*
“Hey”
la figura di Finn fece comparsa in cima
alle scale della sua camera, aveva un’aria impacciata e non
sembrava
dell’intenzione di scendere.
“Ciao
Finn” disse l’altro, rimanendo in piedi
al centro della stanza.
Vi
era un alone di imbarazzo fra i due, fu
Finn a romperlo.
Scese qualche scalino verso di lui.
“Come stai?” disse.
Cosa rispondere? Avrebbe aiutato un ‘male mi mancate, a
scuola sono tutti
cattivi con me’? No, era una bugia bella e buona e non
avrebbe aiutato molto.
Decise di dire la verità.
“Bene…e
tu?”
Ora
erano a un metro di distanza l’uno
dall’altro. Finn non rispose e si guardava attorno.
Ok
ora basta.
Il
più piccolo fece un passo avanti, alzò lo
sguardo verso di lui congelandolo con i suoi occhi blu-verde.
“Finn”
fece “Se
hai qualcosa da dirmi,
ti prego, arriva al dunque“
Finn
spostò lo sguardo a un lato.
“Non c’è nulla da dire Kurt”
La sua espressione afflitta, diceva però
l’opposto.
“Rachel
mi ha detto di dirti che ci manchi
molto”
“Anche
voi mi mancate” ora anche la sua
espressione era afflitta. Si allontanò verso una pila di
dischi posti su un
tavolo in disordine per non darlo a vedere.
Finn
lo seguì.
“Com’è?
E’ come te l’aspettavi?”
“Anche meglio” gli dava le spalle, smistando
nervosamente i suoi CD passandoli
da una mano all’altra.
Ora
Finn stava dall’altra parte del tavolo,
guardando Kurt intento nella sua operazione. Lui invece non lo stava
guardando,
tanto meglio, sarebbe stato più facile parlargli.
“Senti
Kurt” disse “io non avevo il diritto
di sapere del tuo trasferimento, la decisione doveva essere solo tua,
ti chiedo
scusa se ho voluto intromettermi, davvero”
Kurt alzò lo sguardo, senza dire niente.
“Beh.. il fatto che ora siamo fratelli…ehm,
fratellastri, non implica che
dobbiamo dirci ogni cosa, o che dobbiamo essere amici, dopo tutto, non
l’abbiamo deciso noi, sono stati i nostri genitori che hanno
deciso di
sposarsi”. Il tono era calmo, rassegnato quasi.
Lo
sguardo di Kurt ora, era fermo verso di
lui, gli occhi sbarrati.
Non
si aspettava certo questo. Non si
aspettava che Finn Hudson affermasse cose simili, cose
così… brutte e
sbagliate!
La voglia di contraddire quelle parole gli
fece uscire di bocca la verità, senza più
selezionare frasi o pensare.
“La decisione non l’ho presa io, mi è
stata
proposta da mio padre e tua madre un attimo prima di venire a
comunicarvelo…
avrei tanto voluto parlartene prima, davvero. Avrei voluto parlarne a
tutti
voi.”
Lo guardava negli occhi, il suo tono era
triste e le parole erano uscite così, legate l’una
all’altra, come
quelle di una canzone.
“Non
ho avuto scielta” disse infine.
Qualcosa
in Finn si accese, battè la mano sul
tavolo, che fece un gran rumore e ruppe la quiete di quella stanza.
“Ti
avremmo guardato le spalle Kurt! Lo sai
che lo avremmo fatto!”
“Non sarebbe stata la stessa cosa!” tremava, gli
occhi divennero lucidi.
“Non sarei mai stato al sicuro… N-non da
lui…”
“Perché???”
alzò la voce esasperato.
“Perché…”
Si
interruppe.
…Non
ho idea di cosa vaghi nella sua mente.
Prima
mi spintona, poi mi bacia. Ho paura. E
se fosse davvero innamorato di me? E se gli dicessi che non posso
corrisponderlo come reagirebbe? O il suo era solo un altro tentativo di
terrorizzarmi? Terrorismo psicologico insomma. Mi posso fidare di Finn?
Dopo
tutto ora sono al sicuro alla Dalton.
“Allora?”
Finn aveva abbassato il tono, non
voleva un’altra scenata nella sua camera come quella
dell’anno prima, e poi
odiava veder piangere Kurt, non riusciva quasi mai a consolarlo, dato
che
spesso era proprio lui la causa di quelle lacrime.
“Solo…
Mi terrorizza” fece Kurt sospirando.
Ok
qualcosa non quadrava.
Che
ti succede fratello? Di solito queste
cose ti scivolano addosso.
Kurt
era si, ipersensibile e dalla lacrima
facile ma questo non stava a significare che era un debole, anzi, era
molto più
forte e coraggioso di quanto lui fosse mai stato, aveva avuto la forza
di
essere se stesso e di non vergognarsene mai, lo ammirava e …
lo invidiava. Ma,
dannazione, cosa succedeva adesso?
C’era
qualcosa che non gli stava dicendo.
“Kurt”
disse facendo un passo avanti.
“Lo
sai tenere un segreto Finn?” lo
interruppe l’altro “Da fratello a
fratello”.
Finn
annuì, lo aveva chiamato fratello e si
sentì chiamato da un forte senso del dovere.
“Ti
prego non ridere”guardò in basso
abozzando un sorriso di imbarazzo.
“Ecco…
Karofsky… mi.. mi ha…”
“Cosa?
Cosa ha fatto quello stronzo?”
Battè di nuovo la mano sul tavolo.
“Lo prendo a calci finchè non lo dovranno portare
via in ambulanza quel
bastardo!”
Kurt
sorrise nel vedere il suo Finn
arrabbiarsi tanto per lui.
“Karofsky
mi ha baciato, Finn”
“…”
Ok
fratellino, vuoi farmi uno scherzo? Era per sdrammatizzare? Non esiste che Dave abbia…
“Ragazzi,
a tavola!” la dolce voce di Carole
con il suo tono materno li aveva salvati da quel silenzio imbarazzante
che si sarebbe inevitabilmente creato nella camera.
*
Dopo
la cena, i neosposi avevano deciso di
fare una passeggiata, lasciando ai figli il compito di mettere a mollo
i piatti
e sparecchiare.
“Dai
vieni ad aiutarmi, finiremo più in
fretta” fece Kurt al più grosso, ancora seduto sul
divano con la pancia piena.
“Cosa
devo fare?” disse alzandosi.
“Sparecchia e passami i piatti”
Aprì il rubinetto e aspettò che il lavello si
riempisse.
L’unico rumore che si sentiva era quello delle stoviglie che
andavano a
scontrarsi con la superficie dell’acqua.
L’operazione andava avanti in silenzio.
Finn era confuso, non sapeva cosa dire, aveva promesso di proteggerlo,
ma …
“Mi
prometti di non dirlo a nessuno?” fece
Kurt rompendo il silenzio.
“Certo”
disse rassicurandolo, ma il suo
sorriso si spense dopo un attimo, tornando alla sua espressione
pensierosa.
“Allora… è per questo che te ne sei
andato?”
“A cosa ti riferisci?”
“A quel bacio Kurt, è per quello che hai deciso di
abbandonarci tutti?”
Un bacio, non riesco a capire.
Kurt
non rispondeva e Finn sentì di nuovo la
necessità di alleggerire l’atmosfera usando un
tono meno serio.
“Certo
che è strana come situazione non
credi? Io non me lo sarei mai aspettato da Karofsky, cioè,
…”
Silenzio. Ok non
funziona.
“Sai…”
riprese il tono serio “Non riesco
proprio a capire, dovresti essere contento, alla fine Dave aveva solo
una cotta
per te e il motivo per cui ti dava il tormento era solo per avere la
tua
attenzione e…”
*SBAM*
Era
lo sportello dell’armadietto delle
stoviglie che sbatteva, spinto dalla mano di un Kurt alterato.
“Quel ragazzo” urlò “ha
minacciato di uccidermi, Finn, uccidermi, non è
esattamente come tirarmi le treccine come fanno i bambini
all'asilo!”
Lo stesso tono dell’anno prima.
“Amico,
penso solo che tu l’abbia presa un
po’ troppo seriamente”
Nessuna risposta. Era un duello di sguardi.
“Ma
come ti ho già detto fratello, la
decisione spettava a te e basta.”
Kurt guardò per terra.
“Si, infatti”.
*
La
cena era andata malissimo, la prima cena
tutti insieme dopo il matrimonio e lui e il suo nuovo fratellastro
avevano gia
avuto una discussione. Uff! Come poteva aspettarsi di
vivere bene come una
grande famiglia felice se non sapevano stare buoni per una sera? Ah, ma la colpa non era
certo sua: Finn non
capiva nulla. Non aveva capito proprio niente e inoltre…
“Kurt mi stai ascoltando?” Era Blaine a svegliarlo
dai suoi pensieri.
“Ehm…
no” fece più imbarazzato che mai mentre
si afrettava a mettere i libri nell’armadietto.
“Cos’hai?”
E’ tutta la mattina che sei
strano.”
Kurt
guardò Blaine, era così gentile, anche
se non aveva ascoltato una sola parola di quello che andava dicendo,
invece che
arrabbiarsi, si preoccupava per lui.
Cerco
di pronunciare uno ‘scusami’ con lo
sguardo.
“Blaine, perdonami, è solo che ieri
sera…” fece una pausa “…ho
litigato con mio
fratello”
Con
Blaine non c’era bisogno di inventare una
scusa o semplicemente fingere e dire ‘si sto
benone’, lui era sempre pronto a
sentire cosa c’era che non andava.
“Solo
questo?”
“Si”
“Ah per fortuna! Credevo di averti offeso in qualche modo o
di aver detto
qualcosa di sbagliato e che non mi volessi più
parlare!” il suo tono allegro lo
fece sorridere, come avrebbe mai potuto arrabbiarsi con lui?
Si
dirigevano verso la biblioteca, un posto
tranquillo dove far passare la pausa pranzo in mezzo a qualche libro di
aneddoti divertenti, la tua musica nelle orecchie, senza nessuno nei
paraggi.
Questo era quello che Blaine gli aveva confessato. Il suo nascondiglio
segreto,
insomma.
“La
bibliotecaria non c’è mai, a volte passo
la dentro anche tutta la pausa pranzo e provo i miei assoli, sei la
prima
persona che porto con me” era quello che gli aveva detto il
giorno prima.
E
Kurt adorava passare il tempo con lui nella
biblioteca, da soli. Lo aveva portato anche il giorno prima,
rivelandogli tutte
le stranezze dei professori, cosa non dire, cosa non fare per non farli
arrabbiare.
“La
Suarez, quella di spagnolo, per esempio,
è un ottima insegnante, nulla da dire, ma è come
dire, un po’ superstiziosa”
“Cioè?”
“Senti, fai quello che vuoi, ma non mettere o usare mai nulla
di viola” aveva
detto infine ridendo.
Avevano
anche ripassato per la lezione
seguente, e avevano cercato insieme un libro che Blaine non riusciva a
trovare
da giorni, un libro sul come accudire i canarini. Alla fine lo avevano
trovato:
“Il mio primo canarino”. Un libro di circa cento
pagine che aveva in copertina
la foto di due canarini, uno rosso e uno giallo. Dopo averlo guardato
bene
Blaine glielo aveva porto dicendo:
“Tieni prendilo tu questo”
“Ma io non ho dei canarini”
“Fidati di me, prendilo”
Ora
che ci pensava, quel libro stava ancora
dentro la sua cartella a fare la polvere senza essere mai stato aperto.
Entrarono
nella biblioteca, la bibliotecaria,
come ci si aspettava, non c’era, al suo posto un cartello
sulla cattedra con su
scritto ‘OUT TO LUNCH’.
Posarono
le cartelle e si misero a sedere
davanti a un tavolo, uno di fronte all’altro.
“Allooora…” fece Blaine
“Cos’è successo con tuo fratello da
renderti così poco
attento ai miei importantissimi discorsi su come i musical siano la
più grande
forma di intrattenimento esistente al mondo?”
Kurt rise di nuovo, quel ragazzo lo faceva ridere troppo spesso
mandando in
frantumi la sua maschera di ragazzo serio e diligente.
“Non c’è nulla da ridere sai, era un
argomento di grandissima importanza per
me” disse facendo il finto arrabbiato.
Kurt sorrise. “Mio fratello” No.
“No, in verità siamo fratellastri, e anche da
poco, e lui è…diciamo che non capisce
niente”
“Che ti ha fatto?”
“Beh, non gli va giù che mi sia trasferito qui, ha
detto che prima avrei dovuto
parlargliene ma io penso che non fossero affari suoi”
“M-mh”
Ma non era quello il punto, Finn non gli aveva detto proprio
così, gli aveva
detto chiaramente che rispettava la sua decisione e che ne restava
fuori.
“Ma
non è questo” Kurt abbassò lo sguardo
quasi si sentisse in colpa per quello che stava per dire “Gli
ho raccontato di
quello che è successo con Dave Karofsky e mi ha detto che ho
esagerato a
reagire così, scappando via da tutti
e…” si interruppe.
Sono
scappato Kurt, ho permesso ai bulli di
cacciarmi via, ed è una cosa che rimpiango davvero tanto.
“Blaine
dimmi la verità”
Il
ragazzo bruno lo guardava in silenzio
seduto davanti a lui.
“Dimmi
la verità…” riprese “ti ho
deluso
scappando via dai problemi e venendo qua?”
L’altro
davanti a lui si mise dritto sulla
sedia, lo guardò negli occhi e sorrise.
“No, che dici, sei stato molto più coraggioso di
quanto lo sia stato io… e poi,
non avresti potuto sapere fin dove si sarebbe potuto spingere
Karofsky”
“Cosa vuoi dire?” disse Kurt smarrito, in
realtà, temeva di aver capito.
Blaine si fece serio.
“Vedi, mia madre è psicanalista e devi sapere che
di ragazzi, diciamo, confusi
–fece le virgolette con le dita- e che non si accettano per
quello che sono,
proprio come Karofsky, ce ne sono tanti, e vedi, molte volte sfogano la
propria
rabbia frustrazione
su chi invece, come
te, si è accettato e vive serenamente”.
Fece una pausa. Sospirò guardando giù, portando
alla mente dei ricordi che non
voleva avere.
“Si
chiamava Heric, un paziente di mia madre,
era anche mio amico, era gay ed era la vittima preferita di un certo
Mark Ross
a scuola, dopo qualche tempo Heric scoprì che Mark in
realtà era molto …
interessato a lui, lo aveva anche baciato un paio di volte, contro la
sua
volontà ovviamente, finchè Heric non gli disse
che non ricambiava, e allora…”
sospirò di nuovo.
“E allora?” fece Kurt impaziente.
“Heric non si fece vedere a scuola per qualche giorno,
finchè non lo fecero
vedere da mia madre…” si morse il labbro
“… a cui disse che era stato
violentato da Mark nei bagni dopo la scuola”.
L'aveva detto tutto d'un fiato, alzò lo sguardo verso
l’amico, che sembrava pensieroso, guardava fisso
in un punto, assorto nei suoi pensieri. Spostò lo sguardo
verso le braccia che
tremavano e si rese conto che forse aveva parlato troppo.
“Hey,
non preoccuparti, ok? Scusami, non
avrei dovuto dirtelo”
Kurt lo guardò senza dire nulla.
“Ora sei al sicuro qua, dai…” sorrise
“Ti racconto delle volte che mi
riempivano l’armadietto di assorbenti, ti farà
ridere”
Ma Kurt in quel momento non se la sentiva di ridere.
“Quante
probabilità c’erano..” disse a mezza
voce “… per me, di fare la fine di
Heric?”
Non aveva considerato questa eventualità. Se prima si
vergognava di essere
fuggito, ora si riteneva più che fortunato. Ecco cosa
avrebbe potuto rispondere
a Finn il giorno prima.
“Kurt…” fece Blaine “Non
è detto che…”
La campanella che annunciava l’inizio delle lezioni
suonò, abbastanza forte da
far alzare i due e fargli prendere le loro cartelle, si dirigevano
fuori dalla
biblioteca quando Blaine sentì dei singhiozzi dietro di se.
Si girò di scatto e vide il suo amico asciugarsi velocemente
le lacrime con la
manica.
Fece qualche passo davanti a lui, fermandolo. Gli prese la testa fra le
mani
puntandogli lo sguardo negli occhi. “Ascoltami, se solo
quello prova a toccarti…”
era serio “Vieni da me. Ok? ”
L’altro si limitò ad annuire, uscirono insieme
dalla biblioteca, mischiandosi
di nuovo a quel mare di giacche blu.
***
Il secondo capitolo che era pronto da duecento anni xD ma che alla fine mi sono decisa a pubblicare. Il terzo e work-in-progress, ma vi anticipo che sarà più lungo di questo e.e
Ah, si, per chi se lo stesse chiedendo, è una Klaine. (Lo so lo so, la Furt è meglio u.u) ma ciò non vuol dire che fra Kurt e Finn non ci sarà intesa o amore, un amore fraterno si intende, l'amore non deve mancare mai, MAI. è.é
Voglio ringraziare ipuccia che mi aiuta sempre. <3 Alla prossima.