5.Harmony. 
 

Si fa versare da bere, butta tutto giù.
E’ sua, ne è sicura.
Indossa ancora quella sciarpa blu anche se è vestita di nero.
Perché  è sua, ne è sicura.
Butta tutto giù.
Ha il suo profumo, ne aspira l’odore ogni volta che può.
Perché  è sua, ne è sicura.
“Non sembri maggiorenne.” dice il barista. E’ carino.
“E tu sembri uno che si è appena fatto una canna.”
Il ragazzo rimane in silenzio ma sorride.
E’ carino.
Forse…no, sarebbe una cosa da vera stronza.
Ma è carino.
Sorridi, gli indichi il bagno.
E’ carino.
Ti segue, vi chiudete dentro.
E’ carino.
Si mette il preservativo.
Merda, bel casino.
Ma continui a sorridere, puoi fregarlo comunque.
E’ anche simpatico.
Forse.
Vi date da fare, sorride mentre si mette bene i capelli e si riveste.
“Mi dai il tuo numero?”
Lui aggrotta le sopracciglia ma glielo scrive comunque su una mano.
“Ti chiamo.” Lui annuisce ed esce dal bagno.
Sembra un puttaniere. Molto probabilmente lo è.
Bene.
Torni a casa e fa il test per la ventesima volta.
Positivo.
Aspetta due settimane, poi richiama il ragazzo.
Non sa nemmeno il suo nome.
Inizia a fingere di piangere, beve un drink forte per farsi tremare la voce.
“Pronto?” inizia a singhiozzare.
Sa proprio recitare bene.
“Ciao, sono…sono quella che ti sei fatto due settimane fa. E’ successo un casino.”
Lui si preoccupa, le chiede spiegazioni.
Si ricorda di lei.
“Ho…ho fatto il test. Sono incinta.”
Non parla per una decina di minuti buoni, poi le chiede l’indirizzo di casa.
Glielo dà, è sola.
Arriva dopo un po’, ma Harmony è paziente.
Suona, va ad aprire. La guarda confuso, poi vede che sta piangendo.
E piange davvero perché ha paura, è confusa, non sa cosa fare.
Il ragazzo l’abbraccia, le dice di chiamarsi Max.
Lei annuisce sul suo petto, ispira il suo profumo.
Non è buono come il suo, ma si accontenta.
Vanno in camera sua, stanno in silenzio.
Si stendono sul letto e non vola una mosca.
“Io sono Harmony.” Dice infine lei.
Lui le dà un bacio sulla fronte.
Anche lui ha una paura fottuta, ma sa che deve starle accanto.
Non è come suo padre, lui si prende le proprie responsabilità.
“Se è un maschio lo chiamiamo Derek.” 

 



Con questo capitolo si chiude Death. Se volete scoprire per quale motivo ho chiamato la storia  in questo modo unite le iniziali dei nomi dei protagonisti dei vari capitoli.
In più, notate come si chiama la madre di Derek e la protagonista dell'ultimo e quinto capitolo.
Ringrazio tutti quei pochi ma buoni recensori e ringrazio anche i lettori silenziosi!
Vi saluto mentre mastico un buon maffin, hasta la vista!