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Autore: Strega_Mogana    22/12/2005    2 recensioni
Un'unione tra magia e Sailor Moon...
Genere: Fantasy, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Usagi aprì lentamente gli occhi, si sentiva ancora frastornata, la schiena le bruciava, attorno alle ferite, che si stavano cicatrizzando molto velocemente, la pelle tirava e prudeva da matti ma, a parte questo, stava piuttosto bene.

Ormai era in quel letto da tre giorni, Mamoru le aveva raccontato quello che era successo, e, soprattutto, le aveva detto che era una strega.

Una strega bianca per la precisione.

Lei, che fino a qualche settimana prima non sapeva neppure cos’era una strega, non aveva la minima idea di cosa fosse una strega bianca.

Ma questo non aveva importanza, non ora almeno, avrebbe capito cosa fosse più avanti, quando il suo corpo e la sua mente avrebbero accettato quella nuova condizione. 

Perché in quel preciso istante era in fase di rigetto, non voleva crederci.

Lei non era una strega... lei era solo Usagi, una strana ragazza che vive sola nella casa della nonna, una ragazza con un lavoro che faceva schifo, con una vita sociale inesistente e con solo Motoki come amico.

Mamoru, Zakar, la magia e tutto quello che ci girava in torno era solo il frutto della pazzia che l’aveva colpito all’improvviso.

Probabilmente, ora, era in una clinica psichiatrica, sotto sedativi e il suo stupido cervello malato e contorto, le stava facendo vivere questi sogni inverosimili.

Si mise a sedere sul letto, la stanza era quella di Mamoru, le avevano detto che la sua camera era pronta qualche porta più in là e che poteva andarci non appena si fosse messa in sesto.

Si sentiva strana... il suo corpo le dava sensazioni nuove, non rispondeva più ai suoi comandi, era come se fosse un corpo del tutto nuovo.

Non le piaceva.

E, questa sensazione, le faceva una gran paura.

Aveva sempre avuto il controllo su tutto, la sua vita era monotona e squallida ma sapeva cosa stava succedendo, aveva il controllo della situazione. Ora tutto era stravolto, non poteva muoversi che un vento impetuoso si alzava e distruggeva metà del mobilio della stanza.

Cosa diavolo le stava succedendo?

E poi arrivava la rabbia.

Rabbia verso tutti: verso Mamoru che non le dava le dovute spiegazioni, verso gli altri che la guardavano con sospetto e timore, verso la nonna che mia le aveva raccontato nulla, che le aveva taciuto su un fatto così importante e verso se stessa: per la sua ingenuità, verso la sua stupida fiducia verso il prossimo.

Forse era meglio se avesse lasciato Mamoru in quel vicolo. 

Si sentiva un’estranea in un modo estraneo, era confusa, amareggiata, depressa o, forse, era solo spaventata a morte.

Qualunque sia la causa del suo malessere, si sentiva uno schifo e aveva bisogno di prendersela con qualcuno.

Si alzò dal letto ignorando deliberatamente le fitte le che le arrivavano dalla schiena, lentamente e con la massima attenzione, si diede una rinfrescata ed indossò i primi vestiti che le vennero in mano: una camicetta bianca e un paio di pantaloni neri, lasciando i lunghi capelli biondi sciolti.

Si guardò allo specchio compiaciuta del risultato, ora voleva solo fare un giro per il castello e smaltire quella sensazione di imminente catastrofe che si sentiva addosso.

- Dove credi di andare? – chiese all’improvviso una voce alle sue spalle.

Usagi si voltò si scatto spaventata, Mamoru era alla soglia, appoggiato alla parete, non sembrava particolarmente felice di vederla in piedi e sulla via della guarigione.

- Non ti ho sentito entrare. – rispose lei con un filo di voce alzandosi dalla sedia – Ero stanca di stare a letto e mi sono alzata.

- Sei ancora debole. – la rimproverò lui – Dovresti stare solo a riposo.

- Non sono una bambola di porcellana da proteggere sotto una campana di vetro. – si adirò subito l’altra.

Mamoru sussultò nel sentire quel tono così arrabbiato, tutta quella grinta da dove arrivava? Ma, molto probabilmente, Usagi cercava di affrontare quella situazione nel modo che meglio conosceva: arrabbiandosi con il mondo.

- Usagi...- fece più dolcemente Mamoru avvicinandosi alla ragazza- andare in giro nelle tue condizioni...

- Nelle mie condizioni? – urlò Usagi, ormai, del tutto infuriata.

Era stupido, lo sapeva, se ne rendeva pianamente conto, Mamoru non aveva colpe, lui voleva solo aiutarla, voleva starle vicino, ma lei era furiosa... e lui era troppo vicino in quel momento.

- Ho solo qualche taglietto sulla schiena Mamoru... smettila di controllare ogni mia mossa!

- Ma Usagi...- cercò di ribattere lui – io voglio solo darti una mano.

- E come di grazia? Facendomi restare sdraiata per tutta la vita?

- Tu non capisci... hai usato un certo quantitativo di energie... sei debole... vulnerabile... guardati... ora perché piangi?

Usagi si passò una mano tremante sulle guance: stava piangendo veramente.

- Tu non capisci! – gridò ancora Usagi – Io... io... non so più cosa mi stia accadendo... 

- Ci sono io con te. – tentò di rasserenarla il mago – Ti aiuto io. – si avvicinò cercando di abbracciarla ma lei si allontanò di qualche passo, gli occhi lucidi erano infuocati.

- No, - sibilò piano – hai già combinato fin troppi guai.

- Cosa?- questa volta era lui ad urlare, poteva anche accettare il fatto che Usagi scaricasse la sua frustrazione su di lui, ma non le avrebbe mai permesso di scaricare la colpa su di lui, doveva già sopportare troppe condanne... non voleva anche questa – Credi che sia colpa mia se sei una strega?

- E’ cominciato tutto quando ti ho incontrato quel pomeriggio. – ribatté lei con voce tremante pronta per un altro pianto isterico – Avrei dovuto lasciarti in quel maledetto vicolo sotto la pioggia! – aprì la porta e uscì sbattendosela alle spalle. 

Mamoru guardò la porta chiusa per qualche secondo, cercando dentro di se la risposta per lo strano comportamento di Usagi.

Si appoggiò sulla scrivania ancora frastornato per quell’uragano che l’aveva travolto, era strano vedere una ragazza sempre allegra e calma perdere in quel modo il controllo.

Un attimo...

Usagi aveva perso il controllo con lui.

- Pazza isterica...- mormorò con un filo di voce, afferrò il calamaio e fissò di nuovo la porta – Hai capito Usagi?- urlò ora arrabbiato anche lui – Sei una pazza isterica!- e lanciò l’oggetto che aveva in mano contro la porta.

 

***

Usagi camminò spedita senza meta, senza guardasi attorno, andava dove i piedi la conducevano, pensando a Mamoru e salmodiando tutti gli insulti che le venivano in mente.

Dopo venti minuti abbondanti rallentò la sua camminava furiosa fino a fermarsi del tutto.

- Sono una stupida. – mormorò chiudendo gli occhi – Perché me la sono presa con Mamoru? Lui che diavolo centra in questa situazione assurda?

Si guardò attorno disorientata, aveva camminato senza sosta e senza neppure vedere dove fosse diretta, si trovava in un corridoio all’aperto, la parete che deva verso est era ad archi, dava su un immenso giardino, con alberi, cespugli, fiori colorati e dal dolce profumo.

Usagi sorrise dimenticando per un attimo la sua discussione con Mamoru ed andò nel parco.

Dopo giorni di tristezza e rancore, finalmente, provava un forte senso di pace e di tranquillità, come se fosse nel suo ambiente naturale.

Sorrise e andò a sedersi ai bordi di una fontanella in marmo rosa e bianco, rappresentava dei cavalli, l’acqua spruzzava dalle fauci degli animali. Si guardò attorno e sospirò rassegnata, non sapeva neppure dove fosse finita... ci avrebbe messo ore per tornare indietro... e lei voleva chiedere scusa a Mamoru.

- Posso farti compagnia?- domandò una voce alle sue spalle.

Usagi sorrise e annuì piano.

- Ti ho visto sola e ne ho approfittato. – fece l’altro sedendosi accanto ala ragazza – Solitamente dove ci sei tu c’é anche la tua inseparabile guardia del corpo! Come ti senti?

- Meglio Seiya... grazie. – ripose lei dolcemente – Cosa ci fai qui?

- Passeggiavo, - spiegò vago – ti ho visto tutta sola e ho pensato che, magari, avevi bisogno di un po’ di compagnia.

- Sei molto gentile. – rispose Usagi chinando il capo.

- Come mai Mamoru non é qui a seguire ogni tuo passo?- chiese senza mascherare il suo disprezzo verso Mamoru – Avete litigato?

- La chiamerei più una divergenza d’idee.

- Ho capito... sei molto paziente con lui. – valutò il mago allungando le gambe in avanti e stiracchiandosi le braccia – Io non resterei nella stanza con quella viscida serpe per più di due, o al massimo, tre secondi.

- I tuoi modi gentili mi colpiscono sempre nel profondo del cuore, Seiya. – fece Mamoru alle spalle dei due. Stava dritto in piedi, le braccia incrociate al petto e lo sguardo truce, non sembrava molto felice di vederli assieme.

- E da quando hai un cuore?- ribatté Seiya alzandosi in piedi e andando davanti a lui con lo stesso sguardo minaccioso.

- Levati dai piedi. – sibilò Mamoru socchiudendo gli occhi scuri – Devo parlare con Usagi... in privato.

- E chi mi dice che Usagi voglia parlare ancora con un serpente a sonagli come te?

- Attento Seiya, - disse Mamoru con un tono quasi dolce – i serpenti a sonagli mordono.

Seiya fremette di rabbia, aprì la bocca per ribattere a tono, magari gli avrebbe anche tirato un pugno su quell’espressione arrogante... la magia era sprecata su uno come lui.

- Ora basta voi due! – fece Usagi alzandosi di scatto, scocciata da quel comportamento infantile – Due uomini che litigano come due adolescenti... un’immagine che mi fa schifo. – si avvicinò a Seiya e gli mise la mano sulla spalla – Mi mostri il castello Seiya?

Seiya mostrò a Mamoru il sorriso vittorioso più smagliante che gli riuscisse.

- Quando hai intenzione di parlarmi di nuovo, - fece Mamoru con un filo di voce – sai dove trovarmi. – si voltò e tornò indietro.

Usagi lo fissò un attimo poi sospirò.

- Perché l’hai chiesto a me? – chiese Seiya curioso – Sono certo che avresti preferito la sua compagnia.

- Era molto adirato, - spiegò Usagi come se sentisse lo stato d’animo di Mamoru – credo che fosse geloso... o forse solo infastidito... avremmo litigato di nuovo e non mi andava di discutere. Poi andrò da lui per scusarmi. Ma, ora, voglio vedere questo posto.

Seiya fece un mezzo sorriso compiaciuto... strane creature le streghe bianche, meravigliose creature, in sintonia con l’universo intero, fece un piccolo inchino e le porse il braccio:

- Andiamo allora... ti farò conoscere delle persone. E’ ora che ti faccia qualche nuovo amico.

Usagi rise debolmente e prese il ragazzo sotto braccio.

 

***

Non era certa di aver capito chi fossero quella quattro streghe.

Guardiane le chiamava Seiya, le Quattro Guardiane dell’Equilibrio Cosmico.

Erano andati in una stanza circolare, sembrava che non ci fossero pareti, o meglio le pareti c’erano sicuramente ma, un qualche incantesimo, aveva creato l’universo in quella stanza. Quattro giovani ragazze della sua età stavano in cerchio in questa stanza, davanti a loro c’era una piccola colonna di marmo bianco e, sopra la colona, una sfera colorata. Avevano tutte gli occhi chiusi, sembravano molto concentrate, come se stessero facendo qualcosa solo con la mente.

- Seiya... fammi capire bene. – mormorò Usagi con un filo di voce per paure di distrarle – Cosa stanno facendo?

- Stanno facendo dei controlli. – spiegò semplicemente l’altro con un sorriso e gli occhi lucidi – Ognuna di loro controlla un elemento. Ora ti spiego: la prima é la Guardiana del Nord, - ed indicò la prima ragazza, vestiva di azzurro, aveva i capelli a caschetto di uno strano color turchese, davanti a lei splendeva la sfera blu – il suo elemento é l’acqua, e il suo potere speciale é quello della guarigione. Poi c’é la Guardiana del Sud,- ed indicò la seconda ragazza, indossava una lunga tunica rossa, aveva lunghi capelli neri e lucenti, la sua sfera era quella rossa – il suo elemento é il fuco, mentre il suo potere speciale é la preveggenza. Poi c’é la Guardiana dell’Ovest, - ed indicò la terza donna, molto più alta delle altre due, aveva i capelli castani lievemente mossi e li portava legati in una folta coda, il suo vestito era sui toni del muschio ma, a differenza delle altre che portavano lunghe tuniche, lei indossava un paio di pantaloni e una giacca, la sfera davanti a lei era verde – il suo elemento è la terra, si occupa della vegetazione e degli animali, mentre il suo potere speciale deriva dal gestire gli incantesimi della notte. L’ultima, ma non quella meno importante, é la Guardiana dell’Est, - e l’ultima ragazza era bella quanto le altre, bionda, con un lungo vestito giallo e arancio, la sua sfera, che splendeva come le altre, era arancione – elemento: vento, il suo potere speciale é legato alla luce del sole, visto che a Est nasce il sole ed a Ovest tramonta. Tutte e quattro hanno la responsabilità di mantenere gli elementi in equilibrio tra di loro... é un lavoro difficilissimo Usagi, quando succedono le catastrofi come incendi, maremoti, terremoti o uragani é perché gli elementi non sono in equilibrio.

Usagi annuì e continuò a guardare le quattro donne, meravigliata.

Quando tutte riaprirono gli occhi nello stesso istante, l’universo attorno a loro si dissolse e la stanza circolare tornò ad essere solo una spoglia stanza, le quattro sfere si spensero e le Guardiane sorrisero.

- Oggi tutto a posto. – sorrise la strega vestita di azzurro.

- Già. – nulla di strano – rispose quella con i capelli neri.

- Fortunatamente é un periodo di grande equilibrio. – echeggiò la terza.

- Ehi!- fece la Guardiana dell’Est – Abbiamo visite!

Tutte e quattro si voltarono per vedere Usagi che arrossì immediatamente.

- Avete finito ragazze? – chiese Seiya con un sorriso.

- Per oggi sì. – rispose la prima ragazza avvicinandosi ad Usagi – Piacere, - fece poi porgendole la mano – sono Ami.

- Io Makoto. – disse la Guardiana dell’Ovest.

- Minako!- echeggiò quella dell’Est.

- E io sono Rei. – finì la Guardiana del Sud.

 

   
 
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