Fronteggiando la
Fortezza
Henry
scivolò lungo la radice dell'albero per trovare una posizione comoda in modo da
riuscire finalmente a dormire.
Yzzi
lo guardò un attimo; dal racconto di Henry aveva dedotto che i loro mondi erano
diversi. Anche il fatto che loro potevano unirsi ai loro Digimon o che nel loro
mondo i Digimon Bio emergessero a loro piacimento gli aveva fatto capire che
loro non potevano essere i DG – prescelti del futuro.
L'ipotesi
più credibile era che loro venissero da un mondo completamente diverso dal suo
e non sapeva spiegarsi come ma sapeva che Henry gli stava nascondendo qualcosa,
qualcosa che avrebbe risolto finalmente quel enigma.
Ma
Henry, non avrebbe parlato, e questo lo sapeva; solo adesso gli veniva un
dubbio. Loro avrebbero potuto fidarsi di quei Digimon -Tamers?
Yzzi
cercò di scacciare quei pensieri mentre cercava disperatamente di addormentarsi,
per quanto fosse possibile disteso sopra quelle radici; non doveva pensarci,
avrebbe ritrovato i suoi compagni e tutto questo si sarebbe risolto.
Non
aveva ragione di preoccuparsi...
Rika
aprì gli occhi; si trovava sospesa in un buio infinito senza inizio ne fine,
un'oscurità incredibile che la divorava impregnando il suo cuore di tenebre.
Delle immagini iniziarono a balenare sulla sua testa, all'inizio in modo molto
confuso, poi sempre più nitide. Era un sogno?
Si
girò su se stessa confusa e allo stesso tempo spaventata; si trovava nella sua
cameretta, però era... diversa. I mobili avevano tutti un colore rosa chiaro e
le pareti erano ricoperte da carta da pararti piene di disegnini infantili e
bambole sopra gli scaffali; la stanza era piena di giocattoli, ce n'erano così
tanti che veniva difficile anche camminare senza cadere. Continuava a sentire
delle urla provenire dalla cucina, urla così vicine e chiare ma allo stesso
tempo lontane e indecifrabili, come se fossero solo un ricordo. Guardò le sue
mani; erano piccole...
Si
voltò immediatamente per fronteggiarsi con lo specchio; davanti a lei apparve
una bambina di tre anni piccola e minuta, con grandi e bellissimi occhi
azzurri.
La
Bambina indossava un vestitino rosa provvisto di merletto mentre ai capelli, di
un colore rossiccio scuro, aveva due codine legate con due fiocchi rossi.
Aveva
il viso completamente rigato dalle lacrime.
Dalla
cucina si continuavano a sentire quelle urla strazianti che diventavano sempre
più forti e nitide.
“
Sparisci! Non voglio più vederti!” urlava una voce femminile.
“
Non ho bisogno di te!” tuonava il marito.
“
Allora vattene!” stava gridando la madre con voce spezzata.
La
porta della stanza di Rika si spalanco; la bambina guardava inorridita la
figura alta e imponente del padre che si avvicinava sempre più minaccioso verso
di lei.
Tese
una mano verso la bambina e la abbracciò.
“
Addio, piccola mia... “
Rika
riprovò le stesse sensazioni di allora: dolore, rabbia, frustrazione... perché
suo padre gli stava dicendo queste cose? Non le voleva più bene?
Allora
era solo una bambina e non poteva capire perché suo padre le disse quelle
parole, perché da quel momento in poi non lo rivide più; era solo una bambina
ingenua che aveva sognato di rimanere per sempre con suo padre, come loro
stessi dicevano quando cantavano insieme la loro canzone. Rika la ricordava
ancora, anche se odiava cantarla...
E
di nuovo riapparvero delle immagini; questa la ricordava bene, perché più di
una volta aveva rivisto quella scena. C'erano lei e suo padre che giocavano
insieme nel parco, lei seduta sull'altalena cantando la loro canzone
preferita... e così sentì riecheggiare nell'aria i versi di quella canzone:
‘You unexpectedly dove into my lonely heart.
You kindly wrapped up the
things that hurt a little.
It was the first time I felt so
relieved,
so I squeezed that warmth into my
outside pocket. Do you want to go walking?
We'll be toghether forever,
forever.
Because we promised that setting
sun in lonely times,
we can look at that legthening orange.
That setting sun will whisper, 'it
will be okay'.
I want to see you soon, please
convey that feeling’
( Questa è la versione tradotta in inglese della canzone
originale cantata da Rika in Giapponese nel 6° film N.D.A.)
Quando
finì di cantare, Rika, che aveva soli quattro anni, si alzò e afferrò il padre
per un braccio cercando di trascinarlo verso il sole che stava tramontando, ma
quest'ultimo scomparve.
“papà!”
gridò la bambina ma nessuno la sentì. Rika si accasciò a terra in ginocchio.
La
bambina che aveva davanti a se scomparve e pian piano tutto si dissolse.
“
Papà... perché nessuno mi vuole bene?” chiese in quel vuoto infinito.
Ora
vedeva solo il vuoto... tutto era ridiventato nero ed infinito. Ma ecco di
nuovo delle immagini; in realtà c'era stato un periodo della sua vita in cui
aveva creduto di potersi lasciare il passato alle spalle. Era stato quando
aveva conosciuto Ryo.
Sulla
sua testa iniziarono a balenare i bei ricordi passati insieme a lui e più
ricordava più il dolore cresceva; non lo avrebbe più rivisto.
Le
immagini cessarono e lei si ritrovò sospesa di nuovo nell'oscurità; stava
piangendo.
Se
n'era andato per sempre...
Fu
allora che vide una luce squarciare l'oscurità; li c'era Ryo. Cerco di
raggiungerlo sollevata ma non ci riuscì. La figura le voltò le spalle e
scomparve insieme alla luce che venne risucchiata nuovamente dall'oscurità.
Un
dolore straziante riempì il suo cuore che si impregnò completamente di tenebre.
Tutto divenne buio e fu come morire per poi rinascere nuovamente...
Sora
riaprì gli occhi, infastiditi dai potenti raggi solari che entravano dalle
finestre in stile gotico della chiesa bianca, e si ritrovò appoggiata al muro
di pietra dove si era addormentata la sera prima nel disperato tentativo di
dormire. Davanti a se trovò un vassoio con un'invitante colazione lasciata a
posta per lei; se non volevano avvelenarla, di certo trattavano bene i propri
prigionieri, al castello. Cercò di resistergli ma fu tutto inutile; aveva
troppa fame e il suo stomaco rigurgitava. Era da quattro giorni che non
mangiava e aveva bevuto pochissimo.
Così
iniziò a mangiare con gusto, sperando che anche i suoi amici stavano guastando
un'invitante colazione come quella...
Takato
era l'unico del gruppo ad aver portato viveri con se; nello zaino infatti
c'erano, oltre al suo inseparabile skateboard, 25 panini, 10 filoncini, tre
etti di prosciutto crudo e cotto, salame ungherese e formaggio, e diverse
scatole di cibi in scatola. Nello zaino ( anch'esso piuttosto grande) che aveva
in spalla Guilmon c'erano 10 bottigliette d'acqua e 5 da tre litri grandi, tre
bottigliette di Coca- cola, Aranciata e succo di frutta con vitamine ABC.
“
Cos'è? Un arsenale?” domandò Tai sbirciando entrambi gli zaini colmi di cibo e
bevande.
Takato
non rispose distribuendo ai ragazzi due bottigliette d'acqua a testa “ Queste
bottigliette sono per oggi, se la bevete tutta d'un fiato rimarrete senza per
tutto il giorno.”
“
e che è? Una prova di sopravvivenza?” domandò scettico Tai.
“
Se ti aiuta puoi prenderla come tale.” rispose sicuro di se Takato “ All'ora,
cosa volete per colazione?”
“
Qualsiasi cosa andrà bene” rispose Kari, anche lei affamata come tutto il
gruppo. Quella mattina si erano alzati presto ed avevano superato il ponte
distrutto volando su i loro Digimon fino a raggiungere un'altra oasi, anche se
questa era abbastanza grande e fortunatamente li c'era molta acqua con cui
dissetarsi al momento, quindi non avrebbero avuto bisogno delle bottigliette
fino a quando non fossero ripartiti.
Tutti
quanti, compresi i Digimon, mangiarono due panini a testa ( la fame, non
mangiavano da quattro giorni!) e subito dopo si prepararono a partire.
“
Dobbiamo sbrigarci e salvare Sora prima possibile, poi andremo a cercare gli
altri. Appena ci riuniremo tutti, sapremo cosa fare.” riferì Takato in tono
fermo.
I
Digimon Digi-evolsero e tutti partirono in groppa ai loro Digimon ( ad
eccezione di Takato, che salì sopra Pegasusmon, e Guilmon, che si fece dare un
passaggio da Metalgarurumon insieme a Matt).
Davis,
V - mon e Renamon avevano continuato a cercare Ryo e Rika per tutta la notte,
sfidando la pioggia che si era abbattuta violentemente su quel settore
riuscendo a trovare soltanto gli zaini dei due ragazzi in riva ad un lago con
al centro un'enorme montagna a spirale altissima.
Si
sedettero sconsolati; era l'alba e i colori spumeggianti del crepuscolo
trasformarono il lago in una massa di colore giallo-arancione. Aveva smesso di
piovere ormai da molte ore, e tutti e tre sembravano stanchi e sfiniti. Negli
zaini di Rika e Ryo trovarono qualcosa da mangiare e bevvero l'acqua
direttamente dal lago. Davis continuava a camminare lungo la riva; si fermò
davanti ad un sasso piuttosto grosso. Gli diede un potentissimo calcio e il
sasso volò di qualche metro prima di ricadere sulla superficie del lago,
rompendo il silenzio che si era creato.
“
Accidenti!” urlò furibondo Davis “ Non mi interessa di che livello siete!
Venite fuori stupidi Digimon!” si inginocchiò sull'erba e diede un forte pugno
al suolo “ Maledizione!”
“
Li troveremo.” lo tranquillizzo V-mon in tono sicuro “ vedrai, ce la faremo.”
Questo
calmo per un po' Davis che si convinse a prendere finalmente sonno e si
addormento disteso vicino alla riva del lago.
Ma
nessuno si sarebbe immaginato che qualcosa, li sotto stesse dormendo. Il lago
era profondo cinquanta metri e abbastanza grande da potersi definire anche un
mare chiuso.
Chilometri
più avanti, la pioggia aveva fatto si che i fiumi si riunisse finalmente al
grande lago, permettendo così l'innalzamento del livello dell'acqua di
La
creatura si chiamava Wamon, ed era un Digimon balena dalle dimensioni incredibili.
Pesava 200 tonnellate ed era lungo
Era
arrivato a grande velocità da chissà dove. Si chiamava Cyberdramon, e il
ragazzo privo di sensi era Ryo.
Wamon
fissò il Digimon:
“
Lui è il tuo Digimon-Tamers?” domandò.
Cyberdramon
annuì “ Ti ringrazio per averlo salvato.”
“Lo
fatto con immenso piacere.” disse il Digimon balena, immergendosi nel lago “ Ci
rivedremo un giorno o l'altro, Cyberdramon.”
“
A presto, Wamon.” salutò Cyberdramon, prendendo Ryo in braccio e portandolo al
sicuro in una caverna aspettando che si riprendesse.
Henry
e Yzzi si risvegliarono notando subito i loro Digi- vice lampeggiare. Entrambi
segnalavano un puntino non molto lontano da li.
“
Deve essere uno di noi!” disse Terriermon, anche lui eccitato come gli altri
tre.
“
Forse e Ryo” sperò Henry e senza pensarci tutti e quattro iniziarono a
incamminarsi verso il puntino che era rimasto immobile.
Camminarono
per mezz'ora, e finalmente si trovarono davanti a un lago enorme con al centro
una montagna a spirale altissima. Sulla parte opposta della riva si trovavano
un ragazzo e il suo Digimon beatamente addormentati lungo la riva. Henry e Yzzi
li raggiunsero; erano Davis e V-mon, non c'era traccia degli altri.
“
E' Davis!” esclamò Yzzi.
“
E quelli sono gli zaini di Rika e Ryo.” disse Henry, temendo il peggio per i
suoi amici.
A
quel punto Yzzi cercò di svegliare Davis, ma questo non ne voleva sapere di
svegliarsi.
“
Che facciamo?” chiese Yzzi.
“
Lascialo dormire. Sarà stanco. “
Così
non provarono a svegliare neanche V-mon, beatamente addormentato accanto a
Davis.
“
L'importante e che stiano bene” disse Tentomon.
“
Ma Ryo e gli altri... dove saranno finiti?” domandò Terriermon.
In
quel momento Henry sentì un rumore brusco dietro di loro. Si girò di scatto e
Renamon comparve da dietro gli alberi.
“
Renamon!” disse Terriermon sollevato.
“
Henry!” esclamò Renamon sorpresa.
Henry
sorrise.
“
Rika e con te? “ domandò sollevato vedendo il Digimon.
Renamon
scosse tristemente la testa. I ragazzi si guardarono tra di loro sconvolti.
“
Sai dove possono essere Rika e gli altri?” domandò Yzzi.
“
No, e non so nemmeno se sono ancora vivi...” rispose sinceramente Renamon.
Henry
si avvicinò ad un alberò e lo colpì con un pugno fortissimo “ ACCIDENTI!” urlò,
e il suono riecheggiò per tutto il lago.
Yzzi
guardò Henry con compassione; immaginando solo quello che stava provando in
quel momento si sentì star male dentro. E se anche i suoi amici avessero fatto
la stessa sorte?
No!
I suoi amici stavano bene e anche Rika e Ryo se l'erano cavata... ne era
sicuro. Si avvicinò così ad Henry, pensando a quello che avrebbe potuto dire al
suo amico per consolarlo.
Gli
poggiò una mano sulla spalla : “ Henry...” provò a dire il ragazzo, ma quello
che disse l'altro lo bloccò.
“
e tutta colpa mia...” sibilò sottovoce.
Yzzi
rimase sbigottito e paralizzato da quella affermazione “ Henry, che stai
dicendo?!”
Henry
si voltò così di scatto che fece trasalire il ragazzo, che indietreggiò
vacillante contro un albero.
“
E colpa mia se Ryo e Rika sono morti!!”
Quel
suono lacerante risuonò per tutto il lago, spaccando di nuovo quel surreale
silenzio che si era creato.
Davis
si svegliò di scatto e si mise a sedere; si alzò immediatamente non appena vide
Yzzi e il ragazzo dai capelli corvini/blu non molto lontano dai lui, nei pressi
dell'entrata per la foresta.
“
Ragazzi!!” e corse verso i suoi amici raggiante di gioia.
Li
avvinghiò entrambi al collo con le braccia e li strinse in una morsa
stritolante con un sorriso a cento denti. Henry e Yzzi non riuscirono a
divincolarsi dalla stretta dell'amico.
“
Non ci posso credere! Allora state bene! Meno male... per caso Rika e Ryo sono
con voi... sapevo che dovevano essere qui da qualche parte...” e girono la
testa da destra a sinistra nel tentativo invano di riuscire a vedere i due
ragazzi.
Davis
aveva parlato nuovamente senza riflettere; alle sua parole Henry si divincolò
dalla sua morsa con una forza innata e si allontanò verso il lago.
“
Ahia! Mi hai fatto male!” si lamentò Davis, massaggiandosi il braccio dolente.
Davis
fissò prima Henry incerto, che in quel momento gli dava le spalle fissando la
superficie del lago, poi scostò il suo sguardo verso Yzzi dietro di lui; il
ragazzo aveva assunto un'espressione afflitta e triste, con i suoi occhi di un
verde smeraldo che continuavano a fissare il vuoto. A quel punto Davis capì.
Henry
continuava a fissare la superficie del lago che rifletteva la sua immagine
illuminata dalla luce del crepuscolo arancione, completamente immerso nei suoi
pensieri.
“
AH! Ora basta con le lagne! Cosa sono quei musi lunghi!Su di morale!” gridò
Davis, stanco di quel atmosfera da funerale che si era creata.
Si
avvicinò a Henry e lo avvinghiò nuovamente al collo.
“
Non preoccuparti per i tuoi amici! Li troveremo!”
Henry
fissò gli occhi fiduciosi di Davis con diffidenza “ E tu come fai a dire che
sono ancora vivi?”
Davis
lasciò andare Henry e si portò il palmo della mano al petto “ Perché lo sento
qui dentro...”
Henry
e Yzzi guardarono Davis, così fiducioso e allegro, chiedendosi se le sue parole
avessero un senso: visto che entrambi avevano il brutto vizio di seguire la
logica piuttosto che il cuore, scartarono subito questa ipotesi, ma poi...
iniziarono a sperare, e se avevano ancora la forza di sperare avevano ancora la
forza per andare avanti.
Così
Henry riuscì a strapparsi un sorriso e guardò Davis con un misto di ammirazione
e scetticismo.
“
Tu non ti arrendi proprio mai, eh?”
Davis
scosse la testa sicuro di se “ No!”
Renamon
era rimasta ad ascoltare incredula le parole di Davis senza capire come facesse
un simile idiota a dire parole così profonde. “ Allora ce l'hai qualcosa in
quella testa vuota!” esclamò il DG-mon con sarcasmo.
Davis
la guardò con sguardo gelido “ Che vuoi dire?” chiese in tono duro.
Tentomon,
V-mon, Terriermon e tutti gli altri scoppiarono a ridere e il povero Davis fu
costretto a sopportare le loro prese in giro, senza riuscire a nascondere un
minimo di soddisfazione per quello che era riuscito a fare.
Circa
tre ore dopo il gruppo era pronto per partire; avevano mangiato, bevuto e si
erano riposati e infine avevano deciso cosa fare: sarebbero partiti in cerca
dei loro amici, e Yzzi aveva già in mente un suo piano. Avrebbero cercato una
città ( nel mondo che conoscevano Yzzi e gli altri DG- prescelti esistevano le
cosiddette città digitali, molto simili alle più famose capitali del mondo solo
con alcune strutture molto più moderne) e avrebbero rintracciato i loro amici
collegandosi alla rete col portatile, visto che il segnale dei Digi - vice
degli altri non erano recepibili dai loro tre perché troppo distanti.
Viaggiarono
per 3 giorni interi sopra Megakabuterimon, superando la foresta e il gigantesco
deserto rosso, passando poi a campagne desolate, piccoli villaggi, in zone
fredde e ricoperte di neve e autostrade deserte, che seguirono per raggiungere
la più grande è imponente tra le città, la capitale di Digi – world: Cyber
Center City.
I
Digimon e i tre ragazzi rimasero a bocca aperta: la città che si estendeva per
chilometri per il centro di DG – world, migliaia erano le super strade
altissime e futuristiche che collegavano alla città, completamente protetta e
circondata da mura di laser blu, impenetrabile anche dall'alto perché possedeva
anche avamposti di artiglieria pesante sul corridoio sopra le mura di laser. Da
li si poteva vedere la città, completamente futuristica e strutture più che
impressionanti, da far rimanere a bocca aperta sia Yzzi che Henry, forse i
ragazzi più futuristici e legati saldamente alla tecnologia del mondo.
“
Che diavolo è? “ domandò completamente impressionato Davis, ammirando la città
sempre più da vicino.
Furono
V-mon e Megakabuterimon a rispondere: “ Quella è Cyber Center City, la capitale
di DG-world.
“
La capitale di DG-world? DG-world ha una capitale è tu non me l'hai mai
detto?!!?” così Yzzi diede un fortissimo pugno al collo di Megakabuterimon,
solo che fu lui quello a farsi realmente male. Difatti Megakabuterimon era un
Dg-mon insetto molto grande dotato di una corazza indistruttibile e un corno a
forma di tritone a due punte rosse sulla testa che gli avevano permesso di
vincere le battaglie più ardue.
“
Nel nostro mondo non esistono strutture simili...” fecero notare Terriermon e Renamon
a Henry, che in quel momento pensava la stessa cosa; quel posto era sempre più
vicino a Dg-world del cartone animato, ma allo stesso tempo gli ricordava molto
anche la usa. Ma allora, che realmente le due DG-world si fossero unite
insieme?
Takato,
Tai, Kari, T.K., Matt, Agumon, Gatomon, Patamon e Gabumon osservarono l'enorme
castello in pietra, eretto sopra la montagna a spirale, dal loro nascondiglio.
Ognuno di loro guardava l'imponente fortezza con tremore; al solo pensiero che
sarebbero dovuti entrare li dentro, gli si gelò il sangue. D'altronde come
avrebbero mai potuto introdursi così facilmente in un posto simile?!
L'enorme
fortezza presentava le solite caratteristiche dei castelli medievali, solo che
quest'ultima sembrava reggersi come per miracolo; difatti quelle che dovevano
essere le fondamenta del castello sembravano fossero state incastonate sui
versanti della montagna a spirale. Una serie di centinaia di gradinate salivano
lungo quel versante fino ad arrivare al portone dell'enorme fortezza. Per il
resto sembrava non vi fossero altre entrate per il castello, e questo fece
diminuire le possibilità ai Digi-prescelti e a Takato di riuscire ad entrare.
Difatti
in condizioni normali avrebbero percorso velocemente la scalinata di marmo nera
fino a raggiungere il castello oscuro, ma questo invece non era possibile.
Davanti
all'enorme costruzione di pietra, giù, dopo una piccolo dirupo che li separava
dalla montagna a spirale, migliaia di Digimon oscuri continuavano ad arrivare
da Nord-ovest marciando ininterrottamente fino a stanziarsi davanti al dirupo,
in attesa di qualcosa.
Takato
e co., fortunatamente ben nascosti dalla parte opposta del castello dietro un
enorme masso di pietra, erano arrivati li da poche ore e fortunatamente erano
riusciti a trovare un riparo senza essere visti.
‘ quindi
è li che tengono prigioniera Sora’ stava pensando Matt, i capelli biondi
illuminati dalla luce della luna e lo sguardo fisso sull'enorme costruzione;
solo il suo sangue freddo e la sua razionalità gli avevano impedito di buttarsi
a capofitto lungo le scalinate principali e raggiungere velocemente la fortezza
per andare a salvare la sua ragazza, anche se, ammetteva lui stesso, all'inizio
era stato intenzionato a farlo. Poi, non appena aveva visto Tai buttarsi a
capofitto verso le gradinate era corso a fermarlo e lo aveva spinto dietro al
riparo poco prima che un Digimon nemico atterrasse li vicino per controllare la
zona.
Si
respirava aria di tensione e di ansia tra i ragazzi ed i loro Digimon; Takato
sapeva che un semplice passo falso sarebbe bastato ad ucciderli.
Si
accasciò lentamente per terra, esausto dopo aver camminato per tre giorni di
seguito prima di riuscire ad arrivare li.
Dopo
l'attacco di Rockmon tre giorni prima non ne avevano subiti altri; i Digi-prescelti
e lui si erano mossi in modo prudente per arrivare sani e salvi a destinazione.
Sopra
i loro Digimon avevano trascorso la maggior parte del viaggio, ma poi, non
appena giunsero nelle vicinanze del castello, avevano proseguito a piedi per
maggior precauzione; difatti, aveva fatto presente Kari, i Digimon nemici
avrebbero percepito e intercettato loro più facilmente se fossero stati sopra i
loro Digimon. Proseguire a piedi sembrava l'unica soluzione, in più così
avrebbero potuto risparmiare le energie per l'imminente battaglia.
Non
appena arrivati davanti alla fortezza erano rimasti paralizzati da quella
visione.
“
Ma che diavolo...” aveva esclamato Matt non appena vide l'enorme struttura, ma non
ebbe il tempo di fermarsi a guardare meglio perché dovette trascinare Tai a
forza, già pronto per avventurarsi dentro quelle mura, nel loro nascondiglio.
Ora
tutti quanti erano lì, fermi e stanchi, indecisi sul da farsi.
“
Che si fa ora?” stava chiedendo Tai, rivolto più che altro a Takato che agli
altri.
Takato
lo guardò; aveva avvertito un tono di sfida nella sua voce, come se lo stesse
quasi provocando. L'unica cosa che Tai voleva in quel momento, oltre a salvare
Sora, era ridicolizzare Takato e riprendersi il suo posto come capogruppo.
Sapeva
che quel ruolo lo apparteneva, e sembrava disposto a tutto pur di riottenerlo.
Kari
guardò il fratello; in quei giorni continuava a comportarsi in modo strano...
quasi non sembrasse più lui...
Fissò
T.K. come in cerca di una risposta.
“
Che c’è?” domandò lui sottovoce, in modo che solo la ragazza potesse sentirlo.
Kari
indicò Tai con lo sguardo e allora T.K. capì le sue preoccupazioni.
“
E’ solo teso… come tutti noi d’altronde…” sussurrò in tono di risposta il ragazzo.
“
Sarà…”mormorò Kari, e continuò a fissare il fratello, che in quel momento era
seduto un po’ più avanti intento a scrutare l’enorme fortezza. Ora lo vide;
anche se solo per un attimo aveva percepito un barlume di tristezza negli occhi
di Tai, ma allo stesso tempo di preoccupazione.
Che
suo fratello le stesse nascondendo qualcosa? Cercò invano di non pensarci, ma
non riuscì a cancellare dalla mente lo sguardo perso di Tai…
Anche
Agumon sembrava aver notato qualcosa nel suo amico; quel modo di comportarsi
non era da lui e quella strana ostilità che lo legava a Takato lo fece
insospettire… e se davvero gli stesse nascondendo qualcosa.
“
Tai…” mormorò infine il DG-mon preoccupato “ è tutto ok?”
Tai
sembrò come risvegliarsi da una specie di trance e notò che tutto il gruppo lo
stava fissando.
“
Non è niente…” mentì.
La
verità e che neanche lui riusciva a spiegarsi quel suo strano comportamento o
invece si… che quelle parole che continuava e sentire nel sonno e nei suo
attimi di incoscienza lo avessero scosso così tanto fino a quel punto… Allora
si chiese se era il caso di rivelare o no di quella voce fredda che continuava
a tormentarlo. Ma che andava a pensare?! Se solo avesse provato a rivelare una
sola parola di sicuro i suoi amici lo avrebbero preso per pazzo o semplicemente
avrebbero legato quella strana voce ad una specie di allucinazione dovuta allo
stress.
Ma
nonostante avesse cercato in tutti i modi di non mostrare agli altri le sue
preoccupazioni sembrava avesse fallito. Fisso prima Kari, poi Matt e infine
Agumon e si rese conto che lo conoscevano troppo bene per non capire se stava
mentendo o meno.
“
Non è vero…” disse infine con tono deciso “ in realtà c’è qualcosa che mi
preoccupa…” e cercò disperatamente di distogliere lo sguardo dai suoi amici che
a quelle parole lo avevano fissato sbalorditi.
“
Qualcosa che spieghi questo tuo strano comportamento infantile alias ritorno al
Tai di tre anni fa?” domandò Matt sfacciatamente e Kari lo fulminò con uno
sguardo.
“
Se speri che ti dica qualcosa dovrai smetterla di attaccarlo!” gli fece notare
T.K. a voce bassa, così che solo Matt potesse sentire.
Alla
fine Matt si zitti e mormorò qualcosa come uno “ scusa…” che a stento Tai
riuscì a sentire.
Tai
si appoggiò alla roccia confuso “ e solo che… non so da dove cominciare” ammise
allora il ragazzo ancora incerto.
“ E qualcosa che ha a che fare con
Digi-world?” domandò Takato, chiedendosi se quello che stava per dirgli lo
avrebbe aiutato a capire meglio cosa stava succedendo.
Tai
lo fissò con i suoi penetranti occhi castani poi mormorò un “ si” finendo per
aggiungere incerto “ o almeno credo…”
“ Che intendo dire con almeno credo?” domandò
Matt fissandolo con sguardo interrogativo.
Tai
non rispose; stava solo cercando il modo migliore per rispondere a quella domanda.
Certo non avrebbe di certo potuto dire “ Ma non lo so Matt. Solo che
ultimamente una voce sta continuando a martellarmi la testa con strane frasi
come ‘ la ucciderò’o ‘ti farò a pezzi’ ma niente di che… cose che capitano tutti i giorni se si è
un Digi-destineted!” ma non pronunciò mai quelle parole perché solo a sentirle
gli altri lo avrebbero preso per pazzo o come posseduto dal demonio.
“
Tai?” chiese gentilmente Kari.
Il ragazzo tornò finalmente alla realtà “
O.K., ma poi dovete giurarmi di non fare commenti o di prendermi per pazzo,
d’accordo?”
“ impossibile…” rispose prontamente T.K.,
estremamente serio “ per noi tu sei già pazzo quindi non ci saranno problemi…”
“
Attento a come parli biondino!” lo fulminò Tai
a denti stretti.
Il
resto del gruppo scoppiò a ridere.
“ Buona questa T.K.!” esclamò sull’orlo di una
crisi di risate il piccolo Patamon, che si stava rotolando per terra divertito.
Intanto Tai si era precipitato su T.K., che
per proteggersi si era nascosto dietro Kari.
“ Ah! Stavo scherzando… diglielo anche tu
Kari” sollecitò il povero T.K. alla ragazza, ma Kari sembrava troppo divertita
dalla scena per riuscire a fermare il fratello.
Takato
e Guilmon continuavano a ridere divertiti “ meglio delle scene dell’anime!”
aveva detto poi il ragazzo senza pensarci ma se ne pentì subito, perché il
resto del gruppo lo fissarono sorpresi.
“
Che?” aveva domandato Tai inarcando le sopracciglia “ Anime?”
Takato
era allora corso ai ripari “ beh… no niente! Parlavo da solo…” aveva detto agitando
le mani, come per fare intendere che quella cosa non li riguardava.
“
Boh!” si erano detti Tai e Matt fissandosi entrambi scettici.
“
Certo che sei stano…” avevano mormorato Gabumon e Gatomon guardandolo straniti.
Takato sembrava imbarazzato, e un leggero
rossore iniziò a comparirgli sulle guance.
“
Non fateci caso… e che a volte ho la brutta abitudine di parlare senza
riflettere” ‘ proprio come quando faccio arrabbiare Rika o come quando ho
chiesto a Jeri di uscire con me per la prima volta…’ continuò poi pensando. Ma
si bloccò riflettendo sul suo ultimo pensiero ‘ già Jeri… chissà se starà
bene…’ e alzò il suo sguardo al cielo fissando la terra ‘ sei arrabbiata con me
vero? Avrei dovuto dirtelo ma non potevo… spero che tu capisca che lo fatto per
il tuo bene…’
Infine aggiunse sussurrando tra se “ Mi manchi
Jeri.” e tornò a fissare il suolo demoralizzato.
Kari lo fissò e il suo sguardo si fece triste
“ ti mancano i tuoi amici, vero?”
Takato le rispose con un sorrisino forzato “
Per quanto possa essere strano, si.”
Lo
sguardo di Guilmon si addolcì guardano l’espressione malinconica di Takato che
si sforzava di sorridere. Nonostante tutto era rimasto il Takato di sempre,
anche con quello strano abbigliamento e gli strani buchi alle orecchie, il dolce
e sensibile Takato no sarebbe cambiato mai.
Fu
allora che Tai si decise a fargli quella domanda che da giorni lo tormentava “
Come mai hai deciso di seguirci invece di andare a cercare i tuoi amici?”
Takato lo fissò un attimo sorpreso, poi
rispose con convinzione:
“ Perché non me la sentivo di lasciarvi da
soli in questo strano mondo.”
L’intero
gruppo lo guardò sorridendo; e per la prima volta Tai si decise a deporre
l’ascia di guerra e disse: “ Se la metti così allora ti ringrazio… anche se non
ci sei stato comunque di grande aiuto…”
Matt e Kari si portarono la mano alla fronte.
“ Insomma Tai, avevi iniziato così bene il
discorso! Perché perderti nel finale?” domandò nuovamente T.K. mentre il resto
del gruppo non riuscì a trattenere una risata.
“
T.K. io ti ammazzò!” Fu l’unica cosa che disse Tai prima che Kari intervenisse
in aiuto di T.K. per calmare i bollenti spiriti.
“ Smettila Tai o ci scopriranno!” aveva detto
la ragazza, anche se le sembrava ancora strano che non fossero stati ancora
scoperti con tutto quel baccano che avevano fatto. ‘ Però adesso siamo tutti
più calmi’ aveva notato infine Kari ‘ senza volerlo mio fratello e riuscito di
nuovo a sdrammatizzare la situazione’
Quando finalmente Tai si fu calmato, e ce ne
volle di tempo per calmarsi, Matt gli ricordò che non gli ava ancora spiegato
il perché di quel suo comportamento.
Tai li fissò seri… e iniziò a raccontare…
raccontò cosa era successo dopo la partita, della voce e di come questa gli
sembrava incredibilmente legata a Digi-world, di averla sentita poco prima di
essere stato catapultato a Digi-world e dopo il primo attacco subito dai
Digimon drago giorni prima. Ma, come ammise il ragazzo, nonostante non fosse
più nitida, continuava a sentire quella voce come un sussurro durante i suoi
sogni e i suoi attimi di riflessione.
Il
gruppo ascoltò come rapiti in silenzio; non ebbero il coraggio di proferire
parola fino a quando Kari si decise a chiedere: “ E per questo che sei venuto a
Digi-world?”
Il ragazzo annuì assorto.
“
Finalmente vi ho trovati!” tutti e
cinque i prescelti, Takato compreso, si voltarono insieme ai loro DG-mon per
fronteggiare la piccola figura che aveva appena parlato, coperta da un mantello
nero con cappuccio che gli nascondeva anche il volto.
Tutti istintivamente afferrarono il digi-vice
pronti a combattere; la figura si mosse e, con quella che sembrava un ala rose,
liberò il proprio volto dal cappuccio che lo nascondeva.
Tutti i prescelti la fissarono increduli, poi
sorrisero istintivamente: “ Byomon!”urlarono all’unisono.
“ E le sorprese non sono finite!” dietro di
lei comparvero diverse figure: una era un Digimon volpe abbastanza alta,
l’altro un digimon drago blu un po’ bassino e l’ultimo sembrava un pupazzo
verde bianco con le orecchie lunghe.
Dietro di loro c’erano altre quattro figure
incappucciate; decisero allora di rivelare i loro volti. Henry, Yzzi, Davis e
quello che con stupore riconobbero come Gennai li stavano fissando divertiti.
“ Piaciuta la sorpresa?” domandò infine Henry
sorridendo al resto del gruppo, ancora del tutto increduli.
“ KARI!!” aveva urlato Davis buttandosi
letteralmente sopra di lei; solo un calcio di Tai e un pugno in testa da T.K.
erano riusciti a farlo staccare dalla ragazza.
Davis si era letteralmente spiaccicato al
suolo gemendo di dolore; si alzò un secondo dopo con la faccia di un colore
scarlatto a causa della botta ricevuta.
“ ACCH! Ma che cavolo vi salta in mente a voi
due?Come osate intromettervi tra me e
Kari?!?!” domandò allora il ragazzo su tutte le furie.
Kari
in quel momento era leggermente arrossita.
“
Che?!?” aveva quindi esclamato la ragazza.
Di
tutta risposta Tai e T.K. lo trucidarono con lo sguardo.
“ Non provare mai più a toccare mia sorella o
ti ammazzo, idiota!!” aveva urlato il fratello.
“ Te e Kari!?!” aveva detto T.K. guardando
prima Davis e poi la ragazza in questione.
“
Io non centro nulla…” dichiarò esplicitamente la ragazza enunciandosi esterna
alla questione.
Davis aveva guardato la ragazza sbalordito,
come se quest’ultima stesse mentendo o avesse appena sparato una stupidaggine.
“ Ma che stai dicendo, mia dolce Kari? Come
puoi negare il nostro amore così apertamente?” stava dicendo il ragazzo, quando
altre due scazzottate di Tai l’avevano fatto spiaccicare nuovamente al suolo.
“ Ora basta! Fate silenzio, questo non è un
gioco! E tu Davis controllati un po’ e smettila di sparate cazzate una volta ogni tanto…”
I diretti interessati si voltarono verso la
voce che aveva appena parlato; Gennai li fissava con sguardo di rimprovero e leggermente
deluso “ Insomma!”
Davis, T.K. e Tai chinarono il capo
leggermente imbarazzati sbiascicando poi uno ‘scusa’ che fu sufficiente per
calmare Gennai.
“ Così va meglio!” aveva esclamato l’uomo
soddisfatto.
Ma Gennai non era un uomo; per quello che
Takato ricordava Gennai era stato nella serie televisiva dei Digimon un valido
aiuto per i Digi – destinated durante le loro battaglie più importanti.
Dapprima apparso come un vecchio saggio nella
prima serie a causa di un incantesimo causatogli da uno dei padroni delle
tenebre, nella seconda aveva mostrato il suo vero volto: Gennai aveva l’aspetto
di un ragazzo giovane e bello, con un fisico slanciato e muscoloso nascosto
dalla solita tunica, che a Henry ricordava vagamente quella dei cavalieri Jedi
in Star Wars, lunga e bianca con qualche striscia marrone. Sopra di essa
indossava un mantello nero e ne teneva in mano molti altri. I suoi occhi erano
di un azzurro intenso mentre i capelli erano di un castano scuro, corti,
portati in modo disordinato.
Era sempre stata una persona molto saggia e
carismatica, anche se Gennai era tutto tranne una persona: tecnicamente era un
essere digitale, ma non per questo era un Digimon.
Sempre misterioso e molto attento a mantenere
segreta la sua vera identità, Gennai si era sempre limitato ad aiutare i digi –
prescelti nelle loro avventure; l’unico che forse poteva sapere qualcosa in più
su di lui era Yzzi, il cervellone del gruppo, che era sempre stato in contatto
con Gennai anche durante i periodi di tregua a DG-world.
Ora lui, Yzzi, Henry, Renamon, Tentomon,
V-mon, Terriermon, Byomon ( il digimon di Sora) e Davis erano appena arrivati
li da loro come sbucati dal nulla, ma soprattutto senza essere visti dai
Digimon nemici.
Takato, non appena aveva visto Henry e gli altri
sani e salvi, aveva provato una gioia immensa e inimmaginabile.
“ Allora state bene!” aveva detto raggiante di
gioia.
Henry,
Yzzi e gli altri sorrisero di tutta risposta.
Anche Guilmon sembrava al settimo cielo e raggiante
si era buttato addosso agli altri.
“ Quanto mi siete mancati!” esclamò.
“ Si, anche tu ci sei mancato ma adesso
calmati!” avevano risposto i suoi amici cercando di scrollarselo di dosso;
Renamon, infine, gli diede un forte pugno e riuscì nell’intento.
Takato adesso guardava con sguardo
interrogativo Gennai; quest’ultimo gli ricambiò lo sguardo.
“ Quindi tu sei Takato! Molto lieto!” e gli
aveva porso la mano amichevolmente.
“ Ah?” Takato era rimasto sbigottito “ e lei
come fa a conoscere il mio nome…scusi?” aveva aggiunto cercando di non
risultare troppo invadente.
“ Me l’ha detto lui!” e indicò come colpevole
Henry, che ricambiava con Takato un’espressione sorpresa e stupita.
Quest’ultimo alzo le spalle come per dire che non ne sapeva niente.
“ Gennai da quanto tempo!” aveva esclamato Tai
divertito aggiungendo poi con finta delusione “ Yzzi, sei ancora vivo?”
Per tutta risposta il rosso fece una delle
sue risate sarcastiche, rovesciando la testa all’indietro, aggiungendo poi: “
Molto divertente Tai!”
Kari aveva guardato il fratello spazientita “
Che ci vuoi fare Yzzi! Tai ha un modo tutto suo per dire che gli sei mancato!”
“ Yes!” esclamò Tai prendendo il ragazzo in questione per la collottola e
strofinandogli amichevolmente il pugno di una mano tra i capelli.
Il resto del gruppo scoppiò a ridere; se Davis
faceva esasperare, Tai era in grado di sdrammatizzare ogni situazione.
E anche in quel momento Matt si ricordò come
quei due si assomigliassero parecchio, anche caratterialmente.
Già, quei due erano nati per essere due
leader… anche se ultimamente qualcuno aveva perso qualche colpo…
“ Ma… ma come siete arrivati qui?” aveva
chiesto sbigottito Takato.
“ Già… e tu Byomon da dove sbuchi fuori?”
domandò ancora leggermente incredulo Matt.
“ Beh…” aveva iniziato a dire Henry ma Yzzi lo
interruppe bruscamente.
“ Ehi! Sta volta lasciamelo fare a me il flash
–back di questa storia!” aveva detto guardando divertito il moro che gli
sorrise capendo l’analogia.
E senza altri preamboli, con il resto del
gruppo che si sedette accanto alla piccola montagnetta di roccia che li
ricopriva completamente, iniziò il suo racconto.
Megakabuterimon volava sempre più velocemente
verso Cyber Center City.
Yzzi e gli altri dovettero chiudere gli occhi
a causa del forte vento che veniva provocato dallo spostamento d’aria del
Digimon, che avanzava ancora più rapidamente verso la capitale.
I capelli corti e rossicci del ragazzo
svolazzavano al vento insieme alle orecchie di Terriermon che per non volare
via dovette stringersi forte al collo del povero Henry, facendo rischiare al
ragazzo una macabra morte per asfissia.
Henry prese allora terriermon tra le braccia,
mentre Davis si affrettò a coprire gli occhi con i suoi occhiali da ciclista;
Renamon invece rimaneva ferma immobile, in piedi nella fatidica posizione a
braccia incrociate e zampe unite, sul corno di Megakabuterimon, scrutando la
città e lasciando che il vento le scompigliasse la folta pelliccia gialla.
Henry si chiese allora se anche lei stesse
pensando a Rika; non essere riusciti a ricevere il segale dei loro digi-vice
per tutti quei giorni non era di certo un buon segno, però entrambi avevano
fiducia in Yzzi e speravano che non appena arrivati in città sarebbero riusciti
a collegarsi alla rete digitale e contattare gli altri e magari anche provare
una comunicazione col mondo reale. Si, però adesso che ci pensava, cosa avrebbe
detto in quella comunicazione?
Avrebbe detto a Yamaki, capo di Sefiro,
organizzazione che insieme ai pionieri digitali avevano aiutato i Tamers
durante l’ultima battaglia digitale, che un gruppo di ragazzi chiamati
digi-prescelti e che facevano parte della famosa serie Digimon erano in quel
momento li con loro intenti ad aiutarli con la loro missione? Insomma, avrebbe
dovuto dire che un gruppo di cartoni animati erano li con loro a DG-world a combattere contro qualcuno di cui non
sapevano il nome?
Già… perché era questo che Henry si chiedeva da quando era arrivato a
DG-world: chi era il loro nemico e soprattutto dov’era? Che quest’ultimo avesse
già raggiunto i suoi amici e che li avesse gia uccisi? Beh… in questo caso
Henry avrebbe lottato fino alla morte pur di trovarlo e distruggerlo!
Perché se c’era una cosa che Henry non
sopportava quello era il male; aveva già sofferto molto quando da piccolo era
stato lui a far del male ad un ragazzino. Non se l’era mai perdonato e dentro
di lui portava ancora il ricordo di quel episodio… non riusciva a dimenticare
gli occhi spaventati di quel bambino… proprio non ci riusciva.
E
immediatamente, come se quello fosse stato in istinto di autodifesa, scaccio
via quei pensieri per paura di far emergere di nuovo il lato aggressivo del suo
carattere; doveva calmarsi, o almeno era ciò che il suo maestro di arti
marziali gli aveva ripetuto in quegli anni durante i loro allenamenti “ Libera
la mente!” diceva con tono fermo ma allo stesso tempo aggraziato “ così potrai
concentrati sul tuo vero nemico e decidere cosa fare. Quindi rifletti prima di
agire, Henry.”
Le parole del maestro gli risuonarono nella
mente come se qualcuno le avesse appena pronunciate: ‘ Libera la mente…’ pensò
allora ‘ concentrati sul tuo vero nemico’ il problema e che lui non aveva la
più pallida idea di chi fosse il suo nemico…
“Ah!” gridarono tutti quanti all’unisono non
appena Megakabuterimon interruppe bruscamente il proprio volo e planò verso il
terreno.
Atterrarono sull’asfalto; la strada in cui
erano scesi collegava direttamente al portone principale della città: quello
che sembrava un’enorme cancello automatico, costituito da laser blu che fungeva
come barriera, gli bloccava la strada e gli impediva il passaggio.
Yzzi, Davis e gli altri scesero da
Megakabuterimon e si guardarono tra di loro come per dire ‘ora che facciamo’
“ Proviamo ad avvicinarci” aveva suggerito
Henry, la mano stretta al proprio digi-vice e Terriermon sopra la sua spalla
pronto a bio digi-evolvere insieme a lui in caso di bisogno.
Ma fortunatamente ciò non avvenne: la corrente
che passava per i raggi laser del portone si spense e Yzzi intravide attraverso
quel fascio luminoso blu una figura che si avvicinava sempre di più. Il
cancello si sbloccò e iniziò ad aprirsi come la porta di un ascensore.
Davanti a loro comparve Gennai.
Henry era rimasto di sasso come per dire che
ciò che stava vedendo non poteva essere vero: prima i digi-prescelti e i loro
Digimon, adesso anche Gennai!
Terriermon e Renamon lo fissarono non capendo
il suo sgomento; entrambi si guardarono tra di loro con sguardo interrogativo,
poi tornarono a fissare la figura di fronte a loro. Solo di una cosa fu sicura
Renamon; quello non era un essere umano ne sembrava potesse essere un Digimon.
Ma allora… cos’era?
“ Gennai!” avevano urlato Davis, Yzzi, V-mon e
Tentomon all’unisono “ che ci fai qui!”
Renamon si voltò di scatto per fronteggiare i
digi-prescelti; quei ragazzi, che secondo Henry facevano parte di una serie
televisiva (anche se non aveva la più pallida idea di cosa significasse),
sembravano conoscere quel uomo misterioso che avanzava verso di loro con
sguardo furbo e passo lento.
“ Bentornati digi-prescelti…” poi si fermò un
attimo per fronteggiare Henry e il suo sguardo si fece confuso “ e tu chi
cavolo sei?” chiese allora con poco garbo.
Henry era rimasto per un attimo senza parlare,
un po’ perchè sorpreso e un po’ perché scosso dal tono della voce di Gennai,
quindi ci stette qualche secondo a
rispondere: “ ahm… il mio nome è Henry Wong, signore…”
“ Chiamami Gennai…” aveva detto con tono di
poca importanza, poi intercettando lo sguardo interrogativo di Davis e gli
altri prescelti aveva detto “ le domande e le presentazioni a dopo, per favore…
ora entriamo prima che arrivi qualcuno.”
Così i Digi – prescelti, Henry e i quattro
Digimon erano entrati oltre il portone senza obbiettare, sollevati che
qualcuno, dopo tanto tempo, gli dicesse cosa fare con certezza e non con
l’insicurezza con cui si erano mossi loro in quei giorni.
Cyber Center City era l’esatta
rappresentazioni delle Megalopoli del futuro; strade sopraelevate, ponti,
grattacieli, strutture impressionanti, arene, stadi, cancelli e porte laser,
maxi schermi, le luci di mille sfumature che illuminavano tutto quanto in
migliaia di colori fosforescenti… tutto questo in un’enorme città recinta da
una barriera laser blu impenetrabile.
Sarebbe stato tutto altamente eccitante se la
city non fosse stata così altamente… morta.
Si sentivano soltanto i cavi elettrici che
scoppiettavano di qua e di la e il rimbombare dei passi di alcuni ragazzi che
camminavano affiancando la figura alta di Gennai, il massimo protettore della
città considerato da tutta la comunità digitale il più forte tra i difensori di
Digi-world.
Henry continuava a lanciare occhiate sbieche
verso Il protettore, che sembrava non accorgersi di nulla. Mentre Henry
sembrava stesse avendo un conflitto interiore, da una parte pronto a fidarsi di
quel Gennai e dall’altra sospettando che questi potesse essere un emissario
mandato dal nemico, Yzzi e Davis parevano fuori di se dall’euforia; sembrava
che l’eccitazione per aver scoperto di non essere soli in quello strano mondo
gli avesse ad entrambi coperto gli occhi con due prosciutti.
Henry detestò pienamente in quel momento la
superficialità dei due, soprattutto Yzzi; non riusciva a capacitarsi che un
ragazzo così sveglio abbassasse la guardia così facilmente.
‘ Non vedo perché dovrebbe…’ stava pensando
allora il cinese ‘ Infondo non gli ho dato alcuna ragione di essere sospetto…
accidenti! Se solo sapesse che in realtà e solo un pezzo di programma
intrappolato in un mondo che non è il suo certo che avrebbe qualche dubbio su
improvvise apparizioni di altri protagonisti della serie televisiva!’
In quel momento si fermarono; Gennai li fece
salire su una piattaforma che, attraverso un tubo, li condusse sempre più in
alto. Henry e Renamon guardarono giù ammirando lo spettacolo che si poteva
avere della City dall’alto.
“ Scusa, Gennai non ci hai ancora detto dove
stiamo andando”
Henry alzò mestamente lo sguardo fissando Yzzi
che aveva appena parlato con tono sospetto e sorridendo per questo; allora fino
a quel momento aveva solo finto… anche lui sembrava ancora diffidente sulla
strana apparizione di Gennai.
“ Ve lo dico solo se la smettete con tutta
questa indifferenza nei miei confronti e iniziate a fidarvi delle persone
giuste. Pensavo che dei ragazzi con cervello come voi avrebbero riconosciuto
subito un amico” aveva risposto calmo Gennai, facendo arrossire leggermente
Yzzi.
Davis in quel momento ebbe quella che si suol
dire ‘Illuminazione’
“ Ehi! Io ti credo! Quindi questo significa
che mi ritieni una persona intelligente!”
“
Mi riferivo ai due cervelloni che ti stanno accanto, non tu idiota!” ribeccò
sfacciatamente Gennai.
Henry
e gli altri trattennero a stento una risata.
“ Mi stai dando dello stupido!” aveva allora urlato
Davis, mentre la piattaforma sfrecciava a tutta velocità verso quello che Yzzi
e Henry riconobbero come l’edificio più grande della City.
“ No. Stavo solo dicendo che la tua camera
d’aria non può essere paragonata ai due computer umani di Yzzi ed Henry.”
“ ah! Se è così allora… ehi! Aspetta un
momento! Camera d’aria a chi!?”
Gennai
sollevò lo sguardo fissando il tubo trasparente senza rispondere, e di questo
tutti quanti gliene furono grati perché l’ultima cosa che volevano era
continuare a sentire la voce squillante di Davis per tutto il tragitto.
Finalmente Gennai li fece scendere e
approdarono davanti un enorme portone in ferro battuto che conduceva all’enorme
edificio.
“Eccoci
arrivati. Ora quello che dovete fare è seguirmi e fidarvi di me.”
Solo in quel momento Henry se lo chiese: ‘
Perché trovo così difficile fidarmi di lui mentre con i digi –prescelti no?’
Se Henry avesse indugiato di più su questa
domanda avrebbe trovato una risposta ad una parte delle domande che da lì in
poi lo avrebbero perseguitato.
Continued…
N.D.A. : ehi! Se
siete arrivati fin qui vuol dire che avete appena finito di leggere il 5° capitolo, ma cosa più importante significa che io ho appena
finito di scrivere il 5° capitolo di questa storia (
evvai!).
E pensare che avrei dovuto pubblicarlo entro
fine Novembre (-_-’’’’’)… cmq dopo un’estenuante mese di
scuola ecco a voi questo nuovo capitolo della storia: lo so che praticamente vi
siete annoiati a morte leggendolo e che probabilmente non ci avrete ancora capito
niente sulla trama della storia ( a parte Henry che continua a farsi complessi
sugli altri – N.d. Henry “ Ehi! Io nn mi
faccio complessi sugli altri!” N.d.A. “ e allora spiegami perché no ti vuoi
fidare di Gennai, che talaltro e anche molto carino…” N.d. Henry “ sei tu l’autrice no! Spiegamelo tu!” Nd.A. “ perché
ki ti ha detto che quello… oh cavolo! Stavo x dirlo!” – e Davis che diventa sempre più defic… cioè poco
intelligente man mano che la storia va avanti – N.d.
Davis “ Smettila di offendere la mia camera d’aria!” N.d. A. “ (-_-)’’’evito di rispondere”) ma nn vi preoccupate pian piano la
situazione si va sboccando e stiamo finalmente arrivando all’inizio della
storia – N.d. Yzzi “ perché questo cos’era?” N.d.A. “
Niente… sl il prologo…” – ovvero quando
si scoprirà finalmente che il vero protagonista è – rullo di tamburi -… il protagonista è… egli è… solo un momento… devo ridare una piccola occhiatina al copione…
N.d.
Rika “Forse nn lo dici perché nn hai ancora la più pallida idea di come andrà a
finire questa cavolo di storia…”
N.d.A.
“ Certo che ce l’ho…”
N.d.
Rika “ Ma se non esiste neanche un copione…”
N.d. A.
“ e tu come fai a sap… cioè volevo dire… ma fatti un po’ i cavoli tuoi te no?!
N.d.
Rika “ senti chi parla!... tu mi hai appena fatto il terzo grado in questo
capitolo! Praticamente ora sn un libro aperto!
N.d. A.
“ sempre meglio di essere una bisbetica fredda impulsiva a tratti leggermente
immatura e testarda di Rika dell’anime”
N.d.
Ryo “ ehi! Nn insultare la mia ragazza!”
N. d.
Rika “ ^////^ Ma tu nn eri morto!”
N.d.
Ryo “ Sn pieno di risorse! ^_^”
N.d.
Rika “ No! Sei semplicemente un cafone presuntuoso!”
N.d.
Ryo “ e tu sei la mia cara e dolce testarda, fredda, impulsiva ed immatura Rika
di sempre”
N.d. A.
“ wow! Vi dovrebbero dare il premio come coppia più strana del secolo…”
N.d.
Rika & Ryo “ sei tu ke ci hai fatto diventare una coppia!”
N. d.
A. “ Già e nn solo quello_ sguardo furbo + ghigno malefico”
N.d
Rika “ ??????”
N.d. Takato
“ Rika hai la faccia ke è diventata un punto interrogativo”
N.d.
Rika “ mentre tu hai sempre avuto quella faccia da smidollato rimbambito ed
idiota, giusto?! Ora ke ci penso puoi fare concorrenza a Daisuke!”
N.d.
Davis “ e io ke centro Rika-chan!”
N.d.
Ryo “ ehi! sl io posso darle del chan!”
N.d.
Henry “ La vuoi smettere di fare la parte del fidanzatino geloso!”
N.d.
Ryo “ preferisci quello incazzato?”
N.d. A.
“ Volete invece morire entrambi eroicamente nel prossimo capitolo nel tentativo
di salvare Rika?”
N.d. Ryo “ ke problema c’è, scusa? Io sn già
morto x lei.”
N.d.
Henry “ Io preferisco continuare a vivere e a rompere gli altri col mio
scetticismo”
N.d.
Gennai “ Se continui a rompermi giuro ke provvederò personalmente alla tua
eliminazione”
N.d. A.
“ e se continuate a tartassarmi dei vostri inutili commenti provvederò io
stessa alla vostra eliminazione!”
Bene… dopo questa breve(!!) parentesi passiamo a ben altro e a cose più
serie ( no… mi sembra di parlare come il direttore del tg4)… va beh! Volevo sl ringraziarvi per aver recensito in particolare Kari1, Kris, e nini91.
Bye bye
e al prossimo capitolo ( ke calcolando il tempo ke ho impiegato per scrivere
qst cap arriverà tra circa 6 mesi)
Rika90036
p.s. carino il titolo del cap., vero?! Sembra un gioco di
parole (guarda caso lo è...) ^_^
p.p.s. Continuate
a recensire!