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Autore: Ossequi_Monet    15/01/2011    3 recensioni
Questa è la storia di Ossequi Monet , una vampira dell’epoca della rivoluzione francese che arriva a Forks.
Naturalmente incontrerà i Cullen e si innamorerà di qualcuno…
Spero di avervi incuriosito, mi raccomando i commentini sono gradiiti e anche le critiche. Besitos!!
Genere: Avventura, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Edward Cullen, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Ciao splendori! Come state? Finalmente vi spiegherò quello che stava vedendo Alice nella visione.
Grazie per le recensioni, grazie di cuore!
Spero che continuiate a seguirmi.
Un bacio dalla vostra Ossequi Monet!
 
 
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Ossequi Monet
Capitolo 14
 La magie et la douleur.
 
 
 

Io e Edward ci girammo preoccupati verso Alice che era persa in una visione ma non facemmo in tempo a capire la situazione che tutto accadde velocemente.
 
Un cameriere  intruppò per caso un passante ma proprio nel momento in cui sarebbe dovuto cadere su Gioele finì agonizzante per terra.
 
 Vedemmo una scarica elettrica percorrergli il braccio e anche io provai dolore.
Tutti si alzarono e Gioele che non aveva ancora capito che la scossa era provenuta da lui si chinò per dare una mano al cameriere.
 

 

  • Non mi toccare!- Il ragazzo indietreggiò carponi con una faccia impaurita.

 
Io e Edward annuimmo insieme. Lui si occupò di portare via Gioele che con un espressione addolorata si fece accompagnare facilmente. Cinse con un braccio le spalle di Gioele e girando la testa verso di me mi mando un pensiero
Hanno visto tutti, occupatene tu.
 
E così mi chinai verso il ragazzo che era ancora steso per terra.
 
Sarebbe stato un lavoraccio costringere trenta persona che avevano assistito a credere che non fosse accaduto nulla.
 

 

  • Sta bene non è vero?- E afferrando glia la mano che mi aveva avvicinato incatenai il mio sguardo al suo per persuaderlo. Usai il mio potere

 
Dapprima sbatte le ciglia confuso ma poi strinse la mano che gli avevo offerto e si rialzò.
 
-C..certo, credo- Aveva un espressione confusa ma avevo fatto il mio dovere.
 
Inspirai profondamente e mi voltai per guardare tutti i testimoni.
Sfoderai il mio migliore sorriso e incominciai con tono persuasivo.
 
-Il ragazzo sta bene, non è successo niente- E li guardai uno per uno fissando questa convinzione nella loro testa.
Mi girai verso il ragazzo. Gli strinsi la mano e gli sorrisi.
 

 

  • Oh Grazie! Stavo per inciampare!-  E sorridendogli con ancora la mia mano intrecciata nella sua mi girai verso il pubblico ancora imbambolato sotto effetto del mio potere.

 
 

  • Il ragazzo è stato cos’ gentile!- Qualcuno gli sorrise poi tutti ritornarono a svolgere le loro azioni.

 
Lascai la mano del cameriere rivolgendogli uno sguardo imbarazzato e facendo un gesto con il capo ad Alice ci dirigemmo in macchina.
 
Mi preoccupava Alice, non capivo perché non aveva ancora aperto bocca.
Poi lessi i suoi pensieri. Avevo confuso le idee anche a lei per sbaglio.
 
Entrammo in macchina.
 

 

  • Hai cancellato loro la memoria?- Edward non si spiegata il loro radicale cambiamento di pensieri.

 
 

  • Ho soltanto confuso loro un po’ le idee- Alice…

 
Edward guardò la sorella che guardava serena lo scorrere del paesaggio.
Gli restituii l’accaduto dei fatti e si girò a guardarmi confusa.
 
Feci ceno verso Gioele e si girò anche lei a guardarlo.
 
Stava  rigirando la sua mano davanti agl’occhi incredulo.
 

 

  • S..sono stato io?- Non si spiegava l’accaduto.

 
Non feci in tempo a rispondere che Alice gli rispose avendo visto la risposta.
 
E in cosa consistono questi allenamenti?- Nella visione Gioele spiegava che una cosa simile gli era già capitata ma in forma lieve.
A Volterra, Aro gli faceva fare degl’allenamenti per sviluppare le sue potenzialità.
 
Gioele strabuzzò gli occhi sorpreso dal potere di Alice, scosse la testa e rispose con voce pacata.
 

 

  • Mi facevano dire strane cose in lingue antiche e mi facevano fare degli strani esercizi fisici, cose tipo salti in aria e strane peripezie. Avevo imparato a dominare gli elementi. Mentre per usare la telecinesi mi basta immaginare il movimento che voglio creare e copiarlo con le mano o le braccia.

 
 

  • Tuo padre era uno stregone?- Mi girai verso Gioele che stava nei sedili posteriori insieme a Alice. Guardava fuori il finestrino assorto nei suoi pensieri.

 
Vidi la risposta nella mente di Alice.
 
Suo padre era un ribelle e con la magia nera stava cercando di uccidere i Volturi che avevano rapito i suoi genitori.
Ma venne fermato e ucciso.
Mi girai a guardarlo e una lacrima rigò il suo viso.
 
Girandosi verso me e con uno sguardo carico d’odio cominciò a sfogarsi.
 

 

  • Hanno ucciso la mia famiglia per paura! E ora vogliono usarmi per i loro scopi loschi!

A Volterra i miei poteri erano come sopiti, ma ora sento in me una forza che non mi appartiene. Mi piacerebbe proprio far cadere i Volturi, stanno sterminando tutte le famiglie di streghe e stregoni e anche i dominatori degli elementi!- Scosse la testa con un sorriso sarcastico.
 

 

  • Se solo mio padre fosse qui … ora a Volterra ora ci sarebbero meno assassini in giro – E si girò a guardare Alice.

 
Il viaggio proseguì silenziosamente.
 
Arrivammo a casa e parcheggiammo in garage. Gioele sembrava essersi ripreso.
 
Quando uscimmo dalla macchina spalancò gli occhi per la meraviglia.
 
Alice corse su a riferire a Carlisle quanto accaduto e a dare una mano per gli ultimi bagagli.
 
Tutte le compere le avevamo lasciate in negozio. Saremo andati l’indomani prima di partire a  riprenderceli.
 
Rimasi in garage con Edward e Gioele.
 

 

  • Sai guidare?- Edward lanciò un mazzo di chiavi a Gioele che afferrandole le guardò con un sorriso imbarazzato.

 
 

 

  • Purtroppo no, di certo a Volterra era uno degli ultimi obbiettivi di Aro da farmi raggiungere.

Poi si avvicinò ad una macchina coperta da un telo. Aveva riconosciuto l’Aston Martin.
 
Edward annuì con la testa e Gioele la scoprì piano di pochi centimetri e poi fece due passi indietro.
 
Io e Edward ci avvicinammo l’uno all’altra.
 
Il ragazzo chiuse gl’ occhi e dopo aver inspirato profondamente fece un inchino e alzò una mano facendo il gesto di scoprirla.
Sentii un brivido partirmi dal palmo della mano a salire fino al gomito per poi smorzarsi come una miccia interrotta.
 
Edward mi guardò e io rimasi sconcertata, poi ci rigirammo vedendo il velo sollevarsi dalla macchina.
 
Risi come una bambina davanti ad uno spettacolo di magia. Gioele ci diede una rapida occhiata ma poi si rigirò a osservare l’auto come ammaliato.
 
Un leggero vento si alzò dal pavimento del garage scompigliandogli i capelli. Era bellissimo. Edward appena lesse i miei apprezzamenti su Gioele si girò preoccupato a guardarmi ma appena lo abbracciai mi accarezzò una guancia.
 
Sentimmo lo stomaco di Gioele brontolare e immediatamente il vento svanì e ridemmo insieme.
 

 

  • Sarà meglio mettere del carburante nel serbatoio!- Edward mise una mano dietro la schiena di Gioele incitandolo ad andare si sopra per primo.

 
Arrivammo alla porta che conduceva al salone e Gioele prima di aprire la maniglia si girò verso l’auto e con un leggero svolazzo delle dita rimise il velo al suo posto. Edward gli sorrise. Appena gli altri ci sentirono finirono i loro discorsi su quello che era accaduto con quel cameriere
 
Quando arrivammo in salone Esme ci venne incontro con un espressione veramente arrabbiata.
 

 

  • Edward Cullen! Guarda questo ragazzo quanto è stanco!

L’avete fatto scarpinare tutta la mattinata! – E dopo aver fulminato con gli occhi Edward e Alice spinse dolcemente Gioele per le spalle invitandolo  a sedersi.
 
Tutta famiglia Cullen si sedé a tavola. Il tavolo era imbandito per nove anche se l’unico che avrebbe mangiato era Gioele.
 

 

  • Esme! Ma .. non riuscirò a mangiare tutto neanche in una settimana! – E ridemmo per l’espressione di Gioele.

 
 

  • Non devi mangiare tutto, è che non sapevo cosa ti piacesse così ho preparato un po’ di tutto. – e c’era veramente di tutto lì sopra.

 
 
Il ragazzo stava letteralmente divorando il cibo con gl’ occhi.
 
Iniziò prendendo una fiamminga di fettuccine cui nome lessi nella mente di Esme: Fettuccine all’umbra. Erano tutte pietanze italiane.
 
Dopo la seconda forchettata alzò gli occhi quasi lucidi e incominciò a riempire di complimenti.
 
Finita la pasta guardò la bottiglia d’acqua.
 
Carlisle stava per prenderla avendo capito che avesse sete ma io lo bloccai.
Carlisle mi guardò strano ma io gli mandai un messaggio annuendo in direzione di Gioele che mi guardava complice.
Carlisle guarda il ragazzo.
 
 
E sorridendo a Gioele tutta la famiglia si girò a guardare il ragazzo.
 
Alzò le mano all’altezza delle spalle. Stavolta il brivido che provai fù quasi doloroso tantè che balzai dalla sedia.
 

Mi guardarono tutti preoccupati ma con il mio dono li convinsi che non era niente. Chiusi la mia mente a Edward. L’unico che non riuscii a convincere fu Jasper che affinando gli occhi continuava a sentire il dolore che quelle scosse i stavano causando.
 
Mi sistemai sulla sedia e girandomi verso Gioele gli altri si concentrarono su di lui. Jasper continuava a tenermi d’occhio.
 
Con uno scatto della testa svitò il tappo. Un dolore acuto mi colpì alla nuca.
 
Un “ohh “ di stupore uscii dalla bocca di tutti erano come incantati.
 
Persino Rosalie non assunse la sua aria indifferente e arrogante.
 
 Io sentivo il corpo percorso da mille scariche che infuocavano le vene. Jasper con il pensiero si accertava che stessi bene. Come risposta gli mandai un semplice Non so cosa mi stia succedendo ma non è niente di grave. Non servì a rassicurarlo.
Ma dopo le mie lamentele si rigirò anche lui a guardare lo spettacolo del ragazzo.
 
Aspettavamo tutti un altro suo movimento.
 
Incominciò a formulare frasi in una lingua da me sconosciuta in uno svolazzo di parole di cui a stento capivo le parole.
 
Mentre parlava  velocemente l’acqua nella bottiglia si agitava e le scosse ritornavano. Che fossero i suoi poteri a farmi questo? Ma perché solo io? Negl’altri non c’era segno di dolore.
 

Quando incominciò a muovere le braccia l’acqua abbandonò la bottiglia.
 
Faceva degli intrecci con le braccia che ricordavano le danzatrici indiane.
 
L’acqua imitava gli intrecci che Gioele faceva.
 
Esme rideva imbambolata vedendo l’acqua volare sulla sua testa in forme varie da conigli che zampettavano nel nulla e rondini che si intrecciavano in un volo di corteggiamento.
 
Il liquido si trasformò in un grande falco e incominciò a salire su per l’alto soffitto. Non ce la facevo più a stare sul posto il dolore era diventato lancinante. Riusciva a smuovere la mia anima muta.
 
Mi sollevai leggermente ma ogni mio movimento era uno sforzo estremo.
 
Dovevo andarmene. Jasper non aveva tardato a capire quello che mi accadeva.
 
Condivideva parte del mio dolore con lui. Cercava di alleviarmi le sofferenze ma era troppo anche per due.
 
Il falco incominciò a prendere quota e in un tuffo a testa in giù si precipitò nel bicchiere riscuotendo un applauso.
 
Ma dirò molto poco perché proprio nel momento in cui l’acqua riempì il bicchiere sentii mancarmi.
 
Poteva un vampiro svenire?

 
Continua… 

 

   
 
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