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Autore: Phobos_Quake 3    17/01/2011    2 recensioni
In un mondo futuro, i robot lavorano a stretto contatto con gli umani. Uno di questi, nome in codice “Unità Alice”, creato da un ex costruttore di bambole chiamato Rozen, impazzisce e porta il caos. Rozen, per rimediare al danno, creerà sette bambole particolari che riporteranno la pace nel mondo.
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Kirakishou



Da quando Suigintou si era unita a noi, ebbi sempre la sensazione di essere osservata. Che Alice ci tenesse in costante osservazione grazie a piccolissime mosche robot lo venimmo a sapere molto dopo. No, chi ci osservava era qualcuno di molto potente. Come di consueto, incontrammo altri robot e, insieme a loro, anche androidi stavolta. Furono creati da Rozen. Incontrammo molti androidi vestiti da poliziotti, da pompieri che usavano il lanciafiamme al posto dell’acqua e androidi che guidavano mezzi come taxi, autobus, ambulanze e carri armati. Quando i mezzi venivano distrutti, i pezzi si attaccavano al corpo dell’androide, che usciva prima che il mezzo scoppiava, trasformandolo in un essere armato fino ai denti, specialmente quelli nei carri armati, e molto alto. Quando li distruggemmo tutti arrivò una creazione di Alice. Un colosso alto due metri che a noi, piccole come eravamo, pareva una montagna. Era marrone, completamente coperto di aculei e dietro la schiena aveva un carapace anch’esso coperto di aculei. Suiseiseki usò l’innaffiatoio e con la sua pianta gli bloccò i movimenti. Suigintou e Souseiseki ne approfittarono, brandirono le loro armi e si gettarono verso di lui pronte a tagliarlo ben bene. Io ebbi il timore, però, che si sarebbero spezzate. Quando lo colpirono non fu così, per fortuna perché erano armi molto resistenti create da nostro padre, ma non lo scalfirono neanche un po’. Il gigante si liberò senza il minimo sforzo, diede a Souseiseki un violento pugno alla pancia seguito da una gomitata e un forte schiaffo a Suigintou che le stese. Io gli lanciai i miei petali, mentre Hina Ichigo e Suiseiseki tentarono di nuovo a bloccargli i movimenti. Nulla da fare. Il colosso si liberò e, con un’agilità sorprendente per la sua mole, mi colpì con una ginocchiata che mi offuscò la vista per un attimo prima di scaraventarmi lontano. Suiseiseki riprovò a usare le piante per staccargli la testa o qualche arto, ma senza successo e si prese un calcio terribile scaraventandola addosso a me. Hina Ichigo era rimasta da sola ed era tanto terrorizzata che non riusciva a muovere un muscolo. Il gigante tentò di schiacciarla sotto il suo grosso piede destro, ma lei cercò di resistere frenandolo con le sue manine. Ebbe una resistenza e una forza notevole, ma nonostante tutto il robot era troppo forte. Mi ripresi e intervenni in suo soccorso riempiendolo di pugni alla testa. Riuscii a distrarlo, così da liberare Hina, ma subito mi afferrò e iniziò a stringermi così forte che urlai disperatamente. Suigintou si era ripresa e utilizzò i suoi dragoni di piume, ma non fu sufficiente. Il robot mi lasciò e caddi a terra. Si diresse verso Suigintou con passo lento e lei, con spada in mano, era pronta a riceverlo. Con un velocissimo movimento, il gigante metallico le si parò di fronte, le afferrò una gamba e la gettò con violenza a terra. Quando stava per rialzarsi, lui era ormai pronto per schiacciarla sotto il suo piede. Improvvisamente accadde qualcosa di incredibile e inaspettato. Dal cielo cadde lentamente della neve solo sul corpo del robot che si guardava attorno stranito. I fiocchi aumentarono fino a diventare una tormenta e lentamente il suo corpo iniziò a congelarsi. Dal cielo scese lentamente una candida figura.
-Chi osa far del male a Gin Sama deve vedersela con me: Kirakishou!- disse.
Aveva lunghi capelli bianchi come Suigintou, era alta come lei, indossava un abito bianco e sul suo occhio destro aveva una rosa anch’essa dello stesso colore. Il robot era ormai diventato un pezzo di ghiaccio. Kirakishou fece apparire sulla sua mano destra una spada che sembrava di ghiaccio e lo tagliò in due verticalmente. Una volta distrutto, Kirakishou si avvicinò a Suigintou e le tese la mano per aiutarla ad alzarsi.
-Non ne ho bisogno, ce la faccio da sola.- disse lei in modo scontroso rialzandosi da sola.
Kirakishou rimase imperturbabile, dopodiché s’inchinò.
-Io ti servirò e ti seguirò sempre Gin Sama. Che tu lo voglia o no.- disse.
-Piantala di chiamarmi così. Io sono Suigintou e basta. E non ho affatto bisogno di servitori o simili.-
-Come ho detto prima: ti seguirò sempre, volente o nolente.-
Suigintou sbuffò ed era quasi tentata a colpirla con la spada se non arrivai io e le altre a calmare i suoi istinti. Una volta che la tensione era calata parlai.
-Quindi tu sei Kirakishou. Sai perché sei stata creata?- le chiesi.
-Per distruggere Alice. Ti ho sentito. Quando mi sono svegliata, vi ho visto dormire. Vedendo Gin Sama giurai a me stessa di servirla e difenderla in caso di pericolo. Quando poi si svegliò, l’ho sempre seguita nell’ombra pronta a intervenire alla prima difficoltà. Quando hai combattuto con lei, sei stata fortunata a bloccarti dopo quel calcio e quel pugno, altrimenti saresti finita come quel colosso.- mi disse con voce fredda e sempre con il viso imperturbabile.
-Quindi sai già cosa voglio chiederti ora, vero?-
-Non fraintendere. Mi unisco solo per Gin Sama e per onorare nostro padre. Nient’altro.-
-Meglio di niente. Più siamo, meglio è.-
Suigintou sbuffò di nuovo e poi riprendemmo il viaggio.
   
 
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