Serie TV > Terapia d'urgenza
Segui la storia  |       
Autore: Dea Elisa    18/01/2011    1 recensioni
“Non c’è logica nell’amore.” Una frase. Incisiva. Esattamente quello che ci voleva per farla zittire e meravigliare.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cristiana Gandini, Riccardo Malosti, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A



Sesta parte.

“Però, se metto il tuo nome, chi vedrà la cartella si insospettirà.” Appoggiò gli strumenti per il prelievo sulla scrivania.

“Non importa” rispose seria lei. Si scoprì il braccio e lo lasciò fare.

“Hai ancora bisogno di quel giorno di permesso?” chiese slegando il laccio.

“Non lo so.” Si tirò giù la manica e guardò Sergio sistemare la provetta.

“Se non stai bene, non pensarci due volte a chiedermelo” le disse gentilmente.

“Grazie. Però… acqua in bocca con Riccardo, non vorrei magari dargli false speranze.”

“Cercherò di essere il più discreto possibile, però se gli capitano in mano le tue analisi, oppure se si accorge di qualcosa, poi non dare la colpa a me, d’accordo?”

“No, tranquillo” la voce rotta da un velo di tristezza.

“Cercherò di avere l’esito più in fretta possibile. Tu però non strapazzarti troppo.” Si alzò e le posò una mano sulla spalla. “Vado.” Le sorrise e uscì dalla stanza, lasciandola sola davanti alla scrivania. Appoggiò i gomiti alle ginocchia e con le mani si sostenne il capo. Lo sguardo le cadde accidentalmente a terra, e un sorriso non poté non comparire sul suo volto.

 

Bicchiere in mano e piedi sul tavolo, la sala medici era tutta per lui.

“Dottor Malosti?” la voce di Ettore distrusse il muro di riflessione che lo chiudeva nella sua solitudine.

“Che c’è?” era evidentemente scocciato.

“No, niente, mi chiedevo dove fosse andato, volevo chiederle qualche consiglio su un mio paziente.”

“Coselli… ma quando imparerai a cavartela da solo?”

“Dottore, ha ragione, ma…”

“È tuo, no?”

“Chi?”

“Il paziente, chi sennò? Sveglia!”

“Sì sì, certo Malosti, è mio” rispose con rapida parlantina.

“E allora prenditi le tue responsabilità, o al massimo chiedi a qualcun altro, in questo momento sono occupato.”

“Vedo.”

“Prendi in giro?”

“No, signore, sono serissimo, ora vado.” E scappò fuori prima che Riccardo riuscisse a tirargli una delle cartelle appoggiate sul tavolo.

 

Aveva capito che era decisamente meglio lasciarlo in pace. Si diresse quindi verso un’altra vittima disponibile, e in questo caso toccò al docile Santamaria, che stava sistemando la flebo ad un paziente nel box adiacente la sala medici.

“Dottore.”

Valerio si girò verso di lui, terminò di controllare la situazione del ragazzo e uscì chiudendo dietro di sé la porta.

“Dimmi” acconsentì con pacatezza.

“Volevo chiederle se poteva venire con me a visitare questo paziente, guardi” gli mise sotto il naso una cartella prima ancora che il dottore potesse replicare.

“Ettore” la prese in mano e le diede una rapida occhiata. “Lo sai quante persone devo ancora visitare oggi?”

“Sì, lo so, dottore, ma è una questione importante, non riesco a capire se si tratta di intossicazione alimentare o se è qualcos’altro…”

“Hai fatto un’ecografia nella zona dolorante?”

“No…”

“Bene, parti da quella. E la prossima volta pensaci prima.”

“Sì sì, certo, e scusi se le ho fatto perdere tempo.”

“Ritieniti fortunato che te l’ho detto io, perché se lo viene a sapere Malosti…” ma era già scappato.

 

“Valerio, vieni a prendere un caffè con me?” Era Laura.

“Non credo di riuscire a ritagliarmi un po’ di tempo, sono pieno di pazienti fino al collo.”

“Eddai, cinque minuti” lo implorò con espressione dolce.

“Se fai quella faccia…”

Lo prese per un braccio e lo trascinò con lei. “Però decaffeinato.”

“Come vuole!”

 

Quando Sergio rientrò nel suo studio, Cristiana se n’era già andata, e al suo posto un’altra donna occupava quella sedia. Una donna riccia. E rossa.

Si voltò.

“Ciao.”

“Ciao.”

“Come va con Esther?”

“Un disastro.” Si alzò in piedi e gli si avvicinò, mentre lui chiudeva la porta.

“Allora hai deciso.”

“Sì.”

Danieli si ammutolì.

“Avrei voluto che le cose fossero andate in un altro modo. Tra noi. Tra me e Francesco.”

Non rispose.

“Sei felice?” chiese dopo alquanti secondi.

“Non lo so.” “E tu?”

“Ogni volta che ci penso mi viene l’istinto di aprire quella finestra e gettarmi di sotto.” Il tono si faceva più grave, e Giulia non sapeva cosa replicare.

“Non posso fare altrimenti.”

“Non puoi fare altrimenti?” Le si avvicinò a pochi centimetri dalla sua bocca. “Ma ti senti come parli? Tu che scappi con tuo marito e suo figlio, lasci il pronto soccorso, che è per te come una seconda casa – o non è così? –, lasci me!” Era furioso, e ora girava intorno davanti a lei con le mani nelle tasche del camice.

“Non è facile, Sergio…” cercava di giustificarsi inutilmente.

“È più facile scappare e fregarsene di tutti gli altri, che fare qualsiasi altra cosa” replicò sicuro di sé.

Come solito aveva ragione.

“Vedrai che con Esther risolviamo, si impegnerà e riuscirà a sostituirmi al meglio.”

“Credici poco. Tu non puoi essere sostituita. Tu sei LA caposala di questo pronto soccorso… e il posto è unicamente tuo.”

“Non dire sciocchezze, dai, calmati e parliamo come due persone normali.”
“Perché, cosa stiamo facendo?” alzò la voce.

“Tu gridi, e io grido, così non risolviamo niente.”

La porta si spalancò.

“Oh, scusate.” Malosti. “Cercavo Cristiana, ma evidentemente non c’è.”

“No, a meno che non si sia nascosta dentro gli armadietti” rispose, tra l’ironico e l’infastidito.

“Mh.” E richiuse la porta.






   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Terapia d'urgenza / Vai alla pagina dell'autore: Dea Elisa