amica di rispondere e, guardandoci con aria misteriosa, disse: - È con fede a sbrigare una “commissione”.-

- UUh! Non vedo l’ora di scoprire quale!- risposi sorridendo alle due ragazze che solo una settimana prima vedevo tutti i giorni al LiMe. In quel momento il cellulare di Matthew squillò, e lui si allontanò per rispondere alla chiamata. –Ma ragazze insomma cosa ci fate qui?-  Laila stava già rispondendo – Beh sai… il tuo…- ma stavolta Irene fu più rapida: - La vera domanda è che ci fai TU qui! -

-Beh, sai io e Matt… stiamo partendo per girare l’Europa e… o insomma ragazze, mi dispiace non avervelo detto, ma…-  -Stai tranquilla, sappiamo già tutto.- confessò Lalla quando vide un sorridente Matt di ritorno dalla stradina laterale in cui stava telefonando. Lui (molto misteriosamente) fece degli strani gesti di cui non capivo il senso alle due ragazze con cui stavo parlando, che gli sorrisero di rimando. Si guardarono intorno per un po’, poi Irene si decise ad aprir bocca: - Sai, Jam, il tuo tenerissimo e straffigo ragazzo,- disse, ammiccando in direzione di Matt – ha deciso di prepararti una sorpresa. Sapeva che durante questo viaggio noi tutte ti saremmo mancate (anche se io non ne sono altrettanto sicura) e così ha deciso di mettersi un po’ d’accordo con noi e… TADAAA! –

All’improvviso dalla stradina da cui era appena tornato Matt sbucò una folla di gente: erano tutti i miei amici! C’erano davvero tutti, Zoe, Joyce, Samantha, Jessica e Dora, Alba, Iris, Charles, Dack e Lollo…

Dalla felicità cominciai a saltellare, corsi ad abbracciare tutti e poi andai (sempre saltellando) a sbaciucchiare il mio E SOLO MIO stupendamente meraviglioso fidanzato. Non me l’aspettavo per niente, e questa sorpresa inaspettata mi riempì davvero il cuore; così quando gli dissi: - Ti amo davvero tanto!- non potevo essere più sincera.

-Grazie a tutti di essere venuti, ragazzi!- urlai commossa, sovrastando dalle spalle del mio ragazzo il vociare della folla e le varie musiche caraibiche che arrivavano dalla strada. –E ora facciamo vedere a questi zucchini* come ci si diverte!!-

Proprio in quel momento arrivò una macchina dalla stradina, che chissà come era riuscita a superare le barriere per fermare il traffico attorno alla zona del Mercado Mundial. –Qualcuno ha parlato di festa?- chiese una voce dall’interno dell’abitacolo. Le portiere della monovolume si aprirono e in strada si riversò una nuova ondata di gente: Ciro, Fede, Chris, Andrew, Eric, James, ma soprattutto con loro se ne scesero due enormi scatoloni. –Belle dame e bei damerini;- esclamò Fede agitando il braccio perennemente bendato, - qui abbiamo copri capi con le piume e ghirlande di fiori, e qui… TADÀ! Cocktail di ogni tipo direttamente dai caraibi! Chi vuole un Pampero?!? –

 

 

 

Mezz’oretta entravamo in Helvetiaplatz, pieni di piume e già un po’ allegri. Al centro della piazza era stato allestito un grande palco, da cui degli enormi amplificatori diffondevano un reggae bello pompato ad altissimo volume e tutt’attorno, tra bancarelle e tendoni, la folla si scatenava al ritmo della musica. Sotto il palco alcuni giovani e muscolosissimi brasiliani si esibivano nella capoeira, e un gruppo di ballerine vestite quasi esclusivamente di piume ancheggiavano in quella calda notte zurighese. C’era gente vestita normalmente, ma erano pochi: la maggior parte come loro aveva cercato le cose più buffe e colorate che aveva nell’armadio: la piazza infatti brulicava come se fosse piena di formichine colorate.

“chi l’avrebbe mai detto: Zurigo è una città caliente!” pensai. Poi il mio sguardo finì sui miei meravigliosi amici, che Matt aveva convinto a venire fin lì per festeggiare un po’ insieme prima della nostra partenza e per augurarci buon viaggio.

“aaah, Matthew. Anche con quella ridicola coroncina di sgargianti fiori di plastica sei sempre il più figo** .” mi dissi, mentre lo osservavo muoversi tra la folla con il fisico scolpito seminascosto dalla maglietta e i suoi bellissimi occhi verdi, splendenti anche nel buio da sotto i capelli sempre scompigliati.

Vedendo che lo stavo fissando mi si avvicinò, estrasse da non so bene dove un gigantesco fiore e me lo sistemò tra i capelli, baciandomi. Poi mi strizzò l’occhio e si avviò con i suoi degni compagni verso una bancarella che vendeva strani frutti trasformati in cocktail.

Io corsi dalle mie amiche saltellando come una pazza sulle note di quella musica: loro come al solito non poterono far altro che seguirmi in quella danza sfrenata.

 

 

*Non è mia intenzione offendere nessuno, zucchini è solo un modo un po’ scherzoso per chiamare gli svizzeri tedeschi. Ho un sacco di amici cosiddetti “zucchini” ma non credo che se la prenderanno. J

** Il pc voleva correggermelo con frigo. XD

 

 

Grazie a tutti quelli che hanno letto la mia storia e mi hanno aiutata a fare le ricerche ( soprattutto Sofia94, che sopporta pazientemente le mie domande), e grazie a tutti voi su cui ho modellato i personaggi! (che nel prossimo capitolo verranno descritti meglio… :D  )

Ho già pronto il capitolo 3, che faceva anticamente parte del 2 ma risultava troppo lungo, perciò prossimamente lo posterò. Baci a tutti, e mi raccomando, recensite!

  
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