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Autore: debbyuchiha    18/01/2011    12 recensioni
Itachi farà una proposta a Sakura, le chiederà di allenarsi con lui e se accetterà ricerverà un regalo importante che le verrà consegnato a tempo debito. Un dono che muterà la sua esistenza e la trasformerà in una persona diversa, in una kunoichi diversa. Di che dono si tratterà? Perchè Itachi si sarà rivolto proprio a lei e soprattutto come reagiranno Naruto, i ninja di Konoha ed il lontano e apparentemente irrangiungibile Sasuke? Scopritelo nella mia prima fanfiction molto introversa e riflessiva, incentrata su più personaggi della serie descritti con umanità e resi molto più vicini al nostro modo di essere senza però alterarne le pecularità caratteriali di ciascuno e.... per gli amanti dell'azione non temete sarà ricca anche di combattimenti e colpi di scena!
Genere: Azione, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akatsuki, Itachi, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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45 capitolo
La strategia vincente


Il vento soffiava imperterrito sul volto di Sakura, faceva ondeggiare delicatamente i suoi lunghi capelli, ormai del colore dell'ossidiana. L'immagine di quella ragazza sarebbe stata splendida se non fosse stata rovinata dall'espressione triste, preoccupata e corrucciata che aveva dipinta sul viso. Le sue sensazioni, sfortunatamente, erano tutt'altro che positive e le grandi nubi che si stavano addensando in cielo, non miglioravano il suo tremendo presagio. Yuki, appollaiato sulla testa del suo simile composto di creta, non aveva più parlato da quando avevano cominciato quel volo verso un posto in cui si augurava di rivedere Itachi. Kisame, il quale stava tamponando una piccola ferita che aveva sul braccio destro con un pezzo ricavato dalla tunica malrditotta, sembrava voler essere solidale allo sciopero della parola che aveva inaugurato il corvo dopo aver ricevuto il misterioso messaggio dai suoi simili. L'unico che non sembrava voler essere partecipe a quella frustrante iniziativa era Deidara, il quale parlava con un Sasori inespressivo e totalmente disinteressato ai suoi discorsi, di come si era svolta la sua battaglia contro il gruppo di Konoha. A quanto pareva quel ragazzino biondo, dagli occhi puri come il colore celestiale che li rappresentava, si era scatenato e si era trasformato in parte nella bestia che conteneva al suo interno. Per qualche motivo a lei sconosciuto, Sakura ricollegò il termine bestia a Kyuubi, anche se era consapevole che di mostri con le code ve ne erano nove, per qualche ragione incognita, era certa che in quel ninja alloggiasse proprio l'essere costituito dal chakra più terrificante.
- Sasori no Danna, non dovresti fare quel lavoretto? - improvvisamente, tutti prestarono attenzione al biondino appassionato di esplosioni e l'aria divenne così pesante che la kunoichi non respirò per qualche secondo ed avvertì la spiacevole sensazione che gli sguardi di tutti fossero rivolti verso di lei. Capì immediatamente che quel "lavoretto" riguardava la sua persona ed il sentimento di rabbia represso l'invase totalmente.
- Quale lavoretto? Di cosa state parlando? - domandò irritata, sfogando in quell'istante tutte le emozioni che aveva dovuto nascondere. Il combattimento contro i suoi presunti amici, l'essere stata delusa ancora una volta, il non sapere nulla del piano al quale aveva dovuto partecipare ma soprattutto, tutte le bugie alle quali aveva creduto come una sciocca, le avevano provocato una grande amarezza che si era trasformata in furia.
Kisame evitava ogni suo sguardo così come Sasori che, invece, rivolgeva le sue iridi color nocciola, come la tinta peculiare del legno a cui era tanto affezionato, perchè materia prima delle sue opere d'arte, nella direzione dello spadaccino della Nebbia, possessore della Samehada e compagno ed amico di Uchiha Itachi. Il miglior burattinaio di tutti i tempi era a conoscenza del tormento interiore di Kisame, il compito che avrebbe dovuto eseguire non appena la ragazza fosse salita sull'uccello di creta, era l'operazione di rimozione totale dei ricordi di Sakura sul periodo trascorso insieme al loro gruppo. Non appena la manzione per la quale era stato richiamato dall'aldilà si fosse completata, la kunoichi originaria di Konoha sarebbe stata scaricata nella zona dello scontro e si sarebbe occupata subito del salvataggio di Sasuke, a quel punto, i suoi compagni di villaggio l'avrebbero trovata insieme al fratello minore di Itachi e l'avrebbero ricondotta a casa. Questo era il piano del loro capo ma Kisame non sembrava interessato a portarlo a termine, evidentemente, era ancora troppo sconvolto dalla notizia certa di morte del suo amico più caro. Per lui Itachi era di più che il semplice compagno di squadra dell'Akatsuki, stranamente non l'aveva mai nemmeno considerato l'assassino del clan Uchiha, anche prima di essere a conoscenza della verità sulla sua storia. Non era giusto, perchè una persona così buona, generosa, devota alla famiglia, al villaggio, al bene comune, alla pace era dovuto morire dannato. Perchè aveva dovuto vivere odiato da tutti, recitando la parte di un traditore senza scrupoli e senza pietà solo per rispettare una missione. Nella sua concezione di essere shinobi, aveva sempre sostenuto che l'unico pensiero di un ninja dovesse essere quello di eseguire gli ordini senza domandarsi nulla. Eppure, aveva cambiato idea conoscendo quella persona speciale, quel ragazzo dall'aspetto così bello da essere quasi angelico ma dai colori macabri, dallo sguardo freddo e dagli occhi rosso fuoco da avvinarlo all'immagine di un demone. Rispettare la missione ma rovinarsi la vita, non aveva mai dato eccessiva importanza alla sua esistenza, a ciò che ne faceva, l'importante per lui era sempre stato combattere, raggiungere gli obiettivi richiesti, sconfiggere gli avversari, aumentare di livello e crearsi una reputazione temibile. Non gli importava nulla dei compagni, quando era solo un ragazzo era stato in grado di ucciderli tutti solo per soddisfare l'ordine impartitogli. Non si era mai nemmeno preoccupato di valutare se ciò che faceva era giusto o sbagliato, aveva sempre pensato solo a se stesso, era stato, quindi, il perfetto shinobi, la macchina da guerra fredda e senza scrupoli per eccellenza. Forse era stata colpa del suo villaggio, nessuno aveva mai insegnato loro i valori di amicizia, di rispetto per il prossimo, di amore per il villaggio e per i suoi abitanti come facevano a Konoha. A Kirigakure perfino il Mizukage era visto come un ninja potente, dalle straordinarie capacità, rispettabile e temibile e nulla più, mentre nel villaggio del jinjuuriki della ennea coda era anche una guida, un esempio da seguire ed imitare. La sua generazione di ninja della Nebbia e quella di Suigetsu, da quanto aveva potuto constatare con i suoi stessi occhi, così simili a quelli degli animali acquatici con i quali aveva firmato un patto, aveva il culto del sangue, dell'uccidere come se fosse un gioco, un macabro divertimento.
Itachi non era mai stato così, prima di uccidere una persona cercava di trovare tutte le soluzioni per evitarlo, perchè non concepiva come gli shinobi, i villaggi e coloro che assegnavano le missioni, potessero ergersi a giudici di vite umane. Quando aveva da poco fatto la sua conoscenza, quel particolare era stato il campanello di allarme che aveva suscitato in lui la strana sensazione che quel ninja dal curriculum di mukenin così inquietante, non fosse poi così spietato e che vi fosse molto di più da scoprire. Così era stato, infatti, quando Itachi, dimostrandogli totale fiducia, gli aveva rivelato il suo terribile segreto, aveva avuto la conferma ai suoi sospetti e la sua esistenza era cambiata. Da allora aveva cercato di stargli vicino, di imitarlo nelle scelte e nel non essere mostro o forse, nell'esserlo con dignità. Se per lui non c'era più scampo per la redenzione della sua anima, avrebbe tanto voluto che per Itachi non finisse in quel modo. Quei mesi trascorsi con Sakura nel gruppo erano stati speciali, l'uomo che tanto ammirava finalmente sembrava aver trovato la serenità e se dapprima aveva dubitato altamente del piano organizzato con la presenza di quella che gli sembrava una bambinetta inutile, in seguito, aveva benedetto ogni Kami che avesse consigliato Itachi di prendere quella scelta. Non nascondeva che aveva ardentemente sperato in un suo possibile cambio di decisione, si augurava che la vita da essere umano normale che sognava che aveva incredibilmente scoperto possibile, lo avrebbe distolto dalla sua ossessiva ricerca di redenzione attraverso la morte per opera di Sasuke.
Deidara capiva Kisame, anche lui non riusciva a capacitarsi della morte di Itachi, nonostante lo avesse tanto odiato all'inizio, adesso i suoi sentimenti erano profondamente cambiati e nutriva grande rispetto ed ammirazione verso quel ninja dalla spaventosa abilità innata. Per cercare di prendere tempo per il suo compagno spadaccino, cercò di distrarre Sakura sparando a raffica domande con oggetto la battaglia appena conclusasi.
Kisame aveva lo sguardo perso nel vuoto, ringraziò dal profondo del cuore per l'inaspettata delicatezza del bombarolo nell'indirizzare l'attenzione di Sakura verso qualcos'altro, giusto per dargli la forza necessaria per dire a Sasori di iniziare quello che sarebbe stato il capitolo finale del loro gruppo e sicuramente, della parte più importante della sua vita.
Sasori aspettò ancora qualche minuto, aveva il dovere di rispettare il dolore del possessore della Samehada ma aveva anche necessità di portare a termine la missione prima che fosse troppo tardi. Avevano i secondi contati ed erano già in ritardo con la tabella di marcia prestabilita. Se avessero sbagliato qualcosa non se lo sarebbe mai perdonato, doveva molto ad Itachi, lo ammirava, il suo coraggio era stato encomiabile, era stato sicuramente una persona migliore di lui, l'unico modo che aveva per rendergli omaggio era rispettare le sue volontà. Intanto i segni di distruzione della vegetazione gli fecero comprendere di essere giunti, ormai, sul luogo che era stato designato da Itachi come la sua tomba.
Deidara interruppe il suo farfugliare ed osservò il paesaggio degradato che si estendeva intorno a loro. Forse vi doveva essere stata una struttura, un covo degli Uchiha presumibilmente, in quella zona nella quale erano disseminati dappertutto armi, blocchi di pietra e piante bruciate.
Sakura osservò la scena che le si presentava dinanzi inorridita, che posto era quello? Perchè si stavano dirigendo proprio lì? Un brivido la percorse notando, grazie al suo Sharingan, due fonti di chakra molto deboli. Concentrò tutta la sua attenzione, strizzando gli occhi al fine di riuscirne a scoprire l'identità ma era tutto inutile, era troppo distante ed in più il movimento della crezione volatile di Deidara, non l'aiutava nell'impresa.
- Dobbiamo sbrigarci, Sakura vieni qui - disse Sasori il quale non poteva assolutamente permettere che la ragazza vedesse il corpo morto di Itachi, altrimenti sarebbe stato difficile riuscire ad attivare la tecnica e portarla a compimento. Kisame improvvisamente si ridestò ma l'ansia in lui cresceva e non aveva nè la forza, nè la volontà di contrapporsi al suo cuore che gli suggeriva di cercare dove fosse il cadavere del suo amico più importante. Avrebbe pensato a tutto Sasori, era quello meno legato all'Uchiha d'altronde, disponeva del sangue freddo necessario per terminare il compito che era stato loro assegnato. Ancora non riusciva a capacitarsene. Itachi era morto, sapeva che sarebbe accaduto ma non riusciva ad accettarlo. Perchè non gliel'aveva impedito, forse se gli avesse parlato, forse sarebbe riuscito a convincerlo. Se avesse detto tutto a Sakura magari lei l'avrebbe fermato. Proprio quest'ultima si dimenava dalla stretta di Deidara che la stava trasportando di peso accanto a Sasori, il quale stava aprendo i rotoli necessari ad iniziare il jutsu.
- Lasciami Deidara! - gridò Sakura cercando di colpire con calci e pugni il bombarolo. Cos'erano quelle pergamene aperte dal marionettista? Cos'altro volevano farle?
- Deidara tienila ferma - ordinò la new entry del gruppo, mentre le sue dita insanguinate non riuscivano a tracciare correttamente i kanji sulla fronte di Sakura.
- Ci sto provando Danna! - biasicò l'artista appassionato di esplosioni, tentando di impedire ancora di più ogni possibile movimento della ragazzina.
Sakura era confusa, il combattimento di prima era stato disarmante, aveva così tanti dubbi su chi fosse e proprio quando sperava che avrebbe ricevuto le risposte che tanto bramava, ecco che i suoi compagni si comportavano di nuovo in modo incomprensibile. Aveva tantissima voglia di rivedere Itachi, la sua presenza riusciva sempre a rasserenarla. Era terrorizzata dall'idea che quell'uomo dai capelli rossi e dalla bellezza angelica stesse cercando di farle del male. Anche se la complicità di Deidara avrebbe dovuto assicurarle che non ci fosse nulla da temere, non poteva esserne certa, il biondino nutriva una stima incommensurabile verso Sasori, quindi forse, si era lasciato soggiogare. Se era così, perchè anche Kisame non si dimostrava interessato alle sue condizioni?
- Dannazione! - imprecò l'ex ninja di Suna, staccando il dito indice bruscamente dalla faccia di Sakura la quale l'aveva brutalmente morso. Deidara rise debolmente, la scena era alquanto ridicola, se non fosse stata inserita in un contesto così drammatico, sarebbe stata oggetto di sue battute a lungo. Purtroppo però, non era il momento per scherzare e tantomeno ne aveva la voglia.
- Non sarebbe più facile se la faceste svenire? - domandò Yuki uscito dallo stato di trans nel quale era piombato, la sua piccola testa era affollata di domande alle quali certamente, non avrebbe più avuto risposta da una voce tanto suadente quanto gelida, come quella del suo vero ed unico padrone.
- No corvaccio, lo avremmo già fatto, altrimenti! Il jutsu deve essere eseguito mentre lei è ancora cosciente - sbraitò Deidara verso il corvo, anche se provava pietà per quest'ultimo, continuava a non piacergli.
Sakura continuò a lottare per liberarsi dalla morsa nella quale l'aveva bloccata il bombarolo, si sarebbe potuta difendere facilmente se avesse previsto la situazione ma in quelle condizioni non poteva più attivare tecniche. Non aveva nulla da rimproversarsi, non avrebbe mai potuto pensare che proprio i suoi compagni l'avrebbero tradita.
Scosse la testa per rendere impossibile il lavoro a Sasori, il quale non era riuscito a scrivere correttamente i kanji ed aveva imbrattato la sua fronte di orribili linee di sangue.
- Kisame bloccale il capo - comandò il ninja dai capelli rossi ma il diretto interessato non sembrò ascoltare la richiesta.
- Sardina sbrigati! - lo incitò Deidara, sperando si ridestasse dallo stato inerme in cui era sprofondato.
- Ho capito - disse risolutivo Sasori, notando che l'Hoshigaki non gli avrebbe dato man forte. Non credeva che avrebbe reagito così, quando l'aveva conosciuto come normale mukenin e non come componente dell'Akatsuki, quindi quando non era ancora sotto l'influsso dell'Uchiha, era completamente diverso. Era spietato, cinico, non si sarebbe mai lasciato sopraffare dai sentimentalismi. Come cambiavano le persone, infatti, tale considerazione valeva anche per lui. Stranamente tutte le loro "conversioni" erano state causate dall'entrata in scena nella loro vita di Sakura, era l'elemento comune a tutti loro, quella ragazzina aveva anche lei un'abilità innata sin dalla nascita e la sua era infinitamente più pura e forte delle loro.
Mentre Sasori apriva un altro rotolo al fine di richiamare una marionetta che lo aiutasse nel compito, Sakura attivò lo Sharingan sperando di riuscire a contrastare la possibile tecnica mentale del manovratore di marionette. Di fronte a se, a quel punto, vide una massa di chakra blu e capì che doveva essere quello di Sasori, girò gli occhi e potè costatare per la prima volta, l'immensa quantità di chakra che possedeva Kisame e della quale tutti erano impressionati. Proprio in un punto più lontano dietro il ninja possessore della Samehada, riuscì ad intravedere due lievissime fiammelle color del mare, erano debolissime, sembravano voler lottare imperterrite contro il loro inevitabile spegnimento. Erano le stesse presenze che aveva avvertito prima, alle quali non era in grado di associarne l'identità. Siccome i suoi compagni non sembravano propensi a collaborare con lei, era consapevole che se voleva soddisfare la sua curiosità, l'unica possibilità era quella di fare affidamento sulle sue capacità. Non era una semplice curiosità, sentiva nel suo cuore che era qualcosa di importante che doveva assolutamente scoprire ma nonostante tutti i suoi sforzi, non stava raggiungendo il risultato sperato. Tutto per quel particolare aveva perso importanza, non stava nemmeno più rendendo necessarie le strette in cui l'avevano intrappolata sia Deidara che la marionetta di Sasori. Qualche goccia di pioggia cadde sulla sua fronte costringendola a strizzare gli occhi. In un attimo tutto le sembrò più chiaro, la pioggia era acqua e quindi avrebbe potuto usufruire del legame che aveva formato con quell'elemento al fine esaudire la sua richiesta di conoscenza. Non era sicura del risultato, Kisame non aveva mai accennato ad un qualcosa di simile ma aveva il dovere di tentare, non aveva molte altre scelte, inoltre il tempo stringeva, sentiva di dover scoprire chi fossero quelle persone prima che Sasori finisse il jutsu. Si concentrò al massimo, immise molto chakra nei suoi occhi per conferirlo allo Sharingan e cercò di isolarsi mentalmente al fine di indirizzare tutta la sua attenzione verso l'acqua che le provocava brividi in tutto il corpo, siccome il clima non era più primaverile. Appena fu sicura di aver raggiunto la condizione ottimale di concentrazione per l'attivazione del presunto legame, aprì di colpo gli occhi ed ignorando completamente il lavoro di scrittura che Sasori stava ancora svolgendo sulle sue braccia, visualizzò il punto nel quale vi erano le due anime sconosciute. Non sarebbe mai e poi mai stata in grado di spiegarlo ma qualcosa accadde dentro di lei, di punto in bianco fu certa che uno tra i due uomini distesi in terra fosse Itachi. Non aveva nessuna prova ma il suo cuore le diceva di essere sulla strada giusta, non si stava immaginando nulla, non era frutto del suo condizionamento e della sua voglia immensa di vedere l'Uchiha, era sicura che Itachi fosse l'individuo di cui avvertiva la presenza ed il flebile chakra. Quest'ultimo particolare indubbiamente la faceva allarmare, se il suo compagno di squadra con l'abilità innata dello Sharingan aveva davvero solo quel poco di chakra allora era in pericolo, in più quella infima riserva di energia psichica mischiata ad energia fisica che riusciva a malapena ad avvertire stava diminuendo sempre di più, fino a diventare quasi nulla. Cosa avrebbe dovuto fare? Itachi era in pericolo ma lei aveva le mani legate e non era un eufenismo. Deidara e Sasori sembravano impazziti all'improvviso e Yuki era strano quel giorno ma di certo non avrebbe mai lasciato morire il suo padrone, era affezionato ad Itachi ma non era un essere umano e non avrebbe potuto aiutarlo. L'unica sua speranza era Kisame, sapeva dei profondi sentimenti di amicizia e rispetto che nutriva nei confronti dell'Uchiha, non l'avrebbe abbandonato anche se all'improvviso, tutte le sue certezze erano cadute come le carte disposte a castello sul quale qualcuno soffia troppo forte. Il vento, suo alleato, era capace di distruggere come di alimentare, era l'elemento che rappresentava la libertà più assoluta per questo motivo l'aveva sempre attratta ed aveva sempre desiderato di essere proprio come quest'ultimo. Anche l'acqua le ispirava libertà ma era sempre legata alla terra invece, l'aria non aveva restrizioni ed era vitale per la sopravvivenza. Avrebbe esaudito il suo desiderio, sarebbe stata come il vento, sarebbe riuscita ad alimentare la debole fiamma che ancora sosteneva la vita di Itachi e l'avrebbe fatta ardere di nuovo, in modo più vigoroso e splendido di prima.
- Bene, ho terminato i preparativi - asserì Sasori iniziando a comporre dei sigilli.
- Kisame, Itachi sta morendo, avverto il suo chakra, si sta lentamente spegnendo, dobbiamo fare qualcosa! - lo spadaccino spalancò gli occhi e cominciò a riprendere contatto con la realtà. Com'era possibile che Sakura gli avesse detto quelle parole? Stava mentendo? La luce nei suoi occhi così decisa ma al contempo disperata, gli assicurava di no. I suoi occhi, per un secondo si perse in quelle iridi color sangue e rivide Itachi. Forse c'era davvero speranza? Eppure Sakura non era in grado di localizzare il chakra, non aveva ancora raggiunto quei livelli e lui che invece padroneggiava da tempo quell'abilità, non avvertiva nulla, nessuna traccia che potesse fomentare la speranza.
- La seconda tomoe - sussurrò Yuki osservando in viso la ragazzina che, di primo acchitto, aveva disprezzato.
Kisame, ormai zuppo di acqua visto che la pioggia aumentava incessantemente, comprese tutto. Sakura aveva attivato la seconda fase dello Sharingan pur di trovare Itachi e l'aveva rintracciato. I poteri di quel doujutsu erano infiniti e non avrebbe mai osato metterli in discussione.
- Non ha più importanza, ormai è troppo tardi - decretò Sasori, credendo che quelle fossero tutte fandonie.
- Danna, aspetta! - cercò di fermarlo Deidara nella sua azione di apporre la mano sulla fronte della kunoichi per iniziare il jutsu. Il biondino credeva nelle parole della ragazza, voleva credere a Sakura, sapeva che qualcosa di vero c'era, ci avrebbe messo la mano sul fuoco. Il ninja che più ammirava stava sbagliando tutto, detestava ammetterlo ma si doveva fermare, non doveva cancellare i ricordi dell'unica presenza femminile del gruppo.
Yuki fu spinto via dalla pressione dell'aria generata dal movimento fulmineo di Kisame, il quale aveva bloccato la mano dell'abile marionettista con la sua Samehada. Per qualche istante che durò un'eternità i due shinobi di altissimo livello si scambiarono un'occhiata decisamente poco pacifica.
- Cosa stai facendo? - sibilò Sasori, affilando ancora di più lo sguardo rendendo impossibile scorgere completamente le sue iridi color nocciola che in quel momento , brillavano della luce emanata dalla rabbia.
- Non farlo - rispose semplicemente mantenendo fermo il contatto visivo con il nipote dell'anziana Chyo.
Deidara osservava la scena preoccupato, non sapeva cosa fare. In cuor suo avrebbe voluto schierarsi con Kisame perchè aveva già capito quali fossero le sue intenzioni ma sapeva che il suo Danna aveva ragione, il loro ruolo era ben diverso. Sia Sakura che Yuki, invece, speravano con tutto il cuore che lo spadaccino riuscisse ad avere la meglio in quel silenzioso combattimento, se avesse avuto successo Itachi sarebbe stato salvo.
- Devo ricordarti le direttive di Itachi, Kisame? - domandò Sasori, pronunciando il nome di quello che in quell'istante si era tramutato nel suo avversario, con immenso disprezzo. Anche lui aveva realizzato le idee che balenavano nella testa del suo compagno dalla pelle blu ma non avrebbe permesso ad una mera speranza di rovinare tutti i piani di Itachi e tutto quello per cui aveva rischiato la sua vita. La decisione l'aveva presa da molto tempo, l'Uchiha era perfettamente cosciente di quello a cui sarebbe andato incontro, anzi, era tutta una sua macchinazione per permettere a Sasuke di salvarsi e di porre la parola fine alla maledetta missione che aveva accettato e della quale nessuno sarebbe mai venuto a conoscenza. Non avrebbe tollerato un fallimento della loro operazione solo a causa del mancato autocontrollo dello spadaccino. Se Itachi gli aveva affidato il comando era perchè aveva previsto che un qualcosa del genere sarebbe potuto accadere, si era espressamente raccomandato di procedere qualsiasi imprevisto si fosse verificato. Sicuramente sarebbe stato più semplice se avessero trovato l'Uchiha già morto, quell'inutile discussione non si sarebbe verificata ed avrebbero già concluso quello per cui erano stati inviati lì.
- Forse possiamo cambiare le cose - proferì Kisame, sapeva di stare commettendo una pazzia ma non avrebbe mollato. Non si sarebbe mai perdonato di essere il responsabile del fallimento dell'egregio piano di Itachi ma non sarebbe mai e poi mai riuscito a procedere nella sua esistenza con il rimorso di non aver salvato il suo compagno quando ne aveva avuto l'occasione. Forse l'inaspettata seconda tomoe spuntata nell'occhio di Sakura aveva un suo perchè, magari era un segno del destino che gli suggeriva che le cose non si sarebbero dovute svolgere come da programma, anche se non aveva mai dato credito ad assurdità come il fato, nella situazione disperata in cui si trovava, si sarebbe aggrappato a tutto pur di trovare una motivazione che avvalorasse la sua scelta.
- Non dire sciocchezze, ti stai facendo coinvolgere da inutili sentimentalismi. Uno shinobi non può permettersi simili debolezze, abbiamo ancora una missione da portare a termine e non ci rimane più molto tempo, non possiamo permetterci di sprecare minuti preziosi in dispute inutili - decretò Sasori indiscutibilmente spazientito, non poteva credere che Kisame avesse perso del tutto il lume della ragione.
Deidara capì che quella che si era creata era una situazione di stallo, nè il ninja che ammirava, nè il suo partner di screzi si sarebbero arresi. Qualcuno doveva intervenire e siccome Sakura e Yuki non erano candidati possibili, l'unico che rimaneva era lui. Avrebbe dovuto decidere da che parte schierarsi. Non l'avrebbe mai detto, qualche mese prima avrebbe di sicuro assecondato ciecamente il suo Danna ma adesso, la situazione era stravolta. Aveva vissuto per mesi in compagnia di Kisame, Sakura ed Itachi. Altro scherzo del destino, proprio per l'Uchiha che tempo prima avrebbe tanto voluto uccidere, si stava dilaniando l'anima al fine di considerare l'ipotesi di salvarlo o meno. I secondi si succedevano irrefrenabili, sentiva il peso ingombrante ed insostenibile della scelta che stava per prendere sulle sue spalle ma un'occhiata alla ragazzina alla quale aveva affidato l'appellativo di "tappetto" ed un'altra allo spadaccino gli resero limpido il quadro della situazione. D'altronde lui amava l'improvvisazione, non sopportava i piani, non era quel tipo di persona che sottostava alle regole, era uno spirito libero e se Itachi l'avesse incolpato in futuro per l'azione che stava per fare, allora avrebbe avuto un'ottima scusa per porre fine alla sua vita dopo avergliela salvata inemicandosi perfino Sasori che era cosciente che non l'avrebbe mai perdonato tanto facilmente.
Sorprendendo tutti, Deidara spinse Sakura nel vuoto ed in seguito, rapidamente, inserì  le mani nella sacca di argilla per realizzare l'ennesima opera d'arte. Kisame e Sasori osservarono interdetti la scena non sapendo cosa fare. Il loro compagno bombarolo era impazzito?
- Che cosa hai...? - ma non fu in grado di completare la frase lo spadaccino che un buffo uccello dal collo troppo lungo e quattro ali piccoline fuoriuscì dal palmo della peculiare mano dell'artista diventando poi, in seguito ad un comando eseguito con la tipica posizione di tutte le dita piegate tranne le due più lunghe, grande e maestoso.
- Tonno scaduto sali su e vai a prendere Sakura - Kisame per qualche secondo sembrò non capire ma poi sorrise e si allontanò a bordo del volatile di creta, verso la direzione in cui la ragazza stava precipitando.
- Grazie biondina-tinta - e quelle parole che disse lo spadaccino emersero dal profondo del suo cuore, una volta di ghiaccio.
La kunoichi dai capelli dipinti di nero, strillava e si era raggomitolata tremando e maledicendo quel bombarolo che le stava facendo provare il brivido del volo. Era terrorizzata, non riusciva neanche a respirare. Stava andando nella braccia della morte e nemmeno un flashback strappalacrime le stava proponendo la sua mente. Che fine orribile, non sapeva neanche chi fosse ed avrebbe chiuso definitivamente gli occhi continuando a non saperlo. Sperava che almeno Itachi si sarebbe salvato, per lei ormai non c'era più speranza ma desiderava con tutte le sue forze che almeno lui avrebbe continuato ad esistere.
Una botta sulla schiena la fece sobbalzare e si rese conto di non essere più in caduta libera, spalancò gli occhi e vide il volto color zaffiro, dalle sembianze di uno squalo.
- Piaciuto il salto? - domandò sorridendo, anche se era ancora in dubbio la situazione dell'Uchiha, la speranza che avvertiva espandersi fino a sopraffarlo era incontrastabile. Sakura capì che quello di Deidara era stato un modo per aiutare Kisame ad andare in soccorso di Itachi ma non lo perdonava, sarebbe potuta morire per lo spavento, avrebbe anche potuto trovare un modo meno brusco e pericoloso. E se la sua graziosa opera d'arte non fosse riuscita a raggiungerla in tempo? Sarebbe morta schiacciata al suolo. Maledetto artista, l'aveva messa in pericolo senza pensarci due volte, appena avesse potuto l'avrebbe massacrato per quella sua bravata.
- Avrei preferito una discesa meno adrenalinica - affermò scendendo dalle braccia muscolose dello spadaccino per toccare, finalmente, il suolo con i suoi piedi, anche se era ancora un'effimera sensazione visto che erano ancora in volo. Man mano che si avvicinavano, all'incredibile velocità alla quale si spostava lo strano volatile color bianco, poteva scorgere sempre più dettagli del luogo e delle vittime. C'erano due figure, una distesa per terra e coperta di sangue ed un'altra ancora in piedi appoggiata all'unica parete ancora eretta su cui troneggiava imponente il simbolo degli Uchiha.
- Sakura - gracchiò con voce sofferente il corvo capostormo, faceva un'enorme fatica a volare al ritmo incredibile al quale stava andando il suo approssimativo clone di creta ed in più, le pessime condizioni atmosferiche non lo facilitivano. L'interpellata si girò ed accolse fra le sue braccia il piccolo animale nero garantendogli un viaggio più comodo e rilassante.
- Te ne pentirai - sibilò sprezzante Sasori osservando i due fuggitivi dall'alto e riponendo tutti gli elementi per il justu non compiuto nella borsa di cuoio che portava a tracolla.
- Non essere così pessimista Danna! Ho preso la decisione migliore e lo sai anche tu, solo che non vuoi ammetterlo! - rispose Deidara sorridendo sornione ed augurandosi che i suoi compagni facessero in tempo.
- Sciocchezze - proclamò, ancora contrariato, il marionettista asciugandosi con la manica della divisa dell'organizzazione, il volto completamente bagnato a causa della pioggia. Anche se non voleva ammetterlo, Deidara aveva fatto forse quello che era giusto, si era assunto la responsabilità di un gesto che anche lui avrebbe voluto compiere. Occorreva un cuore leggero ed una poca consapevolezza delle responsabilità per mandare all'aria un programma abilmente ingegnato da anni, qualità che, alla sua persona sempre concreta e pragmatica, erano note non essere nel suo repertorio. Si auspicò che il tentativo non risultasse vano, una delusione del genere dopo quell'iniezione di speranza che avevano ricevuto sarebbe stata impossibile da superare.
Kisame, finalmente giunto in una posizione dalla quale riusciva a delineare facilmente i contorni del viso dei due shinobi martoriati sul campo di battaglia, identificò la figura stesa al suolo come quella di Itachi e quella ancora in piedi, come quella di Sasuke. Quindi, alla fin fine, il piano era andato a come aveva previsto anche se sperava che qualcosa sarebbe cambiato, un piccolo particolare che per lui era fondamentale correggere.
- Itachi - constatò inorridita la kunoichi e la stessa espressione l'aveva anche il piccolo volatile stretto fra le sue esili braccia. Intanto, il manufatto di argilla che stava trasportando Sasori e Deidara, si accostò all'altro di successiva creazione e Kisame assottigliò lo sguardo, pensando che il marionettista volesse di nuovo impedirgli di raggiungere l'Uchiha maggiore.
- Sardina! Dobbiamo allontanarci un pò - proclamò il bombarolo unendo le mani al fine di far eseguire l'ordine ai volatili da lui prodotti.
- Che cosa stai dicendo, Deidara! - sbottò Sakura, vedendo allontanarsi sempre di più l'uomo che più aveva bisogno di lei. Lo spadaccino squadrò Sasori domandandosi quali fossero le sue vere intenzioni, che motivo c'era di sprecare tempo prezioso?
- Sasuke è ancora cosciente, viste le sue condizioni perderà i sensi tra qualche secondo - rispose l'ex ninja di Suna ad una domanda muta che i due componenti del gruppo non sottostanti alle sue direttive, gli avevano implicitamente rivolto.
Kisame non rispose nulla maledicendo la sua impazienza e benedicendo la presenza di Sasori. Itachi doveva aver previsto anche il suo trasporto emotivo se aveva deciso di affidare l'intera operazione allo shinobi dai capelli color fuoco, ancora una volta l'Uchiha si era dimostrato previdente e come il suo secondo, un'eccezionale stratega anche se lo svolgersi degli eventi non avrebbe preso la piega desiderata.
Sakura osservò il compagno più caro a Deidara e ne rimase affascinata, la sua sicurezza, il suo ostentare freddezza e scaltrezza erano doti che la ammaliavano e che le facevano odiare sempre di più il suo carattere infantile ed ansioso.
- Deidara controlla la situazione e dicci quando potremo atterrare - al comando, il biondino chiuse l'unica palpebra visibile dal ciuffo che gli copriva metà volto e portò la mano sinistra all'altezza della tempia per spostare i capelli dorati che coprivano la visuale al macchingegno che aveva posizionato sull'occhio. Con qualche piccolo giro ad una manopolina, riuscì a visualizzare il luogo dello scontro che adesso presentava entrambi i fratelli distesi in terra in una posizione alquanto curiosa, in quanto erano l'uno sdraiato in posizione opposta all'altro, quasi a voler simboleggiare il bene ed il male, anche se in verità, erano entrambi due vittime di una vita troppo crudele ed ingiusta.
- Sasuke è svenuto, possiamo andare - annunciò, collocando le mani per formare il sigillo che li avrebbe portati direttamente sulla scena che rappresentava l'atto finale di una recita che aveva fatto soffrire troppe persone.
- Non così in fretta - disse Sasori con lo sguardo estremamente serio, stupendo nuovamente i membri del gruppo dell'Akatsuki.
- Cosa succede Danna? - domandò allibito Deidara che non comprendeva la sua esitazione.
- Se non ci sbrighiamo Itachi morirà! - affermò Sakura, concentrandosi maggiormente per riuscire a percepire il piccolo sentore di chakra che affiorava dall'Uchiha oggetto dei suoi pensieri.
- Controlla se ci sono nemici - ordinò mantenendo un'espressione seria, temeva che non sarebbe stato così facile fare quello che si erano preposti. Non era quello il piano che avevano studiato e non potevano permettersi di essere frettolosi, visto che non avevano programmato nulla per soddisfare le loro nuove intenzioni.
- Andiamo Sasori, chi vuoi che ci sia! Smettila di essere così paranoico, quelli di Konoha saranno troppo impegnati a leccarsi le ferite per venire fin qui ad ostacolarci - proruppe Kisame, stanco dei ripetuti tentennamenti dell'artista.
- Non ne sarei molto sicuro ma comunque non solo loro a preoccuparmi, Itachi ha dei nemici molto più potenti - il padrone della Samehada osservò il suo interlocutore attentamente, prima di formulare la domanda che avrebbe permesso a tutti i presenti di comprendere le preoccupazioni del traditore di Suna.
- A chi ti riferisci? - domandò con una lentezza che a Sakura parve angosciante, forse anche Kisame avrebbe preferito non ascoltare la risposta.
- All'uomo che ha nelle sue mani le redini dell'Akatsuki e che mira alla conquista del mondo: Uchiha Madara. Itachi lo riteneva improbabile ma io sono quasi certo che costui sia a conoscenza della verità sulla missione che lui accettò undici anni fa. Non sono informato riguardo i piani di Madara ma credo che il corpo di Itachi sia un tesoro che non si lascerà scappare facilmente, pertanto, sono convinto che qui intorno ci sia qualcuno posto a sorvegliare i due corpi per poi portarli via non appena ricevuto l'ordine. Un'altra mia teoria, infatti, è che Madara tenterà di soggiogare Sasuke per trascinarlo dalla sua parte in modo utilizzarlo come arma finale da scagliare contro Konoha. Quel ragazzo adesso è convinto di non avere un obiettivo, è come argilla da modellare a proprio piacimento, in più l'essere un Uchiha, garantirà a Madara un maggiore ascendente - Sakura non riuscì ad aprire bocca mentre Deidara anche se attentissimo alle parole del suo compagno, continuava a perlustrare la zona più attento che mai. Kisame tremava dalla rabbia e stringeva i pugni, non sopportava l'idea che quel Madara tentasse di distruggere ciò per cui Itachi aveva sacrificato la sua intera esistenza.
- Quindi, dobbiamo aspettarci l'eventualità in cui è altamente possibile che saremo costretti a fronteggiare ninja molto abili, probabilmente dell'Akatsuki ma non necessariamente. Una volta atterrati, è da prendere in considerazione anche l'ipotesi di uno scontro con Pain - l'atmosfera si gelò, quel nome suscitava timore in tutti gli shinobi presenti, colui che era stato posto a capo dell'Akatsuki, almeno in apparenza perchè la vera mente era Uchiha Madara, era noto possedere abilità fuori dal comune, in più nei suoi occhi troneggiava maestoso il Rinnegan, l'unica abilità oculare che vantava l'inquietante titolo di superiore a tutte quelle esistenti. Tale deduzione rendeva ancora più spaventoso l'Uchiha che riusciva a sottometterlo alle sue volontà, una simile egemonia necessitava di un potere ancora maggiore.
- Lo combatteremo se sarà necessario, la mia arte ha bisogno di continue ispirazioni per migliorare e diventare sempre più stupefacente - asserì Deidara con la sua solita superbia che non convinceva nessuno, perchè tutti troppo realisti ed angustiati dallo svolgersi degli eventi.
- Molto probabilmente, Pain ti ucciderà prima che tu riesca a modellare anche un solo grammo di argilla esplosiva - proferì Sasori guardando il cielo che non smetteva di piangere. La pioggia non l'aveva mai attratto perchè rovinava il legno e quindi, deteriorava le sue opere d'arte che dovevano conservare la loro bellezza in eterno secondo i suoi canoni, eppure gli infondeva un senso di malinconia che lo affascinava ed incantava, forse anche perchè nella sua infelice infanzia non era mai stata partecipe delle sue giornate eternamente irraggiate dal Sole nel troppo caldo ed afoso villaggio di Sunagakure.
- Sempre ottimista Danna, comunque, sembra che sfortunatamente per noi, l'unico avversario sarà quell'insalata umana di Zetsu - proclamò il bombarolo con atteggiamento alquanto deluso rispetto al programma avvincente che si era pregustato all'idea di un'incontro con Pain.
- Zetsu? Forse Madara non aveva previsto un nostro tentativo di salvare Itachi, allora, c'è ancora qualche possibilità di uscirne indenni - riflettè Sasori corrucciando lo sguardo e pensando ad una possibile strategia per riuscire a concludere quell'assurdo incarico evitando combattimenti pericolosi.
- Cosa facciamo Sasori? - domandò Kisame sempre più preoccupato anche se in parte, rinfrancato dalla notizia. Zetsu non credeva rappresentasse un grande pericolo per il loro gruppo, anche se aveva imparato bene che le apparenze ingannavano, soprattutto in quell'organizzazione, Tobi ne era una prova.
- Deidara, comincia ad avvicinarti, ho un piano ma ve lo spiegherò una volta sola, per cui state attenti, la sua riuscita dipenderà dalla rapidità e dal sangue freddo che riusciremo a mettere in questa impresa - annunciò il marionettista, sbottonandosi la casacca dell'Akatsuki per prendere un rotolo nascosto. Sia il biondino che gli altri membri del team rimasero impressionati dall'incredibile velocità di pensiero che aveva avuto il loro compagno, i pochi minuti aveva elaborato una strategia vincente sulla base di pochissime informazioni. Il vento e la pioggia si abbattevano sui ninja il cui obiettivo era quello di salvare Uchiha Itachi. Anche se i fenomeni atmosferici, la stanchezza e le condizioni di disagio erano destabilizzanti, erano tutti in trepidante attesa e totalmente concentrati sul piano che si apprestava ad esplicitare loro il nipote dell'anziana Chyo.
- Appena atterremo sarà una corsa contro il tempo. Zetsu non ha grandi abilità, tranne quella di percepire il chakra di provenire dai corpi, fortunatamente non sa riconoscere con esattezza di chi sia e con un pò di distrazione, dovremmo riuscire ad ingannarlo. Io e Deidara ci dirigeremo da Zetsu mentre Sakura, Kisame e Yuki andrete da Itachi. Sakura, quando saremo sicuri di essere al di fuori della visuale di Zetsu, tu e Kisame creerete un kagebushin che faremo atterrare poco distante. Yuki, utilizzando la tua abilità, nasconderai i loro chakra e li renderai impossibili da localizzare. Tutto chiaro fin qui? - domandò Sasori volendo essere sicuro prima di proseguire, era una strategia un pò contorta ma era l'unica possibilità che avevano.
- Si - risposero Sakura e Yuki mentre Kisame si limitò ad un cenno con il capo.
- A quel punto, una volta a terra ci divideremo, Deidara tu dovrai cominciare ad esultare per la morte di Itachi ed a lamentarti per non esserne stato tu l'artefice ed io procederò esternando a Zetsu la mia preoccupazione per la possibile minaccia di Konoha che si sta avvicinando sempre di più. Sakura tu, invece, ti getterai sul corpo del ragazzo che vedrai accanto ad Itachi e comincerai a piangere per lui, disperandoti e tentando di curarlo, maledicendoci e minacciandoci dell'imminente intervento degli shinobi di Konoha poco distanti - i presenti erano sbigottiti, perchè la ragazza avrebbe dovuto fare una simile recita, a quale scopo?
- Ma per quale motivo dovrei farlo? Non le conosco nemmeno queste persone - disse l'unica kunoichi del gruppo esprimendo tutto il suo stupore e sentendosi sempre più confusa e allo stesso tempo, sempre più bramosa di risposte.
- Dobbiamo dare una prova certa a Zetsu che Itachi è deceduto per poterlo tenere a distanza dal suo corpo. Stando a quanto mi ha detto Deidara, nell'Akatsuki in molti giudicano improbabile il presunto tradimento di Sakura, pertanto, quale modo migliore per giustificarlo, se non quello di svelare che il motivo era una tecnica che Itachi aveva utilizzato su di lei, annullatasi in conseguenza alla sua morte? - Sakura era sbalordita, quindi era quella la verità sul suo passato offuscato? Era Konoha il suo villaggio originario? Era spaventasa e la testa le girava vorticosamente. Tante richieste assopite con la forza di volontà necessitavano di essere soddisfatte. Aveva bisogno di certezze, si sentiva persa senza. Non avere un passato l'aveva resa fragile, debole ed instabile.
- Mi raccomando Sakura, è fondamentale che tu non esprimi nessun segno visibile di preoccupazione per Itachi o per noi, quando atterreremo saremo i tuoi peggiori nemici. Inoltre, nel caso remoto in cui Zetsu provi a farti delle domande per verificare le nostre parole, dovrai rispondere che sei una kunoichi di Konoha, che il ragazzo per il quale ti dispererai è Uchiha Sasuke, un tuo ex compagno di squadra che ha tradito il tuo villaggio qualche anno fa per dirigersi da Orochimaru - la ragazza era scossa, qualcosa dentro di lei sembrava reagire a quelle parole, come se quelle frasi attivassero attivato una reazione chimica nel suo organismo.
- Io...- non sapeva cosa rispondere, avrebbe dovuto attuare una farsa dinanzi a dei ninja pericolosissimi e non era in condizioni psicologiche ideali per mantenere la freddezza necessaria a garantire la copertura. Se si fosse tradita per Itachi ed i suoi compagni sarebbero morti. Compagni, continuava a classificarli con quel sostantivo anche se si rendeva conto che non conosceva nulla di loro, forse anche i nomi che utilizzavano erano falsi, del resto, se il mondo in cui aveva vissuto non era altro che una fantasia, niente più l'avrebbe sorpresa.
- Sakura, quando tutto questo sarà finito ti prometto che ti racconterò la verità sul tuo passato ma ti prego, aiutaci a salvare Itachi-san - Kisame aveva uno sguardo così profondamente sincero e preoccupato che Sakura non potè non avvertire nel suo cuore una sentita commozione nell'ascoltare quella richiesta che sapeva, essere la stessa che le rivolgeva il suo cuore nonostante il caos che lo invadeva. Se c'era ancora qualcosa che poteva considerare sicuramente sincero erano i sentimenti che nutriva per Itachi e tutti coloro che l'avevano accompagnata durante quel periodo.
- D'accordo, fidati di me - lo rassicurò, fingendo con lo sguardo più sicuro e fiero che poteva.
- Grazie - disse semplicemente lo spadaccino giurando che quando l'Uchiha si fosse trovato al sicuro, avrebbe provveduto a placare il tormento interiore di Sakura aiutandola a recuperare la memoria con o senza l'approvazione e l'aiuto di Sasori e del suo compagno più caro.
- Kisame a te affido il ruolo più importante - rivelò il marionettista interrompendo suo malgrado, il momento così intenso che stavano condividendo Sakura e l'Hoshigaki ma il tempo non era così delicato da fermarsi ad aspettare e continuava a scorrere imperterrito, riducendo sempre di più le loro possibilità di riuscita.
- Cosa devo fare? - domandò avvertendo l'agitazione e l'ansia crescere e divampare nel suo corpo come fuoco, l'elemento più debole contro la sua natura ma in quegli istanti, distruttivo contro il suo stato psicologico.
- Dovrai fingere di verificare il presunto decesso di Itachi e nell'attimo in cui ti avvicinerai per farlo, dovrai porre un sigillo in un luogo nascosto, sul collo, sotto i capelli, in modo da nasconderlo a Zetsu - tutti i presenti furono ancora una volta stupiti dalle parole di Sasori, a che cosa serviva un sigillo? Qual'era il vero piano dello shinobi dai capelli rossi?
Sasori porse a Kisame un foglietto su cui vi erano dei kanji piccolissimi, ecco perchè sarebbe risultato possibile nascoderlo anche in un secondo. Il ninja di Kiri osservò il pezzo di carta con curiosità, non avendo mai visto prima d'ora quei simboli.
- Danna, è quella tecnica? - domandò Deidara lasciando trasparire il particolare legame che lo univa all'artista appena entrato nel gruppo.
- Sì ma vi ho applicato qualche variazione - spiegò Sasori lasciando ancora perplessi e palpitanti dalla curiosità, i ninja estranei al dialogo.
- Di cosa si tratta? - chiese immediatamente Kisame, attendendo di essere delucidato il più in fretta possibile.
- E' un jutsu medico sul quale stava studiando Kabuto, quando era ancora un mio subordinato. Consiste nel trasformare l'aspetto di un cadavere, rendendo quasi impossibile il riconoscimento dell'inganno, basta solo che l'esecutore conosca il soggetto del quale il defunto prenderà le sembianze - proferì Sasori, parlando sempre con il suo tono di voce ammaliante e penetrante.
- Ancora non capisco, noi non abbiamo un cadavere e poi come può esserci utile per salvare l'Uchiha? - domandò Deidara poco convinto dell'utilità della tecnica dell'utilizzatore del Kugutsu no jutsu.
- Deidara, sai che non mi piace essere interrotto, fammi finire il discorso prima di parlare a sproposito - lo redarguì freddamente Sasori, causando uno sbuffo del bombarolo per nulla risentito delle frasi rivoltegli. Stranamente il biondo non reagiva mai alle ammonizioni del ninja originario di Suna, ennesima dimostrazione di rispetto che nutriva nei suoi confronti.
- Come avevo già precedentemente spiegato, questa è una variazione di questo jutsu per due motivi. Il primo consiste nella condizione del cadavere, effettivamente, non possediamo una persona da sfruttare ma le mie marionette, essendo create in modo peculiare potranno assolvere quel compito. Il secondo motivo consiste nel fatto che fungerà anche da scambio di corpi, infatti, nel momento in cui Kisame posizionerà l'adesivo con il sigillo, Itachi verrà spedito nel luogo in cui vi sarà l'altro tipo di sigillo collegato al primo e la marionetta prenderà il suo posto - Sakura stava ancora facendo fatica a comprendere l'ingegnoso escamotage di Sasori così come Deidara che si meravigliava dell'immensa genialità del suo Danna. Kisame non poteva non essere sbalordito dall'ineguagliabile velocità di pensiero che aveva avuto il marionettista per organizzare tutto in un infimo lasso di tempo.
- Geniale - sussurrò impercettibilmente la kunoichi, vergognandosi subito ed arrossendo notando l'occhiata divertita della persona alla quale era rivolto il suo commento.
- Non ho ancora finito, come certamente immaginerete, nonostante lo scambio sia invisibile e assolutamente silenzioso, la mia marionetta non potrà mai essere sufficiente ad ingannare Zetsu, pertanto, ecco spiegato il ruolo del Kagebushin di Kisame. Infatti, siccome sei quello del gruppo con maggiore riserva di chakra, sei il candidato migliore per mantenere il sigillo numero due ed assicurarti il mantenimento della Henge no Jutsu - rivelò Sasori che mentre spiegava, ricontrollava mentalmente il piano sperando non ci fossero falle destinato a farlo crollare.
- Ho capito! Il Kagebushin di Kisame farà fare la Henge no Jutsu alla marionetta in modo che diventi come l'Uchiha - affermò Deidara eccitato dall'aver compreso il fantastico stratagemma.
- Esatto. Uno dei kanji permette la trasmissione del chakra, le marionette possono eseguire delle tecniche ma hanno bisogno del chakra dei manovratori, almeno quelle non umane. Kisame, non dovrai mai distrarti e dovrai concentrarti al massimo affinchè la tua copia trasmetta sempre la stessa quantità di chakra alla marionetta e le faccia reggere la Henge no Justu, almeno fin quando ne avremo bisogno - precisò Sasori passandosi una mano fra i morbidi e delicati fili color rubino che incorniciavano dolcemente il suo volto dai lineamenti splendidamente soavi.
- C'è una cosa che ancora non mi è chiara, qual'è la funzione del Kagebushin di Sakura? - domandò Deidara con espressione concentrata e perplessa, le sopracciglia aggrottate esprimevano appieno il suo disordine mentale.
- Dovrà curare Itachi-san, una volta che io attiverò il jutsu applicando il sigillo - spiegò Kisame il quale finalmente poteva comprendere integralmente il prodigioso ragionamento di Sasori. Era un ninja eccezionale, ora poteva rendersi conto del motivo per il quale Deidara lo ammirava incondizionatamente. Si meritava tutta la sua stima ed anche Itachi aveva afferrato il suo talento immenso per aver aiutato il bombarolo nella richiesta per farlo resuscitare da Pain. Dovevano assolutamente ringraziare quegli anelli particolari dell'organizzazione che permettevano al capo dell'Akatsuki di salvarli dall'aldilà, qualora ce ne fosse stato bisogno. Il salvataggio di Itachi sarebbe stato merito della sua mente brillante.
Sakura, Deidara e Yuki condividevano lo stato di meraviglia nei confronti della sublime intelligenza di Sasori, il suo livello di strategia era irrangiungibile da uno shinobi qualunque. Il marionettista era la dimostrazione che anche se non si nasceva con abilità innate particolari, si poteva compensare la mancanza con l'impegno e la dedizione, anche se la sua scaltrezza ed il suo acume erano un'altro tipo di predisposizione naturale, non ottenibile con la sola forza di volontà e costanza.
Il piano geniale suffragava ancora di più la teoria del suicidio volontario di Sasori, durante il combattimento con sua nonna e Sakura. Anche se la sua parente era un'abilissima marionettista e la ragazzina era l'allieva del quinto Hokage, le loro capacità no avrebbero mai potuto davvero impensierire Sasori. La sua era stata una scelta volontaria, dettata dalla comprensione di aver sbagliato, dalla voglia di poter rimediare agli errori commessi dettati da un passato troppo crudele ed ingiusto ma adesso aveva avuto una secoda chance e l'avrebbe sfruttata, finalizzando tutte le sue energie verso una nuova esistenza, accompagnata dai riscoperti veri valori della vita.
- Manca poco, ancora qualche metro e lasceremo scendere i vostri Kagebushin. Kisame, Sakura, eseguiteli adesso, Yuki prepara la tua tecnica di celamento - comandò Sasori ed i due chiamati in causa eseguirono prontamente il jutsu. Da una nuvoletta bianca di fumo, due copie completamente fradicie come gli originali fecero la loro comparsa alle estremità del volatile di creta, la cui superficie era sempre più scivolosa a causa dell'enorme quantità di pioggia che stava precipitando.
Kuchiyose no Jutsu - scandì sonoramente Sasori, richiamando una marionetta che aveva imprigionato nel rotolo di pergamena che portava con sè. Dietro al collo del fantoccio, posizionò il sigillo che aveva scritti i kanji necessari per il jutsu programmato ed al centro, in un cerchio, vi era il numero due, che si riferiva alla condizione per la quale il manichino era il secondo soggetto dello scambio. Terminati i preparativi, affidò nelle mani del clone dello spadaccino, la marionetta ed alzò una mano controllando con lo sguardo il territorio che si muoveva sotto di lui.
- Adesso - ordinò, eseguendo un gesto con il braccio, tipico dei ninja impegnati nelle azioni di spionaggio. I Kagebushin si gettarono dall'opera d'arte di Deidara seguiti da Yuki che ne aveva completamente occultato il chakra.
In quel momento, un tuono ruggì la sua presenza riecheggiando per tutta la vallata, quasi a voler contribuire all'atmosfera inquietante che si respirava, fungendo da colonna sonora.
- Bene, le condizioni metereologiche sono dalla nostra parte, con questa pioggia, anche gli odori saranno completamente cancellati - constatò Sasori augurandosi che non vi fossero imprevisti e che tutto convergesse per il meglio.
I metri che separavano il team all'arrivo a destinazione furono cullati da un silenzio pesante e soffocante. Nessuno osava parlare, persino Deidara taceva aspettando che tutto avesse fine, anche se l'adrenalina lo inondava e lo rendeva impaziente. Sakura era preoccupata, aveva paura, aveva dei brutti presentimenti ed il tempo accresceva la sua ansia. Non era sicura delle sue doti di attrice, avrebbe dovuto piangere per un altro ed imprecare contro i suoi compagni. Se non fosse stata convincente? Se si fosse tradita? Continuava a tormentarsi, imponendo alla sua mente di smetterla di angosciarla ma senza risultato, era un'operazione rischiosa, nella quale tutti stavano mettendo in gioco la loro vita per salvarne un'altra e l'errore non era ammissibile.
Kisame, invece, era assorto, perso nei suoi pensieri. Osservava un punto indefinito e rifletteva su come avrebbe adempiuto al suo compito. Immaginava la scena riflettendo sul modo migliore per attaccare il sigillo essendo sicuro di non essere visto.
All'improvviso, l'enorme volatile bianco rallentò, quasi senza preavviso, tanto che tutti furono sorpresi di come fosse passato così in fretta quel tempo che sembrava, invece, non finire mai.
- Fine della corsa - l'unica persona che avrebbe potuto ancora trovare dentro di sè la forza necessaria per stemperare gli animi, poteva solo essere Deidara. Era una vera e propria forza della natura, non si abbatteva mai e non si lasciava per nessun motivo coinvolgere eccessivamente dalle preoccupazioni interiori. Forse il motivo era da collegare al suo animo spericolato e poco propenso alla razionalizzazione, completamente opposto a quello del suo Danna.
Scesero lentamente, fingendo una tranquillità assolutamente non presente all'interno degli shinobi.
Sasori si voltò impercettibilmente, dirigendo le sue iridi color nocciola verso uno spiazzo devastato dietro di lui, nel quale vi erano numerosi blocchi di pietra sparpagliati, testimoni di un combattimento che doveva essere stato memorabile. Tutti avvertirono la presenza che aveva rilevato il marionettista e la collegarono subito a Zetsu.
Sakura osservò le rovine che si susseguivano nello spiazzo, il suo Sharingan, anche se non richiamato, le fece avvertire un altro chakra nelle vicinanze, molto debole e diresse il suo sguardo in quella direzione. Ai piedi di un muro in pietra, miracolosamente ancora innalzato, nonostante i numerosi danni che riportava soprattutto nella parte superiore e sulla cui facciata era ancora perfettamente il simbolo del clan Uchiha, vi erano gli ultimi due discendenti della casata, o forse, i due più giovani considerando l'esistenza di Uchiha Madara.
La fitta che avvertì al cuore e la disperazione e l'apprensione che animavano la sua mente, le bloccarono il respiro. Gli occhi volevano lacrimare vedendo il corpo martoriato di Itachi, era ricoperto di sangue e sembrava davvero morto anche se lei sapeva che non era ancora così. Aveva voglia di avvicinarsi ma si ricordò improvvisamente del ruolo che doveva interpretare e decise di sfruttarlo per dirigersi da lui.
- Sasuke - urlò pronunciando quel nome come se avesse urlato quello di Itachi. Aveva trovato il modo per accontentare Sasori, avrebbe considerato Sasuke, l'Uchiha verso il quale era in ansia ed in quel modo, non avrebbe permesso il fallimento del piano ingegnato con cura dal marionettista.
Si gettò sul corpo svenuto dell'altro ragazzo, così simile all'erede che aveva conosciuto della casata, appoggiando la testa in modo da poter osservare anche Itachi mentre fingeva singhiozzi strazianti.
- E' morto, quell'Uchiha da strapazzo è veramente andato all'altro mondo - gridò divertito il bombarolo, non appena capì che Zetsu si stava avvicinando sempre di più a loro tre.  
- Deidara, smettila, abbi rispetto per la morte di Itachi-san - rispose contrariato ma mantenendo un atteggiamento cinico ed impassibile Kisame, il quale riusciva a stento a rimanere inerte di fronte al suo compagno più caro ridotto in fin di vita.
- Chi se ne importa, mi dispiace solo di non averlo ucciso io, quel maledetto Sasuke mi ha anticipato ancora una volta, così come fece con Orochimaru - proseguì Deidara cercando di risultare il più credibile possibile, non pensava più quelle parole da tempo.
- Sarà morto anche lui? - domandò Sasori, entrando a far parte del cast di attori improvvisati.
- No, è solo svenuto - affermò Zetsu facendo la sua apparizione e scrutando attentamente i ninja che aveva di fronte. Voleva captare ogni possibile tradimento, Madara gli aveva spiegato la situazione, secondo lui si erano molto affezionati ed aveva paura che cercassero di tramare qualcosa.
- Insalata, ci sei anche tu allora! - lo schernì l'artista più esuberante, alzando di due ottave il tono di voce, già normalmente squillante.
- Deidara, come ti permetti di chiamarmi in quel modo! - lo ammonì con severità, la parte bianca dello strano essere vegetale membro di Akatsuki.
- Mangiamolo! - propose l'altra metà del suo corpo, quella del colore della notte e notevolmente meno stabile.
- Non possiamo, dopo saremmo nei guai - rispose la mente più pacata e riflessiva del ninja con l'abilità della mimetizzazione.
- Kisame, dove stai andando? - domandò sospettoso lo Zetsu nero, dimenticandosi totalmente dell'offesa subita.
- Voglio controllare se è morto davvero, non riesco a crederci - rivelò lo spadaccino pregando che quella spiegazione fosse sufficiente. Non sapeva come avvicinarsi per dare il via al jutsu, altrimenti.
- Non andare - lo bloccò con voce macabra e tenebrosa la parte nera dello shinobi.
- Zetsu che problema c'è? Non ti fidi di noi? Siamo tutti membri di Akatsuki, non vedo il motivo per il tuo atteggiamento restio e sospettoso - Zetsu comprese che se avesse insistito, si sarebbe dovuto scontrare contro tre ninja dalla straordinaria potenza contemporaneamente. L'unica soluzione che gli restava, era quella di lasciarlo fare, facendo attenzione ad ogni suo movimento, solo se avesse visto qualcosa sarebbe intervenuto rischiando la vita.
- No, scusami, anche io sono scioccato dalla morte di Itachi, non avrei mai pensato che Sasuke sarebbe riuscito a batterlo - finse palesemente per recuperare la situazione lo Zetsu bianco, mentre l'altra sua metà chiudeva gli occhi e si concentrava in un jutsu.
- Zetsu, i ninja di Konoha stanno venendo qui, è necessario recuperare i corpi al più presto ed allontanarci - disse Sasori iniziando il suo compito finalizzato a far distrarre il più possibile Zetsu, anche se l'unico che sembrava prestargli attenzione era solo quello bianco, l'altro appariva come immerso in un altro mondo e quella condizione non gli ispirava nulla di buono.
- Konoha? Come mai sono sulle vostre tracce? - domandò con voce nettamente più acuta di quella dello Zetsu nero, l'altra sua frazione.
- Non sulle nostre ma su quelle di Uchiha Sasuke - precisò il marionettista non girandosi nemmeno per un attimo in direzione di Kisame, in modo da non attirare l'attenzione su di lui.
Il ninja nativo di Kiri giunse al capezzale del suo compagno più caro, si inginocchiò e controllò che nella mano, completamente avvolta dalla tunica nera a nuvole rosse dell'organizzazione, fosse presente il sigillo numero uno. Deglutì silenziosamente ed appoggiò la mano destra, dalla carnagione bluastra, sul collo di Itachi per far finta di controllare i battiti. Accovacciandosi ulteriormente per posizionare il suo capo sul petto dell'Uchiha maggiore, con una velocità incredibile appose il sigillo premurandosi che il suo arto mancino fosse fuori visuale per Zetsu.
Sakura, non appena si accorse che Kisame aveva completato il suo compito, tirò un sospiro di sollievo, Itachi era al sicuro, ora non dovevano far altro che scappare il più lontano possibile e mettersi in salvo anche loro. Grazie al suo Sharingan, poteva constatare che il Kagebushin dell'uomo-squalo stava svolgendo un ottimo lavoro, non si notava per nulla la differenza con il vero corpo di Itachi ed inoltre, i loro cloni erano egregiamente nascosti da Yuki, non riusciva a captarli nemmeno concentrandosi al massimo. La strategia era stata geniale ed era andata a buon fine, avevano vinto e quel Zetsu, così come quell'Uchiha Madara non erano poi un grande pericolo se erano stati così sprovveduti da sottovalutarli.
- E' morto - proclamò Kisame alzandosi e dirigendosi di nuovo in direzione di Deidara e Sasori, i quali stavano ancora conversando con Zetsu.
- Direi che possiamo andarcene, allora - decretò il marionettista ancora tesissimo per la situazione che non lo convinceva. Fino a quel momento tutto era andato secondo i suoi piani ma qualcosa non gli quadrava, quel Zetsu nero sembrava nascodere qualcosa e l'altra sua metà era incomprensibilmente calma e rilassata. Di sicuro, Madara gli aveva ordinato di controllarli, se le sue ipotesi erano esatte, il capostipite del clan Uchiha era a conoscenza della buona indole di Itachi e della sua missione, per quale motivo, allora, non aveva posto maggiore scorta? Li aveva davvero sottovalutati? No, c'era qualche altro motivo. Madara doveva avere qualche asso nella manica per sentirsi così sicuro.
- Maledetti, Konoha vi distruggerà! Non riuscirete a scappare ancora! I miei compagni stanno arrivando, farete tutti la fine di Uchiha Itachi! - li minacciò Sakura tentando di essere convincente e di assecondare il copione che le aveva affidato Sasori.
- Cosa sta succedendo? Non era diventata un membro dell'Akatsuki di sua volontà? - chiese Zetsu che si aspettava quel cambiamento, Madara gli aveva parlato della tecnica mentale che le aveva inflitto Itachi.
- A quanto pare Itachi aveva eseguito su di lei un jutsu mentale - rispose Sasori, quel botta e risposta era alquanto ridicolo, entrambi sapevano le vere intenzioni dell'uno e dell'altro. Era un gioco alquanto macabro e squallido ma necessario per la sopravvivenza ed il più idoneo a portarlo avanti era il ninja di Suna, l'unico con la capacità di occultare le sue emozioni ed i suoi reali stati d'animo.
- Capisco - disse semplicemente Zetsu bianco ed in quel momento anche l'altra sua metà aprì di nuovo gli occhi che sembravano vuoti e riluttanti allo stesso tempo.
- Comunque sia dobbiamo portarla con noi, è a conoscenza di molte informazioni sull'Akatsuki - stabilì Sasori concentradosi per avvertire eventuali altre presenze. Lo Zetsu nero si era svegliato e sembrava quasi soddisfatto, qualcosa stava per accadere, dovevano andare via speditamente.
- Un altro problema creato dall'Uchiha - palesò Deidara, agitando la mano dal cui palmo fuoriusciva una lingua.
- Io non verrò da nessuna parte con voi traditori bastardi! - Sakura avrebbe quasi voluto ridere dentro di sè, stava esprimendo l'opposto dei suoi pensieri. Avrebbe voluto fuggire lontano con loro per incontrare Itachi e finalmente porre fine all'incubo di quella giornata.
- Che parole pesanti! Siamo cattive nei confronti di gentili persone che si sono prese cura di te per mesi interi - Sasori, Deidara e Kisame raggelarono, così come la ragazzina alle cui spalle era apparso dal nulla un ninja con il volto occultato da una maschera dall'accesa tinta arancione.
- Stai lontano da me - riuscì appena a dire, sforzandosi di non perdere l'autocontrollo e farsi trascinare dalla paura e dal terrore che impregnavano ogni cellula del suo corpo.
- Sei veramente maleducata, forse avresti bisogno che qualcuno si occupi di insegnarti le buone maniere - era proprio un'intervento del genere che temeva Sasori, era senza ombra di dubbio stato lo Zetsu nero il messaggero di Madara per farlo giungere sul luogo dello scontro. Maledizione, non aveva previsto o meglio, non aveva avuto il tempo necessario per pensare anche ad una simile circostanza. La sua mente non riusciva a formulare un possibile piano, anche se per assurdo avessero combattuto Madara era al di fuori delle loro possibilità, Itachi gli aveva confidato che era in possesso del Magekyou Sharingan, pertanto, senza un'altra abilità oculare dello stello livello non era pensabile di batterlo. Lo Sharingan di Sakura non aveva nemmeno raggiunto il terzo stadio, quello finale ed i ninja di Konoha non arrivavano. L'unica opzione era rimanere inerti ed aspettare la mossa di Madara, in quell'istante, era lui lo scacchista che aveva a disposizione i bianchi, ovvero, la mossa in più che gli permetteva di gestire il gioco a suo piacimento.
- Toglimi le mani di dosso, schifoso! - urlò disperata Sakura, visto che il nuovo arrivato le aveva bloccato entrambi gli arti superiori senza che avesse potuto nemmeno accorgersene e tantomeno evitarlo.
- Queste parole non sono adatte ad una ragazzina dolce e carina come te. Forse la tintura per capelli ti ha rovinato, oltre che il viso, anche il carattere - i suoi compagni non potevano far altro che restare immobili ad assistere a quell'orribile spettacolo che Madara gli stava proponendo. In pochi minuti, si erano trasformati da attori a spettatori e non c'era più modo di ribaltare nuovamente i ruoli.
- Tobi, te la prendi sempre con i più deboli - azzardò Deidara, non riusciva ad assistere a quel falso ipocrita che maltrattava Sakura, cosa aveva in mente?
- Hai ragione Deidara-sempai ma i più forti li lascio a te, a me piace occuparmi dei pesci piccoli - la falsità della voce infantile del suo ex compagno fece rivoltare il bombarolo. Come si permetteva di ingannarlo? Si sarebbe volentieri scagliato all'attacco per ucciderlo, se non fosse stato che per Sakura sarebbe stato troppo pericoloso.
- Se è così dovresti prenderti cura di Kisame - l'interpellato ignorò la battuta ridicola ma in realtà invidiava Deidara perchè era l'unico che stava facendo qualcosa per la kunoichi, lui e Sasori avevano le mani legate.
- Bionda-tinta, come al solito non riesci a valutare correttamente i tuoi avversari - rispose Kisame fingendo di iniziare uno dei peculiari screzi con Deidara.
- Neanche tu, difatti, guarda com'è finito l'Uchiha che tanto ti piaceva - Sasori si congelò, l'unica cosa che non avrebbe mai dovuto fare quella sottospecie di artista era quella di focalizzare l'attenzione su Itachi. Madara possedeva lo Sharingan e non aveva mai sperimentato il suo jutsu contro quell'arte oculare così potente. Si augurava che l'avrebbe ingannato ma il capostipite degli Uchiha in risposta alle parole di Deidara stava osservando attentamente il presunto cadavere di Itachi. Era la prova della verità, se Madara si fosse reso conto del trucco sarebbero stati uccisi tutti, di sicuro non avrebbe perdonato un simile affronto.
- Povero Itachi-sempai, come ti hanno ridotto! Eri un bravo sempai, mi dispiace davvero tanto per la tua morte! - Sasori pensò di essere rinato per la terza volta, un moto di soddisfazione lo pervase, il suo jutsu era anche a prova di Sharingan, Madara non aveva scoperto la sua strategia, almeno un pericolo era passato ma rimaneva la situazione di Sakura da risolvere.
- Giustizia è stata fatta! - esordì l'unica presenza femminile provando ripetutamente a divincolarsi dalla morsa ferrea che la circondava.
- Sei proprio fastidiosa, vediamo se ti calmerai dopo una bella dormita! - Deidara tentò di aprire bocca temendo il peggio ma il ninja mascherato provvide ad addormentare la ragazza senza ferirla ma solo con una botta sulla nuca.
- Pace finalmente - affermò colui che aveva utilizzato il falso appellativo di Tobi, lasciando senza alcuna premura cadere Sakura per terra il cui corpo inerme provocò un tonfo attenuato dall'essere atterrata sul petto di Sasuke.
- Smettila di perdere tempo, gli shinobi di Konoha stanno arrivando e Pain vuole vederti al più presto - disse lo Zetsu nero, facendo di nuovo riascoltare la sua inquietate voce.
- D'accordo, allora di loro vi occuperete voi Deidara-sempai, Sasori-sempai, Kisame-sempai - squittì gioioso agitando le braccia come un pazzo. Una cosa era certa, nessuno di loro avrebbe mai potuto sospettare che in realtà quell'uomo fosse Uchiha Madara.
- Per quale motivo, vai tu a scontrarti contro quelli di Konoha, io sono stanco. Da quando sei entrato nell'Akatsuki non hai mai dato il tuo contributo, comportati da membro titolare e renditi utile - propose Deidara assolutamente contrariato, non aveva alcuna intenzione di sostenere un altro scontro.
- Mi piacerebbe molto sempai ma Pain ha stabilito così e voi non volete contestare i suoi ordini, vero? - in alcuni passaggi si poteva intravedere la sua vera natura spaventosa e pericolosa.
- Non è nostra intenzione ma abbiamo consumato molto chakra per la battaglia precedente - insistè Sasori che aveva purtroppo, già un'idea precisa di come si sarebbe conclusa quella partita che aveva iniziato contro Madara.
- Tobi, sbrigati ad andare, Pain esige che siate voi a battervi contro Konoha - il capostipite degli Uchiha, a quel punto, avanzò qualche passo in direzione dei due corpi privi di sensi e del finto cadavere.
- Ho capito Zetsu-sempai, dovresti essere più allegro, sei quello che ci ha guadagnato un bel pasto dalla battaglia di oggi - Sasori strinse i denti, come se avesse mai potuto credere a quelle parole, i tre corpi che si stava apprestando a raccogliere erano preziosi per Madara, ne avrebbe usufruito nel migliore dei modi. Ormai, la situazione era completamente al di fuori del suo controllo, non c'era niente da fare se non pensare alla prossima mossa.
- Aspetta, cosa...- tentò Deidara per bloccare Madara che aveva raccolto fra le sue braccia, invisibili a causa delle maniche fin troppo larghe della divisa, i due fratelli Uchiha e Sakura ma le parole gli morirono in bocca quando li vide scomparire in un vortice spazio-temporale.
- Buona fortuna - li congedò Zetsu bianco, per poi essere assorbito dalla corteccia di un albero, diretto in chissà quale luogo.  
- Sakura! Dannazione e adesso dove l'avrà portata? - imprecò il bombarolo maledicendo quel Tobi o Uchiha Madara o chi fosse davvero.
- Deidara, sei impulsivo come al solito. Fortunatamente anche Zetsu ha usato un jutsu spazio-temporale per dileguarsi altrimenti, tu avresti rovinato tutto facendoci scoprire - lo ammonì Sasori riflettendo sulle possibilità esistenti per recuperare la ragazza.
- Ha rapito Sakura, il piano è fallito! - strillò l'artista più esuberante del team, mentre il suo Danna aveva cominciato ad allontanarsi.
- Non esattamente, ho ancora un asso nella manica ma dobbiamo andarcene da qui, gli shinobi di Konoha stanno arrivando e non siamo in condizioni di combattere. Kisame, con il tuo Kagebushin recupera sia il clone di Sakura che il corpo di Itachi -  ordinò Sasori continuando a percorrere un sentiero e dopo pochi secondi, anche gli altri due shinobi lo affiancarono.
- Danna, ora che facciamo? - domandò Deidara che si sentiva spaesato, non era per niente tranquillo, nonostante la sicurezza che ostentava il ninja nativo di Suna. Così come nel cielo le nuvole sembravano addensarsi sempre di più continuando a lamentarsi con lacrime e strilla, non permettendo la vista del Sole, così nel suo cuore non riusciva ad intravedere un barlume di speranza che lo inducesse a continuare quella battaglia che sembrava già persa.
- Adesso tocca ai neri sferrare il contrattacco - rispose Sasori assottigliando lo sguardo e la natura parve volerlo sostenere permettendo ad un raggio solitario di oltrepassare la coltre di nubi e consentire ai suoi occhi di splendere.

***

Eccomi tornata con un, lasciatemelo dire, superextramegagalattico capitolo, bello lungo e mi auguro, appassionante. Però, prima di tutto, voglio farvi gli auguri di buon 2011! (anche se in ritardo ma spero valgano lo stesso!).
Proseguendo, mi è piaciuto tantissimo scrivere questo capitolo e spero che la passione che ci ho messo, abbia raggiunto i vostri cuori. Bene, bene, Sasori finalmente entra nel pieno dell'azione e dimostra la sua infinita scaltrezza. Che ne dite del suo piano? Vi è sembrato un pò contorto? E del suo paragone ad una partita di scacchi, un pò come per Shikamaru con gli shogi, cosa ne pensate? Personalmente adoro questo gioco, è affascinante e non finirò mai di esaltarlo quindi, sono stata contentissima di affidargli la parte da coprotagonista con Sasori in questo capitolo. Alla fin fine, credo che per tutti i geni, gli scacchi siano il paragone ideale con le situazioni che vivono. Il capitolo, credo sia uno dei più lunghi che io abbia mai scritto ma avevo bisogno che voi aveste davanti il completo svolgersi degli eventi senza pause o interruzioni estremamente lunghe, come i miei periodi per l'aggiornamento. Non vedo l'ora di leggere i vostri commenti, questa volta più che mai, comunque sia, da ora in poi si susseguiranno capitoli sempre più travolgenti perchè il cerchio sta per chiudersi e mi impegnerò al massimo per renderli sempre più emozionanti. Bene, bene, mi raccomando, scatenatevi in predizioni sul contrattacco di Sasori perchè sapete che non è tipo da perdonare l'affronto diretto che gli ha fatto Madara costringendolo a rimanere inerme ed a guardare le sue azioni senza poter intervenire. 
Ecco le risposte alle vostre fantastiche recensioni, però volevo chiedervi una cosa...come gradite la risposta, qui oppure con la nuova modalità di EFP? Fatemi sapere ed io provvederò!

annalovehao - Ciao! Sono onorata del fatto che mi segua da molto tempo e sono felice che ti sia piaciuta ma ancora di più, sono contenta che tu mi abbia esposto la tua opinione. Grazie mille! Per il finale, ovviamente non posso anticiparti nulla ma posso solo invitarti a continuare a seguirmi e se ti va, a scrivermi le tue impressioni su questo capitolo! Grazie ancora  e ciao! (p.s.  mi dici qual'è il tuo personaggio preferito? Sono solita accompagnarmi nelle risposte da un personaggio e se mi dici qual'è il tuo nella prossima lo troverai!)

_AkaTsUkInA_ - Ciao! - Ciao! - Addirittura dipendenti!!! Grazie! - Non dovresti essere felice di un male altrui, la dipendenza è una malattia...- Basta Sai! Per piacere! E' una dipendenza sana! - Sul libro non ci sono riferimenti a dipendenze sane, è solito che le vittime credano di essere nel giusto e...- Non c'è speranza! Comunque sia, mi avete fatto morire dalle risate come al solito! La storia di come Madara ha intrappolato Sasuke con le "pericolose tecniche" è fenomenale! Siete mitiche!!! - Morire dalle risate? Non si può morire per una simile scioc...- Sai! Io amo i libri ma mi costringerai a stracciarne uno per la prima volta! Proseguendo il discorso, i'm sorry ma avete dedotto male, Itachi è salvo!!! - Sfortunatamente...- Questioni di punti di vista! Un bacione e ciao!!! - Ciao!

satine86 - Ciao! - Ciao! Sono vivo! - Eh sì, contro ogni previsione sei ancora qui tra noi! Comunque oltre che a ringraziarti per i complimenti che mi hai rivolto, voglio farli io a te per una volta, hai completamente compreso il senso della mia storia, dei miei personaggi e sono felicissima che tu abbia recepito tutto ciò che io volevo trasmettere! Un bacione,  Ciao! - Ciao!

Miku96 - Ciao! Non è strano, anche a me piacciono moltissimo, il mio preferito è Sasuke...- Ovviamente - Anche se è un pò troppo poco modesto...XD ma anche Shikamaru rientra fra i miei preferiti in assoluto! - Che seccatura essere tra i preferiti, io voglio solo una vita tranquilla...- Certo Shika ma almeno questa cosa non è stancante! XD Grazie mille per i complimenti e non vedo l'ora di leggere il tuo commento e le tue previsioni! Un bacione, Ciao!

Crystal Alchemist - Ciao! Grazie mille! Quanti complimenti, sono onorata! Non posso credere che tu sia riuscita a leggerla tutta in due giorni, questa non può che farmi piacere! Il seguito eccolo qui, lo so che ti ho fatto penare per l'attesa ma alla fin fine io posto sempre, con ritardo ma meglio tardi che mai! Grazie ancora e spero che mi dirai le tue impressioni su questo capitolo. Prima di salutarti però, volevo chiederti qual'è il tuo personaggio preferito? Se me lo dirai nella prossima recensione ci sarà anche lui! Ciao!

killa_pucciosa - Ciao! Grazie mille per la recensione divertentissima! - Io non l'ho trovata poi così divertente! - Naruto, poverino, sei stato un pò maltrattato da Sasuke, vero? - Esatto, Debby almeno tu mi capisci! *.* - Mi dispiace molto...anzi, in verità non mi dispiace affatto perchè mi ha fatto molto ridere! - No, anche tu!!! - Eh, si sono un pò cattivella! Grazie per i complimenti e non vedo l'ora di leggere il tuo commento su questo capitolo, un bacione, ciao!

kry333 - Ciao! - Ciao - Ciao! - A quanto pare hai tratto conclusioni in modo troppo affrettato! - Cosa dici, per come avevi scritto il capitolo precedente era impossibile capire il tranello! - Hai ragione Hidan ma almeno vi ho sorpresi! - Maledizione, finalmente ci ero riuscito...- Sasuke, credimi è stato meglio così! Kry grazie mille per i complimenti e aspetto con ansia di sapere il tuo parere su questo capitolo, un bacione, ciao! - Ciao - Ciao!

ElysinaUchiha - Grazie mille! Scrittrice preferita! Sono commossa ed onorata! Non sai quanto mi rendano felici le tue parole! - Ha nettamente esagerato - Concordo - Sasuke, Itachi, siete perfidi! Dalle sue parole traspare tutto l'amore che ha per la mia storia e mi vengono i brividi sapendo che quelle emozioni le ho provocate io! - Elysina, fidati, non è poi questa grande scrittrice...- Sasuke! Ah, come devo fare con voi due! Grazie per i complimenti e per il tuo sostegno, sono per le emozioni che mi regalate voi che amo scrivere! Grazie mille! Un bacione grandissimissimo! Ciao! - Ciao!

dubious3 : Ciao, grazie mille per i complimenti e per l'attenta analisi della mia storia. Per quanto riguarda il formato hai ragione, non me ne ero resa conto perchè il mio browser non era ben impostato e non mi faceva vedere il formato originale. Spero che questo capitolo ti sia piaciuto e che mi dirai le tue opinioni in proposito. Ciao!

Angel_Madara12 - Ciao! - Ciao! - Per il carattere di scrittura chiedo scusa ma non me ne ero resa contro avendo lo zoom attivato su firefox! Sorry! - E' colpa tua se si è sforzata gli occhi per leggere il tuo obrobrio! - Come siamo crudeli oggi Itachi! Comunque sia anche in questo capitolo non c'è il tuo amore - Ci sono invece - Morto, va bene lo stesso? - La mia presenza illumina anche se non ricopre il ruolo di protagonista e voglio precisare che ero FINTO morto - Sì, sì, va bene, grazie mille per i complimenti e fammi sapere le tue opinioni su questo capitolo, ok? Un bacione grande! Ciao! - Ciao!

ale_platinumAddict__ - Ciao! Mi ha fatto molto piacere ricevere la tua recensione tramite e-mail, grazie mille per il pensiero! Sono contenta che ti sia piaciuta la mia storia
Grazie mille per i complimenti! Aspetto di sapere cosa ne pensi di questo capitolo, un bacio, ciao!


***

Debby - E...incredibile ma vero Itachi è vivo! Un bell'applauso!
Ino - Che bello! Il mio amore!
Un tribillionardo di fan che la guardano con istinto omicida
Sakura - ahaha, povera Ino-pig
Ino - Taci frontona, considerando poi il tuo buttarti tra le braccia di Sasuke e quelle di Itachi, Deidara, Sasori, Tobi, Madara, Zero, Kaname, Shiki, Dragonball, Spiderman, Capitan America...
Debby - Abbiamo capito, non c'è bisogno di scomodare anche la Marvel
Un numero di fan superiori a 100x*1999+infinito:gli anni di madara* radice quadrata delle patatatine mangiate da Choji*(29+i minuti di ritardo soliti di Kakashi) guardano Sakura in modo tutt'altro che gentile
Ten Ten - Caspita ragazze, vi siete messe in un bel guaio, almeno io mi accontento solo di Neji
1 milione di fan del ragazzo minacciato la povera Ten
Ten - Comunque sono sempre di meno delle vostre
Itachi - Il mio applauso?
Debby - Chiedi al tribilliocoso di rappresentanti del gentil sesso
Itachi riceve un applauso che nemmeno ai mondiali i calciatori italiani hanno ricevuto
Shikamaru - Che razza di paragone, quei validi "ragazzini" non hanno ricevuto neanche un battito di pentole
Ino - A proposito dei mondiali in Sud Africa perchè non ci compriamo le vuvuzelas
Debby - Non pensarci neanche, ho già un nido di insetti in casa grazie a Shino non mi servono anche le api!
Shikamaru - Hai ragione, senza contare che mi stonano e non mi farebbero pensare correttamente alla prossima mossa
Debby - Stai giocando a qualcosa?
Sasori - Sì, a scacchi con me, si sente offeso dal fatto che in questo capitolo mostro a pieno la mia immensa intelligenza
Shikamaru - E' una seccatura e non ho voglia di farlo ma un uomo non può risultare inferiore ad una marionetta
Sasori - Non sono più una marionetta, forse ti sei perso qualche passaggio!
Shikamaru - Ti farò tornare a giocare con le bambole così potrò tornare a dormire
Sasori - Fallo pure, non hai speranze
Ino - Non so per chi tifare...mi piacciono entrambi!
Temari - Zitta oca!
Debby - Non litigate
Kotetsu - Ma poi, dico io, che vi lamentate? Io sono stato presentato come un chuunin buono solo a portare i documenti a quella vecchiaccia!
Tsunade - Vecchiaccia a chi?
Kotetsu - A nessuno Tsunade-sama! Piuttosto cosa avete ricevuto per la befana?
Tsunade - Stai cercando di paragonarmi ad una befana?
Debby - Ma tu guardalo! Con Natale disponibile ha scelto la befana, te le vai a cercare Kotetsu!
Ino - Io ho ricevuto una trousse di trucchi a forma di shuriken!
Debby - Che bel regalo!
Sakura - Ma quello te l'ho fatto io a Natale!
Ino - Appunto, mi ha chiesto il regalo della BEFANA!
Sakura - Io ti ammazzo!
Asuma - Comunque hai partecipato con me alla missione contro Kakuzu e Hidan
Kotetsu - E ho fatto una gran bella figura affidandomi solo a Shikamaru, mi sono comportato alla Sakura!
Ino - Visto!
Sakura - Kotetsu!
Kotetsu - Scusami Sakura!
Debby - Prima che combini altri guai dai le anticipazioni!
Kotetsu - D'accordo, vediamo, Scopriremo dov'è stata portata la Bef...Sakura e scopriremo la verità su Uchiha Itachi, in più proprio quest'ultimo si risveglierà e Sasori cercherà di portare a termine il suo piano! Ciao a tutti e...BUON ANNO...anche se in ritardo!
Debby - Ciao!!!! A proposito, volevo farvi una domandina, una piccola curiosità, qual'è la vostra tecnica preferita? Con questo ho davvero finito, ciao!!!



  

   

  
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