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Autore: Alessia Killyourself    16/01/2011    0 recensioni
Reira Smith.
Una ragazza cacciata di casa.
Un amore non corrisposto..
Pugnalate alle spalle e depressione.
Riuscirà a toccare la felicità?
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La mia depressione durò un anno,e se non sono morta è stato un colpo di fortuna, Come riuscii ad uscirne? Jack fece un quadro,un quadro stupendo,un quadro ispirato a me. Era un quadro diviso in due,da una parte c'era una donna bellissima dai boccoli biondi come i miei ed un sorriso luminoso,dipinto con colori brillanti. Dal altra c'era una donna eccessivamente magra,gli occhi freddi ed inespressivi,la pelle era smorta e pallidissima,segnata da profonde occhiaie. Mi sorrise e indicò le due donne,dicendomi che la più bella ero io,quella di prima...sempre sorridente e che la più smorta ero io di ora. Lo disse con un espressione profondamente triste. Dio solo sa come mi sentii,scoppiai in lacrime disperate. Lui mi consolò e mi portò nel suo ristorante italiano facendomi mangiare tantissimo,ero ritornata sorridente. Dopo cinque mesi ero come prima e scrissi una canzone bellissima,si chiamava Starless Night era molto meglio di quella di prima. Dopo qualche mese trovai anche una Band di ragazzi della mia età,17 enni simpatici e sinceri. Gli mostrai la mia canzone dopo un anno e loro mi aiutarono moltissimo a correggere gli errori e a sistemare la musica,diventò una bellissima canzone anche meglio di quella di un anno fa. Ero estasiata,vivevo finalmente e amavo Jack ancora di più, purtroppo. Dopo qualche mese avvenne la batosta. Era troppo bello per essere vero. Passai una giornata strepitosa,tranne la fine. Volevo uccidermi,volevo piangere e sfogarmi. Volevo correre via. Eravamo in enorme parco di Tokyo e faceva caldo,indossavo la mia semplicissima maglietta beige e una minigonna vertiginosa nera con una cintura borchiata,delle calze lunghissime che finivano leggermente sotto la gonna di un azzurro sgargiante e i miei stivali neri di pelle lunghi sotto il ginocchio con un taccoa spillo vertiginoso. Adoravo il mio look e anche Jack,diveva che ero originale e che mi stava benissimo. Quando arrivammo al parco lui mi sorrise e mi indicò un chiosco con le granite. “Ah!! le granite! Ne voglio una,subito!”urlai come una bambina estasiata. Lui rise con la sua risata cristallina e incantevole e mi trascinò prendendomi per mano,ne comprammo due. Ci divertimmo un mondo quel pomeriggio,facendo battute e sciocchezze finchè una ragazza si avvicinò sorridendo e strinse la mano a Jack. "Lei è Melissa,tra un anno ci sposiamo" forse immaginai solo io il lampo di tristezza che lo scosse,in questi casi si dovrebbe essere felici ma i suoi occhi erano spenti. Non sorrideva come faceva con me,era un sorriso tirato. Secondo il mio cervello stupido. Mi ero immaginata tutto sicuramente. Riuscii solo a fare un sorriso tiratissimo e a sembrare entusiasta. "Che bello,mi fa piacere!"dissi fintamente estasiata. Quando tornai in casa corsi subito il bagno e diedi libero sfogo alle mie lacrime che scendevano copiose sotto la doccia. Volevo morire. Sentivo che ero di nuovo in bilico fra la depressione e non volevo assolutamente caderci di nuovo,dovevo concentrarmi sulla musica per non morire di nuovo dentro,per non sentirmi di nuovo priva di vita. Sposarsi? Sposarsi! Maledizione,no!
   
 
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