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Autore: gryffindor91    27/12/2005    3 recensioni
Due mondi che si uniscono... DG-mon Tamers e DG-prescelti inspiegabilmente insieme contro un nemico che è più vicino a loro più di quanto possano immaginarsi. Henry, Rika, Ryo e Takato dovranno lottare contro loro stessi per far fronte alle nuove avversità... ce la faranno? E i DG-prescelti?Come possono esistere in questo nuovo mondo?
Genere: Romantico, Azione, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ryo Akiyama, Takato Matsuda | Coppie: Jianlinag Wong/Henry, Ruki Makino/Rika
Note: Alternate Universe (AU), Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Fronteggiando la Fortezza

Henry scivolò lungo la radice dell'albero per trovare una posizione comoda in modo da riuscire finalmente a dormire.

Yzzi lo guardò un attimo; dal racconto di Henry aveva dedotto che i loro mondi erano diversi. Anche il fatto che loro potevano unirsi ai loro Digimon o che nel loro mondo i Digimon Bio emergessero a loro piacimento gli aveva fatto capire che loro non potevano essere i DG – prescelti del futuro.

L'ipotesi più credibile era che loro venissero da un mondo completamente diverso dal suo e non sapeva spiegarsi come ma sapeva che Henry gli stava nascondendo qualcosa, qualcosa che avrebbe risolto finalmente quel enigma.

Ma Henry, non avrebbe parlato, e questo lo sapeva; solo adesso gli veniva un dubbio. Loro avrebbero potuto fidarsi di quei Digimon -Tamers?

Yzzi cercò di scacciare quei pensieri mentre cercava disperatamente di addormentarsi, per quanto fosse possibile disteso sopra quelle radici; non doveva pensarci, avrebbe ritrovato i suoi compagni e tutto questo si sarebbe risolto.

Non aveva ragione di preoccuparsi...

 

Rika aprì gli occhi; si trovava sospesa in un buio infinito senza inizio ne fine, un'oscurità incredibile che la divorava impregnando il suo cuore di tenebre. Delle immagini iniziarono a balenare sulla sua testa, all'inizio in modo molto confuso, poi sempre più nitide. Era un sogno?

Si girò su se stessa confusa e allo stesso tempo spaventata; si trovava nella sua cameretta, però era... diversa. I mobili avevano tutti un colore rosa chiaro e le pareti erano ricoperte da carta da pararti piene di disegnini infantili e bambole sopra gli scaffali; la stanza era piena di giocattoli, ce n'erano così tanti che veniva difficile anche camminare senza cadere. Continuava a sentire delle urla provenire dalla cucina, urla così vicine e chiare ma allo stesso tempo lontane e indecifrabili, come se fossero solo un ricordo. Guardò le sue mani; erano piccole...

Si voltò immediatamente per fronteggiarsi con lo specchio; davanti a lei apparve una bambina di tre anni piccola e minuta, con grandi e bellissimi occhi azzurri.

La Bambina indossava un vestitino rosa provvisto di merletto mentre ai capelli, di un colore rossiccio scuro, aveva due codine legate con due fiocchi rossi.

Aveva il viso completamente rigato dalle lacrime.

Dalla cucina si continuavano a sentire quelle urla strazianti che diventavano sempre più forti e nitide.

“ Sparisci! Non voglio più vederti!” urlava una voce femminile.

“ Non ho bisogno di te!” tuonava il marito.

“ Allora vattene!” stava gridando la madre con voce spezzata.

La porta della stanza di Rika si spalanco; la bambina guardava inorridita la figura alta e imponente del padre che si avvicinava sempre più minaccioso verso di lei.

Tese una mano verso la bambina e la abbracciò.

“ Addio, piccola mia... “

Rika riprovò le stesse sensazioni di allora: dolore, rabbia, frustrazione... perché suo padre gli stava dicendo queste cose? Non le voleva più bene?

Allora era solo una bambina e non poteva capire perché suo padre le disse quelle parole, perché da quel momento in poi non lo rivide più; era solo una bambina ingenua che aveva sognato di rimanere per sempre con suo padre, come loro stessi dicevano quando cantavano insieme la loro canzone. Rika la ricordava ancora, anche se odiava cantarla...

E di nuovo riapparvero delle immagini; questa la ricordava bene, perché più di una volta aveva rivisto quella scena. C'erano lei e suo padre che giocavano insieme nel parco, lei seduta sull'altalena cantando la loro canzone preferita... e così sentì riecheggiare nell'aria i versi di quella canzone:

You unexpectedly dove into my lonely heart.

You kindly wrapped up the things that hurt a little.

It was the first time I felt so relieved,

so I squeezed that warmth into my outside pocket. Do you want to go walking?

We'll be toghether forever, forever.

Because we promised that setting sun in lonely times,

we can look at that legthening orange.

That setting sun will whisper, 'it will be okay'.

I want to see you soon, please convey that feeling’

( Questa è la versione tradotta in inglese della canzone originale cantata da Rika in Giapponese nel 6° film N.D.A.)

Quando finì di cantare, Rika, che aveva soli quattro anni, si alzò e afferrò il padre per un braccio cercando di trascinarlo verso il sole che stava tramontando, ma quest'ultimo scomparve.

“papà!” gridò la bambina ma nessuno la sentì. Rika si accasciò a terra in ginocchio.

La bambina che aveva davanti a se scomparve e pian piano tutto si dissolse.

“ Papà... perché nessuno mi vuole bene?” chiese in quel vuoto infinito.

 

Ora vedeva solo il vuoto... tutto era ridiventato nero ed infinito. Ma ecco di nuovo delle immagini; in realtà c'era stato un periodo della sua vita in cui aveva creduto di potersi lasciare il passato alle spalle. Era stato quando aveva conosciuto Ryo.

Sulla sua testa iniziarono a balenare i bei ricordi passati insieme a lui e più ricordava più il dolore cresceva; non lo avrebbe più rivisto.

Le immagini cessarono e lei si ritrovò sospesa di nuovo nell'oscurità; stava piangendo.

Se n'era andato per sempre...

Fu allora che vide una luce squarciare l'oscurità; li c'era Ryo. Cerco di raggiungerlo sollevata ma non ci riuscì. La figura le voltò le spalle e scomparve insieme alla luce che venne risucchiata nuovamente dall'oscurità.

Un dolore straziante riempì il suo cuore che si impregnò completamente di tenebre. Tutto divenne buio e fu come morire per poi rinascere nuovamente...

 

Sora riaprì gli occhi, infastiditi dai potenti raggi solari che entravano dalle finestre in stile gotico della chiesa bianca, e si ritrovò appoggiata al muro di pietra dove si era addormentata la sera prima nel disperato tentativo di dormire. Davanti a se trovò un vassoio con un'invitante colazione lasciata a posta per lei; se non volevano avvelenarla, di certo trattavano bene i propri prigionieri, al castello. Cercò di resistergli ma fu tutto inutile; aveva troppa fame e il suo stomaco rigurgitava. Era da quattro giorni che non mangiava e aveva bevuto pochissimo.

Così iniziò a mangiare con gusto, sperando che anche i suoi amici stavano guastando un'invitante colazione come quella...

 

Takato era l'unico del gruppo ad aver portato viveri con se; nello zaino infatti c'erano, oltre al suo inseparabile skateboard, 25 panini, 10 filoncini, tre etti di prosciutto crudo e cotto, salame ungherese e formaggio, e diverse scatole di cibi in scatola. Nello zaino ( anch'esso piuttosto grande) che aveva in spalla Guilmon c'erano 10 bottigliette d'acqua e 5 da tre litri grandi, tre bottigliette di Coca- cola, Aranciata e succo di frutta con vitamine ABC.

“ Cos'è? Un arsenale?” domandò Tai sbirciando entrambi gli zaini colmi di cibo e bevande.

Takato non rispose distribuendo ai ragazzi due bottigliette d'acqua a testa “ Queste bottigliette sono per oggi, se la bevete tutta d'un fiato rimarrete senza per tutto il giorno.”

“ e che è? Una prova di sopravvivenza?” domandò scettico Tai.

“ Se ti aiuta puoi prenderla come tale.” rispose sicuro di se Takato “ All'ora, cosa volete per colazione?”

“ Qualsiasi cosa andrà bene” rispose Kari, anche lei affamata come tutto il gruppo. Quella mattina si erano alzati presto ed avevano superato il ponte distrutto volando su i loro Digimon fino a raggiungere un'altra oasi, anche se questa era abbastanza grande e fortunatamente li c'era molta acqua con cui dissetarsi al momento, quindi non avrebbero avuto bisogno delle bottigliette fino a quando non fossero ripartiti.

Tutti quanti, compresi i Digimon, mangiarono due panini a testa ( la fame, non mangiavano da quattro giorni!) e subito dopo si prepararono a partire.

“ Dobbiamo sbrigarci e salvare Sora prima possibile, poi andremo a cercare gli altri. Appena ci riuniremo tutti, sapremo cosa fare.” riferì Takato in tono fermo.

I Digimon Digi-evolsero e tutti partirono in groppa ai loro Digimon ( ad eccezione di Takato, che salì sopra Pegasusmon, e Guilmon, che si fece dare un passaggio da Metalgarurumon insieme a Matt).

 

 

Davis, V - mon e Renamon avevano continuato a cercare Ryo e Rika per tutta la notte, sfidando la pioggia che si era abbattuta violentemente su quel settore riuscendo a trovare soltanto gli zaini dei due ragazzi in riva ad un lago con al centro un'enorme montagna a spirale altissima.

Si sedettero sconsolati; era l'alba e i colori spumeggianti del crepuscolo trasformarono il lago in una massa di colore giallo-arancione. Aveva smesso di piovere ormai da molte ore, e tutti e tre sembravano stanchi e sfiniti. Negli zaini di Rika e Ryo trovarono qualcosa da mangiare e bevvero l'acqua direttamente dal lago. Davis continuava a camminare lungo la riva; si fermò davanti ad un sasso piuttosto grosso. Gli diede un potentissimo calcio e il sasso volò di qualche metro prima di ricadere sulla superficie del lago, rompendo il silenzio che si era creato.

“ Accidenti!” urlò furibondo Davis “ Non mi interessa di che livello siete! Venite fuori stupidi Digimon!” si inginocchiò sull'erba e diede un forte pugno al suolo “ Maledizione!”

“ Li troveremo.” lo tranquillizzo V-mon in tono sicuro “ vedrai, ce la faremo.”

Questo calmo per un po' Davis che si convinse a prendere finalmente sonno e si addormento disteso vicino alla riva del lago.

 

Ma nessuno si sarebbe immaginato che qualcosa, li sotto stesse dormendo. Il lago era profondo cinquanta metri e abbastanza grande da potersi definire anche un mare chiuso.

Chilometri più avanti, la pioggia aveva fatto si che i fiumi si riunisse finalmente al grande lago, permettendo così l'innalzamento del livello dell'acqua di 40 metri. La creatura nuotò lungo uno di questi fiumi e poso il suo passeggero lungo una riva, dopo averlo salvato dalle grinfie dei Digimon malvagi.

La creatura si chiamava Wamon, ed era un Digimon balena dalle dimensioni incredibili. Pesava 200 tonnellate ed era lungo 100 metri. In quel momento sopraggiunse accanto al ragazzo accasciato sulla riva svenuto un Digimon.

Era arrivato a grande velocità da chissà dove. Si chiamava Cyberdramon, e il ragazzo privo di sensi era Ryo.

Wamon fissò il Digimon:

“ Lui è il tuo Digimon-Tamers?” domandò.

Cyberdramon annuì “ Ti ringrazio per averlo salvato.”

“Lo fatto con immenso piacere.” disse il Digimon balena, immergendosi nel lago “ Ci rivedremo un giorno o l'altro, Cyberdramon.”

“ A presto, Wamon.” salutò Cyberdramon, prendendo Ryo in braccio e portandolo al sicuro in una caverna aspettando che si riprendesse.

 

Henry e Yzzi si risvegliarono notando subito i loro Digi- vice lampeggiare. Entrambi segnalavano un puntino non molto lontano da li.

“ Deve essere uno di noi!” disse Terriermon, anche lui eccitato come gli altri tre.

“ Forse e Ryo” sperò Henry e senza pensarci tutti e quattro iniziarono a incamminarsi verso il puntino che era rimasto immobile.

Camminarono per mezz'ora, e finalmente si trovarono davanti a un lago enorme con al centro una montagna a spirale altissima. Sulla parte opposta della riva si trovavano un ragazzo e il suo Digimon beatamente addormentati lungo la riva. Henry e Yzzi li raggiunsero; erano Davis e V-mon, non c'era traccia degli altri.

“ E' Davis!” esclamò Yzzi.

“ E quelli sono gli zaini di Rika e Ryo.” disse Henry, temendo il peggio per i suoi amici.

A quel punto Yzzi cercò di svegliare Davis, ma questo non ne voleva sapere di svegliarsi.

“ Che facciamo?” chiese Yzzi.

“ Lascialo dormire. Sarà stanco. “

Così non provarono a svegliare neanche V-mon, beatamente addormentato accanto a Davis.

“ L'importante e che stiano bene” disse Tentomon.

“ Ma Ryo e gli altri... dove saranno finiti?” domandò Terriermon.

In quel momento Henry sentì un rumore brusco dietro di loro. Si girò di scatto e Renamon comparve da dietro gli alberi.

“ Renamon!” disse Terriermon sollevato.

“ Henry!” esclamò Renamon sorpresa.

Henry sorrise.

“ Rika e con te? “ domandò sollevato vedendo il Digimon.

Renamon scosse tristemente la testa. I ragazzi si guardarono tra di loro sconvolti.

“ Sai dove possono essere Rika e gli altri?” domandò Yzzi.

“ No, e non so nemmeno se sono ancora vivi...” rispose sinceramente Renamon.

Henry si avvicinò ad un alberò e lo colpì con un pugno fortissimo “ ACCIDENTI!” urlò, e il suono riecheggiò per tutto il lago.

Yzzi guardò Henry con compassione; immaginando solo quello che stava provando in quel momento si sentì star male dentro. E se anche i suoi amici avessero fatto la stessa sorte?

No! I suoi amici stavano bene e anche Rika e Ryo se l'erano cavata... ne era sicuro. Si avvicinò così ad Henry, pensando a quello che avrebbe potuto dire al suo amico per consolarlo.

Gli poggiò una mano sulla spalla : “ Henry...” provò a dire il ragazzo, ma quello che disse l'altro lo bloccò.

“ e tutta colpa mia...” sibilò sottovoce.

Yzzi rimase sbigottito e paralizzato da quella affermazione “ Henry, che stai dicendo?!”

Henry si voltò così di scatto che fece trasalire il ragazzo, che indietreggiò vacillante contro un albero.

“ E colpa mia se Ryo e Rika sono morti!!”

Quel suono lacerante risuonò per tutto il lago, spaccando di nuovo quel surreale silenzio che si era creato.

Davis si svegliò di scatto e si mise a sedere; si alzò immediatamente non appena vide Yzzi e il ragazzo dai capelli corvini/blu non molto lontano dai lui, nei pressi dell'entrata per la foresta.

“ Ragazzi!!” e corse verso i suoi amici raggiante di gioia.

Li avvinghiò entrambi al collo con le braccia e li strinse in una morsa stritolante con un sorriso a cento denti. Henry e Yzzi non riuscirono a divincolarsi dalla stretta dell'amico.

“ Non ci posso credere! Allora state bene! Meno male... per caso Rika e Ryo sono con voi... sapevo che dovevano essere qui da qualche parte...” e girono la testa da destra a sinistra nel tentativo invano di riuscire a vedere i due ragazzi.

Davis aveva parlato nuovamente senza riflettere; alle sua parole Henry si divincolò dalla sua morsa con una forza innata e si allontanò verso il lago.

“ Ahia! Mi hai fatto male!” si lamentò Davis, massaggiandosi il braccio dolente.

Davis fissò prima Henry incerto, che in quel momento gli dava le spalle fissando la superficie del lago, poi scostò il suo sguardo verso Yzzi dietro di lui; il ragazzo aveva assunto un'espressione afflitta e triste, con i suoi occhi di un verde smeraldo che continuavano a fissare il vuoto. A quel punto Davis capì.

Henry continuava a fissare la superficie del lago che rifletteva la sua immagine illuminata dalla luce del crepuscolo arancione, completamente immerso nei suoi pensieri.

“ AH! Ora basta con le lagne! Cosa sono quei musi lunghi!Su di morale!” gridò Davis, stanco di quel atmosfera da funerale che si era creata.

Si avvicinò a Henry e lo avvinghiò nuovamente al collo.

“ Non preoccuparti per i tuoi amici! Li troveremo!”

Henry fissò gli occhi fiduciosi di Davis con diffidenza “ E tu come fai a dire che sono ancora vivi?”

Davis lasciò andare Henry e si portò il palmo della mano al petto “ Perché lo sento qui dentro...”

Henry e Yzzi guardarono Davis, così fiducioso e allegro, chiedendosi se le sue parole avessero un senso: visto che entrambi avevano il brutto vizio di seguire la logica piuttosto che il cuore, scartarono subito questa ipotesi, ma poi... iniziarono a sperare, e se avevano ancora la forza di sperare avevano ancora la forza per andare avanti.

Così Henry riuscì a strapparsi un sorriso e guardò Davis con un misto di ammirazione e scetticismo.

“ Tu non ti arrendi proprio mai, eh?”

Davis scosse la testa sicuro di se “ No!”

Renamon era rimasta ad ascoltare incredula le parole di Davis senza capire come facesse un simile idiota a dire parole così profonde. “ Allora ce l'hai qualcosa in quella testa vuota!” esclamò il DG-mon con sarcasmo.

Davis la guardò con sguardo gelido “ Che vuoi dire?” chiese in tono duro.

Tentomon, V-mon, Terriermon e tutti gli altri scoppiarono a ridere e il povero Davis fu costretto a sopportare le loro prese in giro, senza riuscire a nascondere un minimo di soddisfazione per quello che era riuscito a fare.

 

Circa tre ore dopo il gruppo era pronto per partire; avevano mangiato, bevuto e si erano riposati e infine avevano deciso cosa fare: sarebbero partiti in cerca dei loro amici, e Yzzi aveva già in mente un suo piano. Avrebbero cercato una città ( nel mondo che conoscevano Yzzi e gli altri DG- prescelti esistevano le cosiddette città digitali, molto simili alle più famose capitali del mondo solo con alcune strutture molto più moderne) e avrebbero rintracciato i loro amici collegandosi alla rete col portatile, visto che il segnale dei Digi - vice degli altri non erano recepibili dai loro tre perché troppo distanti.

Viaggiarono per 3 giorni interi sopra Megakabuterimon, superando la foresta e il gigantesco deserto rosso, passando poi a campagne desolate, piccoli villaggi, in zone fredde e ricoperte di neve e autostrade deserte, che seguirono per raggiungere la più grande è imponente tra le città, la capitale di Digi – world: Cyber Center City.

I Digimon e i tre ragazzi rimasero a bocca aperta: la città che si estendeva per chilometri per il centro di DG – world, migliaia erano le super strade altissime e futuristiche che collegavano alla città, completamente protetta e circondata da mura di laser blu, impenetrabile anche dall'alto perché possedeva anche avamposti di artiglieria pesante sul corridoio sopra le mura di laser. Da li si poteva vedere la città, completamente futuristica e strutture più che impressionanti, da far rimanere a bocca aperta sia Yzzi che Henry, forse i ragazzi più futuristici e legati saldamente alla tecnologia del mondo.

“ Che diavolo è? “ domandò completamente impressionato Davis, ammirando la città sempre più da vicino.

Furono V-mon e Megakabuterimon a rispondere: “ Quella è Cyber Center City, la capitale di DG-world.

“ La capitale di DG-world? DG-world ha una capitale è tu non me l'hai mai detto?!!?” così Yzzi diede un fortissimo pugno al collo di Megakabuterimon, solo che fu lui quello a farsi realmente male. Difatti Megakabuterimon era un Dg-mon insetto molto grande dotato di una corazza indistruttibile e un corno a forma di tritone a due punte rosse sulla testa che gli avevano permesso di vincere le battaglie più ardue.

“ Nel nostro mondo non esistono strutture simili...” fecero notare Terriermon e Renamon a Henry, che in quel momento pensava la stessa cosa; quel posto era sempre più vicino a Dg-world del cartone animato, ma allo stesso tempo gli ricordava molto anche la usa. Ma allora, che realmente le due DG-world si fossero unite insieme?

 

 

Takato, Tai, Kari, T.K., Matt, Agumon, Gatomon, Patamon e Gabumon osservarono l'enorme castello in pietra, eretto sopra la montagna a spirale, dal loro nascondiglio. Ognuno di loro guardava l'imponente fortezza con tremore; al solo pensiero che sarebbero dovuti entrare li dentro, gli si gelò il sangue. D'altronde come avrebbero mai potuto introdursi così facilmente in un posto simile?!

L'enorme fortezza presentava le solite caratteristiche dei castelli medievali, solo che quest'ultima sembrava reggersi come per miracolo; difatti quelle che dovevano essere le fondamenta del castello sembravano fossero state incastonate sui versanti della montagna a spirale. Una serie di centinaia di gradinate salivano lungo quel versante fino ad arrivare al portone dell'enorme fortezza. Per il resto sembrava non vi fossero altre entrate per il castello, e questo fece diminuire le possibilità ai Digi-prescelti e a Takato di riuscire ad entrare.

Difatti in condizioni normali avrebbero percorso velocemente la scalinata di marmo nera fino a raggiungere il castello oscuro, ma questo invece non era possibile.

Davanti all'enorme costruzione di pietra, giù, dopo una piccolo dirupo che li separava dalla montagna a spirale, migliaia di Digimon oscuri continuavano ad arrivare da Nord-ovest marciando ininterrottamente fino a stanziarsi davanti al dirupo, in attesa di qualcosa.

Takato e co., fortunatamente ben nascosti dalla parte opposta del castello dietro un enorme masso di pietra, erano arrivati li da poche ore e fortunatamente erano riusciti a trovare un riparo senza essere visti.

quindi è li che tengono prigioniera Sora’ stava pensando Matt, i capelli biondi illuminati dalla luce della luna e lo sguardo fisso sull'enorme costruzione; solo il suo sangue freddo e la sua razionalità gli avevano impedito di buttarsi a capofitto lungo le scalinate principali e raggiungere velocemente la fortezza per andare a salvare la sua ragazza, anche se, ammetteva lui stesso, all'inizio era stato intenzionato a farlo. Poi, non appena aveva visto Tai buttarsi a capofitto verso le gradinate era corso a fermarlo e lo aveva spinto dietro al riparo poco prima che un Digimon nemico atterrasse li vicino per controllare la zona.

Si respirava aria di tensione e di ansia tra i ragazzi ed i loro Digimon; Takato sapeva che un semplice passo falso sarebbe bastato ad ucciderli.

Si accasciò lentamente per terra, esausto dopo aver camminato per tre giorni di seguito prima di riuscire ad arrivare li.

Dopo l'attacco di Rockmon tre giorni prima non ne avevano subiti altri; i Digi-prescelti e lui si erano mossi in modo prudente per arrivare sani e salvi a destinazione.

Sopra i loro Digimon avevano trascorso la maggior parte del viaggio, ma poi, non appena giunsero nelle vicinanze del castello, avevano proseguito a piedi per maggior precauzione; difatti, aveva fatto presente Kari, i Digimon nemici avrebbero percepito e intercettato loro più facilmente se fossero stati sopra i loro Digimon. Proseguire a piedi sembrava l'unica soluzione, in più così avrebbero potuto risparmiare le energie per l'imminente battaglia.

Non appena arrivati davanti alla fortezza erano rimasti paralizzati da quella visione.

“ Ma che diavolo...” aveva esclamato Matt non appena vide l'enorme struttura, ma non ebbe il tempo di fermarsi a guardare meglio perché dovette trascinare Tai a forza, già pronto per avventurarsi dentro quelle mura, nel loro nascondiglio.

Ora tutti quanti erano lì, fermi e stanchi, indecisi sul da farsi.

“ Che si fa ora?” stava chiedendo Tai, rivolto più che altro a Takato che agli altri.

Takato lo guardò; aveva avvertito un tono di sfida nella sua voce, come se lo stesse quasi provocando. L'unica cosa che Tai voleva in quel momento, oltre a salvare Sora, era ridicolizzare Takato e riprendersi il suo posto come capogruppo.

Sapeva che quel ruolo lo apparteneva, e sembrava disposto a tutto pur di riottenerlo.

Kari guardò il fratello; in quei giorni continuava a comportarsi in modo strano... quasi non sembrasse più lui...

Fissò T.K. come in cerca di una risposta.

“ Che c’è?” domandò lui sottovoce, in modo che solo la ragazza potesse sentirlo.

Kari indicò Tai con lo sguardo e allora T.K. capì le sue preoccupazioni.

“ E’ solo teso… come tutti noi d’altronde…” sussurrò in tono di risposta il ragazzo.

“ Sarà…”mormorò Kari, e continuò a fissare il fratello, che in quel momento era seduto un po’ più avanti intento a scrutare l’enorme fortezza. Ora lo vide; anche se solo per un attimo aveva percepito un barlume di tristezza negli occhi di Tai, ma allo stesso tempo di preoccupazione.

Che suo fratello le stesse nascondendo qualcosa? Cercò invano di non pensarci, ma non riuscì a cancellare dalla mente lo sguardo perso di Tai…

Anche Agumon sembrava aver notato qualcosa nel suo amico; quel modo di comportarsi non era da lui e quella strana ostilità che lo legava a Takato lo fece insospettire… e se davvero gli stesse nascondendo qualcosa.

“ Tai…” mormorò infine il DG-mon preoccupato “ è tutto ok?”

Tai sembrò come risvegliarsi da una specie di trance e notò che tutto il gruppo lo stava fissando.

“ Non è niente…” mentì.

La verità e che neanche lui riusciva a spiegarsi quel suo strano comportamento o invece si… che quelle parole che continuava e sentire nel sonno e nei suo attimi di incoscienza lo avessero scosso così tanto fino a quel punto… Allora si chiese se era il caso di rivelare o no di quella voce fredda che continuava a tormentarlo. Ma che andava a pensare?! Se solo avesse provato a rivelare una sola parola di sicuro i suoi amici lo avrebbero preso per pazzo o semplicemente avrebbero legato quella strana voce ad una specie di allucinazione dovuta allo stress.

Ma nonostante avesse cercato in tutti i modi di non mostrare agli altri le sue preoccupazioni sembrava avesse fallito. Fisso prima Kari, poi Matt e infine Agumon e si rese conto che lo conoscevano troppo bene per non capire se stava mentendo o meno.

“ Non è vero…” disse infine con tono deciso “ in realtà c’è qualcosa che mi preoccupa…” e cercò disperatamente di distogliere lo sguardo dai suoi amici che a quelle parole lo avevano fissato sbalorditi.

“ Qualcosa che spieghi questo tuo strano comportamento infantile alias ritorno al Tai di tre anni fa?” domandò Matt sfacciatamente e Kari lo fulminò con uno sguardo.

“ Se speri che ti dica qualcosa dovrai smetterla di attaccarlo!” gli fece notare T.K. a voce bassa, così che solo Matt potesse sentire.

Alla fine Matt si zitti e mormorò qualcosa come uno “ scusa…” che a stento Tai riuscì a sentire.

Tai si appoggiò alla roccia confuso “ e solo che… non so da dove cominciare” ammise allora il ragazzo ancora incerto.

 “ E qualcosa che ha a che fare con Digi-world?” domandò Takato, chiedendosi se quello che stava per dirgli lo avrebbe aiutato a capire meglio cosa stava succedendo.

Tai lo fissò con i suoi penetranti occhi castani poi mormorò un “ si” finendo per aggiungere incerto “ o almeno credo…”

 “ Che intendo dire con almeno credo?” domandò Matt fissandolo con sguardo interrogativo.

Tai non rispose; stava solo cercando il modo migliore per rispondere a quella domanda. Certo non avrebbe di certo potuto dire “ Ma non lo so Matt. Solo che ultimamente una voce sta continuando a martellarmi la testa con strane frasi come ‘ la ucciderò’o ‘ti farò a pezzi’ ma niente di  che… cose che capitano tutti i giorni se si è un Digi-destineted!” ma non pronunciò mai quelle parole perché solo a sentirle gli altri lo avrebbero preso per pazzo o come posseduto dal demonio.

“ Tai?” chiese gentilmente Kari.

 Il ragazzo tornò finalmente alla realtà “ O.K., ma poi dovete giurarmi di non fare commenti o di prendermi per pazzo, d’accordo?”

 “ impossibile…” rispose prontamente T.K., estremamente serio “ per noi tu sei già pazzo quindi non ci saranno problemi…”

“ Attento a come parli biondino!” lo fulminò Tai  a denti stretti.

Il resto del gruppo scoppiò a ridere.

 “ Buona questa T.K.!” esclamò sull’orlo di una crisi di risate il piccolo Patamon, che si stava rotolando per terra divertito.

 Intanto Tai si era precipitato su T.K., che per proteggersi si era nascosto dietro Kari.

 “ Ah! Stavo scherzando… diglielo anche tu Kari” sollecitò il povero T.K. alla ragazza, ma Kari sembrava troppo divertita dalla scena per riuscire a fermare il fratello.

Takato e Guilmon continuavano a ridere divertiti “ meglio delle scene dell’anime!” aveva detto poi il ragazzo senza pensarci ma se ne pentì subito, perché il resto del gruppo lo fissarono sorpresi.

“ Che?” aveva domandato Tai inarcando le sopracciglia “ Anime?”

Takato era allora corso ai ripari “ beh… no niente! Parlavo da solo…” aveva detto agitando le mani, come per fare intendere che quella cosa non li riguardava.

“ Boh!” si erano detti Tai e Matt fissandosi entrambi scettici.

“ Certo che sei stano…” avevano mormorato Gabumon e Gatomon guardandolo straniti.

 Takato sembrava imbarazzato, e un leggero rossore iniziò a comparirgli sulle guance.

“ Non fateci caso… e che a volte ho la brutta abitudine di parlare senza riflettere” ‘ proprio come quando faccio arrabbiare Rika o come quando ho chiesto a Jeri di uscire con me per la prima volta…’ continuò poi pensando. Ma si bloccò riflettendo sul suo ultimo pensiero ‘ già Jeri… chissà se starà bene…’ e alzò il suo sguardo al cielo fissando la terra ‘ sei arrabbiata con me vero? Avrei dovuto dirtelo ma non potevo… spero che tu capisca che lo fatto per il tuo bene…’

 Infine aggiunse sussurrando tra se “ Mi manchi Jeri.” e tornò a fissare il suolo demoralizzato.

 Kari lo fissò e il suo sguardo si fece triste “ ti mancano i tuoi amici, vero?”

 Takato le rispose con un sorrisino forzato “ Per quanto possa essere strano, si.”

Lo sguardo di Guilmon si addolcì guardano l’espressione malinconica di Takato che si sforzava di sorridere. Nonostante tutto era rimasto il Takato di sempre, anche con quello strano abbigliamento e gli strani buchi alle orecchie, il dolce e sensibile Takato no sarebbe cambiato mai.

Fu allora che Tai si decise a fargli quella domanda che da giorni lo tormentava “ Come mai hai deciso di seguirci invece di andare a cercare i tuoi amici?”

 Takato lo fissò un attimo sorpreso, poi rispose con convinzione:

 “ Perché non me la sentivo di lasciarvi da soli in questo strano mondo.”

L’intero gruppo lo guardò sorridendo; e per la prima volta Tai si decise a deporre l’ascia di guerra e disse: “ Se la metti così allora ti ringrazio… anche se non ci sei stato comunque di grande aiuto…”

 Matt e Kari si portarono la mano alla fronte.

 “ Insomma Tai, avevi iniziato così bene il discorso! Perché perderti nel finale?” domandò nuovamente T.K. mentre il resto del gruppo non riuscì a trattenere una risata.

“ T.K. io ti ammazzò!” Fu l’unica cosa che disse Tai prima che Kari intervenisse in aiuto di T.K. per calmare i bollenti spiriti.

 “ Smettila Tai o ci scopriranno!” aveva detto la ragazza, anche se le sembrava ancora strano che non fossero stati ancora scoperti con tutto quel baccano che avevano fatto. ‘ Però adesso siamo tutti più calmi’ aveva notato infine Kari ‘ senza volerlo mio fratello e riuscito di nuovo a sdrammatizzare la situazione’

 Quando finalmente Tai si fu calmato, e ce ne volle di tempo per calmarsi, Matt gli ricordò che non gli ava ancora spiegato il perché di quel suo comportamento.

 Tai li fissò seri… e iniziò a raccontare… raccontò cosa era successo dopo la partita, della voce e di come questa gli sembrava incredibilmente legata a Digi-world, di averla sentita poco prima di essere stato catapultato a Digi-world e dopo il primo attacco subito dai Digimon drago giorni prima. Ma, come ammise il ragazzo, nonostante non fosse più nitida, continuava a sentire quella voce come un sussurro durante i suoi sogni e i suoi attimi di riflessione.

Il gruppo ascoltò come rapiti in silenzio; non ebbero il coraggio di proferire parola fino a quando Kari si decise a chiedere: “ E per questo che sei venuto a Digi-world?”

 Il ragazzo annuì assorto.

“ Finalmente vi ho trovati!”  tutti e cinque i prescelti, Takato compreso, si voltarono insieme ai loro DG-mon per fronteggiare la piccola figura che aveva appena parlato, coperta da un mantello nero con cappuccio che gli nascondeva anche il volto.

 Tutti istintivamente afferrarono il digi-vice pronti a combattere; la figura si mosse e, con quella che sembrava un ala rose, liberò il proprio volto dal cappuccio che lo nascondeva.

 Tutti i prescelti la fissarono increduli, poi sorrisero istintivamente: “ Byomon!”urlarono all’unisono.

 “ E le sorprese non sono finite!” dietro di lei comparvero diverse figure: una era un Digimon volpe abbastanza alta, l’altro un digimon drago blu un po’ bassino e l’ultimo sembrava un pupazzo verde bianco con le orecchie lunghe.

 Dietro di loro c’erano altre quattro figure incappucciate; decisero allora di rivelare i loro volti. Henry, Yzzi, Davis e quello che con stupore riconobbero come Gennai li stavano fissando divertiti.

 “ Piaciuta la sorpresa?” domandò infine Henry sorridendo al resto del gruppo, ancora del tutto increduli.

 “ KARI!!” aveva urlato Davis buttandosi letteralmente sopra di lei; solo un calcio di Tai e un pugno in testa da T.K. erano riusciti a farlo staccare dalla ragazza.

 Davis si era letteralmente spiaccicato al suolo gemendo di dolore; si alzò un secondo dopo con la faccia di un colore scarlatto a causa della botta ricevuta.

 “ ACCH! Ma che cavolo vi salta in mente a voi due?Come osate intromettervi tra me  e Kari?!?!” domandò allora il ragazzo su tutte le furie.

Kari in quel momento era leggermente arrossita.

“ Che?!?” aveva quindi esclamato la ragazza.

Di tutta risposta Tai e T.K. lo trucidarono con lo sguardo.

 “ Non provare mai più a toccare mia sorella o ti ammazzo, idiota!!” aveva urlato il fratello.

 “ Te e Kari!?!” aveva detto T.K. guardando prima Davis e poi la ragazza in questione.

“ Io non centro nulla…” dichiarò esplicitamente la ragazza enunciandosi esterna alla questione.

 Davis aveva guardato la ragazza sbalordito, come se quest’ultima stesse mentendo o avesse appena sparato una stupidaggine.

 “ Ma che stai dicendo, mia dolce Kari? Come puoi negare il nostro amore così apertamente?” stava dicendo il ragazzo, quando altre due scazzottate di Tai l’avevano fatto spiaccicare nuovamente al suolo.

 “ Ora basta! Fate silenzio, questo non è un gioco! E tu Davis controllati un po’ e smettila di sparate cazzate una volta ogni tanto…”

 I diretti interessati si voltarono verso la voce che aveva appena parlato; Gennai li fissava con sguardo di rimprovero e leggermente deluso “ Insomma!”

 Davis, T.K. e Tai chinarono il capo leggermente imbarazzati sbiascicando poi uno ‘scusa’ che fu sufficiente per calmare Gennai.

 “ Così va meglio!” aveva esclamato l’uomo soddisfatto.

 Ma Gennai non era un uomo; per quello che Takato ricordava Gennai era stato nella serie televisiva dei Digimon un valido aiuto per i Digi – destinated durante le loro battaglie più importanti.

 Dapprima apparso come un vecchio saggio nella prima serie a causa di un incantesimo causatogli da uno dei padroni delle tenebre, nella seconda aveva mostrato il suo vero volto: Gennai aveva l’aspetto di un ragazzo giovane e bello, con un fisico slanciato e muscoloso nascosto dalla solita tunica, che a Henry ricordava vagamente quella dei cavalieri Jedi in Star Wars, lunga e bianca con qualche striscia marrone. Sopra di essa indossava un mantello nero e ne teneva in mano molti altri. I suoi occhi erano di un azzurro intenso mentre i capelli erano di un castano scuro, corti, portati in modo disordinato.

 Era sempre stata una persona molto saggia e carismatica, anche se Gennai era tutto tranne una persona: tecnicamente era un essere digitale, ma non per questo era un Digimon.

 Sempre misterioso e molto attento a mantenere segreta la sua vera identità, Gennai si era sempre limitato ad aiutare i digi – prescelti nelle loro avventure; l’unico che forse poteva sapere qualcosa in più su di lui era Yzzi, il cervellone del gruppo, che era sempre stato in contatto con Gennai anche durante i periodi di tregua a DG-world.

 Ora lui, Yzzi, Henry, Renamon, Tentomon, V-mon, Terriermon, Byomon ( il digimon di Sora) e Davis erano appena arrivati li da loro come sbucati dal nulla, ma soprattutto senza essere visti dai Digimon nemici.

 Takato, non appena aveva visto Henry e gli altri sani e salvi, aveva provato una gioia immensa e inimmaginabile.

 “ Allora state bene!” aveva detto raggiante di gioia.

Henry, Yzzi e gli altri sorrisero di tutta risposta.

 Anche Guilmon sembrava al settimo cielo e raggiante si era buttato addosso agli altri.

 “ Quanto mi siete mancati!” esclamò.

 “ Si, anche tu ci sei mancato ma adesso calmati!” avevano risposto i suoi amici cercando di scrollarselo di dosso; Renamon, infine, gli diede un forte pugno e riuscì nell’intento.

 Takato adesso guardava con sguardo interrogativo Gennai; quest’ultimo gli ricambiò lo sguardo.

 “ Quindi tu sei Takato! Molto lieto!” e gli aveva porso la mano amichevolmente.

 “ Ah?” Takato era rimasto sbigottito “ e lei come fa a conoscere il mio nome…scusi?” aveva aggiunto cercando di non risultare troppo invadente.

 “ Me l’ha detto lui!” e indicò come colpevole Henry, che ricambiava con Takato un’espressione sorpresa e stupita. Quest’ultimo alzo le spalle come per dire che non ne sapeva niente.

 “ Gennai da quanto tempo!” aveva esclamato Tai divertito aggiungendo poi con finta delusione “ Yzzi, sei ancora vivo?”

  Per tutta risposta il rosso fece una delle sue risate sarcastiche, rovesciando la testa all’indietro, aggiungendo poi: “ Molto divertente Tai!”

 Kari aveva guardato il fratello spazientita “ Che ci vuoi fare Yzzi! Tai ha un modo tutto suo per dire che gli sei mancato!”

 Yes!” esclamò Tai prendendo il ragazzo in questione per la collottola e strofinandogli amichevolmente il pugno di una mano tra i capelli.

 Il resto del gruppo scoppiò a ridere; se Davis faceva esasperare, Tai era in grado di sdrammatizzare ogni situazione.

 E anche in quel momento Matt si ricordò come quei due si assomigliassero parecchio, anche caratterialmente.

 Già, quei due erano nati per essere due leader… anche se ultimamente qualcuno aveva perso qualche colpo…

 “ Ma… ma come siete arrivati qui?” aveva chiesto sbigottito Takato.

 “ Già… e tu Byomon da dove sbuchi fuori?” domandò ancora leggermente incredulo Matt.

 “ Beh…” aveva iniziato a dire Henry ma Yzzi lo interruppe bruscamente.

 “ Ehi! Sta volta lasciamelo fare a me il flash –back di questa storia!” aveva detto guardando divertito il moro che gli sorrise capendo l’analogia.

 E senza altri preamboli, con il resto del gruppo che si sedette accanto alla piccola montagnetta di roccia che li ricopriva completamente, iniziò il suo racconto.

 

 Megakabuterimon volava sempre più velocemente verso Cyber Center City.

 Yzzi e gli altri dovettero chiudere gli occhi a causa del forte vento che veniva provocato dallo spostamento d’aria del Digimon, che avanzava ancora più rapidamente verso la capitale.

 I capelli corti e rossicci del ragazzo svolazzavano al vento insieme alle orecchie di Terriermon che per non volare via dovette stringersi forte al collo del povero Henry, facendo rischiare al ragazzo una macabra morte per asfissia.

 Henry prese allora terriermon tra le braccia, mentre Davis si affrettò a coprire gli occhi con i suoi occhiali da ciclista; Renamon invece rimaneva ferma immobile, in piedi nella fatidica posizione a braccia incrociate e zampe unite, sul corno di Megakabuterimon, scrutando la città e lasciando che il vento le scompigliasse la folta pelliccia gialla.

 Henry si chiese allora se anche lei stesse pensando a Rika; non essere riusciti a ricevere il segale dei loro digi-vice per tutti quei giorni non era di certo un buon segno, però entrambi avevano fiducia in Yzzi e speravano che non appena arrivati in città sarebbero riusciti a collegarsi alla rete digitale e contattare gli altri e magari anche provare una comunicazione col mondo reale. Si, però adesso che ci pensava, cosa avrebbe detto in quella comunicazione?

 Avrebbe detto a Yamaki, capo di Sefiro, organizzazione che insieme ai pionieri digitali avevano aiutato i Tamers durante l’ultima battaglia digitale, che un gruppo di ragazzi chiamati digi-prescelti e che facevano parte della famosa serie Digimon erano in quel momento li con loro intenti ad aiutarli con la loro missione? Insomma, avrebbe dovuto dire che un gruppo di cartoni animati erano li con loro a DG-world  a combattere contro qualcuno di cui non sapevano il nome?

 Già… perché era questo che  Henry si chiedeva da quando era arrivato a DG-world: chi era il loro nemico e soprattutto dov’era? Che quest’ultimo avesse già raggiunto i suoi amici e che li avesse gia uccisi? Beh… in questo caso Henry avrebbe lottato fino alla morte pur di trovarlo e distruggerlo!

 Perché se c’era una cosa che Henry non sopportava quello era il male; aveva già sofferto molto quando da piccolo era stato lui a far del male ad un ragazzino. Non se l’era mai perdonato e dentro di lui portava ancora il ricordo di quel episodio… non riusciva a dimenticare gli occhi spaventati di quel bambino… proprio non ci riusciva.

E immediatamente, come se quello fosse stato in istinto di autodifesa, scaccio via quei pensieri per paura di far emergere di nuovo il lato aggressivo del suo carattere; doveva calmarsi, o almeno era ciò che il suo maestro di arti marziali gli aveva ripetuto in quegli anni durante i loro allenamenti “ Libera la mente!” diceva con tono fermo ma allo stesso tempo aggraziato “ così potrai concentrati sul tuo vero nemico e decidere cosa fare. Quindi rifletti prima di agire, Henry.”

 Le parole del maestro gli risuonarono nella mente come se qualcuno le avesse appena pronunciate: ‘ Libera la mente…’ pensò allora ‘ concentrati sul tuo vero nemico’ il problema e che lui non aveva la più pallida idea di chi fosse il suo nemico…

 “Ah!” gridarono tutti quanti all’unisono non appena Megakabuterimon interruppe bruscamente il proprio volo e planò verso il terreno.

 Atterrarono sull’asfalto; la strada in cui erano scesi collegava direttamente al portone principale della città: quello che sembrava un’enorme cancello automatico, costituito da laser blu che fungeva come barriera, gli bloccava la strada e gli impediva il passaggio.

 Yzzi, Davis e gli altri scesero da Megakabuterimon e si guardarono tra di loro come per dire ‘ora che facciamo’

 “ Proviamo ad avvicinarci” aveva suggerito Henry, la mano stretta al proprio digi-vice e Terriermon sopra la sua spalla pronto a bio digi-evolvere insieme a lui in caso di bisogno.

 Ma fortunatamente ciò non avvenne: la corrente che passava per i raggi laser del portone si spense e Yzzi intravide attraverso quel fascio luminoso blu una figura che si avvicinava sempre di più. Il cancello si sbloccò e iniziò ad aprirsi come la porta di un ascensore.

 Davanti a loro comparve Gennai.

 Henry era rimasto di sasso come per dire che ciò che stava vedendo non poteva essere vero: prima i digi-prescelti e i loro Digimon, adesso anche Gennai!

 Terriermon e Renamon lo fissarono non capendo il suo sgomento; entrambi si guardarono tra di loro con sguardo interrogativo, poi tornarono a fissare la figura di fronte a loro. Solo di una cosa fu sicura Renamon; quello non era un essere umano ne sembrava potesse essere un Digimon. Ma allora… cos’era?

 “ Gennai!” avevano urlato Davis, Yzzi, V-mon e Tentomon all’unisono “ che ci fai qui!”

 Renamon si voltò di scatto per fronteggiare i digi-prescelti; quei ragazzi, che secondo Henry facevano parte di una serie televisiva (anche se non aveva la più pallida idea di cosa significasse), sembravano conoscere quel uomo misterioso che avanzava verso di loro con sguardo furbo e passo lento.

 “ Bentornati digi-prescelti…” poi si fermò un attimo per fronteggiare Henry e il suo sguardo si fece confuso “ e tu chi cavolo sei?” chiese allora con poco garbo.

 Henry era rimasto per un attimo senza parlare, un po’ perchè sorpreso e un po’ perché scosso dal tono della voce di Gennai, quindi ci stette  qualche secondo a rispondere: “ ahm… il mio nome è Henry Wong, signore…”

 “ Chiamami Gennai…” aveva detto con tono di poca importanza, poi intercettando lo sguardo interrogativo di Davis e gli altri prescelti aveva detto “ le domande e le presentazioni a dopo, per favore… ora entriamo prima che arrivi qualcuno.”

 Così i Digi – prescelti, Henry e i quattro Digimon erano entrati oltre il portone senza obbiettare, sollevati che qualcuno, dopo tanto tempo, gli dicesse cosa fare con certezza e non con l’insicurezza con cui si erano mossi loro in quei giorni.

 Cyber Center City era l’esatta rappresentazioni delle Megalopoli del futuro; strade sopraelevate, ponti, grattacieli, strutture impressionanti, arene, stadi, cancelli e porte laser, maxi schermi, le luci di mille sfumature che illuminavano tutto quanto in migliaia di colori fosforescenti… tutto questo in un’enorme città recinta da una barriera laser blu impenetrabile.

 Sarebbe stato tutto altamente eccitante se la city non fosse stata così altamente… morta.

 Si sentivano soltanto i cavi elettrici che scoppiettavano di qua e di la e il rimbombare dei passi di alcuni ragazzi che camminavano affiancando la figura alta di Gennai, il massimo protettore della città considerato da tutta la comunità digitale il più forte tra i difensori di Digi-world.

 Henry continuava a lanciare occhiate sbieche verso Il protettore, che sembrava non accorgersi di nulla. Mentre Henry sembrava stesse avendo un conflitto interiore, da una parte pronto a fidarsi di quel Gennai e dall’altra sospettando che questi potesse essere un emissario mandato dal nemico, Yzzi e Davis parevano fuori di se dall’euforia; sembrava che l’eccitazione per aver scoperto di non essere soli in quello strano mondo gli avesse ad entrambi coperto gli occhi con due prosciutti.

 Henry detestò pienamente in quel momento la superficialità dei due, soprattutto Yzzi; non riusciva a capacitarsi che un ragazzo così sveglio abbassasse la guardia così facilmente.

 ‘ Non vedo perché dovrebbe…’ stava pensando allora il cinese ‘ Infondo non gli ho dato alcuna ragione di essere sospetto… accidenti! Se solo sapesse che in realtà e solo un pezzo di programma intrappolato in un mondo che non è il suo certo che avrebbe qualche dubbio su improvvise apparizioni di altri protagonisti della serie televisiva!’

 In quel momento si fermarono; Gennai li fece salire su una piattaforma che, attraverso un tubo, li condusse sempre più in alto. Henry e Renamon guardarono giù ammirando lo spettacolo che si poteva avere della City dall’alto.

 “ Scusa, Gennai non ci hai ancora detto dove stiamo andando”

 Henry alzò mestamente lo sguardo fissando Yzzi che aveva appena parlato con tono sospetto e sorridendo per questo; allora fino a quel momento aveva solo finto… anche lui sembrava ancora diffidente sulla strana apparizione di Gennai.

 “ Ve lo dico solo se la smettete con tutta questa indifferenza nei miei confronti e iniziate a fidarvi delle persone giuste. Pensavo che dei ragazzi con cervello come voi avrebbero riconosciuto subito un amico” aveva risposto calmo Gennai, facendo arrossire leggermente Yzzi.

 Davis in quel momento ebbe quella che si suol dire ‘Illuminazione’

 “ Ehi! Io ti credo! Quindi questo significa che mi ritieni una persona intelligente!”

“ Mi riferivo ai due cervelloni che ti stanno accanto, non tu idiota!” ribeccò sfacciatamente Gennai.

Henry e gli altri trattennero a stento una risata.

 “ Mi stai dando dello stupido!” aveva allora urlato Davis, mentre la piattaforma sfrecciava a tutta velocità verso quello che Yzzi e Henry riconobbero come l’edificio più grande della City.

 “ No. Stavo solo dicendo che la tua camera d’aria non può essere paragonata ai due computer umani di Yzzi ed Henry.”

 “ ah! Se è così allora… ehi! Aspetta un momento! Camera d’aria a chi!?”

Gennai sollevò lo sguardo fissando il tubo trasparente senza rispondere, e di questo tutti quanti gliene furono grati perché l’ultima cosa che volevano era continuare a sentire la voce squillante di Davis per tutto il tragitto.

 Finalmente Gennai li fece scendere e approdarono davanti un enorme portone in ferro battuto che conduceva all’enorme edificio.

“Eccoci arrivati. Ora quello che dovete fare è seguirmi e fidarvi di me.”

 Solo in quel momento Henry se lo chiese: ‘ Perché trovo così difficile fidarmi di lui mentre con i digi –prescelti no?’

 Se Henry avesse indugiato di più su questa domanda avrebbe trovato una risposta ad una parte delle domande che da lì in poi lo avrebbero perseguitato.

Continued

 

 

 

 N.D.A. : ehi! Se siete arrivati fin qui vuol dire che avete appena finito di leggere il 5° capitolo, ma cosa più importante significa che io ho appena finito di scrivere il 5° capitolo di questa storia ( evvai!).

 E pensare che avrei dovuto pubblicarlo entro fine Novembre (-_-’’’’’) cmq dopo un’estenuante mese di scuola ecco a voi questo nuovo capitolo della storia: lo so che praticamente vi siete annoiati a morte leggendolo e che probabilmente non ci avrete ancora capito niente sulla trama della storia ( a parte Henry che continua a farsi complessi sugli altri N.d. Henry “ Ehi! Io nn mi faccio complessi sugli altri!” N.d.A. “ e allora spiegami perché no ti vuoi fidare di Gennai, che talaltro e anche molto carino” N.d. Henry “ sei tu l’autrice no! Spiegamelo tu!” Nd.A. “ perché ki ti ha detto che quello oh cavolo! Stavo x dirlo!” e Davis che diventa sempre più defic cioè poco intelligente man mano che la storia va avanti N.d. Davis “ Smettila di offendere la mia camera d’aria!” N.d. A. “ (-_-)’’’evito di rispondere”) ma nn vi preoccupate pian piano la situazione si va sboccando e stiamo finalmente arrivando all’inizio della storia N.d. Yzzi “ perché questo cos’era?” N.d.A. “ Niente sl il prologo ovvero quando si scoprirà finalmente che il vero protagonista è rullo di tamburi - il protagonista è egli è solo un momento devo ridare una piccola occhiatina al copione

N.d. Rika “Forse nn lo dici perché nn hai ancora la più pallida idea di come andrà a finire questa cavolo di storia 

N.d.A. “ Certo che ce l’ho

N.d. Rika “ Ma se non esiste neanche un copione

N.d. A. “ e tu come fai a sap cioè volevo dire ma fatti un po’ i cavoli tuoi te no?!

N.d. Rika “ senti chi parla!... tu mi hai appena fatto il terzo grado in questo capitolo! Praticamente ora sn un libro aperto!

N.d. A. “ sempre meglio di essere una bisbetica fredda impulsiva a tratti leggermente immatura e testarda di Rika dell’anime”

N.d. Ryo “ ehi! Nn insultare la mia ragazza!”

N. d. Rika “ ^////^ Ma tu nn eri morto!”

N.d. Ryo “ Sn pieno di risorse! ^_^

N.d. Rika “ No! Sei semplicemente un cafone presuntuoso!”

N.d. Ryo “ e tu sei la mia cara e dolce testarda, fredda, impulsiva ed immatura Rika di sempre”

N.d. A. “ wow! Vi dovrebbero dare il premio come coppia più strana del secolo

N.d. Rika & Ryo “ sei tu ke ci hai fatto diventare una coppia!”

N. d. A. “ Già e nn solo quello_ sguardo furbo + ghigno malefico”

N.d Rika “ ??????”

N.d. Takato “ Rika hai la faccia ke è diventata un punto interrogativo”

N.d. Rika “ mentre tu hai sempre avuto quella faccia da smidollato rimbambito ed idiota, giusto?! Ora ke ci penso puoi fare concorrenza a Daisuke!”

N.d. Davis “ e io ke centro Rika-chan!”

N.d. Ryo “ ehi! sl io posso darle del chan!”

N.d. Henry “ La vuoi smettere di fare la parte del fidanzatino geloso!”

N.d. Ryo “ preferisci quello incazzato?”

N.d. A. “ Volete invece morire entrambi eroicamente nel prossimo capitolo nel tentativo di salvare Rika?”

 N.d. Ryo “ ke problema c’è, scusa? Io sn già morto x lei.”

N.d. Henry “ Io preferisco continuare a vivere e a rompere gli altri col mio scetticismo”

N.d. Gennai “ Se continui a rompermi giuro ke provvederò personalmente alla tua eliminazione”

N.d. A. “ e se continuate a tartassarmi dei vostri inutili commenti provvederò io stessa alla vostra eliminazione!”

 

Bene dopo questa breve(!!) parentesi passiamo a ben altro e a cose più serie ( no mi sembra di parlare come il direttore del tg4) va beh! Volevo sl ringraziarvi per aver recensito in particolare Kari1, Kris, e nini91.

Bye bye e al prossimo capitolo ( ke calcolando il tempo ke ho impiegato per scrivere qst cap arriverà tra circa 6 mesi)

 Rika90036

 p.s. carino il titolo del cap., vero?! Sembra un gioco di parole (guarda caso lo è...) ^_^

 p.p.s. Continuate a recensire!

 

  
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