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Autore: Miss Ron    24/01/2011    4 recensioni
In un altro tempo, in un altro universo, dove eventi e personaggi passati si mescolano con eventi e personaggi presenti diventando un tutt'uno, quale sarebbe stato il loro destino?
"Albus rivolse a Gellert uno sguardo scettico.
-Ammesso che un Mago Oscuro possa amare, e che possa amare un Mago della Luce,- disse -credi davvero che basterebbe questo per salvarlo dalla dannazione eterna?-
-Ne sono certo.- rispose il biondo -L'amore è più potente di qualsiasi altra cosa, compresi la Luce, l'Oscurità e persino la Morte.-"
Pairing principale: Tom/Harry
Genere: Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Albus Silente, Gellert Grindelwald, Harry Potter, Severus Piton, Tom O. Riddle
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La promessa della Morte'
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Capitolo XXX
E qui si narra di abiti eleganti e amiche impiccione

 

             Un po’ di verità è pericolosa,
molta è assolutamente fatale.
Oscar Wilde
         
L’amore ha diritto a essere
disonesto e bugiardo,
se è sincero?
Marcello Marchesi
      

 

-Non posso ancora credere che mi abbia vietato di partecipare al Ballo- disse Sirius seduto a gambe incrociate sul suo letto.
Nessuno dei suoi compagni diede il minimo segno di aver sentito le sue parole. Dopotutto, era dal giorno prima che Sirius ripeteva sempre la stessa frase, magari con qualche piccola modifica nella forma, ma il contenuto rimaneva invariato. Di conseguenza i tre ragazzi avevano cominciato a considerare la voce di Sirius alla stessa stregua di uno dei tanti rumori di sottofondo della loro stanza: nel dormitorio degli studenti del quarto anno di Grifondoro si potevano sentire le esplosioni provenienti dalla stanza dei ragazzi del sesto anno, lo scrosciare del vento e della neve che si abbattevano contro la finestra e la voce di Sirius. Inoltre, al momento, erano tutti troppo occupati per dare retta alle lamentele della prima donna con cui erano costretti a dividere il dormitorio: Harry stava tentando di capire come si facesse il fiocco a un papillon, Albus si stava infilando gli stivali e Neville si stava esercitando con dei passi di danza nella speranza di non trascorrere la serata pestando i piedi di Ginny, la sua dama.
-Alla fine, non ho fatto niente di tanto grave- continuò Sirius apparentemente ignaro del fatto che nessuno lo stesse ascoltando.
Harry lanciò il papillon sul suo letto e si slacciò il primo bottone della camicia. Si sentiva già abbastanza non sé stesso con quel vestito addosso, non c’era alcun bisogno di aggravare la situazione, senza contare che doveva solo vedersi con Tom, non era mica un appuntamento.
-Tu non mi hai ancora raccontato com’è successo- intervenne il Cacciatore.
Siccome sembrava che avesse interrotto il suo monologo su quanto fosse stata ingiusta la McGranitt con lui, Harry decise di prestargli attenzione. –Di che parli?- chiese.
-Di te e Riddle-.
-Non è successo niente. Era solo per non andare al Ballo da solo, visto che Lumacorno insisteva tanto, tutto qui. Ho chiesto al preside se andava bene che ci andassi con un ragazzo e lui mi ha chiarito che con “partner” non s’intende specificare se dama o cavaliere, perciò ho invitato Tom-.
-E l’hai fatto solo per non andarci da solo?- insistette Sirius.
-Sì-.
-E perché non hai invitato me? O Al? O Neville? O Hermione? O Ginny? O Calì? O Blaise? O Snive…- s’interrupe all’occhiataccia che gli rivolse Harry e si corresse. –O Snape?-.
-Eravate tutti già impegnati- gli fece notare il Cercatore. –e Sev prenderebbe in considerazione il suicidio prima di ballare con qualsivoglia persona-.
-Neville non aveva ancora invitato Ginny quando tu hai invitato Riddle- osservò Al con tono neutro mentre si legava i lunghi capelli rossi in una coda.
Harry lo fulminò con lo sguardo. –Cos’è?- chiese. –Questa è la serata degli interrogatori e nessuno mi ha avvisato? Tom è solo la prima persona che mi è venuta in mente. Anzi… no… è stato Blaise ha consigliarmi d’invitare lui visto che non aveva ancora un partner-.
-Blaise?- ripeté Sirius perplesso. –Ultimamente quel ragazzo si comporta in modo strano. Prima decide di fare da cavaliere a Bellatrix- e qui assunse un’espressione disgustata –e ora questo-.
-Mi ha solo dato un suggerimento- obiettò Harry –in quanto alla Black… beh, si vede che gli piace l’orrido-.
Sirius e Neville ridacchiarono, invece Albus disse:-Comunque, Riddle non era senza partner. Qualche giorno fa, ho sentito un paio di ragazze maledire Daphne Greengrass per essere diventata la sua dama-.
-Chi è Daphne Greengrass?- s’informò Harry leggermente infastidito senza neanche sapere il perché.
-Harry, in che mondo vivi?- gli chiese Sirius. –Sai alta, bella, popolare e con una quarta di reggiseno-.
-Mi sorprende che tu non l’abbia invitata al Ballo, in effetti- commentò Neville.
-Scherzi?! Purosangue, Serpeverde e Prefetto: non è proprio il mio tipo-.
-E nemmeno quello di Tom visto che l’ha scaricata senza pensarci troppo- aggiunse Harry senza riuscire a reprimere un sorriso soddisfatto.
-E ciò ti rende felice- dichiarò Albus osservandolo.
-Non mi rende felice,- negò l’altro –ma sono contento di poter andare al Ballo con un amico-.
-Convinto tu- borbottò Sirius, ma lo fece con un tono molto basso e Harry non lo sentì o, forse, non lo volle sentire.
***
Tom esaminò con lo sguardo tutta la Sala d’Ingresso che pullulava di studenti in abito da cerimonia per individuare Harry mentre, nella sua testa, ancora rimbombavano i sibili divertiti e i commenti ironici di Nagini a proposito di appuntamenti galanti, amori adolescenziali e lui che era agitato quanto una mocciosa alla sua prima cotta. Illazioni totalmente prive di fondamento naturalmente, lui non era minimamente agitato e, al momento, l’unica questione che assillava la sua mente era perché Harry, tra tutti i serpenti esistenti al mondo, aveva deciso di raccogliere quello che aveva trasformato il prenderlo in giro nel suo sport preferito e il perché, nonostante il suo irritante hobby, il suddetto serpente fosse ancora vivo.
“Oh, ma c’è sempre tempo per rimediare” rifletté il mago.
Era talmente immerso nei suoi propositi omicidi che non notò che Harry l’aveva individuato, raggiunto e, ora, si trovava a pochi centimetri da lui. Per questo quando il Grifondoro gli afferrò una spalla per attirare la sua attenzione, lui sussultò e, quando si fu voltato, rimase momentaneamente spiazzato.
Va bene, forse, ora, sembrava veramente una ragazzina alla sua prima cotta, ma non era abituato a vedere Harry… così. Il suo primo, puerile pensiero fu che, sicuramente, non aveva scelto lui il completo, quello non era il suo stile, ma stava bene, dannatamente bene. Aveva sempre pensato che fosse attraente, ma tra gli abiti orrendi che indossava di solito, la bassa statura e i capelli che sfidavano le leggi di gravità non era facile accorgersene, tuttavia Tom aveva sempre saputo che il suo fisico, anche se di bassa statura per la sua età, era snello e proporzionato; aveva sempre saputo che i suoi lineamenti, anche se non rispettavano i canoni della bellezza classica, erano accattivanti; aveva sempre saputo che aveva degli splendidi occhi leggermente a mandorla e di un colore unico: quel vestito semplicemente risaltava tutto ciò. 
Non seppe mai per quanto tempo rimase a fissarlo, ma si doveva essere trattato di un periodo considerevole perché Harry fu costretto a schiarirsi la voce per cercare di riportarlo con i piedi per terra.
“Ora basta” si ripromise Tom distogliendo con determinazione lo sguardo dalle labbra di Harry. Nagini poteva dire quello che voleva: lui non si stava comportando come una ragazzina alla sua prima cotta.
-Stai bene- commentò con tono neutro invitandolo, con un gesto della mano, a seguirlo in Sala Grande.
-Grazie, anche tu- rispose Harry.
Entrarono nella Sala uno affianco all’altro, ma essa era talmente affollata che nessuno fece caso a loro.
“Fortunatamente” pensò Harry, non che si aspettasse che durasse: appena avessero raggiunto il tavolo d’onore tutti gli sguardi sarebbero stati puntati su di loro. Sospirò profondamente nel tentativo di rilassarsi. Non c’era nessun motivo per cui innervosirvi, si disse, assolutamente nessun motivo. Stava andando al Ballo del Ceppo con un amico, fine della storia e, in ogni caso, non sarebbe stato lui quello al centro dell’attenzione, bensì i Campioni.
-Perché sei nervoso?- gli chiese Tom quando avevano quasi raggiunto il tavolo.
-Non sono nervoso- replicò l’altro, ma allo sguardo del Serpeverde rettificò. –O.k., forse un po’, ma…-
Non fece in tempo a continuare, tuttavia, perché, proprio in quel momento il preside li avvistò, li venne incontro con un sorriso gioviale, si posizionò fra loro e, afferrandoli per le spalle, li trascinò verso il tavolo di fronte a Crouch e Bagman, due Capi Ufficio del Ministero.
-Bartemius, Ludovic, vi presento i miei studenti preferiti: Tom Riddle e Harry, il figlio di Lily -.
Albus, che era stato invitato anch’egli ad unirsi al tavolo d’onore in quanto “figlio del Ministro” e che era seduto poco più avanti, interrupe la conversazione con Hermione per rivolgergli uno sguardo per metà divertito e per metà compassionevole. Sapeva quanto Harry detestasse tutta quella pubblicità gratuita. Ammirava sua madre con una passione che sconfinava nella venerazione, ma non trovava piacevole essere costantemente paragonato ad una donna morta.
Tom, invece, sembrava perfettamente a suo agio e Harry fu più che felice di lasciar fare tutto a lui. Rimase, quindi, zitto, mentre lui si presentava, stringeva mani, ascoltava il monologo di Bagman con finto interesse e chiacchierava con Crouch di politica estera come se non avesse fatto altro in vita sua. A presentazioni concluse, naturalmente, li aveva conquistati entrambi. Dopo tre anni, Harry avrebbe dovuto esserci abituato, ma, a volte, rimaneva ancora tremendamente impressionato da come le persone che lo circondavano rimanevano affascinate da lui. Lumacorno gli stava rivolgendo uno sguardo colmo d’orgoglio, simile a quello di un collezionista che osserva il suo pezzo più prezioso, e sembrava sul punto d’invitarli a sedersi vicino a loro, ma, probabilmente intuendo che Harry non ne sarebbe stato particolarmente felice, Tom si affrettò a salutarli educatamente e ad allontanarsi con il Grifondoro al seguito.
Harry tentò di sedersi vicino ad Albus e Hermione, ma Tom lo trascinò lontano da loro e il Grifondoro non oppose poi molta resistenza: aveva la netta sensazione che non avrebbe trascorso una cena serena, se Tom e Al fossero stati seduti vicini.
-Che bravo che sei stato- lo prese in giro quando ebbero preso posto –Scommetto che Crouch sta già pensando a riservarti un posto nel suo Ufficio per quando ti sarai diplomato-.
-Perlomeno, non hai dovuto, nuovamente, sentirti enunciare la biografia di Lily Potter- ribatté l’altro.
-Già,- commentò Harry,  grato. –Che ne pensi?- chiese riferendosi ai due uomini. Trovava sempre interessante conoscere il parere di Tom sulle persone, anche se la maggior parte delle volte le loro opinioni non collimavano.
Tom li rivolse uno sguardo critico. –Crouch sembra un uomo intelligente,- disse –ma è di vedute ristrette ed è eccessivamente rigido. In quanto a Bagman… è un idiota-.
-A me è sembrato simpatico- obiettò il Grifondoro.
-Fidati, è solo un idiota- insistette il Serpeverde.
-Sbaglio o tu consideri idioti tutti i giocatori di Quidditch?- domandò il Cercatore alzando le sopracciglia.
-Non tutti- specificò Tom.
Harry sorrise. –Solo la maggior parte?- chiese.
-Solo la maggior parte- convenne il Serpeverde.
In quel momento Harry era veramente rilassato per la prima volta da quando, quella mattina, si era svegliato con l’orrenda prospettiva di dover indossare un abito da cerimonia scelto da Blaise e partecipare a uno stupido ballo. Non gli importava che, ormai, quasi tutti in Sala avessero notato la sua presenza al tavolo d’onore accanto a Tom e che, la maggior parte di loro, probabilmente, stesse già ipotizzando su una possibile relazione fra i due e neanche che le probabilità di sfuggire a Lumacorno per l’intera serata fossero minime e che, di conseguenza, avrebbe dovuto sorbirsi un’altra noiosa conversazione con lui, Bagman e Crouch: in quel momento stava bene.
Ovviamente, il suo benessere non era destinato a durare.
***
Sally-Anne Perks fece il suo ingresso in Sala Grande scortata dalla professoressa McGranitt e accompagnata dal suo partner, il Campione di Hogwarts. Il ragazzo le sorrise mentre si avvicinavano al tavolo. Cedric Amos Diggory era il suo migliore amico fin dal suo primo anno a Hogwarts. L’aveva incontrato sull’espresso e, da quel momento, lui era diventato la sua guida per il Mondo Magico. Era una persona meravigliosa, in assoluto una delle persone migliori che conoscesse, se non la migliore. Era leale, onesto, brillante e coraggioso, rappresentava tutto ciò che la loro Casa poteva vantare e Sally gli voleva un bene dell’anima. Erano molti a spettegolare sul loro rapporto, sul fatto che non potevano essere solo amici, ma Sally sapeva che lo erano e che non avrebbero mai potuto essere altro. Certo, c’era stato un tempo in cui aveva covato una mezza cotta per lui (avrebbe sfidato qualunque ragazza a non prendersela: Cedric sembrava il principe azzurro di Cenerentola uscito direttamente da un libro di fiabe), ma essa si era estinta presto, più o meno al loro terzo anno, e al quarto aveva scoperto l’innegabile verità che avrebbe spezzato al cuore a molte ragazze: Cedric era gay. Eh, sì, i principi azzurri non esistevano. Al Prefetto, invece, ci vollero altri due anni e Cho Chang per rendersi conto delle sue preferenze sessuali.
“E un altro anno per trovare la persona giusta per lui” rifletté Sally osservando Harry Potter seduto al tavolo d’onore insieme a Tom Riddle.
Come sempre accadeva fra loro, Sally si era resa conto dell’interesse di Cedric per Potter molto prima del Prefetto, in effetti l’aveva capito immediatamente, fin da quando lui le aveva raccontato del suggerimento che il Grifondoro gli aveva dato per la Prima Prova. All’inizio non aveva registrato la questione come un fatto di rilevante importanza. Dopotutto poteva trattarsi solo di un’attrazione momentanea (quante cotte si era presa lei dal suo primo anno in poi?), ma in seguito si era resa conto che Cedric, per l’appunto, non era lei: lui non era solito prendersi cotte. Da quel momento, aveva cominciato a osservare Potter. Sì, voleva accertarsi che fosse all’altezza del suo Ced e sì, era eccessivamente petulante, ma considerava il Campione come un fratello minore (anche se, a ben guardare, il maggiore fra i due era il Prefetto), desiderava che trovasse la persona giusta per lui e, se lo aveva giudicato bene, Potter avrebbe potuto esserlo. Era un bravo ragazzo, tutto sommato, e condivideva i suoi stessi ideali di giustizia e onore, certo, era un po’ troppo ribelle e sfacciato, ma forse lui e Cedric avrebbero potuto compensarsi a vicenda. Nel giro di una settimana era, quindi, passata dall’indifferenza all’interesse, dall’interesse alla voglia di vederli stare insieme. Era stata lei a incoraggiare Cedric a invitare Potter al Ballo, ma non si era aspettata ed era rimasta molto delusa quando lui lo aveva rifiutato. All’inizio si era solo arrabbiata (rifiutare Cedric? Ma chi si credeva di essere? Si rendeva conto di quanto straordinario lui fosse?), ma poi, aveva deciso di attribuire il suo rifiuto a un momento di confusione e, anzi, la sua determinazione nel volerli vedere insieme era aumentata esponenzialmente quando  aveva notato la tristezza di Cedric derivante da quel rifiuto.
Fu per questo che fra tutti i posti disponibili scelse di trascinare Cedric proprio affianco a quelli di Potter e Riddle.
-Ciao- li salutò –mi chiamo Sally, felice di conoscervi-.
Se anche Tom e Harry erano felici di conoscerla non lo diedero  a vedere, perlomeno inizialmente, ma alla fine, quest’ultimo sorrise, tese la mano alla ragazza e ricambiò il saluto.
Tom, invece, non si mosse, anzi lo fece, ma per prendere il menù e scegliersi la pietanza che subito apparve magicamente nel suo piatto, ignorando completamente i due Tassorosso. Harry inarcò le sopracciglia. Quel comportamento non era da lui. Anche se era tutto tranne che estroverso, nessuno avrebbe potuto definire Tom una persona poco socievole, aveva fascino ed era bravo ad ingraziarsi il prossimo. Contrariamente a Sev, a cui non interessava per niente piacere alle persone, Tom ci teneva ad aumentare sempre di più il numero, già elevato, dei membri del suo fan club.
Nonostante l’indifferenza e la freddezza disarmanti con cui accolse la loro presenza, Cedric, da bravo Tassorosso qual era, gli sorrise e lo salutò.
Un asciutto “Diggory” fu l’unica risposta che ricevette dal Serpeverde.
I loro partner non potevano ancora saperlo, ma con quelle parole si era esaurito l’unico tentativo d’intavolare una conversazione che i due che avrebbero compiuto per il resto della cena.
Fu solo per merito di Harry e Sally se il silenzio totale non scese su di loro. I due, pur non conoscendosi, trovarono vari spunti di conversazione, ma il Grifondoro stava ricominciando a sentirsi teso. Tanto per cominciare, ancora non riusciva a decidere se Sally gli era simpatica o meno: era una ragazza espansiva, senza alcun dubbio, e anche molto chiacchierona, una di quelle che lasciano al proprio interlocutore a mala pena il tempo per infilare una parola di commento tra un loro comizio e l’altro; non era, però, la sua parlantina a rendere il ragazzo cauto nei suoi confronti quanto il presentimento che lei sapesse e che fosse in parte irritata da ciò che era successo (dell’invito di Cedric e del suo rifiuto, s’intende). La sua impressione divenne certezza quando la strega gli chiese, senza peli sulla lingua, perché avesse rifiutato Cedric se lui e Riddle erano solo amici.
Harry avrebbe tanto voluto possedere il potere di scomparire nel nulla e, con ogni probabilità, anche Cedric che pareva tutto preso dall’osservare le patate arrosto che aveva nel piatto. Sally, invece, era tranquillissima e continua a fissarlo aspettando una risposta, come se gli avesse solo domandato quale fosse il suo piatto preferito. Anche Tom lo stava fissando aspettando una risposta e Harry aprì la bocca per dire qualcosa. Cosa? Ancora non lo sapeva.
Fu una fortuna che proprio in quel momento le Sorelle Stravagarie salirono sul palco e cominciarono a cantare. Cedric si affrettò ad afferrare Sally per una mano e a trascinarla sulla pista da ballo per aprire le danze insieme agli altri Campioni.
Harry sospirò sollevato e volse lo sguardo verso Tom che sembrava sereno, ma il Cercatore lo conosceva troppo bene per non notare la rigidità della sua postura e lo sguardo gelido con cui stava osservando Diggory.
-Non me lo avevi detto- mormorò.
-Cosa?- chiese Harry.
-Di te e Diggory-.
-Non c’è nessun me e Diggory- rispose il Grifondoro.
-E lui lo sa?- replicò l’altro.
-Certo che lo sa-.
-Non credo-.
Harry corrugò  il viso. –Mi ha invitato al Ballo e io gli ho detto di no, fine. Non mi ha mica giurato amore eterno-.
-No, ma tu gli piaci-.
-Io…-
-E molto-.
-Possiamo cambiare argomento?-.
Tom levò lo sguardo da Diggory e lo rivolse nuovamente a Harry mentre varie coppie si univano alle altre tre che ballavano al centro della Sala.
-Lui ti piace?- continuò.
Il Cercatore scosse la testa.
-Allora, possiamo cambiare argomento-.
Harry sorrise afferrò un braccio del ragazzo e si allontanò dal quel tavolo prima che Lumacorno potesse fermarli. Si sedettero su un tavolino situato in un angolo della Sala, il più lontano possibile dalla pista da Ballo dove, al momento, si trovava la maggior parte della scolaresca.
Con un’espressione vaga osservò Neville pestare i piedi della povera Ginny, Moody rinunciare a ballare quasi subito e trascinare Tonks ad un tavolo dove non avrebbe più potuto causare ulteriori danni, Remus danzare goffamente con la sua dama, Susan Bones, e Al e Hermione volteggiare sorridenti.
“Stanno bene insieme” rifletté Harry.
-Forse, dipende dai punti di vista, comunque non credo che durerà- disse Tom con aria distratta.
Harry sbatté le palpebre un paio di volte. Questa volta non aveva pensato ad alta voce, ne era sicuro.
-Come hai fatto?- chiese. Tom gli doveva un paio di spiegazioni.
Il Serpeverde gli rivolse uno sguardo cauto, ma poi ghignò e disse:-Hai mai sentito parlare di Legilmanzia?-.
Harry scosse la testa curioso.
-E’ simile alla lettura del pensiero di cui parlano i Babbani-.
Harry era sbalordito. –Riesci… riesci a leggere nel pensiero?-.
-Non funziona proprio così- spiegò il Serpeverde. –E’ molto più complicato. Diciamo che ho… delle percezioni d’immagini, sentimenti, sensazioni, stralci di pensieri, riesco sempre a capire quando qualcuno mi mente, per esempio, ma non è come leggere: la mente umana è molto più complessa di un libro-.
-Però sai cosa gli altri pensano, giusto?- chiese. –Sapresti dirmi cosa sta pensando Albus in questo momento, per esempio?-.
Tom scosse la testa. –Non funziona in questo modo, te l’ho detto, è molto più complicato rispetto a come ne parlano i Babbani. Per la Legilmanzia è indispensabile il contatto visivo: ho bisogno di guardare negli occhi le persone con cui la utilizzo-.
Harry, forse a livello inconscio, si ritrovò ad abbassare lo sguardo. Tom se ne accorse e sottolineò:-Di solito, con te, non la uso-.
-Prima sì- replicò il Grifondoro.
-Non l’ho fatto apposta-.
Harry corrugò le sopraciglia:-Che significa che non l’hai fatto apposta?-.
-Durante i primi tempi- spiegò Tom –per esercitarmi, di solito, ci ricorrevo sempre, in continuazione, ogni volta che discorrevo con qualcuno. Cercavo di farne diventare l’utilizzo spontaneo come respirare e, alla fine, ci sono riuscito. Perciò, a volte, quando mi concentro su qualcuno e mi chiedo cosa stia pensando,capita che l’attivi senza quasi rendermene conto, senza contare che la tua mente è particolarmente priva di barriere-.
-In che senso?- chiese Harry che aveva ascoltato tutto con molto interesse.
-Sei trasparente- spiegò il Serpeverde. –A volte, è come se me li urlassi in faccia i tuoi pensieri-.
“Il che non mi rassicura per niente” rifletté il Cercatore.
-Sei a disagio- affermò il Serpeverde.
Harry gli rivolse uno sguardo sospettoso. –Anche ora stai…-
-No, Harry,- rispose questi. –ti conosco, tutto qui-.
-Beh, sì, sono a disagio- rispose il Grifondoro. –Non c’è un modo per impedire agli altri di leggerti nel pensiero?-.
-C’è: si chiama Occlumanzia-.
-E si può imparare?-.
-Certo-.
-Tu la conosci?-.
-Naturalmente. Di solito prima s’impara a difendere la propria mente, poi a penetrare in quelle degli altri-.
-E me la insegneresti?-.
Tom gli rivolse uno sguardo indefinibile. –Credo che potremmo provarci, anche se sono convinto che dopo aver imparato le basi sia una cosa che bisogna sviluppare da soli. A seconda della propria personalità, ognuno ha un modo diverso di praticare l’Occlumanzia-.
-In che senso?- .
-A me l’ha insegnata Prince- spiegò il Serpeverde. -L'ha insegnata a me e Severus, ma mentre Severus protegge la mente annullando ogni sentimento, io faccio in modo che a dominare sia solo una delle mie emozioni e lascio che essa nasconda tutte le altre-.
Harry annuì pensieroso.
-Comunque, Salazar Serpeverde descriveva l’arte dell’Occlumanzia in modo simile a come te la sto descivendo io-.
-Come fai a sapere in che modo Serpeverde la descriveva?- chiese Harry perplesso.
-Era scritto su uno dei libri che ho prelevato da casa sua. Credo che fosse una specie di suo grimorio di quando era adolescente-.
-Cos’altro c’è scritto?-.
Tom si ritrovò a sfoggiare un lieve sorriso: da quando aveva cominciato a leggere quel diario la sua ammirazione per la figura di Salazar Serpeverde era cresciuta a dismisura. –All’inizio parla della sua famiglia in generale, pare che i Serpeverde fossero discendenti di Morgana, poi narra della morte dei suoi genitori e dei Grifondoro che l’accolsero in casa loro-.
I Grifondoro… Harry ripensò al quadro che avevano trovato nella cantina di quella casa ricoperto da un telo impolverato. Ritraeva i quattro fondatori all’incirca all’età di vent’anni:la bellissima Priscilla Corvonero con i lunghi capelli neri che le arrivavano alla vita; Tosca Tassorosso, paffuta e non molto alta, con un viso sorridente e i capelli ricci e ribelli; Godric Grifondoro con un sorriso spavaldo, i capelli rossi e gli occhi verde smeraldo e, infine, Salazar Serpeverde, una figura alta e austera dai lunghi  capelli biondo pallido e gli occhi grigi.
Naturalmente, le immagini dipinte non si muovevano, né parlavano (ci sarebbero voluti molti anni prima che si scoprisse che il sangue di drago era in grado di animare i ritratti), però, era innegabile quanto sembrassero felici, uniti e convinti, Harry ne era certo, che sarebbero rimasti insieme per sempre. Si erano sbagliati, oh, quanto si erano sbagliati.
Il Grifondoro rivolse a Tom uno sguardo assorto. Cosa avrebbe fatto lui se la sua amicizia con Tom si fosse conclusa com’era finita quella dei quattro fondatori? Non voleva pensarci, non poteva pensarci.
-Oh, Harry, Tom, ecco dove vi eravate nascosti. Vi devo presentare il signor Belby. E’ stato un mio ex allievo, sapete…-.
La pace era finita.
 
***
Sirius si stava divertendo. Probabilmente, quello non sarebbe stato il termine che avrebbe utilizzato un tipo come Hermione per descrivere ciò che stava facendo, ma se aveste chiesto a lui avrebbe risposto proprio in questo modo: si stava divertendo.
Cho sospirò con il viso in fiamme per l’eccitazione mentre il Grifondoro si separava dalle sue labbra per leccarle e succhiarle il collo, scendere verso il suo seno e…
-AH!- la ragazza, in preda al panico, gli diede una spinta. Il ragazzo, non aspettandoselo, quasi cadde dal letto. Cho, nel frattempo, si affrettò a nascondere sotto le coperte la sua seminudità.
-Si può sapere cosa ti è preso?!- esclamò il Grifondoro. La Cercatrice non ebbe bisogno di rispondere perché Sirius si limitò a seguire il suo sguardo imbarazzato che puntava verso l’uscio della porta, dove, in piedi e ancor più imbarazzato della Corvonero si trovava Harry.
-Ehm…- mormorò –scusate il disturbo-.
Uscì dalla stanza e si richiuse la porta alle spalle, ma a Sirius fu sufficiente osservare il viso di Cho ancora rosso quanto le tende del letto a baldacchino per comprendere che i giochi, per quella sera, erano conclusi.
 
-Mi dispiace- ripeté Harry un quarto d’ora più tardi seduto in sala comune dopo che Cho si fu dileguata.
Sirius, seduto affianco a lui, sospirò rassegnato. -Fa niente, era solo per passare il tempo. Piuttosto, che ci fai qui? Non dirmi che il Ballo si è già concluso-.
-Quasi, me ne sono andato via un po’ prima- borbottò questi.
-Com’è andata?-.
-Bene- rispose Harry con un tono che diceva tutto il contrario.
-E’ successo qualcosa?-.
-Tom va a letto con tua cugina.- dichiarò Harry inespressivo. -Stavo passeggiando per il parco mentre Tom tentava di liberarsi di Lumacorno che pareva aver deciso di presentarlo a tutti i vecchi membri del Lumaclub. Io ero riuscito a svignarmela dicendo che avevo promesso ad Hermione un ballo mentre, invece, sono andato fuori a passeggiare un po’ e ho visto Lestrange e la Skeeter parlare su una panchina. Loro non mi hanno notato, ma io ho ascoltato le loro parole e beh… quei due vanno a letto insieme - Aveva un estremo bisogno di sfogarsi con qualcuno.
-Riddle va a letto con Tonks?-. Sirius non era mai stato tanto sbalordito in vita sua, mai, neanche quando i Puddlemere batterono i  Magpies alla finale del ’92.
Harry assunse un’espressione persino più sbalordita della sua. –No! Come fai anche solo a pensarlo? Se si sono rivolti la parola due volte in tutta la loro vita, è già tanto. Parlo dell’altra tua cugina: la Black-.
Sirius sospirò sollevato. –Sii più specifico la prossima volta: stava per venirmi un attacco di cuore-.
Harry sbatté le palpebre un paio di volte. –Tutto qua?- chiese –La scoperta che Tom va a letto con la Black non ti colpisce neanche un po’?-.
-Perché dovrebbe?-.
-Lo sapevi?- s’insospettì Harry.
-No, ma era abbastanza prevedibile-.
-Abbastanza… Non era abbastanza prevedibile!- s’inalberò Harry. –Non lo era- ripeté col tono di uno capace di azzannare alla giugulare chiunque osasse contraddirlo. -Quei due non hanno niente in comune. Black è solo una stronza patentata egoista sadica e crudele mentre Tom… Tom è…-.
-Calmati- gli consigliò Sirius. –Era solo la mia opinione. E poi perché te la prendi tanto?- chiese, poi, come se avesse ricevuto un’illuminazione divina, il suo viso si aprì in un ghigno e disse:-Ti sei preso una cotta per Riddle-.
-NO!- negò l’interessato. –No, no, no! E solo… credevo che Tom avesse gusti migliori-.
-Gusti tipo te- ridacchiò Sirius.
-Ti ho detto di no- insistette Harry.
-Ecco perché hai rifiutato l’invito di Diggory.- commentò l’altro ignorandolo –Il tuo cuore appartiene già ad un altro- continuò con tono melodrammatico.
-Ti ho detto che non è così. Io non ho una…-.
-Di che state parlando?-.
Era stata Ginny, appena entrata nella sala comune, a parlare. Neville, infatti, dopo averle pestato i piedi per tutta la sera, era inciampato sulla veste di una ragazza di Corvonero, si era fatto male ed  era stato portato da Madama Chips. Probabilmente, i due ragazzi le avrebbero chiesto tutto questo, ma al momento erano entrambi troppo presi dalla sconcertanti rivelazioni di quella serata.
-Harry ha una cotta per Riddle che va a letto con Bellatrix- la informò Sirius allegramente.
-No, non è vero, non ho una cotta per Tom- replicò l’altro.
-Sì, invece-.
-No, invece-.
-Sì, in…-
Quella che prospettava di diventare una discussione infantile, degna di due bambini dell’asilo, fu interrotta da Ginny che con tono mortalmente serio chiese: -Ti piace Riddle, Harry?-.
Non chiese “Sei gay, Harry?”, ma solo se gli piaceva Riddle.
Il Cercatore scosse la testa in diniego. Tuttavia, per Ginny, quel “no” era in netto contrasto con le guance arrossate e l’espressione triste, arrabbiata e delusa che era dipinta sul suo volto.
La ragazza sospirò amareggiata e prese posto su una sedia affianco alle loro. –Mi dispiace, Harry- disse.
-Non c’è nulla per cui dispiacersi- sbottò Harry leggermente esasperato. –Io non ho una cotta per Tom-.
-Spiacente, amico,- dichiarò Sirius –siamo due contro uno: ce l’hai-.
Harry fece per ribattere nuovamente, ma fu fermato da Sirius che assunse un’espressione più seria e commentò:-Comunque, credo che tu abbia ottime possibilità. Non penso che questa storia con Bella sia una cosa seria, sai, credo si tratti di puro e semplice sesso. Nulla di che, davvero, e Riddle… beh, Riddle si è sempre comportato in modo diverso con te. Insomma, sono certo che se, ora, andassi da lui e ti dichiarassi, non ti direbbe di no- concluse.
-Magnifico- commentò l’amico con tono ironico. –Peccato che io non abbia nulla da dichiarare perché non ho una cotta per lui-.
-Certo, certo- gli rispose Sirius sbadigliando. –Beh, io me ne vado a letto, da solo grazie a te- aggiunse rivolto a Harry. –Rifletti su ciò che ti ho detto e buonanotte a tutti e due-. Detto ciò si allontanò diretto verso i dormitori dei maschi.
Ginny, intanto, continuava ad osservarlo con un’espressione triste e combattuta al contempo.
-Ginny, davvero,- tentò Harry. –levati quell’espressione: non ho una cotta per Tom-.
-Vorrei che fosse così- mormorò la strega con un tono a mala pena udibile. –Ascolta,- continuò con voce più elevata. –non pensare che lo stia facendo per gelosia: la cotta per Riddle mi è passata molto tempo fa. Inoltre, sappi che mi costa molto dirtelo perché mi vergogno davvero tanto di quanto sia stata stupida, ma lo devi sapere, tu lo devi sapere.- ripeté quasi per convincere sé stessa. -Voglio che tu sappia che persona è Riddle, in realtà-.
Harry era più confuso che mai. –Di che stai parlando, Ginny?-.
La ragazza sospirò profondamente. Non aveva mentito, dire la verità le costava parecchio, si vergognava molto del suo comportamento, ma Harry meritava la verità, doveva sapere che Riddle era solo un bastardo molto abile a dire alla gente quello che voleva sentirsi dire. –Ti ricordi della morte di Mrs Purr?- chiese.
Il mago annuì.
-Beh, le cose non sono andate esattamente come ti avevo raccontato-.

  
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