Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Michelle11    23/01/2011    6 recensioni
"Mi bastava quello in fondo, essere importante per lei, poterla proteggere.. mi bastava, no? Ebbene no. Non riuscivo più a trattenermi dall'attrazione fisica che mi legava a quella piccola donna. E avevo paura di questa voglia tremenda, avevo paura di poter da un momento all'altro saltarle addosso senza accorgermene. Cavolo, è mia sorella!" La storia di Letizia e Michele. Due fratelli, non propriamente tali...
Genere: Romantico, Erotico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
4. Mio fratello
5.

Michele


Qualcuno bussò alla porta. "Michele, posso entrare?" Ero ancora a letto completamente nudo, con accanto quel piccolo angelo che quella notte mi fece impazzire. Non avevo mai passato dei momenti pieni di emozioni tanto intense; credo di aver capito l'enorme differenza tra amore e sesso. Dopo aver fatto sesso ci si sente bene, rilassati, liberi dalla tensione accumulata durante il giorno, ma è una cosa leggera che passa. Dopo aver fatto l'amore ci si sente elettrizzati, fuori di sè. Personalmente l'ho trovato stupendo, non ho mai provato niente del genere e non saprei descriverlo, ma mi ha riempito i polmoni, mi ha donato un senso di beatezza totale, non potrei più fare a meno di questa felicità che non provavo da così tanto.. Sono dell'idea che non si possa paragonare al sesso, assolutamente!
 Mi guardavo allo specchio, aggiustando con una mano i capelli arruffati dalla notte parecchio movimentata e osservando quel sorriso sincero che da molto non si trovava sul volto di quel ragazzo nudo di fronte a me. Mi sentii sfiorare la schiena dalle sue esili dita, rabbrividii e i ricordi di quella notte mi invasero la mente. Lei sopra di me che sospirava il mio nome, trattenendo a stento le grida di piacere.. I suoi morsi, i graffi che mi aveva lasciato sulla pelle, il suo odore e sapore, così dolce e sensuale.. E il suo corpo. Dio, il suo corpo! Già da vestito riesce a far voltare tutti i ragazzi che la circondano, ma nudo... Mmm, non potevo pensarci. Ricordai nettamente ogni istante di quella notte densa di passione, nella quale divenni una cosa sola con la mia amata e mi sentii invadere nuovamente da tutte quelle sensazioni vivissime. Mi girai di scatto "Buongiorno" mormorai, non sapendo come comportarmi. Era pur sempre mia sorella! Mi diede un piccolo bacio sulla guancia e disse: "Mettiti qualcosa addosso e apri a mamma!" Mi sorrise e si rifugiò in bagno. Le obbedii. "Buongiorno Mà" le sorrisi e sembrò scossa da tutto quel buon umore. Cercai di ricordarmi com'ero fino a una notte fa, ma non ci riuscii. Sembrava quasi che i miei ricordi non volessero tornare indietro. "Ehi, tutto bene?" era attenta alle sue parole come se temesse che dicendo qualcosa di sbagliato mi avrebbe rovinato l'umore. "Sisi, che c'è?" Le sorrisi nuovamente e stavolta ricambiò. "Niente, volevo vedere come stavi.. Ma a quanto pare va tutto bene." "Si, mamma è così." E fui sincero per la prima volta dopo molto tempo. Chiusi la porta e bussai a quella del bagno. "Lizzy?" Sentii un rumore di acqua che scorreva. "Entra!" quasi urlò, temendo che l'acqua coprisse la sua voce. Nuovamente feci come lei mi diceva. Mi dava le spalle ancora nuda, mentre entrava nella doccia. Mi incantai a guardare il suo fondoschiena e sospirai di sollievo ricordandomi che ero vestito e che la mia erezione non sarebbe stata tanto evidente. Si voltò verso di me "Oh, scusa.. Non ti avevo sentito entrare" Non saprei dire se non si rendesse sul serio conto dell'effetto che produceva su di me il suo corpo, o se solamente era molto brava a fingere quella naturalezza così.. eccitante. Si avvicinava quando notai quel suo strano rossore sulle guance. Capii che erano i miei sguardi che si soffermavano affamati sulle sue curve a provocarlo e, con fatica, li distolsi per guardare il suo viso e sorriderle. Lei ricambiò e mi tolse il fiato come sempre. E' impossibile amare così tanto qualcuno. Mi abbracciò e strinsi la sua pelle appena bagnata sotto le mie mani. "Lo sai che è stata la mia prima volta?" Sussurrò forse un pò imbarazzata. Si, lo sapevo. Eccome! Quanto l'avevo spiata per accettarmi che fosse ancora vergine prima che la gelosia mi divorasse? E ora.. aveva fatto l'amore con me, aveva scelto me per primo. Gioii sentendo questa consapevolezza farsi strada dentro me, ero così dannatamente felice che stentavo a credere che fosse tutto reale. Temevo di svegliarmi nel mio letto solo quella mattina, ad abbracciare il vuoto nel quale avrei solo voluto ci fosse lei. Invece lei c'era. Era tutto così strano, la situazione si era ribaltata in un attimo. Poche ore prima ero triste, depresso oserei dire, e subito dopo in paradiso. Quanto è imprevedibile la vita. "Perché con me?" le chiesi palesemente esaltato dalla sua rivelazione. "Non lo so, non ho ragionato molto stanotte!" rise di gusto, ma non mi unii a lei turbato dalle sue parole. Lo notò e mi guardò curiosa. "Lizzy te ne sei pentita?" sgranò gli occhi "Ho bisogno di saperlo" aggiunsi. Mi accarezzò le labbra con un dito. "E' stata la scelta più bella della mia vita" mormorò. Un sorriso mi scappò sotto le sue dita, le afferrai la mano, la strinsi al petto e tirandola verso di me la baciai. Ricambiò e le sue mani finirono meccanicamente sotto la maglietta e quest'ultima a terra come la sera prima. Mi spinse contro il muro e mi baciò il collo "E' tardi, tardi, tardi.." cantilenò sulla mia pelle. Mi lasciò ancora qualche bacio umido, poi si staccò e mi sorrise. Mi passò una mano fra i capelli. "Ci metto poco, promesso!" esclamò visibilmente allegra, mi guardò maliziosa e aggiunse "Puoi guardare se vuoi!" risi "Non è il caso, faccio colazione! Vuoi qualcosa?" "Fai tu, mi fido!". Mi diressi in cucina e preparai delle fette biscottate con nutella e due enormi tazze di latte caldo. Ovviamente i miei non erano a casa, perennamente a lavoro anche d'estate. Lavoravano insieme, si amavano così tanto da aver fatto di tutto per trovare un posto dove poter fare anche il proprio dovere insieme, non sopportavano di doversi separare. Anche se ad età già abbastanza avanzata e con tante esperienze alle spalle, insieme sembravano ancora una coppietta giovanissima alle prime armi, senza riuscire a staccare le mani di uno da quelle dell'altro, e con gli occhi sempre illuminati da quell'amore così profondo ed intenso da essere invidiato da chiunque. Sorrisi ricordando gli sguardi che si scambiavano continuamente, il loro modo di punzecchiersi.. Poche persone continuano ad amarsi così dopo aver trascorso molto tempo insieme. "A che pensi?" Intravidi il suo bellissimo viso che spuntava sulla mia spalla, mentre le sue braccia mi stringevano la vita. "A mamma e papà" risposi girandomi verso di lei e mi si spalancò la bocca guardandola. Aveva ancora i capelli umidi e indossava una mia camicia bianca dalla quale traspariva tutto dato la sua pelle ancora leggermente bagnata. Posava sulle mutandine di pizzo nero, che sottili e invitanti spuntavano al di sotto. Era bellissima. "Oh.. Ti dispiace?" sorrise passando le mani sulla camicia "Era per fare più velocemente" si scusò. "Certo che no, ti sta divinamente" Storse la bocca "Insomma.." Scossì la testa, alzando teatralmente gli occhi "Le donne!" Sospirai suscitando le sue risate. "Sei bellissima!" aggiunsi, guardandola serio e rispose con un sorriso di compiacimento. Tutto l'imbarazzo che ero sicuro ci avrebbe travolto sembrava solo una lontana e labile minaccia, eravamo noi stessi con parecchia intimità in più, ma sempre noi. Non sapevo se considerarla del tutto una cosa positiva, ma non volevo pensarci. Non in quel momento. Ci sedemmo e mangiammo, parlando poco ognuno perso nei propri pensieri. "Che fai stamattina?" le chiesi curioso. "Esco con un amico" Il suo tono era tranquillo e continuava a mangiare indisturbata la sua fetta piena di nutella. Cercai di mantenere un tono neutro. "Lo conosco?" "Non lo so, si chiama Andrea, va in classe con Simona" Passai in rassegna velocemente tutti i volti associati a quel nome, ma nessuno andava in classe con Simona, ne ero certo. "No, non credo di conoscerlo" Abbozzai un sorriso, rinchiudendo la gelosia in un angolo, ma non sono certo che la sformia che mi uscì si poteva definire tale. "Stai tranquillo Mich, faccio solo un giro così smette di lagnarsi" Mi sorrise a trentadue denti e volò a cambiarsi. Dovevo distrarmi. Chiamai Tony, sicuramente avrebbe avuto un pò di tempo libero per me. Infatti credevo bene, mi disse che aspettava da un pò una mia chiamata, era preoccupato anche lui. Lo passai a prendere poco dopo, aspettando di veder uscire Lizzy, graziosa come sempre. Lo vidi sul pianerottolo già pronto, con un' espressione piena di gioia. Mi venne incontro, sorridendomi esageratamente. "Finalmente, sei tornato fratello!" risi "Non ero partito!" Non gli avevo mai raccontato nulla di ciò che provavo e di quanto mi tormentasse, ma ero sicuro l'avesse capito. Mi conosceva come nessun altro al mondo, sapeva leggere ogni mia espressione e capiva al volo quando qualcosa non andava. Non mi chiese mai niente, neanche una conferma, e lo ringraziavo dentro di me sempre per quanto mi rispettasse. Sapevo che aspettava solo che fossi pronto a parlarne con qualcuno. Lui non mi avrebbe giudicato. Ero pronto. Era di fronte a me che mi scrutava serio, finchè i suoi occhi non si illuminarono di nuovo di quella gioia irrazionale. "Si, abbiamo fatto l'amore.." confessai quando non sopportai più quella sua espressione da "ho già capito tutto". Sembrava un bambino, traspariva da ogni minima cellula del suo corpo quanto era felice. "Oh, bene" disse solo. "Ho fatto l'amore con Lizzy" la sua espressione non cambiò, perciò avevo ragione: aveva già capito tutto. "E, se posso permettermi, com'è stato?" Stavamo passeggiando, le nostre gambe si mossero quasi involontariamente, eravamo sincronizzati, il suo piede non toccava terra se prima non lo faceva il mio, mi incantai a guardare quello strano incastro di passi. "E' stato magnifico" "Lo sapevo!" e per la prima volta dal suo tono trasparì la sua allegria. Scossì la testa, davvero contento di passare del tempo con lui, l'avevo trascurato tanto, ma era ancora lì accanto a me, felice per ciò che mi era successo, senza nessun risentimento per le infinite volte che l'avevo lasciato solo. Eppure sapevo che non c'era bisogno di ringraziarlo, l'avrebbe sicuramente letto nei miei occhi e tra le mie parole. "Non ci credo, è stato un così brutto periodo, non può essere finito.. Eppure" Ci sedemmo su uno scalino di un negozio chiuso; non è bello parlare di cose di un certo peso camminando, si ha bisogno di guardare l'altro negli occhi, leggere le sue espressioni. "Eppure..." ripresi "..non riesco ad avere paura. Quello che ho provato stanotte, quello che anche lei mi trasmetteva è stato troppo forte, ma... Tony, è mia sorella!" Mi sentivo già meglio a parlarne con qualcuno, il peso si allievò. "Mich, è una ragazza.. Mi fa male dirtelo, ma io credo tu debba stare attento. Non voglio che.." chiuse gli occhi per dare il giusto peso alle sue parole e continuò "Non la prendere a male ti prego, ma io temo se ne possa approfittare.." mi guardò per un istante per carpire una mia reazione, ma non vide nulla. Non c'era nulla. "So che è una brava ragazza, ma.. Devi stare attento, non ti illudere, non voglio perdere di nuovo mio fratello" Sospirai.
Sinceramente non capivo cosa intendesse con "approfittarsi", ma era sempre un bene prendere in considerazione i suoi consigli.. e poi aveva ragione. Non dovevo illudermi. Annuì, sorriddendogli per fargli capire che non ero arrabbiato. Sul suo volto tornò la gioia. "Allora? Che si fa?"
Stavamo ancora camminando senza meta, godendo il sole che scaldava lievemente senza soffocare, ma scivolando sulla pelle lasciando un piacevole calore, anche lui mi augurava il "bentornato". Per le strade le urla dei bambini che correvano divertiti facendo impazzire i genitori che cercavano disperati di fermarli, le ragazze che entravano di negozio in negozio comprando, comprando e comprando. I più anziani che godevano la bella giornata su una panchina leggendo il proprio giornale, ragazzi che li infastidivano dispettosi. Una comune giornata estiva, calda e piena di gioia. Ci sedemmo su una delle panchine del parco, sovrastata da un enorme albero. Alzai gli occhi al cielo e mi sentii invadere nuovamente dal senso di colpa del pomeriggio precedente quando vidi venirci incontro, con il suo solito sorriso sforzato, Sara. Tony soffocò una risata vedendo la mia espressione "Andiamo via!" sussurai "Ormai ci ha visto, non è bello!" Si stava proprio divertendo. "Ehi ragazzi!" cinguettò sedendosi sulle mie gambe e avvinghiandomi cercò di baciare le mie labbra. "No, Sara" mi lasciò un pò infastidita, rimanendo dov'era. Dopo poco iniziò a parlare ininterrottamente al suo solito e come sempre non l'ascoltai. Da lontano scorsi la chioma rossa e stupenda di Lizzy, scossi la testa temendo fosse un allucinazione, ma era lei e veniva verso di noi. Un sorriso smagliante si disegnò sulle mie labbra. Tony seguì il mio sguardo e la vide. "Ciao Lety!" Era praticamente di fronte a noi, con accanto un ragazzo troppo alto con un sorriso da ebete stampato sul volto, ma palesemente felice. La salutai sorridendole, felice di vederla. Non ricambiò, anzi mi fulminò con uno sguardo d'odio e mi accorsi che la sua aria sprezzante era soprattutto nei confronti di Sara ancora sulle mie gambe. Capii e sorrisi di compiacimento: era gelosa. Rispose cordiale a Tony e gli parlò ignorandomi completamente. Mi spostai un pò per guardarla meglio e notai che le sue dita erano intrecciate con quelle dell'ebete. Non ci vidi più. "Che cazz.." si volsero tutti verso di me che puntavo ancora lo sguardo sulle loro mani. Tony, temendo la mia reazione, mi richiamò "Michele.." il suo tono sembrava disinvolto, ma si percepiva l'urgenza di fondo. Chiusi gli occhi e sospirai profondamente. Un'idea si impresse nella mia mente e un sorriso crudele si fece spazio tra le mie labbra. Strinsi la vita di Sara sopra di me che reagì come speravo. Si voltò verso di me, avvinghiandosi come prima. Cercai di vedere Letizia, tra i capelli di Sara che mi coprivano il volto. Ci stava fissando, mentre Tony parlava col ragazzo affinchè non si sentisse in imbarazzo. "Vabbè, andiamo Marco.." Sussurrò la sua amabile voce. Mi sentii improvvisamente in colpa e lasciai andare Sara. Che stupido.  "Lizzy.." la chiamai "Noi ci vediamo a casa" mi disse gelidamente e andò via. "Vabbè ragazzi vado a casa anch'io.. Tony vieni con me?" Annuì. Salutammo Sara e ci diressimo verso casa. "Sono stato uno stupido!" "Si, concordo." mi rimproverò "Ma lei gli teneva la mano!" "Michele, tutto io ti devo dire? Gliel'ha presa perché si è ingelosita a vedere te e Sara così.. intimi" Rimasi a fissarlo per un istante. "Davvero?" "Si, ho visto tutta la scena.." Cazzo. Avevo rovinato tutto. "Corri a casa e vedi di farti perdonare!" Quando arrivai lei era già lì. Sentivo la musica provenire dalla sua stanza. Bussai. "Lizzy!" la chiamai quasi gridando. La musica si spense, aprii la porta e la ritrovai di spalle. Si stava ancora cambiando e in quel momento aveva appena tolto la maglietta, indossava solo reggiseno e mutande. "Non mi sembra ti abbia invitato ad entrare" mi disse sprezzante "Scusa Lizzy, ho visto che gli tenevi la mano e sono andato fuori di me.." mormorai imbarazzato "Non hai niente di cui scusarti, sono solo tua sorella" si girò per guardarmi negli occhi, rimasi impietrito digerendo a stento le sue parole. Alla fine sospirò abbassando lo sguardo e mormorò "Gli ho preso la mano perché ho visto quella sopra di te.." Non riuscivo a reagire "Mich?" Scossì la testa "Scusa, stavo pensando.." Le sue parole continuavano a rimbombarmi nella testa come se cercassero di farmi capire dell'altro e alla fine compresi. "No, tu non sei solo mia sorella" mi sfuggì quasi inconsapevolmente "Cosa?" mormorò confusa. Mi avvicinai tanto da sentire i suoi respiri sul mio viso. "Non te l'ho ancora detto, da non crederci.." sussurrai quasi tra me e me e alla fine aggiunsi "Tu non sei solo mia sorella. Lizzy per me sei tutto. Ogni mio bel ricordo è legato a te" Sgranò gli occhi e mi preparai alla frase che a quel punto era inevitabile. Presi fiato. "Ti amo".



.
 
  
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Michelle11