Capitolo 5 - Allegria contagiosa nella desolazione
Quando atterrò, si ritrovò la sorellina e
Rosmerta, impolverate ma ridenti: erano nel camino del Paiolo Magico,
completamente vuoto. Uscirono dal locale e con la bacchetta Rosmerta aprì il
varco del muro, toccando i mattoni giusti; lo spettacolo che stava davanti ai
loro occhi era deprimente e triste: quella che una volta era un’allegra Diagon
Alley, piena di vita e colori, ora non era altro che un borgo oscuro, desolato;
molti negozi avevano le porte e le finestre sbarrate, altri erano sottosopra,
le vetrine rotte, pochi quelli rimasti aperti. Patricia strinse a sé la
sorellina.
“Che tristezza è diventato questo posto...”
commentò lugubre Rosmerta scuotendo la testa. “Stiamo vicine, non è più sicuro
come una volta.” In quel momento, un uomo uscì da un vicolo: barcollava e
teneva il capo basso, passò loro di fianco ma sembrò non vederle. Un brivido
attraversò la schiena di Patricia. Iniziarono a camminare e a guardarsi intorno
con aria afflitta: fino all’anno prima, quando nessuno credeva a Harry Potter,
l’aria di quel posto era sana, c’era allegria, profumo di dolci, un continuo
vociare, tante risate e un perenne viavai di gente, ma da quando il mondo
magico aveva finalmente capito che Il-Ragazzo-Che-Era-Sopravvissuto non
mentiva, il panico si era diffuso, gli attacchi dei Mangiamorte sempre più
frequenti, e anche Diagon Alley si era svuotata.
“Facciamo in fretta, non mi piace stare troppo
per strada allo scoperto.” Borbottò Rosmerta così si diressero in tutti i
negozi ancora aperti per comprare tutto ciò che trovavano e serviva loro e nel
giro della mattinata finirono di fare compere. Per pranzo, tornarono al Paiolo
Magico: erano pochi i clienti e il proprietario Tom, rimasto solo, faceva di
tutto pur di tenerseli, offrendo loro tutto ciò che poteva. Quando ebbero
finito, tornarono a Diagon Alley.
“Cosa devi
comprare ancora?” domandò Cinthya curiosamente.
“Credevo avessimo finito...” aggiunse Patricia.
La donna sorrise.
“Infatti, ma c’è ancora un posto che devo farvi
vedere e sono certa che vi piacerà.” Rispose lei con un sorriso misterioso. “E’
stato aperto un nuovo e particolare negozio qui ed è quello che ora va per la
maggiore, l’unico che riesce a restituire a Diagon Alley un po’ di vita.” Ma
nonostante le domande, non riuscirono a cavarle altro di bocca e la curiosità
di entrambe, soprattutto della bambina, crebbero a dismisura.
Percorsero la via centrale fino alla Gringott,
poi svoltarono a destra e il fiato delle ragazze si mozzò in gola: davanti a
loro si ergeva un alto edificio arancione e in corrispondenza di due grandi
finestre sporgenti un’enorme e smilza figura umana in legno colorato dei colori
più accesi rideva e si toglieva il cappello, mostrando sulla cima della grande
testa rossiccia una magia ogni volta diversa. Nelle vetrine erano esposti gli
oggetti più strani e dai nomi più improbabili, magie di ogni sorta, e dalle
finestre più piccole che correvano tutto intorno al negozio si poteva vedere
che era gremito di gente e nell’aria che lo circondava si sentivano risate,
schiamazzi, chiacchiericcio e qualche strano rumore: lì si respiravano allegria
e divertimento, qualcosa che da una settimana se non di più Patricia e Cinthya
non avevano più sentito né visto e che ora ammiravano con stupore e gioia.
“I Tiri
Vispi Weasley fanno affaroni in questo periodo: tutti noi abbiamo bisogno
di svagarci e non pensare ai problemi che abbiamo e questo è il luogo migliore
per farlo.” Commentò Rosmerta. “Certo che quei due hanno fatto proprio un gran
bel lavoro.” Rise.
“Ma...” iniziò Patricia senza riuscire a togliere
gli occhi di dosso all’enorme marionetta. “Ma chi...?”
“Fred e George Weasley, chi altri se non loro?”
rispose anticipandola. “Li conosci, no?” Patricia ridacchiò.
“Solo di vista e per fama.” Rispose Patricia: ne
aveva sempre sentito parlare, ma solo l’anno prima aveva potuto conoscerli più
da vicino grazie all’Esercito di Silente di cui anche lei aveva fatto parte.
“Sono indimenticabili.” Aggiunse con un sorriso ricordando il grande
guazzabuglio che avevano creato alla fine dell’anno con la loro fuga: la
Umbridge non era mai più stata la stessa da quel giorno, era diventata ancora
più nevrotica.
“Entriamo, entriamo, ENTRIAMO??” Chiedeva intanto
Cinthya saltellando sul posto eccitata. Quando Rosmerta diede il consenso e
raccomandò loro di restare sempre in vista, prese la sorella per mano e la
trascinò di corsa verso l’entrata, emettendo un gridolino estasiato quando
riuscirono a farsi strada all’interno del negozio rumoroso e luminoso, terso
dei più svariati odori e pieno di scaffali lungo le pareti e vetrine in mezzo
alla stanza per tre piani di fila, tutti ovviamente strapieni di gente.
Iniziarono a fare un giro, sgomitando per riuscire a passare e osservando tutto
ciò che c’era da osservare: caramelle anomale, penne d’oca commestibili,
inchiostro muta colore a seconda dell’umore, strani animaletti pelosi che
attirarono subito l’attenzione della bambina.
“Patricia, guarda che belli che sono!” gridò
Cinthya puntando un dito contro una gabbietta piena di palle pelose rosa
shocking che emettevano un flebile ronzio chiamate Puffole Pigmee. “Me ne
compri uno? Sono così teneri! Per favore!!” squittì rivolta alla sorella. “Se
me lo prendi, farò la brava e me ne occuperò io, lo prometto.” Stava per
risponderle quando si sentì chiamare. Si voltò: Ginny Weasley ed Hermione
Granger stavano agitando la mano nella loro direzione, facendosi strada tra la
calca.
“Ciao Patricia! Anche tu qui?” la salutò Ginny
abbracciandola: sebbene si conoscessero solo dall’anno prima, erano subito
andate d’accordo ed era l’unica amica che aveva al di fuori della sua Casa.
Patricia le salutò e presentò la sorella, che fino a quel momento era rimasta
costantemente attaccata a lei; Cinthya le guardò con occhi sospettosi e solo
quando la sorella la rassicurò sul fatto che erano sue amiche, si rasserenò e
tornò a guardare avidamente le Puffole Pigmee. Ginny la guardò interrogativa e
Patricia spiegò brevemente gli avvenimenti dell’inizio di quella settimana.
“Mi dispiace molto, povere voi...” commentò Ginny
scuotendo la testa.
“Ma cosa farete ora che inizia l’anno scolastico?”
domandò Hermione guardando la bambina e Patricia fece spallucce.
“Credo verrà ospitata da zia Minerva nel
castello.” Spiegò brevemente. “Ma la cosa che mi preoccupa è che non sappiamo
se abbia un qualche tipo di potere. E’... normale. E se non ne avesse...”
“In teoria,” disse Hermione. “se vede sia
Hogsmeade che Diagon Alley, e lo fa molto bene, può essere strega o Maganò.
Magari è ancora giovane per mostrare attitudini magiche o non ha ancora avuto
il giusto stimolo.” Patricia sorrise.
“Vedremo.” Disse Patricia. “Parlando d’altro, che
ci fate qui?” Ginny sorrise.
“Nulla in particolare, siamo venuti a trovare
Fred e George: sono molto presi dal lavoro di questi tempi, ma non li ho mai
visti più felici.” Spiegò volgendo lo sguardo verso uno dei due fratelli che,
in piedi su una scalinata che passava dietro al bancone e portava ai piani
superiori, annunciava a gran voce le offerte osservando estasiato la folla di
clienti che occupava l’intero negozio. “Mi chiedo ancora come abbiano fatto ad
aprirlo così velocemente, in termini economici intendo.” Aggiunse pensierosa. “Comunque,
l’importante è che portino allegria legalmente.” Concluse con un sorriso e un
cenno di saluto al fratello, che ricambiò con vigore.
Patricia sorrise, poi si voltò verso la sorella
ma si accorse che non c’era più. Si guardò intorno interrogativa. “Avete visto
mia sorella?” domandò alle due ragazze, ma queste negarono. “E’ impossibile che
non mi sia accorta di quando ha lasciato la mano...” borbottò aggrottando le
sopracciglia.
“Questa potrebbe essere una dimostrazione che è
una strega...” commentò Ginny mentre cercava con lo sguardo la bambina in mezzo
alla folla.
“Vado a cercarla.” Disse Patricia allontanandosi.
“Ti aiutiamo.” Si offrirono Hermione e Ginny all’unisono. Si divisero ed iniziarono a chiedere a tutti coloro che erano vicino a loro se l’avessero vista, ma nessuno sapeva nulla, non c’era alcuna traccia di lei. Un atroce pensiero si insinuò nella mente della ragazza e fu come se le fosse caduto addosso un secchio di acqua gelata: i Mangiamorte le avevano trovate.
Sarà davvero così? I Mangiamorte le hanno veramente trovate? Altrimenti, dov'è finita la piccola Cinthya? Bene, oggi ho postato ben 2 capitoli ma per saperne di più dovrete aspettare il prossimo! Recensite numerosi e alla prossima!! Ciao!!!
monipotty