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Autore: Shadowolf    21/01/2011    3 recensioni
Rob sta preparando le valigie per tornare a Londra e cominciare a girare il sequel e gli tornano in mente i primi momenti della sua storia con Jude, back on set.
"Dopo quasi nove mesi finalmente questo momento è arrivato. Il momento di fare le valigie e partire per un nuovo set. Solo che questa volta è diverso, è molto diverso."
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Tomorrow There'll Be Sunshine And All This Darkness Past'
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- Susan’s gonna be here tomorrow.
Lo dico all’improvviso, quasi sussurrandolo, come fosse un terribile segreto. Chiudo il cartone della pizza e non lo guardo, concentrando invece il mio sguardo da qualunque altra parte. Sono quasi due mesi ormai che giriamo, le riprese vanno benissimo e rispettiamo perfettamente la tabella di marcia, anche se lavoriamo ogni giorno un po’ oltre l’orario per recuperare tutte quelle micro pause che Guy ci fa fare tra un ciak e l’altro, quando si accorge che stiamo andando un po’ oltre le linee. Ci viene così maledettamente naturale, arrivati a questo punto del film. Probabilmente anche grazie al fatto che ogni sera Holmes e Watson si ritrovano insieme nella camera di quest’ultimo per ripassare le battute del giorno seguente.
Anche lui non mi guarda, me ne accorgo perché non sento i suoi occhi su di me, come al solito. Lancio un’occhiata fugace alle sue mani e mi accorgo che non trovano pace, pur muovendosi lentamente.
- Yes?
- Doing her job, y’know.
Silenzio. Alzo finalmente lo sguardo e lo vedo annuire brevemente. Rimane così per un tempo che mi sembra interminabile, poi quando si decide a parlare la sua voce viene fuori bassissima, quasi rauca.
- Why are you telling me?
- ‘M not sure.
Di nuovo silenzio. Ne ho paura. È peggio del rumore, che ti rimbomba nelle orecchie e non ti lascia la facoltà di pensare. Il silenzio ti attanaglia la mente e non la lascia andare via dalla sua morsa, fin quando tutto ciò che ti rimane non è altro che un groviglio di pensieri confusi.
Continuo a guardarlo ma lui non alza la testa, struggendosi le mani alla ricerca di un qualcosa da dire, qualcosa che non so cosa possa essere, ma che è evidente significhi molto per lui.
- I’m having such a hell of fun shooting this movie, Robert.
- Yeah, me too.
- You… make people feel at ease working with… working with you.
- I’ve been told that a lot, yes. I’m glad you’re enjoying it.
- You bet.
Le ultime parole escono fuori in un sussurro velato di tristezza, e lasciano poi spazio al silenzio, un’altra volta. Troppo lungo, perché anche io non so cosa dire. Vorrei che mi spiegasse il senso di queste frasi lasciate in sospeso, lasciate a metà. Soprattutto vorrei che mi guardasse negli occhi, così da poter tentare di leggerci una possibile spiegazione, o semplicemente un’interpretazione a tutto questo dialogo fatto di rimandi ad un qualcosa che ancora mi sfugge. Odio questa sensazione di inadeguatezza, odio non essere in grado di cambiare le carte in tavola, odio non poterlo aiutare.
Ma lui rimane lì, stretto nelle spalle, la testa china, a mordersi il labbro cercando di reprimere forse un pensiero, forse una domanda. Per un po’ penso di prendergli le mani, ma poi rinuncio, non credo servirebbe a qualcosa, comunque. Rimango a guardarlo ancora per qualche minuto e alla fine mi alzo.
- Well, gonna sleep. Full schedule tomorrow…
Spalanca gli occhi e annuisce, alzandosi anche lui in tutta fretta, che quasi fa cadere a terra la sedia. Lo guardo un po’ perplesso ma non dico niente.
- Yes, you’re... right… - sospira, passandosi distrattamente una mano tra i capelli.– Sorry, I got lost behind some stupid thought, it wasn’t like... like I had... to tell you… something.
Gli lancio un’occhiata incuriosita.
- You sure? You know you can tell me everything, right?
- Yeah, don’t worry, I know. It wasn’t anything important, just… just a stupid thought, really.
- Well, tell me anyway…
Per una manciata di secondi mi guarda dritto negli occhi, finalmente, tanto che penso che stia per sputare davvero fuori il problema. Ma poi semplicemente scrolla le spalle e mi sorride piano.
- It was about a scene, but I’ve realized we already talked about it, so... never mind.
Annuisce ancora una volta, e in quel momento so che sta mentendo. Lui non è il tipo da aver bisogno di sicurezze, ragiona mille volte su un problema finché non arriva ad una soluzione o pseudo tale. Invece adesso continua insistentemente a far di sì con la testa, come cercasse inconsciamente di chiedermi aiuto.
Sto zitto ancora per un po’, tentando di intuire i suoi pensieri, ma poi rinuncio e sospiro.
- G’night then.
- … Yes, goodnight, Robert. See you... tomorrow.
Gli lascio una pacca sulla spalla ed un sorriso, incamminandomi verso la porta con il copione sottobraccio; la apro ed esco, ma mentre sto per richiudermela alle spalle la sua voce mi chiama di nuovo, con una strana nota di urgenza che mi suona nuova.
- Robert, wait!
Mi giro sorpreso e ricaccio dentro la testa, cercando subito il suo sguardo.
- What?
Prende al volo i cartoni della pizza e si avvicina a grandi passi alla porta, porgendomeli.
- Uh, could you... throw these away?
Lo guardo un po’ spiazzato, prima di far cadere gli occhi sulle due scatole quadrate.
- What difference does it take if they’re staying here or in my room?
Si è avvicinato ancora nel frattempo, ed ora mi guarda solo da una manciata di centimetri di distanza. Il mio sguardo percorre involontario tutto il suo viso, soffermandosi per un breve attimo sul suo naso.
Quando mi risponde la sua voce si è di nuovo ridotta ad un lieve sussurro, che interrompo sul nascere.
- It’s...
- I’m not going downstairs to throw ‘em away, so they can stay here, don’t you think?
- I know…
Faccio per rispondergli ma mi ritrovo le sue labbra sulle mie. Così, all’improvviso. Lo guardo di nuovo disorientato, cercando una risposta che all’improvviso sono io a dovermi porre, prima di allontanare il viso dal suo.
- Jude, what...?
Non mi guarda, mi bacia di nuovo. Sento il respiro diventarmi corto e il cuore battere un po’ più forte, mentre sospiro piano e con più controvoglia spingo docilmente via il suo petto. Ingoio quel poco di saliva rimastami in bocca e cerco di recuperare il controllo della mia voce, fallendo miseramente come mi esce fuori bassissima ed affannata.
- Seriously, what... are you doing? We’re not… faking lines of the script… now…
- I know…
Annuisce distrattamente e lascia andare i cartoni, prendendo la mia faccia tra le proprie mani e baciandomi ancora, gentile e leggero, senza lasciarsi fuggire il controllo. Ma questa volta non mi tiro indietro, incapace di sottrarmi una volta di più a quello stesso qualcosa che anche io stavo cercando ormai da troppo tempo, fin da quel primo contatto capitato solo per gioco, in questa stessa camera. Ricaccio il corpo nella sua stanza e chiudo piano la porta con il piede. Abbraccio il suo corpo, stringendolo forte a me e ricambio il bacio, sospirando piano. Lo sento sorridere sulle mie labbra, e sussurrare lentamente, mentre un brivido caldo mi percorre tutta la spina dorsale.
- ... I was right.
Appoggio la mia fronte alla sua per guardarlo negli occhi, accarezzandogli delicatamente la guancia. È perso di me, in una maniera che sarebbe inutile tentare di spiegare con le parole. C’è un senso di bisogno, una muta richiesta di protezione che mi sta chiedendo, implicitamente, ed io comincio a dubitare delle mie stesse convinzioni. Probabilmente perché conosco questi sentimenti fin troppo bene, li riconosco come miei, so che mi appartengono.
- Jude... I’m... I’m married... And I… I really l-love my wife...
Annuisce piano e continua a sussurrare, ancora con un leggero sorriso sulle labbra.
- I know. And I’m not… asking you for anything, just…
- Kissing me means not asking for anything to you?
- Yes, I know, I’m sorry… But if I didn’t, I’d be stuck forever in doubt.
- Doubt? About what?
- About my feelings being yours…
- … What’s the response?
- ... I’d say they are.
Sospiro e mi lascio andare contro la sua spalla, abbracciando di nuovo il suo corpo, senza stringerlo. Lui mi accoglie tranquillo e non dice niente, si limita solo ad un tocco leggero su e giù lungo la mia schiena, forse cercando di donarmi quel senso di sicurezza e di conforto che avrà intuito mi è indispensabile.
Ingoio la saliva più volte prima di decidermi ad aprire nuovamente bocca, la voce che esce a fatica, quasi tremante.
- Fuck, Jude, I... I can’t... I can’t do… this to her...
- I know. And really, you’re right, I won’t ever ask you to do such a thing, I… I just wanted you to know about the way I feel everytime you look at me and smile, everytime you pay me a compliment on set, everytime we just sit down and talk for hours about everything and nothing at all, everytime Guy… tells us off because we’re kidding… - fa una pausa e cerca I miei occhi, per poi allontanarne i suoi dopo una manciata di secondi, un’espressione malinconica in volto - … I just wanted you to know that I can’t help myself at all, it’s… it’s just…
- … It’s just what?
- … It’s just that I’ve fallen in love with you.
Lo dice piano, con un tono così dolce e disarmato che mi lascia inerme per una decina di secondi, lì sulla sua spalla. Avverto una strana sensazione all’altezza del cuore, come di lieve lacerazione, e poi un fiume rigoglioso di felicità mista a tenerezza si fa lentamente strada dentro di me, facendomi allungare la mano per posarsi sul suo viso, sollevandogli il mento con delicatezza per far specchiare i suoi occhi nei miei e sorridendogli di rimando. Annuisco leggermente e comincio a baciarlo di nuovo, piano, abbandonandomi completamente a quella nuova sensazione e lasciandola libera di prendere possesso di me e del mio corpo, mentre gli prendo la mano e lo conduco al letto ancora fatto, l’altra mia mano che scorre libera sul suo petto e lungo le sue braccia, cercando già quel contatto agognato da fin troppo tempo. Lui mi sorride, non più preoccupato di guardarmi negli occhi ora, mentre si siede sul materasso per poi stendersi, portandomi con sé in un luogo segreto al di là dello spazio e del tempo, al di là delle convinzioni e dei limiti, al di là di ciò che è giusto e sbagliato. Mi stendo sopra di lui e penso che questo luogo è il tempio dell’amore.

I thought that I’d seen love before
But what you showed me well that’s something more
Love found two strangers walking on the shore
We threw our watches in the sea
I looked at you you looked at me
And time stood still



 

AUTHOR'S CORNER: Hm, diciamo che avrei dovuto finire con la frase di Jude ("I've fallen in love with you"), però vabbè, ormai sono troppo dentro i pensieri di Rob per non volergli lasciare l'ultima parola anche in questo caso. Forse il chap è uscito fuori un po' scazzato, questo perchè mi sto concentrando sulla AU e ho voglia di scrivere quella, ma non potevo di nuovo sospere questa, quindi ho preferito scriverla comunque, sperando in un risultato soddisfacente. In teoria dovrebbe esserci un piccolo epilogo, per come l'avevo pensata inizialmente, però boh, dipende se mi viene l'ispirazione giusta per metter giù quel che avevo in mente a Settembre.
In caso non dovessimo più sentirci, grazie a tutti quelli che hanno seguito, e arrivederci alla prossima! :D

   
 
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