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Autore: Little Firestar84    24/01/2011    1 recensioni
A volte basta poco per ammettere una verità che ci è sempre stata davanti agli occhi, o la paura di affrontare qualcosa di nuovo e ricomnciare, a volte basta davvero poco, come l'iinocenza e la disarmante sincerità di una Lisbon in miniatura, una brunetta dagli occhi verdi di cinque anni rispondente al nome di Annie...
Genere: Romantico, Commedia, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Patrick Jane, Teresa Lisbon
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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PATRICK
Non sta accadendo, uno dei giorni più belli della tua vita non si sta lentamente trasformando nel tuo nuovo inferno personale. E’ impossibile, non è giusto. Non doveva andare così. Non deve andare così. Non dovresti essere seduto fuori da una sale operatoria ad aspettare che Abby ti dica se Teresa e i gemelli ce la faranno. Non dovresti essere qui a vedere la paura sulle facce di Mick e Tommy e la rabbia di Robert. Il soldato sembrerebbe pronto a colpire qualcuno poiché qualcosa l’ha già colpito, il muro alle vostre spalle, che ne mostra le conseguenze. Grace ha accompagnato Claire a casa, e insieme stanno accudendo ai bambini; quando hanno portato Lucas via, lui ancora piangeva, chiamando la mamma e te, il suo papà; Annie e Tony erano ancora sotto shock, la piccola era pallida e spaventata, ma non piangeva. Cho e Rigsby non sono con voi, avendo deciso di assumersi un incarico molto speciale.
“Abbiamo suggerito che lasciasse Sacramento entro ventiquattro ore e vi lasciasse in pace; da quello che abbiamo capito, erano i soldi a interessarlo, sperava che decidessi di tornare a giocare al sensitivo in sua compagnia.” Anche se la sua voce è sempre la stessa, conosci Cho, e sai che esattamente come Grace e Wayne per lui Teresa è molto più di un semplice capo, ma un membro della famiglia. Quando Wayne si siede al tuo fianco mettendoti una mano sulla spalla, fai qualcosa che non compi da molto, moltissimo tempo. Come un bambino addolorato, piangi, per la paura e per la disperazione. Non t’importa di nulla, ora sai solo una cosa. Lei crede, molto più di quando lasci a vedere, e se Dio esiste, se davvero è la fuori da qualche parte che ti osserva, preghi che non permetta che ti accada questo. Niente e nessuno dovrebbero portartele via. Sei davvero una persona così orribile, hai fatto davvero così male da meritare di perdere non una ma ben due famiglie? E poi c’è Lucas. E’ piccolo e ha ancora tanto bisogno della sua mamma. E poi ci sono i loro amici, e tutte quelle persone che lei potrà ancora aiutare se lei sopravvivrà. Non gli importa se lassù pensano di aver bisogno di un altro Angelo. C’è ancora tanto bisogno di Teresa, qui, sulla terra.
Quando sembrano passate ore, Abby e un chirurgo, che scoprirai essere chiamato Luke ed essere suo marito si avvicinano a voi, e tutto ciò che tu vedi sono il sangue sui loro camici, ce n’è tanto, troppo, e Teresa è così piccola.
“Mr. Jane, sono il dottor Luke Kovatch, e desideravo solo informarla“ ti dice col sorriso sulle labbra “Sua moglie sta riposando nella sua stanza, e per quello che riguarda i gemelli.”
“Juliet e Patrick stanno bene, ma li abbiamo messi in incubatrice per precauzione” Abby ti guarda negli occhi mentre ti dà una pacca sulla spalla per tranquillizzarti. “Cesarei in parti gemellari verso il termine della gravidanza non sono strani nei giorni nostri, Patrick, anzi, sono più comuni di quel che si crede; vogliamo solo toglierci ogni dubbio.”
“Mr. Jane, può capitare che si abbia una leggera perdita, soprattutto se il giorno prima si è sostenuto un esame piuttosto, come dire, invasivo come quello che aveva avuto Teresa, spero che lei lo sapesse e non si sia spaventato troppo, anche se so che a volte può sembrare peggiore di quello che è.”
“Vedrai Patrick, potrete perfino avere quel quarto figlio di cui parlate sempre!” Abby, rassicurante, continua a sorriderti sincera. “La tua piccola, come dire, scenata, l’ha spaventata abbastanza da provocare un parto leggermente prematuro, ma non è del tutto colpa tua; da quello che ho visto, le acque si sarebbero comunque rotte, se non in chiesa, almeno da lì a qualche ora; entro sera saresti comunque diventato di nuovo papà.”
“Credi che potrei.” Le chiedi, titubante, un po’ terrorizzato all’idea di finire la frase. Dentro di te, temi che possano dirti di no. Non hai nemmeno il coraggio di guardare Abby in faccia, e lei sembra capirlo, perché quando decide di risponderti lo fa con un gesto. Ti prende per le spalle, e ti guida verso la sala neonatale, dove, dentro due incubatrici vicine, ci sono piccoli, perfetti, sani e molto attivi gemelli neonati in lacrime. Piangi di nuovo, ma stavolta di gioia, e solo allora ti rendi conto di quello che Abby ti ha detto poco prima. Patrick e Juliet, che presto saranno noti come PJ e Jules, un bimbetto con un ciuffetto biondo e occhi azzurri, e una piccola con un ciuffo scuro sulla fronte e gli occhi verdi, tuo figlio e tua figlia, sono davanti a te, vivi e sani, presi dal loro pianto incessante che non è mai suonato più meraviglioso di ora. 
“Grazie per esserti ricordata come avevamo deciso di chiamarli; è toccante che tu lo abbia fatto, con tutte le coppie che ti capita di assistere” la tua voce è poco più di un sussurro, e il tuo sguardo è rivolto sempre e soltanto a loto, e al sottile vetro che li divide e protegge dal resto del mondo.    
“Figurati, dimenticarsi di te e Teresa è in pratica impossibile.” Ti dice sempre col sorriso, che tu non vedi perché anche il suo sguardo è rivolto verso i neonati. Come ogni volta che assiste al miracolo della vita, Abby è totalmente presa dalla vista, dalla meraviglia, ogni volta come fosse la prima. Ogni volta è come quando, anni prima, lei ha il suo stesso figlio. “Senti, Teresa è stata sistemata in una stanza privata, perciò, se ti andasse, potrei chiedere allo staff di sistemarti una branda lì accanto, cosicché tu possa passare la notte con lei.”
Lo vuoi, e lo fai; passi la notte al fianco di tua moglie, sveglio, tenendole la mano, controllando ogni trenta secondi che sia tutto vero, che non hai perso anche lei. Sorridi quando giunge il mattino, quel sorriso mischiato a lacrime di gioia, sollevato. Le dai un bacio veloce sulla fronte, dolce, e ringrazi la piccola Lily e la sua mamma, e la madre di Teresa, per aver vegliato si di lei, su di loro, per averli protetti.
 
TERESA
“Non ti sei raso.” la tua voce è un sussurro roco. La tua pelle sensibile ha sentito la barbetta di due giorni, una cosa cui non sei abituata, e che non ha mai provato, non con lui almeno. Sorride Patrick, stringendoti con maggiore forza la mano, un gesto che tante altre volte ha fatto inconsciamente, ma che forse non ha mai significato tanto quanto oggi. La tua mano sinistra, quella libera, si muove, andando sul tuo addome, e hai un attacco di panico quando ti rendi conto di cosa e chi manca. “Patrick, I gemelli.”
Si siede al tuo fianco sul letto e ti stringe forte, le sue braccia intorno alle tue spalle, il tuo petto schiacciato contro il suo. Ti bacia i capelli col sorriso, per rassicurarti. “Stanno bene, Teresa, PJ e Jules, i gemelli stanno bene; sono nell’incubatrice per precauzione Abby dice che potrebbero portarceli qui già oggi.”  Fa una breve pausa, prende un grosso respiro, a occhi chiusi. “Purtroppo hanno dovuto farti un cesareo ma Abby dice che non è così starno con i gemelli, e che un giorno potremmo perfino pensare ad avere un altro figlio.”
Riposi il capo nella camicia del suo completo, la stessa che aveva indosso durante quello che doveva essere il vostro vero matrimonio, quello che non è avvenuto, ed è con sollievo che ti rendi conto che, anche se il suo profumo è mixato con il tanfo dell’ospedale, in qualche modo l’odore è sempre lo stesso. Il profumo è il suo, quella colonia che non hai ancora capito come si chiami perché Patrick nasconde le bottiglie terrorizzato che, come facevi con quella vecchia, tu la possa gettare via, che comunque non profumerebbe mai nello stesso modo con nessun altro perché quello è l’odore di Patrick e Patrick solo.
“Sai, tutto questo mi ha fato capire cosa davvero è importante; sono stata piuttosto stupida e infantile con questa fissa grandi nozze in bianco in pompa magna; il matrimonio con una piccola cerimonia al parco è stato perfetto, era tutto ciò che avrei potuto chiedere e non lo cambierei per nulla al mondo.”
“Teresa, so che è il matrimonio religioso ciò che desideri, e te lo voglio dare; potremmo avere un’altra piccola cerimonia, magari al nostro anniversario e potremmo approfittarne per battezzare i gemelli.” Ti sussurra nelle orecchie, il suo battito ti calma, e ti culla nuovamente, facendoti sprofondare nuovamente in un sonno profondo.
“Perché non ti ho mai chiesto se sei felice con me, se non hai nessun rimpianto?” Ore dopo, o forse solo minuti, senti Patrick che sussurra contro la tua pelle. Sei quasi del tutto certa che non te lo stia davvero chiedendo ma che rifletta, quasi parlando da solo. Ne hai la certezza quando ti rendi conto che il fatto che gli rispondi sciocca non poco tuo marito, nonostante tu lo faccia col sorriso.
“Certo che sono felice con te, Patrick, lo sono sempre stata, e lo sarò ancora di più quando saremo tutti quanti assieme a casa nostra.” Sorride sornione annullando la distanza tra di voi, dandoti un veloce ma dolce e sensuale bacio sulle labbra, di quelli che ti fanno impazzire (e lui lo sa eccome) e che sembrano gridare tutto l’amore che vi unisce.
Capisci solo ora una cosa cui non hai mai dato peso, cui non hai mai pensato, mai, nemmeno una volta dal giorno in cui vi siete incontrati per la prima volta. Patrick non si è limitato a cambiarti la vita, lo ami per COME te l’ha cambiata. Patrick ha fatto uscire il tuo lato giocoso. Ti ha reso più “spregiudicata”e meno rigida, più aperta e disponibile a confidarti e condividere. Soprattutto, ha portato gioia e divertimento (perché, nonostante tutto, Patrick è divertente, anche se ha una versione molto personale del divertimento che lo porta a cacciarsi novanta volte su cento nei guai; per questo è semplicemente divino con i bambini) nella tua vita e ti ha ridato il bisogno di avere una famiglia, una cosa che avevi perso con la morte di tua madre e la “scomparsa” dell’uomo che era tuo padre dietro il vetro di una bottiglia. In un certo senso, Patrick Jane, l’uomo che hai sposato e che è tuo marito, è la tua droga e il tuo tipo preferito di eroina. Sei totalmente dipendente da lui e lo sei sempre stata, se ci pensi un attimo, solo che mettervi insieme ha reso tutto peggio, in un certo qual senso. Non puoi più immaginare la tua vita senza di lui. Non puoi capire come tu sia esistita senza averlo al tuo fianco come compagno, senza i suoi baci, senza toccarlo, senza fare l’amore con lui, cucinare insieme, condividere ogni cosa, senza accoccolarti la sera al suo fianco sul divano, prima di essere la madre dei suoi figli. Sì, tu sei dipendente da Patrick Jane e non hai intenzione di smettere. 
   
   
 
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