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Autore: _aspasia_    19/01/2011    1 recensioni
Euterpe, la musa della musica dopo essere stata trasformata in statua si risveglia nella Roma del 2010. cosa accadrà alla musa?
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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*arriva correndo ed affannata* Lo so...sono da fucilare, bruciare, lapidare in pubblica piazza. I know. Non ho scusanti ma prometto che aggiungerò i capitoli con moooooolta più regolarità e non farò più l'account fantasma. Lo prometto.


UNA NUOVA CASA

 La portò per le vie di quella nuova città, era incredibile la gente si spostava con dei carri senza cavalli che rilucevano al sole, alcuni di loro sfrecciavano come dardi su delle macchine a due ruote con uno strano elmo in testa. Negli incroci dove le strade diventavano caotiche misteriosi luci colorate cambiavano i loro pigmenti dando come il ritmo di quella fantastica danza di bestie metalliche.

Arrivarono in una casa che si stagliava alta sopra di loro, entrarono e davanti a lei vi era una scatola di vetro. Non voleva entrare, le faceva paura, tuttavia grazie a Stefano si riuscì a calmare e ad affrontare quella trappola infernale. Quella cosa trasparente si mosse verso l’alto e riuscirono ad arrivare alla fine del palazzo.

Quale magia è mai questa?” mormorò a fior di labbra. Era piombata in un mondo dove la gente sfrecciava più veloce del carro di Apollo, sembrava che avessero i calzari alati di Hermes ai piedi; non esistevano più le Agora e la gente portava strani pepli dalle forme e tessuti mai visti prima d’ora. Era una Dedalo di cose nuove e si sentiva spaesata e spaventata. Perché Zeus non la lasciava tornare dalle sue sorelle?

Stefano le aprì la porta e davanti a lei si stagliò un’abitazione posta tra le nubi, bellissima nel suo genere. Era bianca e azzurra, quei colori le avevano sempre infuso pace e serenità.

Prego accomodati. Qui c’è la cucina, più avanti il bagno, a destra la mia camera da letto e a sinistra quella che era di mia sorella: qui invece c’è il mio più grande tesoro.”

In mezzo al corridoio attaccato ad una parete c’era uno strumento, era sicura di questo perché l’attirava incredibilmente come solo loro sapevano fare; tuttavia non l’aveva mai visto prima d’ora, non sapeva nemmeno come si chiamasse.

Come si chiama questo strumento?”

Pianoforte.”

Si avvicinò a quel pianoforte laccato di nero, alzò il coperchio e davanti a lei si scoprirono decine di piccoli tasti lucidi candidi come la neve alternati con altri neri come una notte senza luna. Senza pensare, senza chiedersi se fosse uno strumento ad archi, a percussioni o a fiato cominciò a sfiorare i tasti ricreando una musica senza tempo. Era la melodia preferita di Zefiro che utilizzando il suo fiato potente la faceva risuonare tra le vallate fino al mare Egeo.

Alzò gli occhi e vide Stefano che la guardava con occhi spalancati.

Ho visto cose meravigliose, ragazze vestite di morbide vesti che cantavano e ballavano, un uomo che volava portando con sé la tua canzone ed un mare, un mare di un azzurro splendente puro come non mai, e su di lui scivolavano veloci delle barche a vela. Ma erano antiche. Chi sei tu che suoni così? Chi sei tu che rapisci con la tua musica?”

Te l’ho già detto mortale. Sono Euterpe la musa della musica.”

Raccontami la tua storia Euterpe”.

Siamo in nove, nove sorelle e figlie del saggio Zeus. Viviamo sul monte Eliconia in Beozia, il Febo Apollo è il nostro protettore. Siamo le patrone dell’Arte in ogni sua forma e spesso allietavamo gli dei ed i mortali con la nostra bravura; tuttavia chiunque osava sfidarci veniva crudelmente punito. Le sciocche Sirene e le superbe Pireidi ci sfidarono nel canto e così sconfitte furono private delle loro ali che ora noi usiamo. Calliope la cui voce ammalia chiunque è la patrona della poesia epica, Clio colei che rende celebri della storia, Erato voluttuosa è della poesia amorosa. E poi Melpomene la cantante protegge e custodisce la tragedia greca, Polimnia dei Mimi, Talia esuberante ed allegra della commedia, Tersicore la nostra ballerina della danza, ed infine Urania la celeste dell’Astronomia.

Vivevamo in Grecia ai tempi degli eroi Achei, e siamo sempre vissute anche col passare dei secoli; con noi viveva la memoria e l’arte. I miei ultimi ricordi risalgano al magnifico Alessandro il Macedone che con la sua temibile falange estendeva i confini del suo impero fino a dove mai nessuno prima di lui aveva sognato fare.

Un giorno però mi trovavo a suonare il mio flauto quando sentii dietro di me dei sibili di serpente, mi voltai e vidi duoi occhi grandi, bellissimi, e vi lessi la meraviglia e l’ammirazione ma nel profondo anche il dolore per la sua maledizione  e per quello che stava per farmi. Quegli occhi così profondi ed addolorati sono i miei ultimi ricordi.”

Medusa” sussurrò Stefano.

Proprio lei. Ma non gliene faccio una colpa ragazzo; lei era figlia di Forco e Ceto; era bellissima, un giorno venne sedotta da Poseidone che scuote la terra e la possedé in un tempio di pallade Atena. La dea irata per tale affronto trasformò i capelli della giovane gorgone in serpi e chiunque l’avesse guardata negli occhi si sarebbe mutato in pietra. Non è colpa di Medusa essere diventata così, venne sedotta da un dio e ne subì le conseguenze; soffriva per la sua situazione era diventata un mostro ma il suo cuore era rimasto quella di una giovane fanciulla. Da quel giorno che mi trasformò in pietra però non seppi più nulla, mi sono risvegliata soltanto questa notte.”

Che anno era quando ti ha trasformata?”

Non lo so, non avevamo i vostri metodi per capire lo scorrere del tempo”.

Aspetta, hai detto che c’eri quando Alessandro Magno conquistava l’Asia quindi sei del 320 avanti cristo circa. Epoca Ellenica e se non sbaglio se dici il vero ci dovrebbe essere una statua di Euterpe la musa della musica nella sala delle muse nei Musei Vaticani. Adesso controlliamo.”

Coma farai?La stauta come hai detto te ora è qui e vive, non sono più di fredda pietra.”

Cerchiamo su google!”

Euterpe rimase esterefatta, cosa voleva dire quella parola, che significava? Era forse un oracolo? Vide il giovane avvicinarsi ad una scatola sottile e come per magia aprirla, dei colori apparvero sulla parte superiore accompagnati da una leggera melodia. Che stava accadendo? Poi Stefano cominciò a far danzare le sua mani su quella scatolina e lettere minuscole comparvero davanti a loro. Era forse stregoneria quella? Non aveva mai visto nulla del genere in tutta la sua intera esistenza.

Ad un tratto sulla scatola misteriosa comparve un’immagine; era lei, era lei soltanto un po’ più grezza, e di marmo.

è incredibile. Sei tu. Non sei pazza, e racconti il vero; sei Euterpe la musa della musica.”

Finalmente mi credi ora mortale. Te l’avevo detto che non mentivo.”

Ma Euterpe, che ci fai qui? Perché non sei con le tue sorelle?”

Questo mio caro discepolo non te lo so dire; al mio risveglio mi apparve Iris e mi disse che sarei rimasta qui fino a che il mio dovere non sia adempito, così vuole il saggio Zeus.”

Allora Euterpe se per te va bene rimarrai qui con me, ho una camera in più e dei vestiti che ti potrebbero tornare utile, nel terzo millennio una ragazza vestita in peplo desterebbe troppo l’attenzione.

Sei saggio mortale. Va bene.”

Ed a proposito Euterpe, ti sarei grato se mi chiamassi con il mio nome.”

Scusami Stefano. Lo farò” e detto questo gli sorrise, un sorriso senza tempo la cui bellezza ammaliava

Però ormai è ora di pranzo. Bisogna mettere qualcosa sotto ai denti, oppure moriremo di fame, tu Euterpe digiuni da duemila anni poi”.

La portò in una parte di quella casa tra le nubi, lui la chiamava “cucina”, cominciò a prendere degli oggetti strani rilucenti che lui chiamava padelle; voleva cucinare lui, che bizzarria nel tempo da cui proveniva erano le donne a preparare il cibo e non viceversa, ma questa novità non le dispiaceva, non sarebbe stata comunque in grado di cucinare qualcosa.

Stefano intanto si avvicinò ad un bancone, girò una manovella ed un fuoco azzurro apparve davanti a loro, il ragazzo poi ci pose sopra una padella con dell’acqua.

com’è possibile che questo accada? Solamente Efesto, lo storpio glorioso comanda il fuoco, come puoi riuscirci tu che sei solamente un umile mortale?”

Euterpe calmati da brava. Vedi nel ventunesimo secolo ci sono molte comodità che tu nemmeno immagini; queste fiamme per esempio serve per cucinare e si chiama gas, quella cosa bianca laggiù invece si chiama frigo e serve per conservare il cibo, e questa, la quale sono sicura ti stupirà, si chiama luce elettrica” esclamò con un sorriso stampato in viso.

Ed ecco che nella stanza si accesero delle lucciole gigantesche, piccoli soli che si accendevano e spegnevano come e quando volevano i mortali. La bocca di Euterpe erano spalancata e formava una “O” perfetta.

é….è incredibile” mormorò entusiasta.

Stefano la guardò e rise allegramente: “ No Euterpe, avere la musa della musica in casa, appena tornata in carne ed ossa dai Musei Vaticani dopo essere stata trasformata in pietra da Medusa duemila anni fa è veramente incredibile”.

I due si guardarono negli occhi e scoppiarono a ridere; era incredibile come si fosse instaurato un cameratismo così forte tra loro dopo sole poche ore che si conoscevano; ma d’altronde lei era la musa delle musica, e lui un musicista; avevano la stessa particolare essenza, solamente che Euterpe ne era propria la padrona, ed ogni cosa di lei sembrava rappresentare un suono.

Dopo alcuni minuti Stefano mise dei filamenti nel piatto e li ricoprì di una cosa color rossa.

Et voilà! Spaghetti al pomodoro; tipica cucina italiana, spero ti piacciano”

Hanno un profumo delizioso Stefano, sei stato bravissimo”

Avanti mangiamo!” detto questo il ragazzo con sguardo famelico impugnò una piccola cosa argentata veramente bizzarra e cominciò ad arrotare gli spaghetti su di essa; intanto la musa guardava i suoi movimenti rapita da tanta maestria. Prese anche lei quell’oggetto e lo guardò con più attenzione.

Mi rimembra un sacco il tridente di Poseidone chioma azzurra”.

Si chiama forchetta Euterpe - disse Stefano rischiando di strozzarsi dal ridere- scusami mi ero dimentica che per te è tutto diverso e nuovo”.

Non preoccuparti per me Stefano; mi divertono le novità e qui è tutto così differente dal mio tempo. È strano, ma mi piace”.

Dopo alcuni tentativi andati a vuoto finalmente la ragazza riuscì a mangiare il suo pranzo con evidente soddisfazione del cuoco. Terminato di pranzare i due si sedettero su i divani del salotto dell’appartamento di Stefano e chiacchierarono, Stefano le raccontò le storie mitologiche come erano arrivate fino a quel tempo e Euterpe ne rimase stupefatta, erano tutte vere nessuno le aveva cambiate, forse perché alla gente scettica del futuro non riusciva a credere nell’impossibile e a degli dei del tutto simili a loro, capricciosi ed egoisti.

Le ore passarono svelte e presto scesero le tenebre.

Febo Apollo è già passato col suo cocchio dorato portando via con sé il suo astro e non me ne sono neppure accorta, com’è strana qui la notte; è così buia si vede soltanto la luna pallida ed eterea ma non le sue splendide figlie. Come mai Stefano?”

Euterpe è perché qui in città c’è troppa luce elettrica che copre il loro brillare”

Quale perdita è la vostra, le stelle sono meravigliose.”

Lo so amica mia. Ma ora vieni ti mostro dove starai fino a quando vorrai.”

Così dicendo la portò in una parte dei quella casa tra le nubi che non aveva mai visto prima, vi erano due porte una di fianco all’altra, quella che l’attirò di più a sé era di un color turchese che le era familiare, il colore delle baie vicino ad Atene.

Stefano aprì la porta e davanti a lei apparve una camera bianca con delle rifiniture in azzurro, ma la cosa che la colpì di più fu una foto gigantesca che ricopriva tutta una parete. Era il suo mare quello che vedeva chiaramente di fronte a lei, quei colori così vividi ed accesi, così splendidi, quell’immensa distesa d’acqua che aveva visto innumerevoli battaglie ed incredibili eroi. Era il mare Egeo, il mare della sua patria.

è lui! È il mio mare!”

è una gigantografia del Mare Egeo vista da Santorini.”

Quella distesa che gli Achei chitoni di bronzo solcarono per approdare ad Ilio battuta dal vento per combattere contro i figlio del magnanimo Priamo.”

Ma Euterpe, allora è tutto vero? Persino l’Iliade? La guerra di Troia?”

Stefano stai parlando con la musa della musica, e ne abbiamo discusso anche questo pomeriggio; quello che tu credi pura fantasia è accaduto veramente. I miti, le leggende sono vere. Omero scrisse l’Iliade e l’Odissea ed ogni fatto accaduto è pura realtà, furono le mie sorelle Calliope e Clio a sussurrargli alle orecchie codeste vicende mentre lui dormiva affinché le generazioni future sapessero cosa accadde nei tempi addietro. Ma tu Stefano come fai a dubitare della forza Achea, del coraggio dei figli di Ilio ventosa, di Achille piede rapido e dei saggi Numi quando hai me davanti?” disse la musa con tono di rimprovero.

Il mortale chinò il capo vergognoso, Euterpe aveva ragione, non doveva dubitare della mitologia che tutti credevano pura fantasia, la prova che fosse vera dalla prima all’ultima parole era lì di fronte a lui che lo guardava con cipiglio adirato, in carne ed ossa, e peplo.

In quel momento però un suono stonato ed orripilante risuonò nella casa.

Che scempio è mai questo?” chiese la musa disperata.

è il campanello. Oh cielo! È Leonardo, mi ero dimenticato che oggi finiva di lavorare tardi, con tutto questo trambusto mi sono completamente dimenticato di lui. Svelta Euterpe indossa dei vestiti che trovi in quell’armadio alla tua destra erano di mia sorella; presto!”

La musa fece come le venne richiesto mentre Stefano ridacchiava tra sé e sé a sentire i mormorii sorpresi per quei “stranissimi pepli”. Aprì la porta ed ecco entrare la sua ragione di vita, il suo Leonardo entrare come un ciclone nel loro appartamento. Leonardo era un ragazzo alto con i capelli lisci ma che stavano ritti sulla sua testa e che si ribellavano ad ogni forma di spazzola, gli occhi erano neri come la pece, due pozzi che ammaliavano con il loro affascinante mistero.

Tesoro mio, mi hai fatto aspettare un’eternità la fuori, mi sei mancato sai’” dicendo questo stava per baciarlo quando sentii una musica stupenda levarsi nell’aria.

Stefano è una tua nuova composizione? È magnifica, che dico meravigliosa. E complimenti per la registrazione sembra proprio di avere il pianoforte accanto”.

in realtà Amore è così appunto perché è il pianoforte nella stanza accanto che sta suonando. Abbiamo una nuovo coinquilina, starà nella stanza di Maria”

Una donna? Wow. Nella stanza di tua sorella, non avevi mai voluto che qualcuno ci abitasse, deve essere incredibile; le hai detto di noi poi?”

No tesoro ma lo farò adesso, abbiamo avuto un sacco da parlare e non  ne ho avuto proprio il tempo”.

Speriamo che non sia omofoba, o qualcuna che pensa che i gay siano dei pazzi vestiti di rosa e lustrini. Ah sai che hanno rubato una statua di Euterpe nei musei Vaticani? È davvero un mistero, le telecamere non hanno registrato nulla, non ci sono segni di scasso e l’allarme non è suonato. Sembra proprio che la statua se ne sia andata con le sue gambe.”

Credimi Leo, questa notizia non mi stupisce affatto.” Andarono nel salotto dove trovarono Euterpe con dei jeans slavati e una felpa con su scritto Cambridge University intenta a suonare lo strumento.

Finito il brano si voltò verso di loro ed il suo viso si illuminò con uno splendido sorriso.

Euterpe, ti presento Leonardo, vedi anche lui abita qui con me…”

“…sono il suo ragazzo” terminò per lui il ragazzo al suo fianco.

La musa corrugò la sua splendida fronte, non capiva che volessero dire.

Cosa significa che è il tuo ragazzo, una persona a meno che non sia una schiava,sacerdotessa o concubina è libera e non appartiene a nessuno se non a se stessa” disse stupita.

Vuol dire che stiamo assieme, che ci amiamo”

Ora era tutto più chiaro, nella sua epoca nessuno avrebbe presentato la persona da lui amato in quel modo così bizzarro ed egoista.

Oh, adesso comprendo Stefano, dovevi spiegarti meglio. Piacere di conoscerti Leonardo, il mio nome è Euterpe” detto questo scese dallo sgabello e si avvicinò al ragazzo baciandogli le guance e stringendogli l'avambraccio.

che modo bizzarro per salutare. Piacere mio Euterpe, questo deve essere il tuo nome d’arte vero?” chiese Leonardo con un sorriso.

Euterpe volse lo sguardo verso Stefano e gli disse: “Stefano, leggo negli occhi di quest’uomo che è tanto simili ad Achille, figliolo di Teti bella chioma. È un uomo solare, coraggioso pieno di vita, a volte avventato, cocciuto ma di ampie vedute e ti ama tantissimo. È la tua esatta metà, tutto quello che ti manca, non riusciresti mai a mentirgli; digli la verità.”

I due ragazzi erano basiti, mai nella loro vita aveva tessuto le loro lodi ed i loro difetti così candidamente, senza nessun pregiudizio, nessuno aveva compreso così in fretta il loro amore da molti combattuto e giudicato.

Beh Leo- cominciò Stefano cercando di trovare le parole giuste per non sembrare del tutto impazzito al ragazzo che amava- quella che vedi davanti a te altra non è che la vera Euterpe, la musa della musica. È tornata in vita per adempire ad un suo compito, che però ignora lei stessa, dopo essere rimasta statua per duemila e trecento anni, colei che l’aveva resa di pietra fu Medusa ma ora l’incantesimo è rotto e lei è di nuovo tra noi è per quello che la statua è scomparsa dai Musei Vaticani, perché non è più una statua ma ora è in carne ed ossa, e viva soprattutto”.

Leonardo li guardava scettico, il dubbio dipinto chiaramente nei suoi occhi.

è ubriaca marcia ammettilo. Si è scolata litri di vodka alla pesca mista ad altro e poi ha buttato giù anche quale pasticca. E tu pure per crederle, strano, e dire che mi sembravi sobrio.”

Leo non fare lo stupido” gli intimò Stefano.

Lascia che ti racconti la mia storia mortale”.

Euterpe prese il flauto che aveva con sé al suo risveglio, lo strumento che l’aveva accompagnata per secoli e secoli e cominciò a suonare quelle antiche melodie che era solita suonare ai Simposi, sull’Olimpo e sulla terra, per dei, semidei e mortali. Con quelle musiche dimenticate raccontava quello che fu e quello che era, la sua vita nella sua patria, l’antica Grecia popolata da miti ed eroi. Le note alla fine si spensero portando con sé quei ricordi di vite ormai passate.

Leonardo la guardò stupito ed incantato dicendole con voce flebile che le credeva, quella musica era arrivata come un sogno e davanti ai suoi occhi erano apparse antiche visioni, il tutto sprizzava sincerità e non riusciva a non crederle ciecamente.

Avrebbero però custodito il segreto tra di loro, oltre agli abitanti di quell’appartamento, di quel nuovo Olimpo nessuno doveva scoprire la sua identità, che lei era la vera Euterpe; ma d’altronde nessuno ci avrebbe nemmeno creduto.

  
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