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Autore: Mia Swatt    15/01/2011    11 recensioni
2O/O2/2O13 INIZIO REVISIONE STORIA.
[ PRIMA STORIA della Trilogia: L'amore in bilico. ]
Bella vive a Forks con suo padre, Charlie. È figlia unica fino a quando suo zio, fratello di suo padre, non annuncia una partenza imminente per l’Italia insieme alla moglie e chiede a loro di tenere la loro figlia, Elisabeth. Inizia il nuovo anno scolastico, l’ultimo, e l’attenzione della nuova arrivata punta subito su uno dei ragazzi più ambiti della scuola, Jason Cullen. Ma i Cullen hanno un segreto che custodiscono gelosamente. Intanto alla Forks High School arrivano due nuovi ragazzi: Edward e Alice Masen. Bella rimane quasi da subito folgorata dal ragazzo dagli occhi verdi, ma quest’ultimo sembra non ricambiare. Ma c’è qualcosa di strano nel modo in cui Edward guarda Bella. Odio o Amore? E cosa nascondono i nuovi arrivati?
Genere: Fantasy, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Nuovo personaggio | Coppie: Bella/Edward
Note: OOC, Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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Ciao a tutti! Come state? Eccomi con il nuovo capitol. Come già detto, questo e il prossimo saranno cruciali per la storia! Ma evito di dilungarmi, ora rispondo alle Recensioni e vi lascio alla storia! Ah volevo ringraziare le persone che mi hanno messa tra gli Auturi Preferiti *-* GRAZIE MILLE!!

RISPOSTE ALLE RECENSIONI:
Sweet Bleeding Star : Ciao!! Si Edward ha finalmente tolto la maschera da stronzo XD e ammetto che hai ragione, quello "cattivo" ha un suo lato attraente ihihihih Ah anhe io sono d'accordo con Eddy, il mio Jacob è un pò.... Vabè leggi XD per quanto riguarda il resto, non posso dirti nulla. Tutto si scoprirà a breve! Percià continua a seguirmi e a recensire! Un bacione!
Marie : Ciao Marika! Eh ù.ù io lo avevo detto che forse postavo a metà settimana ù.ù sono contenta che la sorpresa ti sia piaciuta XD Ahahahahah Jacob è parecchio idiota e odioso, per ora, lo ammetto! Ma chissà... migliorerà? O forse no... E tranquilla Marika, tra un paio di capitoli le carte verranno messe sul tavolo! Alla prossima recensione e ci si sente su fb! Un bacione <3
Amantide : Amanta!! Sono contenta che hai notato quel particolare, sai? Tutto a suo tempo, però ù.ù tutto a suo tempo. Le tue supposizioni mi piacciono ahahahahah continua così!! Ma tra non molto tutto verrà svelato! Ti lascio al Capitolo! Un bacione Cinziolina <3 ci sentiamo su fb ù.ù
bella cullen89 : Oh Anna, Anna... perchè se tu Anna? Ahahahahah madonna quanto sono fusa XD Ma ciao!! Sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto e spero che questo, nel bene o nel male, ti piaccia!! Per quanto riguarda Alice, sono d'accordo con te. Alice anche nella Meyer è sempre stata un punto fermo per Edward, anche se è totalmente pazza ahahahah quindi si, credo che il piccolo folletto possa essere vista come hai detto tu :) dai ci sentiamo su fb ù.ù un bacione <3 Ps.: sono contenta che notato la frase all'inizio, sai se riusciste a trovare i punti di collegamento.............
belnina : Ohi ciao! Era da qualche capitolo che mi chiedevo dove fossi finita! XD Grazie per i complimenti! E gustati il prossimo capitolo! Un bacio
thecarnival : Ciao!! Concordo con te! Jacob è insopportabile! Eh si, questo Edward sembra più realisto, più umano in un certo senso... Comunque sono strafelice che la mia storia ti piaccia!! Non smettere di seguirmi e recensire, mi raccomando! Un bacio
essebi : Ciao Ely!! Onestamente sono norata che la mia storia ti piaccia... Ho letto qualcuno delle tue e secondo scrivi molto bene! Passando ad In Bilico, sono contenta che come abbia delineato i fili che intrecciato i personaggi per te sia fatto molto bene, ne sono lieta! Io ci ho provato a mischiare un pò le carte senza sapere cosa ne sarebbe venuto fuori! Per quanto riguarda Lis, si, lei è frizzante! E anche io adoro l'attice che la interpreta, anche perchè credo rispetti l'esuberanza, ma anche la dolcezza che possiede questo personaggio! Spero tu non smetta di seguirmi! Un bacione


L`amore è un castigo.
Siamo puniti di non aver saputo restare soli.

.Marguerite yourcenar.


Diciassettesimo Capitolo : Contatto.

Pov. Bella

Era passata un’altra settimana. Oggi era l’ultimo giorno di scuola. Essa si sarebbe interrotta per le feste Natalizie per poi riprendere a Gennaio, nel nuovo anno.
Stranamente ero serena. Le cose con Edward erano andate migliorando ogni giorno di più. Eravamo perfino andati al cinema e questo week end saremmo andati all’Essence con tutti gli altri.
Era proprio lui che stavo aspettando fuori dall’aula di Francese. La prima ora, oggi, sarebbe stata questa. Edward, purtroppo, dopo il pugno dato a Jacob si prese una punizione. Ovvero pulire tutte le aule scolastiche prima dell’inizio delle lezioni. Gli era andata bene, dopotutto aveva picchiato un suo compagno di scuola e il Preside non dava troppo importanza al fattore “ è stato provocato o meno “.
Finalmente lo vidi arrivare. Era perfetto come sempre. Aveva indosso un paio di jeans neri, stretti, un po’ scoloriti, una maglia azzurra e sopra una camicia grigia con le maniche arrotolate sui gomiti, lasciata aperta. I capelli bronzei sempre scompigliati e quel sorrisetto da mozzare il fiato. Era maledettamente bello.
<< Ehi Bella >> disse avvicinandosi
<< Edward >> lo salutai << ti ho portato la colazione. Spero vada bene >> dissi porgendogli un sacchettino di Starbucks, contenente un caffè e un muffin. Lui lo afferrò, aprendolo per vedere cosa ci fosse al suo interno.
<< Grazie mille, scricciolo >> disse sorridendo, baciandomi una guancia
<< Di niente… >> dissi timidamente. Era già da qualche giorno che aveva queste attenzioni per me, ma non mi ero ancora abituata al contatto. Il mio cuore galoppava, frenetico, quando mi era accanto e ancora di più quando mi sfiorava. Anche se succedeva per sbaglio, magari mentre camminavamo e il suo braccio toccava il mio, oppure mentre studiavamo e afferravamo lo stesso libro, avevo sempre le stesse reazioni. Diventano paonazza in volto, mi veniva caldo e iniziavo a tormentarmi quel povero labbro!
<< Bella? >>
<< Cosa? Si? >> risposi. Mi ero persa nei miei pensieri, di nuovo
<< Ti eri incantata >> mi disse Edward sorridendo
<< Oh scusami, si hai ragione >> che imbarazzo!
<< A cosa pensavi? Se posso… >> chiese lui, mentre stavamo raggiungendo i nostri posti nell’aula di Francese
<< A niente di importante, davvero >> risposi
<< D’accordo, fingerò di crederti >> e si sedette facendomi l’occhiolino. Ma voleva farmi davvero impazzire allora! Era stato difficile non saltargli addosso in questi giorni. Abbiamo passato parecchie ora in casa mia, in camera mia, o in casa sua, in camera sua. Solo per questa stupida relazione di Francese! Certo Edward con me era cambiato, anche se non riuscivo a capirne il motivo, ma non eravamo più tornati sull’argomento di quella sera. Gli avevo detto di essere innamorata di lui. E lui? Era come se quelle parole non fossero mai uscite dalla mia bocca. Un po’ mi dispiaceva.
Per quanto riguarda Jacob, aveva cercato di avvicinarmi parecchie altre volte, ma per mia fortuna c’era sempre Edward. Il ritorno di Jacob non mi piaceva. Non mi piaceva lui, era diverso, era cambiato. Era come se fino a quel momento non avessi visto, conosciuto, il vero Jacob Black. Era freddo, spietato. Cattivo. Pesava ogni parola con estrema cura. Ogni azione, ogni gesto. Tutto, pur di far saltare i nervi ad Edward. Ma poi perché? Nemmeno si conoscevano prima di una settimana fa. Dio questa storia, mi stava facendo soffrire di emicrania! E non sto parlando metaforicamente, avevo mal di testa da giorni. L’ultima volta che mi colpì svenni perfino. Me la ricordo, c’era anche Jacob…

Io ed Edward eravamo usciti per comprare qualcosa per cena. Eravamo in alto mare con Trigonometria e l’indomani avremmo avuto un compito. Rettifico, ero in alto mare con Trigonometria, perché lui era praticamente un genio! Mio padre avrebbe fatto la notte e Lis era a casa Cullen, così si era offerto di preparare la cena. Alice non ci sarebbe stata, aveva il suo primo appuntamento con Jasper e avrebbe passato la notte fuori. Così accettai l’invito di Edward e passai quasi tutta la notte da lui, addormentandoci sul divano come due sciocchi… Ma era stato bello. Almeno il dopo, il prima non molto… Eravamo al supermercato. Edward era nel reparto pasta, io avrei preso qualcosa di sfizioso per il secondo, quando sentii qualcuno afferrarmi da dietro.
<< Bella ciao, sola soletta oggi? >> chiese quella voce fastidiosamente vicina al mio orecchio. Cercai di divincolarmi dalla sua presa, senza troppo successo. Jacob era stato sempre più forte di me.
<< Lasciamo Jacob. Non mi toccare >>
<< Questo vizio non lo hai ancora perso, vero? >> sentii l’altra mano accarezzarmi la guancia, per poi spostarmi i capelli dal un lato << sempre a dirmi di non toccarti, perché non sei pronta, perché non vuoi… >> posò le sue schifose labbra sul mio collo, facendo scorrere l’altra mano sul mio ventre e poi sulla coscia. Volevo urlare, piangere, fare qualcosa, ma non ci riuscivo. Sentivo la testa pesante, le gambe cedermi. Volevo Edward…
Senza che me ne rendessi conto, mi ritrovai tra le braccia di qualcun altro. Egli mi sorreggeva per i fianchi.
<< Dimmi una cosa, ti sei bevuto completamente il cervello? >> urlò Edward << te l’ho già detto, ma evidentemente sei troppo idiota per capirlo, quindi ti ribadisco il concetto. Tu.Non.La.Devi.Toccare. Sono stato chiaro? >>
Mi aggrappai alle spalle di Edward cercando un sostegno. Ma Jacob era impazzito? Non era mai stato così, mai! Quando stavamo insieme aveva ricevuto molti no, ma non mi aveva mai toccata, o provato a toccarmi, senza il mio permesso. E adesso? Non era ubriaco, era lucidissimo.
<< Potrei denunciarti >> gli dissi
Lo vidi alzare un sopracciglio e ridermi in faccia << Denunciarmi? Tesoro non usare parole che non conosci. In tribunale, sempre se ci arriviamo, vincerei io. Guardati in torno >> disse e non so perché ma lo feci << non ci sono testimoni, nessuno ha visto o sentito niente. Chi ti crederebbe? Anche se fosse mi basterebbe dire che mi hai provocato tu, ci sei stata finché il tuo ragazzo non è sbucato fuori. Tu lo hai visto e per non litigare con lui hai finto di non apprezzare le mie lusinghe >> più parlava e più mi rendevo conto di una cosa. Io non conoscevo Jacob.
<< Sparisci dalla mia vista prima che decida di spaccarti la faccia una volta per tutte >> il tono glaciale e distaccato di Edward mi fece spaventare. Non lo avevo mai visto così, faceva paura. Sembrava quasi… quasi non umano.
Una fitta alla testa mi colpii forte e vidi Jacob ridere della minaccia di Edward. Disse qualcosa e se ne andò.
<< Tutto bene, scricciolo? >> mi chiese preoccupato
<< Si, credo >> risposi non del tutto sicura << mi è solo venuto un po’ di mal di testa >>
<< Passiamo in farmacia e rientriamo, va bene? >>
<< Si >> dissi solo, ma non appena feci un passo diventò tutto buio.
Mi risvegliai non so bene quanto tempo dopo a casa di Edward, il quale preoccupato, aveva addirittura chiamato Carlisle. Per fortuna il Dottor Cullen non disse nulla a nessuno e si precipitò mantenendo il segreto professionale. Odiavo essere vista malata o che la gente si preoccupasse per me. Stavo bene, dopotutto, era stato solo un lieve malore dovuto alla stanchezza.
Il resto della serata passò tranquillo. Finiti i compiti ci vedemmo un film alla televisione “ Se solo fosse vero “. Adoravo quel film, eppure, crollai neanche a metà. La stanchezza era arrivata prepotente.
Quando ci svegliammo erano passate le due di notte, così dovemmo correre a casa mia, prima che Charlie rincasasse. Anche se movimentata, era stata una bella giornata.

<< Scricciolo, tutto bene? >> chiese in un sussurro Edward, mentre i nostri compagni esponevano coppia per coppia la propria relazione
<< Si, tutto ok >> risposi sorridendo
<< Swan e Cullen >> la voce della Professoressa ci fece voltare << tocca a voi >>.

Ero in cucina e stavo preparando il pranzo per Charlie e Lis. Mio padre sarebbe rientrato da un momento all’altro, mentre mia cugina era di sopra a farsi una doccia. Non avevo molto tempo. Nel pomeriggio Edward sarebbe passato per andare a Seattle per comprare qualche regalo di Natale.
<< Allora cosa ci prepari? >> chiese Lis spaventandomi
<< Mio Dio Lis! Ma da dove sei sbucata? >>
<< Dal piano di sopra? >> le lancia uno sguardo e scoppiò a ridere << ok, ok scusa! Allora cosa stai preparando? >>
<< Niente di speciale. Penne con panna e zucchine, di secondo c’è il pollo. Spero vada bene >> risposi
<< Ma che brava mogliettina che sarai! Allora con Edward come prosegue? >> domandò Lis. La domanda, se pur infondata, mi fece arrossire
<< Siamo solo amici >>
<< Oh andiamo Bella! Vedo come ti guarda, ma soprattutto come tu guardi lui! Quelli non sono sguardi da amici >>
<< Questa volta ti sbagli mia cara >> dissi, spostandola per apparecchiare la tavola << per Edward sono solo un’amica e dopo tutto va bene così >>
<< Sei più falsa delle banconote false che ci sono in circolazione! >> mi urlò, mentre andava a prendere i tovaglioli
<< Lis, io gli ho detto che lo amo e lui non è mai tornato sull’argomento >> sentii dei piatti sfracellarsi. Mi voltai e Lis li aveva, appunto, fatti cadere per terra
<< Che cosa? Ma quando? Dove? Perché? >> bene era partita con le domande a raffica << ma soprattutto: sei completamente pazza? Mai e dico MAI una ragazza deve dire una cosa del genere per prima! Ma a cosa pensavi! Cielo! E lui? No, aspetta un secondo, perché cavolo non me lo hai detto!? >>
<< Ti vuoi calmare? >> le dissi andando a riparare al danno fatto << qualche settimana fa quando tu eri a cena con Jason ed è successo tutto quel putiferio. E non sono pazza… >> le dissi puntandole lo scopettino << era successa una cosa e… bhè l’ho detto senza rifletterci, ok? >>
<< Ops. Colpa mia >> rispose ripensando alla serata << ma cosa è successo per farti dire una cosa simile? >> non le risposi. Avvampai all’istante e finii di mettere i bicchieri
<< Oh.Mio.Dio! >> disse. E adesso cosa diavolo aveva capito? << ci sei andata a letto? Avete fatto… Oddio Bella!! Ma dove? Quando? E racconta! >> alzai un sopracciglio. Ma era pazza? E secondo lei, dopo averlo fatto, farei finta di niente? Oddio! Bhè di sicuro non eravamo stati proprio casti, ma… Oh insomma Bella! Smettila di avere certi pensieri! Lis voleva sapere? Bene, mi sarei divertita un po’…
<< Sul tavolo della cucina >> le risposi, vedendola seduta proprio a tavola, con i gomiti appoggiati, mentre sgranocchiava i grissini. Si voltò di scatto, sgranando gli occhi e spalancando la bocca. Si alzò di scatto, facendo cadere la sedia e si diresse in salotto, urlando
<< Che cosa? Oddio Bella, ma che schifo! La gente ci mangia su quel tavolo! >>
Sarei volentieri scoppiata a ridere, ma dovevo tenere un certo contegno se volevo continuare con la presa in giro.
<< Già >> risposi, con noncuranza << ma cosa vuoi farci? Eravamo qui, lui mi ha preparato la cena, il vino e… Insomma Lis! Non abbiamo resistito. Ha buttato giù tutto, dovevi vederlo! Mi ha presa, messa sul tavolo e… >>
<< Ok, ok! >> disse lei tappandosi le orecchie << va bene che ho detto racconta, ma non ogni singolo dettaglio! >> a quel punto non ce la feci più. Scoppiai a ridere di gusto!
<< Brutta stronza! >> disse Lis rientrando in cucina << non era vero un accidente, giusto? Ti sei presa gioco di me! >> non riuscivo a rispondere, continuavo solo a ridere! << questa me la pagherai!! >>
<< E dai Lis, ma anche tu! Cosa vai a pensare!? >>
<< Io? Siete voi che ogni volta che state insieme, vicini, fate scintille! Vogliamo ricordarci Parigi? Tu in asciugamani e lui praticamente addosso a te! Oppure all’Essence, quella scenetta erotica che avete fatto all’entrata! >>
<< Ok, Lis! Ricevuto il messaggio >> dissi, ormai rossa in volto
<< Comunque… >> riprese mia cugina, sedendosi a tavola << non me la racconti giusta. Qualcosa ci deve essere stato o non gli avresti detto che sei innamorata di lui >> che senso aveva nasconderle qualcosa? Certo lei con me lo faceva, ma forse aveva una giusta motivazione, inoltre io non le avevo mai nascosto nulla, perché cominciare proprio adesso? Spostai una sedia e presi posto anche io
<< Va bene >> iniziai a parlare << qualcosa c’è stato, si. Ma non è successo niente. Eravamo qui, lui stava preparando la cena e ha detto una frase strana, io ho domandato, perché volevo sapere e lui si è un po’ alterato e ha cominciato a provarci e… >> era imbarazzante raccontare << ci siamo spinti un po’ oltre, ma senza arrivare in fondo. Si è fermato lui, come sempre del resto. Mi sono sentita così sbagliata Lis… Così mentre se ne stava andando gli ho detto di essere innamorata di lui >>
<< Ed Edward? Cosa ti ha detto lui? >>
<< Non ha detto nulla. Se non che non può e che devo dimenticarmi di quello che provo e di lui >> come se fosse facile, aggiungerei. Adesso smettila Bella! Ora è un tuo amico, ok? Mio Dio sto diventando pazza! Comincio anche a parlare da sola!
<< Ancora con questa storia >> sussurrò Lis << ma quando la finirà? >>
<< Come scusa? >> chiesi
<< Non ho detto nulla, Bella >>
<< Come no. Lis tu sai qualcosa che non mi dici? >> chiesi. La sua risposta non tardò ad arrivare. La vidi spalancare gli occhi, segno che ci avevo preso
<< Ma cosa ti salta in mente, Bella? >> rispose e si alzò, allontanandosi.
Mi venne in mente quando, qualche giorno prima, la sentii parlare con i Cullen fuori dalla scuola…

Anche le ore pomeridiane erano finalmente volte al termine. Stavo cercando Lis. Non sapevo se sarebbe tornata con me o aveva da fare con Jason.
Stavo camminando sotto la tettoia del cortile, quando li vidi. Era lì, mia cugina, i fratelli Cullen e Alice. Ma cosa ci faceva con loro la mia migliore amica? Pensai di raggiungerli, quando li sentii parlare. Arrestai.
<< Non puoi dirglielo, tesoro >> disse Rosalie a Lis, accarezzandogli la spalla
<< Ma lei capirebbe! >> insistette mia cugina
<< Non possiamo correre rischi, lo capisci? >> intervenne duro Jasper
<< Jasper calmati >> lo richiamò Alice, accarezzandogli il braccio
<< Lei non è una di noi, Lis >> le ricordò Emmett << per quanto adori Bella, io, noi, dobbiamo proteggere la famiglia >>
<< Ma nemmeno io sono come voi >> disse Lis
<< Tu stai con me >> le ricordò Jason, cingendole un fianco, attirandola a sé << fai così parte della famiglia. E noi proteggiamo la famiglia >>
<< Anche Bella lo è. È mia cugina >>
<< Mi dispiace >> le rispose Rosalie << lei non dovrà mai sapere nulla di noi >>
Feci un passo per andare via, ma sfortunatamente pestai un legnetto. Si voltarono tutti e sei. Gli occhi erano puntati su di me.
<< Bella >> disse Lis
<< Io ero venuta a… >> non riuscivo a parlare. La testa mi pulsava, forte. Gli occhi mi pungevano << volevo sapere se venivi a casa con me o… o no. Ma credo di aver capito che tu preferisca andare con loro, quindi… >> nessuno parlava, era la cosa che più faceva male << io vado, ciao a tutti >> voltai loro le spalle e corsi via. Riuscii a sentire Alice dire “ lasciala andare. Adesso deve calmarsi, si sente tradita, è normale. Purtroppo “. Aveva ragione.
Corsi senza ombrello sotto la pioggia incessante di quella giornata. Arrivai all’auto e cercai di aprirla, invano. Le lacrime mi oscuravano la vista e la testa peggiorava. Volevo andarmene da qualche parte. Via da tutto e da tutti. Ero sola
<< Cazzo! >> dissi tra le lacrime, dando un calcio alla carrozzeria
<< Cosa ti ha fatto questa povera auto, per prendersi un calcione? >> mi voltai, dimenticandomi le lacrime e il dolore. Era arrivato lui.
Dovevo avere un aspetto tremendo, perché lo vidi sgranare gli occhi e farsi più vicino << Bella cos’è successo? >>
<< Sono sola >> dissi sussurrando
<< Cosa? Non è vero, io sono qui >> disse Edward. Senza pensarci mi fiondai tra le sue braccia forti << sono qui, Bella >> il suo abbraccio mi faceva sentire protetta, al sicuro. Mi staccò lui, poco dopo e mi guardò col suo sguardo dolce. Perché era come se lo conoscessi? Non capivo. Quando stavo con lui era come essere a casa. Io ero completa. Prima che arrivasse Edward nella mia vita, nel bene o nel male, mi ero sempre sentita fuori posto, adesso, invece, sapevo di appartenere a qualcosa…a qualcuno. La testa pulsava sempre di più.
<< Cosa ne dici di spostarci da qui? >> chiese Edward << sta diluviando e siamo sotto l’acqua. Rischi di prenderti un raffreddore >> annuii con la testa e raccolsi le chiavi dell’auto. Quando mi erano cadute? Non me lo ricordavo.
<< Dove pensi di andare? >> mi chiese, togliendomi il mazzo dalle mani << sei sconvolta, non puoi guidare in questa stato >>
<< Ma… E l’auto? Io non… >> non mi lasciò finire
<< Tu entra dentro, io porto le chiavi della Volvo ad Alice e ti riaccompagno a casa io con la tua macchina >>
<< No, poi come fai a tornare tu? >>
<< Non ti preoccupare, chiederò un passaggio a quel mostriciattolo di sorella che mi ritrovo >> e mi fece l’occhiolino. Il mio cuore impazzì << adesso Sali, su >> feci come mi aveva detto e attesi.

<< Vai tu o vado io? >> mi chiese Lis
<< Come scusa? Dove? Cosa? >> chiesi. Mi ero di nuova persa nei miei pensieri. Cavolo!
<< Hanno suonato alla porta, Bella >> mi informò Lis << credo sia lo zio >>
<< Si, vado io >> come un automa mi alzai e andai ad aprire
<< Ciao Bells >> disse mio padre, appendendo il giubbotto e togliendo la pistola, per nasconderla nel cassetto
<< Ciao papà, vieni è già tutto pronto >> risposi
<< Certo, vado a lavarmi le mani e arrivo >> mi diede un bacio veloce sul capo e si diresse in bagno << ciao Elisabeth! >> urlò
<< Ciao zio Charlie! Com’è andata al lavoro? >> domandò Lis
<< Molto bene, grazie >> rispose Charlie uscendo e sedendosi a tavola con noi << il vostro ultimo giorno di scuola? >>
<< Benissimo! >> disse Lis
<< Bene papà. Oggi abbiamo esposto la relazione, ci ha dato A+ >>
<< Molto bene, Bells! Ne sono molto contento >> disse, mangiando una forchettata di pasta << avete programmi per questo oggi? Io avevo pensato di andare con Billy a pesca nel pomeriggio, se si fa tardi starei a dormire alla riserva >>
<< Per me va benissimo! Credo che oggi andrò con Rose e Alice a Port Angeles per fare un po’ di shopping natalizio! Vieni con noi? >> mi chiese Lis
<< Ehm mi sa di no. Avevo promesso ad Edward di andare con lui a Seattle >> dissi e mi voltai verso Charlie << sempre se per te non è un problema >>
<< No, figurati. Poi sai che Edward mi piace >> rispose.
È vero. Charlie aveva conosciuto Edward, per sbaglio, ma subito mi disse quanto avrebbe approvato una relazione con lui. Pazzesco.

Il resto del pranzo passò allegro. Charlie e Lis continuarono a farmi battute su Edward, ed io la presi di mira con Jason, così papà le fece un interrogazione. In fondo era il suo mestiere!
Erano quasi le quattro ed io ero già vestita. Stavo mettendo solo un leggere tratto di matita nera sotto gli occhi e un po’ di Gloss sulle labbra.
Avevo indossato una gonna sopra il ginocchio, fantasia scozzese di tonalità grigio – nero – rosa, un dolcevita, ricamato sul davanti, grigio perla, come gli stivaletti. Faceva molto freddo, quindi per tenere le gambe un po’ più coperto avevo indossato un paio di collant color carne. Avevo rovistato nel portagioie alla ricerca dei miei cerchioni d’argento, appena trovai li misi alle orecchie, indossai anche un bracciale in argento con un cuore in Swarovski rosa, che mi regalò mamma al mio compleanno. Allacciai la collana che Lis mi regalò a Parigi e diedi una pettina ai capelli. Mi guardai allo specchio, tutto sommato oggi non stavo niente male.
<< Ehi Bella, posso fregarti lo shampoo? Il mio l’ho finito e… >> disse Lis entrando in stanza << wow! Stai benissimo cugina! >>
<< Grazie Lis >> dissi e andai a prenderle quello che mi aveva chiesto << ecco tieni >>
<< Secondo me Eddy apprezzerà! >> disse strizzando l’occhio
<< Lis! Ma la vuoi piantare? Siamo solo amici! A.m.i.c.i.! tu piuttosto devi vedere Rose ed Alice, tra meno di venti minuti e sei ancora in accappatoio! >>
<< Su questo hai ragione, bhè allora vado a finire! Tu divertiti e ci vediamo questa sera a cena! Ciao! >> e sparì in camera sua.
Di tutta risposta sentii il campanello suonare e il mio stomaco fare le capriole. Calma Bella! Mentre scendevo le scale il cuore mi batteva furioso nel petto. Possibile che doveva farmi sempre questo effetto?
Presi un profondo respiro e aprii la porta.
La visione che mi si presentò davanti mi fermò il respiro. Era bellissimo!
Aveva indosso un jeans stretto, scuro, un maglione sul grigio chiaro e sopra un giubbotto di pelle nera, e infilata sotto il colletto una piccola sciarpa a righe nere e bianche, ai piedi un paio di converse dello stesso colore. I capelli come al solito era scompigliati, ma perfetti. Era da saltargli addosso! Notai che anche lui mi stava guardando attento.
<< Ciao scricciolo >> disse dopo un po’
<< C…ciao Edward >> oh no, non ricominciare a balbettare proprio adesso!
<< Stai molto bene vestita così >> il suo complimento mi fece arrossire
<< Grazie… Stai molto bene anche tu >> come sempre del resto!
<< Vogliamo andare? >>
<< Si, prendo la giacca e andiamo >> presi il cappottino grigio e la borsa e avvisai Lis << Lis, io sto uscendo! >> le urlai
<< Ok, divertitevi! A dopo! >> rispose lei dal piano superiore.
Mi chiusi la porta alle spalle e seguii Edward lungo il vialetto, fino all’auto.
<< Prego >> disse mentre mi apriva la portiera del passeggero, facendomi salire
<< Ma come siamo galanti >> risposi per prenderlo in giro, cercando di togliermi da quell’imbarazzo
<< Io sono sempre galante, scricciolo >> e detto ciò fece il giro dell’auto e salì. Non avevo mai capito una cosa…
<< Edward, perché mi chiami scricciolo? >> chiesi
<< Non ti piace? >>
<< No, cioè si >> mio Dio, odiavo quando entravo in crisi << si, mi piace, ma perché proprio scricciolo? >>
<< Perché sei piccola e tenera >> disse guardandomi negli occhi. Quando fece quel suo bellissimo sorriso sghembo quando svenni. Quanto era bello!
Quando voltai, per non fargli capire che ero diventata rossa, mise in moto e sgommò vai.
Arrivammo a Seattle nel giro di un’ora o poco più. La strada era libera e la guida pazza di Edward ci fece guadagnare parecchio tempo. Avevamo un patto: lui mi avrebbe aiutata a portare tutto ciò che avrei comprato se io gli avessi suggerito un regalo d’effetto per sua sorella. Era facile, intimo o vestiti. Ma visto che il regalo glielo avrebbe dovuto fare suo fratello, avrei optato per la seconda idea.
Il primo negozio in cui andammo fu Tiffany. Avevo deciso di esaudire il sogno di Lis, cioè avere il braccialetto col cuore di Tiffany.
<< Vuoi che ti faccia la confezione regalo? >> mi chiese gentilmente la commessa
<< Si, grazie >> le risposi. Quella ragazza mi stava sul cavolo! Da quando eravamo entrati non aveva fatto altro che squadrare Edward dalla testa alla piedi! Le avrei spaccato volentieri la faccia. Certo Edward non era il mio ragazzo, però… Solo in quel momento mi accorsi che mi stava guardando.
<< Cosa c’è? >> chiesi
<< Nulla. Sto solo cercando di capire cosa stai pensando >> mi rispose
<< Oh niente di interessante, davvero >> gli risposi, cercando di sorridere. Avevo proprio bisogno che lui fosse a conoscenza dei miei pensieri! Assolutamente no.
<< Dai rendimi partecipe >> disse, dandomi una leggera gomitata
<< No Edward, sono cose private >>
<< Cose private? Mm così mi incuriosisci di più, scricciolo >>
<< Non ho alcuna intenzione di dirti a cosa pensavo, Edward. Davvero >> feci per voltarmi, ma non ci riuscii. Le mani di Edward erano finite sui miei fianchi e mi immobilizzavano tra lui e il bancone del negozio. Il suo viso era a pochi millimetri dal mio, i nostri sguardi incatenati. Le fronti si sfioravano, come i nasi e le labbra… << Sicura? >> parlò soffiando. Non poteva avere tutto questo effetto su di me. Ero di creta nelle sue mani. Avrebbe potuto farmi qualsiasi cosa e me la sarei lasciata fare. stavo arrossendo, lo sentivo, come percepivo l’elettricità che si era creata in quel momento tra di noi. I miei occhi viaggiavano tra i suoi e le sue labbra e lui faceva lo stesso. Non riuscivo a credere al fatto che si stesse avvicinando ancora. Ci stavamo per baciare…
<< Scusate vi disturbo? >> si intromise la commessa << volevo ridarvi il bracciale, l’ho impacchettato. Ora potete pagare alla cassa >> disse sorridendo. Stronza!
Edward si staccò da me e afferrò il piccolo oggetto, poi mi fece un sorriso imbarazzato e mi fece strada. Pagammo ed uscimmo dal negozio.
Continuammo a girare per tutti i negozi, alla ricerca di qualche regalo anche per i Cullen. Per Rosalie e Alice andammo al negozio di Gucci.
Decisi infine di vedere in libreria qualche libro per Charlie sulla pesca e sulla caccia. Ne sarebbe stato felice.
Dopo una mezzora buona di ricerca, Edward ne trovò uno sulle tecniche infallibili per portare a casa un mucchio di pesce fresco, così decisi di prendere quello e togliermi il pensiero.
<< Mi sa che non glielo impacchetto >> dissi << guarda che coda! Ed è già ora di cena, se non torniamo faremo tardi >>
<< Ho un’idea >> mi rispose Edward << Alice adora fare regali e tutte queste cose, in casa ci sono un’infinità di cose del genere: carta colorata, fiocchetti. Se sai destreggiarti si può fare da me. Poi ti riporto a casa, se vuoi >>
<< Va bene! Affare fatto. Pago di là e andiamo >>
<< Ti aspetto all’entrata >> disse dandomi un bacio sulla fronte e togliendosi da quel casino.

<< Bella! Ma si può sapere dove sei? Sono le otto! Io avevo fame e ho ordinato una pizza >> parlò Lis all’altro capo del telefono
<< Lo so, abbiamo trovato parecchia coda nei negozi. Tra una ventina di minuti siamo a Forks, ma sto andando da Edward >> ammisi
<< Mm, mm brava cugina! >> disse lei
<< Scema, che diamine hai capito? Devo incartare il regalo per Charlie >>
<< Certo, certo. Adesso si dice così >>
<< Lis! >> dissi e sentii Edward ridere. Aveva capito tutto, che vergogna!
<< Ok, ok! Comunque volevo avvisarti che questa notte la passo con Jason >> disse. Che novità.
<< Poi ero io, vero? >> chiesi sarcastica, la sentii ridere

<< Dai Bella, in fondo lui è il mio ragazzo! Posso! >>
<< Va bene! Allora divertiti, ci vediamo domani! Ciao >>
<< Ciao, ciao! >> e riagganciò
<< Problemi? >> chiese Edward
<< No, figurati. Perché? >> chiesi
<< Come mai hai detto “ ci vediamo domani “? >>
<< Ah, niente. Lis passerà la notte con Jason >> risposi
<< Ciò che significa che dovresti restare a casa da sola? Tutta la notte? >>
<< Si, ma comunque non è un problema, ci sono abituata. Quando Lis non viveva con noi e Charlie faceva il turno di notte, passavo delle settimane a dormire da sola >>
<< Lo è per me, però >> sussurrò, ma riuscii a sentirlo
<< Perché dovrebbe esserlo? >>
<< Perché non mi va che una mia amica passi la notte a casa da sola >>
<< Che c’è, vorresti passarla con me? >> chiesi e si voltò di scatto. Non avevo valutato bene la frase, cavolo! Non era invito a… oddio, però lo sembrava! << ehm io non intendevo che si cioè, che tu volessi… >>
<< Si, Bella. Ho capito >> disse freddo. Quando stavo con lui dovevo valutare tutto ciò che dicevo. Lo avevo capito in queste ultime due settimane, ma era un prezzo che avrei pagato volentieri per averlo al mio fianco. Anche se solo come amico.
Parcheggiò davanti casa sua, ma prima di scendere, dopo essersi tolto la cintura, si voltò dalla mia parte. Sorrideva.
<< Io ho un’idea >> disse
<< Wow, quante idee oggi! Ma non ti andrà in fumo il cervello? >>
<< Spiritosa. Dicevo, ho un’idea, ti andrebbe di passare la notte qui? >>
Avevo capito male? Cosa aveva detto? << Scusami? >>
<< Hai capito >> mi disse, facendomi il suo sorriso sghembo da infarto << allora? Non so se Alice torna questa notte, ma abbiamo parecchie stanche. Ti va di fermarti qui per la notte? Starei più tranquillo >>
Oh cavolo! E adesso? Calma Bella, è Edward. Non ti farebbe nulla. Già…proprio nulla.
<< Si, d’accordo >> risposi mordicchiandomi il labbro
<< Perfetto! >> disse e si precipitò fuori dall’auto. Mi fece sorridere, era proprio pazzo! Un bellissimo pazzo.

Non so perché fossi così agitata. Forse perché era la prima volta che mi fermavo a dormire a casa di un ragazzo. Forse perché quel ragazzo era…Edward.
<< Vado a prenderti la carta per il regalo >> disse lui << o prima vuoi mangiare qualcosa? >> la mia risposta non si fece attendere. Un brontolio partì dal mio stomaco. Oh mamma che figuraccia!
<< Magari mangiamo prima qualcosa, ok? >> mi disse avvicinandosi per prendere la mia giacca. Gliela porsi e lui la mise in un piccolo stanzino, dove erano appesi altri giubbotti.
<< Edward ti va se ordiniamo due pizze? Non mi va di farti cucinare >> dissi, arrossendo
<< Non gradisci la mia cucina? >> chiese, mettendo su un finto broncio
<< Scemo, sai che l’adoro. Ma già mi stai, state, ospitando per la notte e non vorrei farti sgobbare. Le pizze vanno bene, sempre se a te va… >> aggiunsi. Non volevo costringerlo a fargli mangiare qualcosa che non gli andava. Lo vidi sorridere e prendere il suo cellulare dalla tasca dei jeans.
<< Preferenze? >> chiese
<< Quattro stagioni! >> risposi, forse con troppa enfasi, visto che ad Edward scappò un risolino
<< Andata. Io prenderò una capricciosa >> disse
<< La pizza adatta a te >> intervenni per prenderlo in giro
<< Ah si? Bene. Prepara i contatti signorina. Avevo intenzione di offrirtela, ma dopo questa affermazione paghi tu >> detto ciò digitò il numero e chiamò la pizzeria. Scoppiai a ridere, non lo avrebbe mai fatto davvero! Oh forse si? Da Edward, in fin dei conti c’era da aspettarsi di tutto.
<< Sembri un agnellino, ma mangi come un cinghiale, scricciolo >>
<< Ehi! Non è assolutamente vero! >> risposi in mia difesa
<< Ah no? Ti sei divorata una pizza intera e hai preso anche una fetta della mia >> rispose alzando un sopracciglio
<< Bhè tu hai assaggiato la mia >> dissi in mia difesa
<< Assaggiato? Ne ho preso due dita! >> e fece il gesto con le mani, per enfatizzare la grandezza del pezzo di pizza << tu te ne sei presa un quarto >>
<< Si, ma hai detto che non ne volevi più >> non so come uscì la mia voce, perché Edward si fece vicino e mi sorrise
<< Stavo solo scherzando >> disse << e con quel fisico puoi permetterti di mangiare quello che vuoi >> parlò senza riflettere. Io diventai un pomodoro e lui imbarazzato, si mosse impacciato andando a buttare le scatole.
Mi alzai dalla poltrona e andai a mettere via i bicchieri e la tovaglia.
Dato che non era chissà quale cena, Edward aveva deciso di mangiare in salotto, usando il piccolo tavolino. Io mi ero presa la poltrona, lui il divano.
Lavai i bicchieri e li riposi nel mobile. Ma quello che vidi mi lasciò un attimo disorientata.
Non c’erano piatti, né bicchieri. Non so perché lo feci. Aprii il primo cassetto della credenza e notai che le posate scarseggiavano.
Come era possibile? Certo erano solo in due, da quello che sapevo, ma dove erano finite tutte le cose? Si erano trasferiti ormai tra tre mesi, perché la casa era ancora così vuota?
<< Cosa stai facendo? >> sussultai, sentendo la voce dura e fredda di Edward vicino alla porta della cucina
<< Io… stavo… >> cavolo Bella! Una scusa plausibile, una, dannazione! Mi accorsi di avere le mani bagnate e colsi l’occasione << uno straccio! >>
<< Come? >> chiese Edward, avvicinandosi e chiudendo il cassetto
<< Ho lavato i bicchieri, ma non ho trovato uno straccio dove asciugarmi le mani >> dissi sventolandogli davanti agli occhi le mia mani gocciolanti.
Senza dire nulla, andò dall’altra parte della stanza e aprì un piccolo vago oggetti e ne estrasse un straccio blu scuro.
<< Tieni >> disse porgendomelo
<< Grazie >> risposi, imbarazzata e mi asciugai le mani. Cosa cavolo mi era saltato in mente? Volevi farlo incazzare, Bella? Complimenti, ci stavi riuscendo!
<< Bella? >> mi chiamò Edward
<< Eh? Si? >> risposi
<< Tutto bene? >>
<< Si, si. Tutto apposto >> risposi, ridandogli lo straccio. Lui lo stese sul lavello e mi fece segno di andare in salotto. Lo seguì.
<< Vado a prendere il necessario per il tuo libro, d’accordo? >> chiese
<< Si, grazie mille >> risposi, sorridendo
<< Aspettami qui >> disse e salì molto velocemente le scale. Non saprei spiegarlo, ma dietro le sue parole era come se si celasse un “ non muoverti e non toccare nulla! “ e così feci. Mi sedetti sul divano, in attesa.
Edward tornò giù pochi minuti dopo << Ecco >> disse e mi diede una carta rossa e un fiocco oro.
<< Molto Natalizio direi >> dissi e lo vidi sorridermi. Quel sorriso sghembo che tanto amavo. Mentre stavo facendo il pacchetto, il cellulare di Edward squillò.
<< È Alice >> disse e rispose << Ciao, cosa c’è? >>
Ovviamente non riuscivo a sentire cosa stesse dicendo sua sorella, perciò tentai di seguire il discorso da lui. Ma non era facile.
<< Ho capito… Va bene, si, però stai attenta cortesemente… No… Perché non c’è… Non sono uno stupido, Alice… Grazie, ciao! >> e riattaccò
<< Successo qualcosa? >> chiesi
<< No, ma ha detto che si fermerà a dormire da Jasper questa notte >> quella notizia mi destabilizzò. Il cuore prese a battermi furioso nel petto, iniziai a sentire caldo, troppo caldo. non mi accorsi neanche che le forbici mi fossero scivolate dalle mani. Io e Edward, soli? Avremmo passato la notte qui, a casa sua? Da soli?
<< Bella stai bene? >> chiese Edward porgendomi l’oggetto che mi era scivolato poco prima
<< S…si, s…scusa >> balbettai
<< Ti crea qualche problema restare qui…se Alice non c’è? >> vidi una velata tristezza nei suoi occhi, così mi affrettati a rispondere
<< No! No, figurati. Non mi crea nessun problema, sono solo molto maldestra >> dissi, finendo il pacco
<< Va bene >> rispose, ma sorrise forzato.
Non era come aveva capito lui. La mia reazione era dovuta al fatto che morivo dalla voglia di passare una notte con lui, forse più del lecito.
A quel pensiero avvampai.
<< Perché sei diventata tutta rossa? >> mi chiese
E cosa diavolo potevo dirgli? Nulla Edward, sai stavo fantasticando sul fatto che vorrei parecchio infilarmi nel tuo letto? Oddio! Ma che razza di pensieri stavo facendo?
<< No, no è che io non ho il pigiama >> oh fantastico! Che razza di argomento!
<< Mm già, non siamo passati a casa tua prima >> disse e si fece pensieroso << prova a vedere se puoi prendere qualcosa di Alice, avete più o meno la stessa taglia, no? >> annuii in fretta e lo seguii su per le scale.
La stanza del piccolo folletto era in un ordine perfetto. Le pareti erano sul blu pastello, una tonalità molto chiara. Il letto matrimoniale faceva bella mostra al centro della camera. Era bianco. Come tutto il resto. Un’enorme guardaroba faceva capolino a sinistra.
<< Entra tu, io non mi azzardo. Potrei perdere la testa se metto le mani nei suoi vestiti >> disse Edward, io sorrisi. Bhè se avessi un fratello nemmeno io vorrei che toccasse le mie cose.
I vestiti di Alice mi lasciarono a bocca aperta. Aveva di tutto! Da Dolce e Gabbana a Gucci, da Valentino a Chanel e via dicendo.
L’unico problema era che nulla era di mio gradimento. O meglio si, lo era! Ma non sarei mai andata a dormire, specialmente in casa di Edward, con una camicia da notte così corta e trasparente! Cosa potevo fare adesso?
<< Trovato qualcosa, scricciolo? >> chiese Edward, facendo capolino nell’armadio
<< Ehm purtroppo no. Ha un sacco di bella roba, ma… >> era imbarazzante << non credo sia il caso di indossare qualcosa di qua dentro >>
<< Perché? >> chiese Edward e lo fulminai con lo sguardo << ok, ok! Scusa! >> si fece pensieroso << mm bel problema… cosa ne dici di questi pantaloncini e di una mia camicia o maglietta? >> valutai per un momento la sua offerta e accettai
<< Direi che è una grande idea! >>
<< D’accordo prendi quelli e andiamo >> disse sorridendo. Feci ciò che mi aveva detto e lo seguii in quella che era la sua camera.
La stanza era enorme. Il letto, anch’esso matrimoniale, era in ferro battuto nero, vi era anche un divanetto nero, in pelle, vicino alla porta del balcone. Un’enorme libreria laccata bianca, occupata tutta la parete alla mia destra. I muri erano bianchi, ma il tutto era perfetto. Come lui.
<< Ehi, che ci fai lì imbambolata? Entra >> e mossi qualche passo incerta << spero che questa vada bene >> disse e mi porse una camicia azzurra. La presi e mi accorsi subito che sapeva di lui. Avrei potuto portarmela a casa? No, non credo… Peccato.
<< Grazie >> risposi, in un sussurro
<< Figurati. In bagno è quella porta lì >> disse indicandomela
<< Hai il bagno privato? >> chiesi
<< Ovvio, non hai idea delle ore che passa mia sorella là dentro! >> sorrisi, era da immaginarselo << bhè, ti lascio. Io scendo giù… a dopo! >> detto ciò uscì come un fulmine, richiudendosi la porta alle spalle. Ma cosa gli era preso? Senza pensarci troppo raggiunsi il bagno e mi cambiai. Decidi anche di farmi una doccia veloce, dopotutto avevo passato la giornata in giro, ci stava. Dopo venti minuti uscii e la cosa che vidi mi lasciò senza fiato.
Edward era in boxer in camera mia, cioè sua, cioè… << Oddio! >>
<< Bella! >> urlò lui, voltandosi << non pensavo uscissi proprio ora! >>
<< Ehm si ecco, io avevo finito e… non pensavo che tu… >> mio Dio che vergogna e che visione… Bella ricomponiti! << io scendo! >> urlai << tu cambiati con calma! >> e mi affrettai a raggiungere la porta chiusa, ma lui non me lo permise. Sentii la mano di Edward afferrarmi il polso e spingermi con le spalle al muro, anzi alla porta.
<< Scusa Bella, è colpa mia >> disse vicino, troppo vicino. Dannazione! << pensavo di fare in fretta e tornare giù. I jeans mi davano fastidio… >>
<< Si, non… non ti preoccupare è… è casa tua >> il cuore mi stava per esplodere dal petto. Ma quanto era bello? Le gambe erano sode e lisce, i muscoli tesi, gli addominali perfetti e i pettorali da urlo. Iniziavo a sragionare! Mi accorsi di una cosa che non avevo mai notato prima, nemmeno quella sera a casa mia, sul tavolo… Sulla parte sinistra, poco sopra del cuore, c’era un tatuaggio.
<< La mia camicia ti sta molto bene, sai? >> chiese accarezzandomi la spalla. Ebbi un fremito…
<< G…grazie >> ma la voce mi uscii roca
<< Sei davvero molto bella >> disse. Alzai lo sguardo, finalmente, e mi ritrovai persa in due pozze verdi. Cosa stava succedendo? Perché era cambiato così? Perché mi aveva afferrata, imprigionandomi tra le sue braccia?
<< Edward, cosa…? >> non finii di parlare. Edward aveva messo fine alla distanza tra di noi, posando le sue labbra sulle mie. Da quanto tempo lo stavo aspettando quel bacio? Persi il controllo, prendendo ciò che volevo.
Gli buttai le braccia al collo, infilando le dita tra i suoi capelli, lui di tutta risposta, mise le sue sui miei fianchi e mi attirò a sé. I nostri corpi combaciavano perfettamente e lì capii tutto. Sentii la sua lingua sulle mie labbra, chiedeva il permesso di entrare, e glielo diedi senza esitazione. Quando toccò la mia fu fuoco. Esse giocavano, si rincorrevano, si sfidavano…
<< Bella… >> disse Edward, tra un bacio e l’altro
<< Eri tu. Lo sapevo che eri tu, sei sempre tu >> dissi, ma subito le sue labbra tornarono sulle mie. In fondo al mio cuore ci speravo. Desideravo con tutte le mie forze che il ragazzo mascherato fosse Edward. E, almeno per una volta, il mio desiderò venne ascoltato.
Sentii le sue mani scorrere sul mio corpo caldo, mentre le mie scorrevano sul suo. Era strano come la sua temperatura fosse sempre così bassa. Non era gelido come i Cullen, ma nemmeno caldo come me.
I suoi tocchi mi fecero eccitare più del normale. Quando la sua mano sinistra si posò sul mio fondoschiena reclinai la testa gemendo, mentre le sue labbra finirono sul mio collo. Sentii la sua lingua leccarmi. Ebbi un altro fremito << Edward… Edward non ti fermare >> dissi
<< Mai >> disse serio, con voce roca << Bella, io ti desidero e non ce la faccio più a resistere >>
<< Non farlo allora >> dissi gemendo, mentre le sue mani erano ovunque << non resistere. Fammi sentire tu, Edward >> non se lo fece ripetere due volte. Fece scivolare le mani sulle mie cosce nude e mi sollevò in braccio, raggiungendo il letto. Mi ci adagiò sopra e lui con me.
Quando allacciai le gambe alla sua vita sentii quanto fosse eccitato… Mio Dio che sensazione! Il calore stava aumentando anche in me. Ero eccitata anche io. Mai avevo provato queste emozioni, mai avevo avuto il desiderio di essere spogliata da qualcuno, ma Edward… Lui risvegliava in me qualcosa che non credevo esistesse.
<< Sei stupenda >> disse venerando la mia figura nuda davanti ai suoi occhi. Quando aveva sbottonato la camicia? Persi subito lucidità quando sentii le labbra di Edward giocare coi miei seni. Ansimai senza ritegno.
Di tutta risposta feci scorrere le mie mani sulle sua braccia, fino alle spalle e poi sul collo e lungo la schiena. Quando il suo viso si spinse più in basso, leccandomi l’ombelico, inarcai la schiena per istinto, gemendo. Intrecciai le mie dita nei suoi capelli, mentre lui proseguì la sua corsa, sfilando i pantaloncini. Li lanciò lontano e mi fissò estasiato. Era tutto molto imbarazzante.
<< Sei una visione >> disse tracciando linee immaginarie sulle mie gambe. Il suo tocco mi faceva impazzire << così morbida >> e continuò ad accarezzarmi gli interno coscia << così perfetta >> e risalì lungo i fianchi, accarezzando i seni. Stavo impazzendo! Solo in quel momento mi resi conto di gemere ripetendo il suo nome, senza tregua.
<< Sei… sei… >> cercai di dire qualcosa senza successo
<< Sono? >> disse, soffiando sulle mie labbra, mentre con una leggera spinta mi fece andava in Paradiso. Lo attirai a me, mordendogli il labbro inferiore e baciandolo come mai prima. C’era amore, passione, desiderio. Lui contraccambiò il bacio con la medesima intensità e cominciò ad accarezzarmi le cosce. Chiuso gli occhi e inarcai la testa beandomi di quei tocchi, mentre lui era tornando a torturarmi i seni.
Sgranai gli occhi quando capii dove aveva spostato la mano che prima mi stava accarezzando la coscia << Oddio! Edward! >> dissi. Ma la mia voce più che scioccata uscì lussuriosa…
<< Shh Bella… >> disse Edward tornando a baciarmi le labbra << goditi il momento… è tutto per te >> non me lo feci ripete. Divaricai maggiormente le gambe per permettergli maggior movimento. Le mie unghie gli graffiarono la schiena, facendolo gemere e la cosa mi eccitò ancora di più.
Non so dove presi il coraggio, ma portai una mano sui suoi glutei, erano sodi e perfetti. Proseguii la mia corsa sui suoi fianchi e poi presi ad accarezzargli i boxer… Erano parecchio gonfi. Lo senti ansimare ed io con lui. Stavo impazzendo sotto le sue carezze, ed anche lui.
<< Dio! >> ansimò Edward << non ce la faccio più >>
<< Io… >> non riuscivo nemmeno a parlare << nemmeno io >>
I nostri sguardi si incrociarono, come se lui stesse chiedendo il permesso per andare oltre, io glielo diedi e lui ebbe il coraggio di sfilarmi anche l’ultimo indumento che separava le nostre intimità. I miei slip. Senza pensare al fatto che fossi nuda davanti lui, mi feci coraggio e gli tolsi i boxer. Edward era assolutamente perfetto. Ovunque. Mi stese nuovamente sul letto, posizionandosi meglio tra le mie gambe ed entrò con molta calma. Sapeva che non avevo mai avuto rapporti sessuali, quindi si muoveva con cura.
<< Fidami di me >> disse << non ti farò male >> annuii, mentre lo baciavo, ma lui si staccò per fissarmi negli occhi. Percepii un dolore tremendo che mano a mano divenne piacere. Puro piacere. Estasi assoluta.
<< Io ti amo Isabella Swan >> disse guardandomi intensamente, mentre eravamo una cosa sola. Finalmente eravamo insieme, completamente.
<< Ti amo anche io, Edward Masen >> le nostre labbra tornarono a toccarsi e il nostro amore si consumò in quel letto. Tutta la notte.

Sentivo gli uccellini cantare e percepivo un leggero chiarore sulla mia faccia. Era strano da dove provenisse. Feci sprofondare il viso nel cuscino bianco e l’odore che sentii mi fece trasalire. Era quella di… Edward!
Mi misi immediatamente seduta sul letto e mi guardai in torno. La camera era la sua. Osservai come fossi vestita. Indossavo solo gli slip e la sua camicia, abbottonata a casaccio. Allora era successo davvero! Avevo fatto l’amore con Edward! Il mio cuore esplodeva di gioia. Ma lui dov’era?
Quando il profumo di pancake mi arrivò prepotente, capii. Edward stava preparando la colazione! Non attesi a letto, mi precipitai giù in cucina.
<< Edward! Edward! >> dissi entrando come una pazza
<< Ciao Bella >> la persona che mi ritrovai davanti mi sorprese
<< Alice? Dov’è Edward? >> una folle idea mi balenò in mente. No, non lo avrebbe mai fatto. Aveva detto di amarmi.
<< Bella siediti >> mi incitò Alice
<< Dov’è Edward? >>
<< Bella… >>
<< Edward! >> avevo perso il controllo. Mi precipitai fuori, cercandolo in tutte le stanze, ma di lui nemmeno l’ombra. Uscii in giardino, andai in garage, ma nemmeno la sua macchina era lì. Dove sei Edward? Non puoi averlo fatto davvero. Ti prego. No.
<< Bella! Ti prego torna in casa, così prenderai un malanno >> disse Alice, trascinandomi in salotto << Edward mi ha detto di darti questa. Bella ho provato a farlo ragionare, davvero. Ma non ha voluto darmi retta >> le mie paure si stavano tramutando in realtà.
Aprii la busta e riconobbi la sua scrittura. Non poteva avermi lasciato solo una misera lettera, non poteva. Non poteva distruggermi in quel modo. Non lui. Ti prego, non lui.

Mia dolce Bella,
sono qui, accanto a te, e ti guardo dormire. Sei così bella… Ma io non sono stato forte e per l’ennesima volta ho sbagliato con te. Non fraintendermi, ti prego, non considero un errore l’aver fatto l’amore. Ma non doveva succedere. Ricordi cosa ti ho detto quella sera a casa tua? O tutte le altre volte? Io non sono il ragazzo giusto per te, Bella. Con me saresti sempre in pericolo ed io non voglio questo per te. Non posso chiederti di non odiarmi, perché non posso pretendere nulla da te. E con la morte nel cuore me ne vado. Vado via da Forks, vado via da ciò che sono, vado via da te, dal tuo amore, dal mio. Parto però con una certezza. Che incontrarti è stata la cosa più bella che mi potesse succedere. Parto con la certezza del tuo amore e con la consapevolezza del mio per te. Ma soprattutto parto con la sicurezza che mai ti accadrà qualcosa per colpa mia, sperando che un giorno, non molto lontano, io ti rincontri ancora, ma senza impedimenti. Parto con la speranza che nonostante tutto e tutti un giorno ci rivedremo e potremmo vivere il nostro amore. Non fare cose stupide, ti prego. Se avrai qualche problema non esitare di rivolgerti ad Alice. Vivi la tua vita, scricciolo. Io vivrò la mia pensando a te.
Con Amore,
Tuo Edward.

Non riuscivo a crederci. Lui mi aveva usata, ingannata, distrutta. Io mi ero fidata di lui. E adesso cosa mi restava? Una lettera. Un foglio di carta inutile. Il nulla. Lui era andato via portando con sé tutta me stessa. Il mio cuore, la mia anima, la mia vita. Cosa era rimasto di Isabella Swan? Nulla.
Improvvisamente tutto in torno a me si fece scuro. Sentivo come una forza che mi trascinava in basso. E dal fondo non riemersi.

Bene adesso non uccidetemi, vi prego!
VESTITI DI BELLA : http://www.polyvore.com/good_afternoon/set?id=26938472
EDWARD: Primo Abbigliamento ; Secondo Abbigliamento

  
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