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Autore: itsmemarss    19/01/2011    2 recensioni
Hayley è una ragazza come tante altre che non crede per niente di essere speciale.
Ma un giorno arriveranno a scuola degli studenti nuovi e da allora la sua vita cambierà per sempre.
Genere: Azione, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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NOTE.
Ultimo capitolo. Finalmente riesco a scrivere la fine di una storia.
Ho cercato il più possibile di prendere tempo per postare, ma più di così non ce l'ho fatta.
In fondo non potevo lasciare chi mi seguiva con ansia. Perciò, ecco a voi la fine di "Hayley".
Buona lettura!

23

Gli strinsi forte il braccio, senza però voltarmi a guardare alle mie spalle. Will invece lo aveva fatto e un ringhio cupo gli uscì dalle labbra. Lo vidi armeggiare sotto la giacca di pelle nera. Lunga fino al ginocchio, in stile Matrix. Quel film mi era sempre sembrato troppo complicato da capire, ma mi ero appassionata tanto a quelle giacche di pelle. Ne avrei chiesta una a…
“Haley! Dannazione, non pensare alle giacche di pelle, ma a renderti utile.” La vocina mi risvegliò dai miei pensieri stupidi, acuta e trillante come sempre. Giusto, dovevo rendermi utile e per questo dovevo trovare, ehm, un’arma… si, ma dove la si trova un’arma in una biblioteca?!
All’improvviso la luce del caminetto si spense, lasciando dietro di sé una scia di vapore grigiastro. Sembrava come se qualcuno vi avesse soffiato sopra, abbastanza forte, da spegnerlo. Un rivolo d’aria fredda mi fece rabbrividire. Senza le fiamme a riscaldare la stanza, si gelava.

 

Mi strinsi nelle spalle e iniziai a guardarmi intorno, senza però lasciare la presa su Will. Se mi avesse lasciato sola, al buio, sarei impazzita e di sicuro avrei perso la calma. Quella calma che ancora per poco avrebbe dominato i miei istinti umani.
 

<< Haley, sta ferma qui… >> lo sentii bisbigliare, troppo piano, e non capii bene le sue parole. Prima che me ne diede la possibilità, prima che potessi dire qualsiasi cosa, era già scomparso. Inutilmente tastai nel buio, riuscendo solo a catturare l’aria.
<< Will… >> mugolai, mentre sentivo gli occhi lucidi. L’avevo detto, anzi pensato, che presto i miei istinti umani avrebbero preso il sopravvento. Se solo avessi potuto decidere da me, non mi sarei messa a frignare come una bambina.
Rimasi immobile e ferma, come mi aveva ordinato. Iniziai ad avere seriamente paura, soprattutto quando vidi scintillare qualcosa nel buio e sentii qualcosa passarmi accanto. Fu solo un fruscio, ma non poteva essere solo frutto della mia immaginazione. Doveva esserci qualcun altro nella stanza, oltre a me.
Will era uscito per andare a scovare la spia ed era scomparso dietro la porta, lasciandomi da sola in quella stanza lugubre. Mi vennero ancora una volta i brividi. Chissà cos’era quel baluginio argentato…
Un altro fruscio e la luce riprese a brillare nella stanza, seppur talmente fioca da impedirmi di vedere oltre il divano dov’ero seduta. Mi guardai allarmata attorno, prima di scorgere una figura accanto a me.
Mi girai di scatto, ma non riuscii a cogliere di sorpresa nessuno. Il mio pugno era andato a vuoto e aveva colpito uno dei cuscini, che era caduto a terra. Sospirai e tentai di calmarmi, ma sentii qualcosa toccarmi la spalla.
Abbassai lo sguardo e quello che vidi non mi fu di nessun aiuto. Una mano mi stava appoggiata sulla coperta di lana, che impediva al freddo di quell’arto di farmi tremare ancora di più.
<< Will, se sei tu non è divertente! >> urlai, con la voce stridula e per niente calma, che invece avrei voluto mostrare. Non ero adatta a questo genere di cose. Ero più una semplice pantofolaia che una ragazza d’azione, ventiquattr’ore su ventiquattro.
Nessuno mi rispose, ma la mano fredda scomparve, lasciandomi una sensazione strana addosso.
Nello stesso istante, qualcuno mi si sedette accanto. Mi voltai ancora una volta e tentai di colpire nel segno, anche se fosse stato Will. Di sicuro se lo meritava. Ma non era lui.
Una mano gelida afferrò la mia, stretta a pugno, e la costrinse a lasciare cadere a terra il pugnale d’argento che la nonna mi aveva affidato quando mi aveva rivelato delle Cacciatrici.
Non lo sentii cadere a terra e neppure il rumore del metallo contro la pietra fredda del pavimento. Questo perché ora il pugnale era in mano della persona accanto a me.
Avrei tanto voluto guardarla in faccia, ma la candela faceva un contro luce proprio sul suo viso e non riuscii a vedere altro che i contorni.
La stretta si fece sempre più salda e stretta e non potei far altro che mugolare, mentre sentivo qualcosa scrocchiare nell’oscurità. Pregai con tutto il cuore che non fossero le mie ossa, ma ben presto sentii il dolore al polso farsi più forte.
Tentai di liberarmi, tirando un altro pugno, che però venne immobilizzato da un’altra mano. Ora ero bloccata e non potevo far altro che stare in silenzio e trattenere il fiato, per non dare prova di nulla.
La figura rise, senza nascondere per niente l’euforia che la pervadeva. Rimasi però incantata dalla sua voce, più dolce e vellutata di quella di Will e Alec messe insieme. E con mio grande stupore, non riuscii a far altro che ascoltare. Ero come sotto incantesimo.
<< Bene, bene. Ma guarda chi abbiamo qua stasera… una ragazzina. >> lo sentii dire e quelle parole mi fecero arrabbiare. Non ero una ragazzina.
Tentai di sferrare un calcio, ma non riuscii a fargli molto. Sembrava come che fosse immune al dolore, non come me.
<< E anche molto agguerrita e soprattutto coraggiosa. Sai che non dovresti farmi arrabbiare? Potresti farti molto più male di così… >> e in quel momento sentii ancora lo scricchiolio, che però non cessò dopo poco. Sentii il polso stretto in una morsa letale e quando me lo lasciò andare, non riuscii a muoverlo. Lo vidi cadere sul cuscino, inerme, come non fosse più mio. Tentai di muoverlo, ma sentii solo il dolore accrescere. Tentai più volte, ma alla fine lasciai perdere.
<< Vedo che ormai non fai più tanto la piccola guerriera, vero Cacciatrice? Beh, Schmied, fa entrare il ragazzo. >> disse e vidi un’ombra muoversi fulminea verso la porta, o almeno quella che doveva essere la porta.
Intanto lo vidi avvicinarsi al mio viso e al mio collo e annusare l’aria. Chiuse gli occhi e inspirò a fondo, prima di riaprirli. Vidi ancora qualcosa brillare nel buio e questa volta mi resi conto di cosa erano.
Due occhi. Due occhi rossi come le fiamme dell’inferno, che scrutavano attentamente ogni mio movimento. Ebbi più paura che mai, perché in quel momento temetti di avere vicino un vampiro.
<< Uhm, sai che hai un buon odore? Non credo che dispiacerà a qualcuno se assaggio un po’ il boquet… >> sussurrò, avvicinando la bocca al mio collo. Cercai di allontanarmi il più possibile, ma incontrai la resistenza del divano. Lo vidi aprire bocca e qualcosa baluginare nel buio ancora una volta, ma non erano più i suoi occhi, nascosti ora dalle palpebre chiuse, ma i suoi denti. O per meglio dire, i suoi canini. Un paio di canini lunghi e affilati e soprattutto pronti a mordermi.
In quell’istante chiusi gli occhi, conscia di non voler vedere quello spettacolo crudo. Non sarei riuscita a tenere gli occhi aperti per nessuna ragione al mondo.
Attesi l’istante in cui avrei sentito qualcosa di freddo e tagliente penetrarmi la carne, quando avrei sentito il caldo e l’odore del sangue, che sarebbe colato dritto nella sua gola e lungo il palato. Mi vennero i brividi, ma questo non fece altro che eccitare il vampiro, che di sicuro non aspettava altro che far finire la mia vita. Mi preparai alla fine, ma qualcosa o qualcuno sembrò far innervosire quell’essere.
Aprii piano un occhio, per paura di vedere lui per l’ultima volta, ma non mi aspettai proprio quello che vidi.
Si era rialzato e ora stava chino solo per metà su di me. Gli occhi erano ancora rosso sangue, ma scrutavano qualcosa nell’oscurità, crudeli e arrabbiati. Di sicuro se avessero potuto, avrebbero incenerito il soggetto che quegli occhi stavano inquadrando.
Mi voltai lentamente, stando attenta a non far innervosire ancora di più quell’essere. E vidi l’ombra nera di prima saettare fulminea verso di noi, trascinando senza riguardi qualcosa.
Quando mi resi conto che era qualcuno, non potei non rabbrividire, sapendo certamente chi fosse.
Sentii ancora quella risata maligna, mente lo sentivo battere le mani ripetutamente. Evidentemente era compiaciuto per se stesso. La cosa mi fece rabbrividire.
<< Ma che bello… due piccioni con una fava. E’ stato un bel bottino. Schmied, portalo qua. >>.
Lo vidi allora, trascinato a peso morto. Pensai il peggio, pensai che fosse morto, ma era solo mezzo rintontito, perché appena sussurrai il suo nome, alzò la testa e guardò prima verso di me, preoccupato, e poi verso di Lui, arrabbiato. Tentò di alzarsi, ma colui che doveva essere Schmied gli impedì di stare in piedi e lo costrinse in ginocchio.
Sentii qualcosa scendermi lungo una guancia e vidi troppo presto che era una lacrima. Stavo piangendo. Piangendo per me, per Will. Per le nostre vite.
Un dito freddo ne raccolse una goccia, una goccia della mia disperazione e tristezza, unite alla paura di morire. Avrei voluto fare qualcosa. Schiaffeggiare qualcuno ad esempio, ma con il mio polso rotto era solo un’azione suicida.
<< Oh, la povera ragazzina sta piangendo. Mi sto quasi per commuovere… ma solo quasi. >> lo sentii dire, imitando una falsa voce preoccupata. La rabbia non scese affatto, anzi salì di molto, ma qualcun altro fece prima di me.
<< Gabriel, non toccarla! Le tue mani sudice non hanno il diritto di torcerle nemmeno un capello. Se ti azzardi soltanto… >> disse, preso dalla furia, ma Gabriel, o al meno colui che doveva esserlo, lo prese in contro piede e lo fermò prima che potesse terminare la minaccia.
<< Tu cosa faresti? Mi picchieresti, mi taglieresti la testa.. sono solo cose inutili, rispetto a quello che potrei farti io.. che ne dici, se adesso… >> e mi prese per i capelli. Il dolore fu allucinante, ma non come vedere lo sguardo di Will. Mi alzai, per evitare che mi strappasse davvero la testa dal collo. << io e la tua ragazza andassimo a farci un giro e tornassimo tra poco? Magari potresti trovarla un po’ cambiata tra qualche ora… >>.
<< No, non farle del male… ti supplico, prendi me al posto suo, ma non farle del male… >> lo sentii supplicare e altre lacrime mi scesero lungo le guance. Ormai non potevo più sopportare nulla. Will stava cedendo il suo orgoglio in cambio della mia stupida vita. Per me, la cosa più insignificante del mondo. Avrei preferito morire, piuttosto che lasciare Will in quello stato.
Sentii di nuovo quella risata maligna e la rabbia non potè che salire, ma rimasi immobile. Non riuscivo più a far altro che continuare a fissare lo sguardo di colui che amavo più di me stessa e che ora stava sacrificando se stesso per me.
<< Oh, cosa vedo… il nostro caro piccolo Will che si sta per sacrificare per questa inutile ragazzina… sei proprio caduto in basso, ma devo darti atto che la proposta mi alletta molto. Staresti meglio te come me, che lei. Ho deciso! Schmied, lega questa ragazzina e portala via. Legala nel bagagliaio. Ora devo occuparmi del ragazzo… >>.
Lo vidi saettare verso Will e in un attimo erano scomparsi tutti e due. Riuscii solamente a sfiorargli le dita, ma sentii solo il suo sussurro e il suo sguardo. Tutti e due m’invitavano a continuare a vivere per lui, per tutti e due. “Un giorno ci rivedremo. E staremo di nuovo insieme. Per sempre. Te lo prometto. Addio, Haley.”
Questo mi aveva fatto arrabbiare. Come potevo vivere senza di lui? Senza di lui, sarei morta. Io ero lui e lui me. Eravamo una cosa sola. E anche se insieme avevamo passato poco tempo, io sapevo di amarlo come se ci fossimo già conosciuti. Lo amavo, da sempre e sempre lo avrei amato.
Sussurrai il suo nome un centinaio di volte, mentre cadevo a terra e sbattevo il mento sulla pietra dura. Non sentii il dolore, lasciato più che altro dalla scomparsa di Will.
Mi aveva lasciato per una seconda volta e di sicuro non lo avrei più visto. Come può un uomo, o in questo caso un ragazzo, tornare dall’inferno della non vita? Come può un morto, tornare a camminare tra i vivi? Perché lo sapevo. Sapevo cosa avrebbero fatto a Will. Sapevo cosa sarebbe diventato. Sapevo che non sarebbe più stato lo stesso e sapevo che forse non mi avrebbe più ricordato e che non si sarebbe ricordato della promessa che mi aveva fatto. Quella di rivederci e di stare insieme per sempre.
 
Di quei momenti, da quando Schiem mi trascinò fuori nel temporale, a quando rividi il viso della nonna, non ricordo nulla. Solo un miscuglio di emozioni.
In quel momento ero come un guscio vuoto, senz’anima e vita. Essa mi era stata strappata via con la forza. Will era la mia vita e senza di lui sarei stata come morta.
In quel momento, ho giurato vendetta.
Vendetta per me. Per Will. Per il nostro amore, sottrattoci da quel Gabriel e dai vampiri dagli occhi rossi.
Quando rividi la nonna, la vidi piangere e sorridere allo stesso tempo, mentre mi accarezzava la testa e i capelli. Qualcuno mi trasportò al coperto, in modo che non mi ammalassi o che peggio, rischiassi la morte.
Poveri illusi, ero già morta. Nessuno mi avrebbe guarito. Nemmeno il miglior medico.
Non sarei potuta tornare in vita, se prima non avrei rivisto Will.
Non sarei più stata come prima. Mai più, se non dopo la mia vendetta.
E quando mi distesero su un letto e mi coprirono con uno strato impensabile di coperte, strinsi forte la mano di mia nonna e sussurrai piano le parole che mi avrebbero cambiato la vita.
“Giuro sulla mia vita incompleta, che non avrò altra ragione al mondo, se non quella di riportare indietro Will e di vendicarmi di Gabriel. Finché lui non pagherà per quello che ci ha fatto, io non dormirò, non mangerò e non vivrò più come prima. Nonna, tu mi addestrerai…” persi conoscenza poco dopo, ma non prima di vedere il viso di mia nonna, lasciare spazio alle lacrime e alla sorpresa. Non si sarebbe mai aspettata tanto coraggio da me, ma io dovevo averlo. Per me e per Lui, perché un giorno ci saremmo incontrati di nuovo e io potrò dirgli di aver fatto tutto il possibile per far si che quel giorno arrivasse.
Per far si che noi due stessimo insieme per sempre.
 
 
                                                                                                 THE END

 

   
 
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