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Autore: Herm735    15/01/2011    8 recensioni
“Credo che sia il momento opportuno per parlare della profezia.” [...] "Il suo cuore è puro, incontaminato. Dovrà affrontare un lungo viaggio, e alla fine la metà del suo cuore sarà con lei per sempre.” Aveva scoperto che avevano due possibili ipotesi su cosa significasse quella frase.
Genere: Azione, Guerra, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Silente, Ginny Weasley, Nuovo personaggio | Coppie: Harry/Hermione, Luna/Ron
Note: AU | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Da Epilogo alternativo
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- Questa storia fa parte della serie 'WANTED'
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Un grazie a cleme_b, luca76, Fa.by, Jude16, roxy_xyz che hanno commentato l'ultimo capitolo. Ecco a voi quello nuovo, sperando che vi piaccia.




Come ai vecchi tempi


Hermione raccontò a tutti i presenti come erano giunti fino al campo.
Disse loro di chi si era unito ad Amanda, e raccontò di chi invece non lo aveva fatto. Spiegò come lei, prevedendo l'attacco a Grimmuld Place, avvertì Silente e salvò i membri dell'Ordine, che iniziarono ad agire in incognito. Narrò di come era riuscita a convincere Fred e George a lasciare il negozio e mettersi al sicuro, promettendo loro un posto in prima linea.
Alla fine, quando Hermione ebbe elencato loro alcuni dei nomi più significativi presenti tra le loro file, come Kingsley Shacklebolt ex Ministro della Magia, e così via, alcuni dei presenti si avviarono nelle rispettive tende.
Alla fine rimasero solo Harry e Hermione.
“Quando sono andata via, cinque anni fa, ho eseguito sei mesi di addestramento con Silente. Poi mi sono trasferita ed ho iniziato a vivere la mia vita normale, nell'appartamento in cui mi hai trovato. Ogni tanto ricevevo qualche lettera da Silente, mascherata sotto qualche nome di un'associazione di beneficenza babbana. Mi chiedeva di tornare, ma non avevo mai risposto. Finché sono dovuta scappare, e non sapevo dove altro andare, come allo stesso tempo sapevo che sarei dovuta comunque tornare lì. Poi è venuta fuori tutta la storia della profezia...”
Harry si decise a guardarla negli occhi solo dopo che lei finì di parlare.
“Quasi dimenticavo, Sirius ha chiesto di poterti parlare in privato. Gli ho detto che non ho problemi se tu non hai problemi.”
Il mago non rispose. Si limitò a guardarla, faticando ancora a credere che lei fosse nuovamente lì, e che l'avesse di nuovo stretta tra le sue braccia.
All'improvviso cinque anni sembravano così pochi. Pochi per riuscire a dimenticare, pochi per riuscire ad andare avanti.
E così dannatamente pochi per riuscire a smettere di amare lei, che non si stupiva più di non esserci riuscito, ma, anzi, si sarebbe di gran lunga meravigliato di più se fosse accaduto il contrario.
Le si avvicinò lentamente, senza smettere di tenere gli occhi su di lei, per assicurarsi che non sparisse. E poi, come ai vecchi tempi, l'abbracciò.

“Hermione, adesso che la guerra è finita, adesso che sono certo di avere ancora molti anni di vita davanti a me, è arrivato il momento di chiederti qualcosa che avrei dovuto chiederti molto tempo fa. Sei la strega migliore che abbia mai conosciuto, e la donna più bella del pianeta. E sento che tutto il resto della mia vita voglio dividerlo con te, in modo che sia valsa la pena di combattere. Vuoi sposarmi?”
Una scatoletta. Dentro, un anello.

Nessuno lo venne mai a sapere, oltre loro due.
Circa un mese dopo, un'esplosione aveva travolto Grimmuld Place. Loro erano nel boschetto di fronte. Harry si era precipitato verso l'abitazione, ma una seconda esplosione lo aveva travolto, facendolo svenire.
Il suo ultimo ricordo era di Hermione.
“Siamo io e te. Sono parte di te. Come sei parte di me. Sarò con te per sempre.”
Quando si risvegliò lei se n'era andata.
Circa sei mesi dopo scoppiò la vera e propria guerra.
Harry ancora si ricordava di quando stava insieme agli altri a guardare il notiziario babbano.

“Dopo gli eventi di sei mesi fa, che, come tutti ricorderete, hanno fatto luce su un mondo parallelo al nostro, popolato da veri e propri maghi, la cui sede principale è proprio qui, a Londra, oggi il Presidente degli Stati Uniti ha rilasciato il seguente messaggio.”
Un uomo alto e snello si trovava davanti ai giornalisti.
“Siamo, come abbiamo fin dal principio sostenuto, sconcertati dai recenti avvenimenti. Come per centinaia di anni siano riusciti a passare inosservati al governo Britannico rimane ancora un inspiegabile mistero. Tuttavia, da oggi, le cose cambieranno. L'esercito Americano si attiverà in terra Inglese. Le nostre truppe giungeranno oltreoceano a dare man forte ai soldati Britannici e non ci arrenderemo finché ogni singolo mago verrà catturato e privato dei suoi poteri.”
“Signor Presidente, sta forse dichiarando guerra all'intero Mondo Magico?” aveva chiesto uno dei giornalisti.
Il Presidente rispose dopo un attimo di esitazione.
“Si, è così. Siamo giunti fino a questo, temo.”


Hermione ricordava bene quel giorno. Quando quella notizia giunse fino a loro, il suo maestro le disse che l'addestramento era concluso. Hermione si rifugiò, come ordinatole, nel mondo babbano, rimanendo nell'oscurità fino al momento giusto, quando avrebbe capito di essere pronta.
La proposta di matrimonio di Harry era stata circa sette mesi prima della guerra. E a sei mesi dal suo inizio si era creata tra i due una spaccatura.
Quell'evento li aveva divisi.

Harry era su un piccolo palco, circondato da microfoni, si accingeva a parlare.
Non era mai stato così nervoso.
“Recentemente, una guerra è giunta a conclusione. Voi non eravate a conoscenza dell'esistenza di questa guerra, per un semplice motivo. È stata combattuta tra maghi.”
La folla iniziò a parlare, alcuni sbalorditi, altri impauriti, alcuni ritenendolo solo un pazzo.
“La guerra ha visto coinvolti due eserciti di maghi, alcuni buoni, gli altri cattivi. L'uomo che guidava i cattivi è stato sconfitto, e ci sono ragioni per credere che un evento del genere non si verificherà mai più. Tuttavia la vita che facciamo, dovendoci continuamente nascondere, non è una vita che ci soddisfa pienamente. Ed alcuni fatti recenti ci hanno portato a credere che il Mondo Magico possa finalmente unirsi a quello non magico. Ciò che vi chiediamo è solo tolleranza. Vorremmo che la pace, finalmente, regnasse su entrambi i mondi.”


Ma l'umanità, come Harry avrebbe dovuto prevedere, non si ferma.
Gli avevano fornito prove, erano state divulgate la cultura e la storia del Mondo Magico. Avevano addirittura concesso al Governo di fare esperimenti su alcuni di loro.
Ma quando avevano compreso che i Maghi sarebbero sempre stati superiori, la conclusione era stata semplice. Ucciderli tutti. In modo che non avrebbero mai potuto attuare un colpo di Stato.
Gli esperimenti erano diventati sempre più audaci.
Molti maghi sostenevano che rivelare l'esistenza della magia fosse stato un errore. Ed alcuni babbani erano disposti alla tolleranza. Ma, alla fine, quando era venuto il momento di combattere, nessuno si era tirato indietro. I maghi erano uniti, eccetto per alcuni di loro che avevano optato per il tradimento. Così come alcuni babbani proteggevano delle famiglie di maghi.
Come succede in ogni guerra.
Entrambi ricordavano la furiosa lite che avevano avuto quella stessa mattina, prima dell'apparizione pubblica di Harry che aveva scioccato il mondo intero.

“Harry, ascoltami, te l'ho ripetuto fino allo sfinimento. Stai per commettere un errore, loro non capiranno.”
Hermione era disperata.
“Non voglio vivere così, Hermione. Non voglio essere costretto a nascondermi ogni giorno. Voglio poter camminare per le strade di Londra senza che la gente mi guardi male perché indosso un mantello.”
“Ma non capisci, Harry? Se oggi parli, non potrai più camminare per le strade di Londra. Perché saremo in guerra.”
“No, invece, loro capiranno. Potremo convivere, avere la pace senza la prigionia.”
Hermione si portò una mano tra i capelli.
“Draco la pensa come me” ribatté lui con acidità.
“Ma ti ascolti? Parli di Malfoy come del tuo migliore amico. Io...io non ti riconosco più Harry” l'ultima parte della frase fu un sussurro. Ed Hermione rimase scioccata dalle sue stesse parole.
“Sono io che non riconosco te. Come puoi dire una cosa del genere? I tuoi sono solo pregiudizi.”
“Già” ribatté lei con forte sarcasmo “chissà perché ho dei pregiudizi su di lui. In fondo ha solo tentato di uccidermi. Ma forse tu lo hai dimenticato.”
“Era sotto la maledizione Imperius, Hermione. Quante volte deve ripetertelo ancora?” chiese esasperato il moro.
“Io non gli credo. Mi dispiace, ma ricordo i suoi occhi. Mi ha guardata negli occhi e poi ha tentato di uccidermi. Se non ci fosse stato Silente io non so che sarebbe successo.”
“Ma non è successo, per fortuna. E lui non era padrone delle sue azioni. Devi fidarti di me, Hermione.”
Si avvicinò a lei, mettendole una mano sulla sua, ma lei la ritirò.
“Forse è questo il punto Harry. Se vuoi che mi fidi di te, devi fidarti di me anche tu. Ed io ti sto dicendo di credermi, quando dico che se oggi parli, a breve ci sarà una guerra. Un'altra guerra, Harry, altri morti, altri danni.”
“Ma come puoi dire una cosa del genere?”
“Io lo sento Harry. Lo sento nelle ossa.”
Harry scosse la testa.
“Ormai è tardi per tirarmi indietro.”
Quando provò ad avvicinarsi a lei Hermione fece un passo indietro.
“Non so se riuscirò a sopportare un'altra guerra, Harry. Credo che combattere ancora mi ucciderebbe.”
“Prometto che non accadrà.”
L'aveva abbracciata e tenuta stretta a sé.

Ma aveva infranto la sua promessa.
Quel pomeriggio ci fu la conferenza stampa. Un mese dopo l'esplosione a Grimmuld Place. Sei mesi dopo dell'esplosione, la guerra.
Era fuggita, perché era consapevole che allora, affrontare un'altra guerra, l'avrebbe uccisa.
Era fuggita perché era stato lui a scatenare la guerra. Lui, che non aveva voluto darle ascolto.
Lui che non si era fidato di lei.
Per un attimo, mentre si trovava tra il calore disarmante delle sue braccia, permise alla sua immaginazione di fare un'ipotesi su come sarebbe potuta andare.
Si immaginò sposata ad Harry. Immaginò i loro figli, giocare sul prato. Senza la guerra.
O, magari, nel suo futuro, una volta che la guerra fosse finita.
Stava per sorridere, quando ricordò con dolore che lei non aveva un futuro con Harry.
Lei era immortale. Sarebbe vissuta, mentre Harry sarebbe lentamente invecchiato e poi morto. La vita glielo avrebbe crudelmente strappato, senza pietà.
Lo allontanò con una leggera spinta.
“Credevo che avessi capito, Harry. La pozione, ha distrutto tutto quello che avevo nel cuore. La pozione ti ha spazzato via.”
Harry la guardò. I suoi occhi verdi erano ancora più belli quando si velavano di tristezza.
Lo osservò. E per l'ennesima volta gli fece uno strano effetto, vestito di bianco da capo a piedi.
“Voglio solo che tu sappia che non c'è stato un solo giorno della mia vita, in cui non ho rimpianto le mie scelte. Mi dispiace per non aver mantenuto la mia promessa, mi dispiace aver provocato questa guerra. E il motivo per cui mi dispiace così tanto è che tutto ciò che ho fatto, l'ho fatto per te. Per avere una vita con te. Ancora oggi, lo faccio per te.”
Quello che Harry non avrebbe mai capito, né avrebbe mai saputo, era che anche tutto ciò che lei stava facendo era per lui.
E, come aveva già fatto, tornò a nascondere i propri sentimenti dietro una coltre di fumo, per celarli alla vista di Harry.
Come ai vecchi tempi.




Questo capitolo vi svela il loro passato, o comunque gran parte di esso. Non ve ne rendete conto ma state facendo grossi passi avanti verso il momento in cui le cose inizieranno a prendere una piega diversa...
Che altro dire, se vi è piaciuto, fatemelo sapere, se vi ha fatto schifo, fatemelo sapere, se non ve ne è fregato niente, fatemelo sapere.

In ogni caso sapere cosa state pensando aiuta sempre. Fate i bravi.




  
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