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Autore: bababortola    16/01/2011    4 recensioni
Quel cambio di vestiario (quell’improvviso cambio di vestiario) e il modo in cui lo faceva sentire gli aveva fatto pensare che da quel momento in avanti, la vita sarebbe stata diversa, avrebbe preso un’altra rotta, una rotta sconosciuta di cui non conosceva i rischi e gli imprevisti.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Finn Hudson, Kurt Hummel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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*

Kurt si passò il pettine fra i capelli per l’ennesima volta,ci spruzzò ancora un po’ di lacca.

Doveva essere perfetto.

Certo, secondo le sue regole, lui doveva essere sempre e comunque pettinato e vestito alla perfezione senza trascurare neanche un minimo dettaglio nel suo abbigliamento. Oggi però, doveva esserlo ancora di più. Oggi, infatti, avrebbe dovuto adattare la sua figura a una divisa blu con i bordi rossi uguale a quella di centinaia di altri studenti, idea che non gli piaceva un granchè. Era il prezzo da pagare per sentirsi finalmente al sicuro a scuola.

Che conto salato, mi stava così bene l’ultimo giacchino in maglia che ho comprato.

Posò il pettine nel tavolino davanti a lui, sopra il quale stava uno specchio rotondo appeso al muro.
Si alzò, prese la sua cartella in cuoio e se la mise a tracolla, prese le chiavi dell’auto e si diresse verso le scale che portavano all’esterno, quando, voltandosi,  si vide nello specchio a figura intera al centro della stanza. 
Come era diverso senza i suoi preziosi abiti, spesso appariscenti (e aspramente criticati), non era lui, non si sentiva lui senza di essi.

Quel cambio di vestiario (quell’improvviso cambio di vestiario) e il modo in cui lo faceva sentire gli aveva fatto pensare che da quel momento in avanti, la vita sarebbe stata diversa, avrebbe preso un’altra rotta, una rotta sconosciuta di cui non conosceva i rischi e gli imprevisti.

Suvvia, in fondo si trattava solo di un trasferimento, un sacco di persone lo hanno dovuto affrontare e non è mai morto nessuno insomma!

Provava a calmare il ritmo del suo respiro ripetendo queste parole nella sua mente. Niente. Il suo piccolo cuore non voleva proprio saperne di battere più lentamente.

Una valanga di ricordi gli riaffiorarono alla mente.

Tutto quello che aveva passato l’anno precedente, lo aveva cambiato. Il Glee, far parte della squadra di football, avere degli amici (un’amica speciale come Mercedes), essersi mostrato per quello che era, ai suoi amici e a suo padre, senza più negarsi di essere quello che era, e… FINN, dannazione, Finn.

Sarebbe riuscito a lasciarsi alle spalle tutto questo? A intraprendere nuove battaglie in un nuovo ambiente? A prendere il coraggio a due mani?

Coraggio.

Quella singola parola comparve nella sua mente, occupandola tutta, come un dolce profumo occupa una stanza. Non era solo. Kurt sorrise e arrossì pensando allo sguardo rassicurante di Blaine che lo aspettava. Non era solo.

Spostò di nuovo lo sguado sullo specchio, era vestito come lui e la cosa lo fece stranamente ridacchiare.

Strinse il mazzo di chiavi nel palmo e uscì dalla sua stanza, salutò suo padre e salì in auto cercando di non pensare a nulla.

Don’t ever look back    Don’t ever look back

Si guardò nello specchietto retrovisore, sorrise al suo riflesso e mise in moto.

*

Quindici minuti dopo era già arrivato, la scuola non era ne troppo lontana ne troppo vicina.

Le nove meno cinque. In perfetto orario.
Parcheggiò l’auto nello spazio riservato agli studenti (un parcheggio riservato esclusivamente agli studenti? Che classe!) e guardò fuori.

Era lì, la Dalton Accademy che lo attendeva.

Erano lì, i suoi nuovi compagni.

A che serviva aspettare? Scese dall’auto e a passi veloci si diresse verso l’ingresso. In meno di un attimo si era già amalgamato a quel gran scorrere di giacche blu. Era stato troppo facile.

Aveva già percorso quei corridoi prima d’ora, ma era in veste di spia, tutto quello che aveva dovuto fare era seguire gli altri  e cercare di rubare qualche informazione sui Warblers.
Certo, per poi essere scoperto subito, fallendo miseramente la sua missione… ma ora questo non c’entra e non è importante ora.  Ora però, si trovava un foglietto in mano, pieno di numeri, lettere, nomi di materie abbreviate (cosa accidenti era G-AST?!?!?)  e soprattutto non sapeva minimamente da che parte andare.

Sentì una mano sulla spalla.
“Hey! Finalmente ti ho trovato, ragazzo nuovo!”

Il viso sorridente di Blaine lo rincuorò, oggi i suoi capelli si erano ribellati a gel e un ricciolo si era staccato dal gruppo, segno che i capelli stavano crescendo o che oggi Blaine non doveva aver fatto molta attenzione mentre si pettinava, questa era una mancanza che Kurt poteva perdonargli, solo perché era Blaine però!

“Mmh..” disse  “Fammi un po’ vedere” prendendogli il foglietto con l’orario.

“Ah fantastico! Allora, alle prime due ore abbiamo inglese e sei capitato con Mr Wright che insegna anche a me, vedrai ti piacerà, seguimi”
Percorrevano il corridoio insieme (un corridoio veramente immenso) e Kurt si rese conto di non aver ancora detto una parola da quando era entrato.
“Nervoso?” disse Blaine come se avesse sentito i suoi pensieri.

“Solo un po’” rispose Kurt e sorrise timidamente.
“Dai non devi preoccuparti” sorrise anche lui. Che carino!

“Ecco, l’aula è questa, dai entriamo.”

*

La giornata passò velocemente senza che Kurt si facesse notare troppo.

L’ambiente in quella scuola era così… diverso?  Nessuna spinta nei corridoi, nessuna rissa fra cheerleders, niente Karofsky e, oddio, niente più granita-in-faccia-delle-dodici! Gli sarebbero mancate queste cose? No, non direi.

Quello che gli mancava erano le conversazioni agli armadietti con Mercedes.

Mmh.. se solo avesse usato gli ultimi giorni in cui era al McKinley per andare al bowling con lei invece che uscire con Blaine. Ora lui l’avrebbe visto tutti i giorni. Se solo avesse saputo prima che le cose avrebbero preso questa piega. Doveva essere infuriata con lei, e come biasimarla? Mettere un ragazzo appena conosciuto davanti alla tua migliore amica. Non va bene! Se c’era una cosa che i telefilm per teenager degli anni ‘90 –‘ 00  insegnavano era proprio questa!

Blaine aveva assunto in pochi giorni la stessa importanza che lei si era guadagnata in mesi di convivenza a scuola e pettegolezzi nei corridoi. Doveva farsi perdonare, pertanto decise che il prossimo weekend l’avrebbe passato con lei.

Tirò fori dalla tasca il cellulare e le chiavi dell’auto e mentre camminava verso il parcheggio guardò la data sul display per vedere quanti giorni mancassero al prossimo sabato.

VEN   #/##/2010

Venerdì.Come può essere venerdì?

Oh dio,  era proprio venerdì.

Il venerdì, uguale, cena in casa tutti insieme, e con “tutti insieme” si intendeva: lui, suo padre, Carole e Finn, l’ultima persona con cui avrebbe voluto parlare in quel momento.

Apoggiò la testa allo schienale, guardando in alto, con l’aria di chi ha combinato un guaio e deve andare a fare “i conti”.
In realtà lui non era affatto nei guai, e probabilmente non ci sarebbe stato nessun “conto” da fare, di questo ne era consapevole. Non riusciva comunque a scacciare dalla mente quel senso di colpa per aver abbandonato così i suoi amici e per non averne parlato con Finn.

Ma perché avrebbe dovuto parlargliene? Quando mai Frankenstein Junior si era interessato dela sua vita e che diritto aveva di entrarci e di avere voce in capitolo al riguardo?

A quel punto gli piombò nella mente l’immagine del matrimonio, e di quelle parole.

Tu ed io amico, siamo fratelli con madri diverse… D’ora in poi non mi importa quanto mi costerà, ti guarderò le spalle.

Era stato sincero? Sembrava di si, e come dire, Kurt in un certo senso ci sperava. Dopotutto, teneva a quel gigantesco idiota, e anche se non aveva avuto il suo cuore (e ora che la cotta poteva dirsi svanita) era bello poterlo avere come amico, e come fratello, non avrebbe potuto chiedere di meglio.

Aveva sbagliato a non parlargli del trasferimento? Kurt non seppe darsi una risposta ma una cosa era certa: avrebbe dovuto affrontare il suo nuovo fratello scontento. Alzò la testa dallo schienale, guardò davanti a se e mise in moto.

*

Le otto e mezza. Gli Hudson sarebbero arrivati a momenti. Ma perché continuava a chiamarli così? Ormai dopo il matrimonio erano un'unica grande famiglia, no?

Tu ed io amico… siamo fratelli con madri diverse  Ok Kurt, basta con le stronzate!

Malgrado le nozze le cose non erano cambiate granchè e gli Hudson – ancora? -  non si erano trasferiti e suo padre non l’aveva avvisato di nessun trasloco imminente. Anche se gli scatoloni che cominciavano a muoversi dallo scantinato alle camere da letto avvertivano del contrario.

Kurt stava sdraiato sul suo letto, già vestito e pettinato (si era ben guardato dal non tenere addosso la divisa della Dalton) selezionando nella sua testa parole come del tipo.. E’ stata una decisione presa all’ultimo momento… non ho avuto ne tempo ne modo… com’è bella oggi la tua mamma… la nuova scuola è orribile… ommioddio quanto mi mancate… sono davvero uno stron…

*Dlin Dlon*

Oh mia Gaga aiutami per favore.

Kurt non era il tipo che pregava, ma in quel momento gli serviva proprio una bella dose di coraggio.
CORAGGIO.

Quella parola aveva cominciato a fare un effetto benefico alla sua mente, che d’un tratto si rischiarì e al posto di quella valanga di frasi fatte e accuratamente selezionate comparvero due grandi occhi castani su un viso sorridente.

“Ciao Burt, Kurt è in camera sua?”

La voce del suo fratellastro giunse alle sue orecchie, svegliandolo dalla ben più gradita immagine di Blaine… sul serio Kurt, basta con le stronzate!

***

Ok,
questa è la mia prima fanfiction in assoluto. Non sono un'esperta, non so se sono brava ma mi sono divertita molto a scriverla, così ho deciso di pubblicarla, questo primo capitolo è stato un po' difficile (come tutti gli inizi credo) ho scritto anche il secondo(che personalmente mi piace di più) ma non so se è "pronto", mentre il terzo è work-in-progress. Spero vi sia piaciuta, sennò va beh ^^ Perfavore accetto consigli di ogni genere ma sopratutto critiche critiche e critiche, costruttive ovviamente, non fatemi a pezzi °_°


  
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