Salve!
Eccomi qui a postare l’ultimo
capitolo di questa breve storia che spero che vi sia piaciuto leggere.
Sono
emozionata ma anche un po’ malinconica
perché è la prima volta che termino una Fan
– fiction e spero tanto di riuscire
a farlo anche con l’altra mia storia, “L’ultima
magia di Lily Evans Potter”.
Prima
di lasciarvi alla lettura
voglio ringraziare tutti voi che l’avete letta e che magari
l’avete inserita
tra i preferiti o i ricordati o tra le seguite.
Mi
piacerebbe ricevere i vostri
commenti sulla storia e magari sapere se volete che scriva un capitolo
extra
che riassuma un po’ il futuro della grande tribù
Weasley-Potter.
Buona
lettura,
Ika90
:-*
Cap.
4 – I nuovi arrivati
Harry
rientrò a casa alle prime luci dell’alba, reduce
dal turno
di notte organizzato per arrestare un mago oscuro che negli ultimi due
mesi aveva
tentato più volte di intrufolarsi nella Gringott per rubare
i manufatti oscuri
custoditi dai folletti.
Entrato
in casa, si buttò esausto sul divano ma si accorse
subito che qualcosa non andava appena sentii dei lamenti provenire dal
piano di
sopra.
Sfoderando
la bacchetta cominciò a salire di corsa le scale, si
diresse preoccupato verso la sua stanza da letto da dove provenivano i
lamenti
e apri la parta, trovando Ginny che si teneva la pancia stesa in
posizione
fetale sul loro letto.
“Ginny!
Che ti succede? I bambini?” chiese lui avvicinandosi
velocemente alla moglie e inginocchiandosi alla sua altezza.
“H-Harry
credo sia il momento! Prendi le valigie!” disse lei tra
una contrazione e l’altra.
“M-ma
non dovevano nascere tra una settimana?” chiese lui agitato.
“HARRY
JAMES POTTER MUOVITI E PORTAMI AL SAN MURGO ORA, SE NON
VUOI ESSERE TRASFIGURATO IN UNA SCOPA !” urlo la rossa, a
causa di una
contrazione più forte delle altre.
Harry
con un incantesimo non verbale chiamò a se le valigie e li
rimpicciolì mettendosele in tasca, poi prese la moglie in
braccio e si diresse
al camino più vicino.
In
pochi minuti si trovarono nell’atrio dell’ospedale,
deserto a
causa dell’ora, e due guaritrici vennero loro in contro.
Harry
fece scaturire dalla sua bacchetta il suo patronus,
trasformatosi da cervo in fenice dopo la sconfitta di Voldemort, per
avvisare i
suoi parenti e i suoi amici più cari
dell’immediata nascita dei suoi figli e
poi entrò con la moglie in sala parto.
Una
mezzora dopo tuttavia fu sbattuto fuori, perché troppo
agitato e raggiunse i suoi figli e il resto della sua grande famiglia
in
corridoio.
“Papà
come sta mamma?” chiesero Albus, James e Lily vedendolo
arrivare.
“Ce
la sta mettendo tutta” disse lui con sorriso stanco.
“Papà
scommetto tutti i soldi che ho che in questo momento la
mamma ti sta maledicendo in tutte le lingue possibili,” disse
James ridacchiando.
Rotta
la tensione Harry, si mise a ridere, contagiando anche le
altre persone che aspettavano nel corridoio, e scompigliò i
capelli al figlio
prendendogli la testa sotto il braccio.
“Smettila
Pa! Mi stai mettendo in imbarazzo!” disse lui,
cercando di liberarsi dalla stretta del padre.
Dopo
un quattro una curatrice usci dalla stanza dove era stata
portata Ginny.
“Signor
Potter?” chiese la guaritrice, cercandolo tra le
numerose persone che affollavano il corridoio.
“Sono
io! Come stanno i bambini? Mia moglie?” chiese lui,
impaziente di conoscere i sui figli minori e rivedere la moglie.
“Sua
moglie è stanca ma sta bene e i suoi figli sono in salute,
anche se un po’ più piccoli e leggeri della media,
se mi segue la porto a
conoscerli”.
“Veniamo
anche noi!” disse Lily cominciando a seguire il padre.
“Aspetta
Lily, ci dirà papà quando entrare” le
disse Albus,
trattenendola per un braccio e ricevendo uno sguardo di ringraziamento
da suo
padre.
“Vi
chiamerò presto, non ti preoccupare” le disse
quest’ultimo, posandole
un bacio sulla fronte prima di entrare nella stanza dove avevano
portato la
moglie dopo il parto.
Ginny
se ne stava distesa sul letto con lo schienale leggermente
rialzato e con gli occhi chiusi, era più pallida del normale
ma aveva un
sorriso felice e soddisfatto sulle labbra e questa, agli occhi di
Harry, la
rendeva la donna più bella e coraggiosa al mondo.
Gli
si avvicinò piano e chinandosi sul suo orecchio gli
sussurrò: “ Te l’ho mai detto che sei
bellissima e che ti amo da morire?”
“Mmh…
A volte, ma mi fa piacere se me lo ripeti” rispose con
voce roca, mentre apriva gli occhi e s’immergeva in quelli
verde smeraldo del
marito.
Lui,
come risposta, le catturò le labbra in un bacio dolce e
pieno di quei sentimenti che, stando insieme, erano cresciuti e si
erano
rafforzati sempre di più.
Poco
dopo che si staccarono tre curatrici entrarono con tre
fagotti in braccio e si avvicinarono loro.
“Lui
è il primo a essere nato” disse la prima
curatrice, posando
il fagotto azzurro tra le braccia di Ginny.
Il
più grande dei gemelli aveva i capelli rossi come la madre
ma
scompigliati come quelli dei fratelli maggiori e del padre, ma la
sorpresa più
grande furano gli occhi, verdi come quelli di quest’ultimo.
“Lui
è il secondo” disse l’altra curatrice
posando il bambino
sull’altro braccio libero della madre, facendo calmare
così il primo che si era
agitato non sentendo la vicinanza del fratello.
Il
secondo Potter, con sorpresa dei genitori, era uguale al
fratello più grande in ogni particolare e come il primo
aveva tutti i tratti
tipici dei Weasley, tranne che per gli occhi.
“Lei
invece è l’ultima” disse la terza
guaritrice, ponendo il
fagotto rosa tra le braccia di Harry.
Anche
la più piccola dei gemelli aveva i capelli scompigliati e
gli occhi del padre ma, a differenza dei fratelli, la sua testolina era
coperta
da ciuffi neri.
“Assomigliano
tanto a Fred e George” disse Ginny emozionata guardando
i suoi bambini agitarsi tra le sue braccia. “ mentre lei
è la tua copia al
femminile, assomiglia tanto ad Albus ” aggiunse con una
risatina.
“Già!
Sono bellissimi, ma che nomi gli diamo?” chiese
Harry.“Per
il primo avevo pensato al nome di tuo padre, che ne dici?”
“Ci
avevo pensato anch’io, però come secondo nome, ti
piace
Ronald Arthur Potter?” chiese lei.
“Sì,
Ron e Herm, ci sono stati sempre vicini e ci hanno sempre
aiutato, anche in questi mesi, nonostante anche lo aspettino un
figlio”
“Allora,
lei si chiamerà Hermione” disse Ginny.
“Hermione
Ginevra Potter, così porterà i nostri nomi uniti
nel
suo” disse Harry, accarezzando la manina della figlia con un
dito, mentre
pensava al nome da dare al secondogenito“Per lui che ne dici
di Davide (letto
all’inglese naturalmente) Remus
Potter?”
“Si
mi piace, un nome nuovo, ma perche non hai scelto Remus come
primo nome?”
“Perché
credo sia giusto dare a Teddy la possibilità di farlo,
quando avrà dei figli”disse lui posando un bacio
sulle testoline dei due maschietti.
“Hai
ragione, non ci avevo pensato” disse cercando di sistemare in
modo migliore Davide sul braccio.
“Sarai
stanca, dalli a me, lei la metto nella culla, visto che
si è addormentata” gli disse posando la bimba in
una delle tre culle sistemate
vicino al letto e avvicinandosi poi per prendere in braccio Davide e
Ronnie.
“Che ne dici di
chiamare
gli altri? Se facciamo aspettare ancora Lily e tua madre entreranno
sfondando
la porta” le disse sorridendo Harry, immaginando come
dovevano essere agitate
la figlia e la suocera.
“Si
ok, avvisiamo la curatrice” disse Ginny.
Dopo
cinque minuti la piccola stanza si riempì e tutti si
riunirono attorno al letto, dove Harry teneva in braccio i due
maschietti
mentre Gin la bimba, svegliata dal baccano.
“James,
Albus, Lily e famiglia vi presentiamo Ronald Arthur
Potter, il prima nato” disse mostrando il neonato che teneva
con braccio
sinistro, notando gli occhi umidi dell’amico e cognato
“ Davide Remus Potter,
il secondo, ” disse indicando quello a destra “ e
Hermione Ginevra Potter” terminò
Harry abbassandosi così che i figli potessero vedere i loro
nuovi fratelli, non
riuscendo così a vedere le lacrime di commozione sul viso
della sia più grande
amica.
“
Avete deciso chi saranno i padrini o le madrine dei bambini?”
chiese Arthur, mentre teneva in braccio Ronnie.
Durante
la gravidanza, avevano discusso e insieme avevano deciso
di nominare due padrini per i gemelli.
“Sì,
avevamo pensato a due persone” disse Harry.
“George,
Teddy, vi andrebbe?” chiese Ginny con voce stanca.
“Sarebbe
un onore” risposero entrambi felici ed emozionati.
“Scusate
signori…”intervenne un guaritore appena entrato
nella
stanza “ potreste uscire? I bambini devono mangiare e poi la
signora Potter ha
bisogno di riposo.”.
Usciti
dalla stanza, molti ritornarono alle loro case o si
recarono direttamente a lavoro, visto l’ora e i ragazzi che
frequentavano Hogwarts,
ritornarono per seguire le ultime lezioni prima dell’inizio
delle vacanze.
Ron
e Hermione rimasero un altro po’ con Harry, aiutandolo a
riempire le varie scartoffie e a portare in ospedale le cose necessarie
a Ginny
e ai bambini che Harry, nella fretta, aveva dimenticato.
“Ehi
amico, noi andiamo” disse Ron dando a Harry una pacca sulla
spalla.
“Ron,
Hermione grazie di tutto” rispose lui abbracciando
l’amico
e ricambiando la pacca sulla spalla.
“Buona
fortuna!” gli disse con un sorriso sarcastico il rosso prima
di prendersi una gomitata nel fianco da parte della moglie e sparire
tra le
fiamme verdi del grande camino dell’ospedale.
Due
settimane dopo…
Ronald
Bilius Weasley non era certo famoso per essere paziente e
per saper reggere bene alla tensione, soprattutto se la questione lo
riguardava
direttamente.
Da
quattro ore, infatti, faceva avanti indietro per il corridoio,
impaziente di sapere come stava sua moglie e il suo terzogenito, il
quale aveva
deciso di nascere nell’esatto momento in cui si erano seduti
alla tavola della
Tana per mangiare il succulento banchetto preparato da sua madre per
festeggiare il rientro a casa di Ginny e dei gemelli.
“Cavo
ma quanto ci mettono?!” scoppio il rosso per
l’ennesima
volta.
“Ron
calmati, vedrai che andrà tutto bene!” gli disse
Bill
posandogli una mano sulla spalla.
Il
rosso chiuse gli occhi e fece un respiro profondo e quando li
aprì, vide venirgli incontro una guaritrice appena uscita
dalla sala parto.
“Chi
è il signor Weasley?” chiese
quest’ultima.
“Sono
io!” risposero in coro sette voci.
“Chi
è il padre del bambino?” chiese la guaritrice
guardandoli
con un sopracciglio alzato.
“Sono
io! Ha detto bambino? E’ un maschio?”
urlò Ron emozionato.
“Sì,
signor Weasley, congratulazioni!” disse la guaritrice con
un sorriso “ora mi segua, la porto da sua moglie.”
Un
quarto d’ora dopo tutta la famiglia si trovava radunata nella
camera che era stata assegnata a Hermione dopo il parto.
“Scusate
il ritardo” disse Harry con il fiatone entrando nella
stanza “Ho fatto il prima possibile, ma i gemelli non ne
volevano sapere di
addormentarsi percependo la nostra tensione”
“Non
ti preoccupare Harry caro” disse la signora Molly “
noi
siamo entrati da poco e la guaritrice ha portato un attimo fa il
piccolo”
“Piccolo?
Un altro maschio, eh Ron?” disse Harry sorridendo al
suo migliore amico.
“Avvicinati
Harry” disse Hermione “ non vuoi conoscere Harry
Weasley?”
“H-Harry?”
chiese imbarazzato.
“Sì,
sei il nostro più grande amico e anche un fratello per noi,
questo è il minimo che possiamo fare per ringraziarti per
quello che hai fatto
per noi in questi anni e per il tuo affetto” disse Ron mentre
Hermione,
emozionata, accarezzava la manina del bambino, identico fisicamente al
padre.
“Non
so che dire ragazzi, g-grazie!” disse lui abbracciandoli e
posando un bacino sulla testolina rossa del piccolo Harry.
La
porta si aprì di nuovo e la stanza fu invasa dai tutti i
nuovi
Weasley e i piccoli Potter, guidati da Victorie e Teddy, di ritorno da
un giro
nella sala tea all’ultimo piano dell’ospedale.
“Che
cosa ci siamo persi?” disse Rose entrando.
“Niente
d’importante Rose, solo discorsi tra vecchi con la
lacrima facile” disse Fred facendo ridere gli adulti.
“Mah!
A volte siete proprio starni” commentò Hugo,
andando verso
il nuovo fratellino.
“Harry
non preoccuparti, ci penserò io a proteggerti da queste
persone
strane” gli sussurro all’orecchio, facendo ridere
nuovamente tutte le persone
che erano nella stanza.