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Autore: Geneviev    20/01/2011    2 recensioni
[Spoiler della 5x19 Hammer of the Gods] Gli Dei pagani si sono riuniti per fronteggiare il comune nemico: l'Apocalisse giudeo-cristiana. E fra di loro c'è qualcuno che recita, nascondendo le ali sotto le vesti, e che ha visto un futuro diverso dagli altri.
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Dean Winchester, Gabriel, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Quinta stagione
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Disclaimer: questi personaggi non mi appartengono, sono di proprietà esclusiva di Eric Kripke, a parte il nuovo personaggio, che personalmente stimo tantissimo! ^^
Attendo commenti!

 

 

 

Muncie, Indiana

 

Elysian Fields Hotel

 

 

Sì, forse aveva ragione Dean. Forse avrebbero dovuto rilassarsi e godersi la serata libera, in quello splendido hotel a 4 stelle. Ma c’era qualcosa di maledettamente sbagliato in tutta quella faccenda.

Non era solo il fatto che c’era un hotel a 4 stelle nel bel mezzo del nulla di un’insulsa statale, o che alla sua paranoica mente sembrava essere pieno delle strane figure, compreso il gatto nero e filiforme nel corridoio che lui aveva scambiato per una statua. Certo, dopo averlo inquietato con quello sguardo fisso e ancestrale, lo aveva fatto sorridere.

"Perché cavolo ridi?" gli aveva chiesto Dean, mentre si avviavano verso la stanza.

"Oh nulla, è che... mi ha fatto venire in mente quando ti era venuta la febbre da fantasma, ti ricordi? Il gatto nell’armadietto?"

"E’ stato spaventoso"

"E’ stato divertente"

Lo era stato, e sarebbe stato altrettanto bello potersi concedere una serata libera, ma quando la parete della loro camera, che confinava con quella della coppia di neosposini, fu quasi sfondata, anche Dean si convinse che dovevano cambiare progetti.

Da quel momento in poi andò tutto sempre peggio.

 

ψ

 

"Signori e signore, i nostri ospiti d’onore sono arrivati" annunciò l’uomo, affianco all’attraente donna che Dean aveva visto al buffet, quando vennero gentilmente trascinati di peso nella sala da ballo.

Fu abbastanza inquietante vedere tutti quei divini mostri pagani seduti allo stesso tavolo, intenti a sorseggiare sangue, e ancora più inquietante fu l’applauso che partì all’entrata ad effetto del piatto forte: impresario arrosto con salsa agrodolce e tanto di mela in bocca. Decisamente vomitevole.

"Signori e signore, grazie per essere venuti. In tutti questi secoli, non ho mai pensato che avrei visto tutto questo. Tutti questi Dei sotto lo stesso tetto"

"Dei?" ripeté Dean sconvolto.

"Ma prima di parlare dei dettagli, alcune regole di base: non ci si uccide a vicenda. Tenete a freno la vostra rabbia e oh... giù le mani dalle vergini del posto. Stiamo cercando di mantenere un basso profilo" continuò Baldur.

"Siamo decisamente fottuti" mormorò Dean a suo fratello.

"E sappiamo tutti perché siamo qui. L'apocalisse giudeo-cristiana incombe su di noi. So che tutti noi abbiamo avuto delle piccole divergenze in passato, ma è giunto il momento di metterle da parte e di guardare al futuro, perche se non faremo così non ne avremo uno. Ora, noi abbiamo una merce di scambio di grande valore. I tramiti di Michele e Lucifero" spiegò il Dio, puntando indice e medio verso i due Winchester. "Ma la domanda è... cosa facciamo adesso? Chiunque abbia un'idea brillante, parli ora. Questa stanza è sicura"

L’obesa divinità asiatica che al petto aveva appuntato il cartellino con scritto Zao Shen sputò qualche parola in cinese, battendo il pugno sul tavolo.

"Non mi piace il suo tono" confidò Dean a Sam.

"Ucciderli? Perché? In modo che gli angeli possano portarli di nuovo in vita" rispose placidamente l’uomo dai capelli candidi che era Odino.

In quel momento il gatto nero che era staticamente seduto sul piedistallo alla sinistra di Sam scese con un silenzioso balzo e si trasformò in una ragazza. Una ragazza bellissima, pensarono entrambi i fratelli.

Aveva lunghi e lisci capelli corvini, con una piccola frangia disordinata sulla fronte, e freddi occhi azzurri abbelliti da un marcato e preciso trucco nero. Indossava jeans attillati sopra ad eleganti sandali con il tacco, sotto a una morbida maglia di seta color notte senza maniche, con il collo dorato che ricordava molto le vesti degli antichi egizi.

"Sono, mio malgrado, d’accordo con lui. Gli angeli li riporteranno indietro, anche se dovessimo farli a pezzettini e sparpagliare i loro resti in giro per l’universo" disse la ragazza con tono piatto, muovendo qualche passo verso i due fratelli, superandoli. Entrambi deglutirono, sentendo un brivido freddo lungo la schiena.

"Non so perché vi state tutti preoccupando così tanto. Si tratta solo di un paio di angeli che si prendono a schiaffi. Non è l'Armagheddon. Tutti sanno che quando finirà il mondo il grande serpente Jourmungandr risorgerà ed io stesso verrò mangiato da un grande lupo" continuò Odino, bellamente spaparanzato sulla sua sedia, terminando con una risata. Quella frase e quella risata fecero storcere il naso alla ragazza gatto, e fecero uscire un brontolio dalla bocca di Zao Shen.

"Ah si? Perché dici così? Perché le tue credenze sono tanto più realistiche? L’intero mondo viene portato in giro sulla schiena di una tartaruga gigante. Fammi il piacere!" s’infervorò Odino

Il che fece partire una discussione sempre più accalorata fra il Dio scandinavo e il Dio cinese, e l’aria nella stanza si tese fino allo spasmo. I due Winchester approfittarono della distrazione generale per alzarsi e cercare di svignarsela, ma appena ebbero dato le spalle al tavolo di divinità incazzate, un lampadario cadde con un infernale frastuono davanti ai loro piedi.

"Restate qui" sibilò Kalì dall’altra parte della stanza.

I ragazzi non poterono fare a meno di notare che la ragazza gatto aveva sorriso divertita al terrore che sapevano aver scritto negli occhi.

La divinità indiana della distruzione si alzò in piedi, elegante nel suo abito rosso, e poggiò i palmi al tavolo prima di parlare di nuovo. "Dobbiamo combattere. Gli arcangeli... l'unica cosa che capiscono... è la violenza. Deve finire nel sangue. Non c'è altro modo. Si tratta di loro, o di noi"

"Con tutto il dovuto rispetto, Signora... non abbiamo nemmeno provato a parlare con loro" intervenne Norman Bates seduto alla sua sinistra. Kalì si voltò a fissarlo con freddezza e dopo pochi istanti Mercurio iniziò a soffocare e a sputare sangue sulla bianca tovaglia che ricopriva il tavolo.

"Kalì" la richiamò Baldur per farla smettere. La Dea smise di torturare il povero messaggero degli Dei, ma non staccò gli occhi neri dalla sua figura.

"Chi ti ha chiesto niente?" gli domandò.

"Violenza" imitò la ragazza gatto, in un bisbiglio appena udibile ai Winchester.

In quell’istante la porta alle loro spalle si aprì con un botto, facendo voltare tutti di scatto.

"Non possiamo semplicemente andare tutti d'accordo?". Spavaldo come sempre, il Trickster fece il suo plateale ingresso, e spense la voce nella gola di Dean prima che potesse pronunciare il suo vero nome.

"Sam, Dean, siete sempre nel posto sbagliato nel momento peggiore, voi idioti" li rimproverò con fastidioso sarcasmo, avvicinandosi a loro e alle altre divinità.

"Loki" lo riconobbe Baldur, pronunciando il suo finto nome con irritata freddezza.

"Baldur, anche per me è un piacere rivederti" rispose Gabriel, prima di inchiodare gli occhi verdi sulla figura della ragazza gatto.

"Loki" ripeté lei, chinando il capo in un ironico saluto, con un sorriso vincente stampato sulle labbra, per poi tirare fuori dalla tasca il bigliettino che si era categoricamente rifiutata di appuntarsi sul petto e mostrarglielo prima che potesse appellarla in qualsivoglia maniera.

"Bastet" lesse subito Gabriel, ricambiando il sorrisetto.

"Non con così tanto entusiasmo, qualcuno potrebbe ingelosirsi" aggiunse Bastet, per poi ruotare molto lentamente il capo verso le altre divinità.

I Winchester si scambiarono un’occhiata, avendo entrambi la netta sensazione che quei due si conoscessero, ma trovandosi troppo impegnati a cercare una soluzione per uscire da quel tremendo casino per dare importanza alla cosa.

"Immagino che il mio invito si sia perso nella posta" continuò Gabriel tornando a guardare Baldur e Kalì dall’altro capo del tavolo.

"Perché sei qui?" gli chiese il Dio Norreno.

"Per parlare dell'elefante nella stanza" annunciò il Trickster "Non tu" aggiunse velocemente fermando Ganesh con un gesto della mano "L'apocalisse" terminò con appena più enfasi. "Non possiamo fermarla ragazzi. Ma iniziamo dalle cose importati"

Si voltò nuovamente verso Sam e Dean. "Gli adulti devono fare una chiacchierata. Ci vediamo dopo" disse ai due ragazzi, salutandoli con le mani, un secondo prima che i due si ritrovassero nella loro stanza, in preda al panico.

 

ψ

 

"Uccidiamo qualche mostro se siamo fortunati" continuò Dean, cercando di essere il più positivo possibile, ma sentendosi comunque nella merda fino al collo.

"E quando mai siete stati fortunati?" chiese Gabriel, comparso magicamente sul divano della loro stanza.

"Sai una cosa? Fottiti, Gabriel" lo rimbeccò il Cacciatore.

"Forse dopo, ragazzone" rispose l’arcangelo un po’ seccato, alzandosi dal divano.

"Perché non adesso?" domandò la voce di Bastet, che era magicamente apparsa davanti alla porta chiusa. La ragazza gatto fece qualche passo verso di loro e Gabriel si girò nella sua direzione per fronteggiarla, facendo comparire sul suo viso da giocherellone un’espressione severa.

"Samael" la riconobbe finalmente lui.

"Gabriel" ribatté lei, sibilando velenosa il suo vero nome. I due Winchester si scambiarono ancora un’occhiata, ma non fecero in tempo ad intromettersi.

"E quindi... questo è il tuo tramite" disse Gabriel, cambiando la sua espressione in stupore, scannerizzandola da capo a piedi come farebbe un uomo smanioso.

"E questo è il tuo" replicò lei, storcendo il naso con vago disgusto, ricambiando lo sguardo. "Almeno Michel e Lucifer hanno dei gusti migliori dei tuoi" aggiunse lanciando uno sguardo a Sam e Dean.

"Non pensavo che... " continuò Gabriel, ma fu prontamente interrotto.

"E’ anche per questo non mi avete mai trovato, perché non pensavate che, o perché non pensate affatto" incalzò lei con irritazione moderata.

"Wowowo, aspettate. Chi diavolo sei tu?" riuscì ad immischiarsi Dean, additando Samael. La ragazza gli rivolse un’occhiata gelida.

"Il secondo angelo caduto, insieme a Lucifer" rispose Gabriel al suo posto.

La situazione era assolutamente peggio di quanto i due fratelli avevano immaginato. Erano molto più che decisamente fottuti. In qualsiasi senso riuscissero a pensare.

"Rinnegata dai propri fratelli... " aggiunse lei, puntigliosa e ostile.

"Tu ti sei... " la interruppe Gabriel.

"Schierata dalla parte di Lucifer, ebbene sì, lui aveva ragione. Ha ragione. Gli uomini sono soltanto dei riprovevoli aborti difettosi che non meritano l’immenso dono che è stato fatto loro! Insudiciano il mondo e la vita con la loro infamia e depravazione! Assassini, ladri, stupratori, bugiardi e sudici ignoranti, e provate a contraddirmi che vi uccido" disse lei, alzando l’indice verso i Winchester.

"Allora perché sei qui, piccola traditrice?" volle sapere Gabriel, ostentando una buona dose di baldanza. Quel nomignolo fece infervorare ulteriormente l’altro angelo.

"Traditrice?! Ma senti un po’. Questo è proprio il bue che da del cornuto al gatto! Chi è che ha abbandonato di sua iniziativa il paradiso perché non ha mai voluto intromettersi nelle discussioni tra fratelli, e si diverte a fare il Dio pagano e a tormentare questi due poveri cretini?" replicò Samael, fissandolo eloquente e indicando con un cenno della mano i fratelli, che rimanevano muti e sbigottiti.

Dean sentì quell’appellativo pungolare il suo orgoglio e alzò un indice con l’intento di intervenire, ma il momento era notevolmente drastico.

"Oh beh se è per questo anche tu ti sei messa a fare la Dea, mia cara" la scimmiottò l’arcangelo.

"Michel mi ha sbattuto fuori dal paradiso!" ringhiò lei furente.

"Io non avrei voluto che succedesse" ribatté lui, scuotendo il capo, serio e sincero.

"Oh certo! Tu, Raphael e gli altri ipocriti vi siete dilaniati il petto dal dolore" commentò Samael annuendo alle sue stesse parole, portandosi una mano al cuore.

"Tu e Lucifer avete disobbedito" disse Gabriel, in difesa delle sue ragioni.

"Meglio disobbedienti con delle idee proprie che vigliacchi caproni egoisti" lo fulminò lei, scoccandogli uno sguardo di odio.

"Ehm... " azzardò Dean, quando il silenzio si prolungò abbastanza da permettergli di intervenire.

"Posso litigare con mio fratello in santa pace?" chiese subito Samael spostando gli occhi azzurri sul cacciatore. Dean si sentì la gola troppo secca per aggiungere qualsiasi altro insieme di sillabe.

"Non hai risposto alla mia domanda, comunque" le fece notare Gabriel con tranquillità, catalizzando nuovamente l’attenzione su di sé.

"Potrei chiederti la stessa cosa, illusionista dei miei stivali". Sembrava che la rabbia di pochi istanti prima si fosse semplicemente trasformata in ironico veleno.

"In effetti, avrei dovuto immaginarlo. Tutto questo puzzava di te dall'inizio" rincarò Dean, che nonostante l’incombente minaccia di un’alleata di Lucifer, rimaneva irritato dalla presenza dell’angelo che si era divertito a ucciderlo centinaia di volte.

"Pensate che ci sia io dietro questo?" domandò Gabriel, un po’ stupito e offeso, rivolto a tutti. "Ma per favore. Sono il Kevin Costner per Whitney Houston. Sono qui per salvarvi le chiappe, ragazzi"

"Vuoi salvarci dalle fiamme?"chiese Dean, perplesso.

"Mmh" annuì Samael, fissando un punto imprecisato del pavimento, curiosa di sentire la prossima stronzata che sarebbe uscita dalla bocca del fratello.

"Bingo" rispose Gabriel, ignorandola. "Questi Dei vi polverizzeranno o vi useranno come esche. In ogni caso... siete fottuti alla grande"

"Wow... perché solo un paio di mesi fa ci dicevi che dovevamo fare la nostra parte? Eri tu che ci stavi fottendo alla grande" fece notare allora il cacciatore.

"Giusta osservazione, insulso mortale" intervenne Samael, che però rivolse uno sguardo di biasimo solo all’angelo.

"Oh, la fine è ancora vicina. Michel e Lucifer balleranno ancora la lambada. Ma non stanotte. Non qui"

"Michel e Lucifer non balleranno proprio niente. Né qui, né mai" lo rimbeccò lei, lasciando tutti un po’ stupiti.

"A te che importa?" le chiese Dean, senza riuscire a trattenersi.

"A me importa eccome. E a te Gabriel, perché importa?" continuò lei.

"A me non importa... ma... io e Kalì, noi... c'è stato qualcosa. La ragazza aveva mani dappertutto. Che cosa posso dire? Sono un sentimentale"

"Oddio, Gabriel, ti prego" fece Samael schifata. "Quella lì? Se proprio dovevi sceglierti una ragazza, potevi almeno scegliertene una carina"

"Oh sei gelosa quindi" la punzecchiò l’arcangelo, ridacchiando.

"Non ha nemmeno la metà del fascino e della grazia che ha il mio canino sinistro" commentò lei con ovvietà, per poi rivolgersi ai Winchester "Vero, ragazzi?" il che suonò molto come una minaccia e i due si affrettarono ad annuire.

"Hanno una possibilità? Contro Satana?" chiese improvvisamente Sam, che era rimasto zitto per tutto il tempo.

"Sul serio, Sam?" lo bloccò suo fratello.

"Hai un'idea migliore, Dean?"

"E’ una pessima idea. Lucifero ne farà polpette" confutò Samael con voce decisa e chiara.

"Non ci hai ancora spiegato perché sei qui" le fece notare allora Sam "O cosa vuoi da noi, o perché sembri così sicura che Michel e Lucifero non s’incontreranno"

"Non ho detto che non s’incontreranno. Ho detto che non è ci sarà nessuna Apocalisse"

"Ah si? Perché i pronostici sembrano essere tutti a favore" disse Dean, ironico come sempre, alzando le sopracciglia.

"Ma dai! Michel e Lucifer hanno preso la loro decisione e non possiamo fermarli" esclamò Gabriel, allargando le braccia.

"Non possiamo o non vogliamo, Gabri?" gli chiese lei, con il tono cantilenante di una filastrocca, tornando a posare gli occhi azzurri su di lui.

"Io non ho detto che sono qui per fermarli, infatti. Ma voi non ascoltate quello che dico" continuò Samael, scuotendo il dito indice in segno di dissenso. "Così come i miei fratelli non ascoltano quello che dice nostro Padre, perché hanno le orecchie piene di piume! O peggio, ascoltano, ma non capiscono, perché hanno il cervello fatto di piume!" aggiunse con stizza, e se avesse avuto qualcosa in mano, probabilmente, lo avrebbe lanciato dietro a Gabriel.

"Che stai dicendo?!" la riprese l’arcangelo, come se avesse appena sentito una barzelletta senza senso.

"Sto dicendo, Gabriel, che non ci può essere alcuna Apocalisse se Lui non decide che ci deve essere. Non può esserci un Giudizio senza il Giudice" spiegò lei, sicura.

"Ma lui ha detto che non è un suo problema... " s’intromise Dean, ma venne fulminato dallo sguardo e dal gesto della mano di Samael.

"Frena quella lingua o giuro che te la strappo" lo zittì velocemente.

"Beh quindi Michel e Lucifer stanno solo... " iniziò Gabriel.

"Facendo i capricci, come al solito" terminò prontamente Samael. "E tu sai che è così. E sinceramente non capisco nemmeno perché. Voglio dire... perché Michel ha sguinzagliato i suoi lacchè per ripescare il suo tramite? Per portare il paradiso in terra? Per punire gli uomini peccatori? Ma chi è senza peccato scagli la prima pietra, e allora tutti all’inferno e il paradiso in terra abitato da soli angeli. Oh, oh, allora avevamo ragione io e Lucifer quando dicevamo che gli uomini non meritano l’amore di Dio e tantomeno il nostro... e ciò mi sembra molto ipocrita da parte di Michel, anche perché non mi pare che lui e gli altri angeli amino gli uomini, come nostro Padre aveva detto di fare, anzi, li trattano come rifiuti" si fermò un attimo, fissando il viso dell’arcangelo e poi i Winchester. "A parte qualcuno" aggiunse scuotendo appena la testa, prima di continuare.

"A parte Castiel, che giusto ora che ha cominciato a capire, è stato reietto dal paradiso... E... ". Samael assottigliò le palpebre guardando il fratello, sorridendo sorniona "...forse non è soltanto di quella sgualdrina divina che t’importa, Gabriel"

Tutti e tre erano basisti, non erano riusciti a dire niente nella polemica mitragliata di parole, e nemmeno ora che c’era silenzio, riuscivano a riordinare le idee. C’era qualcosa di strano in tutta quella situazione ma, improvvisamente, erano tutti d’accordo che quanto Samael aveva detto era la verità.

"Ma tu hai sempre detto che gli uomini non meritano quello che è stato donato loro" le fece notare allora Gabriel, ritornando sulla difensiva da burlone. Samael sospirò, alzò gli occhi al cielo e mise i pugni sui fianchi, facendosi pensosa per un momento.

"Sì, gli uomini restano una marmaglia di aborti, ma... ". Sospirò di nuovo, e in quell’istante il suo sguardo si svuotò di tutto l’amaro veleno e si colmò di qualcosa che assomigliava incredibilmente alla luce dolce e amorevole che nell’immaginario collettivo riempie gli occhi degli angeli. "Il solo fatto che questi due ragazzi stiano lottando con le unghie e con i denti per salvare il mondo... questo basta"

"Oh... grazie" balbettò Dean, lanciando un’occhiata a Sam.

"Certo sono davvero improbabili e i meno affidabili come eroi, ma... " puntualizzò lei, malignamente. "Sono la prova" aggiunse tornando a guardare Gabriel, enfatizzando le parole per dargli maggior peso. L’arcangelo, che era rimasto cupo e riflessivo, annuì debolmente.

"Inoltre c’è del buono a questo mondo, è giusto combattere per questo, padron Frodo" terminò Samael, facendo l’occhiolino.

"Quindi non mi impacchetterai per spedirmi da Lucifero?" le domandò Sam, ancora diffidente.

"Non credo che mio fratello abbia bisogno del mio aiuto. E’ un tipo che di solito ottiene quello che vuole" decretò lei, arricciando il naso. "Sono qui per evitare che gli Dei pagani facciano ulteriori casini" chiarì finalmente.

"Bene, allora muoviamoci finché possiamo ancora farlo" disse allora Gabriel, sfregandosi le mani.

"Ok, ottimo. Perché allora non ci fate sparire da qui, allora?" volle sapere Dean.

"Lo farei se potessi. Ma Kalì vi tiene per le palle. E' un incantesimo con il sangue. Voi, ragazzi, siete al guinzaglio" spiegò l’arcangelo.

"Che cosa vuol dire?" chiese ancora il ragazzo.

"Vuol dire che è il momento di fare un po’ di vecchia magia nera" ribatté Gabriel, rinfrescandosi l’alito con lo spray al mentolo.

"Ok, sì. Beh, come ti pare. Porteremo con noi gli antipasti nel freezer" proseguì il cacciatore.

"Scordatelo. Sarà già abbastanza difficile far uscire voi sfigati"

"Ti hanno chiamato Loki, vero? Significa che non sanno chi sei in realtà" dedusse Dean, avvicinandosi a lui con fare intimidatorio.

"Ve l'ho detto... sono nel programma di protezione di testimoni" si vantò l’arcangelo.

"Ok, beh, che ne dici di fare come diciamo, o noi riveliamo alla Legion of Doom la tua identità segreta? Non mi sembra proprio gente che ama gli angeli" lo minacciò il ragazzo.

"Vi toglierò la voce"

"Lo scriveremo"

"Vi taglierò le mani"

"Poi le persone inizieranno chiedere: perché andate in giro senza mani, ragazzi?".

Gabriel sospirò, sentendosi alle strette e ricambiò lo sguardo maligno del cacciatore. "D'accordo"

Samael ridacchiò nel vedere un umano minacciare un angelo, rimanendo immobile a fissarli interessata come se stesse assistendo a una gara sportiva. Poi Gabriel sparì in un silenzioso frullio d’ali così com’era comparso.

"Mi piacerebbe proprio vederlo... a cercare di rubare sangue di gatto" disse dopo poco Samael, facendo comparire nella sua mano le due piccole boccette contenenti il sangue di Sam e di Dean.

"Lo sapete che i gatti consacrati a Bastet sono immuni da qualsiasi incantesimo di magia nera?" chiese retorica ai due fratelli, lanciando verso Sam i contenitori. Scosse la testa abbandonando un respiro, mentre si avvicinava a uno dei due letti per sedersi, per poi mettersi a grattare la testa del micio nero che era salito sul copriletto in quell’istante.

"Perché non gliel’hai detto?" domandò Dean, indicando il punto dove era appena sparito Gabriel. Samael alzò gli occhi e sembrò rifletterci a lungo.

"Perché se lo merita" replicò lei convinta e dispettosa. "Siete liberi di andare, ma immagino non lo farete prima di aver fatto uscire gli antipasti" quindi batté i palmi sulle cosce e si alzò per dirigersi alla porta. "Bene, andiamo"

"Aspetta... " la fermò Dean, facendola voltare di nuovo verso di lui "Perché sei così sicura che non ci sarà nessuna Apocalisse?" domandò confuso, fissandola in viso. Samael sospirò, mentre faceva scorrere lo sguardo prima su uno e poi sull’altro Winchester.

"Gli angeli dicono di aver visto il futuro" iniziò enigmaticamente "Ma hanno visto il futuro sbagliato" sentenziò, facendo comparire sulle labbra un debole sorriso.

"Ho puntato su di voi, ragazzi. Vedete di non deludermi" confidò infine Samael, prima di avviarsi.

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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