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Autore: Hayley Black    15/01/2011    5 recensioni
«Ancora una volta abbiamo visite, signorina Granger.» trillò, sedendosi, mostrando che, ancora una volta, Fred Weasley era stato messo in punizione con lei.
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Fred Weasley, Hermione Granger, Il trio protagonista, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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- Questa storia fa parte della serie 'Neutron star collision ~ '
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Completa.

La settimana si era presentata perfetta, per Hermione.
La mattina, si svegliava presto e andava a lezione, ricevendo complimenti dai professori riguardo il suo appuntare tutto ciò che dicevano; il pomeriggio, faceva i compiti oppure, quando aveva un po’ di tempo libero, leggeva un libro o giocava a scacchi con Harry o Ron; e la sera, andava in punizione dalla Umbridge con il sorriso sulle labbra, pronta ad incontrare Fred.
E lei, era ritornata quella di sempre, che si chiudeva in biblioteca a studiare quando fuori c’era il sole e tutti, come delle lucertole, si spaparanzavano su uno scoglio o sulle sponde del lago nero a ridere e scherzare.
E proprio in quel momento, era chiusa tra montagne di libri e il loro odore mischiato a polvere e noce moscata, con la luce del sole che filtrava dall’enorme vetrata.
Hermione era intenta a decifrare l’ennesimo libro di rune, con una calma disarmante, consultando il piccolo vocabolario e trascrivendo tutto su un foglio di pergamena. Le era mancato, in fondo, rintanarsi in biblioteca come un topo, dove le tarme divorano i libri e il silenzio è il rumore principale.
Lì, era sempre stato il suo mondo, altro che Quidditch. Se loro si sentivano bene su un manico di scopa, lei si sentiva bene semplicemente con un libro in mano.
Madama Pince era intenta a ordinare alcuni libri, e di tanto in tanto le mandava occhiate fugaci, quindi scompariva dietro uno scaffale e riappariva poco dopo, per tenerla d’occhio.
Quella donna era sempre stata pazza, dalla prima volta in cui aveva messo piede nella biblioteca. E, anche in quel momento, di certo non dimostrava di essere normale.
Si alzò, posò il tomo sull’apposito scaffale, e si arrampicò sulla traballante scaletta di legno per prenderne un altro, che era abbastanza in alto. All’ultimo ripiano dello scaffale. In bilico sull’ultimo piolo della scala, afferrò precariamente il libro, che era ancora più grande e pesante dell’altro, e scese lentamente, ritornando con i piedi per terra. Sospirò di sollievo, per un secondo aveva pensato di cadere e rompersi un osso. O due.
Lo appoggiò sul tavolo di legno lucido e si sedette di nuovo, ricominciando a tradurre le rune, ormai era diventata davvero brava. Il caldo però, lì dentro era asfissiante, e dopo un’altra manciata di minuti chiuse il libro di scatto e raccattò le sue cose, uscendo di corsa.
Sembrava una fornace, per colpa di Madama Pince non si potevano aprire le finestre dato che lei aveva raffreddore acuto e ogni scusa era buona per rimproverare qualcuno riguardo la sua influenza. La scuola era deserta, tutti erano usciti fuori a godersi il venticello di aprile e nei corridoi non c’era un’anima viva.
Harry e Ron erano andati sulla riva del lago a “lanciare le pietre”, e avevano cercato di convincerla ad andare con loro, invano.
Quel pomeriggio avevano l’ES, e Hermione ci sarebbe andata dato che fortunatamente le punizioni con la Umbridge erano finite. Le mancavano, le riunioni con l’ES. Il senso dell’adrenalina, di infrangere una regola che li avrebbe portati a una punizione molto grave, se fossero stati scoperti. Sorrise contenta stringendo il dizionario di Rune, inspirando il venticello non troppo freddo che soffiava tra le cime degli alberi. Era una splendida giornata, c’era il vento, il sole, era perfetta.
Le rive del lago erano popolate di studenti, che leggevano, giocavano in acqua, si esercitavano con gli incantesimi, e non ci volle molto a rintracciare i due amici, che, chiacchierando con due ragazze, stavano lanciando dei ciottoli sulla superficie liscia dell’acqua. Fece un cenno verso di loro, che si girarono, e li raggiunse di corsa, con uno sguardo sarcastico
-Lanciare sassi, vero?- bisbigliò nell’orecchio di Harry, lui sghignazzò
-Ma è quello che stiamo facendo!- fece, lanciando un altro sasso. Le due ragazze la guardavano acide, e Ron le mandò via con gentilezza
-Volevamo soltanto scambiare due parole con loro- spiegò con aria innocente, lei inarcò un sopracciglio
-Due parole, o duecento?-
-Meglio abbondare, no? E poi, tu che ci fai qui? Non eri a fare il topo di biblioteca con Madama Pince?- , Hermione sorrise acida, schiaffandogli il dizionario sul braccio
-Faceva un caldo asfissiante lì dentro, non ne potevo più-.
Andarono a sedersi sotto un albero, isolato e all’ombra, gli schiamazzi degli altri erano lontani, come ovattati.
-Ritornata la stessa, Hermione?- chiese Harry, passando tra le mani un ciottolo perfettamente ovale
-Evidentemente sì.- rispose lei, sorridente.
-Stasera ti voglio così, alla riunione dell’ES- il Prescelto le diede una pacca sulla spalla con aria saccente, gli era venuto qualche lampo di genio.
-Perché non andiamo a farci un bagno anche noi?- propose Ron con fare sognante, i due lo guardarono
-Perché non abbiamo portato i costumi-, Hermione gli lanciò un’occhiata di rimprovero. Quei due erano dei pazzi, li avrebbe presi per le orecchie e trascinati dentro a studiare, ma fuori si stava talmente bene che non voleva perdersi niente.

*

Rientrati, i tre ragazzi tornarono in Sala Comune a prepararsi, dato che di lì a una manciata di minuti sarebbero dovuti andare alla riunione dell’ES.
Hermione si aggiustò alla meglio i capelli, cercando invano di domarli, ormai ci aveva rinunciato.
-Andiamo?- chiese, infilando la bacchetta nella tasca dei pantaloni. Harry annuì, e insieme a lei e Ron uscirono dal buco della Signora Grassa e raggiunsero il settimo piano, senza intoppi per colpa delle scale.
Il corridoio era come sempre vuoto, e quando passarono davanti la parete, apparve la porta della Stanza delle Necessità, incrostata dal tempo. Entrarono, e la sala si illuminò, mostrando gli altri ragazzi dell’ES che aspettavano solo loro tre.
-Buonasera- disse Harry incerto, mentre la porta si chiudeva per poi scomparire; alcuni ragazzi risposero al saluto con un cenno vago, posizionandosi ed attendendo che lui dicesse cosa dovevano fare.
-Per prima cosa, vorrei complimentarmi con voi per i progressi che avete fatto. Siete stati davvero bravi, gli incantesimi che avete imparato non erano semplici. Oggi, però, impareremo ad usare il Patronus-.
Ci furono dei mormorii sconvolti ed emozionati.
Patronus?
Hermione non aveva mai provato ad usarne uno, quelli erano incantesimi avanzati che non molti sapevano eseguire correttamente.
Harry raggiunse il centro della stanza, e si concentrò
-Dovete pensare a qualcosa di… felice. La cosa più felice che vi viene in mente. Dovete essere felici- disse, quindi agitò leggermente la bacchetta –Expecto Patronum- mormorò, e dalla sua punta scaturì un bellissimo cervo argentato, che volteggiò un po’ per la stanza e poi scomparve in una nebbiolina lattescente.
Ci furono dei complimenti, qualche cenno di applauso, delle espressioni sorprese.
-Coraggio, ora provate voi. Ricordate: dovete pensare a qualcosa di felice, estremamente felice- ripeté Harry, mentre gli altri si concentravano. Hermione sfoderò la bacchetta, e passò in rassegna i momenti più belli della sua vita.
Quando era andata con i suoi genitori in Francia, quando aveva avuto tra le mani la lettera per Hogwarts ed era salita sul fiammeggiante treno, quando aveva stretto i rapporti con Harry e Ron, quando Fred le aveva detto che era perfetta…
-Expecto Patronum- sussurrò, ma dalla punta della bacchetta uscì nient’altro che un flebile lembo di luce argentea. Per nulla demoralizzata da altri due insuccessi, ci provò per la quarta volta, pensando intensamente a qualcosa di estremamente felice.
-Expecto Patronum- gridò quasi, ma la sua voce era sovrastata da quelle degli altri, che non avevano ancora ottenuto un risultato come quello di Harry.
Dalla sua bacchetta si formò una splendida lontra lattescente, che prese a svolazzare sulle teste di tutti, che la guardavano sbalorditi
-Hermione! Ce l’hai fatta!- esclamò Fred, dopodiché Harry le rivolse un sorriso radioso
-Sei sempre la più brillante- disse, dandole una pacca sulla spalla. La ragazza sorrise a trecentocinquantasei denti e fissò la sua lontra volteggiare per aria, quando scomparve in una nebbia di luce. Era stata la prima, dopo Harry, a creare un Patronus completo! Ed era una lontra! Sorrise di nuovo, ed evocò di nuovo la lontra, che le volteggiò attorno facendola ridere, si sentiva così bene.
Leggera, come la lontra che ora svolazzava sulle loro teste.
Felice, come il ricordo che aveva portato alla mente.
Completa, come il Patronus che aveva evocato.

Salve! ^^ Sì, ho aggiornato, un capitolo anche lungo, devo dire.
Ovviamente mancano ancora altri capitoli alla fine della fic, non preoccupatevi v.v Ora, ne approfitto per fare gli auguri a me e a Ella che compiamo un anno di matrimonio! Ella, ti amo *-* sei l'unica donna che amo <3 No, non siamo lesbiche v.v
Recensite, spero che questo capitolo vi piaccia! <3

   
 
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