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Autore: Little Firestar84    21/01/2011    1 recensioni
A volte basta poco per ammettere una verità che ci è sempre stata davanti agli occhi, o la paura di affrontare qualcosa di nuovo e ricomnciare, a volte basta davvero poco, come l'iinocenza e la disarmante sincerità di una Lisbon in miniatura, una brunetta dagli occhi verdi di cinque anni rispondente al nome di Annie...
Genere: Romantico, Commedia, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Patrick Jane, Teresa Lisbon
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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TERESA
Contro ogni possibile previsione, il tuo matrimonio funziona, nonostante che, quando vi siete incontrati per la prima volta, tu abbia pensato che Patrick fosse la peggiore cosa che potesse accadere a un essere umano e che la sua anima fosse stata spezzata senza possibilità di tornare un giorno integra. Litigate, questo è certo, e i primi mesi dopo la nascita di Lucas sono stati parecchio difficili, con lui costantemente terrorizzato di fallire (nuovamente, come dice lui) come padre e marito, ma principalmente, quando litigate, lo fate per gli stessi motivi per cui lo facevate un tempo: lavoro. Perciò, il giorno in cui stai per rinnovare i tuoi, vostri, voti nuziali, stavolta come Dio comanda (letteralmente), mentre sei nella canonica che ti prepari con l’aiuto di Grace, non hai paura, perché sai che voi cinque ce la farete, questa cosa funzionerà. Dopotutto, cosa potrebbe andare storto? E’ tutto perfetto. Stai per sposare Patrick in chiesa, come hai sempre voluto. Hai indosso un lungo abito bianco che ti fa sentire la donna più bella del mondo nonostante tu sia incinta di otto mesi e una settimana (e di una coppia di gemelli, per giunta). Hai il tuo qualcosa di nuovo (l’abito), il tuo qualcosa di blu (l’intimo è di pizzo azzurro ma tant’è), qualcosa di vecchio (la croce di tua madre, che tieni sempre al collo) e qualcosa di prestato (un paio di orecchini di Grace, sottili catenelle d’oro con piccoli smeraldi che tanto stanno bene con i tuoi occhi). L’organo intona la classica marcia nuziale, fiori bianchi sono ovunque nel più perfetto dei modi e la chiesa è gremita di amici e parenti e persone cui voi tenete.
“Sai, ci sono giorni in cui mi chiedo come sia possibile che Patrick sia stato così a lungo senza saltarti addosso” Grace ti sorride maliziosa mentre dà gli ultimi tocchi alle leggere onde in cui i tuoi capelli cadono sulle spalle. “Anche se direi che non ci sono dubbi sul fatto che non sia più in grado di passare più di qualche minuto senza metterti le mani addosso.”
“Magari è il contrario.” Tu sorridi leggera, scherzando, voltandoti a guardare la tua amica e collega. “Sai, a volte mi chiedo perché proprio me; Patrick avrebbe potuto avere qualsiasi donna, eppure ha scelto me, e ci sono giorni in cui penso che sia così.”
“Patrick è rimasto coinvolto in una rissa!”
PATRICK
Tra un paio di minuti, Teresa camminerà verso di te, eppure tu sei comunque nervoso, neppure lei potesse decidere di scappare via (nonostante siate legalmente già sposati e alla vostra seconda gravidanza insieme); nemmeno il fatto che tecnicamente, sia stata lei a chiedertelo ti fa essere meno preoccupato. Improvvisamente, un’ombra nelle retrovie della chiesa coglie la tua attenzione e tu rimani lì, immobile, come congelato.
“Jane, tutto a posto?” Come vede i tuoi occhi, vuoti e freddi, Wayne si preoccupa immediatamente, confuso, come se ci fosse qualcosa in te, nel tuo atteggiamento in questo istante, che lo spaventa.  
“Torno subito” correndo, segui l’ombra, con qualcosa nei tuoi occhi che può essere descritto come rabbia. Non puoi fare a meno di chiederti perché lui sia qui, e non ti rendi nemmeno conto che Claire, con Lucas in braccio, ti sta correndo dietro.
“Cosa diavolo credi di fare qui?” urli quando afferri lui per le spalle obbligandolo a voltarsi cosicché ora siete a faccia a faccia; in questo momento non t’importa di nulla. Non t’importa di essere rispettoso. Non t’importa nulla nemmeno di dove ti trovi. Sei cieco a tutto. Non ti rendi conto di Claire che, al tuo fianco, è stupito nell’osservare l’uomo davanti a voi. Non c’è ombra di dubbio che non siate la stessa persona, ma i tratti somatici sono quelli, ci sono.
“Andiamo, Patrick, non credi che dovresti essere più gentile con il tuo vecchio?” Non vedi Claire preoccupata e, francamente, anche spaventata. Ora ha la certezza che l’uomo di fronte a voi è davvero tuo padre, un uomo che, fino a oggi, non sapeva essere ancora in vita. Come Teresa, hai sempre avuto problemi a parlare dei tuoi genitori, almeno, non lo hai mai fatto con loro più del dovuto, perciò lei, come tutti, aveva assunto che tu fossi orfano.
“Patrick?” Stringe la presa su tuo figlio, quasi fosse conscia della tempesta che sta per abbattersi su di voi.
“Claire, vai; mi sbarazzo di lui e torno subito da voi.”
“Claire, perciò questa non è la tua futura moglie; il suo nome dovrebbe essere Teresa, se non sbaglio; spero vivamente che non sia la tua amante, portarla Al tuo matrimonio sarebbe certamente inappropriato, figliolo.”
“Non tradirei mai mia moglie; non sono un bastardo che si compra la fiducia delle persone!”
“Peccato, figliolo, che io mi ricordi di un certo ragazzo che giocava al finto sensitivo senza farsi troppi problemi.”
“Io invece ricordo un uomo che convinse una ragazza morente che la poteva salvare solo perché lei era ricca; ricordo che suo figlio non voleva e quello stesso ragazzo scappare non appena poté; ricordo che a te non è più importato nulla di me fino ad oggi!” Nella tua voce ci sono solo rabbia e veleno.
“Voglio papà” Senti la voce di Lucas, rotta dalla paura, e con la coda dell’occhio lo vedi stringere con tutta la forza che un bimbo della sua età può avere la mano della zia.
“Andiamo, Patrick, non vedo perché un padre non possa andare al matrimonio del figlio quando ne viene a sapere.”
“Non sei mai stato un padre per me, perciò basta giochetti e dimmi cosa vuoi; se è il denaro che cerchi, dimmi una cifra e sparisci!”
“Sai, Patrick, io gradirei davvero che la smettessi di essere un tale ipocrita; sarai pure scappato dal circo, ma non potrai mai scappare m da chi sei davvero; non sai quanto io sia fiero di te, di come sai manipolare le persone e di come hai finto così a lungo di essere un sensitivo.” Fa una breve pausa, un sorrisetto maligno stampato sul volto. “Per non parlare di come hai agito con quel maniaco assassino, John il rosso; Non hai mai considerato che se io non ti avessi insegnato quello che ho, se non ti avessi reso ciò che sei oggi, tu non avresti mai incontrato la tua cara Teresa?”
“Sul serio, vattene.” Stringi i pugni, combattendo il sempre più crescente bisogno di spaccare la faccia all’uomo davanti a te.
“Sono certo che lei sia il completo opposto della tua prima moglie; lei era una meravigliosa creatura del nostro mondo, mentre questa è una volgare poliziotta, è impossibile poterle paragonare; mi chiedo come tu abbia potuto accontentarti di così poco, dato che potresti convincere qualsiasi donna a condividere con te il suo letto.” Sorride di nuovo maligno. “Ora che ci penso, ricordo di aver letto da qualche parte che ti accompagnavi a Kristina Frey, la sensitiva; saresti dovuto rimanere con lei, insieme avreste fatto una barca di soldi nel nostro giro.”

Senza replicare, gli salti addosso, al tuo stesso padre, lotti con lui sul pavimento della chiesa e nemmeno il pianto terrorizzato di Lucas ti fa desistere.

TERESA
“Patrick è rimasto coinvolto in una rissa!”
I tuoi bei pensieri sono stati interrotti dall’improvviso arrivo di Claire; tua cognata, che ha indosso lo stesso abito “nebuloso” color lillà di Grace, è chiaramente sotto shock e spaventata, e il tuo piccolo di sedici mesi lo è altrettanto, perché il tuo piccolo Luca, nelle braccia della zia, sta piangendo disperato.
“E’ colpa sua, Lucas sta piangendo perché la rissa l’ha spaventato?” Con un diavolo per capello e incavolata nera con Patrick, ti ergi in tutta la tua forza di agente anziano del CBI e ti dirigi in direzioni del punto da cui senti provenire le urla; ti fermi quando vedi cosa sta succedendo, capendo perché Claire fosse sotto shock. Fai l’unica cosa che puoi in un momento come questo, con le mani che ti tremano e la voce rotta dalla rabbia.
“JANE!” quando urli il cognome con rabbia e furia, tutti si voltano a guardarvi, e Minelli e Hightower addirittura si uniscono alla mischia, raggiungendovi. Riapri gli occhi lentamente per studiare la scena davanti a te. Patrick tiene per il colletto l’uomo con cui stava lottando, un tizio che ha sulla faccia un ghigno. Sono entrambi immobili, entrambi ti guardano, anche se in modo diverso. L’unica cosa che sai, l’unica che capisci, è che Patrick ti sta chiedendo scusa con lo sguardo.
“Nessuno di voi ha a che fare con la sua presenza qui, vero?” ti chiede, anche se capisci che sa che tu non c’entri nulla; tuttavia, non può giurare lo stesso per i vostri colleghi. Grace, ad esempio: questo sembrerebbe il tipo di regalo di nozze che lei farebbe, così romantica, una bella riunione di famiglia.
“Ecco dunque Teresa, la sposa; vedo che è incinta, non dirmi che la sposi perché te la sei fatta e lei non ha voluto sbarazzarsi del vostro incidente di percorso; non riesco a credere che tu abbia deciso, proprio adesso, di crescere e fare l’uomo.”
Quando dice queste parole, Patrick fa per colpirlo di nuovo, ma lo fermi giusto all’ultimo momento, mettendoti in mezzo; Patrick è così furibondo che non vede né sente Lucas che lo chiama disperato. “Claire, porta via Lucas; non voglio che veda Patrick in questo stato, e tu.” Dici puntandogli l’indice negli occhi “farai meglio ad avere una buona spiegazione per questo, perché stavolta hai oltrepassato ogni limite!”
“Dimmi solo che nessuno di voi ha a che fare con la sua presenza qui.”  
“Patrick, non ho mai visto quest’uomo, né so chi sia!”
“Il mio nome è Alexander Jane, Teresa, sono il tuo futuro suocero.”
“Non sarai il suo suocero, non sarai un nonno per i miei figli né sei mio padre, non lo sei mai stato perciò non ti azzardare a usare una di quelle parole!”
“Io sono tuo padre, e tu sei degno figlio di cotanto padre.” ride mentre lo dice, come se volesse prendersi gioco di quel figlio che ha sempre solo sfruttato, specie economicamente. Patrick lo colpisce di nuovo, più forte, sempre più duramente. Suo “padre” non lo conosce. Non conosceva Lily e sua madre. Non ti conosce, né consoce Lucas. Di certo non conoscerà i gemelli. Non aveva alcun diritto, non lo aveva assolutamente, e Patrick è così preso dalla lotta che non rende conto di cosa sta accendendo intorno a lui fino a che Wayne, con l’aiuto di Minelli e Cho, non lo afferra con la forza.
“Lasciatemi andare; stavolta voglio che impari la lezione per bene!”
“Patrick, basta, Teresa ha bisogno di te!” Patrick guarda negli occhi del suo ex capo, e sente la sua voce, leggendovi dolore, rabbia, paura a sofferenza. Solo allora si ferma e si volta verso di te. Tu sei sul pavimento, in posizione fetale, in una pozza di liquido rossastro che proviene dal tuo corpo, dal tuo ventre. Corre da te, prende la tua mano nella sua. Sapete entrambi che non è così che doveva succedere, che non è ancora ora per i gemelli di nascere. Sa che non è giusto, che non dovrebbe andare così. E non può fare a meno di sentirsi in colpa.       

   
 
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