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Autore: ika90    24/01/2011    5 recensioni
Dal primo capitolo: La grande casa dei Potter era stranamente silenziosa, erano passati quasi due mesi da quando anche la più piccola di casa, Lily, era partita per frequentare il suo primo anno alla Scuola di magia e stregoneria di Hogwarts e a Potter Manor non regnava più il solito scompiglio che la principessa di casa portava al suo passaggio, anche senza i suoi fratelli.
Harry era uscito presto quella mattina per andare a lavoro mentre Ginny, che quel giorno aveva la mattinata libera, in quel momento, stava seduta sul bordo della vasca guardando con sguardo vacuo le sue mani che continuavano a fare calcoli su calcoli e a tastare il suo ventre.
“Non è possibile!" urlò improvvisamente, rompendo l’insolita quiete che regnava in casa.
Genere: Fluff, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Weasley, Ginny Weasley, Harry Potter, Hugo Weasley, Il trio protagonista | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
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Inaspettatamente cap 4

Salve! Eccomi qui a postare l’ultimo capitolo di questa breve storia che spero che vi sia piaciuto leggere.

Sono emozionata ma anche un po’ malinconica perché è la prima volta che termino una Fan – fiction e spero tanto di riuscire a farlo anche con l’altra mia storia, “L’ultima magia di Lily Evans Potter”.

Prima di lasciarvi alla lettura voglio ringraziare tutti voi che l’avete letta e che magari l’avete inserita tra i preferiti o i ricordati o tra le seguite.

Mi piacerebbe ricevere i vostri commenti sulla storia e magari sapere se volete che scriva un capitolo extra che riassuma un po’ il futuro della grande tribù Weasley-Potter.

Buona lettura,

Ika90 :-*

 

Cap. 4 – I nuovi arrivati

 

Harry rientrò a casa alle prime luci dell’alba, reduce dal turno di notte organizzato per arrestare un mago oscuro che negli ultimi due mesi aveva tentato più volte di intrufolarsi nella Gringott per rubare i manufatti oscuri custoditi dai folletti.

Entrato in casa, si buttò esausto sul divano ma si accorse subito che qualcosa non andava appena sentii dei lamenti provenire dal piano di sopra.

Sfoderando la bacchetta cominciò a salire di corsa le scale, si diresse preoccupato verso la sua stanza da letto da dove provenivano i lamenti e apri la parta, trovando Ginny che si teneva la pancia stesa in posizione fetale sul loro letto.

“Ginny! Che ti succede? I bambini?” chiese lui avvicinandosi velocemente alla moglie e inginocchiandosi alla sua altezza.

“H-Harry credo sia il momento! Prendi le valigie!” disse lei tra una contrazione e l’altra.

“M-ma non dovevano nascere tra una settimana?” chiese lui agitato.

“HARRY JAMES POTTER MUOVITI E PORTAMI AL SAN MURGO ORA, SE NON VUOI ESSERE TRASFIGURATO IN UNA SCOPA !” urlo la rossa, a causa di una contrazione più forte delle altre.

Harry con un incantesimo non verbale chiamò a se le valigie e li rimpicciolì mettendosele in tasca, poi prese la moglie in braccio e si diresse al camino più vicino.

In pochi minuti si trovarono nell’atrio dell’ospedale, deserto a causa dell’ora, e due guaritrici vennero loro in contro.

Harry fece scaturire dalla sua bacchetta il suo patronus, trasformatosi da cervo in fenice dopo la sconfitta di Voldemort, per avvisare i suoi parenti e i suoi amici più cari dell’immediata nascita dei suoi figli e poi entrò con la moglie in sala parto.

Una mezzora dopo tuttavia fu sbattuto fuori, perché troppo agitato e raggiunse i suoi figli e il resto della sua grande famiglia in corridoio.

“Papà come sta mamma?” chiesero Albus, James e Lily vedendolo arrivare.

“Ce la sta mettendo tutta” disse lui con sorriso stanco.

“Papà scommetto tutti i soldi che ho che in questo momento la mamma ti sta maledicendo in tutte le lingue possibili,” disse James ridacchiando.

Rotta la tensione Harry, si mise a ridere, contagiando anche le altre persone che aspettavano nel corridoio, e scompigliò i capelli al figlio prendendogli la testa sotto il braccio.

“Smettila Pa! Mi stai mettendo in imbarazzo!” disse lui, cercando di liberarsi dalla stretta del padre.

Dopo un quattro una curatrice usci dalla stanza dove era stata portata Ginny.

“Signor Potter?” chiese la guaritrice, cercandolo tra le numerose persone che affollavano il corridoio.

“Sono io! Come stanno i bambini? Mia moglie?” chiese lui, impaziente di conoscere i sui figli minori e rivedere la moglie.

“Sua moglie è stanca ma sta bene e i suoi figli sono in salute, anche se un po’ più piccoli e leggeri della media, se mi segue la porto a conoscerli”.

“Veniamo anche noi!” disse Lily cominciando a seguire il padre.

“Aspetta Lily, ci dirà papà quando entrare” le disse Albus, trattenendola per un braccio e ricevendo uno sguardo di ringraziamento da suo padre.

“Vi chiamerò presto, non ti preoccupare” le disse quest’ultimo, posandole un bacio sulla fronte prima di entrare nella stanza dove avevano portato la moglie dopo il parto.

Ginny se ne stava distesa sul letto con lo schienale leggermente rialzato e con gli occhi chiusi, era più pallida del normale ma aveva un sorriso felice e soddisfatto sulle labbra e questa, agli occhi di Harry, la rendeva la donna più bella e coraggiosa al mondo.

Gli si avvicinò piano e chinandosi sul suo orecchio gli sussurrò: “ Te l’ho mai detto che sei bellissima e che ti amo da morire?”

“Mmh… A volte, ma mi fa piacere se me lo ripeti” rispose con voce roca, mentre apriva gli occhi e s’immergeva in quelli verde smeraldo del marito.

Lui, come risposta, le catturò le labbra in un bacio dolce e pieno di quei sentimenti che, stando insieme, erano cresciuti e si erano rafforzati sempre di più.

Poco dopo che si staccarono tre curatrici entrarono con tre fagotti in braccio e si avvicinarono loro.

“Lui è il primo a essere nato” disse la prima curatrice, posando il fagotto azzurro tra le braccia di Ginny.

Il più grande dei gemelli aveva i capelli rossi come la madre ma scompigliati come quelli dei fratelli maggiori e del padre, ma la sorpresa più grande furano gli occhi, verdi come quelli di quest’ultimo.

“Lui è il secondo” disse l’altra curatrice posando il bambino sull’altro braccio libero della madre, facendo calmare così il primo che si era agitato non sentendo la vicinanza del fratello.

Il secondo Potter, con sorpresa dei genitori, era uguale al fratello più grande in ogni particolare e come il primo aveva tutti i tratti tipici dei Weasley, tranne che per gli occhi.

“Lei invece è l’ultima” disse la terza guaritrice, ponendo il fagotto rosa tra le braccia di Harry.

Anche la più piccola dei gemelli aveva i capelli scompigliati e gli occhi del padre ma, a differenza dei fratelli, la sua testolina era coperta da ciuffi neri.

“Assomigliano tanto a Fred e George” disse Ginny emozionata guardando i suoi bambini agitarsi tra le sue braccia. “ mentre lei è la tua copia al femminile, assomiglia tanto ad Albus ” aggiunse con una risatina.

“Già! Sono bellissimi, ma che nomi gli diamo?” chiese Harry.“Per il primo avevo pensato al nome di tuo padre, che ne dici?”

“Ci avevo pensato anch’io, però come secondo nome, ti piace Ronald Arthur Potter?” chiese lei.

“Sì, Ron e Herm, ci sono stati sempre vicini e ci hanno sempre aiutato, anche in questi mesi, nonostante anche lo aspettino un figlio”

“Allora, lei si chiamerà Hermione” disse Ginny.

“Hermione Ginevra Potter, così porterà i nostri nomi uniti nel suo” disse Harry, accarezzando la manina della figlia con un dito, mentre pensava al nome da dare al secondogenito“Per lui che ne dici di Davide (letto all’inglese naturalmente) Remus Potter?”

“Si mi piace, un nome nuovo, ma perche non hai scelto Remus come primo nome?”

“Perché credo sia giusto dare a Teddy la possibilità di farlo, quando avrà dei figli”disse lui posando un bacio sulle testoline dei due maschietti.

“Hai ragione, non ci avevo pensato” disse cercando di sistemare in modo migliore Davide sul braccio.

“Sarai stanca, dalli a me, lei la metto nella culla, visto che si è addormentata” gli disse posando la bimba in una delle tre culle sistemate vicino al letto e avvicinandosi poi per prendere in braccio Davide e Ronnie.

 “Che ne dici di chiamare gli altri? Se facciamo aspettare ancora Lily e tua madre entreranno sfondando la porta” le disse sorridendo Harry, immaginando come dovevano essere agitate la figlia e la suocera.

“Si ok, avvisiamo la curatrice” disse Ginny.

Dopo cinque minuti la piccola stanza si riempì e tutti si riunirono attorno al letto, dove Harry teneva in braccio i due maschietti mentre Gin la bimba, svegliata dal baccano.

“James, Albus, Lily e famiglia vi presentiamo Ronald Arthur Potter, il prima nato” disse mostrando il neonato che teneva con braccio sinistro, notando gli occhi umidi dell’amico e cognato “ Davide Remus Potter, il secondo, ” disse indicando quello a destra “ e Hermione Ginevra Potter” terminò Harry abbassandosi così che i figli potessero vedere i loro nuovi fratelli, non riuscendo così a vedere le lacrime di commozione sul viso della sia più grande amica.

“ Avete deciso chi saranno i padrini o le madrine dei bambini?” chiese Arthur, mentre teneva in braccio Ronnie.

Durante la gravidanza, avevano discusso e insieme avevano deciso di nominare due padrini per i gemelli.

“Sì, avevamo pensato a due persone” disse Harry.

“George, Teddy, vi andrebbe?” chiese Ginny con voce stanca.

“Sarebbe un onore” risposero entrambi felici ed emozionati.

“Scusate signori…”intervenne un guaritore appena entrato nella stanza “ potreste uscire? I bambini devono mangiare e poi la signora Potter ha bisogno di riposo.”.

Usciti dalla stanza, molti ritornarono alle loro case o si recarono direttamente a lavoro, visto l’ora e i ragazzi che frequentavano Hogwarts, ritornarono per seguire le ultime lezioni prima dell’inizio delle vacanze.

Ron e Hermione rimasero un altro po’ con Harry, aiutandolo a riempire le varie scartoffie e a portare in ospedale le cose necessarie a Ginny e ai bambini che Harry, nella fretta, aveva dimenticato.

“Ehi amico, noi andiamo” disse Ron dando a Harry una pacca sulla spalla.

“Ron, Hermione grazie di tutto” rispose lui abbracciando l’amico e ricambiando la pacca sulla spalla.

“Buona fortuna!” gli disse con un sorriso sarcastico il rosso prima di prendersi una gomitata nel fianco da parte della moglie e sparire tra le fiamme verdi del grande camino dell’ospedale.

Due settimane dopo…

Ronald Bilius Weasley non era certo famoso per essere paziente e per saper reggere bene alla tensione, soprattutto se la questione lo riguardava direttamente.

Da quattro ore, infatti, faceva avanti indietro per il corridoio, impaziente di sapere come stava sua moglie e il suo terzogenito, il quale aveva deciso di nascere nell’esatto momento in cui si erano seduti alla tavola della Tana per mangiare il succulento banchetto preparato da sua madre per festeggiare il rientro a casa di Ginny e dei gemelli.

“Cavo ma quanto ci mettono?!” scoppio il rosso per l’ennesima volta.

“Ron calmati, vedrai che andrà tutto bene!” gli disse Bill posandogli una mano sulla spalla.

Il rosso chiuse gli occhi e fece un respiro profondo e quando li aprì, vide venirgli incontro una guaritrice appena uscita dalla sala parto.

“Chi è il signor Weasley?” chiese quest’ultima.

“Sono io!” risposero in coro sette voci.

“Chi è il padre del bambino?” chiese la guaritrice guardandoli con un sopracciglio alzato.

“Sono io! Ha detto bambino? E’ un maschio?” urlò Ron emozionato.

“Sì, signor Weasley, congratulazioni!” disse la guaritrice con un sorriso “ora mi segua, la porto da sua moglie.”

Un quarto d’ora dopo tutta la famiglia si trovava radunata nella camera che era stata assegnata a Hermione dopo il parto.

“Scusate il ritardo” disse Harry con il fiatone entrando nella stanza “Ho fatto il prima possibile, ma i gemelli non ne volevano sapere di addormentarsi percependo la nostra tensione”

“Non ti preoccupare Harry caro” disse la signora Molly “ noi siamo entrati da poco e la guaritrice ha portato un attimo fa il piccolo”

“Piccolo? Un altro maschio, eh Ron?” disse Harry sorridendo al suo migliore amico.

“Avvicinati Harry” disse Hermione “ non vuoi conoscere Harry Weasley?”

“H-Harry?” chiese imbarazzato.

“Sì, sei il nostro più grande amico e anche un fratello per noi, questo è il minimo che possiamo fare per ringraziarti per quello che hai fatto per noi in questi anni e per il tuo affetto” disse Ron mentre Hermione, emozionata, accarezzava la manina del bambino, identico fisicamente al padre.

“Non so che dire ragazzi, g-grazie!” disse lui abbracciandoli e posando un bacino sulla testolina rossa del piccolo Harry.

La porta si aprì di nuovo e la stanza fu invasa dai tutti i nuovi Weasley e i piccoli Potter, guidati da Victorie e Teddy, di ritorno da un giro nella sala tea all’ultimo piano dell’ospedale.

“Che cosa ci siamo persi?” disse Rose entrando.

“Niente d’importante Rose, solo discorsi tra vecchi con la lacrima facile” disse Fred facendo ridere gli adulti.

“Mah! A volte siete proprio starni” commentò Hugo, andando verso il nuovo fratellino.

“Harry non preoccuparti, ci penserò io a proteggerti da queste persone strane” gli sussurro all’orecchio, facendo ridere nuovamente tutte le persone che erano nella stanza.

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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