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Autore: CliceXia    16/01/2011    3 recensioni
Sono passati otto anni da quando l'organizzazione XIII è scompasrsa definitivamente.
Sora e Kairi vivono felicemente sulla loro cara isola, ma a disturbare la loro pace è una lettera mandata dal re Topolino e dall'arrivo di una ragazza. costei è un angelo in cerca di un oggetto particolarmente raro e distruttivo.
I problemi non tarderanno ad arivare.
"Sicuramente sto sognando!"
"Se tutto questo fosse un sogno tu saresti già sveglio! Questa è la realtà della guerra fra vita e morte!"
preso spunto dalla canzone degli Evanescence: My last breath
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kairi, Nuovo personaggio, Organizzazione XIII, Riku, Sora
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun gioco
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 consiglio di leggerlo con broke di amy lee e sheteer( sarà cosi?) lo so che deprimerà un po' l'aria ma è bello!

Capitolo 2- scelte

 
Sora si sistemò i vestiti leggermente sgualciti: “Ma chi ti credi di essere? Lo hai detto tu che io sono l’eroe del keyblade! Posso pure ucciderti!”
Nike si girò verso di lui, sulle labbra rosee un sorriso compiaciuto: “Allora perché non lo fai?”
Sora abbassò gli occhi: “Non lo so!”
Alzò gli occhi e fissò i suoi per la prima volta, si accorse che la tonalità del blu era come quella dei suoi occhi solo che lei non aveva la pupilla, anzi era come se ci fosse ma che fosse praticamente invisibile.
Nike sbattè le palpebre con grazia e sorrise, non più compiaciuta come prima, ma con un sorriso bellissimo.
Il sole era alto e si rifletteva sul mare limpido, un fascio di luce colpì gli occhi del moro, che credette di aver visto un paio di ali sulla schiena della ragazza.
“Allora andiamo a chiamare gli altri!” disse lei, ma non ebbe nemmeno il tempo di girarsi che un uomo dai capelli rossi le si mise davanti: “Papà!”
L’uomo osservò la figlia per poi spostare i suoi occhi su Sora: “È lui?”
La ragazza annuì e si mise una mano sul fianco: “Ha già accettato… con le cattive!”
L’uomo sorrise compiaciuto, con quel sorriso, incredibilmente la bellezza dell’uomo crebbe.
La ragazza si diresse verso il rosso si girò e sorrise, Sora sentì qualcosa di doloroso dentro di sé.
 
Il sole cominciava a scendere lentamente sul mare, Kairi sospirò, stanca di aspettare il fidanzato sulla costa, si alzò e si mosse verso l’interno, entrò dentro il nascondiglio segreto, toccò la parete con grande nostalgia, e arrivò di fronte al muro dove, in modo simbolicamente, tempo prima Sora le aveva donato il frutto Papou.
Un rumore riscosse la sua mente, all’entrata vi era una ragazza di 18 anni, dai lunghi capelli neri e occhi del medesimo colore e dalla carnagione cadaverica, che la fissava sorridente, era vestita con pantaloncini corti e una maglietta che le stava sopra l’ombelico.
Il vento sussurrò qualcosa: “Hestia
Kairi la fissò con uno sguardo interrogativo, l’altra sibilò qualcosa. La porta dietro la rossa si aprì violentemente.
Il vento la scaraventò addosso al muro, perse i sensi, ma prima di chiudere gli occhi vide la ragazza avvicinarsi al muro e dire: “Non è qui!”
La voce rimbombava nella mente di Kairi, il buio la circondava senza darle pace, voleva aprire gli occhi, voleva uscire dal nero, voleva soprattutto Sora.
 
Sora salì sulla costa dalla sabbia bianca che era buio, si guardò intorno, nessuna traccia della sua amata: “Beh che aspetti?” gli giunse all’orecchio la voce di Nike
Si girò infastidito verso di lei che, nonostante il buio, aveva i capelli dorati splendenti, la sua faccia era seria, come quella del padre.
Sora fece una smorfia e si girò verso l’interno dell’isola. Un fruscio attrasse la sua attenzione, Nike sfoderò la katana e si diresse verso il nascondiglio segreto, Sora e l’uomo la seguirono a ruota.
 
All’interno era pieno di disegni fatti con i gessetti, in fondo una porta era aperta, all’interno il buio, non era lì. Digrignò i denti, si girò e diede un pugno sulla roccia, che si ruppe lasciando il pugno della ragazza sul muro. Abbassò lo sguardo, una ragazza dai capelli rossi vestita con gonna e maglietta rosa era lì sotto di lei, che dormiva. Vide Sora arrivare e aprire la bocca per lo sgomento; no, non fissò Kairi a terra, anzi la porta: “La tua ragazza è quaggiù!” disse lei.
Gli occhi di Sora scesero giù sul pavimento per osservare la figura addormentata: “KAIRI!” urlò non appena la vide
“Posso aiutarti!” disse Nike
“No non serve!” rispose Sora e si accorse che aveva qualcosa sulla spalla, l’uomo, infatti, gli aveva messo una mano sopra la spalla e lo guardava con una strana luce negli occhi: “Fidati di mia figlia!”
La ragazza non attese nessuna risposta da Sora e appoggiò delicatamente la mano sul petto della fanciulla.
 
Una luce scaturì dal buio, cercò di muoversi verso di essa senza nessun risultato: “Kairi!”
Le giunse la voce di Sora all’orecchio, prese coraggio e si mosse lentamente verso la luce.
Aprì gli occhi, era nella grotta, davanti a lei Sora con gli occhi pieni di lacrime: “Ero in pena per te!”
Sorrise, poi si accorse delle altre due figure, una ragazza e un uomo, quest’ultimo uscì.
Kairi alzò lo sguardo azzurro sulla ragazza, sembrava serena per qualche strano motivo: “Oh Kairi lei è Nike!” le disse Sora
Kairi fissò la bionda dorata di bieco, e poi Sora.
Lui invece si alzò e fece per dire qualcosa a Nike ma Kairi l’interruppe: “È venuta una certa Hestia!”
 
La ragazza sembrò gelare a quel nome, dunque era stata qualcuno che conosceva ad aprire la serratura, Sora la guardò stupefatto: “Ho deciso che se è in pericolo la vita di chi amo…”
Nike uscì dalla grotta senza aspettare che Sora finisse la frase, si diresse verso il padre, con gli occhi pieni di luce: “Ti aspetto laggiù ok?”
L’uomo annuì, e la ragazza fu avvolta dalla luce per poi scomparire in essa.
 
Un fruscio fece alzare la donna dal suo letto, d’istinto andò verso la porta d’ingresso dove filtrava la luce dell’alba, la aprì titubante.
Davanti a lei vi era un uomo dai capelli rossi e occhi azzurri, sulla bocca un sorriso dolce e triste allo stesso tempo: “Jake!” disse lei
“Ciao Areil” rispose lui con la sua voce tranquilla
“Sei reale o sei un sogno” l’unica risposta fu la risata dell’uomo
“Pensi ancora che io sia un sogno?” disse infine
“Perché sei andata a cercarla quella sera? Potevi avvertire la polizia, potevamo essere ancora una famiglia.”
Jake sorrise di nuovo, la donna che era davanti a lei, dai lunghi capelli marroni e occhi verdi vestita solo con una vestaglia, gli ricordava molto quella sera in cui era uscito e mai più tornato: “Mi dispiace, ma sai quanto tengo a nostra figlia”
“Quindi adesso mi abbandoni di nuovo? Sai Sora è cresciuto! Ha una ragazza e un amico fedele, non sai quanto vogliono vederti!”
Jake non rispose, si limitò a girarsi e ad respirare l’aria salmastra che lo colpiva, una lacrima scese dal suo volto: “Devo andare Areil!” disse per poi dischiudere le sue ali rosse scarlatte “Mi dispiace di non essere stato l’uomo che volevi! Addio”
“Arrivederci!” rispose lei con le lacrime agli occhi.
Jake volò via puntando verso il sole, per poi scomparire in esso, Areil raccolse una piuma rossa per Terra e se la porto sulla guancia, in essa vi era il profumo del marito, che aveva perso da anni.
 
Fineeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee
Piaciuto? Lo so il finale è triste ma vi farò sganasciare dalle risate la prox volta ok?
Bazi a tutti i lettori!

   
 
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