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Autore: Strega_Mogana    23/12/2005    4 recensioni
Un'unione tra magia e Sailor Moon...
Genere: Fantasy, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: nessuno
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Mamoru stava sdraiato a letto a fissare il soffitto nella camera buia.

Sospirò per l’ennesima volta mentre il volto adirato di Usagi faceva, di nuovo, capolino tra i suoi pensieri e poi arrivava l’immagine di lei che parlava allegramente con Seiya e il sangue gli ribolliva nelle vene.

Un tuono piuttosto forte rimbombò fuori dalla finestra, il mago si mise a sedere e guardò attraverso i vetri: si era scatenato un bel temporale là fuori.

- Chissà se Usagi riesce a dormire. –rifletté ad alta voce osservando la pioggia che colpiva ritmicamente il vetro della finestra.

Non si erano più visti dopo quella volta nel parco, lui era andato a fare una passeggiata per sbollire i nervi, al suo ritorno non aveva più trovato la roba di Usagi: segno che aveva deciso di andare nella sua nuova stanza.

Aveva sentito un gran vuoto dentro di lui, era come se metà di lui fosse morta all’improvviso.

Un fulmine squarciò il cielo nero.

- Al diavolo!- urlò alzandosi dal letto- Non riuscirò a dormire se continuo di questo passo!

Prese la vestaglia e aprì la porta...

- Usagi!- chiese vedendola davanti a lui.

La ragazza si stringeva nella vestaglia di raso blu, stava per bussare e sembrava lievemente imbarazzata.

- Dove stavi andando?- chiese lei come se fosse del tutto normale girovagare nel castello di notte, in vestaglia e durante un temporale.

- Da te. – rispose sinceramente – So che non dormi quando c’é un temporale e volevo vedere se stavi bene.

La ragazza annuì piano sorridendo.

- Sì, sto bene Mamo-Chan... solo non riesco a dormire. Non sapevo che eri sveglio ma quando ho visto la luce accesa da sotto la porta...- si morse un labbro e posò lo sguardo sul pavimento di pietra - posso dormire qui?- chiese infine tutto d’un fiato arrossendo sempre di più.

Mamoru sorrise e si spostò di lato lasciandola passare, Usagi entrò piano ma senza esitare.

Arrivarono entrambi al letto e lei sciolse il nodo della sua vestaglia liberando la lunga camicia da notte nera che portava sotto.

- Usako...- mormorò lui non riuscendo a trattenersi – sei bellissima. – poteva aspettare a baciarla, poteva aspettare ad amarla, ma non poteva non dirle quello che provava anche solo guardandola.

Lei sorrise e si sistemò sotto le coperte, prontamente seguita da Mamoru, si accoccolò sotto il suo braccio e iniziò ad accarezzargli il torace distrattamente mentre lui le accarezzava un braccio e le sfiorava la tempia con le labbra.

Era impossibile resistere.

Restarono a lungo così, in silenzio, solo ascoltando i respiri dell’altro e battiti dei loro cuori innamorati.

Poi Mamoru si puntellò sul gomito alzandosi per fissare quell’angelo nei suoi occhi color del cielo, si mise a giocare con una ciocca ribelle dei suoi bei capelli biondi.

- Scusami per oggi Mamo-Chan. – mormorò lei mentre gli accarezzava il volto – Ti ho trattato molto male.

- Perdonata. – sussurrò il mago con un sorriso – Ti perdonerei tutto mia dolce Usako... non potrei mai esser arrabbiato con te.

- Grazie Mamo-Chan.

Mamoru sfiorò delicatamente le labbra di Usagi con un dito.

- Posso?- chiese desideroso solo di poter assaggiare quelle labbra rosse e così invitanti.

Usagi si mise a sedere avvicinando il viso a quello del mago: ora basta esitare.

Annuì preparandosi a ricevere il primo bacio da quel ragazzo meraviglioso incontrato in un pomeriggio di pioggia.

Mamoru le cinse la vita con un braccio e si avvicinò piano alle sue labbra, gustando ogni momento, ogni sensazione, ogni istante, prolungando quell’incontro quasi fino allo stremo.

E, quando finalmente si unirono, il bacio fu lento, delicato, Mamoru non tralasciava neppure un centimetro delle sue labbra.

Quando Usagi sentì la punta della lingua del mago che chiedeva di entrare, non esitò neppure un attimo e gli diede il permesso di esplorare la sua bocca, l’incontro delle due lingue fece diventare il bacio molto più passionale.

Mamoru sentiva il proprio corpo gridare di amare quella ragazza, di farla sua per sempre, ma, che se ormai non capiva più niente, continuò a baciarla con tutto l’ardore che aveva in corpo accarezzandole amorevolmente la schiena e i capelli mentre lei gli sfiorava il petto con le dita sottili.

Quando Mamoru si rese conto di stare perdendo totalmente il controllo si staccò, a malincuore, da Usagi e la fissò intensamente.

- Usako... ti dico subito che se vuoi che mi fermi devi dirlo ora, altrimenti potrei non rispondere più delle mie azioni.

Usagi rise debolmente e sfiorò le labbra del mago con le sue.

- Non voglio che tu ti fermi.... Voglio solo esser amata Mamo-Chan, e tu sei l’unico che può farlo.

- Io voglio amarti.

- E io non aspetto che te amore mio.

Il ragazzo sorrise e tornò a baciarla.

 

***

Ami stava passando in rassegna tutti i libri della biblioteca cercando il volume giusto per i suoi studi.

Ovviamente il libro di cui aveva bisogno non c’era... era costretta ad andare a comprarlo da qualche parte.

- Cerchi qualcosa Ami?

La strega si voltò spaventata ma tirò un sospiro di sollievo quando dietro di lei c’era solo Taiki.

- Scusa non volevo spaventarti,- fece il mago mortificato – tutto bene?

- Sì... ora sì... é che non ti ho sentito entrare, hai quel maledetto passo felpato!

- La prossima volta urlerò appena entro in biblioteca. – scherzò Taiki avvicinandosi di un passo alla ragazza - Allora? Cosa cerchi?

- Oh...- sospirò Ami lanciando un’ultima occhiata alla libreria quansi sperando che il libro fosse apparso all’improvviso – un vecchio tomo sulla medicina, so che nelle librerie é particolarmente difficile da trovare. Speravano che qui ne tenessero una copia.

- Non c’é? – chiese l’altro allungando il collo per leggere qualche titolo oltre la testa della strega.

- No. – sbuffò Ami delusa, solo allora si accorse che Taiki teneva in mano qualcosa e lo nascondeva dietro la schiena – Taiki... cos’hai li?

- Li dove?- domandò lui facendo il finto tonto.

- Dietro la schiena. – rispose fulminea con uno sguardo che diceva: “Guarda che non sono scema e vedo che nascondi qualcosa!”

Taiki sbuffò arrossendo come un bambino colto a rubare le caramelle al banco dei dolci al mercato, lentamente mostrò alla strega quello che aveva in mano.

Gli occhi di Ami si ingrandirono, Taiki poté giurare di averli anche visti scintillare.

La trovava bellissima.

- Taiki..- mormorò lei con filo di voce – ma... ma... dove l’hai trovato?

- Sapevo che cercavi questo libro da un po’,- iniziò a spiegare imbarazzato – e spevo anche che non c’era in biblioteca e che é molto raro. L’ho trovato in una libreria a Tokyo... non mi sono lasciato sfuggire l’occasione.

- E perché lo nascondevi dietro la schiena?

- Perché volevo metterlo nella libreria prima che tu lo vedessi, per farti una sorpresa.

Ami si morse un labbro arrossendo appena, Taiki era sempre molto gentile e premuroso.... e a lei piaceva così tanto...

Prese il libro e lo strinse al petto, poi si avvicinò a Taiki e gli diede un dolce bacio sulla guancia.

Il mago trattenne il respiro, imponendosi di non afferrarla e baciarla all’improvviso, sentì la guancia andargli a fuoco nel punto in cui l’aveva baciato. Sorrise le accarezzò una guancia rossa, era imbarazzata anche lei, ma, con quel rossore diffuso sulle sue gote, la trovava desiderabile oltre ogni immaginazione.

- Ti va di leggerlo con me? – gli chiese all’improvviso Ami.

Lui annuì silenziosamente, incantato dal suo sguardo, da quegli occhi profondi come gli abissi marini.

- Magari davanti ad una coppa di gelato. – continuò la strega.

- Portami dove vuoi Ami. – sussurrò Taiki prendendole una mano– Ti seguirei anche in capo al mondo.

 

***

Elson stava nella sua stanza seduto sulla poltrona davanti al camino spento, gli occhi chiusi e la testa reclinata.

Aveva mille pensieri in testa, quella ragazza era il primo di tutti.

L’aveva osservata molto bene in questi giorni, l’aura che la circondava era proprio quella delle streghe bianche, sentiva il suo potere e la sua enorme forza.

Ma non era questo a preoccuparlo, era la straordinaria somiglianza che aveva con un’altra strega bianca, morta anni fa.

- Eppure é lei...- mormorò a bassa voce – Selene.

 

   
 
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