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Autore: Fatanera    19/01/2011    10 recensioni
(Star Trek V - The Final Frontier) “Questa volta ho avuto paura di morire” disse e Spock scosse impercettibilmente il capo.
“Impossibile. Non sei mai stato solo” Finale alternativo? Mmmm... Dopo esserci sorbiti per anni la scena tagliata, ecco come è andata realmente...
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Coppie: Kirk/Spock
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dopo esserci sorbite per anni la scena tagliata, ecco come sono andate realmente le cose. (Non ho mai letto questa scena ma non posso credere che nessuno l'abbia mai scritta. E' di una banalità sconcertante!)

Quando Kirk entrò nella sala comando dell’incrociatore Klingon, l’ultima cosa che si aspettava di trovarvi era il suo ex primo ufficiale, migliore amico e Compagno di una vita Spock. La poltrona del capitano si voltò lentamente e Kirk se lo trovò davanti, composto e perfettamente stirato, come sempre, come se arrivasse dal suo alloggio dopo una notte di sonno e una doccia, invece che da una lunga serie di notti insonni, lunghi giorni di combattimenti e preoccupazioni e la perdita di un fratello.
"Spock!" esclamò Kirk e si avvicinò a lui che si era alzato dalla poltrona e lo osservava dall’alto della sua statura. Sul suo viso c’era un leggero ma inequivocabile sorriso.
In quel momento Kirk sentì scivolargli via tutta la stanchezza e la rabbia e il dolore di quell’ultimo periodo, di quell’incubo che era iniziato quando l’Enterprise era stata presa in ostaggio da Sybok ed era terminato pochi minuti prima, con la punta di un cannone Klingon a pochi metri dalla sua testa.
In quel momento, con gli occhi di Spock di nuovo fissi nei suoi e la sua presenza rassicurante, Kirk si rese conto di quanta paura avesse avuto.
“Questa volta ho avuto paura di morire” disse e Spock scosse impercettibilmente il capo.
“Impossibile. Non sei mai stato solo” disse il Vulcan e Jim si sentì scaldare il cuore e un groppo gli salì alla gola.
Lo sapeva. Sapeva che Spock non lo avrebbe lasciato solo. Sapeva che, ovunque fosse, in qualsiasi situazione si trovasse, Spock sarebbe andato a riprenderlo. Avrebbe rivoltato l’universo ma lo avrebbe riportato a casa, come aveva sempre fatto. E come lui aveva sempre fatto per Spock. Dopo tanti anni insieme il Legame che li univa era più forte che mai, poteva sentirlo come qualcosa di fisico attraverso l’aria pesante e disgustosa del ponte. Si avvicinò a Spock e alzò le mani per stringere le sue spalle forti, e alzò il viso con le labbra dischiuse. Aveva bisogno di baciarlo, aveva un disperato bisogno di sentirlo vicino ancora, di ringraziarlo per averlo salvato, di dimostrargli ancora una volta che il loro Amore era intatto e indistruttibile. Si avvicinò ma quando le sue labbra furono solo a pochissimi centimetri da quelle di Spock, lui lo fermò.
“Per favore, capitano. Non davanti ai Klingon”. Kirk si immobilizzò e guardò Spock, il cui viso brillava di divertimento trattenuto. Si allontanò appena e si ricompose, poi lanciò una rapida occhiata intorno e annuì pieno di imbarazzo. Nella sua forte emozione si era completamente dimenticato dei Klingon.
Ma in quel momento udì qualcuno schiarirsi la gola e si voltò per trovarsi faccia a faccia con il capitano Klaa e mezzo equipaggio del vascello. Il capitano lo guardava con un grande, terrificante sorriso (a Kirk venne in mente una frase che aveva sentito durante una lezione di xenobiologia del Dott. McCoy a cui aveva assistito all’Accademia della Flotta Stellare: “I denti dei Klingon sono tutti canini”). Al suo fianco la sua femmina, il primo ufficiale Vixis, sorrideva a sua volta e li guardava con occhi grandi e brillanti da fangirl (ma che cavolo di parola era ‘fangirl’ e da dove gli veniva?) Gli altri semplicemente li fissavano come in attesa di qualcosa.
“Prego capitano” grugnì il Klingon “fate come se noi non ci fossimo”
Kirk sollevò le spalle. Non capiva cosa ciò potesse significare, poi scorse i brutti ceffi che li stavano osservando. Anche se non era facile interpretare le varie espressioni (sembravano sempre semplicemente furiosi), in quel momento sembravano più che altro delusi e contrariati.
Il generale Korrd fece loro un gesto come a dire “continuate” e il sorriso da squalo della femmina divenne più grande. Kirk, confuso, si rivolse a Spock, speranzoso che il Vulcan avesse una risposta.
“Capitano, temo che i Klingon siano contrariati dal fatto che io abbia fermato la sua dimostrazione di affetto nei miei confronti e si aspettano che lei porti a termine ciò che ha iniziato”
Kirk spalancò gli occhi.
“Spock, mi sta dicendo che i Klingon si aspettano che io… la baci… qui… davanti a tutti loro?”
“Temo di si, capitano. Ma in fondo è ciò che stava per fare”
“Lo so! Ma non mi ricordavo della loro presenza. Adesso che lo so…” Li passò in rassegna di nuovo e vide, preoccupato, che le loro espressioni erano sempre più arcigne e infuriate.
“Sono contrariati, eh?” chiese.
“Direi di si, Jim”
“E, mi dica, Spock, quali potrebbero essere le conseguenze se noi… hem… ci rifiutassimo di farlo?”
“Le conseguenze potrebbero essere gravi, capitano. Potrebbero andare dalla nostra uccisione ad un nuovo incidente diplomatico fino ad una nuova guerra” rispose Spock imperturbabile.
“Allora suppongo che io e lei… adesso… dobbiamo baciarci…”
“Si” fu la lapidaria risposta.
Kirk si ricompose, si voltò verso Spock e raddrizzò le spalle. Intorno a lui i Klingon si erano avvicinati di un passo e li fissavano con anticipazione, per lo più sorridendo in modo inquietante. Le femmine in particolare sembravano piuttosto eccitate dalla situazione e si scambiavano sguardi e gomitate.
“Non mi sembra il caso di provocare un incidente diplomatico, Spock”
“No, capitano”
Kirk si avvicinò ancora e afferrò di nuovo le spalle del suo Compagno. Alzò il viso verso di lui (la nuca gli formicolava dalla quantità di sguardi che si sentiva addosso) e posò le labbra su quelle di Spock. Si baciarono dolcemente per qualche secondo. Poi Spock portò una delle sue mani sul fianco di Kirk e l’altra dietro la sua nuca e lo baciò più profondamente. Ad un tratto intorno a loro non c’era più niente, ne il vascello, ne i Klingon, ne null’altro. Solo loro e il loro Legame, loro e il loro Amore. Quando si staccarono, ansimanti e sorridenti, qualcuno cominciò ad applaudire. Poi iniziarono i fischi e i commenti osceni (che in Klingon sembravano ancora più osceni), e in breve furono sommersi da uno scroscio di applausi e un putiferio di fischi e voci e grida e numerose pacche calarono sulle loro spalle. Kirk temette di avere una spalla slogata o un polmone staccato. Quando il tifo da stadio terminò, finalmente, l’incrociatore fece rotta verso il territorio federale.
   
 
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