RISPOSTE ALLE RECENSIONI:
Sweet Bleeding Star : Ciao!! Si Edward ha finalmente tolto la maschera da stronzo XD e ammetto che hai ragione, quello "cattivo" ha un suo lato attraente ihihihih Ah anhe io sono d'accordo con Eddy, il mio Jacob è un pò.... Vabè leggi XD per quanto riguarda il resto, non posso dirti nulla. Tutto si scoprirà a breve! Percià continua a seguirmi e a recensire! Un bacione!
Marie : Ciao Marika! Eh ù.ù io lo avevo detto che forse postavo a metà settimana ù.ù sono contenta che la sorpresa ti sia piaciuta XD Ahahahahah Jacob è parecchio idiota e odioso, per ora, lo ammetto! Ma chissà... migliorerà? O forse no... E tranquilla Marika, tra un paio di capitoli le carte verranno messe sul tavolo! Alla prossima recensione e ci si sente su fb! Un bacione <3
Amantide : Amanta!! Sono contenta che hai notato quel particolare, sai? Tutto a suo tempo, però ù.ù tutto a suo tempo. Le tue supposizioni mi piacciono ahahahahah continua così!! Ma tra non molto tutto verrà svelato! Ti lascio al Capitolo! Un bacione Cinziolina <3 ci sentiamo su fb ù.ù
bella cullen89 : Oh Anna, Anna... perchè se tu Anna? Ahahahahah madonna quanto sono fusa XD Ma ciao!! Sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto e spero che questo, nel bene o nel male, ti piaccia!! Per quanto riguarda Alice, sono d'accordo con te. Alice anche nella Meyer è sempre stata un punto fermo per Edward, anche se è totalmente pazza ahahahah quindi si, credo che il piccolo folletto possa essere vista come hai detto tu :) dai ci sentiamo su fb ù.ù un bacione <3 Ps.: sono contenta che notato la frase all'inizio, sai se riusciste a trovare i punti di collegamento.............
belnina : Ohi ciao! Era da qualche capitolo che mi chiedevo dove fossi finita! XD Grazie per i complimenti! E gustati il prossimo capitolo! Un bacio
thecarnival : Ciao!! Concordo con te! Jacob è insopportabile! Eh si, questo Edward sembra più realisto, più umano in un certo senso... Comunque sono strafelice che la mia storia ti piaccia!! Non smettere di seguirmi e recensire, mi raccomando! Un bacio
essebi : Ciao Ely!! Onestamente sono norata che la mia storia ti piaccia... Ho letto qualcuno delle tue e secondo scrivi molto bene! Passando ad In Bilico, sono contenta che come abbia delineato i fili che intrecciato i personaggi per te sia fatto molto bene, ne sono lieta! Io ci ho provato a mischiare un pò le carte senza sapere cosa ne sarebbe venuto fuori! Per quanto riguarda Lis, si, lei è frizzante! E anche io adoro l'attice che la interpreta, anche perchè credo rispetti l'esuberanza, ma anche la dolcezza che possiede questo personaggio! Spero tu non smetta di seguirmi! Un bacione
Siamo puniti di non aver saputo restare soli.
.Marguerite yourcenar.
Diciassettesimo
Capitolo : Contatto.
Era passata
un’altra settimana. Oggi era l’ultimo
giorno di scuola. Essa si sarebbe interrotta per le feste Natalizie per
poi
riprendere a Gennaio, nel nuovo anno.
Stranamente ero serena. Le cose con Edward erano
andate migliorando ogni giorno di più. Eravamo perfino
andati al cinema e
questo week end saremmo andati all’Essence con tutti gli
altri.
Era proprio lui che stavo aspettando fuori
dall’aula di Francese. La prima ora, oggi, sarebbe stata
questa. Edward,
purtroppo, dopo il pugno dato a Jacob si prese una punizione. Ovvero
pulire
tutte le aule scolastiche prima dell’inizio delle lezioni.
Gli era andata bene,
dopotutto aveva picchiato un suo compagno di scuola e il Preside non
dava
troppo importanza al fattore “ è stato provocato o
meno “.
Finalmente lo vidi arrivare. Era perfetto come
sempre. Aveva indosso un paio di jeans neri, stretti, un po’
scoloriti, una
maglia azzurra e sopra una camicia grigia con le maniche arrotolate sui
gomiti,
lasciata aperta. I capelli bronzei sempre scompigliati e quel
sorrisetto da
mozzare il fiato. Era maledettamente bello.
<< Ehi Bella >> disse avvicinandosi
<< Edward >> lo salutai << ti
ho
portato la colazione. Spero vada bene >> dissi
porgendogli un sacchettino
di Starbucks, contenente un caffè e un muffin. Lui lo
afferrò, aprendolo per
vedere cosa ci fosse al suo interno.
<< Grazie mille, scricciolo >> disse
sorridendo, baciandomi una guancia
<< Di niente… >> dissi
timidamente. Era
già da qualche giorno che aveva queste attenzioni per me, ma
non mi ero ancora
abituata al contatto. Il mio cuore galoppava, frenetico, quando mi era
accanto
e ancora di più quando mi sfiorava. Anche se succedeva per
sbaglio, magari
mentre camminavamo e il suo braccio toccava il mio, oppure mentre
studiavamo e
afferravamo lo stesso libro, avevo sempre le stesse reazioni. Diventano
paonazza in volto, mi veniva caldo e iniziavo a tormentarmi quel povero
labbro!
<< Bella? >>
<< Cosa? Si? >> risposi. Mi ero persa
nei miei pensieri, di nuovo
<< Ti eri incantata >> mi disse Edward
sorridendo
<< Oh scusami, si hai ragione >> che
imbarazzo!
<< A cosa pensavi? Se posso… >>
chiese
lui, mentre stavamo raggiungendo i nostri posti nell’aula di
Francese
<< A niente di importante, davvero >>
risposi
<< D’accordo, fingerò di crederti
>> e
si sedette facendomi l’occhiolino. Ma voleva farmi davvero
impazzire allora!
Era stato difficile non saltargli addosso in questi giorni. Abbiamo
passato parecchie
ora in casa mia, in camera mia, o in casa sua, in camera sua. Solo per
questa
stupida relazione di Francese! Certo Edward con me era cambiato, anche
se non
riuscivo a capirne il motivo, ma non eravamo più tornati
sull’argomento di
quella sera. Gli avevo detto di essere innamorata di lui. E lui? Era
come se
quelle parole non fossero mai uscite dalla mia bocca. Un po’
mi dispiaceva.
Per quanto riguarda Jacob, aveva cercato di
avvicinarmi parecchie altre volte, ma per mia fortuna c’era
sempre Edward. Il
ritorno di Jacob non mi piaceva. Non mi piaceva lui, era diverso, era
cambiato.
Era come se fino a quel momento non avessi visto, conosciuto, il vero
Jacob
Black. Era freddo, spietato. Cattivo. Pesava ogni parola con estrema
cura. Ogni
azione, ogni gesto. Tutto, pur di far saltare i nervi ad Edward. Ma poi
perché?
Nemmeno si conoscevano prima di una settimana fa. Dio questa storia, mi
stava
facendo soffrire di emicrania! E non sto parlando metaforicamente,
avevo mal di
testa da giorni. L’ultima volta che mi colpì
svenni perfino. Me la ricordo,
c’era anche Jacob…
<< Bella
ciao, sola
soletta oggi? >> chiese quella voce fastidiosamente
vicina al mio
orecchio. Cercai di divincolarmi dalla sua presa, senza troppo
successo. Jacob
era stato sempre più forte di me.
<<
Lasciamo Jacob.
Non mi toccare >>
<< Questo
vizio non
lo hai ancora perso, vero? >> sentii l’altra
mano accarezzarmi la
guancia, per poi spostarmi i capelli dal un lato <<
sempre a dirmi di non
toccarti, perché non sei pronta, perché non
vuoi… >> posò le sue schifose
labbra sul mio collo, facendo scorrere l’altra mano sul mio
ventre e poi sulla
coscia. Volevo urlare, piangere, fare qualcosa, ma non ci riuscivo.
Sentivo la
testa pesante, le gambe cedermi. Volevo Edward…
Senza che me ne rendessi
conto, mi ritrovai tra le braccia di qualcun altro. Egli mi sorreggeva
per i
fianchi.
<< Dimmi
una cosa, ti
sei bevuto completamente il cervello? >> urlò
Edward << te l’ho già
detto, ma evidentemente sei troppo idiota per capirlo, quindi ti
ribadisco il
concetto. Tu.Non.La.Devi.Toccare. Sono stato chiaro? >>
Mi aggrappai alle spalle
di
Edward cercando un sostegno. Ma Jacob era impazzito? Non era mai stato
così,
mai! Quando stavamo insieme aveva ricevuto molti no, ma non mi aveva
mai
toccata, o provato a toccarmi, senza il mio permesso. E adesso? Non era
ubriaco, era lucidissimo.
<< Potrei
denunciarti
>> gli dissi
Lo vidi alzare un
sopracciglio e ridermi in faccia << Denunciarmi? Tesoro
non usare parole
che non conosci. In tribunale, sempre se ci arriviamo, vincerei io.
Guardati in
torno >> disse e non so perché ma lo feci
<< non ci sono testimoni,
nessuno ha visto o sentito niente. Chi ti crederebbe? Anche se fosse mi
basterebbe dire che mi hai provocato tu, ci sei stata finché
il tuo ragazzo non
è sbucato fuori. Tu lo hai visto e per non litigare con lui
hai finto di non
apprezzare le mie lusinghe >> più parlava e
più mi rendevo conto di una
cosa. Io non conoscevo Jacob.
<<
Sparisci dalla mia
vista prima che decida di spaccarti la faccia una volta per tutte
>> il
tono glaciale e distaccato di Edward mi fece spaventare. Non lo avevo
mai visto
così, faceva paura. Sembrava quasi… quasi non
umano.
Una fitta alla testa mi
colpii forte e vidi Jacob ridere della minaccia di Edward. Disse
qualcosa e se
ne andò.
<< Tutto
bene,
scricciolo? >> mi chiese preoccupato
<< Si,
credo >>
risposi non del tutto sicura << mi è solo
venuto un po’ di mal di testa
>>
<<
Passiamo in
farmacia e rientriamo, va bene? >>
<< Si
>> dissi
solo, ma non appena feci un passo diventò tutto buio.
Mi risvegliai non so
bene
quanto tempo dopo a casa di Edward, il quale preoccupato, aveva
addirittura
chiamato Carlisle. Per fortuna il Dottor Cullen non disse nulla a
nessuno e si
precipitò mantenendo il segreto professionale. Odiavo essere
vista malata o che
la gente si preoccupasse per me. Stavo bene, dopotutto, era stato solo
un lieve
malore dovuto alla stanchezza.
Il resto della serata
passò
tranquillo. Finiti i compiti ci vedemmo un film alla televisione
“ Se solo
fosse vero “. Adoravo quel film, eppure, crollai neanche a
metà. La stanchezza
era arrivata prepotente.
Quando ci svegliammo
erano
passate le due di notte, così dovemmo correre a casa mia,
prima che Charlie
rincasasse. Anche se movimentata, era stata una bella giornata.
<< Si, tutto ok >> risposi sorridendo
<< Swan e Cullen >> la voce della
Professoressa ci fece voltare << tocca a voi
>>.
<< Allora cosa ci prepari? >> chiese
Lis spaventandomi
<< Mio Dio Lis! Ma da dove sei sbucata?
>>
<< Dal piano di sopra? >> le lancia uno
sguardo e scoppiò a ridere << ok, ok scusa!
Allora cosa stai preparando?
>>
<< Niente di speciale. Penne con panna e
zucchine, di secondo c’è il pollo. Spero vada bene
>> risposi
<< Ma che brava mogliettina che sarai! Allora
con Edward come prosegue? >> domandò Lis. La
domanda, se pur infondata,
mi fece arrossire
<< Siamo solo amici >>
<< Oh andiamo Bella! Vedo come ti guarda, ma
soprattutto come tu guardi lui! Quelli non sono sguardi da amici
>>
<< Questa volta ti sbagli mia cara >>
dissi, spostandola per apparecchiare la tavola << per
Edward sono solo
un’amica e dopo tutto va bene così >>
<< Sei più falsa delle banconote false che ci
sono in circolazione! >> mi urlò, mentre
andava a prendere i tovaglioli
<< Lis, io gli ho detto che lo amo e lui non
è mai tornato sull’argomento >>
sentii dei piatti sfracellarsi. Mi voltai
e Lis li aveva, appunto, fatti cadere per terra
<< Che cosa? Ma quando? Dove? Perché?
>> bene era partita con le domande a raffica
<< ma soprattutto: sei
completamente pazza? Mai e dico MAI una ragazza deve dire una cosa del
genere
per prima! Ma a cosa pensavi! Cielo! E lui? No, aspetta un secondo,
perché
cavolo non me lo hai detto!? >>
<< Ti vuoi calmare? >> le dissi andando
a riparare al danno fatto << qualche settimana fa quando
tu eri a cena
con Jason ed è successo tutto quel putiferio. E non sono
pazza… >> le
dissi puntandole lo scopettino << era successa una cosa
e… bhè l’ho detto
senza rifletterci, ok? >>
<< Ops. Colpa mia >> rispose ripensando
alla serata << ma cosa è successo per farti
dire una cosa simile?
>> non le risposi. Avvampai all’istante e finii
di mettere i bicchieri
<< Oh.Mio.Dio! >> disse. E adesso cosa
diavolo aveva capito? << ci sei andata a letto? Avete
fatto… Oddio
Bella!! Ma dove? Quando? E racconta! >> alzai un
sopracciglio. Ma era
pazza? E secondo lei, dopo averlo fatto, farei finta di niente? Oddio!
Bhè di
sicuro non eravamo stati proprio casti, ma… Oh insomma
Bella! Smettila di avere
certi pensieri! Lis voleva sapere? Bene, mi sarei divertita un
po’…
<< Sul tavolo della cucina >> le
risposi, vedendola seduta proprio a tavola, con i gomiti appoggiati,
mentre
sgranocchiava i grissini. Si voltò di scatto, sgranando gli
occhi e spalancando
la bocca. Si alzò di scatto, facendo cadere la sedia e si
diresse in salotto,
urlando
<< Che cosa? Oddio Bella, ma che schifo! La
gente ci mangia su quel tavolo! >>
Sarei volentieri scoppiata a ridere, ma dovevo
tenere un certo contegno se volevo continuare con la presa in giro.
<< Già >> risposi, con
noncuranza
<< ma cosa vuoi farci? Eravamo qui, lui mi ha preparato
la cena, il vino
e… Insomma Lis! Non abbiamo resistito. Ha buttato
giù tutto, dovevi vederlo! Mi
ha presa, messa sul tavolo e… >>
<< Ok, ok! >> disse lei tappandosi le
orecchie << va bene che ho detto racconta, ma non ogni
singolo dettaglio!
>> a quel punto non ce la feci più. Scoppiai a
ridere di gusto!
<< Brutta stronza! >> disse Lis
rientrando in cucina << non era vero un accidente,
giusto? Ti sei presa
gioco di me! >> non riuscivo a rispondere, continuavo
solo a ridere!
<< questa me la pagherai!! >>
<< E dai Lis, ma anche tu! Cosa vai a
pensare!? >>
<< Io? Siete voi che ogni volta che state insieme,
vicini, fate scintille! Vogliamo ricordarci Parigi? Tu in asciugamani e
lui
praticamente addosso a te! Oppure all’Essence, quella
scenetta erotica che
avete fatto all’entrata! >>
<< Ok, Lis! Ricevuto il messaggio >>
dissi, ormai rossa in volto
<< Comunque… >> riprese mia
cugina,
sedendosi a tavola << non me la racconti giusta. Qualcosa
ci deve essere
stato o non gli avresti detto che sei innamorata di lui
>> che senso
aveva nasconderle qualcosa? Certo lei con me lo faceva, ma forse aveva
una
giusta motivazione, inoltre io non le avevo mai nascosto nulla,
perché
cominciare proprio adesso? Spostai una sedia e presi posto anche io
<< Va bene >> iniziai a parlare
<< qualcosa c’è stato, si. Ma non
è successo niente. Eravamo qui, lui
stava preparando la cena e ha detto una frase strana, io ho domandato,
perché
volevo sapere e lui si è un po’ alterato e ha
cominciato a provarci e… >>
era imbarazzante raccontare << ci siamo spinti un
po’ oltre, ma senza
arrivare in fondo. Si è fermato lui, come sempre del resto.
Mi sono sentita
così sbagliata Lis… Così mentre se ne
stava andando gli ho detto di essere
innamorata di lui >>
<< Ed Edward? Cosa ti ha detto lui? >>
<< Non ha detto nulla. Se non che non può e
che devo dimenticarmi di quello che provo e di lui >>
come se fosse
facile, aggiungerei. Adesso smettila Bella! Ora è un tuo
amico, ok? Mio Dio sto
diventando pazza! Comincio anche a parlare da sola!
<< Ancora con questa storia >>
sussurrò
Lis << ma quando la finirà? >>
<< Come scusa? >> chiesi
<< Non ho detto nulla, Bella >>
<< Come no. Lis tu sai qualcosa che non mi
dici? >> chiesi. La sua risposta non tardò ad
arrivare. La vidi
spalancare gli occhi, segno che ci avevo preso
<< Ma cosa ti salta in mente, Bella? >>
rispose e si alzò, allontanandosi.
Mi venne in mente quando, qualche giorno prima, la
sentii parlare con i Cullen fuori dalla scuola…
Stavo camminando sotto
la
tettoia del cortile, quando li vidi. Era lì, mia cugina, i
fratelli Cullen e
Alice. Ma cosa ci faceva con loro la mia migliore amica? Pensai di
raggiungerli, quando li sentii parlare. Arrestai.
<< Non
puoi
dirglielo, tesoro >> disse Rosalie a Lis, accarezzandogli
la spalla
<< Ma lei
capirebbe!
>> insistette mia cugina
<< Non
possiamo
correre rischi, lo capisci? >> intervenne duro Jasper
<< Jasper
calmati
>> lo richiamò Alice, accarezzandogli il
braccio
<< Lei non
è una di
noi, Lis >> le ricordò Emmett <<
per quanto adori Bella, io, noi,
dobbiamo proteggere la famiglia >>
<< Ma
nemmeno io sono
come voi >> disse Lis
<< Tu stai
con me
>> le ricordò Jason, cingendole un fianco,
attirandola a sé << fai
così parte della famiglia. E noi proteggiamo la famiglia
>>
<< Anche
Bella lo è.
È mia cugina >>
<< Mi
dispiace
>> le rispose Rosalie << lei non
dovrà mai sapere nulla di noi
>>
Feci un passo per andare
via, ma sfortunatamente pestai un legnetto. Si voltarono tutti e sei.
Gli occhi
erano puntati su di me.
<< Bella
>>
disse Lis
<< Io ero
venuta a…
>> non riuscivo a parlare. La testa mi pulsava, forte.
Gli occhi mi
pungevano << volevo sapere se venivi a casa con me
o… o no. Ma credo di
aver capito che tu preferisca andare con loro, quindi…
>> nessuno parlava,
era la cosa che più faceva male << io vado,
ciao a tutti >> voltai
loro le spalle e corsi via. Riuscii a sentire Alice dire “
lasciala andare.
Adesso deve calmarsi, si sente tradita, è normale. Purtroppo
“. Aveva ragione.
Corsi senza ombrello
sotto
la pioggia incessante di quella giornata. Arrivai all’auto e
cercai di aprirla,
invano. Le lacrime mi oscuravano la vista e la testa peggiorava. Volevo
andarmene da qualche parte. Via da tutto e da tutti. Ero sola
<< Cazzo!
>>
dissi tra le lacrime, dando un calcio alla carrozzeria
<< Cosa ti
ha fatto
questa povera auto, per prendersi un calcione? >> mi
voltai,
dimenticandomi le lacrime e il dolore. Era arrivato lui.
Dovevo avere un aspetto
tremendo, perché lo vidi sgranare gli occhi e farsi
più vicino << Bella
cos’è successo? >>
<< Sono
sola >>
dissi sussurrando
<< Cosa?
Non è vero,
io sono qui >> disse Edward. Senza pensarci mi fiondai
tra le sue braccia
forti << sono qui, Bella >> il suo
abbraccio mi faceva sentire
protetta, al sicuro. Mi staccò lui, poco dopo e mi
guardò col suo sguardo
dolce. Perché era come se lo conoscessi? Non capivo. Quando
stavo con lui era
come essere a casa. Io ero completa. Prima che arrivasse Edward nella
mia vita,
nel bene o nel male, mi ero sempre sentita fuori posto, adesso, invece,
sapevo
di appartenere a qualcosa…a qualcuno. La testa pulsava
sempre di più.
<< Cosa ne
dici di
spostarci da qui? >> chiese Edward << sta
diluviando e siamo sotto
l’acqua. Rischi di prenderti un raffreddore >>
annuii con la testa e
raccolsi le chiavi dell’auto. Quando mi erano cadute? Non me
lo ricordavo.
<< Dove
pensi di
andare? >> mi chiese, togliendomi il mazzo dalle mani
<< sei
sconvolta, non puoi guidare in questa stato >>
<<
Ma… E l’auto? Io
non… >> non mi lasciò finire
<< Tu
entra dentro,
io porto le chiavi della Volvo ad Alice e ti riaccompagno a casa io con
la tua
macchina >>
<< No, poi
come fai a
tornare tu? >>
<< Non ti
preoccupare, chiederò un passaggio a quel mostriciattolo di
sorella che mi
ritrovo >> e mi fece l’occhiolino. Il mio cuore
impazzì << adesso
Sali, su >> feci come mi aveva detto e attesi.
<< Come scusa? Dove? Cosa? >> chiesi.
Mi ero di nuova persa nei miei pensieri. Cavolo!
<< Hanno suonato alla porta, Bella >>
mi informò Lis << credo sia lo zio
>>
<< Si, vado io >> come un automa mi
alzai e andai ad aprire
<< Ciao Bells >> disse mio padre,
appendendo il giubbotto e togliendo la pistola, per nasconderla nel
cassetto
<< Ciao papà, vieni è
già tutto pronto
>> risposi
<< Certo, vado a lavarmi le mani e arrivo
>> mi diede un bacio veloce sul capo e si diresse in
bagno << ciao
Elisabeth! >> urlò
<< Ciao zio Charlie! Com’è andata al
lavoro?
>> domandò Lis
<< Molto bene, grazie >> rispose
Charlie uscendo e sedendosi a tavola con noi << il vostro
ultimo giorno
di scuola? >>
<< Benissimo! >> disse Lis
<< Bene papà. Oggi abbiamo esposto la
relazione, ci ha dato A+ >>
<< Molto bene, Bells! Ne sono molto contento
>> disse, mangiando una forchettata di pasta
<< avete programmi per
questo oggi? Io avevo pensato di andare con Billy a pesca nel
pomeriggio, se si
fa tardi starei a dormire alla riserva >>
<< Per me va benissimo! Credo che oggi andrò
con Rose e Alice a Port Angeles per fare un po’ di shopping
natalizio! Vieni
con noi? >> mi chiese Lis
<< Ehm mi sa di no. Avevo promesso ad Edward
di andare con lui a Seattle >> dissi e mi voltai verso
Charlie <<
sempre se per te non è un problema >>
<< No, figurati. Poi sai che Edward mi piace
>> rispose.
È vero. Charlie aveva conosciuto Edward, per
sbaglio, ma subito mi disse quanto avrebbe approvato una relazione con
lui.
Pazzesco.
Erano quasi le quattro ed io ero già vestita. Stavo
mettendo solo un leggere tratto di matita nera sotto gli occhi e un
po’ di
Gloss sulle labbra.
Avevo indossato una gonna sopra il ginocchio,
fantasia scozzese di tonalità grigio – nero
– rosa, un dolcevita, ricamato sul
davanti, grigio perla, come gli stivaletti. Faceva molto freddo, quindi
per
tenere le gambe un po’ più coperto avevo indossato
un paio di collant color
carne. Avevo rovistato nel portagioie alla ricerca dei miei cerchioni
d’argento,
appena trovai li misi alle orecchie, indossai anche un bracciale in
argento con
un cuore in Swarovski rosa, che mi regalò mamma al mio
compleanno. Allacciai la
collana che Lis mi regalò a Parigi e diedi una pettina ai
capelli. Mi guardai
allo specchio, tutto sommato oggi non stavo niente male.
<< Ehi Bella, posso fregarti lo shampoo? Il
mio l’ho finito e… >> disse Lis
entrando in stanza << wow! Stai
benissimo cugina! >>
<< Grazie Lis >> dissi e andai a
prenderle quello che mi aveva chiesto << ecco tieni
>>
<< Secondo me Eddy apprezzerà!
>> disse
strizzando l’occhio
<< Lis! Ma la vuoi piantare? Siamo solo
amici! A.m.i.c.i.! tu piuttosto devi vedere Rose ed Alice, tra meno di
venti
minuti e sei ancora in accappatoio! >>
<< Su questo hai ragione, bhè allora vado a
finire! Tu divertiti e ci vediamo questa sera a cena! Ciao!
>> e sparì in
camera sua.
Di tutta risposta sentii il campanello suonare e il
mio stomaco fare le capriole. Calma Bella! Mentre scendevo le scale il
cuore mi
batteva furioso nel petto. Possibile che doveva farmi sempre questo
effetto?
Presi un profondo respiro e aprii la porta.
La visione che mi si presentò davanti mi fermò il
respiro. Era bellissimo!
Aveva indosso un jeans stretto, scuro, un maglione
sul grigio chiaro e sopra un giubbotto di pelle nera, e infilata sotto
il
colletto una piccola sciarpa a righe nere e bianche, ai piedi un paio
di
converse dello stesso colore. I capelli come al solito era
scompigliati, ma
perfetti. Era da saltargli addosso! Notai che anche lui mi stava
guardando
attento.
<< Ciao scricciolo >> disse dopo un
po’
<< C…ciao Edward >> oh no, non
ricominciare a balbettare proprio adesso!
<< Stai molto bene vestita così
>> il
suo complimento mi fece arrossire
<< Grazie… Stai molto bene anche tu
>>
come sempre del resto!
<< Vogliamo andare? >>
<< Si, prendo la giacca e andiamo >>
presi il cappottino grigio e la borsa e avvisai Lis <<
Lis, io sto
uscendo! >> le urlai
<< Ok, divertitevi! A dopo! >> rispose
lei dal piano superiore.
Mi chiusi la porta alle spalle e seguii Edward
lungo il vialetto, fino all’auto.
<< Prego >> disse mentre mi apriva la
portiera del passeggero, facendomi salire
<< Ma come siamo galanti >> risposi per
prenderlo in giro, cercando di togliermi da quell’imbarazzo
<< Io sono sempre galante, scricciolo
>> e detto ciò fece il giro
dell’auto e salì. Non avevo mai capito una
cosa…
<< Edward, perché mi chiami scricciolo?
>> chiesi
<< Non ti piace? >>
<< No, cioè si >> mio Dio,
odiavo
quando entravo in crisi << si, mi piace, ma
perché proprio scricciolo?
>>
<< Perché sei piccola e tenera
>> disse
guardandomi negli occhi. Quando fece quel suo bellissimo sorriso
sghembo quando
svenni. Quanto era bello!
Quando voltai, per non fargli capire che ero
diventata rossa, mise in moto e sgommò vai.
Arrivammo a Seattle nel giro di un’ora o poco più.
La strada era libera e la guida pazza di Edward ci fece guadagnare
parecchio
tempo. Avevamo un patto: lui mi avrebbe aiutata a portare tutto
ciò che avrei
comprato se io gli avessi suggerito un regalo d’effetto per
sua sorella. Era
facile, intimo o vestiti. Ma visto che il regalo glielo avrebbe dovuto
fare suo
fratello, avrei optato per la seconda idea.
Il primo negozio in cui andammo fu Tiffany. Avevo
deciso di esaudire il sogno di Lis, cioè avere il
braccialetto col cuore di
Tiffany.
<< Vuoi che ti faccia la confezione regalo?
>> mi chiese gentilmente la commessa
<< Si, grazie >> le risposi. Quella
ragazza mi stava sul cavolo! Da quando eravamo entrati non aveva fatto
altro
che squadrare Edward dalla testa alla piedi! Le avrei spaccato
volentieri la
faccia. Certo Edward non era il mio ragazzo,
però… Solo in quel momento mi
accorsi che mi stava guardando.
<< Cosa c’è? >> chiesi
<< Nulla. Sto solo cercando di capire cosa
stai pensando >> mi rispose
<< Oh niente di interessante, davvero
>> gli risposi, cercando di sorridere. Avevo proprio
bisogno che lui
fosse a conoscenza dei miei pensieri! Assolutamente no.
<< Dai rendimi partecipe >> disse,
dandomi una leggera gomitata
<< No Edward, sono cose private >>
<< Cose private? Mm così mi incuriosisci di
più, scricciolo >>
<< Non ho alcuna intenzione di dirti a cosa
pensavo, Edward. Davvero >> feci per voltarmi, ma non ci
riuscii. Le mani
di Edward erano finite sui miei fianchi e mi immobilizzavano tra lui e
il
bancone del negozio. Il suo viso era a pochi millimetri dal mio, i
nostri
sguardi incatenati. Le fronti si sfioravano, come i nasi e le
labbra… <<
Sicura? >> parlò soffiando. Non poteva avere
tutto questo effetto su di
me. Ero di creta nelle sue mani. Avrebbe potuto farmi qualsiasi cosa e
me la
sarei lasciata fare. stavo arrossendo, lo sentivo, come percepivo
l’elettricità
che si era creata in quel momento tra di noi. I miei occhi viaggiavano
tra i
suoi e le sue labbra e lui faceva lo stesso. Non riuscivo a credere al
fatto
che si stesse avvicinando ancora. Ci stavamo per baciare…
<< Scusate vi disturbo? >> si intromise
la commessa << volevo ridarvi il bracciale,
l’ho impacchettato. Ora
potete pagare alla cassa >> disse sorridendo. Stronza!
Edward si staccò da me e afferrò il piccolo
oggetto, poi mi fece un sorriso imbarazzato e mi fece strada. Pagammo
ed
uscimmo dal negozio.
Continuammo a girare per tutti i negozi, alla
ricerca di qualche regalo anche per i Cullen. Per Rosalie e Alice
andammo al
negozio di Gucci.
Decisi infine di vedere in libreria qualche libro
per Charlie sulla pesca e sulla caccia. Ne sarebbe stato felice.
Dopo una mezzora buona di ricerca, Edward ne trovò
uno sulle tecniche infallibili per portare a casa un mucchio di pesce
fresco,
così decisi di prendere quello e togliermi il pensiero.
<< Mi sa che non glielo impacchetto >>
dissi << guarda che coda! Ed è già
ora di cena, se non torniamo faremo
tardi >>
<< Ho un’idea >> mi rispose
Edward
<< Alice adora fare regali e tutte queste cose, in casa
ci sono
un’infinità di cose del genere: carta colorata,
fiocchetti. Se sai
destreggiarti si può fare da me. Poi ti riporto a casa, se
vuoi >>
<< Va bene! Affare fatto. Pago di là e
andiamo >>
<< Ti aspetto all’entrata >>
disse
dandomi un bacio sulla fronte e togliendosi da quel casino.
<<
Lo so, abbiamo trovato parecchia coda nei
negozi. Tra una ventina di minuti siamo a Forks, ma sto andando da
Edward
>> ammisi
<< Mm, mm
brava
cugina! >> disse lei
<<
Scema, che diamine hai capito? Devo
incartare il regalo per Charlie >>
<< Certo,
certo.
Adesso si dice così >>
<<
Lis! >> dissi e sentii Edward
ridere. Aveva capito tutto, che vergogna!
<< Ok, ok!
Comunque
volevo avvisarti che questa notte la passo con Jason >>
disse.
Che
novità.
<< Poi ero io, vero? >> chiesi
sarcastica, la sentii ridere
<< Dai Bella,
in
fondo lui è il mio ragazzo! Posso! >>
<<
Va bene! Allora divertiti, ci vediamo
domani! Ciao >>
<< Ciao,
ciao! >>
e riagganciò
<<
Problemi? >> chiese Edward
<< No, figurati. Perché? >>
chiesi
<< Come mai hai detto “ ci vediamo domani
“?
>>
<< Ah, niente. Lis passerà la notte con Jason
>> risposi
<< Ciò che significa che dovresti restare a
casa da sola? Tutta la notte? >>
<< Si, ma comunque non è un problema, ci sono
abituata. Quando Lis non viveva con noi e Charlie faceva il turno di
notte,
passavo delle settimane a dormire da sola >>
<< Lo è per me, però
>> sussurrò, ma
riuscii a sentirlo
<< Perché dovrebbe esserlo? >>
<< Perché non mi va che una mia amica passi
la notte a casa da sola >>
<< Che c’è, vorresti passarla con
me?
>> chiesi e si voltò di scatto. Non avevo
valutato bene la frase, cavolo!
Non era invito a… oddio, però lo sembrava!
<< ehm io non intendevo che si
cioè, che tu volessi… >>
<< Si, Bella. Ho capito >> disse
freddo. Quando stavo con lui dovevo valutare tutto ciò che
dicevo. Lo avevo
capito in queste ultime due settimane, ma era un prezzo che avrei
pagato
volentieri per averlo al mio fianco. Anche se solo come amico.
Parcheggiò davanti casa sua, ma prima di scendere,
dopo essersi tolto la cintura, si voltò dalla mia parte.
Sorrideva.
<< Io ho un’idea >> disse
<< Wow, quante idee oggi! Ma non ti andrà in
fumo il cervello? >>
<< Spiritosa. Dicevo, ho un’idea, ti andrebbe
di passare la notte qui? >>
Avevo capito male? Cosa aveva detto? <<
Scusami? >>
<< Hai capito >> mi disse, facendomi il
suo sorriso sghembo da infarto << allora? Non so se Alice
torna questa
notte, ma abbiamo parecchie stanche. Ti va di fermarti qui per la
notte? Starei
più tranquillo >>
Oh cavolo! E adesso? Calma Bella, è Edward. Non ti
farebbe nulla. Già…proprio nulla.
<< Si, d’accordo >> risposi
mordicchiandomi il labbro
<< Perfetto! >> disse e si
precipitò
fuori dall’auto. Mi fece sorridere, era proprio pazzo! Un
bellissimo pazzo.
<< Vado a prenderti la carta per il regalo
>> disse lui << o prima vuoi mangiare
qualcosa? >> la mia
risposta non si fece attendere. Un brontolio partì dal mio
stomaco. Oh mamma
che figuraccia!
<< Magari mangiamo prima qualcosa, ok?
>> mi disse avvicinandosi per prendere la mia giacca.
Gliela porsi e lui
la mise in un piccolo stanzino, dove erano appesi altri giubbotti.
<< Edward ti va se ordiniamo due pizze? Non
mi va di farti cucinare >> dissi, arrossendo
<< Non gradisci la mia cucina? >>
chiese, mettendo su un finto broncio
<< Scemo, sai che l’adoro. Ma già mi
stai,
state, ospitando per la notte e non vorrei farti sgobbare. Le pizze
vanno bene,
sempre se a te va… >> aggiunsi. Non volevo
costringerlo a fargli mangiare
qualcosa che non gli andava. Lo vidi sorridere e prendere il suo
cellulare
dalla tasca dei jeans.
<< Preferenze? >> chiese
<< Quattro stagioni! >> risposi, forse
con troppa enfasi, visto che ad Edward scappò un risolino
<< Andata. Io prenderò una capricciosa
>> disse
<< La pizza adatta a te >> intervenni
per prenderlo in giro
<< Ah si? Bene. Prepara i contatti signorina.
Avevo intenzione di offrirtela, ma dopo questa affermazione paghi tu
>>
detto ciò digitò il numero e chiamò la
pizzeria. Scoppiai a ridere, non lo
avrebbe mai fatto davvero! Oh forse si? Da Edward, in fin dei conti
c’era da
aspettarsi di tutto.
<< Sembri un agnellino, ma mangi come un
cinghiale, scricciolo >>
<< Ehi! Non è assolutamente vero!
>>
risposi in mia difesa
<< Ah no? Ti sei divorata una pizza intera e
hai preso anche una fetta della mia >> rispose alzando un
sopracciglio
<< Bhè tu hai assaggiato la mia
>>
dissi in mia difesa
<< Assaggiato? Ne ho preso due dita! >>
e fece il gesto con le mani, per enfatizzare la grandezza del pezzo di
pizza
<< tu te ne sei presa un quarto >>
<< Si, ma hai detto che non ne volevi più
>> non so come uscì la mia voce,
perché Edward si fece vicino e mi
sorrise
<< Stavo solo scherzando >> disse
<< e con quel fisico puoi permetterti di mangiare quello
che vuoi
>> parlò senza riflettere. Io diventai un
pomodoro e lui imbarazzato, si
mosse impacciato andando a buttare le scatole.
Mi alzai dalla poltrona e andai a mettere via i
bicchieri e la tovaglia.
Dato che non era chissà quale cena, Edward aveva
deciso di mangiare in salotto, usando il piccolo tavolino. Io mi ero
presa la
poltrona, lui il divano.
Lavai i bicchieri e li riposi nel mobile. Ma quello
che vidi mi lasciò un attimo disorientata.
Non c’erano piatti, né bicchieri. Non so
perché lo
feci. Aprii il primo cassetto della credenza e notai che le posate
scarseggiavano.
Come era possibile? Certo erano solo in due, da
quello che sapevo, ma dove erano finite tutte le cose? Si erano
trasferiti
ormai tra tre mesi, perché la casa era ancora
così vuota?
<< Cosa stai facendo? >> sussultai,
sentendo la voce dura e fredda di Edward vicino alla porta della cucina
<< Io… stavo… >>
cavolo Bella! Una
scusa plausibile, una, dannazione! Mi accorsi di avere le mani bagnate
e colsi
l’occasione << uno straccio! >>
<< Come? >> chiese Edward,
avvicinandosi e chiudendo il cassetto
<< Ho lavato i bicchieri, ma non ho trovato
uno straccio dove asciugarmi le mani >> dissi
sventolandogli davanti agli
occhi le mia mani gocciolanti.
Senza dire nulla, andò dall’altra parte della
stanza e aprì un piccolo vago oggetti e ne estrasse un
straccio blu scuro.
<< Tieni >> disse porgendomelo
<< Grazie >> risposi, imbarazzata e mi
asciugai le mani. Cosa cavolo mi era saltato in mente? Volevi farlo
incazzare,
Bella? Complimenti, ci stavi riuscendo!
<< Bella? >> mi chiamò Edward
<< Eh? Si? >> risposi
<< Tutto bene? >>
<< Si, si. Tutto apposto >> risposi,
ridandogli lo straccio. Lui lo stese sul lavello e mi fece segno di
andare in
salotto. Lo seguì.
<< Vado a prendere il necessario per il tuo
libro, d’accordo? >> chiese
<< Si, grazie mille >> risposi,
sorridendo
<< Aspettami qui >> disse e salì
molto
velocemente le scale. Non saprei spiegarlo, ma dietro le sue parole era
come se
si celasse un “ non muoverti e non toccare nulla! “
e così feci. Mi sedetti sul
divano, in attesa.
Edward tornò giù pochi minuti dopo
<< Ecco
>> disse e mi diede una carta rossa e un fiocco oro.
<< Molto Natalizio direi >> dissi e lo
vidi sorridermi. Quel sorriso sghembo che tanto amavo. Mentre stavo
facendo il
pacchetto, il cellulare di Edward squillò.
<< È Alice >> disse e rispose
<<
Ciao, cosa c’è? >>
Ovviamente non riuscivo a sentire cosa stesse
dicendo sua sorella, perciò tentai di seguire il discorso da
lui. Ma non era
facile.
<< Ho capito… Va bene, si, però
stai attenta
cortesemente… No… Perché non
c’è… Non sono uno stupido,
Alice… Grazie, ciao!
>> e riattaccò
<< Successo qualcosa? >> chiesi
<< No, ma ha detto che si fermerà a dormire
da Jasper questa notte >> quella notizia mi
destabilizzò. Il cuore prese
a battermi furioso nel petto, iniziai a sentire caldo, troppo caldo.
non mi
accorsi neanche che le forbici mi fossero scivolate dalle mani. Io e
Edward,
soli? Avremmo passato la notte qui, a casa sua? Da soli?
<< Bella stai bene? >> chiese Edward
porgendomi l’oggetto che mi era scivolato poco prima
<< S…si, s…scusa >>
balbettai
<< Ti crea qualche problema restare qui…se
Alice non c’è? >> vidi una velata
tristezza nei suoi occhi, così mi
affrettati a rispondere
<< No! No, figurati. Non mi crea nessun
problema, sono solo molto maldestra >> dissi, finendo il
pacco
<< Va bene >> rispose, ma sorrise
forzato.
Non era come aveva capito lui. La mia reazione era
dovuta al fatto che morivo dalla voglia di passare una notte con lui,
forse più
del lecito.
A quel pensiero avvampai.
<< Perché sei diventata tutta rossa?
>>
mi chiese
E cosa diavolo potevo dirgli? Nulla Edward, sai
stavo fantasticando sul fatto che vorrei parecchio infilarmi nel tuo
letto?
Oddio! Ma che razza di pensieri stavo facendo?
<< No, no è che io non ho il pigiama
>>
oh fantastico! Che razza di argomento!
<< Mm già, non siamo passati a casa tua prima
>> disse e si fece pensieroso << prova a
vedere se puoi prendere
qualcosa di Alice, avete più o meno la stessa taglia, no?
>> annuii in
fretta e lo seguii su per le scale.
La stanza del piccolo folletto era in un ordine
perfetto. Le pareti erano sul blu pastello, una tonalità
molto chiara. Il letto
matrimoniale faceva bella mostra al centro della camera. Era bianco.
Come tutto
il resto. Un’enorme guardaroba faceva capolino a sinistra.
<< Entra tu, io non mi azzardo. Potrei
perdere la testa se metto le mani nei suoi vestiti >>
disse Edward, io
sorrisi. Bhè se avessi un fratello nemmeno io vorrei che
toccasse le mie cose.
I vestiti di Alice mi lasciarono a bocca aperta.
Aveva di tutto! Da Dolce e Gabbana a Gucci, da Valentino a Chanel e via
dicendo.
L’unico problema era che nulla era di mio
gradimento. O meglio si, lo era! Ma non sarei mai andata a dormire,
specialmente in casa di Edward, con una camicia da notte
così corta e
trasparente! Cosa potevo fare adesso?
<< Trovato qualcosa, scricciolo? >>
chiese Edward, facendo capolino nell’armadio
<< Ehm purtroppo no. Ha un sacco di bella
roba, ma… >> era imbarazzante <<
non credo sia il caso di indossare
qualcosa di qua dentro >>
<< Perché? >> chiese Edward e lo
fulminai con lo sguardo << ok, ok! Scusa!
>> si fece pensieroso
<< mm bel problema… cosa ne dici di questi
pantaloncini e di una mia
camicia o maglietta? >> valutai per un momento la sua
offerta e accettai
<< Direi che è una grande idea!
>>
<< D’accordo prendi quelli e andiamo
>>
disse sorridendo. Feci ciò che mi aveva detto e lo seguii in
quella che era la
sua camera.
La stanza era enorme. Il letto, anch’esso
matrimoniale, era in ferro battuto nero, vi era anche un divanetto
nero, in
pelle, vicino alla porta del balcone. Un’enorme libreria
laccata bianca, occupata
tutta la parete alla mia destra. I muri erano bianchi, ma il tutto era
perfetto. Come lui.
<< Ehi, che ci fai lì imbambolata? Entra
>> e mossi qualche passo incerta << spero
che questa vada bene
>> disse e mi porse una camicia azzurra. La presi e mi
accorsi subito che
sapeva di lui. Avrei potuto portarmela a casa? No, non
credo… Peccato.
<< Grazie >> risposi, in un sussurro
<< Figurati. In bagno è quella porta
lì
>> disse indicandomela
<< Hai il bagno privato? >> chiesi
<< Ovvio, non hai idea delle ore che passa
mia sorella là dentro! >> sorrisi, era da
immaginarselo << bhè, ti
lascio. Io scendo giù… a dopo! >>
detto ciò uscì come un fulmine,
richiudendosi la porta alle spalle. Ma cosa gli era preso? Senza
pensarci
troppo raggiunsi il bagno e mi cambiai. Decidi anche di farmi una
doccia
veloce, dopotutto avevo passato la giornata in giro, ci stava. Dopo
venti
minuti uscii e la cosa che vidi mi lasciò senza fiato.
Edward era in boxer in camera mia, cioè sua,
cioè…
<< Oddio! >>
<< Bella! >> urlò lui,
voltandosi
<< non pensavo uscissi proprio ora! >>
<< Ehm si ecco, io avevo finito e… non
pensavo che tu… >> mio Dio che vergogna e che
visione… Bella ricomponiti!
<< io scendo! >> urlai << tu
cambiati con calma! >> e
mi affrettai a raggiungere la porta chiusa, ma lui non me lo permise.
Sentii la
mano di Edward afferrarmi il polso e spingermi con le spalle al muro,
anzi alla
porta.
<< Scusa Bella, è colpa mia >>
disse
vicino, troppo vicino. Dannazione! << pensavo di fare in
fretta e tornare
giù. I jeans mi davano fastidio… >>
<< Si, non… non ti preoccupare
è… è casa tua
>> il cuore mi stava per esplodere dal petto. Ma quanto
era bello? Le
gambe erano sode e lisce, i muscoli tesi, gli addominali perfetti e i
pettorali
da urlo. Iniziavo a sragionare! Mi accorsi di una cosa che non avevo
mai notato
prima, nemmeno quella sera a casa mia, sul tavolo… Sulla
parte sinistra, poco
sopra del cuore, c’era un tatuaggio.
<< La mia camicia ti sta molto bene, sai?
>> chiese accarezzandomi la spalla. Ebbi un
fremito…
<< G…grazie >> ma la voce mi
uscii roca
<< Sei davvero molto bella >> disse.
Alzai lo sguardo, finalmente, e mi ritrovai persa in due pozze verdi.
Cosa
stava succedendo? Perché era cambiato così?
Perché mi aveva afferrata,
imprigionandomi tra le sue braccia?
<< Edward, cosa…? >> non finii
di
parlare. Edward aveva messo fine alla distanza tra di noi, posando le
sue
labbra sulle mie. Da quanto tempo lo stavo aspettando quel bacio? Persi
il
controllo, prendendo ciò che volevo.
Gli buttai le braccia al collo, infilando le dita
tra i suoi capelli, lui di tutta risposta, mise le sue sui miei fianchi
e mi
attirò a sé. I nostri corpi combaciavano
perfettamente e lì capii tutto. Sentii
la sua lingua sulle mie labbra, chiedeva il permesso di entrare, e
glielo diedi
senza esitazione. Quando toccò la mia fu fuoco. Esse
giocavano, si
rincorrevano, si sfidavano…
<< Bella… >> disse Edward, tra
un bacio
e l’altro
<< Eri tu. Lo sapevo che eri tu, sei sempre
tu >> dissi, ma subito le sue labbra tornarono sulle mie.
In fondo al mio
cuore ci speravo. Desideravo con tutte le mie forze che il ragazzo
mascherato
fosse Edward. E, almeno per una volta, il mio desiderò venne
ascoltato.
Sentii le sue mani scorrere sul mio corpo caldo,
mentre le mie scorrevano sul suo. Era strano come la sua temperatura
fosse
sempre così bassa. Non era gelido come i Cullen, ma nemmeno
caldo come me.
I suoi tocchi mi fecero eccitare più del normale.
Quando la sua mano sinistra si posò sul mio fondoschiena
reclinai la testa
gemendo, mentre le sue labbra finirono sul mio collo. Sentii la sua
lingua
leccarmi. Ebbi un altro fremito << Edward…
Edward non ti fermare >>
dissi
<< Mai >> disse serio, con voce roca
<< Bella, io ti desidero e non ce la faccio
più a resistere >>
<< Non farlo allora >> dissi gemendo,
mentre le sue mani erano ovunque << non resistere. Fammi
sentire tu, Edward
>> non se lo fece ripetere due volte. Fece scivolare le
mani sulle mie
cosce nude e mi sollevò in braccio, raggiungendo il letto.
Mi ci adagiò sopra e
lui con me.
Quando allacciai le gambe alla sua vita sentii
quanto fosse eccitato… Mio Dio che sensazione! Il calore
stava aumentando anche
in me. Ero eccitata anche io. Mai avevo provato queste emozioni, mai
avevo
avuto il desiderio di essere spogliata da qualcuno, ma
Edward… Lui risvegliava
in me qualcosa che non credevo esistesse.
<< Sei stupenda >> disse venerando la
mia figura nuda davanti ai suoi occhi. Quando aveva sbottonato la
camicia?
Persi subito lucidità quando sentii le labbra di Edward
giocare coi miei seni.
Ansimai senza ritegno.
Di tutta risposta feci scorrere le mie mani sulle
sua braccia, fino alle spalle e poi sul collo e lungo la schiena.
Quando il suo
viso si spinse più in basso, leccandomi
l’ombelico, inarcai la schiena per
istinto, gemendo. Intrecciai le mie dita nei suoi capelli, mentre lui
proseguì
la sua corsa, sfilando i pantaloncini. Li lanciò lontano e
mi fissò estasiato.
Era tutto molto imbarazzante.
<< Sei una visione >> disse tracciando
linee immaginarie sulle mie gambe. Il suo tocco mi faceva impazzire
<<
così morbida >> e continuò ad
accarezzarmi gli interno coscia <<
così perfetta >> e risalì lungo i
fianchi, accarezzando i seni. Stavo
impazzendo! Solo in quel momento mi resi conto di gemere ripetendo il
suo nome,
senza tregua.
<< Sei… sei… >>
cercai di dire qualcosa
senza successo
<< Sono? >> disse, soffiando sulle mie
labbra, mentre con una leggera spinta mi fece andava in Paradiso. Lo
attirai a
me, mordendogli il labbro inferiore e baciandolo come mai prima.
C’era amore,
passione, desiderio. Lui contraccambiò il bacio con la
medesima intensità e
cominciò ad accarezzarmi le cosce. Chiuso gli occhi e
inarcai la testa beandomi
di quei tocchi, mentre lui era tornando a torturarmi i seni.
Sgranai gli occhi quando capii dove aveva spostato
la mano che prima mi stava accarezzando la coscia <<
Oddio! Edward!
>> dissi. Ma la mia voce più che scioccata
uscì lussuriosa…
<< Shh Bella… >> disse Edward
tornando
a baciarmi le labbra << goditi il momento…
è tutto per te >> non me
lo feci ripete. Divaricai maggiormente le gambe per permettergli
maggior
movimento. Le mie unghie gli graffiarono la schiena, facendolo gemere e
la cosa
mi eccitò ancora di più.
Non so dove presi il coraggio, ma portai una mano
sui suoi glutei, erano sodi e perfetti. Proseguii la mia corsa sui suoi
fianchi
e poi presi ad accarezzargli i boxer… Erano parecchio gonfi.
Lo senti ansimare
ed io con lui. Stavo impazzendo sotto le sue carezze, ed anche lui.
<< Dio! >> ansimò Edward
<< non
ce la faccio più >>
<< Io… >> non riuscivo nemmeno a
parlare << nemmeno io >>
I nostri sguardi si incrociarono, come se lui
stesse chiedendo il permesso per andare oltre, io glielo diedi e lui
ebbe il
coraggio di sfilarmi anche l’ultimo indumento che separava le
nostre intimità.
I miei slip. Senza pensare al fatto che fossi nuda davanti lui, mi feci
coraggio e gli tolsi i boxer. Edward era assolutamente perfetto.
Ovunque. Mi
stese nuovamente sul letto, posizionandosi meglio tra le mie gambe ed
entrò con
molta calma. Sapeva che non avevo mai avuto rapporti sessuali, quindi
si
muoveva con cura.
<< Fidami di me >> disse <<
non
ti farò male >> annuii, mentre lo baciavo, ma
lui si staccò per fissarmi
negli occhi. Percepii un dolore tremendo che mano a mano divenne
piacere. Puro
piacere. Estasi assoluta.
<< Io ti amo Isabella Swan >> disse
guardandomi intensamente, mentre eravamo una cosa sola. Finalmente
eravamo
insieme, completamente.
<< Ti amo anche io, Edward Masen >> le
nostre labbra tornarono a toccarsi e il nostro amore si
consumò in quel letto.
Tutta la notte.
Mi misi immediatamente seduta sul letto e mi
guardai in torno. La camera era la sua. Osservai come fossi vestita.
Indossavo
solo gli slip e la sua camicia, abbottonata a casaccio. Allora era
successo
davvero! Avevo fatto l’amore con Edward! Il mio cuore
esplodeva di gioia. Ma
lui dov’era?
Quando il profumo di pancake mi arrivò prepotente,
capii. Edward stava preparando la colazione! Non attesi a letto, mi
precipitai
giù in cucina.
<< Edward! Edward! >> dissi entrando
come una pazza
<< Ciao Bella >> la persona che mi
ritrovai davanti mi sorprese
<< Alice? Dov’è Edward?
>> una folle
idea mi balenò in mente. No, non lo avrebbe mai fatto. Aveva
detto di amarmi.
<< Bella siediti >> mi incitò
Alice
<< Dov’è Edward? >>
<< Bella… >>
<< Edward! >> avevo perso il controllo.
Mi precipitai fuori, cercandolo in tutte le stanze, ma di lui nemmeno
l’ombra.
Uscii in giardino, andai in garage, ma nemmeno la sua macchina era
lì. Dove sei
Edward? Non puoi averlo fatto davvero. Ti prego. No.
<< Bella! Ti prego torna in casa, così
prenderai un malanno >> disse Alice, trascinandomi in
salotto <<
Edward mi ha detto di darti questa. Bella ho provato a farlo ragionare,
davvero. Ma non ha voluto darmi retta >> le mie paure si
stavano
tramutando in realtà.
Aprii la busta e riconobbi la sua scrittura. Non
poteva avermi lasciato solo una misera lettera, non poteva. Non poteva
distruggermi in quel modo. Non lui. Ti prego, non lui.
Mia
dolce Bella,
sono qui, accanto a te,
e
ti guardo dormire. Sei così bella… Ma io non sono
stato forte e per l’ennesima
volta ho sbagliato con te. Non fraintendermi, ti prego, non considero
un errore
l’aver fatto l’amore. Ma non doveva succedere.
Ricordi cosa ti ho detto quella
sera a casa tua? O tutte le altre volte? Io non sono il ragazzo giusto
per te,
Bella. Con me saresti sempre in pericolo ed io non voglio questo per
te. Non posso
chiederti di non odiarmi, perché non posso pretendere nulla
da te. E con la
morte nel cuore me ne vado. Vado via da Forks, vado via da
ciò che sono, vado
via da te, dal tuo amore, dal mio. Parto però con una
certezza. Che incontrarti
è stata la cosa più bella che mi potesse
succedere. Parto con la certezza del
tuo amore e con la consapevolezza del mio per te. Ma soprattutto parto
con la
sicurezza che mai ti accadrà qualcosa per colpa mia,
sperando che un giorno,
non molto lontano, io ti rincontri ancora, ma senza impedimenti. Parto
con la
speranza che nonostante tutto e tutti un giorno ci rivedremo e potremmo
vivere
il nostro amore. Non fare cose stupide, ti prego. Se avrai qualche
problema non
esitare di rivolgerti ad Alice. Vivi la tua vita, scricciolo. Io
vivrò la mia pensando
a te.
Con Amore,
Tuo Edward.
Non riuscivo a
crederci. Lui mi aveva usata,
ingannata, distrutta. Io mi ero fidata di lui. E adesso cosa mi
restava? Una
lettera. Un foglio di carta inutile. Il nulla. Lui era andato via
portando con
sé tutta me stessa. Il mio cuore, la mia anima, la mia vita.
Cosa era rimasto
di Isabella Swan? Nulla.
Improvvisamente
tutto in torno a me si fece scuro.
Sentivo come una forza che mi trascinava in basso. E dal fondo non
riemersi.
Bene adesso non
uccidetemi, vi prego!
VESTITI DI BELLA :
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EDWARD: Primo
Abbigliamento
; Secondo
Abbigliamento