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Autore: Ale HP    22/01/2011    2 recensioni
Eccomi qui con questa one-shot sulla vita della fondatrice di una delle cose che mi stanno più a cuore: Corvonero...
Spero che vi piaccia... e che recensiate!!
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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Priscilla Corvonero


Priscilla si guardava intorno, ancora non poteva credere a cosa erano riusciti a creare.
Un grande castello si ergeva davanti ai propri occhi. Accanto a lei Godric, Salazar e Tosca, Felici come mai prima.
Il castello l’avevano completamente rinnovato, prima era un semplice castello babbano, e ora ci avevano aggiunto un tocco magico.
Entrò nel castello, e rimase ancora più stupefatta.
-Abbiamo fatto un bel lavoro!- disse Tosca, sorridente.
-Già!- disse Salazar che sorrideva veramente per una volta.
-Ora… Dobbiamo darle un nome!- esclamò Godric.
Dissero tanti nomi, ma alla fine scelsero quello che propose Priscilla: Hogwarts.
Dopo vari litigi decisero di dividere i studenti i quattro case a seconda delle proprie qualità, che prendevano nome da loro: Grifondoro, casa dei coraggiosi, Serpeverde, gli altezzosi e astuti, Tassorosso, la casa che privilegiava i buoni di cuore e la lealtà, infine la sua casa, Corvonero, culla degli intelligenti.
Quando finirono i preparativi, il 1 settembre aprirono la scuola.
Si presentarono in numerosi, di svariate età.
Priscilla sottopose ad un test gli studenti e prese con sé quelli che riteneva idonei alla sua casa.
Gli anni scorrevano felici, fino a che, un giorno il vecchio Salazar si ribellò, per un motivo che Priscilla riteneva più futile che mai: non voleva che i figli dei babbani che possedevano poteri magici entrassero ad Hogwarts.
Salazar se ne andò e nessuno lo rivide più, tranne che Priscilla.
Lo rivide qualche anno dopo, quando era andata in Bulgaria per l’inaugurazione della scuola magica Bulgara.
Quando lo vide non poté credere ai suoi occhi.
Lo chiamò e ci parlò, gli chiese di ritornare ad Hogwarts, ma lui non volle sentir ragioni.
-Salazar, guarda che te lo chiedo a nome dei tuoi studenti…- sono più soli che mai ora, hanno bisogno di qualcuno che li guidi.
-Non mi interessa degli studenti se ci sono i mezzosangue tra loro!
-Allora fallo per me…- tentò la giovane donna.
-Per te? E perché mai?- chiese lui.
Priscilla sospirò.
-Possibile che tu sia così idiota?- chiese, poi lo baciò e lui non si scostò.
-Sono anni che ti guardo, Priscilla, ma mai avrei creduto che tu ricambiassi il mio sguardo, la cosa che mi stupisce è che tu non l’abbia capito prima, intelligente come sei…- disse Salazar dopo aver finito di baciare l’amata.
-E io non posso credere che tu, arrogante come sei, ami me- disse Priscilla.
-E nemmeno io posso credere che tu, ami me, arrogante e altezzoso come sono-
-Sono i casi della vita!- esclamò.
-Questa risposta è così poco da te!
-E qui ti sbagli.- disse prima di baciarlo di nuovo.
Passarono insieme tutta l’estate, come due giovani spensierati, senza pensare a niente e nessuno.
L’oscurità tornò la mattina del primo settembre.
-Salazar, perché non vieni con me?- chiese Priscilla invano, poiché la sua risposta fu un freddo no.
 –Sappi che così mi perderai per sempre.- tentò di nuovo.
-Mi dispiace, Priscilla, ma tanto vale perderti- disse freddo Salazar.
-Avevi detto di amarmi…
-Ma non così tanto da ritornare ad Hogwarts.
-Io credevo in te, credevo che il Salazar arrogante e astioso fosse sparito con il tuo amore verso me.
-Mi dispiace, ma io sono fatto così, devi accettarlo. Ora vattene, non ti voglio- disse lui.
-Che c’è, hai finito di usarmi? Non mi hai mai amato veramente, sono stata una stupida, dovevo capirlo prima… Lurida sepre!- disse, poi se ne andò a testa alta, ma non prima di avergli dato un sonoro schiaffo sulla guancia.
Salazar la guardò andare via nel suo vestito rigorosamente blu.
Priscilla si smaterializzò ad Hogsmeade e andò al castello.
Continuò la sua vita come sempre, fino a che notò che qualcosa si muoveva nella sua pancia.
-Priscilla, sei incinta, non puoi più negarlo… su dimmi di chi è!- disse Godric una sera.
-Io… io non lo so- tentò lei.
-Oh, avanti! Sarai tu l’intelligente, ma io non sono mica un’idiota! Allora?
-Non sono affari tuoi!- disse, poi andò in camera sua.
I mesi passarono e la bambina nacque, ma Priscilla non voleva dire di chi era figlia, oltre che a lei. La chiamò Helena, un nome che l’era sempre piaciuto. La bambina crebbe sana tra le mura di Hogwarts, e a undici anni iniziò a seguire le varie lezioni.
Priscilla continuò la sua vita come se non fosse mai successo niente, come se Helena fosse solo figlia sua, e che la storia con Salazar non fosse mai esistita.
Creò un diadema che dava a chi lo indossava un’intelligenza nota a pochi.
Poi, morì tranquillamente, senza mai svelare il segreto di Salazar, tra le mura di Hogwarts alla veneranda età di centocinquanta anni.
 
La bambina guardava ancora la madre, con gli occhi che luccicavano.
-Sai mamma, voglio essere proprio come lei, una donna forte e intelligente!- disse la piccola bambina.
-M tu già sei così, Luna- disse la mamma, poi chiuse il libro dal quale stava leggendo la storia di Priscilla Corvonero e abbracciò forte la figlia.

   
 
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